ECONOMIA- Pagina 75

A Torino il punto di incontro dell’Horeca: idee, novità, formazione, business

Dal 17 al 19 marzo a Torino arriva Horeca Expoforum, il più importante evento dell’ospitalità e del food and beverage nel nord ovest d’Italia: non solo spazi espositivi per i professionisti del settore, ma anche eventi, dibattiti, degustazioni e la possibilità di conoscere innovative start-up.

Porta di accesso a novità, occasioni di business, nuovi fornitori, divertimento, informazione: è in arrivo Horeca Expoforum, l’unico evento internazionale del Nord-Ovest d’Italia. La tre giorni è organizzata da GL events Italia dal 17 al 19 marzo 2024 al Lingotto Fiere di Torino (Padiglione 3) ed è riservata ai professionisti della filiera dell’ospitalità e del food and beverage. Qui potranno addentrarsi nel mondo dell’Horeca, confrontarsi con le proposte degli espositori e partecipare al fitto programma di appuntamenti, tra masterclass, showcooking e corsi di aggiornamento professionale.

Horeca celebra un universo fatto di ospitalità, ristorazione e catering rappresentato in Italia da 405.000 aziende in cui lavorano 1.300.000 dipendenti (fonte: Rapporto Ristorazione 2022 FIPE – Federazione Italiana Pubblici esercizi). Un settore eterogeneo, in cui ognuno ha necessità diverse. È il pianeta della convivialità, che 92,9% degli italiani riconosce come uno degli aspetti fondamentali dello stile di vita (fonte: Rapporto Censis 2023).

Su un’area espositiva di 13.000 mqHoreca Expoforum darà voce ai protagonisti della filiera anche attraverso un ricco palinsesto di incontri, dibattiti e degustazioni. Tra questi, il 18 marzo ci sarà il Simposio Nazionale Stelle della Ristorazione 2024, un simposio tecnico per valorizzare la formazione e il confronto tra chef, e l’Assemblea Nazionale APCI (Associazione Professionale Cuochi Italiani), prezioso momento di confronto e pianificazione strategica, durante il quale si parlerà della ristorazione come impresa, di sostenibilità e del progetto di valorizzazione dei giovani #APCIJR.

Parallelamente l’Associazione Cuochi della Mole di Torino e provincia organizza una giornata di appuntamenti con chef che si alternano nella preparazione di pietanze dedicate al mondo delle verdure e dei legumi del territorio piemontese, per richiamare l’attenzione sull’importanza di una sana e corretta alimentazione.

In collaborazione con la World Green Tea Association, nella giornata di apertura sarà invece organizzata una degustazione guidata di pregiati tè verdi giapponesi, in risposta al crescente interesse dei consumatori verso i tè e le tisane.

Tra i protagonisti della manifestazione anche Horeca Job, start-up piacentina e società benefit, composta da un team femminile al 100%, che offre un servizio innovativo a chi offre e cerca lavoro nel mondo Horeca, tema che costituisce uno dei problemi più caldi in questa fase di “talent shortage”, ovvero di scarsità di candidati, soprattutto per le attività più operative.

Cuochi, chef, operatori food e aziende di catering, pasticcerie, baristi e titolari di bar ed enoteche gastronomie, panetteria, salumeria e molti altri operatori della ristorazione, proprietari e gestori di hotel e attività ricettive, agenti, rappresentanti e distributori: sono loro gli interpreti della manifestazione, insieme a espositori che contano importanti nomi in arrivo da tutta Italia. Tra loro: Barilla for professionals, Lauretana, Bonduelle, Cantine Bava, Orogel, Electrolux, Costadoro, Marchetti, Délifrance Ekaf, Cioccolato Gobino, Galup. Presenti anche numerose associazioni, tra cui Conpait (Confederazione Pasticceri Italiani), APCI (Associazione Professionale Cuochi Italiani), Specialty Coffee Association, AVPN (Associazione Verace Pizza Napoletana), FIC (Federazione italiana cuochi), Associazione Provinciale Cuochi Della Mole, Associazione Cuochi di Novara e VCO, Associazione Cuochi Provincia Granda, Unione Regionale Cuochi Piemontesi, ASVI: associazione sala vendita italiana.

HORECA EXPO

·        date: 17-19 marzo 2024 ore 9.30 – 18.30, luogo: Padiglione 3 | Lingotto Fiere Torino, via Nizza 280

·        pubblico: evento dedicato ai professionisti del settore hospitality e Food&Beverage

·        ingresso: gratuito previo accredito: operatori – scuole

Il Papa ha incontrato in Vaticano gli artigiani del Piemonte

Papa Francesco ha incontrato una delegazione di 400 artigiani di Confartigianato Piemonte, nell’udienza privata organizzata dall’Associazione Artigiana sabato mattina nell’Aula Paolo VI (Sala Nervi) nella Città del Vaticano.

Il gruppo piemontese ha fatto parte della rappresentanza di circa 6mila imprenditori, collaboratori, pensionati, familiari e simpatizzanti, provenienti da tutto il Piemonte e dal resto d’Italia, del sistema artigiano nazionale dell’Associazione Artigiana.

 

Il Papa ha ricordato come le macchine eseguano, gli artigiani inventano perché mettono in gioco la loro creatività con il cuore, le mani e i piedi. “Non tutti hanno la fortuna di avere le mani degli artigiani – ha detto il Santo Padre – e a loro dico: non scoraggiatevi a offrire posti di lavoro. Gli artigiani hanno occhi diversi per guardare la realtà e i loro prodotti “camminano” per il mondo”. Poi a esortato il settore: “Gli artigiani siano “artigiani di fraternità e creino l’Artigianato delle relazioni” ovvero artigiani di una nuova umanità, creativa e generosa”.

L’incontro, che l’intero sistema Confartigianato auspicava da tempo, ha così costituito una fondamentale occasione per sottolineare la corrispondenza e adesione del valore artigiano espresso dalle imprese con la loro creatività e la loro passione, ai valori universali del lavoro e della solidarietà. La presenza degli imprenditori artigiani è stata, quindi, un riconoscimento dell’importante contributo che la comunità imprenditoriale offre alla società, attraverso la dedizione al lavoro, la creatività e la capacità di costruire legami solidi nelle comunità locali.

Confartigianato Imprese Piemonte crede profondamente che l’incontro sarà un’occasione per ispirare e rafforzare i valori etici e sociali che guidano gli imprenditori artigiani nella loro attività quotidiana. La testimonianza del Papa, con la sua attenzione alle sfide sociali ed economiche, sarà certamente fonte di ispirazione per coloro che si dedicano alla creazione di lavoro ed economia.

“L’incontro con Papa Francesco è stata una esperienza profonda che, siamo sicuri, segnerà il percorso personale e professionale di tutti – ha commentato Giorgio Felici,  Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – per questo siamo felici di aver potuto offrire questa opportunità ai nostri artigiani e alle loro famiglie, che troppo spesso lavorano nell’ombra, in silenzio e tra mille sacrifici. Questo incontro rimarrà indelebile nei cuori e nelle menti della comunità imprenditoriale, rafforzando il senso di appartenenza.

“La gioia per questo incontro va oltre la sfera individuale, estendendosi alla comunità artigiana nel suo complesso – ha concluso Felici- il dialogo con Papa Francesco ha offerto l’opportunità di riflettere su temi fondamentali come la dignità del lavoro, la responsabilità sociale delle imprese e la solidarietà”.

Luce e gas, uBroker: “siamo sempre alla ricerca di figure professionali qualificate”

“Cresciamo in misura esponenziale” L’impresa piemontese fa il punto sulla transizione energetica e il gap fra la domanda di professionisti e l’offerta al momento disponibile sul mercato del lavoro.

L’impresa che per prima in Italia ha contribuito ad azzerare le bollette di luce e gas, redistribuendo quelli che sono ormai milioni di sconti in fattura a clienti privati e PMI, prosegue inarrestabile la propria corsa al successo. uBroker SpA ha puntato tutto sull’ampliamento del proprio organico e sulla formazione di quest’ultimo per garantire il miglior servizio di fornitura di energia e un’assistenza al cliente veloce, puntuale e d’eccellenza.

Per farlo, prosegue nel cammino intrapreso in termini di ricerca e valorizzazione di risorse umane capaci, ambiziose, competenti e sanamente motivate a inserirsi in un contesto professionale stimolante e completamente meritocratico, ove merito e proposta costruttiva sono parole chiave di primaria importanza nella filiera delle operations di ‘uBroker SpA’.

Così Cristiano Bilucaglia, Ceo dell’azienda nata nel 2015 a Collegno, nel Torinese: “Non esiste impresa del settore energetico che non sia alla ricerca di figure professionali qualificate. L’Osservatorio per l’energia uBroker ha stilato la classifica delle figure professionali più richieste in questo momento e per i prossimi anni. Secondo l’Istat, nonostante la contrazione dei consumi e i livelli ancora alti di inflazione, quasi il 20% delle imprese italiane lamenta carenza di personale. Il settore energetico, in particolar modo, sta attraversando una fase di evoluzione profonda e veloce. La transizione energetica, infatti, sta creando un gap fra la domanda di professionisti con competenze specifiche e l’offerta al momento disponibile sul mercato del lavoro. Le energie rinnovabili, eolico e fotovoltaico in primis, giocano un ruolo cruciale in questo sviluppo senza precedenti. Basti pensare che, nel solo settore fotovoltaico, la richiesta di professionisti è stimata a 300mila unità entro il 2030”.

Ma c’è di più. Approfondisce ancora il Presidente di ‘uBroker’: “Se “sotto le Feste” molti settori sono arrivati a raddoppiare il numero dei propri dipendenti per coprire richieste e urgenze, nel settore dell’energia 1 figura professionale specializzata su 3 manca tutto l’anno. Un’esigenza, quella di avere a bordo personale altamente qualificato, che non può più essere rimandata. In veste di Osservatorio abbiamo scandagliato e stimato le posizioni più ricercate, non solo durante Feste e Ponti, ma oggi e in prospettiva futura nel settore energetico. Si tratta di vere e proprie “nuove professioni-occasioni” che dovrebbero essere colte dai giovani”.

Tra i profili più ricercati fra le imprese energy figurano il Data Analyst & il Data Scientist (richiesti dal 48% delle aziende), fondamentali per fornire e analizzare i dati da cui dipendono decisioni e strategie.

È poi la volta dei Sustainability Manager (30%) per migliorare comportamenti e processi in modo da garantire una maggiore sostenibilità dell’operato dell’azienda; i Digital & Social Media Marketing Manager (26%) per adeguare la comunicazione dell’azienda ai new media; e i Cybersecurity Specialist (24%), ovvero le sentinelle poste a presidio delle strutture IT delle imprese, ancor più fondamentali in un momento storico di crisi energetica e grandi cambiamenti mondiali.

Infine, ma altrettanto importanti, Sviluppatori e programmatori IT (22%); Customer Success Manager (17%) Data Privacy Specialist e Compliance Specialist (13%) e Data Entry Specialist (10%).

Tutti professionisti che in quest’ultimo anno abbiamo ricercato o continuiamo a cercare grazie alla necessità di dover inserire sempre più risorse qualificate e con competenze specifiche nel nostro team. Sul nostro sito nella sezione “Careers” e su LinkedIn è sempre possibile consultare le posizioni aperte ”, conclude il Presidente Cristiano Bilucaglia.

Valle di Susa e montagne olimpiche prossimamente collegate con l’aeroporto

Tempo di nuove infrastrutture per il Piemonte. Dopo il Terxo Valico ormai avviato e il treno che collega Torino a Caselle, prossimamente con  la realizzazione del collegamento diretto tra Porta Susa e Porta Nuova, dal 2026,  anche la Valsusa e le montagne olimpiche saranno collegate con il treno diretto all’aeroporto di Torino. La linea Sfm3, infatti, potrà entrare nel nodo di Torino e proseguire verso la stazione di Porta Susa e da lì verso l’aeroporto con un treno ogni ora dal lunedì al sabato e uno ogni due ore nei festivi, dalle 5 alle 23. Questo sarà possibile grazie alla realizzazione del collegamento diretto tra le stazioni di Torino Porta Susa e Torino Porta Nuova, per il quale nel giugno del 2023 Rfi ha lanciato la gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione, per un valore di circa 68 milioni di euro di fondi Pnrr.
«Dopo il collegamento diretto con il centro della città e quelli con il territorio Unesco e il Cuneese, operativi dal 20 gennaio, la connessione diretta tra l’aeroporto e le montagne olimpiche rappresenterà una grande opportunità per il nostro territorio. Immaginare che da una qualsiasi località italiana o estera si possa arrivare in aereo e con i charter della neve e, senza nemmeno uscire dall’aeroporto, salire in treno e arrivare in un’ora sulle piste significa offrire un prodotto turistico di alta qualità che unisce la bellezza delle nostre montagne alla comodità degli spostamenti» dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore al Turismo Vittoria Poggio, in occasione dell’apertura di CONNECT AVIATION 2024 Route Development Forum, la business convention dell’aviazione, al via oggi al Padiglione 1 del Lingotto Fiere di Torino.

Piemonte, Liguria, Lombardia: il Nord Ovest fa sistema

Nasce un’alleanza strategica tra Piemonte, Liguria e Lombardia per dare certezze alle nostre imprese utilizzando al meglio i fondi europei per aerospazio e automotive con una progettualità comune. espressione di quest’area”: questa la dichiarazione rilasciata dall’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Tronzano al termine della Cabina economica del Nord Ovest a sostegno dello sviluppo macroregionale.

Con Tronzano gli assessori allo Sviluppo economico dalla Lombardia Guido Guidesi e della Liguria Alessio Piana.

Un lavoro che coinvolge imprese, Università e associazioni di categoria per mettere in campo azioni condivise che saranno messe a punto per la prossima riunione del 4 aprile.

“La strada è tracciata e l’obiettivo è senza dubbio ambizioso: costruire filiere interregionali su tematiche di interesse comune che permettano ai tre territori un maggiore sviluppo e nuove opportunità alle imprese. Oggi si è compiuto un ulteriore importante passo in avanti per una sinergia sempre più forte” hanno affermato i tre assessori.

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Tavoli di lavoro specifici sono avviati sui settori automotive, aerospazio, logistica, industria energetica e microelettronica. Per quanto riguarda l’automotive è stata sottolineata la necessità di combattere la disaggregazione della componentistica, ragionando nell’ottica di fornire un sistema di competenza che si “mantiene in casa”, di rafforzare le condizioni affinché convenga produrre in Italia e nel Nord Ovest in particolare, di ulteriori investimenti sui carburanti rinnovabili, nella consapevolezza che non è possibile concentrarsi solo sull’elettrico.

Tra i temi discussi la necessità di incentivare l’uso dell‘idrogeno da parte del trasporto pesante e le sinergie per misure di sostegno alle imprese logistiche comuni.

“La prima azione che faremo insieme – ha puntualizzato Tronzano – è mettere a sistema le risorse regionali europee per fare dei bandi che abbiano una forza maggiore di impatto. Senza l’ausilio di tutto il Nord Ovest certamente le nostre imprese soffrono un po’ di più, perché le sole Regioni ormai sono una piccola parte all’interno di un mondo che sta cambiando. Essendo noi presidenti dell’Alleanza europea dei semiconduttori e la Lombardia presidente dell’Alleanza sull’automotive pensiamo di poter incidere sulle politiche di sviluppo europee e anche nazionali, parlando una sola lingua. Aggiungo un’ultima cosa, che è quello del motore termico: dobbiamo mantenerlo per essere ancora competitivi nel mondo. Certamente l’elettrico è una strada, ma dobbiamo continuare ad avere anche il motore termico”.

“Io Lavoro”, un successo anche a Gravellona

Successo di presenze alla prima tappa del 2024.
La più importante fiera del lavoro farà poi tappa ad Alessandria, Alba e Pinerolo.

Grande affluenza di pubblico al primo degli appuntamenti del 2024 con le edizioni territoriali di IOLAVORO, il principale evento dedicato al mondo del lavoro, promosso dall’Assessorato regionale dell’istruzione e merito, lavoro, formazione professionale e diritto allo studio e organizzato da Agenzia Piemonte Lavoro e dal Centro per l’impiego di Omegna, suo presidio territoriale, grazie alle risorse del Fondo sociale europeo FSE+.

I numeri dell’edizione ospitata giovedì 8 febbraio, dalle 10 alle 18, negli spazi del Palazzetto dello sport, confermano l’eccellente risultato del primo appuntamento 2024 con il tour territoriale, già avviato l’anno scorso, per valorizzare le peculiarità dei tessuti economici locali; in particolare, quelli turistico, alberghiero e meccanico industriale, per il territorio del Verbano-Cusio-Ossola.

A Gravellona Toce sono infatti state oltre 1.250 le persone che hanno aderito all’evento, di cui 350 studenti che hanno partecipato al tour dei mestieri e alle attività di orientamento ai mestieri WorldSkills. Sono stati offerti oltre 1.400 posti di lavoro da 48 aziende, sette agenzie per il lavoro e nove istituti ed enti di formazione.
Nel corso della giornata per il pubblico sono state una ventina le occasioni di incontri, laboratori, approfondimenti, dibattiti sul mercato del lavoro locale e sulle opportunità offerte dal territorio, in particolare i servizi messi a disposizione dalla Direzione Lavoro di Regione Piemonte e dal suo ente strumentale, Agenzia Piemonte Lavoro con i suoi Centri per l’impiego territoriali; fra questi, per esempio, orientamento, certificazione delle competenze, sistema delle Academy, contratto di apprendistato, così come anche il collocamento miratoper le persone con disabilità, la consulenza nella ricerca attiva di lavoro e il supporto nella redazione del curriculum.

Commenta Elena Chiorino, Assessore al Lavoro e alla Formazione Professionale: “Con IoLavoro raccontiamo la capacità di competere, di innovare e di crescere dell’Italia. Una visione, supportata dalle politiche che abbiamo messo in campo negli ultimi cinque anni, che tiene conto delle potenzialità provenienti dai territori. L’appuntamento è utile ai nostri giovani, a chi è in cerca di occupazione e a chi vuole scoprire ulteriori occasioni per tracciare un nuovo percorso professionale. Ringrazio Agenzia Piemonte Lavoro e i Centri per l’Impiego distribuiti in tutte le province, presidi della Regione sul territorio. E tutti coloro che, con la loro partecipazione, hanno reso possibile l’organizzazione dell’evento. Siamo in cammino verso il futuro. Con la fiducia di vivere in una Nazione ricca di opportunità. Non dimentichiamolo mai”.

Le prossime tappe

29 febbraio ad Alessandria: Disit-Università del Piemonte Orientale, in viale Teresa Michel 11; Associazione cultura e sviluppo, in piazza Fabrizio De André 76;
6 marzo ad Alba (CN): Palazzo mostre e congressi “Giacomo Morra”, piazza Medford 3;
27 marzo a Pinerolo (TO): sede in via di definizione.

Confermato a Torino il consolidato evento autunnale.

Maggiori dettagli sulla piattaforma iolavoro.org.

Imposta patrimoniale: ha un senso?

 

 

Anche i ricchi piangano” è stato uno degli slogan più ripetuti dalla propaganda di Rifondazione Comunista che nel 2007 propose di istituire un’imposta patrimoniale che colpisse i proprietari di case, titoli, depositi bancari per risolvere i problemi finanziari dell’Italia.

Una drastica presa di posizione che divise non solo gli esperti finanziari, ma anche i politici, compresi quelli alleati a Rifondazione; Massimo D’Alema a suo tempo lo definì come il manifesto più cretino che avesse mai visto…

Dopo anni di silenzio, l’idea di una patrimoniale è nuovamente emersa, questa volta proposta da un’economista ben nota, l’ex ministra Elsa Fornero, che ne esposto le ragioni su un quotidiano nazionale.

L’assenza di crescita e una impressionante serie di shock negli ultimi decenni non hanno impedito che, mentre la povertà si estendeva, una parte molto minoritaria del paese aumentasse la propria quota di ricchezza” ha scritto la Fornero.

La soluzione, secondo l’economista, potrebbe essere quella di “stabilire un imponibile minimo piuttosto elevato per alleggerire l’imposizione sul reddito da lavoro o evitare un aumento netto della pressione fiscale”.

In pratica la Fornero propone si usare il gettito per ridurre le tasse sui redditi da lavoro, nel tentativo di ridurre le disuguaglianze sociali.

La proposta ha animato accese discussioni sia nel mondo politico che in quello accademico.

Tralasciando le prime, viziate da questioni ideologiche, citiamo solo alcune considerazioni tecniche.

Patrimoniale: in Italia c’è già

A parte i riferimenti ”storici”, con prelievi forzosi durante il periodo bellico, finalizzati a sostenere le spese di guerra, l’unico precedente italiano è l’imposta sui conti correnti applicata dal Governo Amato nel 1992, con un’imposta pari allo 0,6%, che scatenò polemiche enormi e che ancora oggi viene citata come provvedimento iniquo da non ripetere.

Però non scordiamoci che l’Italia ha già alcune imposte patrimoniali, anche se “settoriali” e circoscritte, per l’esattezza:

IMU, che colpisce gli immobili (con alcune eccezioni come le prime case non di “lusso”) basandosi sul valore catastale, con un’aliquota base dello 0,86% che i comuni possono aumentare sino all’1,06% o diminuire fino allo 0,76%.

IVIE, che colpisce gli immobili detenuti all’estero da residenti italiani, basata, a seconda dei casi e degli Stati esteri, sul costo di acquisto, sul valore di mercato o sul valore catastale estero con un’aliquota (aumentata dal 2024) dell’1,06%.

Imposta di bollo, che colpisce i titoli custoditi a dossier presso le banche in base al valore di mercato con un’aliquota dello 0,2%.

IVAFE, l’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero, che riguarda persone fisiche, enti non commerciali e società semplici che colpisce gli asset finanziari esteri, con un’aliquota (aumentata dal 2024) dello 0,4% sul valore di mercato.

Queste imposte generano un gettito pari al 6% del totale delle entrate tributarie.

La “ricchezza” è quindi già colpita, ma non in maniera organica e generalizzata. La proposta della Fornero andrebbe verso una istituzionalizzazione della tassazione sul patrimonio (in qualunque forma detenuto) con un’aliquota unica e (probabilmente) aree di esenzione per non colpire anche cifre di modesta entità con un’imposizione iniqua.

Patrimoniale: un provvedimento molto discutibile

La ricchezza finanziaria degli italiani ammonta a oltre 5.200 miliardi di euro, con una crescita continua nell’ultimo decennio. La forma preferita è il denaro liquido in banca (oltre 1.600 miliardi); tassare questa voce scatenerebbe reazioni imprevedibili e probabilmente sarebbe improponibile sotto il profilo politico, perché nessun partito sarebbe disposto ad assumersene la responsabilità.

L’area applicativa si limiterebbe quindi agli immobili, l’investimento “classico” delle famiglie (il 71% degli italiani vive in case di proprietà).

Chiediamoci se ha una sua logica ed una sua equità.

A mio avviso la risposta è negativa.

In primis tassare il patrimonio significa sottoporre a prelievo fiscale un capitale che è già stato tassato in sede di formazione del risparmio (imposta sul reddito, imposta sui frutti di depositi bancari e postali, sull’incasso di cedole, proventi da capital gain ecc.); una duplicazione certamente poco equa. Ricordiamoci che la Costituzione, all’art.47, afferma solennemente che “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio” e “favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione”. Come ha autorevolmente affermato la professoressa Sileoni in replica alla proposta della professoressa Fornero “I patrimoni immobiliari si costituiscono con l’uso di ricchezze (risparmi) che sono già stati tassati come redditi”.

Per quanto riguarda i valori di riferimento, essi sono spesso fuori dalla realtà, basandosi sul catasto (notoriamente arretrato) con rivalutazioni cervellotiche e risultati iniqui: alcuni cespiti sono palesemente sotto valutati, altri palesemente sopravvalutati; altri addirittura non sono censiti!

Altro fatto, un po’ più grave, è che, se si vuole ottenere un gettito significativo, sarebbe necessario tassare anche la prima casa, il bene più prezioso per una famiglia. Fra l’altro occorrerebbe tener conto di un fatto importante: la prima casa, nella stragrande totalità dei casi, è acquistata ricorrendo ad un mutuo, perché i compratori in genere non dispongono di tutta la cifra necessaria, soprattutto se sono ancora giovani. Ecco allora un meccanismo perverso: se la casa vale 150.000 euro a catasto ed il proprietario deve pagare lo 0,5%, dovrà sborsare 750 euro. Ma se ha investito solo 30.000 euro ed ha ottenuto un mutuo di 120.000, quei 750 euro rappresentano una tassa sul suo patrimonio del 2,5%, cioè 5 volte l’aliquota apparente.

E’ giusto tassare non solo i patrimoni ma anche i debiti?

Per non suscitare eccessive reazioni una patrimoniale dovrebbe:

  • Tener conto dell’effettiva ricchezza del proprietario. In pratica, si dovrebbero esentare le fasce basse ed applicare l’imposta solo su valori elevati (ma quali sono i valori elevati “giusti”? Un milione di euro, cinque milioni di euro?)

  • Tener conto del patrimonio “netto”, decurtando il valore accertato dai debiti collegati (è il caso dei mutui accesi per l’acquisto di immobili)

  • Prevedere aliquote progressive, partendo da valori bassi per salire gradualmente a valori più elevati in funzione dell’importo accertato. Principio fondamentale per rispettare la Costituzione che prevede la progressività del sistema fiscale. (vedi art.53)

  • Armonizzare la patrimoniale all’interno del sistema fiscale, mantenendo l’IMU solo per le fasce inferiori (non potendo certo tassare due volte lo stesso bene con due imposte patrimoniali) e riducendo l’imposizione IRPEF.

Lavoro titanico che presuppone tempi lunghi ed esiti incerti.

Conclusioni

Vale la pena affrontare impopolarità e reazioni pesanti che potrebbero ripercuotersi sui mercati a danno dell’Italia?

Non conviene piuttosto affrontare seriamente il tema dell’evasione fiscale, che è il vero, drammatico nodo da sciogliere nel nostro paese, in cui l’area del reddito “nero” è enorme e genera perdite gravissime per il buon funzionamento della pubblica amministrazione?

Possibile che non si riescano a collegare (con l’enorme potenza dei database e degli archivi in cui tutto ormai è classificato) le fonti di ricchezza personale? I media periodicamente citano casi di cittadini “nullatenenti” intestatari di immobili, auto di lusso, yacht… Con pochi click mirati si dovrebbe pur essere in grado di collegare il “nullatenente” ai suoi molteplici beni registrati!

Sono solo alcuni dei tanti quesiti che tutti i rappresentanti dei partiti dovrebbero porsi, lavorando tutti insieme (e non in competizione) per costruire un’Italia “equa e solidale” che non abbia come unico obiettivo quello di far piangere i ricchi, ma di coinvolgerli in un progetto di sviluppo in cui il capitale sia un alleato, non un nemico!

Gianluigi De Marchi

demarketing2008@libero.it

 

La Regione punta sulla vocazione internazionale delle imprese piemontesi

Una volta lo slogan della Regione Piemonte era “Spirito europeo”, a testimoniare l’apertura dalle regione oltre i propri confini.

 

A quanto pare la Regione punta ancora sulle Aziende piemontesi sempre più internazionali: lo fa  grazie ai fondi regionali, statali ed europei del Fesr 2021-2027 destinati al supporto delle piccole e medie imprese intenzionate ad affacciarsi e rafforzarsi fuori dai propri confini. Sono infatti aperte le iscrizioni ai Progetti Integrati di Filiera per l’annualità 2024 e 2025, che si propongono di favorire l’incremento del livello di internazionalizzazione delle PMI piemontesi promuovendo e consolidando la presenza competitiva e la proiezione internazionale delle aziende in nove filiere produttive piemontesi di eccellenza attraverso specifici Progetti Integrati.

Queste le filiere interessate dal progetto:
-Aerospazio
-Automotive & Transportation
-Meccatronica
-Clean Tech /Green Building
-Salute e Benessere
-Tessile
-Agroalimentare
-Abbigliamento/Alta Gamma/Design
-ICT (NUOVO)
Ogni progetto si articola in un insieme strutturato di attività volte a coprire target anche differenti nell’ambito della filiera con la realizzazione di attività trasversali e attività di investimento, quali workshop, B2B, visite aziendali, assistenza continuativa e individuale, partecipazioni collettive a fiere internazionali, eventi espositivi, business convention sia in modalità fisica che in modalità virtuale.
Alle PMI ammesse al/ai PIF sarà concessa un’agevolazione del valore massimo di euro 20mila euro ad impresa per ogni PIF a cui la stessa risulterà ammessa.
Tale agevolazione consentirà di usufruire di una riduzione sui costi di partecipazione alle azioni di investimento (fiere, B2B, ecc.) che saranno proposte nell’ambito delle attività di ogni progetto realizzato su incarico della Regione Piemonte  da Ceipiemonte s.c.p.a.
L’abbattimento della quota di partecipazione aziendale alla singola attività di investimento sarà entro un valore massimo di 10mila euro ad iniziativa.
I PIF hanno durata biennale.
La procedura di presentazione delle domande sarà attiva fino alle ore 12.00 del 15/02/2024.
Per aderire all’invito le PMI interessate dovranno compilare il modulo di domanda telematico presente sulla piattaforma regionale (https://servizi.regione.piemonte.it/catalogo/bandi-piemonte-finanziamenti-domande), accedendo al sistema tramite autenticazione con apposito certificato digitale.
“La Regione Piemonte crede che favorire l’internazionalizzazione delle PMI sia un eccellente viatico per garantire loro nuove prospettive di crescita – afferma l’assessore regionale all’Internazionalizzazione Fabrizio Ricca -. Per questo investiamo in progetti simili e crediamo nell’importanza di supportare le imprese nel loro cammino”.

Carrefour, accordo cassa integrazione in 6 punti vendita

Riceviamo e pubblichiamo – Carrefour Italia comunica che nella giornata di oggi, 9 febbraio, è stato raggiunto un accordo con le rappresentanze sindacali per l’attivazione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria in 6 punti vendita diretti in Piemonte, su 43 totali nella Regione, a seguito di un proficuo dialogo con i partner sociali.

Per i collaboratori degli ipermercati coinvolti, sarà previsto il ricorso alla cassa integrazione a rotazione per un monte ore complessivo pari al massimo al 15% del totale, il cui trattamento verrà totalmente anticipato dall’azienda.

Questa soluzione permetterà di salvaguardare il livello dell’impiego e di portare avanti un processo di semplificazione e efficientamento dell’organizzazione delle attività nei punti vendita interessati, finalizzato al recupero della sostenibilità economica e al loro rilancio, anche grazie all’investimento per l’implementazione del nuovo modello Maxi, orientato alla produttività, semplificazione e convenienza e per l’ammodernamento dei punti vendita.

Carrefour Italia conferma la volontà di consolidare la propria posizione in Piemonte, che costituisce uno dei territori di maggiore presenza dell’insegna, attraverso la propria rete diretta e lo sviluppo della formula franchising.

Desertificazione commerciale: a Torino in dieci anni sparite 2500 attività

L’Ascom di Torino lancia un “grido di dolore”. Sono 2.467 le imprese commerciali sparite nel territorio urbano di Torino tra il 2012 e il 2023. In dieci anni il 12% delle imprese di commercio al dettaglio, alberghi, bar e ristoranti hanno chiuso senza essere sostituite, ponendo la città sulla pericolosa strada della desertificazione commerciale.

È impietosa l’analisi “Demografia d’impresa nelle città italiane“, realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio con il centro studi Guglielmo Tagliacarne, che registra a livello nazionale 111 mila imprese commerciali al dettaglio chiuse e che non sono state sostituite.

«Assistiamo ad una progressiva desertificazione commerciale in diverse zone della città – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa . Ne conosciamo le ragioni: la concorrenza sleale dei centri commerciali e dell’e-commerce, i costi e il cuneo fiscale insostenibili, il calo dei consumi, solo per citarne alcune. Ormai è chiaro a tutti che questo non è un andamento passeggero che si possa invertire contando solo sulla resistenza degli imprenditori. Chiediamo perciò di coinvolgere le associazioni di categoria in un percorso di costruzione di una vera politica commerciale, che abbia come obiettivo il contrasto alla desertificazione, lo sviluppo di nuove forme di tutela e valorizzazione delle piccole attività e un sistema fiscale e di costi che non penalizzi il commercio di prossimità in favore dei colossi. Aspettiamo un segnale di attenzione da parte della politica, ma non potremo aspettare ancora a lungo. Non vogliamo contare altre croci nel cimitero delle imprese torinesi».

Come nelle altre città italiane anche a Torino a soffrire di più è il settore del commercio al dettaglio, in cui rientrano esercizi specializzati e non specializzati, prodotti alimentari, bevande,tabacchi, apparecchiature informatiche, prodotti per uso domestico, articoli culturali e ricreativi, farmacie, commercio al dettaglio ambulante, banchi e mercati, con 2.269 imprese chiuse. Meno penalizzato il settore di alberghi, bar e ristoranti, che registrano 198 chiusure, ma il dato va spacchettato tra attività alberghiere, che perdono 67 imprese, e attività di ristorazione (bar e ristoranti) che segnano, invece, il dato positivo di + 265 imprese, trainato dai ristoranti. All’interno di queste ultime, va sottolineato l’andamento positivo dei ristoranti, con un saldo di +370 imprese e quello, opposto, dei bar che ne perdono, invece, 635.