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Politiche attive, la ricetta giusta per l’occupazione

L’assessore Chiorino sui dati diffusi da Ires, relativi all’efficacia della misura, sostenuta dal Fse: «Si tratta della dimostrazione definitiva, della prova del nove, che una delle principali strategie per sostenere l’occupazione è puntare su formazione, orientamento e accompagnamento attivo all’inserimento lavorativo, evitando misure di stampo prettamente assistenzialistico, come il reddito di cittadinanza, che ha fallito nel suo fine ultimo: offrire davvero un impiego ai beneficiari e non soltanto un mero sussidio, peraltro, ovviamente, limitato nel tempo».

«I risultati del “Buono per servizi al Lavoro” sono l’ennesima conferma che un fondamentale e insostituibile strumento per favorire davvero l’occupazione è l’investimento sulle politiche attive. Quelli diffusi dall’Istituto di ricerche economiche e sociali del Piemonte, infatti, sono numeri molto significativi, che si contrappongono nettamente al fallimento, ormai conclamato, del reddito di cittadinanza». Così l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, commentando il bilancio, redatto da Ires Piemonte, relativo al periodo 2017-2020 del «Buono servizi per al lavoro».

Si tratta di una misura finanziata con risorse provenienti dal Fondo Sociale Europeo che permette ai destinatari di usufruire gratuitamente di servizi specialistici per l’inserimento lavorativo erogati dai Centri per l’Impiego e da altri soggetti accreditati pubblici e privati. Il «Buono» si rivolge a quattro diverse categorie di destinatari: disoccupati di breve periodo (da meno di sei mesi); disoccupati di lungo periodo (da almeno sei mesi); disoccupati con disabilità e disoccupati con particolari condizioni di svantaggio sociale.
Le risorse stanziate ammontano a 13 milioni di euro e le persone coinvolte sono state 33mila. La quota maggiore di destinatari è composta dai disoccupati da almeno sei mesi, circa 20mila persone.

I servizi erogati sono di cinque tipi: i laboratori di politica attiva, che divulgano informazioni utili sul mercato del lavoro; l’orientamento specialistico, per mettere a fuoco gli obiettivi professionali e identificare un concreto percorso di reinserimento; le attività di sostegno alla ricerca attiva del lavoro, sia attraverso i canali tradizionali sia con i canali online; l’accompagnamento all’inserimento lavorativo con contratto di tirocinio, che affianca lavoro e formazione; l’accompagnamento all’inserimento lavorativo con contratto di lavoro, di durata breve (da 3 a 6 mesi) o lunga (6 mesi o superiori). I laboratori di politica attiva sono stati riservati ai disoccupati di breve durata e sono attualmente conclusi. Le altre categorie di destinatari, in base ai loro bisogni, ricevono uno o più servizi tra l’orientamento, il sostegno alla ricerca attiva del lavoro e gli inserimenti lavorativi (tirocinio o contratto di lavoro).

La spesa media per ciascun destinatario è stata di 398 euro e 303 sono le sedi di soggetti accreditati (agenzie di somministrazione, cooperative sociali, agenzie formative, altri soggetti pubblici e privati) in cui è stato possibile usufruire del Buono. Ogni disoccupato che accede alla misura stipula con il soggetto attuatore dei servizi un Piano di Azione Individuale per il suo reinserimento nel mondo del lavoro. Il soggetto attuatore riceve una remunerazione dalla Regione legata ai servizi erogati e agli esiti lavorativi conseguiti.

Molto significativi i risultati ottenuti: i dati rilevano che gli avviati al lavoro sono stati 20.467. Non solo: i calcoli di Ires (che per comprendere l’efficacia della misura ha effettuato una rilevazione statistica, confrontando un campione di 8125 beneficiari, con altrettante persone in situazioni analoghe che non hanno usufruito dell’agevolazione) confermano che l’effetto medio del Buono sul tasso di occupazione nel caso dei disoccupati da almeno sei mesi si è tradotto in un incremento dell’11 per cento degli occupati. In pratica dopo 16 mesi dalla presa in carico delle persone. Ancora più positivi i numeri se si considerano soltanto i disoccupati da almeno sei mesi inseriti in tirocinio grazie al Buono, che ammontano a + 26,1 per cento.
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ercentuale che si impenna al +31,1 per cento se si considerano solo i disoccupati da almeno sei mesi inseriti con contratto di lavoro.
«Questi dati incoraggianti – conclude Chiorino – confermano che è davvero possibile favorire l’occupazione, a patto che le risorse vengano impiegate nella maniera corretta, evitando interventi di natura esclusivamente assistenzialista, che rischiano di creare l’effetto paradosso di sfavorire la creazione di nuovi posti di lavoro, inducendo i beneficiari a non attivarsi in quanto già soddisfatti dal percepimento del sussidio. Senza considerare che, una volta esaurito, il rischio più che mai concreto è quello di trovarsi fuori dal mercato del lavoro e privi delle competenze necessarie per essere attrattivi, riducendo al lumicino le possibilità di reinserimento».

Dalla Regione 18 milioni per le imprese

“Il Piemonte non si ferma, crede nel futuro e investe” – commenta così l’assessore alle attività produttive Andrea Tronzano i primi risultati per il Bando ‘Sostegno agli investimenti per lo sviluppo delle imprese e per l’ammodernamento e innovazione die processi produttivi’.

Il Bando è finalizzato a supportare gli investimenti e sostenere l’accesso al credito delle MPMI e delle grandi imprese piemontesi, mediante l’erogazione di un sostegno finanziario e di una sovvenzione a fondo perduto, per la realizzazione di progetti di investimento, sviluppo, consolidamento e per le connesse necessità di scorte.

Sulle Grandi imprese sono stati già ammessi quattro progetti per un investimento complessivo pari a € 18.370.000, di cui più di 12,5 milioni finanziati dal Fondo regionale.  Di questi progetti tre sono relativi all’ambito manifatturiero: produzione e lavorazione di prodotti caseari, produzione di pasta secca e stampa di etichette; uno è invece sviluppato nell’ambito del commercio all’ingrosso. Tutti i progetti sono finalizzati all’ampliamento dell’attività delle aziende attraverso l’acquisto di macchinari, lo sviluppo di nuove linee produttive e l’acquisizione di nuovi marchi e prodotti. Sulle MPMI sono stati ammessi a finanziamento progetti per un investimento complessivo pari a € 7.082.184, di cui più di 5 milioni finanziati dal Fondo regionale, suddivisi tra i 3 ambiti previsti dal bando: artigianato, commercio e industria.

“Nelle prossime settimane – chiosa l’assessore Tronzano – sarà portata a termine l’attività istruttoria su altre domande per le quali è già stata valutata l’ammissibilità formale e che potranno essere ammesse al finanziamento in tempi rapidi, nuove opportunità e nuovi investimenti per le nostre aziende “ .

La Regione: “Veicoli con oltre 40 anni liberi senza move – in”

Il Piemonte è pronto a sostenere il mondo delle auto storiche: i veicoli con oltre 40 anni potranno circolare liberamente anche senza il sistema Move-in. Ad annunciarlo è l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Matteo Marnati, in risposta ad alcune polemiche innescate dai rappresentanti del mondo delle auto storiche in merito alle decisioni della Giunta su traffico veicolare e inquinamento atmosferico.

«La delibera sul Move-in – ha spiegato Marnati – non è stata ancora approvata in quanto la Giunta è stata posticipata alla settimana prossima. Move-in è la soluzione per tutte le auto che saranno oggetto della limitazione, in quanto prevede un chilometraggio annuale specifico, calcolato solo nei tragitti del Piemonte. Senza di esso migliaia di auto non potranno più circolare. In Lombardia più di 13.000 lo anno già adottato l’anno scorso»L’assessore regionale all’Ambiente si è detto anche «concorde che vadano tutelati quei modelli di grande valore storico, portando a breve in Giunta una proposta che permetterà alle auto con oltre 40 anni, che sono un numero davvero esiguo, di poter circolare più liberamente anche senza move-in, per cui si stanno definendo solo gli ultimi aspetti tecnici».

«Avremmo voluto occuparcene prima – ha proseguito Marnati – ma la pandemia ha occupato gran parte delle attività degli ultimi mesi. Fra qualche giorno ci incontreremo con i partner dell’accordo del bacino padano, i colleghi di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, per decidere di posticipare a gennaio l’introduzione della limitazione anche per l’euro 4, come previsto dal piano della qualità dell’aria. Secondo il piano, infatti, già dal primo ottobre gli euro 4 non potrebbero più circolare. Questa decisione è stata proposta alla luce del lungo lockdown nei mesi primaverili, che ha fortemente danneggiato il tessuto economico italiano».

L’assessore ha poi ricordato che l’anno scorso la Giunta ha deciso l’introduzione della possibilità concessa agli ultrasettantenni di circolare con qualsiasi automobile, anche storica.«Resto dell’idea – ha concluso Marnati – che per rilasciare il certificato di rilevanza storica per gli autoveicoli ci sia bisogno di un ente pubblico e non privato, che possa garantire la terzietà della decisione».

“Bloccati i progetti di riciclo rifiuti”

“Diversi progetti di riciclo di rifiuti risultano bloccati in Piemonte, in assenza d’una normativa regionale sulla Cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waster). La legge nazionale prescrive che siano le Regioni a legiferare, altrimenti le singole Province non sono in grado di autorizzare i vari progetti”.

Questa la posizione del presidente del Coordinamento ambientalista rifiuti Piemonte (Carp), Fabio Tomei, nel corso dell’audizione in Quinta commissione in Regione a Palazzo Lascaris. Il presidente della stessa commissione ha garantito la massima attenzione sul tema da parte del Consiglio regionale.

La legge 128 del 2019 infatti, indica negli enti come Regioni e Province i soggetti per il rilascio delle autorizzazioni agli impianti di recupero rifiuti sulla base di propri procedimenti di autorizzazione.

Tra i progetti fermi in diversi passaggi autorizzativi in Piemonte ci sono quelli per la produzione di biometano da rifiuti a Vercelli, Castelletto Cervo, Cavaglià, Salussola e Orfengo e quello per la produzione di combustibile solido secondario (Css) di Silvano d’Orba.

“Il blocco di questi progetti e di altri analoghi nel prossimo futuro, costituisce un grave ritardo nell’avvio dell’Economia circolare, perché riguarda gli investimenti nel settore del riciclo dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi con gravi conseguenze economiche e sanitarie” ha concluso Tomei.

Barbara Squillace (Rondissone), Alba Riva (Vercelli), Oscar Brumasso (Torino) e Isabella Silva (Silvano d’Orba) hanno portato la testimonianza dell’attività svolta dai loro Comitati e Associazioni su rispettivi territori, chiedendo alla Regione di legiferare sull’Eow, in particolare sui rifiuti organici speciali, in primo luogo sui fanghi da depurazione, definendo gli standard tecnici  di pre-trattamento di tali rifiuti.

Nel corso dell’audizione sono poi giunte le richieste di programmare le necessità del Piemonte riguardo gli impianti di riciclo dei rifiuti organici, sia urbani che speciali, stabilendo norme per scongiurare i pericoli  di esplosione e incendi degli impianti per biometano, disturbi da odori molesti, inquinamento delle acque potabili e il rischio di diffusione sul territorio piemontese di rifiuti nocivi non-pre trattati, soprattutto nei terreni agricoli e nei sottofondi stradali.

Nell’attesa di definire le linee guida, secondo Carp è necessaria una moratoria per autorizzare i nuovi progetti per biometano.

Sono poi intervenuti diversi consiglieri, dei Gruppi M5s, Lega e Fi per approfondimenti.

Ottimismo a Torino per l’inizio dei saldi

In città la partenza dei saldi estivi induce all’ottimismo

Secondo i  commercianti la clientela è tornata nei negozi consentendo di registrare ub +10% sugli acquisti, anche se naturalmente i livelli sono  inferiori rispetto allo scorso anno.  Il ritorno dei clienti nei negozi è un  segno di riconquista della normalità. Se il bel tempo proseguirà, inoltre,  i commercianti sperano in una ripresa più forte  nel corso della prossima settimana. “E’ anche questa una prima volta – commenta  il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri – Si tratta dei primi saldi dopo il Covid, poi  l’avvio slittato di quasi un mese rispetto alla norma e una crisi dei redditi e dei consumi senza precedenti. Torino  ha risposto all’appuntamento offrendo il suo contributo alla ripartenza: una scommessa che dovremo vincere tutti insieme”

Recovery Fund? I problemi iniziano adesso

COMMENTARII  di Augusto Grandi / Se Napoleone avesse avuto a disposizione i media oggi al servizio di Giuseppe Conte, Waterloo sarebbe diventata una replica di Austerlitz. Indubbiamente la battaglia per il Recovery Fund non si è conclusa con una disfatta per l’Italia, ma bisogna essere ben bugiardi per sostenere che lo sconfitto è Rutte, per rimembrare il “cucchiaio” di Totti proprio contro l’Olanda.

I Paesi Sado hanno ottenuto colossali sgravi nelle quote che avrebbero dovuto pagare all’Europa. Soldi puliti, non prestiti da restituire.

L’Italia, al contrario, i soldi ottenuti in prestito dovrà restituirli. E dovrà anche pagare, pro quota, quelli ottenuti teoricamente a fondo perduto. Però va bene così, quei soldi servono subito. Peccato che arriveranno solo il prossimo anno. Ma con qualche magheggio contabile ci si arrangerà. Sino a qui, tutto bene…

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Cirio, l’erogazione dei bonus continua: “Il Governo non ferma il ‘riparti Piemonte'”

“La legge RipartiPiemonte non si ferma; degli 87 articoli che la compongono, sono soltanto 5 quelli su cui il Governo ha richiesto alla Regione dei chiarimenti.

Deve essere quindi chiaro che il Bonus Piemonte, il Bonus Turismo, il Voucher Vacanze e tutte le altre misure a favore delle imprese e delle famiglie non hanno subito alcun rilievo del Governo, a dimostrazione della validità dell’impianto complessivo”: è perentorio il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, nel commentare con il vicepresidente Fabio Carosso e gli assessori Vittoria Poggio e Maurizio Marrone, la decisione di impugnare alcune norme della legge assunta dal Consiglio dei ministri.

Gli articoli oggetto di verifica da parte del Governo riguardano infatti soltanto: il contributo straordinario alle ATL per il riavvio economico del comparto turistico; la sospensione fino al 31 gennaio 2021 della presentazione delle domande per il rilascio di autorizzazioni per nuova apertura di centri commerciali; alcune norme di semplificazione in campo urbanistico.

“Daremo battaglia fino all’ultimo – garantiscono Cirio, Carosso, Poggio e Marrone – perché spiace che si vogliano bloccare risorse necessarie per la ripartenza del turismo, norme per la tutela dei piccoli commercianti di fronte all’espansione della grande distribuzione e altri provvedimenti per la lotta alla burocrazia, specialmente in campo urbanistico, che sono per noi principi irrinunciabili. E spiace anche constatare che appena una Regione dimostra il coraggio di fare la differenza e anticipare lo Stato nel contrasto alla burocrazia, il Governo centrale si ribelli a questa sfida innovativa per imporre il mantenimento della palude attuale”.

Fallimento Ventures, scontro Piemonte – Governo: “Dal ministero soltanto chiacchiere”

Gli assessori al Lavoro, Elena Chiorino e alle Attività produttive, Andrea Tronzano: «In questo tempo il Ministro ha ignorato i nostri appelli e non è stato in grado di mettere intorno a un tavolo tutti i soggetti coinvolti, convincendoli a individuare una soluzione efficace. Adesso non può lavarsene le mani: ascolti il grido di dolore che viene dal territorio e incontri subito le parti sociali».

 

«La Regione ha già contattato il curatore fallimentare per confrontarsi e accelerare il più possibile una richiesta di cassa integrazione per cessazione, al fine di tutelare i lavoratori della Ventures, e si impegnerà con tutti i mezzi a disposizione per favorirne la ricollocazione. Ma non possiamo non denunciare il fatto che, se siamo arrivati a questo punto, gran parte della responsabilità è da attribuire al ministero per lo Sviluppo Economico. Che non solo, per mesi, non si è degnato nemmeno di rispondere alle nostre lettere ufficiali – in cui segnalavamo il progressivo degenerare della vicenda Ventures e la necessità di intervenire immediatamente – ma che in un anno non è stato in grado di mettere intorno a un tavolo tutti i soggetti coinvolti in questa triste vicenda, da Ventures, agli Enti locali, da Whirlpool a Invitalia, insieme a un soggetto designato per la reindustrializzazione – per indurli a individuare una soluzione per salvare il posto di lavoro a più di 400 persone. Che non sono numeri, ma famiglie che ora guardano al futuro con disperazione, essendo state prima sedotte – con la mossa di Calenda che aveva individuato gli attuali titolari della Ventures, falliti e al centro dell’inchiesta – e poi abbandonati dai governi di centrosinistra».

E’ durissimo il commento degli assessori regionali al Lavoro, Elena Chiorino e alle Attività Produttive, Andrea Tronzano, all’indomani della notizia del fallimento della Ventures. «Oltre a esprimere la nostra personale vicinanza ai lavoratori – proseguono i due esponenti della giunta Cirio – chiediamo ora con forza al ministro Stefano Patuanelli di metterci finalmente la faccia e non sottrarsi alle proprie responsabilità, accettando di incontrare le parti sociali che oggi sono giustamente preoccupate per il futuro dei lavoratori che rischiano davvero di restare senza ammortizzatori sociali e di finire sul lastrico».

«Il fallimento Ventures – aggiunge ancora Chiorino – è l’emblema di un altro fallimento: quello di un governo di persone non adeguate al ruolo, senza idee, progetti e autorevolezza, che hanno dimostrato di non saper fare altro che prendere tempo. E non capiamo nemmeno bene per attendere che cosa, dal momento che la Regione Piemonte, in questo anno, ha aggiornato puntualmente il Ministero di quanto stava accadendo a Riva presso Chieri, dove la produzione non ha mai preso il via».

«Purtroppo ormai la situazione è passata a un livello superiore e ancora più delicato – conclude e Tronzano – ma non è ugualmente accettabile che il Mise se ne lavi le mani. La Regione farà anche questa volta tutti i passi possibili e opportuni. Dimostri almeno il Ministro di avere la coerenza di incontrare immediatamente i rappresentanti dei lavoratori, dimostrando perlomeno attenzione e consapevolezza».

Al via la selezione di start up Techstars Smart Mobility Accelerator

Techstars, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Intesa Sanpaolo Innovation Center lanciano dal  20 luglio, la nuova edizione del Techstars Smart Mobility Accelerator, il primo programma di accelerazione di start up in Europa dedicato alla smart mobility. Il programma si svolgerà alle OGR Tech, l’hub internazionale dell’innovazione delle Officine Grandi Riparazioni di Torino riqualificate da Fondazione CRT, dove le start up beneficeranno anche del supporto strategico di mentor e manager con significative esperienze nel settore.

Il focus sarà la smart mobility, in particolare le tecnologie volte a migliorare la circolazione di merci, persone e servizi, le tecnologie relative alle Smart Cities, alle Smart Infrastructures e agli Smart Environments, inclusi settori quali Intelligenza Artificiale, Big Data, IoT, Blockchain, VR/AR, robotica e Circular Economy.

“Alle OGR Tech guardiamo al futuro investendo sulla smart mobility, settore sempre più strategico per il Paese e a livello globale, in particolare ora a seguito della pandemia di Covid-19 che ha imposto un rapido ripensamento e una trasformazione efficiente, sostenibile e responsabile della filiera della mobilità di persone, merci, servizi e dati – dichiara Massimo Lapucci, Direttore Generale di OGR e Segretario Generale di Fondazione CRT –. Far crescere alle OGR Tech 12 nuove start up tra le migliori al mondo, in aggiunta alle 11 già accelerate da Techstars nel primo anno del programma, ci permetterà di realizzare progetti destinati a migliorare la vita delle persone, anticipando il cambiamento e rafforzando il ruolo di Torino nella mappa internazionale dell’innovazione”.

“Anche per la seconda classe del programma di accelerazione Techstars Smart Mobility prosegue l’impegno di Intesa Sanpaolo Innovation Center quale attore primario dell’ecosistema innovativo locale. Il coinvolgimento della clientela del Gruppo Intesa Sanpaolo e le relazioni istituzionali con i player innovativi del territorio, che hanno permesso alla classe 2020 di sviluppare prototipi con la Municipalità di Torino, rappresentano elementi di ulteriore prestigio e attrattività per il programma stesso. L’ambizione rimane quella di favorire il radicamento sul territorio di tali realtà innovative creando al contempo nuovi posti di lavoro” – dichiara Maurizio Montagnese, Presidente di Intesa Sanpaolo Innovation Center.

“Nel suo ruolo di ‘ecosystem developer’, la Compagnia di San Paolo considera le startup come ‘moltiplicatori’, nel perseguimento delle sue strategie di sviluppo territoriale in chiave di SDG.” – ha dichiarato Francesco Profumo, Presidente della Fondazione torinese – “L’integrazione delle startup Techstars all’interno del tessuto industriale locale costituisce quindi un tassello importante di una più ampia azione di semina nell’ecosistema dell’innovazione a Torino. L’aggregazione di una pluralità di attori tra loro complementari, tra cui founder, investitori, grandi aziende, istituzioni, atenei ed incubatori è il modello vincente per un territorio che sta trovando un nuovo modello di sviluppo. A guidare questo sforzo” – continua il Presidente Profumo – “è il desiderio di rafforzare il posizionamento strategico di Torino come hub internazionale degli innovatori in grado di esercitare una forza centripeta per l’attrazione di capitale umano eccellente.”

La prima edizione del programma triennale ha accelerato 11 startup in 13 settimane, coinvolgendo oltre 120 mentori ed è stata divisa in tre fasi: mentoring, growth e investments, dedicate al confronto, all’ascolto, allo sviluppo, allo studio di modelli di business e marketing. Le 11 migliori startup, selezionate a livello internazionale tra centinaia provenienti da 55 Paesi del mondo – dall’Italia agli Stati Uniti, dal Canada agli Emirati Arabi, dal Regno Unito a Israele, da Singapore all’India, dalla Germania alla Russia – hanno presentato una vasta gamma di progettualità: dai sistemi condivisi di micromobilità per le aziende sperimentati con successo già durante l’emergenza sanitaria internazionale, alle reti di ricarica per veicoli elettrici di nuova generazione, dalle tecnologie integrate nelle auto per automatizzare l’intera esperienza di guida, inclusi parcheggio, pedaggi e assicurazione, fino ai sensori per la sicurezza degli sciatori contro le valanghe, ampliando i settori e le industrie interessate.

Il programma è stato attivato nell’ambito della partnership avviata un anno fa tra Techstars, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Intesa Sanpaolo Innovation Center per favorire lo sviluppo della città di Torino come ecosistema internazionale per l’innovazione e la sua affermazione come modello di successo in Italia e in Europa.

Responsabile del progetto sarà Martin Olczyk, Managing Director di precedenti programmi di accelerazione Techstars, esperto nel mondo dell’innovazione e delle startup con particolare riferimento agli investimenti tecnologici early stage, affiancato da Antonio M. Pisante, Program Manager, esperto di esperto di Business Growth & Development.

Fondazione Compagnia di Sanpaolo, Fondazione CRT e Intesa Sanpaolo Innovation Center supporteranno l’iniziativa attraverso il proprio network di risorse e competenze per creare opportunità di sviluppo economico e crescita per l’ecosistema innovativo locale e nazionale.

Le candidature saranno aperte da lunedì 20 luglio, all’11 ottobre 2020; il programma si terrà dal 25 gennaio al 22 aprile 2021, e si concluderà con il Demo Day, un evento per presentare i risultati ottenuti a una platea di venture capitalist, business angel, investitori, imprenditori e istituzioni, e raccogliere i finanziamenti necessari a far decollare le loro idee.

Le startup interessate possono approfondire tutte le informazioni al seguente link:

https://www.techstars.com/programs/smart-mobility-program

Saldi anticipati al 25 luglio

La  Giunta regionale del Piemonte ha modificato con una delibera la data di inizio dei saldi, che prenderanno dunque il via sabato 25 luglio e non il 1º agosto come precedentemente stabilito.

“Recentemente – spiega l’assessore regionale al Commercio, Vittoria Poggio – per sostenere la ripartenza e la ripresa del commercio piemontese e venire incontro alle esigenze degli esercizi commerciali nell’attuale e straordinaria fase emergenziale sanitaria, sociale ed economica, abbiamo adottato una serie di misure straordinarie, come il posticipo dei saldi estivi al 1º agosto e l’autorizzazione per le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti le vendite di fine stagione. Tuttavia, alla luce di una ulteriore evoluzione del quadro economico generale, di un attento approfondimento specifico e settoriale e di un costante confronto con il settore del commercio piemontese, si è infine deciso di anticipare l’inizio dei saldi a sabato 25 luglio, di concerto con gli operatori, segnatamente in relazione al settore moda e abbigliamento”.

“La decisione relativa alla possibilità per le Regioni di anticipare la data dei saldi – continua l’assessore Poggio – è stata presa nel corso della Conferenza Stato-Regioni di lunedì 20 e il Piemonte si allinea con questa scelta alle Regioni confinanti come la Lombardia, con lo scopo di favorire in ogni modo possibile la ripartenza e la crescita del settore in un contesto e quadro socio-economico purtroppo fortemente critico”.