ECONOMIA- Pagina 34

Mirtillo e lampone: un trend in crescita

Nuove varietà in prova presso il centro ricerche di Boves

Negli ultimi anni si è assistito ad uno sviluppo consistente del settore dei piccoli frutti, sia dal punto di vista produttivo che commerciale, grazie soprattutto alle loro proprietà qualitative, nutraceutiche e salutistiche. Il centro sperimentale di Agrion a Boves si occupa non solo di ortaggi, fragola e castagno, ma anche di piccoli frutti: questi, in particolare mirtillo e lampone, sono stati il tema principale dell’incontro tecnico che si è svolto lo scorso 10 luglio.

Storia ed evoluzione in Piemonte

Il mirtillo gigante americano è comparso in Piemonte in tempi relativamente recenti, con le prime coltivazioni risalenti agli anni ’70, quando piccole aziende familiari localizzate per lo più in areali pedemontani realizzarono i primi piccoli impianti su terreni spesso declivi o marginali e poco meccanizzabili. La situazione è stata sostanzialmente stabile fino ai primi anni Duemila, quando è iniziato un trend crescente che si è confermato anche nel 2023 con il superamento dei 690 ettari. L’andamento degli incrementi è stato sostanzialmente regolare con una media di 20 ettari/anno fino al 2013, mentre successivamente sono più che raddoppiati superando i 40 ettari soprattutto grazie ad annate in cui i livelli di crescita hanno raggiunto anche gli 80 ha/anno. Questo è stato possibile soprattutto grazie all’espansione del mirtillo in areali di pianura in aziende a indirizzo frutticolo, alle prese con la necessità di trovare alternative a pesco e actinidia.

A livello di distribuzione sul territorio regionale, la Provincia con la maggior estensione (552 ha) è quella di Cuneo, dove la coltivazione è dislocata prevalentemente nei Comuni ai piedi della Valle Po (circa il 60%). Tra questi spicca Revello, che ha visto incrementare esponenzialmente le superfici passando dai 10 ha del 2007 ai 181 ha del 2023.

Un secondo polo produttivo di 102 ha è collocato in Provincia di Torino, mentre la restante superficie è suddivisa tra le altre province con percentuali comprese tra 1 e 2%.

Le prospettive indicano che il trend proseguirà con ulteriori incrementi di superfici, ma dovranno essere considerati attentamente alcuni aspetti, tra cui la necessità di ampliare il calendario di maturazione per diluire la concentrazione delle produzioni e, soprattutto, il fabbisogno di manodopera.

Nell’ottica di ampliare il calendario di raccolta, non essendo a oggi disponibili varietà più precoci di Duke, l’unica via percorribile è l’estensione in epoca medio-tardiva. Per questo l’eventuale introduzione dovrà essere valutata anche dal punto di vista commerciale e soprattutto fitosanitario, in quanto si inseriscono in un periodo maggiormente a rischio di infestazioni della Drosophila suzukii.

Per quanto riguarda il lampone, le superfici dedicate, dopo essere state per alcuni anni costantemente al di sopra dei 50 ettari, nel 2023 si attestano a 49,8 ettari con una riduzione del 10% rispetto all’annata precedente e si vede una maggiore concentrazione in provincia di Cuneo con l’81% dell’ettaro regionale.

Agrion e il suo lavoro di selezione

La possibilità di poter confrontare in un unico ambiente di coltivazione diverse cultivar consente di escludere l’influenza della gestione agronomica, individuando così quelle che superano i “testimoni”, e permette ai produttori di potere scegliere tra i materiali migliori e più idonei alle diverse esigenze produttive e commerciali.

Per questo, presso il Centro Sperimentale Agrion di Boves (590 m s.l.m.), sono attivi impianti dedicati allo screening varietale per definire i punti di forza e le criticità dei materiali a confronto e creare “Liste di Orientamento Varietale per il Piemonte”.

A parlarne è Cristiano Carli, responsabile del centro di Orticoltura a Boves:

Attualmente la collezione varietale mirtillo conta circa 60 accessioni messe a dimora in parcelle di cinque piante con un sesto di impianto di 3,5 metri tra le file e 1,5 m sulla fila. Per il lampone sono attivi 3 impianti (uno destinato ai materiali uniferi e due ai rifiorenti di cui uno in fuori suolo). Tutti gli impianti sono protetti con rete antigrandine o dotati di rete antinsetto con la chiusura totale dell’impianto a difesa da Drosophila suzukii”.

L’incontro tecnico che si è tenuto presso il centro sperimentale Agrion di Boves aveva lo scopo di presentare a tecnici e produttori alcune nuove cultivar di lampone e soprattutto di mirtillo durante la fase di maturazione.
I presenti sono stati quindi accompagnati a vedere le diverse parcelle sperimentali per il commento sul comportamento delle diverse varietà. A seguire sono stati presentati i campioni esposti nella mostra pomologica ed è stata consegnata una scheda di gradimento dell’assaggio da cui è emerso che tra i lamponi, le varietà Regina e Ovation sono risultate le più apprezzate, mentre tra i mirtilli ha prevalso la varietà New Hanover seguita da Draper, Top Shelf e Duke.

Caratteristiche e benefici

A favorire lo sviluppo dei piccoli frutti e la scelta del consumatore verso questi ultimi sono le loro caratteristiche e i loro benefici per la salute: il mirtillo, gustoso e fresco, è fonte di preziosi composti tra cui vitamine (A, D ed E), Acido Folico, minerali (come ad esempio fosforo, potassio e magnesio) e infine acidi organici e polifenoli.

Il mirtillo è inoltre ricco di forti proprietà antiossidanti e presenta effetti cardioprotettivi.

Proprio come il mirtillo, anche il lampone favorisce numerosi benefici poiché ricco di vitamina C, E, A, sali minerali come potassio fosforo e calcio e proprietà antiossidanti grazie alla presenza di antociani, flavonoli e flavonoidi.

Per approfondire…

Agrion ha intervistato alcuni esponenti di rilievo specializzati nella coltivazione e nel commercio di piccoli frutti:

Carlo Lingua, amministratore delegato della RK Growers, azienda che raggruppa importanti produttori italiani ed esteri con sede a Saluzzo e uffici a Genova, Singapore e Santiago del Cile.

  1. Nell’annata in corso come sta andando il mercato e com’è la qualità delle produzioni 2024?

A causa del maltempo questa annata è stata complicata. Le problematiche relative al clima e l’arrivo in molti casi della Drosophila suzukii non hanno sicuramente aiutato le vendite dei piccoli frutti. L’aumento dei costi di produzione e una manodopera con tutte le sue problematiche fanno sì che il ritorno economico alle aziende agricole sia piuttosto scarso.

  1. Quali sono i canali commerciali di mirtillo e lampone in Piemonte?

I canali di vendita sono la GDO e una parte di estero con l’Inghilterra, nella fase iniziale delle vendite, più protagonista.

  1. Quali sono le principali sfide commerciali per il futuro? (Varietà e tipologia di frutto visto come sapore e calibro)

Qualità e varietà saranno le sfide commerciali nei prossimi anni. Sapore, croccantezza e calibro saranno componenti fondamentali nel futuro di questo settore. I consumi continuano a crescere ma dobbiamo soddisfare il consumatore con la qualità. Il produttore deve poter sostenere i costi, altrimenti rischia di scomparire. Il settore agricolo non può essere abbandonato, se non si vuole che scompaia.

A seguire racconta il suo punto di vista Ezio Giraudo, tecnico di campo presso Ortofruit, organizzazione di Produttori (O.P.) che racchiude al suo interno più di 400 tra aziende e cooperative del settore su tutto il territorio nazionale, che coltivano oltre 35 prodotti ortofrutticoli che vanno dalla frutta maggiore agli ortaggi, fino alla gamma dei piccoli frutti. Le principali produzioni sono localizzate in Piemonte, Puglia e Calabria. Il Gruppo oggi dispone di 5 stabilimenti, specializzati nella lavorazione di una singola gamma di prodotti.

Anche Giraudo, come Carlo Lingua, ha esposto le sue considerazioni riguardo la qualità delle produzioni nel 2024, affermando che “la qualità del prodotto 2024 è modesta, soprattutto la tenuta del frutto in post raccolta, con evidenti spaccature e disfacimenti del frutto, dovuti alla eccessiva pioggia e relativa umidità del periodo di raccolta”.

Manta, FenealUil: Grande caldo, servono nuovi turni di lavoro e una ‘banca ore’

«Per la prima volta in Piemonte – dichiara il segretario generale FenealUil Piemonte, Giuseppe Manta – un’ordinanza regionale si occupa del problema del caldo eccessivo e dell’esposizione ai raggi solari sul lavoro».

«Era un intervento assolutamente necessario – spiega – viste anche le alte temperature di questi giorni, ma ci auguriamo che il prossimo anno la questione venga esaminata già nei mesi precedenti all’estate, insieme ai sindacati di categoria, per poter affrontare tutte le problematiche relative ai settori interessati, per andare incontro sia alle esigenze di lavoratori e lavoratrici che a quelle delle imprese».

«È necessario un confronto – afferma Manta – per ragionare su nuovi turni di lavoro, che inizino al mattino presto, e su una ‘banca ore’ per compensare le ore di ‘fermo’ senza dover ricorrere alla cassa integrazione».

«Bisogna tener conto – precisa il sindacalista della FenealUil – che nel settore edile spesso le imprese e i lavoratori lavorano in cantieri distanti anche oltre 100 km da casa e il fermo per il caldo aiuta a tutelare la salute, ma, per effettuare le otto ore lavorative, obbliga a stare fuori di casa anche 14 ore, perché è impensabile che lavoratori e lavoratrici tornino a casa per il fermo e poi ritornino in cantiere alle 16.00».

«L’ordinanza regionale – conclude – è un fatto positivo, ma il tema va approfondito in sede sindacale in tutte le sue sfaccettature».

Giachino: “Al rinvio della Tav il Comune risponde con la ruota panoramica?”

Caro Direttore,
Da alcuni giorni la TELT ha comunicato che la TAV entrera’ in funzione solo alla fine del 2033 e che contemporaneamente l’allungamento dei tempi comporterà l’aumento dei costi di 2,5 miliardi di euro e il Comune di Torino annuncia con grande fanfara che porterà a Torino una grande ruota panoramica per aumentare l’arrivo dei turisti dalla cintura di Torino e dalle campagne.
Rispetto ai ritardi, in cui il PD ha colpe evidenti, della entrata in funzione della TAV, l’opera più importante per i prossimi cento anni  che a Torino porterà milioni di turisti internazionali e tanta logistica, l’ Amministrazione Comunale invece di convocare la TELT, il Governo e i francesi, pensa a una Grande Ruota Panoramica? Invece di sostenere il Piano Urso per rilanciare Mirafiori, il Comune pensa alla Ruota Panoramica. E per la metà della Città che in questi ultimi vent’anni ha visto diminuire le entrate si offriranno biglietti gratis, perché i cittadini delle Periferie non sono figli di un Dio minore. Capisci perché a  Torino c’è bisogno di una Svolta?

Mino Giachino

A Torino volano le immatricolazioni di autobus e il 6% è già elettrico

 

Come ogni anno Continental realizza l’Osservatorio sui macro-trend dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone, giunto quest’anno alla sua quarta edizione.

Lo studio fotografa lo stato del settore nelle varie province italiane nel 2023, dopo un anno, il 2022, caratterizzato da un rallentamento provocato dalla ripresa post Covid 19 e prova a tracciare la direzione verso la quale il comparto si sta dirigendo.

A Torino volano le immatricolazioni di autobus e di autocarri e il 6% è già elettrico.

Il trasporto merci oltre le 16 t nel 2023 in Italia ha registrato 22.999 nuove immatricolazioni, con un aumento del 6,9% rispetto al 2022. In Piemonte si registra una variazione simile alla media nazionale. Sono state 1766 le targhe registrate nel 2023 contro le 1645 dei 12 mesi precedenti (+7.4%) e Torino fa registrare un interessante aumento del 33.3%, passando da 529 a 705 immatricolazioni. Il mercato italiano degli autobus, indipendentemente dalla capienza, registra un +45,8% con 5434 immatricolazioni tra trasporto pubblico locale, regionale, nazionale e noleggio da rimessa. In Piemonte il salto in avanti è decisamente maggiore rispetto alla media nazionale con un +153,9% con le nuove targhe che passano da un anno da 178 a 452. Situazione positiva anche a Torino, che passa da 100 a 269 nuove immatricolazioni (+169%).

Il parco autobus nazionale di tutte le dimensioni vede una lenta transizione verso le alimentazioni alternative dovute ai cambiamenti in atto nelle flotte di TPL urbano e interurbane a breve raggio. La maggioranza del circolante rimane a gasolio (91,1%), il metano è al 6,1% e le quote di elettrico e ibrido diesel raggiungono il 2,2%.

In Piemonte si registra un calo del gasolio da 92,4 a 89,7 a fronte di piccole crescite del metano, ora al 6%, e dell’elettrico, che raggiunge il 3,4 (con un salto in avanti di un punto e mezzo). Marginale la presenza dell’ibrido e della benzina.

Il gasolio domina il mercato anche a Torino, dove arriva all’84% di copertura, con un calo del 3,7% . Il metano si attesta all’8,7%, ma il dato davvero interessante riguarda l’elettrico, che raggiunge quota 6,2, rappresentando un valore davvero molto elevato.

Nel comparto degli autocarri per trasporto merci nel 2023 prevalgono a livello nazionale gli Euro 4,5 e 6 che insieme raggiungono il 55,5% del totale. Situazione migliore rispetto alla media nazionale in Piemonte, qui le categorie più virtuose, dalla 4 alla 6, raggiungono assieme una quota del 59,2% con l’euro 6 al 33,9% ( primato regionale). Anche qui sono tutte in calo le classi più inquinanti. La più rappresentata nella parte bassa della classifica è l’Euro 3, con una quota del 13,6% (-1,8). Alta però anche l’Euro 0 con una percentuale del 10,9%.

In Italia la percentuale di autobus Euro 4, 5, 6 rappresenta il 59,3% del parco. Anche in questo caso la quota degli euro 0 e 1 potrebbe non riflettere puntualmente i bus realmente in circolazione, mentre i veicoli Euro 2 e Euro 3 passano al 39,9%.

In Piemonte lo scenario è simile a quello nazionale. Le classi Euro 4,5,6 raggiungono una quota del 62%, tra le classi più inquinanti figura l’Euro 3, con il 18,4% in calo del 3,7% rispetto al 2022. A Torino le classi più virtuose raggiungono quota 60,4% con l’Euro 6 protagonista al 28,9%.

Per quanto riguarda l’età la percentuale di veicoli con meno di un anno aumenta del 3,6% al 4,4% ma invecchiano quelli seminuovi, con un calo di 0,7 punti percentuali dei veicoli di età compresa tra uno e cinque anni.

In Piemonte la fascia più rappresentata è quella tra i 20 e i 30 anni, che raggiunge il 18,8% del totale circolante. Il 13,2% dei veicoli ha più di 30 anni, quelli sotto i dieci anni sono il 37,9%, il 12,7 supera i 30 anni.

MARA MARTELLOTTA

Ascom: bene i dati sul turismo

In riferimento ai dati del comparto turistico nei primi sei mesi del 2024 comunicati stamane da Osservatorio Turistico della Regione Piemonte – Visit Piemonte (vedi mail sotto), trasmetto la dichiarazione della presidente di Ascom Confcommercio Torino e Piemonte Maria Luisa Coppa:

 

«I dati del turismo nei primi sei mesi del 2024 sono sicuramente confortanti e confermano che siamo sulla strada giusta per rendere Torino e il Piemonte una destinazione sempre più attraente. È particolarmente interessante l’aumento del turismo nelle nostre montagne e nelle nostre colline, un risultato frutto del lavoro di promozione a cui Ascom ha partecipato con impegno negli anni passati.

 

La montagna, un tempo destinazione di soggiorno per gli anziani, è diventata, anche grazie al cambiamento climatico e agli investimenti pubblici e privati, una meta piacevole per le famiglie, per gli amanti dell’outdoor e per gli sportivi. In particolare, per questi mesi estivi la montagna rappresenta una significativa alternativa al mare, in grado di offrire tantissimi percorsi, è vicino a casa vicino a casa e ancora poco affollata.

 

La città si conferma una meta gradita. Anche ora, in agosto, che tradizionalmente non è il mese ideale per i turisti, si avverte comunque una presenza tangibile di stranieri a Torino, anche solo camminando per le strade del centro. Turisti sempre sorpresi dalla bellezza della nostra città e dall’accoglienza che viene loro riservata.

 

La ristorazione tiene e aspetta i grandi eventi dell’autunno, sportivi, artistici e istituzionali, certa di poter confermare le ottime performance dei mesi passati».

Lavori Frejus, “autotrasportatori sconcertati”

Il Dipartimento e la Prefettura della Savoia, in collaborazione con Sncf Réseau e Sftrf, hanno reso noto lo spostamento al 1° trimestre 2025 della riapertura della galleria ferroviaria del Frejus.

Preoccupata reazione di FAI Torino che ha espresso sconcerto per la gestione discutibile delle autorità francesi. Enzo Pompilio – Presidente della Federazione Autotrasportatori Italiani FAI di Torino e coordinatore per il Nord Ovest dell’Associazione – ha dichiarato: “Non è concepibile che con le tecnologie del 21° secolo, dopo quasi un anno dalla frana, non è ancora possibile conoscere una data certa per la riapertura di una linea ferroviaria internazionale, fondamentale per l’economia del Piemonte e dell’Italia.

 

Abbiamo assistito ad annunci di riapertura prevista per ottobre 2023, poi spostati a primavera 2024, poi autunno 2024 e ora siamo arrivati a primavera 2025. Ma è mai possibile che dopo 11 mesi dalla frana ci si accorge che “le cavità instabili scoperte di recente nella zona centrale del pendio si sono rivelate più ampie del previsto, rendendo necessario l’intervento di ulteriori lavori di drenaggio, ancoraggio e recinzione?”.

Pompilio ricorda inoltre che dal 2 settembre al 16 dicembre 2024 anche il Traforo del Monte Banco sarà chiuso alla circolazione nei due sensi di marcia e per i traffici transfrontalieri resterà aperto il solo Traforo autostradale del Frejus.

La FAI esprime infine apprezzamento – conclude Pompilio – per l’immediata presa di posizione del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che in un incontro in collegamento con il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha condiviso con il Governo la preoccupazione per l’allungamento dei tempi dei collegamenti sul Frejus, offrendo la disponibilità in termini di supporto tecnico e ingegneristico che dovesse essere necessario per accelerare i tempi di riapertura della ferrovia”.

Il Premio PMI Innovativa Piemonte

Al via la prima edizione della call che premia le  PMI innovative proposta da InnovUP e BIoindustry Park Silvano Fumero

 

Riconoscere e valorizzare le migliori innovazioni presenti sul territorio, promuovendo la cultura dell’innovazione . Questi sono gli obiettivi del Premio PMI Innovativa Piemonte, competizione proposta da InnovUp, rappresentante della filiera dell’innovazione italiana, supportata da Biondustry Park Silvano Fumero SPA Società Benefit, con il coinvolgimento di Environment Park e di Sistema Poli di Innovazione Piemonte.

La call, alla prima edizione, è rivolta alle PMI con sede legale in Piemonte e iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese riservata alle pmi innovative, una scelta quest’ultima voluta per promuovere la policy istituzionale sull’innovazione e sulle aziende innovative.

La PMI piemontese vincitrice avrà accesso a servizi di supporto per l’innovazione per un valore di 6 mila euro e potrà partecipare al Premio Nazionale, istituito da InnovUp competendo con le quattro pmi vincitrici dei premi locali. Oltre al primo premio saranno assegnati premi speciali e alcune PMI innovative, sostenute e selezionate sulla base delle milestones raggiunte, saranno coinvolte nell’evento di premiazione.

Bioindustry Park ospiterà la premiazione nel corso dell’evento “ Premio Pmi innovativa Piemonte 2024”, in programma il 26 novembre, in occasione dell’incontro annuale del Sistema Poli Innovazione Piemonte.

La call piemontese nasce nell’ambito di un premio, la cui prima edizione è quella di quest’anno, detto “Premio InnovUp Pmi Innovativa”, volto a valorizzare il merito delle imprese innovative ad alto potenziale di crescita e a sostenere lo sviluppo delle Pmi italiane, facilitando il networking e accendendo i riflettori sulle attività dei Parchi scientifici e Tecnologici e di InnovUp.

Le imprese sono invitate a inviare la propria candidatura entro e non oltre il 19 settembre 2024 all’indirizzo innovazione@bioindustrypark.it

 

Mara Martellotta

Design sostenibile per il sistema alimentare: prime due laureate

Corso interateneo tra Università di Parma e Politecnico di Torino

 

Il percorso punta a formare designer con competenze multidisciplinari nell’ambito del sistema alimentare sostenibile

 

 

Durante la sessione estiva hanno discusso la loro tesi anche le prime due laureate del corso di laurea in Design sostenibile per il sistema alimentare, interateneo tra l’Università di Parma e il Politecnico di Torino.

Avviato nel 2021, il percorso formativo conta a oggi un totale di oltre 180 studenti e studentesse e mette a frutto le specifiche competenze dei due Atenei con l’obiettivo di formare designer con competenze multidisciplinari, capaci di rispondere alle sfide della sostenibilità ambientale, economica e sociale legate al sistema alimentare.

Ne sono esempio le due tesi di laurea discusse a Parma, al Campus Scienze e Tecnologie. Ludovica Deriu, in collaborazione con Lavazza, ha focalizzato la sua ricerca sul settore del caffè in Kenya, applicando i principi del design sistemico e dell’agricoltura rigenerativa per migliorare la produttività e la sostenibilità del prodotto, supportata da tecniche di machine learning decentralizzate. Claudia Lorenza Iannetti ha invece affrontato, attraverso la progettazione di strumenti innovativi, il tema della segregazione di genere nelle materie STEM come nel settore alimentare, analizzando gli ostacoli che le donne affrontano e proponendo un progetto capace di innescare un cambiamento culturale.

“Le nostre laureate hanno dimostrato una straordinaria dedizione e creatività – ha dichiarato Paolo Tamborrini, Presidente del corso di studi – Siamo fieri di vedere come queste giovani menti siano pronte a contribuire concretamente alla costruzione di un sistema alimentare più sostenibile e innovativo attraverso la progettualità nell’ambito del design”.

L’organizzazione del corso vede il coinvolgimento dei due Atenei attraverso una logistica sperimentale. Gli studenti e le studentesse, infatti, seguono il primo anno a Parma, il secondo si trasferiscono a Torino e il terzo scelgono la città in relazione all’offerta di due indirizzi diversi ma paralleli: Designer per l’industria e il prodotto alimentare a Parma, Designer per la sostenibilità sociale e ambientale del sistema alimentare a Torino.

Il corso forma designer per l’industria, il prodotto e il sistema alimentare, immaginando un impegno, prevalentemente come parte di team multidisciplinari, nelle diverse fasi del processo di definizione e realizzazione di prodotti finali o di artefatti correlati alla produzione alimentare.

Ambito lavorativo di riferimento sono le imprese di produzione, trasformazione e distribuzione – industriali e artigianali – di beni alimentari, prodotti e strumenti correlati, ma anche studi professionali di progettazione a supporto delle imprese nella definizione di processi per il sistema alimentare e soprattutto nel disegno di nuovi prodotti, tangibili e intangibili. Altri sbocchi indirizzano verso il comparto manifatturiero e terziario del settore food, soprattutto in ruoli di progettazione e di valutazione degli impatti. Non mancano le possibilità di occupazione nelle organizzazioni pubbliche e private che lavorano nell’ambito dei beni culturali, del sociale e della sostenibilità ambientale legati alla salute e al cibo.

Tutte le info per iscriversi all’anno accademico 2024-25 sono disponibili nel bando sul sito web del corso di laurea: https://corsi.unipr.it/it/cdl-dssa

Mirafiori, contratti di solidarietà per tremila lavoratori: “agonia prolungata”

A Mirafiori da fine agosto al 31 dicembre verranno utilizzati i contratti di solidarietà, è quanto annunciato da Stellantis ai sindacati. Interessati oltre 3mila lavoratori, comunica la Fim Cisl  di Torino. Le linee della 500 elettrica e della Maserati erano già inserite nei contratti di solidarietà. “l’agonia degli ammortizzatori sociali viene in questo modo estesa fino alla fine del 2024”, commenta la Fiom Cgil. “Questa crisi è dovuta al progressivo disimpegno dell’azienda”.