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Con l’app iThanks no allo spreco del cibo

Il 1 Ottobre 2020 a Milano, presso il Talent Garden Calabiana, iThanks è stata premiata come la startup italiana più innovativa, vincendo il premio di Atena Startup Battle, contest ideato e promosso da TMP Group e patrocinato dalla Commissione Europea

Tra gli altri esperti del settore che hanno partecipato sia come giudici che come sponsor, troviamo: Davide Maestri, Direttore Generale di TMP Group, Licia Garotti, partner dello Studio Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners, Matteo Masserdotti, CEO di Two Hundred e Marco Di Pilla, Corporate Business Partner di Talent Garden; ed esperti nel campo dell’innovazione, tra cui: Amazon Web Services, Digital Magics, Google For Startups, The FabLab.

iThanks è l’app concepita a Torino che si pone l’obiettivo di automatizzare e quindi risolvere il problema dello spreco del cibo nei supermercati, aiutando nel difficile e minuzioso compito del controllo delle scadenze.
I vantaggi che porta sono molti, tra i quali, ridurre i tempi di controllo e migliorare le prestazioni generali del punto vendita, ridurre lo spreco del cibo e quindi la CO2 eventualmente prodotta dal cibo buttato. Inoltre è l’unica app che può restituire analytics precisi e specifici relativi agli scaduti.

I due creatori di iThanks sono Marco Cartolano, CEO e co-founder con decennale esperienza nel settore GDO e direttore di filiale, e Andrea Gasco, CTO e co-founder con altrettanta esperienza nel settore GDS elettronica e in quello informatico.

I due giovani fondatori hanno come obiettivo innovare e automatizzare il settore della GDO e contrastare lo spreco del cibo, aiutando i negozi e il pianeta con una soluzione innovativa che unisca tecnologia ed ecologia: quindi una soluzione eco tech.

Fondazione Somaschi Onlus rafforza il servizio di SocialHousing

Una Casa per Tutti, per famiglie in difficoltà grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo

            Un progetto di accompagnamento all’autonomia per persone e famiglie in difficoltà basato su azioni concrete, mirate a fortificare le competenze necessarie per un’indipendenza “vera”: ricerca di una casa, di un lavoro e gestione finanziaria.

            È questo l’obiettivo di “Una Casa per Tutti”, sperimentazione che Fondazione Somaschi Onlus sta avviando in questi giorni con gli ospiti del “SocialHousing Le Case in Prestito” di San Mauro Torinese dedicato all’accoglienza di individui e nuclei familiari in situazioni di forte disagio socio-economico. Si tratta in tutto di 9 appartamenti: 8 sul territorio di San Mauro Torinese (di cui 6 presso la comunità religiosa dei Padri Somaschi Villa Speranza), più uno a Castiglione.

            “Una Casa per Tutti” è un progetto innovativo reso possibile anche grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “Abitare il cambiamento”. Il contributo erogato, pari a 19.500 euro, andrà a coprire una parte del costo di attività che favoriranno l’emersione degli ospiti dalla condizione di fragilità. Queste risorse sosterranno inoltre la spesa di efficientamento energetico dell’ala di Villa Speranza dedicata all’housing sociale, permettendo un risparmio immediato del 30-40% sui costi di gestione che verrà così reinvestito per sostenere il progetto.

            Finora il SocialHousing di Fondazione Somaschi ha accolto oltre 35 nuclei familiari, con una permanenza media di circa 18 mesi. L’obiettivo di ogni percorso di accoglienza, guidato dall’equipe multidisciplinare della Onlus, è che ogni nucleo possa ritrovare l’energia necessaria a raggiungere la piena autonomia lavorativa e abitativa, ma per la maggior parte di loro è un risultato molto difficile da ottenere.

            Terminato il percorso, infatti, solo poche famiglie riescono ad accedere al mercato libero della casa perché faticano a raggiungere una solida capacità reddituale da lavoro o mancano di garanzie sufficienti a procurarsi un contratto d’affitto.

            Da questa evidenza nasce il progetto “Una Casa per Tutti”, come spiega Roberta Baglioni, responsabile del servizio SocialHousing di Fondazione Somaschi a San Mauro Torinese: “Abbiamo capito che era necessario da un lato potenziare l’attività per la stabilità lavorativa degli ospiti, dall’altro soffermarsi sui problemi riscontrati per il reperimento di abitazioni sul mercato libero. Il rallentamento determinato dalla pandemia ci ha permesso di mettere a fuoco le azioni necessarie per condurre la sperimentazione e ora siamo pronti a partire insieme ai nostri partner di progetto: Città di Torino e di San Mauro Torinese, C.I.S.A., Associazione CONSAF, Consorzio Sociale Abele Lavoro, Centro per l’Impiego di Settimo Torinese.

            La lista dei primi 9 candidati che usufruiranno di azioni di orientamento al lavoro e tirocinio presso aziende intenzionate ad assumere è già pronta. La collaborazione con le agenzie per il lavoro permetterà di partire entro l’anno con i più giovani per proseguire a inizio 2021 con coloro che rientrano tra i beneficiari del “buono servizio al lavoro disabili”, per persone in categoria protetta L.68/99, e del “buono servizio al lavoro disoccupati”, per disoccupati over 30.

La formazione professionale riguarderà diversi ambiti, scelti in base ai profili dei candidati.

            “Per aiutare le famiglie ad accedere al mercato libero della casa – aggiunge Baglioni – avvieremo una vera e propria attività di matching con i proprietari di immobili accatastati a San Mauro Torinese e comuni limitrofi o sul territorio di Torino nord-ovest. Per questo ci avvarremo del supporto di professionisti qualificati in questo ambito, con competenze specifiche in materia tributaria e fiscale a favore dei locatori. Inoltre avvieremo uno sportello di ascolto e consulenza specifico per l’educazione finanziaria a disposizione degli ospiti che devono far fronte in modo autonomo e sostenibile alle spese di ingresso, trasloco e cauzioni”.

Ristoranti e bar scendono in piazza: “#siamoaterra”

Oggi è il giorno della pacifica protesta dei commercianti del settore bar e ristorazione

Si sono trovati in piazza Carignano vestiti di nero, in mano i cartelli di pizzerie, caffè, gelaterie, ristoranti, aziende. Un flash mob che riproduce l’allestimento dei tavolini di un ristorante obbligato alla serrata. “La tavola è apparecchiata a terra perché le nostre attività sono a terra”, dice la presidente Ascom Maria Luisa Coppa.

 

(Fotoservizio Mara Martellotta)

Da Fondazione Crt oltre 50 milioni nonostante la pandemia

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale. Presidente Quaglia e Segretario Generale Lapucci: “Il blocco dei dividendi crea asimmetria in Europa e mette a rischio la ripresa del Paese”
Torino, 27 ottobre 2020 – Il Consiglio di Indirizzo della Fondazione CRT ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale (DPP) 2021 che, con una stima prudenziale di oltre 50 milioni di euro, mantiene sostanzialmente stabili le risorse disponibili per l’attività del prossimo anno a sostegno del Terzo Settore e delle realtà non profit nei campi dell’arte, della cultura, della ricerca, del welfare, dell’ambiente e dell’innovazione in Piemonte e Valle d’Aosta.
In particolare, circa 18 milioni di euro saranno messi in campo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico, le mostre e le iniziative culturali; oltre 16 milioni per le attività scientifiche e tecnologiche, la formazione del capitale umano fin dai primi anni di scuola e il rafforzamento delle competenze dei giovani talenti; oltre 16 milioni per la promozione dell’imprenditoria sociale, l’inserimento e lo sviluppo inclusivo delle persone in difficoltà, la salvaguardia dell’ecosistema e degli habitat naturali, il consolidamento del sistema di primo intervento del 118 e della protezione civile.
Degli oltre 50 milioni di euro complessivi, Fondazione CRT mobiliterà circa 3,5 milioni per progettualità innovative orientate allo sviluppo del territorio, da realizzare anche in sinergia con due dei propri “bracci operativi”: la Fondazione Sviluppo e Crescita CRT per iniziative a impatto sociale e ambientale e, soprattutto, le OGR Torino. Queste ultime si focalizzeranno sempre più su sperimentazioni capaci di “mixare” arte, cultura, scienza e tecnologia, in linea con una delle priorità dell’Unione europea per un futuro più sostenibile; sull’utilizzo dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale per il Terzo Settore e, più in generale, per il bene comune; su programmi di collaborazione tra profit e non profit per diffondere le competenze digitali e realizzare alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“Questo bilancio è una scommessa della Fondazione per il futuro, un impegno per un obiettivo difficile ma irrinunciabile: contribuire alla ricostruzione della comunità dopo la pandemia, facendo rinascere la fiducia, la speranza, la voglia di credere che, insieme, la ripresa è possibile – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. La scelta condivisa dai Consigli di Amministrazione e di Indirizzo di continuare a garantire un flusso di risorse pressoché invariato per il territorio, dà ossigeno alle realtà del terzo settore e del non profit, oggi quanto mai essenziali per la tenuta del tessuto sociale, culturale e produttivo. Sosteniamo le ‘punte’ di eccellenza dei talenti ma, soprattutto, le ‘fasce’ della fragilità, rese più ampie da una crisi che ha accentuato le disuguaglianze, continuando ad affiancare gli enti anche sul fronte della crescita delle competenze, della raccolta fondi e dell’efficienza operativa, per superare l’emergenza e tornare il prima possibile all’auspicata normalità”.
“L’attenta gestione nel tempo del patrimonio della Fondazione ci permette oggi di trovare il punto di equilibrio tra due elementi da conciliare: far fronte alle necessità eccezionali del territorio tenendo però conto di uno scenario di recessione globale tra i più complessi e incerti di sempre – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. Con una solida posizione finanziaria netta e, quindi, buone riserve di liquidità su cui poter contare in questa fase di riduzione generalizzata dei rendimenti e dei dividendi dopo le raccomandazioni dei regolatori europei e nazionali nel settore bancario e assicurativo, possiamo tenere stabile il livello delle erogazioni anche nel 2021, senza dover sostanzialmente attingere al fondo di stabilizzazione”.
Sul fronte cruciale della sospensione dei dividendi alle Fondazioni, il Presidente Quaglia e il Segretario Generale Lapucci, intervenuti più volte nei mesi scorsi anche in sedi pubbliche e istituzionali come l’associazione delle FOB piemontesi, hanno nuovamente ribadito: “Pur comprendendo la prudenza della BCE, di Bankitalia e IVASS, e con le cautele da verificare caso per caso per la tenuta del sistema bancario e assicurativo, emerge il rischio di una doppia penalizzazione per i territori e per l’intero Paese a livello europeo”.
“Da un lato – spiegano Giovanni Quaglia e Massimo Lapucci – l’impossibilità per le Fondazioni di redistribuire le entrate derivanti dai dividendi verso soggetti del non profit che, altrimenti, non sarebbero destinatari diretti di quei flussi di liquidità, significa far mancare risorse significative per i territori proprio nel momento di maggiore bisogno. Dall’altro lato – proseguono – il fatto che le raccomandazioni delle autorità regolatorie non vengano applicate allo stesso modo in Europa, rischia di generare un’asimmetria tra Paesi, portando gli investitori a preferire quegli Stati le cui istituzioni bancarie o assicurative si sono dichiarate fin da subito favorevoli alla distribuzione ai propri azionisti. Il tema si riproporrà in modo ancora più evidente nel 2021, quando gli eventuali dividendi sarebbero il risultato di un 2020 di recessione e difficoltà. Ecco perché il blocco di quelle entrate oggi mette a rischio la stessa ripresa del Paese domani”.
Per quanto riguarda la propria attività istituzionale, la Fondazione CRT ha delineato alcuni ambiti di intervento per lo sviluppo di nuove progettualità da attivare nel 2021 e negli anni successivi, catalizzando energie, risorse e competenze per il superamento dell’emergenza pandemica e per il fondamentale obiettivo della ripresa.
Nello specifico, nell’area Arte e Cultura potranno essere avviati laboratori di sperimentazione all’avanguardia per la promozione di luoghi e talenti, coniugando il patrimonio artistico con lo spettacolo dal vivo e il comparto cinematografico, in un’ottica di rilancio delle professionalità del settore e di promozione diffusa in chiave turistica. Inoltre, sarà aperto un dialogo con gli istituti scolastici (dalle scuole dell’infanzia fino alle secondarie di II grado), con insegnanti, studenti, artisti e professionisti in discipline come il video, la fotografia, la musica e le nuove tecnologie, per attivare percorsi di didattica integrata in presenza e on-line e attrezzare e/o potenziare spazi di laboratorio sui linguaggi dell’arte contemporanea.
Nell’area Ricerca e Istruzione saranno attivate azioni di capacity building per trasferire al mondo delle scuole competenze nel campo del fundraising che ne facilitino la sostenibilità e la resilienza. Sul fronte delle iniziative di formazione ad alto impatto sociale si prevede la creazione di una learning community europea con al centro Torino: una vera e propria rete per favorire l’elaborazione, lo sviluppo e l’implementazione di politiche orientate all’impatto sociale coinvolgendo policy-makers e funzionari pubblici di amministrazioni europee. Inoltre, si punterà a rafforzare Torino e il territorio come città del cibo con grande attrattività turistica, per affermarla ancora di più come destinazione leader dell’enogastronomia, coinvolgendo anche diverse tipologie di competenze e professionalità.
Nell’area Welfare e Territorio è in corso di definizione una Agenda della Disabilità che, a partire dal coinvolgimento delle organizzazioni non profit e delle comunità locali, delinei un elenco chiaro di obiettivi per migliorare le opportunità del territorio a beneficio delle persone con disabilità, delle famiglie e delle comunità. Sarà consolidato il network istituito nella fase emergenziale per gli aiuti alimentari, per valorizzare le competenze degli enti coinvolti, efficientare ulteriormente gli interventi ed evitare la dispersione della rete di relazioni funzionale al raggiungimento capillare dei destinatari degli aiuti.
(nella foto di Giorgio Perottino – Getty Images, Quaglia e Lapucci)

La 500 elettrica salverà l’automotive targato Torino?

La produzione della 500 elettrica ha preso il via in queste ore  a Mirafiori, su due turni per un totale di 300 vetture al giorno. Sono previste 270 nuove assunzioni

Molte speranze di Fca puntano sulla nuova 500 elettrica, prodotta nel più grande e storico impianto funzionante al mondo del gruppo, che conta  20.000 lavoratori, tra operai e attività collegate. L’investimento complessivo è di 700 milioni di euro, tra costi di progettazione, sviluppo, ingegneria e costruzione della linea. Un’iniezione di fiducia per la salvezza dell’automotive targato Torino.

Dpcm, troppe le incertezze delle istituzioni

Grande incertezza decisionale da parte delle istituzioni nel mettere in atto strategie per fermare la seconda ondata del contagio. Ne parliamo con il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte Andrea Notari

Nelle ultime settimane – dichiara il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, l’architetto Andrea Notari – leggiamo una grande incertezza decisionale nelle istituzioni: Palestre aperte/Palestre chiuse, DAD sì/DAD no, 6 persone in casa/4 persone al ristorante, mentre il Paese ha bisogno di certezze!

Purtroppo quando cè confusione, i cittadini non ripongono più fiducia nello Stato in quanto esso non si dimostra più autorevole;è in momenti come questi che, allinterno di proteste più che legittime, si infiltra la criminalità organizzata, cavalcando il malessere diffuso e trasformando in violente le manifestazioniche finiscono nello sfociare nel vandalismo, vedasi Napoli e Roma.

Ecco – prosegue il Presidente Andrea Notari – in questo scenario si inserisce il DPCM del 24 ottobre scorso, emanato a poco meno di una settimana da quello precedente e fortemente più restrittivo su alcune attività.

Trovo sia profondamente sbagliato addossare alla ristorazione e allindustria dello spettacolo lintera responsabilità del rialzo della curva epidemiologica; oltretutto non ci sono dati che lo confermino; la realtà è che ci siamo fatti cogliere ingiustificatamente impreparati dalla seconda ondata. Non siamo stati in grado questestate di attrezzarci, rivedere il sistema dei trasporti e riorganizzare il nostro sistema sanitario, affinchè potesse non andare in sofferenza con numeri che sommariamente erano facilmente ipotizzabili. A questo punto mi chiedo come mai ci sia ancora da discutere se sia neccessario o meno accedere ai fondi del MES; la risposta è semplice, maritengo che sia ostacolata da ideologie partitiche futili e inappropriate per un momento di crisi come quello che stiamo vivendo.

È anche per questo motivo – aggiunge il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, Andrea Notari – che,quando sento il Presidente del Consiglio dire di non preoccuparsi perché sono già pronti i ristori e che verrano erogati rapidamente alle attività più colpite dalle restrizioni presenti nel Decreto, personalmente rimango un po’ scettico.Come già ricordato dal Presidente Bonomi, sono ancora in dodicimila ad attendere la CIG erogata nel mese di maggio, quindi come mai dovremmo fidarci questa volta della celerità dello Stato? Sono questi i fattori che determinano unincertezza generale, che affossa ancor di più la nostra fragile economia.Lunica certezza che abbiamo è che, alla perdita di Pil ipotizzata nei mesi scorsi, si aggiungerà un ulteriore perdita di 2 punti percentuali per la seconda ondata, portando purtroppo molte attività alla definitiva chiusura entro lanno.

Stiamo constatando che, alla continua e disordinata rincorsa dellabbattimento della curva epidemiologica tramite DPCM, non è affiancata alcuna strategia concreta per la ripartenza del Paese. Si continua a fare debito in modo insostenibile e con provvedimenti a pioggia, senza che vengano gettate le basi per una ripartenza solida e duratura. La paura, dunque, è quella che alla crisi economica in essere possa unirsi fra un po’ di tempo anche una crisi finanziaria stile 2008, dovuta allincapacità di rientro sui debiti contratti, anche perché voglio ricordare che, fra le tante anticipate manovre a favore delle aziende, pochissime erano a fondo perduto e quasi tutte, invece, erano sotto forma di debito agevolato, senza dimenticare che abbiamo, comunque,dovuto pagare le tasse, mentre il buon senso porterebbe a dire che, se il lavoro non è più un diritto (vedasi Lockdown), allora pagare le tasse non dovrebbe più essere stato un dovere.

E visto che di debito agevoltato si tratta, mi urge ricordare che i soldi in arrivo con il Recovery (ad oggi già slittati) devono essere utilizzati secondo una progettualità di rilancio, che sia davvero impattante sulleconomia del Paese: lasciamo indietro allora quei rivoli di spesa dal basso valore aggiunto che sappiamo già non fungere da volano per la ripresa.

Voglio dire una cosa forteconclude il Presidente Andrea Notari  – e me ne prendo la responsabilità: Se non siamo in grado di spendere bene i fondi in arrivo dall’Europa, allora non prendiamoli nemmeno! Perché non possiamo più permetterci di indebitare i nostri figli senza utilizzare quei soldi per riscrivere il futuro del Paese che gli lasceremo.

Mara Martellotta

Giachino: “penalizzare la ristorazione è un duro colpo all’occupazione”

L’ex sottosegretario alle Infrastrutture Mini Giachino ha promosso una petizione su Change.org  

Egregio Presidente Conte,

il calo della economia italiana degli ultimi anni è dovuto alla crisi ma anche alle scelte sbagliate dei Governi a partire dal Governo Monti, scelte dalle quali non ci siamo mai ripresi compreso nei due suoi anni di governo. Dopo la chiusura del primo Lockdown con la quale abbiamo i ristoranti hanno perso il 35% del fatturato dell’anno e dopo 4 mesi nei quali non hanno superato il 50% ora volete far chiudere la sera che per chi conosce la ristorazione vale 3/4 del lavoro. In questi mesi non siete riusciti neanche a dare  10.000 euro. A molti ristoratori non è stato concesso dalle Banche il Credito da 25.000 euro e Lei non è riuscito a imporsi con le Banche. Forte coi deboli e debole coi forti oggi volete far fallire  la Ristorazione? Ogni ristorante garantisce da 3 a 10-15 posti di lavoro. Sono a rischio oltre 1 milione di posti di lavoro.
L’alternativa è tra andare in Piazza o morire a casa di depressione dopo 35 anni anni di lavoro.
Se ha un po’ di cuore ci ripensi tre volte. In questi mesi i ristoratori hanno investito per render sicuro, con nuovi tavoli rotondi larghi 1,5 metri, gel in ogni angolo, mascherine per i clienti che entrano sprovvisti.
Da maggio nessun cliente ha preso il Covid frequentando i ristoranti.
Mille grazie per l’attenzione,


Mino Giachino, Fabrizio Mastrovincenzo, Emanuele Scirgalea, Lodovico Ambrois

https://www.change.org/p/giuseppe-conte-chiediamo-a-conte-che-non-distrugga-bar-e-ristoranti

 

Nuovi voli Torino – Bari con Wizz Air

La compagnia debutta sul segmento nazionale da Torino

Wizz Air, la principale compagnia low cost dell’Europa Centro-orientale, annuncia l’espansione del proprio network da Torino con una nuova rotta domestica da e per Bari.

I voli saranno operati dal 18 dicembre 2020 con 4 frequenze settimanali (lunedì, mercoledì, venerdì e domenica) con tariffe a partire da 9,99 euro*. I biglietti sono già in vendita su www.wizzair.com.

Per festeggiare l’espansione in Italia di Wizz Air, la compagnia aerea lancia un’offerta di 10.000 biglietti a 1 euro** sulle sue rotte interne, prenotabili su wizzair.com solo nella giornata di oggi 22 ottobre 2020 per un periodo di viaggio illimitato.

La programmazione prevede partenza da Bari alle ore 14:50 e arrivo a Torino alle ore 16:30; la partenza da Torino è invece prevista alle ore 17:05 con arrivo nella destinazione pugliese alle ore 18:45.

“Siamo molto soddisfatti dell’avvio della nuova rotta Torino-Bari annunciata da Wizz Air, che segna l’ingresso della compagnia sul mercato dei collegamenti nazionali dal nostro scalo. Si tratta dell’ennesima conferma del fatto che il segmento nazionale è quello che sta manifestando la maggiore domanda di trasporto aereo durante la crisi legata alla diffusione del COVID-19 – ha commentato Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport -. Siamo inoltre fiduciosi che questa scelta possa portare a un ulteriore sviluppo di Wizz Air a Torino nei prossimi anni.”.

LA NUOVA ROTTA WIZZ AIR DA TORINO

Rotta     Operatività                                                                        Data di avvio                      Tariffe da

Bari        Lunedì, mercoledì, venerdì e domenica                 18 dicembre 2020            9,99 €*

Aumentano così le novità di Wizz Air da Torino: il prossimo 19 dicembre debutterà infatti la nuova ski-route per San Pietroburgo, annunciata in estate. Nella stagione invernale 2020-2021 saranno dunque 6 le destinazioni del network Wizz Air da Torino Airport: oltre a Bari e San Pietroburgo, il vettore collegherà il Piemonte anche con Tirana, Bacau e Bucarest (in Romania), e per la winter Varsavia (in Polonia). Da aprile 2021 si aggiungerà anche Chisinau (in Moldova).

Monopattini e bici elettriche: per più di 1 torinese su 2 il futuro è l’uso “ibrido” con l’auto

Bici tradizionali, bici elettriche, monopattini e tanto altro. La mobilità dolce piace, e in misura crescente, agli abitanti di Torino. Guardando al prossimo futuro, infatti, più di uno su due (54%) pensa a un uso il più possibile ibrido con l’auto, alternando i due mezzi a seconda delle necessità e occasioni.

Lo evidenzia la ricerca dell’Osservatorio Sara Assicurazioni, la compagnia assicuratrice ufficiale dell’ACI.

Ambiente prima del portafoglio. Ma che cosa rende così speciali questi mezzi? L’aspetto più apprezzato è la sostenibilità (50%), segno di una crescente consapevolezza che spinge i torinesi a voler ridurre l’impatto ambientale negli spostamenti. Sostenibilità che viene prima delle chance di risparmio (26%) e persino della comodità e praticità di utilizzo (18%).

Tra i vantaggi green, a essere apprezzato è il taglio dei consumi (78%), insieme al miglioramento del contesto urbano con la riduzione del traffico (26%) e, per una quota analoga (26%), dell’inquinamento acustico. Ma c’è anche chi indica tra i vantaggi la possibilità di condurre stili di vita sostenibili e di fare attività fisica (18%).

E-bike e gadget al top. Il mezzo preferito sembra la bicicletta a pedalata assistita (40%), davanti ai monopattini elettrici (18%), mentre hanno al momento più strada da fare overboard e i monoruota (2%). Insieme a questi cresce la voglia di gadget: quasi un torinese su due (44%), infatti, si dice interessato all’acquisto di accessori per personalizzarli, a cominciare dai dispositivi per aumentarne la sicurezza, come frecce segnaletiche, specchietti e antifurti, fino a quelli più tecnologici, come le batterie di scorta, senza trascurare ganci e borse per trasportare oggetti.

Sicurezza al centro. A fronte di indubbi vantaggi però, le criticità non mancano, a cominciare dal tema della sicurezza. Qui a destare preoccupazione sono soprattutto i comportamenti pericolosi come circolare fuori dai percorsi dedicati, e in particolare sui marciapiedi, o trasportare passeggeri (50%), il mancato uso di elementi come casco e luci (34%) e le distrazioni (16%).

 

Tra i rischi più temuti, i danni arrecati agli altri utenti della strada e a beni come le auto parcheggiate (68%), gli infortuni (62%), nonché noie e spese legali in caso di sinistro (18%).

Per questo motivo, più di un torinese su due (58%) ritiene utile una polizza assicurativa che possa offrire coperture per responsabilità civile, danni di vario tipo, assistenza, e tutele anche per lo sharing. E quasi una quota analoga (56%) ritiene importante una maggiore educazione stradale per stimolare comportamenti più responsabili.

Con la ricerca del nostro Osservatorio abbiamo voluto tracciare un quadro di come sia percepita la nuova mobilità dolce, dei vantaggi che offre ma anche dei rischi e delle preoccupazioni che possono riguardare tutti gli utenti della strada – commenta Marco Brachini, Direttore Marketing, Brand e Customer Relationship di Sara Assicurazioni – Tra i dati salienti, il tema della sicurezza e la consapevolezza dell’importanza di tutele specifiche. Per rispondere alle nuove esigenze di sicurezza, Sara Assicurazioni offre soluzioni all’avanguardia dedicate ai mezzi elettrici, allo sharing, al noleggio a breve termine e al trasporto pubblico, che mettono al riparo dai rischi specifici.”

 

*Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, genere ed area geografica.

 

Francobolli fantasma a “valore variabile”

Sono in banca per versare 500 euro sul mio conto corrente, contento che un amico mi abbia rimborsato un vecchio prestito che non speravo più di incassare.

Dopo il travestimento da bandito con la maschera e dopo il rituale lavacro delle mani faccio la mia mezz’oretta di coda e finalmente arrivo allo sportello consegnando biglietti di vario colore al cassiere che mi guarda smarrito e mi chiede: “Questi biglietti da quanti euro sono?”.

Eh già, è successo che qualche intelligentone del Ministero dell’economia ha inventato le banconote senza indicazione di valore, creando biglietti colorati con immagini più o meno belle. E succede che l’impiegato di banca non sappia distinguere tra un foglietto azzurro (valore 20 euro, ma non c’è scritto) ed uno verde (valore 100 euro, ma non c’è scritto).

Per fortuna è un incubo e mi risveglio tutto sudato…

Pazienza, non ho incassato il credito (e chissà quando lo incasserò), ma almeno vivo tranquillo; do un’occhiata al portafoglio, tutto a posto, i biglietti hanno stampato ben grosso il valore.

Perbacco, sono le 12,30, devo spedire la raccomandata all’amministratore del condominio della casa al mare per pagare le spese (sono della vecchia guardia, non mi fido di Internet e delle sue diavolerie via cloud e cose simili). Cerco nel cassetto e trovo due francobolli, li incollo sulla busta e corro alla Posta.

Mi maschero da bandito, faccio il rituale lavacro, mi metto in coda e finalmente approdo allo sportello consegnando la busta preaffrancata. L’impiegato mi guarda smarrito e mi chiede: “Questi francobolli da quanto sono?”.

Mi pizzico la mano per capire se è un nuovo incubo, ma sono ben sveglio.

Controllo i due foglietti sulla busta e noto che non hanno il valore prestampato.

Ma allora è vero che esiste qualche intelligentone (o buontempone? Oppure semplicemente cretino?) che ha eliminato l’indicazione del valore sui francobolli! Ed è anche vero che nessuno si è premurato di avvisare il personale che deve imparare a riconoscere i fogliettini colorati per capire quanto valgono.

Panico, corsa dal direttore per avere indicazioni, senza esito, non ne sa nulla neppure lui; telefonata ad un collega di altro ufficio per avere notizie, senza esito, non ne sa nulla di quell’emissione.

Per finire, l’idea sublime: foto del francobollo col telefonino e spedizione via WatsApp alla sede di Roma chiedendo lumi; anche in questo caso nessuna risposta.

Alla fine, soluzione all’italiana: “Vabbè, facciamo che valgano 1,20, applico la differenza”.

Capito signor Genio delle Poste come finisce la sua straordinaria invenzione del francobollo privo di valore che salva l’umanità? L’affrancatura avviene “a occhio”, tanto chi se ne accorge se è insufficiente o eccessiva?

La busta parte finalmente; speriamo che arrivi all’amministratore…

La realtà è peggio del peggior incubo notturno!

 

Gianluigi De Marchi