L’allarme è stato lanciato dall’Ascom Torino, che ha presentato i dati economici sul primo trimestre dell’anno: il 22% delle aziende del terziario ha intenzione di licenziare il personale appena sarà consentito, così si rischia la perdita di 82mila posti di lavoro.
Le imprese nel 2020 hanno perso 22.000 posti di lavoro, per ora resistono ma sono in crisi di liquidità. Va meglio l’indicatore congiunturale rispetto a un anno fa, ma nei primi mesi del 2021 il 25% delle imprese a rischio chiusura del turismo, come pubblici esercizi e alberghi, 127, non esiste più.
Stessa sorte per 49 imprese del commercio. Nonostante la crisi le imprese sono attente al tema della sostenibilità. Tra loro il 41% ha già effettuato investimenti in quest’ambito, sulla base dei fondi nell’ambito del Recovery Plan.
Non è stato raggiunto l’ accordo tra Fim, Fiom, Uilm, Uglm Torino e i curatori fallimentari di Ventures
Per il momento nessun risultato al tavolo convocato dall’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte.
Sono quindi confermati i licenziamenti dei 400 lavoratori ex Embraco che scatteranno il 22 luglio al termine della cassa integrazione.
I legali hanno confermato di non poter inviare la richiesta di cassa integrazione per Covid, nonostante quanto sostenuto dai tecnici del ministero del Lavoro al tavolo convocato nei giorni scorsi dal Mise.
(foto archivio)
Dalla seconda indagine trimestrale congiunturale del 2021 elaborata da Confartigianato Imprese Piemonte emerge un contesto di grande difficoltà in cui le speranze di ripresa sono appese all’efficacia della campagna vaccinale ed alla prospettiva di intercettare almeno una parte delle risorse del Recovery Plan.
Il saldo delle previsioni della produzione totale è ancora negativo, ma risale dal – 47,68% al
-26,37%.
Per quanto concerne l’acquisizione di nuovi ordini, nel saldo si affermano i pessimisti con
-42,77% in lieve peggioramento rispetto al -41,40% della precedente rilevazione.
Le proiezioni di carnet ordini sufficienti per meno di un mese scendono dal 52,21% al 46,29%; quelle di carnet da uno a tre mesi salgono dal 38,08% al 39,61%; quelle di carnet superiore ai tre mesi salgono dal 9,71% al 14,09% ponendo in luce le aspettative delle imprese di riuscire ad acquisire commesse di lavorazione di lungo periodo.
Il saldo delle previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni è ancora negativo, ma risale dal -49,94% al -37,67%.
Sul fronte dell’andamento occupazionale, si registra un saldo ancora negativo, ma in miglioramento, passando dal -27,84% al – 15,06%.
Per quanto concerne le previsioni di assunzione di apprendisti la negatività del saldo si riduce dal -40,77% al -29,29%.
Le previsioni di investimenti per ampliamenti programmati per i prossimi 12 mesi salgono dal 7,23% all’8,38%; le stime di investimenti per sostituzioni aumentano dall’11,33% al 13,37%; coloro che non hanno programmato investimenti diminuiscono dall’81,45% al 78,25%.
Le stime di regolarità negli incassi salgono dal 54,37% al 61,24%; le previsioni di ritardi scendono dal 45,09% al 38,40%.
“Gli artigiani – commenta Giorgio Felici presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – continuano a tenere duro nonostante l’ecatombe economica in cui le chiusure legate al COVID hanno gettato il sistema produttivo. La crisi ha colpito duramente il tessuto economico e sociale, ma le imprese artigiane mostrano ancora una volta grande capacità di reazione e vogliono contribuire al rilancio del Paese e a dare un futuro alle nuove generazioni, con senso di responsabilità e coscienza civica. Per questo confidano in un impegno deciso delle istituzioni per accelerare la campagna vaccinale ed attuare, mediante il Piano nazionale di ripresa e resilienza, le riforme strutturali necessarie alla ripresa dell’economica ed alla ricostituzione della fiducia della collettività.”
“Tra le misure necessarie – conclude Felici – ricordo la riconferma degli incentivi per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici, la proroga a tutto il 2023 del superbonus 110%, la valorizzazione degli appalti a km zero, oltre ad una proroga delle moratorie sui mutui e ad un ulteriore stop degli adempimenti fiscali”.
La seconda indagine trimestrale 2021 dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte è stata condotta sulla base dei riscontri ad un questionario telematico a cui ha risposto un campione di 2.250 imprese artigiane piemontesi selezionate nei comparti di produzione e di servizi maggiormente significativi.
Dai paesaggi vitivinicoli riconosciuti dall’Unesco al riso del Vercellese e del Novarese, dai mercati contadini agli ecomusei passando per i Presìdi Slow Food, le fiere e gli agriturismo: questi sono solo alcuni dei motivi per sostenere la petizione lanciata da Torino-Piemonte World Food Capital per trasformare il Piemonte in una Food Valley
Il Piemonte è la regione che ha visto nascere alcuni tra i più importanti brand alimentari del Paese e reti collaborative di rilevanza internazionale come Slow Food, che ospita il paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato nominato patrimonio dell’umanità dall’Unesco e che, a partire dalla filiera automotive, ha saputo creare innovazione in ogni settore. In particolare nel food. Ed è proprio da questo che il Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital, attraverso una petizione su change.org, è partito per contribuire al rilancio della regione, con l’obiettivo di trasformare il Piemonte in una vera e propria Food Valley, valorizzando le eccellenze del territorio e creando nuove opportunità di business.
In Piemonte l’economia del cibo genera ogni anno 8 miliardi di euro. Nella regione sono attive 50.600 aziende agricole che coltivano 900.000 ettari, di cui 49.000 a biologico. Quasi 4.390 imprese, pari al 7% del totale nazionale, operano su questo territorio, insieme a 11.618 negozi alimentari e 28.028 bar e ristoranti. Complessivamente il comparto food piemontese impiega 242.000 addetti. Professionisti dell’ambito che si sono formati in larga misura nei 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia o grazie ai 30 corsi di laurea, 3 di dottorato e 5 master dedicati a questo mondo, capaci di produrre più di 5.500 pubblicazioni scientifiche internazionali. In Piemonte, dove sono state fondate la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo e il Salone del Gusto, sono ospitate 345 fiere del cibo, di cui 8 internazionali, e 6 musei tematici.
Ecco dieci motivi per sostenere l’iniziativa e contribuire a trasformare il Piemonte in Capitale Mondiale del Food.
1) LANGHE ROERO E MONFERRATO PATRIMONI DELL’UNESCO
I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, patrimonio Unesco dal 2014, sono sei aree di eccellenza, che si estendono per 10.789 ettari lungo dolci colline coperte da vigneti a perdita d’occhio, inframmezzati da piccoli villaggi di altura e castelli medievali. Qui, all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, da secoli la viticoltura costituisce il fulcro della vita economica e sociale, tanto da trovare un ricco e diversificato sistema di cascine, aziende vitivinicole, industrie enologiche, cantine sociali, enoteche pubbliche e private, che in alcuni casi costituiscono luoghi simbolo per la storia e lo sviluppo della viticoltura e dell’enologia nazionale e internazionale.
2) 58 VINI DOP E 25 PRODOTTI FOOD DOP, IGP E STG
Secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2020, il Piemonte conta 25 prodotti Food di cui 14 DOP, 9 IGP e 2 STG, e 58 vini DOP ai quali si è aggiunto, nel 2019, il Nizza DOP. A livello nazionale e in termini quantitativi, quindi, il Piemonte è sul podio, terza regione in classifica dopo il Veneto e la Toscana che ne hanno in totale 92. L’impatto economico dei prodotti DOP, IGP e STG (Food e Wine) è di grande rilievo per l’intera regione: nel 2019 sono valsi all’economia locale 1,31 miliardi di euro, portando il Piemonte al quarto posto della classifica nazionale dopo Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, con un aumento di 90 milioni rispetto all’anno precedente. Di particolare rilievo il formaggio, su cui il Piemonte vanta 10 certificazioni (di cui 7 esclusive regionali), la frutta (33) e le carni (3).
3) I MERCATI ALIMENTARI DI TORINO
I mercati dei contadini e quelli di alimenti freschi sono presenti in ogni provincia del Piemonte. In particolare, a Torino sono 42 i mercati alimentari organizzati ogni giorno. Di questi, 38 ospitano i banchi di vendita diretta di agricoltori e allevatori, la maggior parte dei quali è riunita nell’associazione Coldiretti. Nella Città Metropolitana di Torino, i produttori Coldiretti che effettuano vendita diretta sono 405, di cui 300 nei mercati ordinari. A questi numeri vanno aggiunti quelli dei produttori che non sono inseriti in circuiti associativi ed effettuano vendita diretta con propri banchi: per avere un’idea dei numeri, se si conta solo il mercato di Porta Palazzo, nella giornata di sabato, i produttori agricoli che partecipano alle reti di vendita dirette sono circa 90.
4) ENOTECHE REGIONALI E BOTTEGHE DEL VINO
Il Piemonte ha istituito 14 Enoteche Regionali e 34 Botteghe del Vino o Cantine Comunali, con la legge regionale n. 37 del 1980, che hanno sede presso castelli e dimore storiche nei principali territori viticoli piemontesi, dove si può trovare la migliore selezione dei vini DOC e DOCG del territorio di riferimento e che accolgono circa un milione all’anno di visitatori e turisti.
5) IL RISO DI VERCELLI
Nel vercellese vengono coltivate più di 100 varietà di riso, tra cui il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, l’unica DOP italiana dal 2007. Presente nella zona di Vercelli a partire dal Rinascimento, la coltivazione del riso ha contribuito alla bonifica del territorio e alla creazione di quelle che oggi vengono definite le Piane del Riso, diventando in poco tempo «coltivazione tipica». Nel 2019 le esportazioni del Riso di Vercelli sono aumentate del 7,8%, per un totale di 18 milioni di euro, che ha portato il distretto a conseguire un nuovo massimo storico di export pari a 243 milioni di euro.
6) AZIENDE AGRITURISTICHE
In Piemonte sono presenti 1.316 aziende agrituristiche autorizzate, di cui i due terzi localizzate in zone collinari, poco meno di un quinto in montagna e la restante parte in pianura. Oltre la metà, circa 793, si occupano anche di somministrazione di alimenti e ristorazione. Si tratta di una cifra importante, superiore a quasi tutte le altre regioni. Cuneo è la provincia che conta il maggior numero di agriturismo coprendo circa un terzo del totale.
7) 25 ECOMUSEI E 6 MUSEI DEDICATI AL CIBO
Il territorio piemontese presenta una ricca rete di musei che contribuisce alla valorizzazione e diffusione della conoscenza legata alla cultura del cibo, offrendo la possibilità ai turisti di approfondire la conoscenza del territorio piemontese e permettono al sistema scolastico di poter attivare laboratori e percorsi didattici. Tra questi, sono 6 i musei tematici dedicati al food e 25 gli ecomusei. A proposito di questi ultimi, il Piemonte è stata la prima regione in Italia a dotarsi di una legge regionale per istituirli e riconoscerli. Sono, infatti, strumenti importanti per la cura e la gestione del patrimonio culturale locale perché contribuiscono a favorire uno sviluppo sociale, ambientale ed economico sostenibile. Nel 2019, gli ecomusei della Regione Piemonte sono stati visitati da 29.239 persone.
8) QUASI 1.000 SAGRE E FIERE AGROALIMENTARI NAZIONALI E INTERNAZIONALI
Degna di nota sul suolo piemontese è anche la rete di sagre e fiere agroalimentari promosse dalla Regione. Queste costituiscono un’importante vetrina di promozione del territorio e delle sue risorse: prodotti, territori e paesaggi, enogastronomia, agricoltura, storia, tradizione e cultura. Nel 2019 nella Regione Piemonte si sono svolte 8 manifestazioni fieristiche internazionali, 34 nazionali, 57 regionali e 246 locali, a testimoniare la vivacità di un comparto che occupa un significativo ruolo nel mantenimento e nello sviluppo del sistema economico regionale. A questi numeri si aggiungono i 512 appuntamenti delle sagre e fiere-mercato regionali, che tradizionalmente offrono diversificate occasioni di svago e di turismo e che, tutte, vivono di un nucleo centrale legato ad agricoltura o enogastronomia.
9) 36 PRESÌDI SLOW FOOD IN PIEMONTE
Dall’aglio storico di Caraglio al Cappone di Morozzo, dal Moscato passito della Valle Bagnario di Strevi alla tinca di Ceresole d’Alba: sono 36 i Presìdi Slow Food, ovvero tutti quei prodotti, lavorazioni tradizionali, razze autoctone che rischiano di scomparire in Piemonte. Attorno ai sapori che rischiano di estinguersi, quindi, Slow Food ha creato una comunità di contadini, artigiani, pastori, pescatori, ristoratori, che si prendono cura delle tradizioni alimentari del proprio territorio, preservando la biodiversità, tramandando tecniche di produzione e mestieri in via di estinzione.
10) ISTRUZIONE E FORMAZIONE: DALLE SCUOLE SUPERIORI A UNIVERSITÀ E MASTER
Gli studenti piemontesi che intendono dedicarsi al settore del food hanno una vastissima possibilità di scelta: nella regione si contano, infatti, 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia e 1 Liceo Linguistico con curvatura Artistica ed Enogastronomica, nato dalla collaborazione tra il Liceo “Madre Mazzarello”, Fondazione Torino Musei e Slow Food. L’Università degli Studi di Torino offre 12 corsi di laurea di I livello, e altrettanti di II livello, che vanno dalle biotecnologie e alle scienze chimiche, agrarie e ambientali, fino alle tecnologie alimentari, alle scienze veterinarie e dell’alimentazione. Ha, inoltre, 3 corsi di dottorato e 5 Master, di cui 1 internazionale, con focus su tematiche agrarie, biologiche, veterinarie e alimentari. Il Politecnico offre, invece, un percorso di studio di ingegneria chimica e alimentare, l’Università del Piemonte Orientale eroga il corso di Laurea Magistrale in “Food, Health and Environment”, mentre la ESCP Business School mette a disposizione il Master in International Food & Beverage Management. Il Piemonte ospita poi l’Università di Scienze Gastronomiche, nata nel 2004 da Slow Food in collaborazione con Regione Piemonte e Regione Emilia Romagna, che intende formare la nuova figura professionale del gastronomo.
Torino-Piemonte World Food Capital è sostenuta da Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.
Il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo (www.museodelrisparmio.it), il primo luogo in Europa interattivo e ludico assieme dedicato all’educazione finanziaria, riapre al pubblico da lunedì 26 aprile.
I visitatori potranno di nuovo accedere agli ambienti di via S. Francesco d’Assisi 8A a Torino, in totale sicurezza essendo il museo già dotato di tutte le misure di protezione necessarie, dal lunedì alla domenica con orario 10.00 – 19.00 (ultimo accesso alle ore 18.00). Il primo sabato del mese l’ingresso sarà gratuito (il prossimo sarà l’8 maggio). Dal 4 maggio, l’unico giorno di chiusura tornerà ad essere il martedì.
Il Museo in questi primi mesi del 2021 non si è mai fermato e attraverso gli strumenti online ha offerto numerose iniziative seguite da 13.500 persone tra studenti e adulti tra gennaio e marzo. Il pubblico potrà ora tornare ad apprezzare dal vivo le sale del Museo e alcune novità come la futuristica postazione di intelligenza artificiale “Test & Fun”, che consente di conversare con For & Mica – le due mascotte del Museo – e scoprire la propria relazione con il denaro e il risparmio e la nuova app “Il tesoro di Mika” per esplorare le sale del Museo in maniera divertente e interattiva.
Continuano inoltre le attività didattiche online per adulti e scuole. Tra queste le iniziative di Cybersecurity del ciclo “DRIZZA LE ANTENNE”, progetto educativo sviluppato dal Museo in collaborazione con la Divisione Cybersecurity di Intesa Sanpaolo, che si prefigge di sensibilizzare gli studenti sulla cultura della sicurezza informatica e sulla protezione dei propri dati negli acquisti online e nei pagamenti digitali; i nuovi percorsi di S.A.V.E. Virtual Tour per sensibilizzare i giovani all’uso consapevole delle risorse finanziarie e ambientali, all’economia circolare e all’inclusione sociale, dedicati alle scuole di ogni ordine e grado; gli innovativi contenuti divulgativi rivolti alle donne, collegati alla brochure “NON SOLO CAPELLI – Cura di sé e cura del denaro” e per bambini, come la favola ARCO E IRIS IN SUD AMERICA, ispirata alla collezione di salvadanai e disponibile sul sito del Museo.
Martedì 27 aprile alle ore 18:00 è inoltre in programma una diretta sul profilo Instagram del Museo del Risparmio https://www.instagram.com/mdr_torino con la Direttrice Giovanna Paladino che dialogherà con Diara Diallo, blogger e curatrice del sito https://www.reginedidenari.it/, sui temi collegati alla nuova brochure del Museo del Risparmio “NON SOLO CAPELLI – Cura di sé e cura del denaro”.
Il Museo del Risparmio è l’iniziativa di educazione finanziaria di Intesa Sanpaolo. È aperto dal 2012 ed è membro fondatore dell’International Federation of Finance Museums (IFFM), una rete internazionale di musei, privati e pubblici, dedicati al tema della finanza e con interesse all’educazione finanziaria.
Per informazioni o iscrizioni ai corsi: INFO@museodelrisparmio.it
Confagricoltura ricorda che il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra. Tra gli obiettivi indicati dall’ONU per lo sviluppo sostenibile, insieme all’efficientamento delle reti di distribuzione di acqua potabile, al trattamento in modo sicuro delle acque reflue, alla raccolta differenziata di rifiuti urbani, alla protezione delle aree terrestri e marine, vi è l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Pur considerando l’aumento dei costi per quanto riguarda la manodopera e i trasporti che si è registrato negli ultimi mesi, le spese per la realizzazione dei parchi solari – i pannelli fotovoltaici installati a terra – sono in calo da diversi anni.
Nell’ultimo decennio si è registrato un calo dell’80% dei prezzi dei moduli FOB (Free on board) dalla Cina, su base dollaro per watt, da oltre 1 dollaro per watt del 2011 a 0,22 dollari degli ultimi mesi. Esiste perciò un rinnovato interesse da parte di numerosi operatori, anche in Piemonte, verso la produzione di energia rinnovabile mediante la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra su suolo agricolo.
Per Confagricoltura la materia dei parchi solari, regolata anche dalla Regione Piemonte con una deliberazione della giunta regionale del 14 dicembre 2010, deve essere ridiscussa alla luce dell’evoluzione del quadro generale di riferimento.
“Attualmente nella nostra regione – chiarisce il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro – non è possibile realizzare impianti fotovoltaici a terra soltanto sui terreni che, in aree classificate agricole dai Piani Regolatori comunali, ricadano nella prima e seconda classe di capacità d’uso del suolo”.
Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha scritto una lettera al presidente della Regione Alberto Cirio e agli assessori all’Agricoltura Marco Protopapa e all’Ambiente Andrea Marnati per sottolineare che è necessario “contemperare l’esigenza di diffusione degli impianti per la produzione di energia rinnovabile, sostenuta dalle politiche europee e nazionali, con la salvaguardia degli interessi agricoli, ambientali e paesaggistici. Per questi motivi – ha affermato Allasia – occorre promuovere un confronto per individuare le iniziative da adottare per assicurare la transizione verso un nuovo modello energetico sostenibile, nell’interesse del territorio e della società piemontese”.
“ll centro per l’intelligenza artificiale sarà a Torino, come previsto”. Così su Facebook il viceministro dell’Economia, Laura Castelli.
Proesgue l’esponene di M5S al governo: “Con le modifiche apportate il Pnrr prevede bandi per identificare le città Campioni Nazionali di R&S,’tenendo conto delle mappature precedenti’. Ciò nel rispetto di quanto deciso dal Consiglio dei Ministri del 4 settembre 2020, permette a Torino di vedere assegnato direttamente il I3A. Dunque i bandi interverranno solo dove non sono state fatte scelte precedenti. Torino sarà quindi la sede dell’I3A”.
Andrea Notari, Presidente Giovani Confindustria Piemonte: “Saprà ben rappresentare la nostra visione e le nostre priorità a livello nazionale”
Il biellese Christian Zegna è stato eletto oggi nel Consiglio Generale di Confindustria. Zegna, 36 anni, sarà uno dei cinque Giovani Imprenditori che rappresenteranno il Movimento GI nel COGE.
“Sono onorato dell’incarico che mi è stato affidato e ringrazio in modo particolare il presidente Andrea Notari e i Giovani imprenditori piemontesi – afferma Zegna – Credo fortemente nell’impegno degli imprenditori all’interno del sistema confindustriale per rappresentare le istanze delle imprese ed essere uno strumento del cambiamento in modo concreto, in particolare anche per il territorio biellese che rappresento. Essere giovani, oggi, significa infatti avere la responsabilità di costruire un grande futuro, cogliendo tutte le opportunità che si presentano anche in un momento complesso e di grande transizione come quello che stiamo vivendo”.
“Sono certo che Zegna saprà rappresentare al meglio la visione e le priorità del nostro Gruppo a livello nazionale – commenta il Presidente dei Giovani Imprenditori Andrea Notari – È persona di grande valore e non possiamo che essere soddisfatti per la sua nomina. A lui i migliori auguri di buon lavoro!”.
Christian Zegna, è admin di Btrees, new media agency che ha fondato a Biella nel 2015. È presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale Biellese dal luglio 2020. Nel Consiglio di Presidenza dell’Unione Industriale Biellese gli è stata affidata la delega alla Digitalizzazio
Quanti mesi occorrono per la consegna di una Panda? Troppi.
Ed è anche peggio per altri modelli ex Fiat ed ora Stellantis. Colpa della componentistica, spiegano negli autosaloni ed anche alcune fonti aziendali. E, conoscendo il mondo Fiat, la prima risposta che viene in mente è: “Provate a pagarli, i fornitori, e poi magari i componenti arrivano”…
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Crolla la produzione di auto in Europa: la Cina si è accaparrata i semiconduttori