ECONOMIA- Pagina 27

Rivoluzione Turismo, torna la storica legge regionale: investimenti su hotel, B&B e agriturismi

Cirio e Bongioanni: «Alberghi, B&B, agriturismi, campeggi, villaggi, rifugi: un programma da quasi 16 milioni di euro a sostegno delle imprese turistico-ricettive. Così il Piemonte turistico torna a investire, innova e cresce»

Dopo quindici anni torna in campo la Legge Regionale 18/99, una pietra miliare che all’inizio degli anni Duemila ha trasformato radicalmente il panorama turistico piemontese, preparando il territorio all’appuntamento con le Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Oggi, quella stessa legge viene riscoperta e rilanciata in chiave moderna con una nuova programmazione da quasi 16 milioni di euro, segnalando un momento rivoluzionario per lo sviluppo turistico del Piemonte.

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale al Turismo Paolo Bongioanni hanno annunciato l’attivazione del nuovo bando 2025, che mette a disposizione 15.870.000 euro a fondo perduto a favore delle piccole e medie imprese ricettive piemontesi.

Il contributo regionale coprirà il 50% degli investimenti ammissibili (da un minimo di 20.000 a un massimo di 120.000 euro), garantendo un sostegno effettivo tra i 10.000 e i 60.000 euro per ciascun progetto. L’iniziativa è rivolta a una vasta gamma di strutture: alberghi tradizionali e diffusi, condhotel, residenze turistico-alberghiere, b&b, affittacamere, locande, agriturismi con ospitalità, campeggi, glamping, villaggi turistici, rifugi alpini ed escursionistici, residence e case vacanza.

Grande soddisfazione da parte del presidente Cirio, che sottolinea il valore strategico della misura:

«È il ritorno della legge che negli anni Duemila, assieme alla “gemella” Legge 4 destinata ai Comuni ed enti locali, ha consentito il salto di qualità e competitività all’offerta turistica del Piemonte in vista dei Giochi invernali del 2006 e che oggi rimettiamo a disposizione del territorio.
Nel 2021 – in periodo pandemico – ci siamo avvalsi della Legge 18 per finanziare il Bonus Turismo, che ha rappresentato un ristoro eccezionale alle imprese turistiche colpite dal Covid, e nel 2022 ha finanziato in modo mirato le strutture per il turismo outdoor.
Un bando così completo non veniva più concepito e lanciato dal 2010: oggi si è rivelato lo strumento più efficace per sostenere il Piemonte turistico nel compiere un nuovo salto in avanti».

Anche l’assessore Bongioanni evidenzia l’impatto significativo dell’iniziativa:

«Questo intervento, che ritorna dopo tanti anni, è pensato per qualificare sempre più verso l’alto la nostra offerta ricettiva. Il primo biglietto da visita che diamo al turista quando viene a trovarci è la qualità della nostra ricettività.
Sappiamo quanto sia fondamentale nel marketing turistico il passaparola: e quindi nell’accoglienza ci giochiamo una fetta importante dell’appeal di un territorio straordinario come il nostro.
Questo bando mette l’impresa turistica al centro. Allo stesso modo intendiamo declinare le nuove misure che andremo a innervare a partire dal prossimo autunno, destinate a un obiettivo collegato e altrettanto importante per lo sviluppo del nostro turismo che è quello della promozione, dove lavoreremo per prodotto e con al centro la redditività dell’impresa».

Il bando, in uscita a fine luglio con scadenza al 30 settembre, rappresenta una leva potente per la rigenerazione dell’intero comparto turistico piemontese. Saranno ammissibili anche nuove imprese (purché non prevedano nuove costruzioni), con l’obiettivo di valorizzare le strutture esistenti, promuovendo interventi come:

  • miglioramento e riqualificazione degli spazi interni ed esterni;

  • aumento della capacità ricettiva;

  • introduzione di servizi dedicati alle famiglie;

  • abbattimento delle barriere architettoniche;

  • efficientamento energetico;

  • realizzazione di aree wellness, bike room, spazi outdoor e aree bimbi.

Con questa iniziativa, la Regione Piemonte rilancia uno strumento storico ma profondamente attuale, ponendo le basi per una nuova fase di crescita turistica, fondata su qualità, sostenibilità e centralità dell’impresa.

Confagricoltura: “Soppresse le aree inidonee al fotovoltaico”

 

Occorrono subito norme chiare per le energie rinnovabili e la tutela delle produzioni di pregio

 

 

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che, di fatto, apre alla possibilità di realizzare impianti fotovoltaici a terra anche in aree agricole di elevato interesse agronomico, le produzioni di eccellenza della nostra regione potrebbero essere a rischio.

 

Il 14 luglio scorso, con la sentenza n. 6160/2025, il Consiglio di Stato ha soppresso gli articoli delle due delibere della Regione Piemonte che vietavano la collocazione di impianti fotovoltaici nelle aree agricole di elevato interesse agronomico (areali individuati dai disciplinari delle produzioni agricole D.O.P., I.G.P., D.O.C., D.O.C.G. e terreni agricoli ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d’uso del suolo). Questo provvedimento, insieme a quello del Tar del Lazio, che in parte annulla il decreto interministeriale che disciplina l’individuazione delle superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili, crea un vuoto normativo in cui potrebbero più facilmente inserirsi speculazioni dannose per le produzioni agricole, ma anche per gli agricoltori stessi che volessero diversificare le attività aziendali con l’introduzione del fotovoltaico.

 

La produzione di energia sta diventando un elemento sempre più importante nell’economia delle imprese agricole – afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemontesu questa materia, come associazione agricola, abbiamo però sempre avuto una posizione molto chiara, l’azienda deve poter compiere le sue scelte imprenditoriali in piena autonomia, all’interno di una cornice normativa stabile e omogenea che consenta lo sviluppo delle energie rinnovabili e la tutela delle produzioni senza dare spazio a manovre puramente speculative, che rischiano di sottrarre all’agricoltore la disponibilità dei suoi terreni, oltre ad avere un impatto molto forte in termini paesaggistici e di consumo di suolo”.

 

Occorre pertanto riaprire al più presto un confronto, a livello nazionale e regionale, che possa portare alla definizione di una normativa equilibrata per lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili. Da questo punto di vista, anche le sentenze del Consiglio e del TAR non devono essere viste in modo del tutto negativo, perché vanno nella direzione di armonizzare lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili sull’intero territorio nazionale, come da sempre richiesto da Confagricoltura.

Casa, sprint in Piemonte +14% le compravendite nel primo trimestre, a Torino +12%

L’ANALISI DI FIAIP

  • In Piemonte vendute 15.537 case: Cuneo in testa (+38%), Asti giù (-1,5%)
  • Nel torinese 8.200 abitazioni vendute: oltre metà del mercato regionale
  • Aumento del 5% delle vendite nelle zone periferiche
  • Prezzi in aumento tra 1 e 2%

Il mercato immobiliare in Piemonte apre il 2025 con un deciso segnale positivo. Nel primo trimestre dell’anno sono state vendute 15.537 abitazioni su tutto il territorio regionale, registrando un aumento del 14% rispetto allo stesso periodo del 2024 (quando le compravendite erano state 13.630).

Torino si conferma locomotiva del mercato: nella sola provincia si contano 8.191 transazioni (+13,7%), suddivise tra 3.583 immobili venduti nel capoluogo (+12,2%) e 4.608 nel resto dell’area metropolitana (+15%).

L’analisi, condotta da Fiaip Piemonte (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) su dati provvisori dell’Agenzia delle Entrate, mostra un trend positivo in tutte le province piemontesi, ad eccezione della città di Asti, in leggera flessione (-1,5%). Tuttavia, il resto del territorio astigiano ha segnato un’impennata con un +27,4%.

“L’avvio del 2025 segna una ripresa concreta del mercato immobiliare – spiega Marco Pusceddu, presidente di Fiaip Piemonte –. Un trend già in atto sul finire del 2024, che ha beneficiato del calo del costo del denaro da parte della BCE e della conseguente riduzione dei tassi di interesse, con il fisso tornato vantaggioso per chi pianifica investimenti di lungo periodo.”

Nel 2024, il Piemonte aveva chiuso con un incremento dell’1% nelle compravendite. “Un risultato nient’affatto scontato, considerando che il primo semestre aveva segnato un -3,8% – sottolinea -. Grazie alla graduale riduzione dei tassi sui mutui, il secondo semestre ha registrato un rimbalzo del +5,4%”.

“Il 2025 si è aperto con slancio – continua Pusceddue se i tassi rimarranno stabili e il contesto economico non subirà scosse, il mercato potrà tornare davvero promettente.”

TORINO: il cuore del mercato regionale

Con 8.191 transazioni, l’area torinese rappresenta più della metà del mercato regionale. Torino città ha registrato 3.583 vendite nel primo trimestre del 2025 (+12,2%), mentre la provincia si distingue con 4.608 compravendite (+15%).

Un risultato – sia per Torino sia per il Piemonte – che supera la media nazionale, dove l’incremento è stato dell’11,2% con 172mila compravendite concluse nei primi tre mesi dell’anno.

“Il risveglio del mercato è iniziato nella seconda metà del 2024 e ha permesso a Torino di chiudere l’anno con un +1,6%commenta Claudia Gallipoli, presidente di Fiaip Torino –. La stabilità dei tassi ha dato nuova fiducia ai compratori, molti dei quali avevano rinviato l’acquisto per timore di condizioni sfavorevoli.”

“Questi volumi di compravendite raccolgono quindi anche le intenzioni di acquisto di chi ha temporeggiato, spaventato dai continui rialzi dei tassi d’interesse, che avevano caratterizzato il 2023 e buona parte del 2024 – sottolinea la presidente -. In tanti non trovavano conveniente comprare casa, soprattutto se dovevano cambiare la prima casa, rischiando di avere rate del mutuo più care rispetto a quelle che già pagavano”.

Il segmento più dinamico resta quello degli immobili di dimensioni medio-piccole. Il trilocale è il formato più richiesto, con superfici tra i 50 e gli 85 metri quadri. Seguono gli appartamenti fino a 115 mq. Al contrario, le metrature superiori ai 120-140 mq trovano più difficoltà a intercettare la domanda.

“La cautela degli acquirenti è legata, da un lato, al calo del potere d’acquisto, a causa dell’aumento dei prezzi, dall’altro, all’incertezza economica e geopolitica – sottolinea Gallipoli –. Chi compra cerca soluzioni sostenibili, evitando di esporsi troppo con cifre importanti e mutui alti”.

Prezzi e tempi di vendita: il termometro degli agenti.

Un sondaggio tra gli agenti immobiliari aderenti a Fiaip Torino conferma la crescita: il 74% degli intervistati segnala un aumento delle compravendite, mentre l’80% osserva un incremento dei prezzi tra l’1% e il 2% rispetto al 2024.

Per quanto riguarda i tempi di vendita, il 40% indica entro i 90 giorni, mentre il 60% riferisce trattative che si concludono entro sei mesi.

“I tempi restano contenuti solo se il prezzo richiesto è allineato al mercato e allo stato dell’immobile – avverte GallipoliOggi ristrutturare costa molto, questo frena l’interesse per le case da rimettere a nuovo.”

Domanda in crescita in periferia e nei quartieri riqualificati.

Gli agenti immobiliari segnalano un aumento del 5% delle vendite nelle zone periferiche della città. Le aree più richieste sono Lingotto, Mirafiori, Parella-Aeronautica, Borgo Vittoria, Parco Dora e Valdocco, tutte interessate da recenti interventi di riqualificazione urbana.

Rinnovato interesse anche per l’area nord-est di Barriera di Milano, in particolare tra piazza Respighi e via Porpora, grazie alla presenza di immobili ristrutturati. Restano penalizzate meno attrattive invece le aree verso corso Vercelli e corso Novara, fino al quartiere Aurora. Alcune perplessità sono state espresse dagli abitanti sul progetto della nuova Moschea.

Grande attenzione anche alla rigenerazione dell’ex Manifattura Tabacchi, destinata a ospitare un nuovo polo universitario e il tracciato della futura Metro 2. Vivacità anche per l’area attorno al nuovo centro commerciale ToDream, lungo corso Romania, e per i quartieri limitrofi da Barca e Bertolla fino a Settimo Torinese.

LE PROVINCE: tutte in crescita, spicca il Cuneese.

Nel dettaglio provinciale, tutte le aree del Piemonte registrano un aumento delle compravendite:

Cuneo: +25% con 1.991 case vendute (Cuneo città +38%, provincia +24%)

Asti: +15,8% e 730 vendite (Asti città -1,5%, provincia +27,4%)

Torino: +13,7% e 8.191 vendite (Torino città +12,2%, provincia +15%)

Novara: +12,1% e 1.250 vendite (Novara +22,9%, fuori porta +8,4%)

Verbano-Cusio-Ossola: +11,9% e 623 vendite (Verbania +1,3%, resto provincia +14,2%)

Alessandria: +11% e 1.545 vendite (Alessandria città +22,3%, provincia +7,8%)

Vercelli: +7,3% e 557 vendite (Vercelli città +7,2%, provincia +7,4%)

Biella: +4,4% e 650 vendite (Biella città +11,1%, provincia +1,4%)

Imprese piemontesi più internazionali e competitive con il “Voucher Certificazioni”

È stato pubblicato il bando “Voucher certificazioni PMI per competitività e sostenibilità”, disponibile al seguente link: https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/voucher-certificazioni-pmi-competitivita-sostenibilita.

Si tratta di una misura strategica promossa dalla Regione Piemonte e gestita da Unioncamere Piemonte, che mette a disposizione 8,4 milioni di euro – di cui 8 milioni provenienti dal Programma Regionale FESR 2021–2027 e 400.000 euro dal sistema camerale piemontese – per sostenere le micro, piccole e medie imprese nell’ottenimento di certificazioni volontarie in ambito tecnologico, ambientale e di innovazione sostenibile.

L’iniziativa mira ad accompagnare il sistema produttivo piemontese in un percorso di crescita orientato alla qualità, alla transizione ecologica e all’apertura verso nuovi mercati.

“Con questo bando – affermano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano – rafforziamo concretamente il nostro sostegno alla crescita delle imprese, incentivando i percorsi di certificazione come strumento strategico per la competitività, l’internazionalizzazione e la sostenibilità. Il nostro impegno è rendere sempre più qualificato e riconosciuto il tessuto produttivo piemontese, pronto ad affrontare le sfide ambientali e tecnologiche grazie alle opportunità offerte dalla transizione verde e digitale”.

Il bando prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto e sarà attivo dal 15 ottobre 2025 alle ore 11:00 fino al 30 ottobre 2026 alle ore 16:00.

“L’introduzione dei ‘Voucher certificazioni PMI’ rappresenta un passaggio chiave per migliorare la competitività delle nostre imprese – sottolinea il presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia –. Sosteniamo con convinzione questa misura, che accelera l’adozione di standard riconosciuti e facilita l’ingresso nei mercati. Le certificazioni volontarie nei campi tecnologico, ambientale e dell’innovazione sostenibile sono strumenti essenziali per la riconversione verso settori ad alto valore aggiunto. In particolare, l’attenzione verso le certificazioni ambientali ed ESG è cruciale per promuovere un modello produttivo più green, un impegno che il sistema camerale piemontese continua a perseguire con determinazione. Invitiamo pertanto tutte le PMI a cogliere questa importante opportunità per rafforzare il proprio sviluppo e posizionamento competitivo”.

Per presentare la misura è stato organizzato un webinar informativo gratuito che si terrà giovedì 24 luglio 2025 alle ore 11. Per partecipare è obbligatorio iscriversi al link https://piemontedesk.pie.camcom.it/scheda-webinar

Nel mese di settembre inoltre si terrà un ciclo di incontri territoriali informativi in diverse province piemontesi. Questo il calendario delle riunioni:

  • Cuneo – 17 settembre 2025, ore 11:00
    Camera di Commercio di Cuneo, Via Emanuele Filiberto 3

  • Biella – 18 settembre 2025, ore 11:00
    Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, Via Aldo Moro 15

  • Torino – 23 settembre 2025, ore 09:30
    Fondazione Circolo dei Lettori, Via Bogino 9

  • Alessandria – 3 ottobre 2025, ore 11:00
    Camera di Commercio Alessandria-Asti, Via Vochieri 58

Irpef regionale, la manovra in commissione

L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano ha presentato in prima Commissione la manovra sull’Irpef regionale. “In vista della riduzione da 4 a 3 scaglioni, è stato necessario rivedere le percentuali”, ha spiegato nell’ambito delle sedute dedicate all’assestamento di Bilancio.
Nella seduta odierna, sul provvedimento generale, sono stati presentati 220 emendamenti dalle opposizioni appunto per la discussione in Commissione.
Tronzano ha detto che “per prepararci al passaggio a tre scaglioni chiesto da Roma e che comporta minori entrate per 150 milioni circa, abbiamo deciso di non incidere sulle fasce più deboli: infatti sino a 15mila euro l’anno lasciamo la situazione invariata. Poi, siccome non godiamo ad aumentare le tasse e non avremmo mai voluto farlo, abbiamo operato ritocchi minimi e viene fatta per la prima volta una programmazione triennale che salvaguarda il bilancio regionale e consente di diminuire le tasse nel 2028. Del resto molte altre Regioni si sono trovate costrette ad assumere provvedimenti analoghi”.
In sintesi, “fino a 15mila si continueranno a pagare 243 euro, da 14 a 28mila (45% della popolazione), si passerà da 371 a 404 euro; da 28 a 50mila euro si va dai 685 euro attuali a 791 euro”. Resta invariata, perché già massima, l’aliquota per chi supera i 50mila euro lordi l’anno di reddito.
“Nel piano triennale – ha aggiunto l’assessore – abbiamo già deciso una riduzione delle aliquote che comporterà una perdita di gettito pari a circa 50 milioni di euro, per confermare come questa manovra sia solo temporanea”.
Nel corso della discussione generale Alice Ravinale(Avs) ha detto che sarà necessario “prenderci del tempo per avere un quadro chiaro per entrare nel merito”.
Sarah Disabato (M5s) si è detta contraria “su questo tipo di revisione dell’Irpef. Volete aumentare il gettito, non ci sono altre vie per evitarlo?”
Fabio Isnardi (Pd): ha domandato “se sia stata valutata una soluzione alternativa. Solo l’8% della popolazione piemontese dichiara più di 45 mila euro. Bisognerebbe fare qualcosa per recuperare da qualcuno che è troppo furbo”.
Il presidente della Commissione Roberto Ravello(Fdi) ha ricordato che sul recupero fiscale è già stato fatto molto.
Carlo Riva Vercellotti (Fdi) ha fatto notare “un lavoro importante sull’evasione da parte del Governo” e che “non sfugge a Tronzano l’importanza di farlo anche come Regione. Sull’assestamento la Corte dei conti ha dato un giudizio favorevole per cui è bene andare avanti in questa direzione”.
Gianna Pentenero (Pd) ha affermato: “Eviterei di fare riferimenti al passato. La parte libera del bilancio è piccola e il bilancio è ingessato da sempre”.
In precedenza l’assessore Maurizio Marrone aveva informato i commissari circa l’assestamento di Bilancio in relazione alle proprie deleghe. La prima Commissione, riunita inizialmente in legislativa, ha anche approvato all’unanimità la legge, primo firmatario Davide Nicco, che porta da 7 a 10 i componenti del Comitato scientifico dell’Ires Piemonte. Continueranno a essere nominati dal “Consiglio di amministrazione, assicurando la presenza delle diverse aree culturali e scientifiche”. La norma, ha sottolineato Ravinale (Avs), deve anche essere “sprone a garantire maggiore equilibrio nella rappresentanza di genere all’interno del Comitato, oggi composto da soli uomini”.

Sette nuovi poli per Torino città del lavoro

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Sette nuovi poli per l’occupabilità andranno aggiungersi a quello di via Braccini, mettendo così a disposizione di ogni circoscrizione cittadino uno sportello dedicato alle persone in cerca di occupazione e alle imprese. Entro l’autunno, grazie ad un investimento di oltre 4milioni di euro, partiranno cantieri di lavoro per l’inserimento di 417 persone disoccupate, mentre all’inizio del prossimo anno, con un investimento di quasi 2milioni, apriranno incubatori per l’inclusione dedicati a giovani fino a 35 anni in condizioni di svantaggio. Le micro e piccole imprese sociali hanno tempo fino ad ottobre per partecipare ad un bando che mette a disposizione 2milioni e mezzo di euro per il sostegno a progetti di innovazione legati all’efficientamento energetico e alla riduzione di emissioni Co². È in corso un servizio dedicato all’incontro tra domanda e offerta di lavoro per persone destinatarie di misure penali alternative alla detenzione mentre con l’anno scolastico si è chiusa l’attività di formazione di quasi 3mila studenti degli istituti superiori sulla sicurezza sul lavoro.

Sono alcuni dei progetti che la Città di Torino mette in campo nell’ambito delle politiche per il lavoro con l’obiettivo di favorire l’occupazione, in modo particolare per persone e categorie svantaggiate. Ma l’amministrazione è al lavoro anche su una più ampia piattaforma di contenuti, per costruire insieme a tutte le istituzioni e i portatori di interesse coinvolti uno strumento strategico per affrontare le sfide del mondo del lavoro e dell’occupazione con azioni concrete e coordinate.

Se ne è discusso ieri pomeriggio al Polo del ‘900 nel corso del seminario “Torino Città del Lavoro. Prospettive e strategie condivise per costruire un futuro e uno sviluppo giusto” promosso dall’assessorato al Lavoro dell’amministrazione comunale. Dopo una prima sessione istituzionale che ha visto gli interventi del sindaco Stefano Lo Russo, dell’assessore alle Attività Produttive della Regione Piemonte Andrea Tronzano, del presidente della Camera di commercio di Torino Massimiliano Cipolletta, della consigliera con delega alle Attività Produttive della Città Metropolitana Sonia Cambursano, degli assessori all’Innovazione e al Commercio della Città Chiara Foglietta e Paolo Chiavarino e l’illustrazione dei contenuti della piattaforma da parte della vicesindaca con delega al Lavoro Michela Favaro. Gli spunti sono stati articolati su cinque linee di intervento tematiche ovvero “La città del lavoro giusto, dignitoso, sicuro”; La città del lavoro adatto a tutte e tutti”; “La città del saper fare”; “La città che attrae”; “La città del capitale umano”.

“Nel corso degli ultimi mesi – spiega Favaro –, su impulso della mozione approvata dal Consiglio Comunale lo scorso mese di marzo, abbiamo avviato un confronto partecipato con stakeholder istituzionali, economici, sociali e formativi del territorio che ci ha consentito di raccogliere analisi, istanze e contributi sui temi dello sviluppo, del lavoro e dell’occupazione, favorendo la costruzione di un quadro condiviso delle principali criticità e delle opportunità emergenti. E da questa analisi che vogliamo partire, con il supporto dei dati dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro Torino (OMLT), per individuare nuove azioni concrete per affrontare le crisi occupazionali e industriali con strumenti integrati, promuovere un lavoro dignitoso, sicuro e inclusivo, valorizzare il capitale umano, potenziare il tessuto economico e imprenditoriale al fine di indirizzare l’orientamento scolastico e formativo verso le professionalità più richieste, attrarre investimenti e rafforzare la competitività del territorio. Vogliamo costruire un linguaggio comune per una Torino città del lavoro”.

Dopo la presentazione dei contenuti si sono aperti i tavoli con i portatori di interesse intervenuti (rappresentanti del mondo delle istituzioni, delle imprese, delle organizzazioni sindacali e datoriali) per il workshop dal titolo “Produrre Città. Gli spazi per il lavoro nella Torino che verrà” organizzato nell’ambito della campagna di ascolto per la redazione del nuovo piano regolatore generale “Voci di Quartiere” con lo scopo di approfondire problemi e questioni che legano i cambiamenti del mondo del lavoro al disegno della Torino di domani.

TORINO CLICK

Monferrato Green Farm diventa Fiera nazionale

DAL 3 AL 5 OTTOBRE 2025
La Fiera del Verde e dell’Agricoltura diventa Fiera Nazionale Molte novità all’insegna dell’Innovazione nella Continuità. Da venerdì 3 a domenica 5 ottobre prossimi, il Polo Fieristico Riccardo Coppo di Casale Monferrato ospiterà Monferrato Green Farm terza
edizione.
L’innovativa Fiera del Verde e dell’Agricoltura che vede il coinvolgimento al loro ‘servizio’ degli altri comparti produttivi, artigianato, industria e commercio in una prospettiva di crescita del territorio sostenibile per l’ambiente, dopo il successo delle prime edizioni,quest’anno
si fregerà per la prima volta della qualifica di Fiera Nazionale e, pertanto, inserita a pieno titolo nel calendario 2025 delle Fiere Nazionali della
Regione Piemonte. Ad organizzarla è la società casalese D&N Eventi Srl
in collaborazione con Comune di Casale Monferrato, Confartigianato Imprese Alessandria, Unione dei Comuni della Valcerrina e Associazione Comuni del Monferrato.
La Mostra quest’anno, mantenendo solido l’impianto che ha avuto gradimento nelle passate edizioni di pubblico, espositori, istituzioni,
presenta alcune importanti novità che la renderanno più ancor a portata dei visitatori, conservando però momenti di alto profilo scientifico, il tutto all’insegna della
‘INNOVAZIONE NELLA CONTINUITA’
Al lavoro, in vista dell’evento, c’è uno staff che vede alcune importanti novità a partire dal direttore tecnico Elena Maggiora, astigiana, che vanta un’esperienza quasi ventennale nel mondo dell’agricoltura. La mostra propone oltre alla presenza di numerosi stand, corsi e laboratori,
conferenze e convegni, ristorante e birrificio, tipicità alimentari ed è a ingresso gratuito.

Orari
Venerdì 17 – 23
Sabato/Donenica: 10.30/23

Giovani e orientamento: a Torino arrivano gli Open Day di Gi Group

 Dalla stesura del primo CV ai percorsi formativi post-diploma, dai “lavoretti estivi”, spesso un’occasione di crescita nonché una prima forma di guadagno per i giovani, alle opportunità professionali del territorio.

Il prossimo 23 luglio, nella filiale di Corso Francesco Ferrucci si svolgerà infatti l’“Open Day 2025” di Gi Group, che aprirà le porte a neodiplomati e a neodiplomate, ma anche a universitari e a tutti coloro che stanno valutando nuove opportunità formative e professionali, per organizzare gratuitamente momenti di confronto dedicati.

L’Open Day permetterà alle ragazze e ai ragazzi, affiancati da recruiter professionisti, di comprendere il funzionamento dei processi di selezionequali competenze vengono valutate positivamente in un candidato e capire come costruire il proprio percorso di avvicinamento al mondo del lavoro.

Spazio anche ad approfondimenti sulle opportunità di specifici settori ad elevata richiesta di professionalità sul territorio, come l’ambito retail.

L’iniziativa proseguirà anche nei mesi di settembre e ottobre per fornire ulteriore supporto ai giovani nella costruzione del proprio futuro.

Per partecipare: https://www.gigroup.it/offerte-lavoro/?job=OPEN+DAY

Gli Open Day coinvolgeranno complessivamente oltre 90 filiali di Gi Group in tutta Italia, rafforzando l’impegno dell’agenzia per il lavoro nell’ambito della formazione e orientamento. Nell’anno scolastico 2024-2025, Gi Group ha infatti incontrato oltre 22.100 studenti in tutta Italia coinvolgendoli in percorsi di orientamento che hanno visto il contributo di più di 200 docenti, per un totale di oltre 34.000 ore e oltre 240 scuole e università raggiunte.

Giada Donati, Central Delivery Director di Gi Group, ha dichiarato Conoscere le opportunità formative e professionali post-diploma e sapere come muovere i primi passi nel mondo del lavoro, valorizzando le proprie aspirazioni e il proprio talento, sono fattori fondamentali per i ragazzi e le ragazze che concludono gli studi superiori. Questo a maggior ragione in un Paese come il nostro con un’elevata percentuale di NEET, dove la scuola non riesce a formare le figure richieste dal mercato del lavoro e dove l’orientamento spesso non supporta gli studenti e le loro famiglie verso una scelta consapevole per il futuro. Con questa iniziativa, che portiamo avanti da anni in molte delle nostre filiali, rafforziamo il nostro impegno per l’ascolto delle nuove generazioni e per accompagnare i giovani verso la realizzazione dei loro progetti professionali e di vita”.

cs

Crisi della moda artigiana in Piemonte: “Un’intera filiera a rischio scomparsa”

Il settore dell’artigianato moda in Piemonte è in forte difficoltà. Negli ultimi sei anni, il comparto ha visto la chiusura di 229 imprese: al 31 marzo 2019 erano 2.458, mentre al 31 marzo 2025 ne restano solo 2.229 (fonte: Unioncamere Piemonte). Un calo che solleva forti preoccupazioni sulla sopravvivenza di un’intera filiera produttiva, composta in larga parte da microimprese a conduzione familiare.

Il comparto dell’artigianato moda in Piemonte – che comprende tessile, abbigliamento, pelletteria, cuoio e calzature – continua a registrare segnali di sofferenza. Una crisi che non riguarda solo il contesto regionale, ma si riflette su scala nazionale, rendendo urgente un’attenta analisi delle dinamiche di mercato per individuare strategie di sostegno efficaci e concrete.

Le imprese del settore sono in gran parte realtà familiari, spesso tramandate da generazioni, e oggi si trovano in seria difficoltà. Il rischio concreto è la scomparsa di un’intera filiera produttiva artigianale, simbolo del saper fare italiano.

Secondo i dati di Unioncamere Piemonte, al 31 marzo 2019 – prima della pandemia – le imprese artigiane della moda attive in regione erano 2.458. Sei anni dopo, al 31 marzo 2025, ne restano 2.229: 229 aziende hanno cessato l’attività. Un segnale chiaro del progressivo indebolimento del comparto.

In Italia, la moda artigiana rappresenta una componente strategica dell’economia, con circa 60.000 imprese manifatturiere e oltre 600.000 addetti. Per questo motivo, diventa sempre più urgente un intervento mirato da parte del Ministero per contrastare la crisi in atto.

“La qualità delle nostre produzioni sono riconosciute in tutto il mondo e riteniamo che sia arrivato il momento di garantire una maggiore stabilità ad un marchio di alto valore come il Made in Italy – afferma Samantha Panza, Presidente Abbigliamento di Confartigianato Imprese Piemonte. Il settore ha retto il periodo pandemico, ma altre situazioni geopolitiche internazionali e le nuove misure imposte a livello europeo, anche sulla sostenibilità, stanno mettendo a dura prova la sua resilienza. Il Governo ha riconosciuto lo stato di crisi del settore, prova ne è la convocazione del Tavolo di Crisi del Sistema Moda convocato per il 6 agosto, ma la sfida è alta”.

Un appello forte arriva anche da Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte: “Al Ministero chiediamo, tra le altre, misure ad hoc per la salvaguardia dei livelli occupazionali, una politica mirata di sostegno al credito e disposizioni normative per agevolare l’implementazione di nuove tecnologie e strumenti digitali. Se vogliamo che il Made in Italy continui ad essere il fiore all’occhiello della produzione del nostro Paese ed un’eccellenza da esportare in tutto il mondo – dichiara Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – è necessario valorizzare e sostenere le aziende, soprattutto quelle di medie e piccole dimensioni, che garantiscono qualità, professionalità e l’artigianalità che tutti ricercano”.

Il sistema moda non è composto solo da grandi marchi. Come dimostra la realtà locale, esiste una rete capillare di piccoli artigiani che seguono l’intero processo creativo, dal disegno al taglio, realizzando capi unici. Creatività e qualità sono da sempre le leve vincenti per distinguersi, soprattutto di fronte alla concorrenza di aziende che sfruttano impropriamente il termine “artigianale” per prodotti importati o industriali, spesso realizzati senza il rispetto delle normative che vincolano invece i laboratori regolari.

Confartigianato ha portato al tavolo di confronto ministeriale una serie di osservazioni che evidenziano la natura strutturale della crisi. La rapida crescita dell’e-commerce ha penalizzato le imprese meno digitalizzate; l’inflazione e l’adeguamento delle condizioni di lavoro hanno inciso pesantemente sui costi; e l’accesso al credito rimane difficile per molte microimprese, che non soddisfano i requisiti richiesti dagli istituti bancari.

A ciò si aggiunge la concorrenza internazionale, in particolare quella proveniente da Paesi a basso costo del lavoro, che mette sotto pressione i produttori italiani. Le mutate abitudini dei consumatori, sempre più orientati verso l’abbigliamento casual e sportivo, stanno riducendo la domanda per capi tradizionali e di alta gamma, mentre cresce la diffusione del fast fashion, più accessibile ma meno sostenibile.

Nel contesto nazionale permangono inoltre sacche di illegalità, con laboratori clandestini che impiegano personale sottopagato e privo di tutele, generando una concorrenza sleale nei confronti di chi opera nel rispetto delle regole.

Infine, le normative europee sempre più stringenti in materia di sostenibilità e trasparenza impongono alle aziende adeguamenti onerosi, spingendo al contempo il mercato verso produzioni più etiche e green. Anche l’internazionalizzazione, pur rappresentando un’opportunità, richiede competenze e risorse che non tutte le realtà artigiane sono in grado di sostenere.

Una risposta istituzionale tempestiva e strutturata è oggi fondamentale per salvaguardare un patrimonio economico, culturale e occupazionale che rischia di essere irrimediabilmente compromesso.

Rapporto Montagne, Uncem: da Lanzo unità genera forza

NUOVI PERCORSI PER LA FORMAZIONE, LA SANITA’, LE SCUOLE DI MONTAGNA

Le scuole valorizzate in rete, gli infermieri di comunità garantiti con la Strategia delle Aree interne, una sinergia del Consorzio operatori turistici con la Val Maira, i medici di base con ambulatori in tutti i Comuni montani. E ancora, l’istituto agrario a Lanzo, nell’ambito dell’Albert che vede insieme anche alberghiero e scienze umane, per dire, le sfide della contemporaneità della montagna. Tutte in un solo istituto. Ma anche una Strategia di Green Community finanziata dalla Regione.

Sono alcune delle novità delle Valli di Lanzo, 25 Comuni, due Unioni montane, che il Rapporto Montagne Italia 2025 realizzato da Uncem per Rubbettino, nell’ambito del Progetto Italiae, traccia. È stato presentato stamani (domenica 20 luglio) a Lanzo, alla Caffetteria Turcet di Roberto Airola, in un partecipato “aperitivo letterario-montano”, con tutti i dati e le analisi del Rapporto, 800 pagine. Un ottimo dialogo tra attori territoriali. “Già perchè il libro non mette insieme solo numeri Istat – evidenzia il Presidente Roberto Colombero, alla guida di Uncem Piemonte – È un testo scientifico, tecnico, ma pure Politico. Dà strumenti e chiavi di lettura. Questa è la necessità. Per vincere le solitudini”. “Si vede l’esigenza del lavoro insieme – commenta il primo cittadino di Lanzo Fabrizio Vottero – e tanto stiamo facendo. Non da soli. Si vince insieme. Mi ritrovo perfettamente nel Rapporto che insiste su questo. Per una montagna molto moderna”.

“Tanto in queste valli è stato fatto negli ultimi dieci anni – sottolinea Tina Assalto, Assessore di Lanzo e dell’Unione montana, coordinatrice della Strategia d’area SNAI, Aree interne appunto, e montane – Perché se penso a sanità, ospedale di Lanzo, scuole, nulla era scontato. Molto abbiamo lavorato. I risultati ci sono. I soldi da soli non bastano, i finanziamenti sono vettori di opportunità e qui le abbiamo sempre colte. Dunque occorre proseguire, rafforzare il lavoro, con GAL per le imprese, sulle filiere forestali, sui servizi ecosistemici-ambientali. Se abbiamo i fondi ATO che permettono in Piemonte di intervenire contro dissesto e tutela delle fonti, è perché vi è stata una visione lunga e decisiva. Moderna. Proseguiamo anche per le foreste. Sostenendo le aziende, che sono solide”.

La Regione Piemonte apre strade decisive per il Paese. Le Politiche per le Montagne italiane sono nate qui. “Nuovi abitanti – rileva Gianna Pentenero, Consigliera regionale – hanno bisogno di sviluppo, di reti, di ridurre il divario digitale, di scuole. Il lavoro fatto sulle scuole di montagna è di grande esempio per il Paese intero. Ora il Piemonte deve lavorare a una bella importante legge sulle Unioni montane. Non abbiamo tempo da perdere. Va fatta con maggioranza e opposizione insieme. Ringrazio l’Uncem perché il Rapporto ci dà utili, importantissimi strumenti”. “Le imprese nate con il GAL – aggiunge il Presidente Claudio Amateis, Sindaco di La Cassa – sono preziose e solide. Fanno bene al territorio. Giusto dire che dove vi è solidità istituzionale, aggregazioni, lavoro insieme tra Comuni, con GAL e Unioni montane in sinergia, i dati economici e sociali sono migliori. La montagna innova. Fa bene”.

Lanzo ha promosso iniziative di legame con le Valli importantissime – spiega Marco Bussone, Presidente Uncem – Fa sinergia con le Valli. Non c’è una montagna più vera di altre perché più alta. Le sinergie si costruiscono verso Venaria e con Torino, tutti insieme. Su questo il Rapporto, con economisti, sociologi, antropologi, analisti, è chiaro. Insieme nel NOI si vince. Dunque rafforziamo i percorsi, anche di comunicazione e interazione con le comunità, come insegna nel Rapporto Uncem l’amico Nando Pagnoncelli. Abbiamo bisogno di relazioni e le Valli di Lanzo svegliano la Città di Torino. Pensiamo al treno ma non solo. Le relazioni qui sono evidenti. Vanno alimentate e forse rivoluzionate. Le Comunità montane dal 1970 e prima con i Consigli di Valle sono state decisive. Le Comunità marine ci copiano e fanno bene, costruiamo sinergie lobbiste, positive con loro. Si rafforzino in Regione le Unioni montane. Istituzioni certe, per un futuro di coesione. Piccoli e grandi Comuni insieme, senza guardare altitudini, ma bacini orografici e sistemi omogenei di scambio e flussi”. Ne sono convinti anche Gianni Giacomino, giornalista della Stampa e Antonello Micali, Direttore del Risveglio, storico settimanale locale. “Da cittadiino e operatore dell’informazione in questo territorio, voglio esprimere un grande ringraziamento aĺl’Uncem per lo straordinario lavoro svolto nel realizzare questo rapporto – evidenzia Micali – che aiuta ad affrontare, per organicità del metodo sociologico, sia quantitativo che qualitativo, la complessità delle sfide che affrontano le popolazioni metromontane e i loro territori. Una riflessione ulteriore, un lavoro così, un tempo oltre alle università  lo facevano i giornali, con inchieste monumentali che oggi per i noti motivi di semplificazione e velocità dell’informazione fanno più fatica a trovare posto in colonne e palinsesti soprattutto mainstream. Per fortuna ci sono però ancora testate che lo studiano e lo veicolano, in una sinergia che diventa servizio pubblico. Non a caso il presidente Uncem è un giornalista”.

I DATI DELLE VALLI DI LANZO NEL RAPPORTO MONTAGNE ITALIA 2025

Il saldo migratorio nelle Valli di Lanzo è positivo, aumenta. È in crescita. Del 4,4 per cento, dal 2009 al 2023. Un ottimo risultato, tra i migliori del Piemonte. Dal Rapporto emerge che le Valli di Lanzo hanno un tasso di occupazione del 44%, in linea con la montagna italiana, mentre è al 6,6% la disoccupazione maschile. Sono 8,3 le imprese ogni 100 abitanti, il 40% sono imprese artigiane, solo lo 0,5% sono cooperative, mentre una su cinque è a trazione femminile, il 10% sono di giovani. Il 7,4% sono straniere. Ogni chilometro quadrato vi sono 0,7 imprese agricole, per un valore aggiunto di oltre 19milioni di euro, facendo in modo che le imprese agricole incidano del 10% sul sistema economico. Oltre la metà del territorio, come descrive il Rapporto, è foresta. Un dato che ben conoscono le Valli di Lanzo, tra le protagoniste in Piemonte nell’attivazione di pianificazione, certificazione e filiere. Una rivoluzione verde, intensa e appassionata. Rispetto al turismo, nelle Valli di Lanzo vi sono 8,1 posti letto ogni cento abitanti e la durata media del soggiorno è di 2,4 giorni. Dati economici sotto la media nazionale: 17mila il PIL pro-capite, poco inferiore al reddito medio pro-capite che supera di poco i 20mila euro. Il Rapporto mette a confronto tutti i dati di tutti i territori piemontesi e nazionali. Una lunga analisi. Eccolo: https://uncem.it/uncem-presenta-il-rapporto-montagne-italia-2025/