ECONOMIA- Pagina 182

Confindustria e Unioncamere Piemonte: ritardi nelle infrastrutture per i rincari delle materie prime

PROSEGUE LA TRANSIZIONE PER LE INFRASTRUTTURE PIEMONTESI

ENTRO IL 2032 SARANNO ULTIMATE 33 GRANDI OPERE

GAY: “ACCELERARE SU REPERIMENTO FONDI ANCORA MANCANTI”

Il Rapporto 2022 dell’Osservatorio Oti sottolinea come rincari e approvvigionamenti difficoltosi hanno rallentato i cantieri. La progressiva stabilizzazione dei progetti di opere pubbliche rappresenta un’opportunità concreta di crescita per l’economia regionale e di riequilibrio per il settore edile

 

Il 2022 è stato un anno di transizione per le infrastrutture piemontesi. Hanno pesato i rincari delle materie prime e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento. È quanto emerge dal Rapporto 2022 dell’Osservatorio Oti di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, realizzato in collaborazione con la Regione Piemonte, che è stato presentato presso la sede di Confindustria Novara Vercelli Valsesia.

“Le opere più importanti sono ripartite. Parliamo della Pedemontana Biellese, dell’avanzamento della Tav e della Asti-Cuneo, ma anche di opere di rango inferiore. Dal Governo stiamo avendo un ottimo supporto e il dialogo è continuo e costante.  Da un punto di vista delle infrastrutture siamo in momento favorevole per la nostra regione, con una ricaduta positiva soprattutto per il lavoro e la viabilità” spiega Marco Gabusi, assessore ai Traporti e Infrastrutture della Regione Piemonte.

Il rapporto 2022 è stato esteso da 50 a 72 infrastrutture monitorate, aggiungendo 22 opere ritenute fondamentali dalle imprese piemontesi. Tra queste 6 sono finanziate dal Pnrr per 321,84 milioni, che si aggiungono alle altre 15 opere finanziate dal Pnrr già oggetto dei rapporti Oti degli anni passati. Tra le opere aggiunte, anche il Traforo del Monte Bianco perché da settembre sarà oggetto di piano di riqualificazione che determinerà la chiusura per quattro mesi l’anno fino al 2040. Pur riguardando in senso stretto la Valle d’Aosta, questo intervento viene monitorato poiché avrà inevitabilmente un impatto anche sulle infrastrutture piemontesi di collegamento tra Italia e Francia.

Il valore complessivo delle opere che dovrebbero essere concluse entro il 2032 ammonta a oltre 23 miliardi, pari a quasi due punti di Pil regionale per i prossimi dieci anni. Insieme alle proposte contenute nel piano industriale che abbiamo condiviso con la Regione nel 2021. Competenze e innovazione, accompagnate da infrastrutture materiali e immateriali finalmente al passo con i tempi, sono le condizioni indispensabili per rafforzare il percorso di crescita che questo territorio ha avviato subito dopo il lockdown. Diventa quindi necessario accelerare le procedure per reperire i 10 miliardi che al momento non sono ancora stati erogati su queste opere essenziali per il Piemonte” commenta Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.

“Dobbiamo ripartire da una nuova idea di territorio: un luogo di flussi e connessioni fatto di turisti, studenti, investitori, imprese e famiglie. In quest’ottica, puntando su digitalizzazione, nascita e rigenerazione d’impresa, sostenibilità ecologica, logistica e infrastrutture si potrà davvero contribuire allo sviluppo del territorio piemontese. Oti, in quest’ottica, ci permette di rafforzare il coordinamento degli interventi, aumentando l’efficienza del sistema. Dobbiamo realizzare ancora molte opere per dare impulso alle economie delle singole province: rilanciare gli investimenti vuol dire dare nuove chance di benessere alle nostre imprese e alle nostre famiglie” commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

Complessivamente delle 72 opere monitorate nel 2022: 23 risultano in linea con il programma, 20 hanno subito un ritardo nell’ultimo anno, 9 sono in grave ritardo, 17 sono ancora allo stadio di proposta e 3 sono infine concluse. Entro quest’anno l’Osservatorio Oti stima che saranno ultimati quattro cantieri: il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus; la seconda canna del tunnel del colle di Tenda; il potenziamento dell’interporto Domo 2 di Beura-Cardezza nel Verbano-Cusio-Ossola; la riapertura del collegamento tra il passante ferroviario del capoluogo e la linea Torino-Ceres. Sempre relativamente al 2023 a queste si aggiunge l’avvio dei lavori di adeguamento della linea ferroviaria tra Bussoleno ed Avigliana, che fanno parte dei lavori della parte italiana della Torino-Lione, per cui sarà lanciato un bando di avvio lavori sempre quest’anno. Entro il 2026, quando dovranno essere spesi tutti i 4,05 miliardi di euro destinati alle 16 infrastrutture piemontesi dal Pnrr. Nel 2030 se ne aggiungeranno altre otto, mentre nel 2032 verrà tagliato il nastro per quattro opere, portando il totale in dieci anni a 33 infrastrutture ultimate.

Quasi un terzo degli interventi che saranno ultimati entro dieci anni, riguardano il corridoio Mediterraneo che comprende: completamento della Torino-Lione ferroviaria; ripavimentazione della A4 Torino-Milano; il potenziamento del nodo ferroviario di Novara e della linea Acqui Terme-Ovada-Genova; il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus. Tre interventi ricadono sul corridoio Reno-Alpi con la conclusione nel 2025 del Terzo Valico, le bretelle ferroviarie merci sul nodo di Novara e il quadruplicamento della Tortona-Voghera. Ben sei opere insisteranno sui valichi alpini, due riguarderanno il sistema aeroportuale, dieci insisteranno sui nodi urbani, e infine nel 2026 si stima il completamento del piano per la Banda Ultralarga, che riguarda il sistema delle connessioni immateriali.

“Dopo i divieti introdotti dal dl 11/2023 sugli interventi legati ai bonus edilizi che potrebbero trasformarsi in un notevole rischio economico per migliaia di imprese, lo sblocco di opere infrastrutturali strategiche per il territorio, che nei prossimi dieci anni saranno numerose, rappresenta una boccata di ossigeno per il comparto edile e non solo. Le infrastrutture, oltre all’importante ruolo anticiclico per il settore delle costruzioni, rivestono un ruolo sociale con ricadute significative sull’economia regionale in termini occupazionali. Proprio in questa fase, è determinante dare attuazione agli investimenti del PNRR, senza che quest’ultimo venga rimesso in discussione, mettendo i Comuni – soprattutto quelli piccoli – e gli Enti appaltanti in condizione di acquisire liquidità per attuarne gli interventi che prevedono anticipazioni di cassa. Occorre inoltre intervenire sul caro materiali e sul caro energia con l’anticipazione alle stazioni appaltanti di una parte dei fondi richiesti nel 2022 e non ancora erogati” commenta la presidente di Ance Piemonte, Paola Malabaila.

Ad aprire i lavori è stato il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, che ha voluto ospitare la presentazione del Rapporto di Oti Piemonte per dibattere e portare all’attenzione dell’opinione pubblica che il Piemonte, è al centro dei traffici europei, e in particolare i territori nel novarese vercellese e biellese che in pochi anni grazie alla realizzazione di alcune nuove infrastrutture vedranno un’accelerazione della loro competitività anche internazionale.

Compravendita immobiliare, ecco il compromesso online

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Una notizia che certamente farà felici gli italiani è che dal 7 marzo, finalmente, è possibile registrare i preliminari di compravendita di una casa direttamente online.

Prima di comprare casa la regola d’oro è reperire quante più informazioni possibili sull’immobile e, soprattutto, accertarsi di effettuare l’acquisto dal legittimo proprietario.

Le verifiche sulla situazione catastale e ipotecaria dell’immobile vengono fatte dal notaio che redige l’atto di compravendita, ma non tutti sanno che anche noi cittadini possiamo fare tutta una serie di verifiche prima. L’Agenzia delle entrate mette infatti a disposizione dei cittadini alcuni strumenti pratici per conoscere la situazione dell’immobile che si intende acquistare o vendere.

Una volta controllato che sia tutto in ordine, è bene procedere al compromesso prima dell’acquisto finale e definitivo della casa.

Il contratto preliminare è un accordo tra venditore e compratore che si impegnano reciprocamente a stipulare un successivo e definitivo contratto di compravendita, con il quale avverrà il trasferimento del diritto di proprietà sulla proprietà in questione. Un atto durante la cui firma avviene di solito il pagamento di una caparra cosiddetta confirmatoria, che, nel caso (remoto) in cui il venditore si ritirasse dalla vendita, lo obbliga a restituire all’acquirente il doppio della cifra da lui ricevuta.

Il compromesso può essere stipulato, per esempio, quando non è possibile la vendita immediata, perché l’acquirente è in cerca di un mutuo oppure il venditore è in attesa che gli venga consegnata una nuova casa.

Il contratto preliminare deve essere redatto in forma scritta tramite scrittura privata, scrittura privata autenticata o atto pubblico e deve essere registrato entro 30 giorni dalla sottoscrizione. Se stipulato con atto notarile, ci pensa il notaio entro 30 giorni.

Per la registrazione del compromesso l’acquirente deve pagare: l’imposta di registro di 200 euro, indipendentemente dal prezzo della compravendita; l’imposta di bollo, nella misura di 16 euro ogni 4 facciate e comunque ogni 100 righe. Se il contratto è formato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata l’imposta di bollo è invece di 155 euro.

Quando il preliminare prevede un pagamento, è dovuta, inoltre, l’imposta di registro proporzionale pari: allo 0,50% delle somme previste a titolo di caparra confirmatoria; al 3% delle somme previste a titolo di acconto sul prezzo di vendita.

Per la trascrizione del preliminare è necessario che l’atto sia stipulato con l’intervento di un notaio. In questo caso, all’imposta di registro e all’imposta di bollo di 155 euro si aggiunge il versamento dell’imposta ipotecaria di 200 euro e delle tasse ipotecarie di 35 euro.

L’imposta pagata con il preliminare sarà poi detratta da quella dovuta per la registrazione del contratto definitivo di compravendita.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Giachino propone gli Stati Generali della Città riuniti in Consiglio comunale

LETTERA APERTA A STEFANO LO RUSSO
Caro Sindaco,
dopo la denuncia della Caritas sulla POVERTÀ STRUTTURALE Della Città non pensi di convocare un Consiglio Comunale aperto per il Rilancio della Città?
Qualsiasi grande azienda lo farebbe.  I dati illustrati ieri dal Direttore della Caritas sulla povertà strutturale di Torino, la denuncia del nuovo Arcivescovo Mons.  Repole che riprende la denuncia del Suo predecessore Mons. Nosiglia, dicono che la tanto declamata trasformazione dalla Città One Company Town in Città della innovazione non ha funzionato bene se da venticinque anni cresciamo meno non solo rispetto a Milano ma rispetto alla media nazionale. Qualsiasi grande azienda con questi risultati che costano tante sofferenze sociali o cambierebbe l’amministratore o cambierebbe il programma. Nel 2003 il nostro PIL procapite era 120 sui 100 della media europea, oggi è sceso al 100. È ora di ascoltare il volontariato che vede la sofferenza in faccia ogni giorno e mandare a studiare i cosiddetti esperti che da vent’anni confezionano precisini positive mai azzeccate.  Dalla Tua elezione ad oggi la situazione sociale è peggiorata. Basta frequentare le Parrocchie della Periferia, da Barriera di Milano in la e capirai che ciò che dico è più che vero.  E meno male che noi di SILAVORO d i 40000 di piazza Castello abbiamo salvato la TAV ma i lavori procedono troppo lentamente così come state andando avanti troppo lentamente sulla Linea 2 della Metro. Perché non Convochi gli Stati Generali della Città per chiamare tutti , a partire dalle Banche ai nostri a imprenditori, dai sindacati alle Associazioni come SILAVORO , dai sindacati alla Caritas sino ai benemeriti Parroci e alle nostre Università  a fare di più per rilanciare Torino e la sua economia.
Mino Giachino

Metro Torino linea 2, a fine giugno il bando di gara

Gli  adempimenti necessari per la gara della linea 2 della metropolitana torinese sarebbero a buon punto e verso la fine di aprile dovrebbe essere approvata una variante urbanistica in Consiglio comunale. Parola del sindaco di Torino Stefano Lo Russo che commenta: “Ci faremo trovare pronti per fare il bando di gara indicativamente per fine giugno”. Il sindaco aveva evidenziato al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini l’esigenza “di consentire la nomina di un commissario di governo che consentirebbe di risparmiare circa due anni di lavori”.  Per quanto concerne invece i fondi supplementari  necessari a fronte dei rincari, il sindaco sostiene  che la differenza che manca fra il primo e il secondo lotto “si è ridotta da 300 a 200 milioni, anche se non è ancora in pari”.

Codè Crai Ovest: crescita, sostenibilità e welfare

IL PRESIDENTE MICHELE POLISENO FA IL PUNTO SULLA COOPERATIVA

A quasi otto mesi dalla nomina a Presidente di Codè Crai Ovest, Michele Poliseno fa un bilancio dei risultati e presenta il nuovo piano strategico della cooperativa della GDO con headquarter a Leinì, Torino. Codè Crai Ovest oggi conta più di 300 punti vendita nell’Italia nord occidentale, tra Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria.

Numeri e governance.

In crescita il fatturato 2022 che tocca i 320 milioni di euro rispetto ai 310 milioni del 2021, ottima la previsione 2023 che ammonta a 340 milioni di euro.

Confermato il piano triennale di sviluppo di oltre 10 milioni di Euro all’anno con la previsione di 45 aperture, in particolare in Lombardia e Liguria entro il 2023 e circa 200 assunzioni.

Scelta strategica della governance è l’inserimento di una nuova figura direzionale, il Direttore Commerciale Antonio Muggianu. L’attività del Direttore si concretizza nel riposizionamento dei prezzi in modo da garantire massima qualità del prodotto a costi contenuti, nella valorizzazione delle produzioni locali, nell’aumento dei servizi al cliente volti a rendere sempre più attrattivi e competitivi i supermercati Crai.

Riduzione dei consumi e sostenibilità.

Per fare fronte all’aumento generale dei costi, la cooperativa ha attivato una politica energetica che si concretizza in una forte riduzione dei consumi (-20% entro fine 2023) grazie all’impianto fotovoltaico di prossima costruzione e al nuovo impianto di riscaldamento con pompa di calore della sede centrale di Leinì (TO).

In diversi punti vendita di Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle d’Aosta sono previsti il rinnovo dei negozi in chiave sostenibile e il rinnovamento degli impianti frigoriferi (che da solo permette un risparmio di quasi il 50% sul singolo capitolo di spesa).

Per sostenere i soci l’azienda ha previsto in ogni punto vendita la visita di professionisti in grado di studiare un piano personalizzato di migliorie da attivare subito nell’ottica di ridurre i costi ed aumentare l’efficienza.

Nella direzione di una sempre maggiore sostenibilità ambientale sono state attivate diverse iniziative che riguardano la riduzione dell’uso della plastica: l’eliminazione dei porta prezzi, l’introduzione di carrelli in plastica riciclata e l’istallazione in sempre più punti vendita degli eco compattatori di bottiglie.

Welfare.

Tutti i dipendenti della sede centrale così come i soci dei supermercati affiliati sono il cuore pulsante del progetto di Codè Crai Ovest. È prevista la valorizzazione del capitale umano che passa attraverso una riorganizzazione interna di compiti e mansioni secondo preferenze e attitudini personali, per rendere i dipendenti sempre più consapevoli della propria rilevanza all’interno della cooperativa e dar loro la possibilità di crescere a livello professionale e umano al fine di garantire una maggiore soddisfazione e produttività del lavoratore.

I soci gestori dei supermercati trovano nella cooperativa un punto di riferimento e guida grazie a vademecum, consulenze e strumenti pratici in grado di supportarli in tutte le fasi della gestione dell’attività.

 

Digitalizzazione e servizi al consumatore.

Anche le innovazioni digitali di Codè vanno nell’ottica del risparmio e della lotta allo spreco alimentare con l’introduzione di due app mobileLast Minute Sotto Casa e To Good To Go, che supportano commercianti e clienti in una spesa sempre più consapevole, economica e senza sprechi.

Tra i servizi al consumatore il rafforzamento della collaborazione commerciale con Deliveroo e UPS per la speda a domicilio, il servizio di pagamento bollette e la possibilità di utilizzo dei buoni pasto.

Il Presidente Michele Poliseno dichiara: “Sono molto soddisfatto del bilancio di questi primi 8 mesi di lavoro. L’idea è quella di proseguire nella crescita redditizia mettendo clienti e personale al centro del nostro modello di business. In un piano di sviluppo che punta sui prodotti del territorio e su un rapporto di fiducia tra cooperativa e soci e con i nostri clienti, non può mancare un aiuto concreto con una politica dei prezzi che tenga conto del periodo di crisi che tutti stiamo vivendo. Per essere competitivi con le grandi insegne senza rinunciare alla qualità del prodotto stiamo investendo con convinzione nei prodotti a marchio che coniugano eccellenza e prezzo contenuto. Cardini del piano strategico anche gli investimenti e le iniziative volte ad una sempre maggiore sostenibilità ambientale”.

https://crainordovest.it/

15 milioni per la messa in sicurezza delle aree Altopiano Deltasider e Cimi Montubi

Passo importante per la messa in sicurezza permanente dei siti di proprietà comunale appartenenti all’ex S.I.N. delle Basse di Stura: su proposta dell’Assessora all’Ambiente Chiara Foglietta, la Giunta Comunale ha approvato lo schema di accordo tra Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Regione Piemonte e Città di Torino prendendo contestualmente atto dell’ammissione a finanziamento per la realizzazione degli interventi.

 

I  lavori interesseranno i siti denominati Cimi Montubi ed Altopiano Deltasider, inseriti nel decreto del MITE firmato lo scorso 4 agosto con il quale è stato adottato il piano d’azione per riqualificare i terreni abbandonati di ex aree industriali (i c.d. siti orfani) i cui interventi di bonifica o messa in sicurezza, data l’assenza o inadempienza del responsabile della contaminazione, sono a carico della pubblica amministrazione.

L’obiettivo è favorire il riuso di suolo attualmente compromesso da fenomeni di contaminazione, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo l’economia circolare.

“Un intervento lungamente atteso fin dai primi anni 2000 quando l’area delle Basse di Stura fu classificata sito di rilevanza nazionale per la bonifica e che, a lavori conclusi, ne consentirà finalmente la fruibilità, almeno per i siti comunali”, commenta l’Assessora Foglietta.

Alla progettazione e alla messa in sicurezza dell’Altopiano Deltasider sono state destinate risorse per oltre 7 milioni di euro ai quali vanno aggiunti altri 7 milioni e 800 mila euro per l’area Cimi Montubi. Le somme saranno direttamente erogate alla Città di Torino, il termine per la realizzazione degli interventi è il primo trimestre del 2026.

(pm)

Agenti di commercio in campo per la transizione ecologica. Da Torino l’appello: “Non penalizzateci”

Le istanze di F.N.A.A.R.C. Ascom: eliminazione del tetto per l’acquisto di auto ecologiche, modulazione della transizione ecologica, creazione di Comunità Energetiche

18 marzo 2023Parte da Torino la mobilitazione degli agenti di commercio preoccupati per le notizie di interventi a livello locale, nazionale ed europeo sulla transizione ecologica. In occasione dell’incontro di oggi ‘La transizione ecologica e l’impatto sugli agenti di commercio organizzato dall’Unione Regionale F.N.A.A.R.C. Piemonte e Valle D’Aosta, aderente ad Ascom, per condividere criticità e istanze con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Oltre al Ministro sono intervenuti il presidente della Regione Alberto Cirio, il segretario generale della Camera di commercio di Torino Guido Bolatto, la presidente di Ascom Confcommercio Torino Maria Luisa Coppa, il presidente di F.N.A.A.R.C. Torino Gino Mattiolo e il presidente nazionale F.N.A.A.R.C.Alberto Petranzan. Nutrita la presenza di parlamentari, assessori regionali e comunali e di numerose autorità.

 

Numerosi i temi sul piatto legati dal fil rouge della lotta all’inquinamento, che genera ripercussioni importanti sulla categoria degli agenti di commercio. «Grande allarme hanno suscitato nella categoria degli agenti di commercio le notizie circa il blocco della circolazione delle automobilifino a Euro 5 in tutta la Pianura Padana a partire dal prossimo settembre e per sette mesi» denuncia Gino Mattiolo presidente F.N.A.A.R.C. Piemonte e Valle d‘Aosta e vicepresidente Ascom Torino e provincia.

«Gli agenti di commercio – prosegue Mattiolo – sono sulla strada ogni giorno e sono consapevoli del tasso di inquinamento, ma non possono interrompere le loro attività con inevitabile danno a tutta la filiera produttiva, commerciale e alle proprie imprese».

 

Grande apprensione ha suscitato, inoltre, la notizia secondo la quale la Commissione Europea vorrebbe vietare la vendita delle automobili con motore termico a partire dal 2035 e passare solamente alle automobili elettriche. Al momento la discussione sul punto è stata rinviata, ma il dossier rimane sul tavolo. «Per la categoria sarebbe un aggravio di costi insostenibile – spiega Mattiolole automobili elettriche sono molto costose e agli agenti di commercio non è consentito di portare in detrazione l’intero costo del bene strumentale primario per la categoria, cioè l’automobile. Fino all’anno 2002 gli agenti di commercio potevano portare in detrazione l’80% del costo dell’automobile del valore di 50milioni di lire. Con l’avvento dell’euro questo tetto si è attestato a 25mila euro». È evidente che il tipo di automobile che si poteva acquistare 21 anni fa con 50milioni di lire, non si può acquistare oggi con 25mila euro.

 

«Da oltre 21 anni – sottolinea ancora Gino Mattiolo –  F.N.A.A.R.C. ha reiterato la richiesta, a tutti i Governi che si sono succeduti, di eliminare tale tetto al pari dei taxisti e gli Ncc che possono portare in ammortamento l’intero costo senza alcun vincolo. Purtroppo, tale nostra legittima richiesta è rimasta sempre inascoltata e questo non è più accettabile».

 

Altro tema importante, al quale gli Agenti di commercio sono interessati, è quello della creazione delle “Comunità Energetiche“. Ascom Confcommercio è già pronta a giocare

il proprio ruolo coinvolgendo i negozi e gli stakeholder del territorio per avviare la realizzazione della comunità energetica nei centri cittadini.

 

Tre, in sintesi, le istanze avanzate da F.N.A.A.R.C. e Ascom Confcommercio Torino al Governo: l’eliminazione del tetto per l’acquisto dell’automobile non inquinante; la modulazione nel tempo della transizione ecologica, in modo ordinato evitando danni economici alla categoria e all’intero Paese; la creazione delle “Comunità Energetiche”.

 

In Piemonte e Valle D’Aosta sono oltre 16.000 gli agenti di commercio che percorrono in media 50.000 km all’anno, e pertanto l’autoveicolo viene cambiato ogni 2/3 anni. Tuttavia, a causa della crisi economica e delle imposte e tasse che falcidiano i ricavi, tali tempi si sono via via allungati. Si stima che ogni anno in Piemonte si comprino autoveicoli per un importo di oltre 60 milioni di euro e che gli agenti di commercio acquistino oltre 40  milioni di euro di carburante. Oltre 70% delle vendite di beni e servizi sono promosse dagli agenti di commercio, che risultano quindi essere un pilastro importante dell’economia nazionale e territoriale.

Ogni giorno in Piemonte gli agenti di commerciocontattano mediamente 45.000 imprese. Hanno un’età media è di 45 anni e sono per l’85% uomini e 15% donne,ma la presenza femminile è in crescita.

Le località turistiche dell’arco alpino dove si sono cercate più case 

Casa.it pubblica la top ten delle località di montagna dell’arco alpino che hanno raccolto più ricerche di case in vendita o in affitto nel 2022.

 

Casa.it ha individuato le 10 località turistiche dell’arco alpino dove le persone hanno cercato più case in vendita o in affitto nel 2022.

Tra le principali mete turistiche montane di Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, la meta più gettonata è Asiago, in provincia di Vicenza, che ha registrato nel 2022 il volume più elevato di ricerche di case in vendita o in affitto sul sito e l’app di Casa.it e che toglie il primato del 2020 e del 2021 a Ponte di Legno, in Valle Camonica, che nel 2022 è al secondo posto. Al terzo posto troviamo Clusone, in Val Seriana, che rispetto al 2021 sale di tre posizioni in classifica.

Al quarto posto troviamo Pinzolo, in Val Rendena, che sale di 3 posizioni rispetto al 2021. Al quinto posto, c’è Falcade, in Val del Biois, che nel 2021 era terza. Al sesto posto Bardonecchia in Val di Susa che perde una posizione rispetto al 2021. Al settimo posto si classifica Courmayeur, ai piedi del Monte Bianco, che scende di 3 posizioni rispetto all’anno precedente. Seguono Cortina d’Ampezzo, la Regina delle Dolomiti, che sale di una posizione rispetto al 2021 e Aprica in Valtellina che scende di una posizione rispetto all’anno precedente. Chiude la classifica Folgaria in Trentino, che guadagna ben 9 posizioni.

Le ricerche di case in vendita

Per quanto riguarda, nello specifico, le ricerche di case in venditaAsiago diventa la prima località e Ponte di Legno seconda. Al terzo posto troviamo Falcade, che resta stabile. Al quarto Pinzolo che sale di due posizioni, al quinto Clusone che scende di una, al sesto Bardonecchia, lo scorso anno al quinto posto. Restano nella posizione dello scorso anno Courmayeur (settima), Aprica (ottava) e Cortina d’Ampezzo (nona). Al decimo Folgaria che sale di nove posizioni.

Le ricerche di case in affitto

La classifica delle località dell’arco alpino dove si sono cercate più case in affitto, invece, è dominata da Clusone, che ottiene il primo posto del podio salendo di tre posizioni rispetto al 2021. Courmayeur, che nel 2021 era al primo posto, è seconda e Bardonecchia è terza rimanendo stabile rispetto all’anno prima. Seguono Asiago al quarto posto (+1 rispetto al 2021), Cortina d’Ampezzo al quinto (+1), Bormio in Valtellina al sesto (-4), Aprica al settimo (+2), Sauze d’Oulx in Val di Susa all’ottavo (+9), Sestriere in Piemonte al nono (+5), Edolo in Valle Camonica al decimo (+10).

Le tipologie e le metrature

Nelle dieci località dell’arco alpino dove si sono cercate più case l’appartamento è la tipologia più cercata nel 2022, seguito dal rustico/casale e dall’attico/mansarda.

Le metrature più cercate sono state quelle tra i 51 e i 100 mq, seguite da quelle tra i 26 e i 50 mq e quelle tra i 101 e i 150 mq.

Tra gli appartamenti più cercati ci sono al primo posto i trilocali, al secondo i bilocali e al terzo i quadrilocali.

I prezzi

In queste località le case in vendita più cercate nel 2022 hanno un prezzo tra 100.001 e 200.000 euro. Seguono quelle con un prezzo da 50.001 a 100.000 euro e quelle da 200.001 a 300.000 euro.

Le case in affitto più cercate, invece, hanno un prezzo da 401 a 600 euro, seguite da quelle da 201 a 400 euro e quelle da 601 a 800 euro.

Il Piemonte si confronta con la Commissaria europea su transizione energetica e industriale

 Elisa Ferreira incontra il presidente Alberto Cirio. 

Si è svolto ieri al Grattacielo Piemonte l’incontro bilaterale tra il presidente della Regione Alberto Cirio e la commissaria europea alle Riforme e Coesione Elisa Ferreira.
«Ringrazio la commissaria per il prezioso confronto. Il Piemonte è stata la prima Regione d’Italia ad avere ottenuto l’approvazione del Fesr e del Fse, ed è un grande motivo di orgoglio perché dimostra il nostro impegno nella programmazione dei fondi europei» dichiara il presidente della Regione Alberto Cirio.

Durante l’incontro sono stati affrontati numerosi dossier a partire dall’energia, con i passi avanti che il Piemonte sta facendo ad esempio sull’idrogeno per cui ha vinto un progetto bandiera sul Pnrr grazie alle competenze nella ricerca, garantite da Università e Politecnico, e alle aziende chiamate ad affrontare la sfida dell’energia pulita. Si è poi discusso dell’esigenza di affrontare il problema della carenza di acqua: per il Piemonte questo rappresenta una criticità sia per quanto riguarda il comparto agricolo, sia per la produzione di energia con l’idroelettrico. «Con la commissaria – prosegue Cirio – abbiamo affrontato il tema della transizione ecologica, che il Piemonte sostiene con convinzione, senza però poter perdere di vista i rischi di disoccupazione per una classe di lavoratori che, per età, è formata per la produzione del motore termico e che dovrà essere riqualificata verso le nuove tecnologie». Tra gli argomenti trattati, anche il piano di avanzamento della banda ultra-larga che il Piemonte considera strategico per superare il digital divide, provocato anche dalla conformazione orografica del territorio.

La commissaria Ferreira ha ricordato la buona cooperazione tra Piemonte e istituzioni europee. «L’Italia ha attualmente due strumenti molto importanti per il suo sviluppo: uno è il Recovery fund e l’altro sono i fondi strutturali. Sono due binari di sviluppo che hanno logiche diverse e tempistiche diverse. I fondi strutturali hanno un periodo di sviluppo più lungo rispetto al Recovery fund, che è stato previsto per contrastare e riprendere l’economia europea e italiana in particolare, subito dopo la pandemia da Covid. Sono strumenti diversi che però devono lavorare insieme. E devono farlo su direttrici comuni come la transizione energetica, la transizione industriale, tenendo conto del fatto che il cambiamento climatico è un’emergenza. Sono temi centrali per il Piemonte che ha una tradizione industriale forte, può contare, grazie alle università, su solide competenze tecniche e vanta una posizione geografica favorevole perché è al centro dell’Europa».

Caldaie a compensazione, come risparmiare

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Una caldaia a condensazione è un tipo di caldaia utilizzata per produrre acqua calda per il riscaldamento e l’acqua sanitaria di una casa. Rispetto alle caldaie tradizionali, le caldaie a condensazione sono più efficienti ed ecologiche: permettono, infatti, di tagliare i costi della bolletta e di abbattere le emissioni di CO2.

Le caldaie a condensazione hanno, in genere, un costo maggiore rispetto alle caldaie tradizionali, visto che, tra l’altro, richiedono un tubo di scarico specifico resistente alla corrosione causata dall’acidità della condensa. Devono essere pulite con maggiore frequenza, liberando in particolare lo scambiatore di calore e il tubo stesso dagli accumuli di sporco.

Bisogna poi stare attenti alla loro posizione in casa e in generale a dove si sceglie di acquistarle, perché con climi caldi sono meno efficienti, e danno il meglio in aree dove fa più freddo e se non esposte direttamente alla luce solare. Se la temperatura esterna è bassa, infatti, la differenza tra i gas di scarico e l’acqua del riscaldamento sarà maggiore e sprigionerà un quantitativo di energia superiore.

Una caldaia a condensazione può costare dai 600 euro circa – parliamo di modelli a bassa potenza – a oltre 2 mila euro. Prezzi decisamente più alti rispetto a una caldaia tradizionale. Bisogna però sottolineare che, visto il loro impatto inferiore a livello ambientale, si può risparmiare su queste cifre usufruendo di bonus e incentivi statali.

È possibile inoltre pagare a rate, direttamente in bolletta, un nuovo dispositivo, spesso con installazione e manutenzione gratuite o comprese nella modica cifra mensile richiesta dal proprio fornitore di gas. Gli alti prezzi delle caldaie a condensazione sono però giustificati dall’abbattimento dei consumi.

Anche senza sconti e bonus statali, e acquistando a prezzo pieno una caldaia a condensazione, è possibile rientrare nella spesa nel giro di pochi anni, con la sicurezza di pagare bollette meno salate e avere un impatto ambientale inferiore.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.