ECONOMIA- Pagina 14

Una montagna più accessibile, con servizi migliori e infrastrutture: il piano della Regione

Una montagna più accessibile, con servizi migliori e infrastrutture moderne: è questo l’obiettivo della nuova ripartizione del Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane che la Giunta regionale del Piemonte ha trasmesso al Dipartimento Affari Istituzionali.

Il documento stabilisce come saranno suddivisi i 23 milioni di euro destinati alle Unioni montane:

  • 10,1 milioni di euro per sostenere gli esercizi di prossimità, i servizi per l’infanzia (0-6 anni), le attività di pre e post scuola, l’aggiornamento della segnaletica e la manutenzione dei percorsi escursionistici;

  • 3,96 milioni di euro per la tutela, la valorizzazione e la promozione delle risorse ambientali attraverso le Green Communities;

  • 4 milioni di euro per il potenziamento delle infrastrutture digitali;

  • 2 milioni di euro per la prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico;

  • 1,08 milioni di euro per integrare il bando relativo ai terrazzamenti;

  • 1,7 milioni di euro per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili;

  • 200.000 euro destinati al sostegno delle associazioni fondiarie.

L’assessore regionale alle Aree Interne, Marco Gallo, ha sottolineato: “Vivere e lavorare in montagna non deve essere una sfida. Non può esserci sviluppo senza connessione, senza servizi di base e senza un supporto concreto alle comunità locali”. Gallo ha spiegato che il piano è stato pensato per affrontare le criticità più urgenti: la carenza di segnale telefonico e internet, la difficoltà di mantenere attivi i negozi e i servizi di prossimità, e la necessità di rilanciare il turismo montano attraverso infrastrutture moderne e accessibili.

“È un investimento per chi decide di restare, per chi vuole fare impresa e per chi crede nel futuro della montagna – ha aggiunto l’assessore –. Con queste misure vogliamo costruire una rete digitale capace di connettere anche i comuni oggi privi di segnale telefonico. È un intervento complesso, che richiederà studi approfonditi da parte della Direzione Competitività per individuare le migliori soluzioni”.

Il piano è il frutto di un costante confronto con i territori, realizzato attraverso il dialogo con la Conferenza dei presidenti delle Unioni montane, e dà continuità alle azioni già avviate negli anni precedenti.

Il Comune promuove il commercio di prossimità per lo sviluppo della città

La Giunta comunale di Torino ha approvato  una delibera proposta dall’assessore al Commercio, Paolo Chiavarino, con cui la Città conferma la propria volontà di mantenere l’iscrizione del Distretto del Commercio nell’Elenco regionale. Nella stessa seduta è stato approvato anche il nuovo schema di Protocollo di Intesa, che sarà sottoscritto con i partner di primo livello: Ascom Confcommercio Torino e Provincia e Confesercenti Torino e Provincia.

Attraverso questa decisione, l’Amministrazione e i soggetti coinvolti ribadiscono la volontà di sostenere il commercio di prossimità e di contribuire allo sviluppo economico e sociale della città. Il Distretto del Commercio di Torino è infatti un’area pilota per l’adozione di strumenti e metodologie innovative, mirate a rafforzare il tessuto commerciale e valorizzare l’identità urbana. L’area interessata include un ampio settore centrale, delimitato da arterie cittadine come Murazzi del Po, Via Ormea, Corso Sommeiller, Corso Castelfidardo e Lungo Dora Agrigento.

Il rilancio del commercio locale è sicuramente una delle nostre priorità – spiega l’assessore Paolo Chiavarino – i negozi di vicinato sono infatti un elemento fondamentale della nostra città perché contribuiscono all’identità dei quartieri, li mantengono vivi e offrono la possibilità di socializzare oltre a risultare un importante presidio per la sicurezza del territorio. Quanto approvato oggi – sottolinea l’assessore – sancisce la prosecuzione del nostro impegno nel sostegno all’economia di prossimità, sia per quanto riguarda zone commerciali più centrali che in periferia, dove stiamo lanciando il bando per le imprese finanziato nel quadro del PN Metro Plus. L’obiettivo ora è di avviare un dialogo con la Regione per allargare il numero dei Distretti del Commercio sul territorio cittadino, arrivando almeno a tre.

I Distretti del Commercio, istituiti dalla Regione Piemonte nel novembre 2020 in risposta alla crisi economica post-pandemica, sono raccolti in un apposito registro e soggetti a verifica triennale dei risultati e dei requisiti.

Per Torino, l’istituzione di un Distretto ha rappresentato una leva strategica per sperimentare nuove modalità di valorizzazione territoriale, puntando sul commercio come strumento di coesione e identità locale.

Nel corso del primo triennio di attività, il Comune ha promosso numerose iniziative, tra cui campagne rivolte a cittadini e turisti per incentivare l’acquisto nei negozi di vicinato e nei mercati rionali. Queste azioni sono state supportate da strumenti digitali come un sito web, una piattaforma web-gis, l’app TorinoMercati e una pagina Instagram dedicata. La campagna “Torino Compra Vicino”, che include anche il progetto EPIC dedicato ai locali storici, innovativi e di eccellenza, è una delle principali iniziative promosse.

A ciò si aggiungono progetti di marketing territoriale – come guide turistiche, merchandising e calendari legati a Porta Palazzo – e iniziative di animazione urbana, tra cui il Villaggio di Natale in piazza Solferino, spettacoli circensi nei mercati e concerti all’aperto. Infine, grazie ai fondi del programma PINQuA, sono stati avviati lavori di riqualificazione in alcuni mercati storici, come Porta Palazzo, dove – con il contributo della Camera di Commercio – sono stati sostituiti i vecchi banchi in legno del settore ortofrutta con nuove strutture in alluminio, più funzionali e facili da rimuovere a fine giornata.

Dal 1° dicembre tutele europee per l’artigianato artistico Made in Piemonte 

A partire dal prossimo 1° dicembre, le eccellenze dell’artigianato artistico, tipico e tradizionale del Piemonte e dell’intero Made in Italy potranno contare su un’importante forma di tutela in più: il marchio europeo di qualità Indicazione Geografica Protetta (IGP). Finora riservato esclusivamente ai prodotti agroalimentari, questo riconoscimento rappresenta uno strumento fondamentale anche nella lotta alla contraffazione e alla falsificazione dei manufatti artigianali.

Questa possibilità riguarderà da vicino anche le imprese artigiane torinesi e piemontesi, che potranno così valorizzare e proteggere le proprie produzioni attraverso la richiesta di registrazione del marchio IGP, evidenziandone la specificità e il legame con il territorio.

L’estensione del marchio IGP ai prodotti artigianali è prevista dal Regolamento (UE) 2023/2411, che amplia il sistema di tutela delle indicazioni geografiche a quei beni la cui qualità, reputazione o caratteristiche risultano strettamente connesse al territorio di origine.

Per ottenere il riconoscimento, i manufatti dovranno soddisfare tre criteri principali: provenire da un’area geografica ben definita (sia essa un luogo, una regione o uno Stato), possedere caratteristiche o una reputazione attribuibili alla loro origine geografica e prevedere almeno una fase della produzione all’interno di tale zona.

«Con questo nuovo strumento avremo, finalmente, un riconoscimento giuridico e commerciale delle competenze tradizionali e dell’identità culturale dei territori – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – che garantirà trasparenza e qualità ai consumatori e contribuirà in modo concreto alla difesa del Made in Italy e Made in Piemonte. L’artigianato artistico, inoltre, costituisce un grande patrimonio culturale ed economico e rappresenta nel mondo l’emblema del gusto, della creatività, dell’unicità del made in Piemonte. Per la sua capacità di essere pezzo unico e su misura è per la nostra regione un’enorme risorsa creativa e reattiva contro l’omologazione del gusto indotta dalla globalizzazione e rappresenta la difesa della memoria, dell’identità e della diversità».

Coldiretti, sopralluogo sui campi alluvionati: “Subito fondi per il ripristino delle funzioni agricole” 

“Ma i veri problemi rimangono la prevenzione e l’adeguamento del sistema assicurativo ai cambiamenti climatici”

 

Dopo le frane e le esondazioni del 18 aprile, Coldiretti conta 130 aziende agricole danneggiate

Sono già 130 le aziende agricole che hanno segnalato danni agli uffici di Zona di Coldiretti a seguito delle esondazioni e frane che hanno colpito il territorio il 18 aprile. I danni riguardano coltivazioni, terreni e infrastrutture produttive. Una prima stima effettuata dagli uffici di Coldiretti indica una perdita complessiva di circa 3 milioni di euro.

In valle di Susa risultano coinvolte circa quindici aziende, tra cui una a Susa che ha visto i propri locali di lavorazione completamente sommersi. Nel Pinerolese sono una ventina le imprese agricole danneggiate, una trentina tra l’area del Chivassese e la zona nord della cintura torinese. Altre due nel basso Canavese e circa settanta tra l’Eporediese e l’Alto Canavese.

I danni più gravi sono stati registrati nei Comuni situati lungo il corso della Dora Baltea, a valle di Ivrea. Il Comune più colpito è Strambino, dove sono state danneggiate undici aziende agricole.

Proprio in questa area, Coldiretti ha organizzato un sopralluogo nella mattinata di ieri, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Bongioanni, per incontrare direttamente gli agricoltori colpiti.

Erano presenti anche il presidente provinciale di Coldiretti, Bruno Mecca Cici, il direttore di Coldiretti Torino, Carlo Loffreda, i sindaci di Vische, Borgomasino e Vestignè, e i segretari di Zona Coldiretti Giuseppe Cutrò e Massimo Ceresole.

Durante il sopralluogo, l’assessore ha potuto osservare da vicino la gravità della situazione: coltivazioni sommerse, perdita dello strato superficiale fertile del terreno, presenza di solchi e dislivelli che ostacolano l’irrigazione. Inoltre, cereali vernini e loietto sono stati erosi o coperti dal fango, compromettendo la fienagione e causando perdite parziali del raccolto. In molti casi, il ripristino della fertilità del suolo potrebbe richiedere due o tre anni.

Coldiretti ha anche informato l’assessore dei danni subiti da cascine, stalle, attrezzature e delle frane che hanno coinvolto le zone collinari e montane, distruggendo pascoli, campi coltivati e antichi vigneti.

L’assessore Bongioanni ha garantito l’intervento immediato della struttura regionale per attivare le procedure necessarie all’accesso ai fondi del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. «La cosa più urgente – ha detto Bongioanni – è comunicare tutti i danni ai Comuni perché, a loro volta, li possano trasmettere alla Regione. In questo modo potremo avere la perimetrazione dei fondi colpiti, quantificare i danni effettivi e inoltrare al governo le richieste di risarcimento».

L’evento calamitoso ha inoltre riportato all’attenzione il tema cruciale della prevenzione.

«Gli agricoltori di queste zone hanno sempre convissuto con gli eventi alluvionali – ricorda Mecca Cici – Ma oggi ci dicono che le piene sono sempre più improvvise, veloci e con volumi di acqua che un tempo erano eccezionali e oggi sono la normalità. Soprattutto ci parlano di alvei pieni di ghiaia e sabbia che non ce la fanno a smaltire apporti sempre più irruenti di acqua e detriti. Ci riferiscono anche che il superamento o la rottura delle protezioni spondali arriva in modo regolare in punti nuovi degli alvei, segno che si devono rivedere gli schemi delle opere di difesa e di contenimento delle piene. Dobbiamo, quindi aprire una volta per tutte, una vertenza per la protezione dell’agricoltura e del territorio dagli effetti del cambiamento climatico. Questi terreni lungo i fiumi sono i più fertili e spesso sono anche gli unici coltivabili. Dobbiamo difenderli a tutti i costi se vogliamo continuare a produrre cibo».

Coldiretti sottolinea anche la necessità di un aggiornamento del sistema assicurativo agricolo. «Gli agricoltori non hanno a disposizione un sistema assicurativo adeguato agli effetti del cambiamento climatico. Servono prodotti assicurativi alla portata degli agricoltori. Il nostro è un comparto strategico e i campi non si possono ricollocare come i capannoni industriali».

Bongioanni ha infine annunciato l’intenzione di portare queste istanze alla prossima Conferenza Stato-Regioni sull’agricoltura, prevista nei prossimi giorni a Genova.

Bilancio positivo per la missione piemontese a Doha

Si conclude la missione istituzionale a Doha, in Qatar, del sindaco Stefano Lo Russo insieme con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati.
In agenda ieri l’incontro con il ministro della Municipalità di Doha Abdullah bin Hamad Al Attiyah. Nel corso del colloquio, incentrato sui temi connessi ai servizi pubblici ambientali, è nata la proposta da parte del Ministro di un patto di cooperazione internazionale tra Città metropolitana, Città di Torino, Politecnico e Municipalità di Doha che si concentri in modo particolare sul ciclo dei rifiuti. Un tema rispetto alla quale la delegazione torinese si è detta disponibile a lavorare già nelle prossime settimane, mettendo in campo collaborazioni accademiche ma anche buone pratiche già avviate grazie al know-how delle aziende municipalizzate e delle società di servizi pubblici locali.
 “Questa missione – spiega il sindaco Stefano Lo Russo – ha gettato le basi per rafforzare i rapporti tra Torino e il Doha, nel quadro di un più ampio dialogo tra il nostro Paese e il Qatar e di una cooperazione internazionale che favorisca non solo gli scambi culturali, ma anche economici e industriali, promuovendo progetti di sviluppo condiviso, formazione accademica e ricerca, rafforzando la vocazione universitaria della nostra città. Siamo sempre più convinti che il dialogo internazionale e lo scambio di buone pratiche rappresentino una risorsa preziosa: costruire ponti tra città significa investire nel futuro”.
Protagonisti della giornata anche le possibili sinergie per l’alta formazione universitaria, uno degli obiettivi strategici della missione, e lo sport.
La delegazione ha visitato inoltre il complesso sportivo Aspire Zone. Costruito in occasione dei Giochi olimpici asiatici del 2006, il complesso ospita al suo interno il Khalifa International Stadium, l’Aspetar, il primo ospedale della regione specializzato in ortopedia e medicina dello sport, centro medico Fifa di eccellenza, e l’Aspire Academy, il cui obiettivo è scoprire e allenare nuovi atleti. Un incontro strategico per avviare relazioni internazionali con l’obiettivo, per il Politecnico, di sviluppare e consolidare nuovi progetti all’avanguardia sullo sport nel panorama universitario europeo, sulla scia dell’intesa di collaborazione, siglata nei mesi scorsi, con l’Università dell’Uzbekistan. Un lavoro che è parte del progetto di sviluppo di un Centro di Ateneo, a valenza interdipartimentale e internazionale, su “Ingegnerie e Architetture per lo Sport”, in grado di mettere a sistema i saperi già presenti: dalla scienza dei materiali alla bioingegneria ai data analytics per misurare e supportare le performance degli atleti, fino agli interventi nelle grandi infrastrutture dedicate agli sport, come palazzetti e stadi.
“La collaborazione con il nostro sistema universitario è la cifra dei nostri incontri a Doha. La visita all’Aspetar, che da vent’anni è diretto da un piemontese, Cristiano Eirale, e che la scorsa settimana è stato visitato anche dal ministro della Salute del governo italiano Schillaci, è stata infatti l’occasione per stringere relazioni con questa realtà di primissimo piano a livello mondiale – dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio –  Sia a livello nazionale, sia a livello regionale per noi è strategico potenziare le convergenze con l’Aspetar anche in virtù dei nuovi corsi dedicati allo sport su cui sta investendo il Politecnico di Torino”.
“Lo scambio con realtà così consolidate nel settore, come il centro Aspetar, che abbiamo avuto occasione di visitare – spiega il rettore Stefano Corgnati – permetterà al Politecnico di Torino di creare percorsi formativi focalizzati sulle ingegnerie e sulle architetture per lo sport, includendo il Qatar tra le destinazioni di studio e di ricerca e dando quindi ai suoi studenti e dottorandi l’opportunità di fare un’esperienza formativa multidisciplinare e di grande respiro internazionale”.
E sempre la collaborazione in campo accademico è stata al centro dell’incontro con i rappresentanti della Hamad Bin Khalifa University e della Qatar Foundation. Durante l’incontro si è condiviso un modello di collaborazione congiunta con la costituzione di tre gruppi di lavoro sui seguenti temi di interesse reciproco: la definizione di progetti comuni di ricerca, l’erogazione di percorsi didattici sui temi dell’ambiente e dell’energia e un programma di mobilità di studenti. Avviato anche il confronto su come cooperare all’iniziativa della “Education City”, creato dalla Qatar Foundation, che raggruppa in un’unica area le principali università qatarine e alcune università straniere sia attraverso l’erogazione di specifici corsi di studio sia attraverso veri e proprio istituti di formazione e ricerca insediati al suo interno. Proprio la “Città dell’Educazione” di Doha è stata argomento dell’incontro avvenuto ieri con la Sheikha Mozah Bint Nasser Al Missned, principale ispiratrice del progetto, che riveste un importante ruolo negli investimenti del Paese e ha mostrato particolare attenzione ai temi dell’educazione e dell’alta formazione.
cs

Istruzione e formazione tecnica superiore, la Regione stanzia 2,5 milioni

Il vicepresidente della Regione Piemonte Chiorino: “Rispondiamo con questi corsi alle reali esigenze del tessuto economico piemontese, per favorire un sempre più rapido inserimento lavorativo”

La Regione ha approvato i corsi IFTS per l’anno 2025. 2,5 milioni sono le risorse del Fondo Sociale Europeo stanziate per sostenere la formazione tecnica superiore, progettata in collaborazione con le aziende del territorio, per rispondere in modo adeguato ai fabbisogni professionali.

Che cosa sono

I percorsi IFTS sono corsi programmati dalle Regioni, interamente gratuiti, finanziati con il Fondo Sociale Europeo, progettati e realizzati da partenariati costituiti da istituti scolastici autonomi di secondo grado, agenzie di formazione professionale accreditate, università e imprese.

Il contenuto dei percorsi formativi fornisce agli allievi un’elevata specializzazione nei campi del disegno e della progettazione industriale, del marketing di prodotti del territorio, dell’amministrazione aziendale economico-finanziaria, della programmazione della produzione e della logistica, dell’informatica medica, delle tecniche innovative per l’edilizia, delle tecniche di allestimento scenico, delle tecniche per la realizzazione artigianale di prodotti del Made in Italy, delle tecniche di installazione e manutenzione di impianti civili e industriali, della progettazione e gestione di database.

Che cosa offrono

Dopo il superamento di una verifica finale, lo studente di un percorso IFTS consegue un certificato di specializzazione tecnica superiore valido a livello nazionale.
Ogni percorso è strutturato in stretta correlazione con le imprese dei settori produttivi di riferimento. Per almeno la metà del monte ore complessivo, gli studenti sono seguiti da docenti esperti provenienti dal mondo del lavoro.
Gli studenti sono inseriti in alternanza scuola-lavoro con la possibilità di essere assunti dalle aziende con contratto di apprendistato.

Chi può iscriversi

Ai corsi IFTS possono iscriversi i giovani e gli adulti in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore o diploma professionale di tecnico. E’ ammessa la partecipazione anche a coloro che sono in possesso dell’ammissione al quinto anno dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado, nonché a coloro che non sono in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore, previo accertamento delle competenze acquisite in precedenti percorsi di istruzione, formazione e lavoro successivi all’assolvimento dell’obbligo di istruzione. Il possesso di competenze viene accertato dall’Ente che gestisce il percorso.

Il percorso

Per accedere ai corsi IFTS, è previsto un test di ammissione. I corsi durano 800 ore, distribuite in un anno, articolato di norma su due semestri. Sono distinti in attività teorica, pratica e di laboratorio. Almeno il 30% del monte ore complessivo deve essere svolto in azienda, attraverso stage anche all’estero.

Chiorino: “Modello virtuoso di formazione mirata”

“Con i corsi IFTS offriamo ai giovani e agli adulti un’opportunità concreta di specializzazione tecnica di alto livello, in stretta sinergia con il mondo produttivo – dichiara Elena Chiorino, vicepresidente e assessore alla Formazione della Regione Piemonte –. È un modello virtuoso di formazione mirata, che risponde alle reali esigenze del tessuto economico piemontese e consente un rapido inserimento lavorativo. Investiamo 2,5 milioni di euro perché crediamo nel valore del saper fare e nella formazione come leva strategica per garantire occupazione di qualità e sviluppo per il nostro territorio”.

I corsi 2025 sono in partenza: per tutte le informazioni relative all’iscrizione è necessario rivolgersi agli enti formativi che li attivano.

L’elenco è pubblicato sul sito web della Regione alla pagina

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/istruzione-formazione-lavoro/formazione-professionale/opportunita-formative/percorsi-istruzione-formazione-tecnica-superiore-gli-ifts

Cresce la voglia di fiori e piante ma il settore teme gli effetti del maltempo

Siamo nel mezzo dei ponti primaverili del 2025 e cresce la voglia di balconi e giardini fioriti, così come scatta la passione per l’orto e le piantine officinali.

Il settore del florovivaismo in provincia di Torino vale circa 300 milioni con 470 aziende di coltivazione diretta con circa 730 addetti, senza contare l’indotto delle attività esclusivamente commerciali che vendono le piante e i fiori coltivati dalle aziende agricole.

Il mercato è partito ma le ondate di maltempo che coinvolgono il nostro territorio spaventa le imprese agricole florovivaistiche.

«Il settore floristico e vivaistico è fortemente influenzato dall’andamento climatico dei primi mesi di primavera – ricorda il presidente di Coldiretti Torino, Bruno mecca Cici – Il bel tempo spinge l’acquisto di fiori e piantine da balcone e da giardino proprio per godere delle fioriture. Ma il momento dei fiori è molto limitato in una pianta: se sta per passare la stagione di quel fiore la gente non compra più la piantina. E più si protrae la primavera piovosa e fredda e più passano le varie fioriture lasciando le piante invendute».

Alle incertezze del meteo si aggiungono i costi di produzione in costante aumento. L’estrazione della torba, materiale alla base dei terricci da vaso, sta subendo forti limitazioni nei Paesi del Nord ed è, quindi, sempre più cara. Ma aumentano anche i costi per i teli plastici, i vasi e vasetti di plastica, i supporti plastici per il trasporto dei vasetti, i costi stessi di trasporto di questi materiali, il costo del personale e soprattutto il costo del riscaldamento necessario per produrre nelle serre alla nostra latitudine e lontani dall’influenza climatica del mare.

Ma una boccata d’ossigeno arriva con un importante risultato sul fronte normativo grazie all’azione di Coldiretti e Filiera Italia: l’esenzione dal Contributo Ambientale CONAI (CAC) per i vasi da florovivaismo impiegati nel ciclo produttivo, indipendentemente dal loro spessore.

«Nel nuovo Regolamento UE 2025/40 sugli imballaggi – spiega il direttore di Coldiretti Torino, Carlo Loffreda – era già stata recepita la proposta italiana che proponeva che tali vasi non fossero considerati imballaggi, bensì beni strumentali alla coltivazione, escludendoli cosi dal contributo. Oggi CONAI precisa che “i vasi impiegati nei rapporti tra imprese come fattori produttivi vengono già esclusi dalla classificazione di imballaggi” indipendentemente dal loro spessore e che “con l’applicabilità del nuovo Regolamento UE 2025/40, saranno espressamente esclusi dalla classificazione di imballaggio”. È prevista la totale esclusione del Contributo Ambientale Conai per gli articoli riutilizzabili adibiti alla movimentazione di merci nell’ambito di un ciclo produttivo».

Cultura e università al centro della missione piemontese in Qatar

Promuovere Torino e il territorio piemontese, con un’attenzione particolare verso la cultura e l’alta formazione universitaria, in Qatar. Questo l’obiettivo della missione istituzionale che vede impegnati, oggi e domani a Doha, capitale dello Stato del Qatar, il sindaco Stefano Lo Russo con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati.

 

Tra gli appuntamenti in agenda per la delegazione torinese questa mattina c’era l’inaugurazione della mostra “Ultraleggera” nata dalla collaborazione tra VCU Arts Qatar, Qatar Auto Museum e il Museo Nazionale dell’Auto di Torino. All’inaugurazione era presente la presidente del Museo Nazionale del Qatar Sheikha Al-Mayassa bint Hamad bin Khalifa al-Thani che ha manifestato particolare interesse per le collaborazioni in campo culturale e della formazione universitaria, in modo particolare per quanto riguarda i corsi legati al restauro e all’ingegneria idraulica.

 

“Questa missione – spiega il sindaco Stefano Lo Russo – rappresenta una nuova importante opportunità per Torino per stringere nuove relazioni e collaborazioni internazionali in modo particolare sui temi della cultura, dell’innovazione e dell’alta formazione. Temi che per il nostro territorio sono importanti leve di sviluppo e rigenerazione urbana. L’integrazione tra cultura e formazione – che è argomento della rassegna “Driving Urban Futures” ed il focus principale di questa missione- è strategica per il futuro urbano di Torino come città universitaria. In quest’ottica nasce il progetto del Valentino che comprende la nuova Biblioteca Centrale Civica, un luogo di conoscenza all’avanguardia, accessibile e digitale, pensato come spazio di studio, ricerca e cittadinanza attiva per le nuove generazioni, e che punta ad essere un esempio a livello nazionale e internazionale, di come si possa favorire la crescita attraverso le infrastrutture culturali. Il Qatar può guardare alla nostra città come polo culturale e accademico ma anche come meta di un turismo che attira sempre più persone da ogni parte del mondo”.

 

Il presidente Cirio nel primo pomeriggio ha incontrato Thabet Musleh, direttore Retail and Hospitality di Qatar Airways, con l’obiettivo di creare nuove connessioni per espandere l’attrattività dell’aeroporto di Caselle. «Al centro dell’incontro la possibilità di promuovere i prodotti enogastronomici piemontesi nei menù di bordo dei voli della compagnia aerea nelle classi business e first – spiega il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Si tratta di un’occasione importante per iniziare a stringere relazioni con Qatar Airways anche nell’ottica di potenziare i rapporti con l’aeroporto di Caselle». A proposito della missione a Doha, il presidente ha aggiunto: «Per il Piemonte si tratta di una missione strategica, la seconda puntata dopo la nostra partecipazione alla tappa di Nave Amerigo Vespucci a Doha nei mesi scorsi-  sottolinea Cirio – che punta anche a consolidare rapporti commerciali, culturali – con particolare riferimento alla capacità di attrazione delle nostre università- e turistici. Torino e il Piemonte stanno vivendo una fase di espansione turistica molto marcata che guarda a nuovi mercati, come il Medio Oriente e l’Asia, su cui stiamo concentrando i nostri sforzi anche in vista dell’Expo di Osaka durante il quale la nostra regione avrà una settimana di eventi».

 

Questo pomeriggio il sindaco Lo Russo è intervenuto ad un panel tematico nell’ambito della rassegna Qatar Creates “Driving Urban Futures” insieme a Irina Bokova, già direttrice generale Unesco, e al presidente del Mauto Benedetto Camerana, per parlare di Torino come città universitaria e della cultura. E proprio la collaborazione in campo accademico, sulla scia di quanto già avviene in Uzbekistan con la Turin Polytechnic University di Tashkent, è uno degli obiettivi strategici della missione.

 

La delegazione domani incontrerà il vicepresidente per la Ricerca della Hamad Bin Khalifa University Eyad Ahmad Masad e il rettore ad interim Ala Al Fuqaha mentre in mattinata ha incontrato la Sheikha Mozah Bint Nasser Al Missned, madre di Al-Mayassa, che ha un importante ruolo negli investimenti del Paese e segue con particolare attenzione i temi dell’educazione e dell’alta formazione: a Doha, su suo impulso, gli investimenti già messi in campo hanno dato vita alla “Città dell’Istruzione”, un campus di 12 chilometri quadrati che ospita numerosi istituti di istruzione e ricerca.

 

“L’internazionalizzazione del Politecnico è obiettivo dominante di questo mandato rettorale, e questa missione va esattamente in questa direzione – commenta il rettore Stefano Corgnati – Oggi abbiamo campus, hub e partnership che portano i nostri studenti a ottenere il doppio titolo in oltre 80 paesi del mondo: il Qatar con le sue esperienze di alta formazione internazionale rappresenta per noi un partner di straordinario interesse, anche per rafforzare sinergie con gli altri stakeholder del territorio torinese e piemontese. Noi portiamo in dote la nostra consolidata esperienza nei campi dell’ingegneria, dell’architettura, del design e della pianificazione nella formazione e nell’innovazione tecnologica da trasferire per lo sviluppo della società”.
cs

Automotive, missione del Piemonte negli Usa

Il Piemonte è la prima regione italiana che organizza una missione di sistema negli Stati Uniti in questa fase delicata che riguarda in particolare modo il settore dell’automotive. 

La delegazione istituzionale del Sistema Piemonte, guidata dall’Assessore alle Attività Produttive della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, e dalla Vicesindaca della Città di Torino Michela Favaro, avrà modo di incontrare, tra gli altri, i manager delle più importanti realtà produttive del Michigan. 

L’occasione è la seconda edizione della business convention VTM Michigan a Pontiac dal 23 al 24 aprile, la piattaforma in cui OEMs e fornitori di prodotti e soluzioni possono incontrarsi ed esaminare le principali sfide e opportunità del futuro della mobilità e delle tecnologie più all’avanguardia dei veicoli. VTM Michigan nasce come spin-off del VTM di Torino.  

La delegazione istituzionale del Sistema Piemonte, composta dai rappresentanti della Regione Piemonte e del Comune di Torino, dal Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna, dalla Presidente della Vehicle Valley Monica Mailander, dal direttore di Ceipiemonte Stefano Nigro, da Gianmarco Giorda direttore generale ANFIA, da Pierpaolo Antonioli Presidente della Commissione Multinazionali di Confindustria Piemonte e dai rappresentanti del Politecnico di Torino, di CNA e API, in un momento di incertezza ed evidenti difficoltà di interscambi, ha il compito di mantenere aperti tutti i canali di comunicazione con gli Stati Uniti, che rimangono il primo investitore e partner commerciale extra europeo in Piemonte. 

Gli incontri inizieranno già dal pomeriggio di martedì 22 aprile, accompagnati dalla Console italiana a Detroit, Allegra Baistrocchi, con c-level di Rivian, Stellantis, Webasto e Detroit Regional Partnerships.

Nella prima mattina di mercoledì 23 aprile verrà presentato il “Piemonte Automotive Ecosystem” a VTM con interventi dell’Assessore della Regione Piemonte Andrea Tronzano, della Vicesindaca Michela Favaro, della neo presidente della Vehicle Valley Monica Mailander,  del CEO di Dumarey Italia Pierpaolo Antonioli, del Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna e del Vice Rettore Aggregato per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Torino Gianmario Pellegrino.

In questa occasione verrà presentata e promossa la quinta edizione di VTM Torino, in programma dal 24 al 25 marzo 2026.

Nella stessa giornata nello stand Piemonte la delegazione istituzionale avrà modo di incontrare i manager di MEDC (Michigan Economic Development Corporation) e MichAuto (un’iniziativa della Detroit Regional Chamber che rappresenta e promuove l’industria automobilistica in Michigan), con il Presidente di MEMA (The Vehicle Suppliers Association). Proseguiranno nel pomeriggio gli incontri con le aziende: dopo un meeting presso la sede di General Motors seguiranno incontri con player quali Mullen e Mayco. Nella mattinata successiva, ulteriori incontri presso le sedi di produttori locali e internazionali, quali Toyota North America e Ford.

Il VTM a Pontiac è l’occasione di riavviare il dialogo commerciale e istituzionale con il Michigan, uno Stato che ha sempre avuto relazioni importanti con il Piemonte. Obiettivo è rafforzare il legame tra le economie dei due territori, entrambe strettamente legate al settore dell’automotive e dei trasporti, presentando l’offerta piemontese nella sua ampiezza e competenza, anche attraverso la recente Vehicle Valley.

Alla business convention, organizzata da ABE in partnership con Oakland County e Michigan Economic Development Corporation, parteciperanno, insieme alla delegazione istituzionale, sei imprese piemontesi: AIZOON, DRIVESEC, DUMAREY, GENERAL CAB, ITALDESIGN e MEC. Le aziende prenderanno parte a un fitto programma di incontri B2B con istituzioni e buyer internazionali di primo piano – tra cui Continental, Denso, Fev, Ford, General Motors, Hitachi Astemo, Hyundai, Nitto Seiko, Stellantis, Toyota e Volvo – oltre a un ricco calendario di conferenze tecniche e workshop tematici.

La partecipazione piemontese a VTM Michigan è coordinata da Ceipiemonte nell’ambito del Progetto Integrato di Filiera “Automotive & Transportation” della Regione Piemonte, finanziato dal PR FESR 2021-2027.

Nel 2024 il settore automotive italiano ha esportato beni per 5,5 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi destinati al solo Michigan. Nello stesso anno, il settore automotive del Piemonte ha esportato verso gli Stati Uniti beni per circa 550 milioni di euro. Gli Stati Uniti, pur essendo di gran lunga il principale mercato extra UE per il Piemonte, rappresentano l’8,3% dell’export regionale complessivo.

L’industria automotive USA vale il 3% del PIL e sono oltre 1,7 milioni i posti di lavoro legati direttamente all’industria e altri 7,2 milioni supportati indirettamente. Il Michigan è da sempre considerato il cuore dell’industria automobilistica americana, con Detroit soprannominata «Motor City». Oltre il 10% del PIL del Michigan dipende dall’industria automobilistica. I grandi produttori automobilistici quali Ford, General Motors e Chrysler (Stellantis) hanno radici profonde nell’assemblaggio in questa regione.

La missione in Michigan – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano – arriva in un momento delicato per il settore automotive e per i rapporti economici con gli Stati Uniti. Il Piemonte si presenta compatto sul mercato americano per incontrare grandi player internazionali e potenziali investitori, forte di una filiera che unisce qualità, innovazione e competenze. È anche il debutto internazionale della Vehicle Valley Piemonte, rete che valorizza l’alleanza tra imprese, istituzioni e ricerca, il segnale chiaro che sappiamo fare squadra e guardiamo al futuro con ambizione, portando all’estero il meglio del nostro sistema industriale”.

Torino è una città che sa guardare al passato ma anche al futuro. Forte di solide radici nel tessuto industriale e dell’automotive, ha saputo allargare i confini e le opportunità affermandosi come polo di innovazione e sviluppo e nel 2024 è stata insignita del titolo di Capitale Europea per l’Innovazione. La nostra è una città che vuole ancora crescere grazie alla sua vocazione internazionale e ad eccellenze in campo accademico e imprenditoriale. Ci auguriamo che questa missione, in uno Stato che ha una storia con molti punti di contatto con quella del nostro territorio, possa diventare il punto di partenza per promuovere nuove alleanze e collaborazioni con il settore industriale statunitense”, dichiara la Vicesindaca della Città di Torino Michela Favaro.

La nostra partecipazione – dichiara Monica Mailander, Presidente Vehicle Valley Piemonte – rappresenta un passo importante per Vehicle Valley Piemonte: promuovere il nostro distretto della mobilità come piattaforma di cooperazione internazionale. Vogliamo valorizzare il know-how del Piemonte, la sua capacità di innovare e progettare, mettendolo in dialogo con i principali attori globali della mobilità. Il Michigan e il Piemonte condividono un’identità industriale forte e una visione orientata al futuro. Siamo qui per costruire ponti, creare alleanze e rafforzare l’immagine del nostro territorio nello scenario globale”.

Ceipiemonte partecipa a questa missione, istituzionale e di business, accompagnando anche 6 aziende del nostro territorio ad incontrare buyer. È la settima iniziativa che realizziamo negli Stati Uniti solo quest’anno, segno dell’importanza del mercato. Grazie al supporto della Regione e delle Camere di Commercio piemontesi, nel 2025 realizzeremo, poi, ulteriori 90 iniziative su altri mercati, per garantire quante più possibili opportunità diversificate di export per le imprese del Piemonte”, dichiara Stefano Nigro, Direttore Generale di Ceipiemonte. “In Michigan presenteremo l’intera supply chain, rappresentata dalle oltre 200 PMI del settore automotive che partecipano alle nostre attività, con l’obiettivo di portare più buyer americani in Piemonte, in particolare in occasione di VTM Torino. Allo stesso tempo – aggiunge Nigro – vogliamo aumentare l’interesse degli investitori americani verso la nostra regione: siamo in contatto con oltre 50 aziende che stanno valutando un investimento in Piemonte, ma riteniamo che il nostro territorio abbia tutte le caratteristiche per essere ancora più attrattivo per imprese e investitori americani”.

“Essere presenti in Michigan con una delegazione compatta e qualificata – dichiara Pierpaolo Antonioli, Presidente della Commissione Multinazionali di Confindustria Piemonte e CEO di Dumarey Automotive Italia  – significa riaffermare il ruolo strategico del Piemonte nella mobilità del futuro, rafforzando il legame con un territorio da sempre centrale per l’automotive globale. In un contesto internazionale incerto, mantenere attivi i canali di dialogo e collaborazione è fondamentale per le nostre imprese”.

La missione che la Regione Piemonte, e in particolare l’Assessorato alle Attività Produttive, ha organizzato va nella direzione giusta, quella di conoscere meglio le opportunità di mercato oltreoceano e dai far conoscere direttamente agli interlocutori usa le nostre imprese. E’ evidente – dichiarano il Presidente di API Torino Fabrizio Cellino e il Presidente di Confapi Piemonte Roberto Cotterchio – che questa missione si svolge in un momento molto delicato dei rapporti tra Usa, Europa e Italia. Le nostre imprese vivono un periodo di grandi incertezze e difficoltà, ma conservano un potenziale produttivo e di innovazione di primo livello, che può certamente essere d’interesse nei mercati statunitensi. In un momento così difficile, conoscersi direttamente, apprezzare reciprocamente le qualità di ognuno, trovare punti di collaborazione e di interesse comune costituisce l’unica strada percorribile per riprendere la crescita e lo sviluppo”.

Come ANFIA – dichiara il Direttore Generale dell’Associazione Gianmarco Giorda – intendiamo dare un forte segnale di sostegno alla filiera automotive italiana – di cui il Piemonte è il primo distretto per numerosità di imprese, oltre 700 – in questo momento di incertezza e cambiamenti anche sul fronte delle relazioni commerciali internazionali. Oltre ad esportare negli USA, le imprese della filiera italiana hanno fatto negli anni importanti investimenti produttivi oltreoceano in ottica local-to-local. In quanto parte del Sistema Piemonte e della Vehicle Valley ci impegniamo a fare sinergia con gli altri soggetti istituzionali per valorizzare le eccellenze e le competenze del nostro territorio.Gli incontri in programma in Michigan con alcuni OEM locali saranno l’occasione per rafforzare i rapporti di partnership già esistenti e crearne di ulteriori, ribadendo la volontà di cooperare a vantaggio di entrambe le sponde dell’oceano”.

Siamo certi che questa missione contribuirà a portare nuova luce e distensione nei rapporti tra Usa ed Italia, in un settore strategico come quello dell’automotive dove le collaborazioni industriali hanno radici profonde e CNA Torino che ha aderito con entusiasmo all’Associazione Vehicle Valley Piemonte è lieta di poter fare la propria parte – ha dichiarato il Presidente della CNA di Torino Nicola Scarlatelli. “Il mondo dell’artigianato e della piccola impresa manifatturiera sono parte fondamentale delle filiere complesse dell’automotive e avrà modo di esprimere tutto il proprio potenziale in sinergia con i partner del progetto Vehicle Valley”.

Questa missione in Michigan – dichiara il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna – si inserisce in un momento complesso, ma al tempo stesso cruciale, per le relazioni economiche e commerciali tra l’Europa, l’Italia e gli Stati Uniti. In questo scenario, il settore dell’automotive riveste un ruolo chiave: è parte integrante della storia industriale di Torino e del Piemonte, e rappresenta anche una leva fondamentale per il futuro del nostro territorio.

La ricerca gioca un ruolo decisivo nel generare innovazione e nel rafforzare la competitività del sistema produttivo sui mercati internazionali. Per questo motivo, presentare oggi l’ecosistema piemontese dell’automotive, in un contesto globale in piena trasformazione, rappresenta un’occasione preziosa. È un modo concreto per valorizzare un distretto di eccellenza, che si distingue proprio per l’alto livello di competenze, ricerca e capacità di visione”.

Il Politecnico di Torino partecipa con entusiasmo a questa missione internazionale strategica per il settore dell’automotive e della mobilità sostenibile. In un contesto globale in rapida evoluzione, il nostro Ateneo è impegnato a promuovere l’innovazione e il trasferimento tecnologico, e a mettere a disposizione dell’ecosistema industriale le competenze avanzate e le infrastrutture di ricerca che sono la chiave per le sfide future di competitività e attrattività del nostro territorio”, dichiara Gianmario Pellegrino, Vice Rettore Aggregato del Politecnico di Torino per il Trasferimento Tecnologico.

cs

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Dalla Regione un aiuto alla montagna piemontese per migliorare i servizi

L’assessore alle Aree Interne della Regione Piemonte, Marco Gallo: “Vivere e lavorare in montagna non può essere una sfida: risorse per migliorare la qualità della vita delle aree”

Una montagna più connessa, più vivibile e con servizi adeguati: è questo l’obiettivo della nuova ripartizione del Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane (FOSMIT) 2024, che destina oltre 23 milioni di euro alle Unioni Montane del Piemonte.

La proposta, approvata con delibera di Giunta e inviata al Dipartimento Affari Istituzionali, introduce interventi concreti su tre assi fondamentali: potenziamento della connettività e della telefonia, sostegno ai servizi essenziali e interventi sui sentieri di montagna.

Così l’Assessore regionale alle Aree Interne, Marco Gallo“Vivere e lavorare in montagna non può essere una sfida: non può esistere sviluppo senza connessione, senza servizi di base, senza un sostegno concreto alle comunità locali. Abbiamo voluto strutturare un piano di risposta ai problemi reali: la mancanza di segnale telefonico e internet in molte zone, la difficoltà di mantenere attivi negozi e servizi di prossimità, la necessità di rilanciare il turismo montano attraverso infrastrutture moderne e accessibili. È un investimento per chi sceglie di restare, per chi vuole fare impresa e per chi crede nel futuro della montagna.”

L’intervento dà continuità alle azioni già messe in campo attraverso le precedenti annualità del FOSMIT e introduce due elementi di innovazione, fortemente voluti dalla Giunta, in risposta alle esigenze più urgenti per i territori:  4 milioni di euro per l’abbattimento del Digital Divide dei comuni montani, e 10 milioni a sostengo dei servizi essenziali e di sviluppo e promozione della montagna.
“Con queste misure vogliamo realizzare un’infrastruttura digitale che connetta tutti quei comuni che ancora oggi non hanno segnale telefonico – ha aggiunto l’assessore Gallo –. È un intervento complesso, che richiederà studi e approfondimenti della Direzione Competitività per individuare il miglior percorso”.

Il piano nasce da un percorso di concertazione costante con i territori, attraverso il confronto con la Conferenza dei Presidenti delle Unioni Montane, che confermano il loro ruolo strategico nella programmazione degli interventi per le aree montane.


Le Unioni Montane potranno inoltre destinare le risorse a interventi chiave per la qualità della vita nelle aree montane, tra cui: il sostegno ai negozi di prossimità per aiutare le attività commerciali di montagna a restare aperte e a garantire servizi alle piccole comunità; il supporto alle famiglie, con misure dedicate all’infanzia, tra cui pre e post scuola e sostegno ai servizi per la fascia 0-6 anni; interventi per il turismo, con risorse per il miglioramento della segnaletica e la manutenzione dei sentieri escursionistici, fondamentali per il rilancio delle attività outdoor.

Nel dettaglio:

  • Azioni di tutela, promozione e valorizzazione delle risorse ambientali dei territori montani (Green Communities): 3.961.863 euro
  • Prevenzione del rischio del dissesto idrogeologico nei territori montani: 2 milioni per la prevenzione del rischio e 1.081.279 di integrazione del Bando Terrazzamenti
  • Interventi per la creazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili: 1,7 milioni
  • Associazioni Fondiarie: 200.000 euro
  • Potenziamento delle infrastrutture digitali: 4 milioni
  • Sostegno agli esercizi di prossimità, servizi all’infanzia 0-6 anni e per il pre e post scuola, promozione turistica finalizzati all’adeguamento della segnaletica e alla manutenzione dei percorsi escursionistici: 10.096.429 euro, che verranno ripartiti alle Unioni Montane