ECONOMIA

Slow Food e Rete Comuni Sostenibili, sostenibilità e buona alimentazione

Due percorsi paralleli finalmente si incontrano. La Rete dei Comuni Sostenibili e Slow Food Italia hanno siglato una lettera d’intenti per intensificare e condividere un impegno che, in molti casi, si fonda sui medesimi e solidi valori, quali la sostenibilità ambientale, sociale e alimentare a partire dai territori e dai cittadini che li vivono e custodiscono.
La prima e importante occasione di collaborazione è stata la Guida dei Comuni sostenibili italiani 2025/2026, presentata allo scorso Salone Internazionale del Libro di Torino, dove figura un intervento di Raoul Tiraboschi, vicepresidente di Slow Food Italia, che ha anche preso parte all’iniziativa del Lingotto Fiere. Tra i principali obiettivi concreti condivisi troviamo la promozione delle rispettive esperienze ai propri aderenti. Quindi la promozione di buone pratiche tramite iniziative come campagne di sensibilizzazione su temi quali la lotta allo spreco alimentare, la promozione di regimi alimentari corretti e sostenibili e la tutela della biodiversità mediante scelte consapevoli.
Per quanto riguarda la Rete dei Comuni Sostenibili vi è  l’intenzione di impegnarsi a migliorare e integrare il set di indicatori per il monitoraggio della sostenibilità degli enti locali con parametri individuati insieme a Slow Food che, dal canto suo, è pronto a favorire la promozione della rete nella realtà dove sono presenti progetti Slow Food, favorendone l’incontro con le amministrazioni e proponendo l’esperienza del monitoraggio volontario della sostenibilità dei territori.  Un altro punto che è stato esaminato è quello dell’affiancamento agli enti locali nella partecipazione a percorsi progettuali con l’obiettivo di creare sistemi locali del cibo con opportune food policies, iniziative e processi legati all’educazione alimentare e, più in generale, al rapporto tra cibo e salute.

“ Tra i grandi obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, rientra a pieno titolo quello dell’alimentazione – affermano Valerio Lucciarini De Vincenzi e  Benedetta Squittieri, presidente della Rete dei Comuni Sostenibili – In Europa e in Italia tale obiettivo è declinato attraverso una serie di azioni per l’educazione alimentare, la lotta allo spreco di cibo, il biologico e le filiere corte, la salvaguardia delle produzioni locali, la protezione della biodiversità. I comuni sono particolarmente impegnati su questo fronte, dalle mense scolastiche agli Orti urbani, dall’acqua pubblica alla valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche, fino al turismo sostenibile. La rete dei Comuni sostenibili esalta queste buone pratiche e ha creato anche una Guida dei Comuni Sostenibili, per narrare tutte queste iniziative.  L’intesa che abbiamo siglato con Slow Food Italia rappresenta un nuovo importante strumento che mettiamo a disposizione degli enti aderenti alla rete e ne trarranno beneficio sia il sistema di monitoraggio della sostenibilità  sia la possibilità di condivisione reciproca di buone pratiche territoriali”.

“I Comuni sono i nostri interlocutori privilegiati per un cambiamento diffuso e urgente che si muove dal basso. Slow Food, di fronte alle trasformazioni che stanno avvenendo,vuole fare la sua parte come movimento globale del cibo. Insieme a tutti coloro che credono com enti nella partecipazione democratica nella crescita in consapevolezza della società civile, possiamo essere ambasciatori con la Rete dei Comuni Sostenibili di buone pratiche e percorsi che, in questi anni, hanno testimoniato che un altro sistema alimentare è possibile, oltre che urgente – dichiara Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – I sistemi del cibo che da quasi quaranta anni promuoviamo, locali, diffusi, orizzontali, sono capaci  di generare circuiti virtuosi basati sulle relazioni. I Presidi, l’Arca del Gusto, i Mercati della Terra, gli orti di comunità  e scolastici, gli itinerari Slow Food Travel, la ristorazione collettiva, sono tutti strumenti concreti capaci di proiettarsi verso un futuro di pace e prosperità collettivo, che è diritto di tutti e tutte, come il cibo buono, pulito e giusto che lo nutre”.

Mara Martellotta

Zootecnia, Ue – Mercosur: il Piemonte potrebbe patire ripercussioni

L’intesa UE – Mercosur, elaborata già sei mesi fa a Montevideo dopo un lunghissimo negoziato e in ratifica da ieri alla Commissione europea, desta preoccupazione tra gli agricoltori e gli allevatori del Piemonte.

“È un accordo che non ci soddisfa perché, pur avendo potenziali vantaggi per alcuni settori, rischia di minare la stabilità, già peraltro precaria, di alcuni fondamentali comparti agricoli del nostro territorio: mi riferisco, in particolare, alla zootecnia da carne e alla cerealicoltura” afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte.

 

Il libero scambio con i paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) prevede una riduzione elevata delle tariffe doganali su vino e liquori (fino al 35%), eccellenza tutta italiana. Inoltre, dovrebbe sostenere una crescita dell’export di quei prodotti agroalimentari tradizionali e di alta qualità europei, proteggendo da riproduzioni fraudolenti le 344 indicazioni geografiche europee.

Se da un lato l’economia europea potrebbe, grazie anche alle clausole di salvaguardia che verrebbero siglate da entrambe le parti, vedere aumentate le esportazioni, c’è da considerare l’ingresso, sebbene sulla carta potenziale, di un massiccio contingente di prodotti sudamericani, realizzati con regole ambientali e sanitarie meno stringenti rispetto alle attualmente in vigore in Europa e, soprattutto, in Piemonte: “I nostri allevatori e cerealicoltori hanno investito per anni in qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità: non possiamo accettare una concorrenza al ribasso che vanifica questi sforzi” evidenzia Allasia.

 

Nel processo di ratifica, con la presentazione ai 27 Paesi membri e all’Europarlamento, Confagricoltura auspica che ci siano spazi di miglioramento, soprattutto per i comparti più esposti. La Commissione ha rassicurato sul fatto che ci saranno misure concrete a tutela degli standard ambientali e sanitari, con un rafforzamento dei controlli nei Paesi partner.

 

le garanzie annunciate dalla Commissione non sembrano al momento tutelare a sufficienza il nostro settore e l’eccellenza delle nostre produzioni. Apprezziamo gli sforzi del governo italiano nel tutelare le imprese agricole. Lavoreremo insieme ai nostri rappresentanti a Bruxelles e con il Copa affinché il settore primario europeo non paghi il conto di un’intesa che grava sul comparto già fortemente colpito dai dazi Usa e dal contesto geopolitico internazionale” precisa il presidente nazionale Massimiliano Giansanti

Torna Monferrato Green Farm

DAL 3 AL 5 OTTOBRE 2025

COSA CI SARA’ PER AGRICOLTURA, VIVAI E MOSTA ANIMALI

ALLA FIERA NAZIONALE DI OTTOBRE A CASALE MONFERRATO

Dal 3 al 5 Ottobre prossimi il Polo Fieristico Riccardo Coppo di Casale Monferrato ospiterà Monferrato Green Farm 3°edizione.

Quest’anno la Manifestazione si fregerà del titolo di “Nazionale”, a testimonianza dei tanti espositori che ogni anno giungono anche da regioni esterne al Piemonte oltre a quelli locali e regionali, e riguarda tutte le cinque principali categorie della Fiera.

Si tratta dell’innovativa Fiera del Verde e dell’Agricoltura che vede il coinvolgimento al loro ‘servizio’ degli altri comparti produttivi, artigianato, industria e commercio in una prospettiva di crescita del territorio sostenibile per l’ambiente.

La scelta di Casale Monferrato, nel cuore di un territorio rurale patrimonio dell’Umanità Unesco, non è casuale, per la sua storia e le sue tipicità.

L’evento è organizzato da D&N Eventi S.R.L. in collaborazione con il Comune di Casale Monferrato, l’Unione dei Comuni della Valcerrina, Associazione dei Comuni del Monferrato e Confartigianato Imprese Alessandria, con il patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Casale Monferrato, della Provincia di Alessandria, Provincia di Mantova, Camera di Commercio di Alessandria Asti e la partnership di Enti, Aziende ed Associazioni tra cui Asproflor Comuni fioriti, Confartigianato Alessandria, Confagricoltura Alessandria, Fai Delegazione di Casale Monferrato, Garden club di Alessandria, Istituto Tecnico Vincenzo Luparia, Ediltecnica Ferrari BK, Vivai Varallo, Marco Marinone Garden Designer, Provera, Occhio con Occhio.

Come tutti gli anni sono ben cinque le aree all’interno della Fiera che si potranno visitare:

pastedGraphic.pngVivai 

pastedGraphic_1.pngArea di esposizione e mostra di animali -Area Bimbi-Maneggio

pastedGraphic_2.pngAgricoltura- Fattoria Didattica 

pastedGraphic_3.pngSalone delle Eccellenze Alimentari-Ristorante e Birrificio 

pastedGraphic_4.pngBenessere e cura naturale della persona 

Molte aziende espositrici partecipanti alla Green Farm, frequentano abitualmente Fiere Nazionali importanti del settore, e sono presenti in tutte le cinque categorie della Fiera.

VIVAI, AGRICOLTURA ED AREA DI ESPOSIZIONE E MOSTRA ANIMALI:

Quale turismo nei territori alpini? L’analisi di Lonely Planet e Uncem

Incontro il 3 settembre a Torino con Lonely Planet e Uncem su quale tipologia di turismo sia possibile sulle Alpi

Il roadshow “Alpi on the road. Scopriamo le Green Community e il turismo sostenibile” è  proseguito a Torino mercoledì 3 settembre nella sede della Città  Metropolitana di Torino in corso Inghilterra,  un dialogo pubblico sul  futuro dei territori e sui flussi turistici, promosso da Uncem ( Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) con Lonely Planet Italia, nell’ambito del progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri denominato Italiae.

La seconda tappa di un percorso con altri quattro appuntamenti nelle Alpi che cambiano il turismo: seguiranno Trento, Brescia e Belluno. Si tratta di un percorso nelle città alpine che innestano nuove relazioni con le valli. Alcune domande per un incontro pubblico di formazione, analisi e approfondimento  sono state formulate nell’ambito della strategia nazionale della Green Community e per lo sviluppo del turismo sostenibile nel territorio alpino.
Quale turismo si muove nei territori alpini? Quali frontiere e percorsi? I flussi verso le aree montane di questi due ultimi mesi confermano la necessità di formazione per gli amministratori locali e congiunta con nuovi strumenti adatti a tutti gli operatori del turismo. Servono visione, operatività, intraprendenza ed obiettivi per capire dove vanno i turisti, come si muovono e come le Alpi, al di là della competizione tra territori, possano rispondere ai bisogni nuovi di chi arriva. Questi i temi al centro dell’incontro a Torino, partendo dagli itinerari che la nuova guida ‘Alpi on the road’, curata da Denis Falconieri per Lonely Planet, mette efficacemente a disposizione. Una guida per viaggiatori curiosi, consapevoli e indipendenti, scritta, verificata e testata per chi ama costruire il proprio itinerario giorno per giorno, con il piacere della scoperta e lo sguardo sempre rivolto al viaggio. Itinerari nelle Alpi , dove le città osservano le valli alpine per scoprirle in modo nuovo.
La comunità nella sostenibilità e la green community per le montagne devono diventare punti fermi nei nuovi modelli del turismo, non senza agricoltura, gestione forestale, cambio di passo nella produzione di energia, sempre di più tratta da fonti rinnovabili e dell’acqua.
I Comuni di tutti i sette paesi delle Alpi hanno dimostrato di sapere superare molto bene i campanilismi, scoprendo nella montagna un’opportunità di impresa, innovazione e sviluppo grazie anche ai flussi turistici, che ormai sono spalmati tutto l’anno. Si è parlato anche di nuovi strumenti per l’accoglienza, oltre che di vivibilità.

Mara Martellotta

(foto Mario Alesina)

Coldiretti Torino promuove il peperone

Ortaggio salutare emblema della Dieta mediterranea

 

Nella settimana della Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola Coldiretti Torino promuove questo ortaggio colorato al centro della Dieta mediterranea, ricco di preziosi nutrienti che sta diventando sempre più un esempio di agricoltura sostenibile e di qualità italiana che guarda alla salute.

Il peperone di Carmagnola è coltivato su una superficie di 80 ettari da aziende agricole soprattutto a conduzione famigliare per una produzione che, a seconda elle annate, si aggira sui 1.600 quintali. Gli addetti sono circa 400, compresi i lavoratori salariati impiegati da una decina di aziende. Il valore compressivo della produzione sul mercato vari, sempre a seconda delle annate, dai 2,5 ai 4,5 milioni di euro.

Per promuovere il peperone, Coldiretti Torino è presente alla Fiera con il mercato dei produttori di Campagna Amica, alle premiazioni dei peperoni più belli e con iniziative di ascolto dei produttori e degli esperti come quello di ieri dal titolo: “La coltivazione del peperone di Carmagnola, esempio di un’agricoltura sempre più attenta all’ambiente: l’esperienza sul campo delle aziende”. Un dibattito per spiegare come i produttori di peperone di Carmagnola adottino metodi di coltivazione sempre meno impattanti sull’ambiente per un prodotto dove cresce l’attenzione alla qualità e alla sostenibilità. Sono intervenuti oltre all’assessore all’agricoltura di Carmagnola Roberto Gerbino, al direttore e al presidente di Coldiretti Torino Carlo Loffreda e Bruno Mecca Cici, il tecnico dell’area economica Coldiretti nazionale, Lorenzo Bazzana che ha ricordato come i prodotti autorizzati in Italia utilizzati per la difesa delle coltivazioni siano stati dimezzati negli ultimi 30 anni. Secondo i dati Eurostat tra i 21 paesi UE oggetto di studio, l’Italia è quella che tra il 2011 e il 2023 ha avuto la più forte riduzione, -44%, la media UE è stata pari al -9%. I dati del rapporto annuale Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) indicano che i prodotti nazionali hanno un livello di non conformità pari allo 0,7%, contro il 5,6% dei prodotti di importazione. 1/4 dei fitofarmaci autorizzati negli USA sono vietati in UE. 1/3 dei fitofarmaci utilizzati in Brasile sono vietati in UE. In questo quadro, la coltivazione del peperone di Carmagnola è un ottimo esempio di come la nostra agricoltura abbia saputo adattarsi a metodi sempre meno dipendenti dalla chimica. Un aspetto confermato dal presidente del Consorzio del peperone di Carmagnola, Domenico Tuninetti e dai produttori Renata Fiorina, Paola Chicco, Pierfrancesco Crivello che hanno spiegato come siano ormai affermate pratiche colturali che fanno quasi completamente a meno della chimica in favore di coperture antinsetto, micorrize e misture minerali per rendere le piante più resistenti alle malattie, irrigazione a goccia mirata sulla pianta e tanti altri accorgimenti agronomici e tecnologici resi disponibili dall’innovazione. «In questo modo – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – si può dire che il peperone di Carmagnola è un grande esempio di qualità italiana che guarda alla salute dei consumatori e degli stessi agricoltori che operano tutti i giorni nelle serre».

Ritorna in mostra a Saluzzo la “Meccanica Agricola”

La capitale dell’antico Marchesato ospita nel primo fine settimana settembrino la 17^ Edizione Nazionale della “Mostra della Meccanica Agricola”

Da sabato 6 a lunedì 8 settembre

Saluzzo (Cuneo)

Tradizionale rassegna di fine estate, inserita tra gli eventi della grande “Festa Patronale di San Chiaffredo”, la 78^ “Mostra della Meccanica Agricola” di Saluzzo (giunta alla sua 17^ Edizione Nazionale, sotto l’organizzazione della “Fondazione Amleto Bertoni” e della “Città di Saluzzo”) si svolgerà da sabato 6 a lunedì 8 settembre nell’area espositiva (40mila mq) del “Foro Boario”, in via Don Giacomo Soleri 16. Ben 500 gli stand espositivi – organizzati per far incontrare i “protagonisti” del settore primario (settore d’eccellenza per l’economia saluzzese) e il pubblico più “generalista” – che quest’anno vedranno quali prim’attori la “movimentazione” ed il “legno” con un’area tematica che cambia e si rinnova per raccontare la produzione e la lavorazione del legno, la frutticoltura, l’innovazione nella meccanizzazione, e l’allevamento della razza bovina “Frisona”; tutte attività che da sempre caratterizzano il paesaggio agricolo della pianura e delle valli del Monviso.

L’apertura della Mostra avverrà, come detto, sabato 6 settembre alle ore 8 del mattino insieme alla 52^ “Mostra Regionale Bovini Razza Frisona Italiana” e alla 20^ “Junior Show Regionale”, due iniziative organizzate da “Ara Piemonte” per presentare la “Frisona” ed il comparto dell’“allevamento da latte”, occasione imperdibile per vedere le migliori “vacche lattifere” della nostra regione. A seguire l’inaugurazione ufficiale con le autorità cittadine e regionali.

Location principe dell’evento sarà l’area espositiva “La Piazza del Legno” o “Polo Legno Mpnviso”. Lì si potranno osservare e provare i macchinari più innovativi in movimento, spettacoli dedicati e animali all’opera. Sarà quello lo spazio dove troveranno spazio per tutta la durata della Fiera alcune qualificate aziende piemontesi che esporranno macchine e attrezzature per la prima lavorazione del legname, dalla produzione di legna da ardere alla gestione sostenibile dei boschi. Nel pomeriggio di sabato 6 i boscaioli del territorio potranno partecipare alle prove e si potranno esercitare nell’abbattimento, sramatura e taglio con accetta del tronco di un albero, le tre adrenaliniche discipline che compongono la gara di “Triathlon del Boscaiolo” in programma domenica 7 con la squadra ufficiale del campionato nazionale. Le prove simulano quello che può essere l’abituale lavoro del boscaiolo, che nel “Triathlon” viene valorizzato in una gara competitiva a tempo svolta in condizioni di massima sicurezza. In occasione della 78^ “Mostra della Meccanica Agricola” saluzzese, prende infatti il via la prima edizione del “Concorso per l’Innovazione Tecnologica”, un’iniziativa ideata in collaborazione con “CNR – Stems” per promuovere l’eccellenza tecnica e progettuale nello specifico settore della meccanizzazione agricola, il cui intento è proprio quello di riconoscere e valorizzare le Aziende costruttrici che si distinguono per capacità innovativa, ingegno e impegno nella ricerca e nello sviluppo di macchine, attrezzature o componenti in grado di rappresentare un concreto passo avanti dal punto di vista funzionale, costruttivo e ambientale.

“Attraverso il ‘Concorso per l’‘Innovazione Tecnologica’ – spiegano gli organizzatori – la ‘Mostra’ di Saluzzo vuole proprio stimolare il progresso tecnico e favorire la diffusione di soluzioni capaci di apportare benefici reali in termini di produttività, sicurezza, ergonomia ed efficienza energetica nel settore della ‘Meccanizzazione’, con uno sguardo attento anche alla sostenibilità ambientale ed al benessere e alla sicurezza dell’operatore”.

Uno spazio di assoluto riguardo è riservato, nell’ambito della manifestazione, anche alla “Mostra Regionale della Frisona”, con un occhio rivolto soprattutto ai giovani, altro importante tassello del comparto agricolo. E proprio ai giovani allevatori è dedicata quella che può considerarsi una delle grandi novità di questa edizione, la “Junior Show Frisona”. Spettacolo da non perdere.

Domenica 7 e lunedì 8 settembre anche tanto spazio a professionisti, famiglie e curiosi. “Il ‘Foro Boario’ sarà una piazza – ancora gli organizzatori – dove lavoro e intrattenimento si daranno il cambio, sempre all’insegna della tradizione del nostro bellissimo territorio”.

g.m.

Nelle foto: immagini di repertorio

Un aiuto alle micro e piccole imprese nei quartieri Aurora e Barriera

Micro e piccole imprese commerciali dei quartieri Barriera di Milano e Aurora potranno accedere a contributi a fondo perduto per investimenti in innovazione, risparmio energetico e sostenibilità, grazie al bando PN Metro Plus – TO.1.1.3.1.a “Aiuti all’Economia di Prossimità” del Settore Commercio della Città di Torino. L’iniziativa, finanziata nell’ambito del programma PN Metro Plus Città Medie Sud 2021-2027, mira a rafforzare la competitività delle attività di vicinato, contrastare la desertificazione commerciale e promuovere la qualità urbana e la rivitalizzazione economica del territorio.

“Con questo bando – dichiara l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – vogliamo dare un segnale concreto alle piccole realtà commerciali, che rappresentano un importante presidio territoriale e un punto di riferimento per la comunità, sostenendole in un percorso di innovazione e rinnovamento e rafforzando il loro ruolo nel tessuto economico e sociale dei quartieri. Crediamo che la crescita economica vada di pari passo con la qualità della vita urbana, per questo l’intervento sui negozi di vicinato si affianca alle azioni di rigenerazione degli spazi pubblici già avviate in queste aree della città”.

Nello specifico, la misura approvata sosterrà i progetti con caratteristiche di innovatività nei prodotti o servizi offerti, oppure nei processi impiegati, con l’obiettivo di generare valore economico e sociale per il territorio e la comunità. L’avviso intende favorire la crescita sostenibile delle attività di prossimità attraverso progetti di investimento che promuovano soluzioni orientate al risparmio energetico e alla mitigazione dell’impatto ambientale, oltre a interventi di innovazione gestionale e digitale. L’obiettivo è generare ricadute positive sulla qualità urbana e sulla rivitalizzazione del tessuto economico locale, incrementando l’offerta commerciale e prevenendo fenomeni di svuotamento delle aree interessate.

I contributi a fondo perduto copriranno fino a un massimo dell’80% dell’investimento effettuato, con un importo compreso tra 10mila e 30mila euro al netto dell’IVA. Vi potranno accedere le micro e piccole imprese già attive sul territorio dei due quartieri o le nuove imprese esercenti attività di vendita diretta al dettaglio e somministrazione al pubblico di alimenti e bevande che si impegnino ad avviare un’unità locale nell’area entro la data di presentazione della rendicontazione.

Per partecipare, le imprese dovranno utilizzare la modulistica allegata al bando, disponibile sul sito del Comune alla pagina Appalti e Bandi, nella sezione Notiziario appalti – Avvisi. Le domande dovranno essere inoltrate esclusivamente via pec entro le ore 12 del 31 gennaio 2026. Per chiarimenti e informazioni è possibile scrivere all’indirizzo email economia.prossimita@comune.torino.it o contattare i numeri 011.01130245 e 011.01130879 dalle ore 9.30 alle 12.30.

Un tassello del progetto di rigenerazione urbana

I contributi previsti dal bando PN Metro Plus – TO.1.1.3.1.a “Aiuti all’economia di prossimità” si inseriscono nel più ampio progetto di rigenerazione urbana “Aurora Barriera”, presentato lo scorso 24 luglio e finanziato con 25.8 milioni di euro nell’ambito del Programma Nazionale Metro Plus. Il masterplan prevede interventi lungo corso Palermo e via Martorelli con nuovi spazi verdi, 400 alberi, piste ciclabili, illuminazione potenziata, recupero di locali e spazi dismessi, azioni partecipative con i residenti e iniziative dedicate a giovani e adolescenti, con l’obiettivo di restituire qualità, sicurezza e vitalità sociale ed economica a due quartieri simbolo della Torino che cambia.

cs Città di Torino

A Torino la presentazione di “Alpi On The road”

Si terrà a Torino la presentazione di “Alpi on the road”, la nuova guida pubblicata da Lonely Planet Italia: l’appuntamento, patrocinato dalla Città Metropolitana, è fissato per mercoledi 3 settembre 2025, alle ore 16, in corso Inghilterra. All’incontro interverranno Angelo Pittro, Direttore di Lonely Planet Italia, Denis Falconieri, autore della guida, Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, Jacopo Suppo, Vicesindaco della Città Metropolitana di Torino, Sonia Cambursano, Consigliera delegata al Turismo, Francesco Tresso, Assessore della Città di Torino, e l’Assessore regionale alla Montagna Marco Gallo
La guida contiene 50 itinerari – 25 in Italia e 25 oltreconfine – con percorsi che si snodano lungo tutto l’arco alpino, da Monaco a Trieste, collegando Italia, Francia, Svizzera, Liechtenstein, Germania, Austria e Slovenia: un volume pensato per chi desidera vivere un’avventura indimenticabile nel pieno rispetto dell’ambiente alpino. Ogni percorso è studiato per guidare il viaggiatore lungo strade panoramiche e suggestive, accompagnandolo con mappe dettagliate e indicazioni chiare tappa dopo tappa. Inoltre il volume è arricchito da approfondimenti culturali (storia locale, tradizioni, identità linguistiche) e da sezioni dedicate alle soste gastronomiche e alle specialità regionali.
Quella di Torino è la seconda tappa di un percorso che comprende altri tre appuntamenti, a Trento, Brescia e Belluno, promossi da Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, con Lonely Planet Italia nell’ambito del Progetto italiae, progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Formazione, analisi, approfondimento, sul turismo nelle Alpi, che non è mai overtourism, ma punto di incontro con le comunità-vive dei paesi.

Economia, un autunno a due velocità per Torino e il Piemonte

L’economia piemontese si avvia alla ripresa delle attività di settembre con un quadro complesso e in chiaroscuro. Dopo un 2024 chiuso con una crescita del prodotto interno lordo appena sopra lo 0,5% e con un mercato del lavoro in leggera espansione, il 2025 pare un anno di transizione, in cui la tenuta occupazionale convive con segnali preoccupanti provenienti dal settore industriale. La produzione manifatturiera ha infatti registrato un calo costante negli ultimi trimestri, con un -1,7% nei primi mesi dell’anno, e solo alcuni comparti – come l’alimentare e le bevande – sembrano resistere alla frenata che ha colpito soprattutto l’automotive, il tessile e la metalmeccanica.

Sul fronte del lavoro, il bilancio resta positivo: il primo trimestre del 2025 ha visto un saldo occupazionale in crescita di oltre duemila posizioni, in buona parte a favore delle donne, e le imprese hanno programmato decine di migliaia di nuove assunzioni per il trimestre estivo, pur con una lieve flessione rispetto al 2024. Parallelamente, però, si è impennato il ricorso alla cassa integrazione, con un aumento superiore al 120% rispetto all’anno precedente: un dato che fotografa le difficoltà di molte aziende, in particolare nell’indotto dell’automotive, alle prese con ordini ridotti e mercati esteri meno dinamici.

Proprio l’automotive è al centro delle maggiori preoccupazioni dei sindacati, che parlano apertamente di rischio “di desertificazione industriale” se non arriveranno investimenti mirati, sostegni all’innovazione e politiche di salvaguardia dei posti di lavoro. Le difficoltà di Stellantis e della filiera piemontese legata al settore, unite alla debolezza dell’export verso la Germania, contribuiscono a un clima di incertezza che pesa sulle prospettive di crescita.

Non mancano tuttavia segnali incoraggianti: alcune province, come Novara e Vercelli, mostrano un lieve recupero degli ordinativi e aspettative di miglioramento per la seconda metà dell’anno, mentre turismo, logistica e servizi continuano a fornire un contributo positivo alla tenuta dell’economia regionale.

In sintesi, il Piemonte si prepara a riaprire dopo l’estate con una situazione a due velocità: un’occupazione che regge, sostenuta anche da politiche regionali per la formazione e l’impresa femminile, ma un apparato industriale che resta fragile e bisognoso di strategie di rilancio. A settembre, tra fabbriche che faticano a ripartire e sindacati in allerta, la sfida sarà quella di coniugare stabilità sociale e innovazione produttiva, per evitare che la ripresa resti solo parziale e diseguale.

Automotive, Torino e il Piemonte davanti al bivio: sindacati in allarme e futuro produttivo incerto

La crisi produttiva e occupazionale di Stellantis continua a pesare su Torino e sul Piemonte, cuore storico dell’automotive italiano. I dati più recenti parlano chiaro: nel primo semestre 2025 il gruppo ha registrato un calo vicino al trenta per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una flessione ancora più accentuata per le autovetture. Se il trend dovesse confermarsi, l’Italia chiuderà l’anno con meno di trecentomila veicoli prodotti, ben al di sotto delle aspettative fissate al momento della nascita del gruppo.

Lo stabilimento di Mirafiori è tra i più colpiti: poco più di quindicimila unità uscite dalle linee nei primi sei mesi, quasi tutte Fiat 500 elettriche, mentre la Maserati ha registrato numeri irrisori. Il risultato è un ampio ricorso agli ammortizzatori sociali: circa milleduecento lavoratori sono coperti da un contratto di solidarietà che sarà rivisto in questi giorni, proprio alla vigilia della ripresa produttiva fissata per il primo settembre. Non si esclude che la cassa integrazione possa estendersi anche ad altri siti, come Pomigliano, aumentando la tensione tra i lavoratori.

I sindacati denunciano l’assenza di una strategia chiara per il rilancio. La Fim-Cisl guarda con speranza all’arrivo, da novembre, della 500 ibrida — circa cinquemila unità — che potrebbe attenuare il ricorso agli stop produttivi, ma le prospettive restano di medio-lungo periodo, con la nuova generazione della 500 elettrica attesa per il 2027. La Fiom insiste sulla necessità di un tavolo urgente con l’esecutivo e con John Elkann per avere garanzie su investimenti e livelli occupazionali.

Anche le istituzioni locali si sono mobilitate. La Regione Piemonte e il Comune di Torino hanno accolto con favore la nomina del nuovo amministratore delegato Antonio Filosa, ma chiedono che il cambiamento porti risultati concreti e non soltanto dichiarazioni d’intenti. Il sindaco Lo Russo ha ribadito che la città non può più permettersi di perdere posti di lavoro e competenze industriali, invocando un piano industriale solido che rimetta al centro Mirafiori.

A livello nazionale pesa la sfida della transizione elettrica, con costi crescenti e tensioni sul mercato europeo, che rendono ancora più urgente un sostegno politico deciso. Nel frattempo, il rinnovo del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro con aumenti salariali e una tantum ha dato una boccata d’ossigeno, ma non basta a cancellare l’incertezza diffusa tra gli addetti.

Il destino dello stabilimento torinese e, più in generale, del comparto Stellantis in Italia si giocherà nelle prossime settimane: la ripartenza produttiva di settembre e l’arrivo della nuova 500 ibrida rappresentano un banco di prova decisivo per capire se il gruppo intende davvero investire sul futuro industriale del Paese o se il ridimensionamento sarà l’unica strada percorsa.