Da Cesare Pavese a Benito Mazzi

ll multilinguismo degli scrittori piemontesi

Il saggio di Andrea Raimondi,“ll multilinguismo degli scrittori piemontesi. Da Cesare Pavese a Benito Mazzi“(Grossi editore, Domodossola 2018), si presenta come un testo importante che colma un vuoto nella ricerca sull’originalità della letteratura piemontese del ‘900. Il volume, prendendo in esame buona parte della produzione letteraria piemontese segue il filo logico della tendenza a mescolare differenti codici linguistici nello stesso testo letterario tipica di una terra di confine come il Piemonte. La narrativa studiata da Raimondi utilizza un italiano influenzato dal dialetto e dalla lingua piemontese nelle sue articolazioni,  realizzando in molti casi un mix di italiano popolare, colloquiale e parlate locali. Una modalità scelta da alcuni scrittori per reagire all’omologazione linguistica e culturale prediligendo storie ambientate in zone periferiche o trascurate, con la comune caratteristica dell’utilizzo del  multilinguismo.In un arco di tempo di quasi settant’anni, dalla pubblicazione di “Ciau Masino” di Cesare Pavese fino ai racconti del vigezzino Benito Mazzi e  del giornalista e scrittore iracheno Younis Tawfik, naturalizzato italiano e residente a Torino, Andrea Raimondi ha analizzato moltissimi autori e libri nella sua ricerca sul multilinguismo  dei narratori piemontesi. Un’indagine che attraversa la letteratura subalpina lungo quasi tutto il “secolo breve”, da Fenoglio a Primo Levi, dalla Ginzburg a Fruttero e Lucentini, a Davide Lajolo e Nanni Balestrini. In questo percorso, del tutto originale, come scrive nella sua introduzione Gigliola Sulis, , professoressa associata di Letteratura italiana presso la University of Leeds ed esperta di multilinguismo letterario, s’intravvede l’evoluzione del mix di lingue che caratterizza la narrativa piemontese “che lascia emergere in controluce la storia della regione, indagata sia nelle sue peculiarità come microcosmo che rappresenta la società italiana dello scorso secolo”. Un lavoro importante quello di Raimondi che dopo la laurea specialistica in Lingue, Letterature e Civiltà dell’Europa e delle Americhe,  nel 2015 ha ottenuto il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Italiano dello University College Cork (Irlanda) proprio con la ricerca sul multilinguismo di un gruppo di narratori piemontesi. Raimondi attualmente collabora con la rivista Savej ed è impegnato in una ricerca sui contatti letterari e linguistici tra Piemonte e Regno Unito.

Marco Travaglini