CULTURA- Pagina 82

Beppe Fenoglio 22. “Ën-Pì (Uno in più)”

Beppe Fenoglio 22. “Ën-Pì (Uno in più)”.

Ad Alba “chiamata alla musica e alle strade della memoria  partigiana” per celebrare i cent’anni dalla nascita dello scrittore albese

Sabato 7 e domenica 8 maggio

Alba (Cuneo)

L’uomo ha la responsabilità di combattere per l’umanità, sempre, un passo dopo l’altro, una parola dopo l’altra, e deve essere consapevole che la sua scelta è una presa in carico civile di cui deve rispondere a sé stesso, ai suoi contemporanei e soprattutto ai posteri. E’ questo il messaggio principe lasciatoci come testimone dallo scrittore-partigiano Beppe Fenoglio. L’importante, secondo il suo partigiano Johnny (alias lo stesso Fenoglio) “è che ne resti sempre uno” o che ce ne sia sempre e ancora “Ën-Pì – Uno in più”, come suggerisce il titolo del nuovo evento promosso dal “Centro Studi Beppe Fenoglio”, in collaborazione con l’“ANPI” di Alba e ideato da Barbara Borra, per celebrare il centenario dalla nascita dello scrittore (Alba, 1922 – Torino, 1963).  Un vero e proprio Festival di musica, storia, cultura e letteratura che si articolerà in un’intensa due giorni, ad Alba, sabato 7 e domenica 8 maggio, in cui  musicisti, storici, letterati, registi, studenti e persone comuni avranno la possibilità di approfondire la storia della Resistenza di Alba e del “partigiano Beppe Fenoglio” attraverso la musica e i canti partigiani “letti” nei suoi libri e nelle sue parole e le canzoni scritte, cantate, urlate e “dette” degli “antichi” e dei “nuovi partigiani”.

Si comincia la sera di sabato 7 maggio alle 21 al “Teatro Sociale G. Busca” (piazza Vittorio Veneto, 3) con lo spettacolo di Barbara Borra “La valigia. 20 mesi di lotta partigiana”. Barbara, cantautrice e pianista, proporrà uno spettacolo originale di musica e teatro in anteprima assoluta e tratto da una storia vera. Sarà uno spettacolo-concerto che attraverso canzoni originali in koiné piemontese, in inglese e in italiano e canti della Resistenza, racconterà 20 mesi di lotta partigiana tessendo un filo rosso con la musica descritta da Fenoglio nei suoi libri e soprattutto attraverso le sue citazioni a cui liberamente si ispira. Sul palco con lei i musicisti Pier Renzo Ponzo, Giorgio Boffa, Lorenzo Arese, Omar Mrad, Michele Settimo e gli attori Michela Fattorin e Loris Mosca ( “Teatro di Tela” ).

Domenica 8 maggio la programmazione parte dal mattino (alle 9.30 da Piazza Rossetti 1) con una “passeggiata urbana” sulle  strade delle memorie partigiane condotto dagli studenti albesi delle Scuole Superiori.  A guidarli sarà il libro pubblicato dall’“ANPI” nella collana omonima, letto e raccontato dai nuovi “partigiani” della città. L’appuntamento sarà aperto anche ai bambini nell’età scolare della scuola primaria che potranno usufruire di un percorso per immagini studiato appositamente per la loro fascia di età dal titolo “La città di Johnny”. Al pomeriggio alle 16.30 ci si sposta a “Palazzo Mostre e Congressi” Piazza Medford, 3) con un appuntamento dedicato alla “musica partigiana”. Il volume “Nel segno di Fenoglio” di Angelo Bendotti (Associazione Editoriale “Il filo di Arianna”) farà da filo conduttore per un incontro con l’autore che servirà ad approfondire in particolare la tematica dei canti e della musica partigiana.

Alle 21 sul palco del “Teatro Sociale G. Busca” sarà la volta del concerto dei “Ginevra Di Marco Trio”.  Straordinari musicisti che, come sempre, sapranno portare in scena la loro vita fatta di musica, Resistenza e storie da raccontare.

Per info: “Centro Studi Beppe Fenoglio”, piazza Rossetti 2, Alba (Cuneo); tel. 0173/364623 o www.centrostudibeppefenoglio.it

g.m.

 

L’opera di Peter Russell al Circolo dei Lettori

Venerdì 6 maggio alle ore 17,00 la Sala Musica del Circolo dei Lettori di via Bogino a Torino ospiterà un incontro dedicato a Peter Russell, tra i maggiori letterati inglesi della seconda metà del  ventesimo secolo, grande esperto e conoscitore di Dante, candidato al Premio Nobel per la Letteratura alla fine degli anni ’90, riconosciuto dalla critica letteraria ufficiale come “ultimo dei grandi poeti moderni”.

A confrontarsi sull’opera del grande poeta saranno Wilma Minotti Cerini, curatrice della monumentale opera Peter Russell. Vita e poesia; Enzo Cacioli, sindaco di Castelfranco Piandiscò, ultima residenza del poeta britannico; Natale Luzzagni e Stefano Valentini del periodico La Nuova Tribuna Letteraria; Adam Vaccaro, Presidente  dell’ associazione culturale Milanocosa; Roberto Salbitani, scrittore e fotografo, amico personale di Peter Russell; Giampiero Tonon, del sito www.Literary.it;Mons. prof. Franco Buzzi, ex Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano; Prof. Francesco Diciaccia, scrittore e critico. L’incontro sarà coordinato dal poeta e saggista torinese Sandro Gros-Pietro. Peter Russell, influenzato dalla poetica di Yeats e grande amico di Thomas Stearns Eliot e Ezra Pound, fu tra i primi a curare le traduzioni in inglese di Mandel’štam, Pasternak e Jorge Luis Borges. Una vita intensa e prolifica, riassunta puntualmente  l’imponente  volume di oltre ottocento pagine, curato dalla poetessa e scrittrice Wilma Minotti Cerini, nata a Milano e oggi residente sul lago Maggiore. Un libro fondamentale per conoscere uno dei principali protagonisti della scena culturale inglese degli anni ’50 che frequentò a Firenze il Caffè Letterario Le Giubbe Rosse dove conobbe Montale, Quasimodo, Landolfi e Ungaretti. Dopo una serie di vicissitudini personali e un breve soggiorno a Berlino, nel 1964 si trasferì a Venezia per restare accanto a Pound fino alla morte di quest’ultimo avvenuta nella città della Serenissima il 1 novembre 1972. Nei primi anni ’80 Russell 1983 si trasferì definitivamente in Toscana, al confine tra il Valdarno fiorentino e quello aretino. A Pian di Scò trasformò un vecchio mulino nella sua casa-biblioteca dove visse e lavorò fino al gennaio del 2002 quando, poco prima di morire, donò tutto il suo patrimonio librario e documentaristico al comune toscano. La serata torinese, a poco più di cent’anni dalla nascita (Russel era originario di Bristol, nell’Inghilterra sud-occidentale, dove nacque il 16 settembre del 1921) offrirà l’occasione di ripensare a questo intellettuale irregolare, innamorato  delle sue idee su poesia, bellezza e libertà.

Marco Travaglini

Ritorna a Torino inversione “diffusa” sul territorio, il Festival del Femminismo Intersezionale

“Mind the Gap. Storie Sovrapposte”

 

Da venerdì 6 a domenica 8 maggio

Italy coach Mauro Berruto

La bellezza assoluta. Immaginate la “Venere di Milo” (130 a. C.) di Alessandro di Antiochia (o Prassitele?) oggi custodita al “Louvre”, trovata (come avvenne nel 1820 sull’isola greca di Milo) ancor di più fatta a pezzi. Priva non solo delle braccia e del basamento originale, ma proprio – si fa per dire – in mille pezzi. E poi magicamente rinsaldata e fiera della sua totale bellezza. Con questa significativa “immagine – guida”, che bene rende l’idea (“La donna è a pezzi o così la percepisce la società?”) è stata presentata nei giorni scorsi la seconda edizione di “Mind the Gap. Storie Sovrapposte”, il “Festival del Femminismo Intersezionale” che torna sotto la Mole, da venerdì 6 a domenica 8 maggio, con un’agenda piena zeppa di eventi e di incontri con personaggi, fra i più vari, invitati a talk, tavole rotonde, party e concerti.

Decisamente provocatoria la scelta dell’immagine- guida, non meno provocatoria e sopra le righe della stessa conferenza stampa, organizzata (immagino come non sia mai successo) non in algidi siti istituzionali, ma nei vivaci colorati locali di “Vinci’s Concept Salon” di via Cavour, fra i più blasonati parrucchieri della città, “per dire – sottolineano gli organizzatori – che una donna che si prende cura di se stessa non è né frivola, né inferiore a un uomo, ma libera”. Semplicemente e felicemente libera. E allora avanti tutta. Con ancora un’altra, importante novità. Dopo la prima edizione negli spazi di “OFF TOPIC” di via Pallavicino, il Festival – organizzato da “The Goodness Factory”– quest’anno diventa “diffuso” per abbracciare la città coinvolgendo “Il Circolo dei Lettori” e il “Campus Luigi Einaudi” nell’ambizione di “continuare per le prossime edizioni a crescere in questa dimensione condivisa, perché la complessità ha bisogno di luoghi diversi per attivare tutte le sue sfumature”. L’ambizione è quella di approntare e offrire al pubblico torinese una tre giorni intensiva “per analizzare, discutere, e guardare dritto negli occhi quel ‘gap’ che ancora persiste nella società, dall’ambito politico a quello istituzionale ed economico, passando da quello scientifico e linguistico, senza dimenticare temi come sessualità, corpi non conformi, medicina di genere e diritti civili”. Assolutamente ricca l’agenda. Fra i primi ospiti Levante (cantautrice e scrittrice) e Mauro Berruto (già CT Nazionale Maschile di Pallavolo e responsabile “politiche sportive” del PD) che, venerdì 6 maggio, dalle 19 alle 20,30, al “Circolo dei Lettori” di via Bogino, parleranno rispettivamente del brano “Gesù Cristo sono io” e dell’arrivo in Italia delle atlete afgane. Altri nomi in calendario, da Chiara Foglietta (attivista Lgbtqia+ e assessora della città di Torino) a Ethan Bonali (attivista trans, blogger e saggista), per non dimenticare i grandi temi del “gender equality” grazie agli incontri con Vera Gheno (sociolinguista), Federico Faloppa (docente di “Italian Studies” presso l’Università di Reading), l’economista Azzura Rinaldi e lo psicologo Michele Spaccarotella.

Ph: Stefano Renna

Non mancheranno i temi che animano il dibattito politico con il parallelo tra la guerra dei Balcani e la situazione ucraina – attraverso gli incontri organizzati da “Europa Aperta”- e il confronto sulla rappresentazione dei corpi con la psicoterapeuta Ilaria Consolo, Marina Cuollo (scrittrice ed editorialista, fortemente attiva sui social rispetto alle discriminazioni legate alla disabilità fisica) e Eugenio Cesaro (degli “Eugenio In Via Di Gioia”). Il Festival prevede anche un focus sul tema dell’aborto, oltre a raccontare le storie di scienziate che hanno rivoluzionato il mondo con le loro invenzioni. Di forte richiamo saranno anche i concerti di Allysha Joy (una delle voci più interessanti del panorama jazz-Nu Soul di Melbourne) e del collettivo di cantautrici “Canta Fino a Dieci”. Nei giorni del festival, ad “OFF TOPIC”, in via Pallavicino 35, lo “sportello antiviolenza” a cura del “Centro Clinico Psicologia Torino (CCPT)” sarà a disposizione come punto d’ascolto del pubblico. Non mancherà inoltre un corner di letture, a cura di “Nora Book & Coffee”, libreria specializzata in tematiche di genere e il banchetto per la raccolta delle firme di “Torino Città Per Le Donne” per la proposta di legge elettorale regionale che promuove l’equilibrio della rappresentanza e le condizioni di parità di accesso alle cariche elettive delle Regione Piemonte.

Per info su calendario completo, date degli eventi ed iscrizioni: www.mindthegaptorino.it

g. m.

Nelle foto:

–       Immagine-guida Festival

–       Allysha Joy

–       Mauro Berruto

–       Marina Cuollo

I luoghi ricchi di armonia da scoprire a Torino

L’armonia può essere ricercata dovunque, non solo nelle melodie e nei suoni. Si può ritrovare nella perfetta combinazione di alcuni elementi che seppur diversi, nelle loro precise proporzioni e nell’accordo unico delle loro sfumature di forma e colore hanno la capacità di generare una piacevole sensazione di equilibrio.

E di questa stessa incantevole percezione di perfezione ci si può trovar investiti in determinati luoghi della città. Ecco quali sono i luoghi più ricchi di armonia, pace e bellezza racchiusi nella città di Torino.

Parco Europa e Cavoretto – Via Nuova

Il parco Europa chiamato anche “Parco di Cavoretto” è un parco che si trova sulla collina di Torino nel delizioso borgo omonimo situato nella circoscrizione 8. Per raggiungerlo si può imboccare una delle avvincenti stradine in pendenza situate alla destra di Corso Moncalieri e scoprire Piazzetta Freguglia, cuore del borgo di Cavoretto per poi proseguire sulla strada che conduce all’ingresso ufficiale del parco, la quale, è da sottolineare non è priva di qualche entusiasmante tornante.

Giunti al Parco Europa, questa splendida area verde a circa 370 metri di altezza, si può subito ammirare dal suo belvedere una vista speciale su Torino, ma anche passeggiare nei deliziosi vialetti circondati da pini, platani e cipressi, soffermarsi in una delle panchine presenti, alcune baciate dal sole e altre nascoste sotto le fronde degli alberi ed infine lasciarsi avvolgere dall’armonia del bello che questa terrazza panoramica così amata dai torinesi è capace di regalare a tutti i suoi visitatori.

 

Mausoleo della Bela Rosin – Strada Castello di Mirafiori 148/7

Un imponente e austero edificio neoclassico circondato dal verde sorge in uno dei quartieri periferici di Torino. Si tratta del Mausoleo della Bela Rosin. Non tutti sanno della sua presenza e soprattutto non tutti sanno che questo Mausoleo ha una storia avvincente.

Innanzitutto è la copia, anche se in versione ridotta, del più noto Pantheon di Roma ed è stato intitolato alla “Bela Rosin” ovvero Rosa Vercellana, contessa di Mirafiori e Fontanafredda e moglie di Vittorio Emanuele II.

Questo affascinante luogo si apre proprio come una luccicante perla all’interno di una conchiglia: al suo interno il visitatore può rimanere rapito dall’armonia delle forme architetture, dal perfetto dualismo che mette in una relazione perfetta e duratura un solenne edificio con la quieta e verdeggiante vegetazione che lo circonda e dal senso di pace e quiete che si può respirare passeggiando al suo interno.

Murazzi del Po – Corso Cairoli / Lungo Po Armando Diaz / Lungo Po Luigi Cadorna

C’è un punto un po’ speciale a Torino dove il suolo sabaudo si avvicina all’altro grande elemento della città: l’acqua. Questo punto si è trasformato anche in uno dei simboli della città: i Murazzi del Po.

Queste antiche arcate e rimesse per le barche che costeggiano il grande fiume sulla sponda ovest sono nate nei secoli scorsi per preservare la città dalle piene del fiume. Da allora ne è passata molta di acqua “sotto i ponti” e questa zona dopo esser stata per decenni – sperando anche che possa ritornare ad esserlo – la meta preferita dei torinesi nelle serate del week end grazie a vivaci locali notturni (Il “Giancarlo dei Murazzi” è stato uno dei luoghi iconici della Torino anni 90) possiede ancora oggi un fascino unico.

Questa lunga passeggiata che costeggia il Po a Torino è uno dei luoghi più ricchi di armonia di Torino, capace di regalare un bellissimo scorcio da cartolina della città e snocciolare ad ogni passo ai torinesi che la scelgono come luogo per una passeggiata a piedi o in bicicletta o per una corsa serenità e quiete.

Recentemente il tratto dei Murazzi del Po che dal Ponte Vittorio Emanuele I raggiunge Ponte Regina Margherita è stato intitolato al cantautore torinese Ferdinando “Fred” Buscaglione mentre il tratto precedente il Ponte Vittorio, dove tra l’altro fino a pochi anni fa erano ormeggiate i due battelli Valentino e Valentino è dedicato al torinese Gipo Farassino.

Giardino Roccioso – Parco del Valentino

Chi entra per la prima volta all’interno del Giardino Roccioso di Torino potrebbe avere per un attimo un senso di smarrimento pensando di trovarsi anziché nella città sabauda in qualche delizioso angolo del Giappone, invece si trova proprio a Torino, all’interno dell’orgoglioso polmone verde che contraddistingue questa città, ovvero il Parco del Valentino.

Suggestivi giochi d’acqua, incantevoli ruscelli, piccole stradine, graziose aiuole in fiore, piante autoctone ed esotiche disseminate lungo i sentieri e anche la romantica panchina degli innamorati con due lampioni seduti e abbracciati creati dal giardiniere-artista Rodolfo Marasciuolo. Il Giardino roccioso è pura oasi di bellezza, pace e armonia a Torino.

Questo angolo di meraviglia e delizia si trova a pochi passi dal Borgo Medievale e dal Castello del Valentino ed è l’ideale per passeggiare curative e rilassanti.

 

Ex Cimitero di San Pietro in Vincoli – Via San Pietro in vincoli 28

C’è un ex cimitero nel quartiere Aurora di Torino capace di racchiudere un angolo di magia avvolgendosi anche in un alone di mistero. Si tratta dell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, il primo cimitero di Torino edificato fuori dalle mura cittadine nel 1777. Dopo esser stato chiuso al pubblico per anni il cimitero negli anni 80 è stato ristrutturato ed oggi è utilizzato come interessante sede di eventi culturali e rassegne teatrali.

Una curiosa storia coinvolge questo spazio dall’architettura neoclassica. All’ingresso del cimitero fino a poco tempo fa c’era una statua di stile neoclassico denominata “La morte velata” raffigurante la principessa russa Varvara Belosel’skij che fu la moglie dell’ambasciatore russo presso la corte sabauda. La storia narra che la principessa si trovava nella città di Torino nel lontano 1792 quando una malattia mese fine alla sua giovane vita. E da allora circola la leggenda che proprio il fantasma della principessa passeggi intorno al cimitero nelle notti di luna piena.

Un luogo leggendario quindi questo ex cimitero torinese intriso di storie antiche ed avvincenti che si lasciano ascoltare solo da chi vuole e sa avvicinare l’orecchio alla curiosità.

Rossella Carluccio

Scrivere per il cinema alla Scuola Holden

Venerdì 29 aprile, dalle 14 alle 19, alla Scuola Holden verranno presentati 22 progetti di lungometraggi, serie TV, animazione seriale e format televisivi a un panel di 50 professionisti provenienti da realtà importanti come Cattleya, Endemol, Rai,Indiana Production, LaEffe TV, Lucky Red, RAI, Sky Tv, Studio Bozzetto, Tempesta Film, Torino Piemonte Film Commission, Asifa Italia. Al termine di ogni sessione, ci saranno anche dei meeting one to one per approfondire la discussione.dei vari settori. La giornata sarà la conclusione di quattro Training Camp, percorsi di formazione della durata di sei mesi, in cui i partecipanti vengono affiancati da sceneggiatori e autori professionisti per portare a termine lo sviluppo dei loro progetti personali.

 

Nelle precedenti edizioni dei Training Camp dedicati ai progetti audiovisivi è già accaduto che i partecipanti abbiano vinto premi e riconoscimenti importanti con i progetti che hanno sviluppato durante il percorso: per le serie di animazione, Andrea Mannino ha vinto il 3° premio al concorso “Pitch me!” di Cartoons on the Bay 2021 con Terra in vista, mentre Elisa De Fazio è arrivata in finale per la stessa categoria con Space Bone. Inoltre, due progetti che verranno presentati il 29 aprile a Scuola sono già stati selezionati da Cartoons on the Bay 2022, sempre all’interno degli 11 progetti della sezione “Pitch me!”: si tratta di School of Pasta di Bianca Frasoldati e The Seneca Effect di Gloria Savino.

Tra i partecipanti al Training Camp di sceneggiatura per Serie Tv, Primavera Contu è arrivata finalista al Premio Solinas Experimenta Serie 2021 con Dope!; Patrizia Dellea è tra le autrici di Christian, serie prodotta da Lucky Red per Sky nel 2021; Chiara Zago ha vinto il Premio Solinas Experimenta Serie 2020 con Post Partum.

L’evento è aperto al pubblico.

L’attualità delle parole di Giorgio Gaber e la svolta del suo “teatro canzone”

Ci sono testi di autori che, anche se gli anni passano, rimangono miracolosamente attuali, come le parole finali di una bella canzone intitolata “Il grido” di Giorgio Gaber, “C’è  nell’aria un’energia che non si sblocca […]”

Continua a leggere:

L’attualità delle parole di Giorgio Gaber e la svolta del suo “teatro canzone”, di Mara Martellotta

Il diario “adulto” di Enrico Vanzina: 11 anni di vita italiana

Fra i volumi più letti, nel corso dei secoli, i diari occupano un posto significativo.

Sono diari, tutto sommato, le “Confessioni” di Sant’Agostino ed i “Saggi” di Montaigne, due dei libri più studiati ed amati di sempre, i “ Memoires” di Giacomo Casanova, il Diario dei fratelli Goncourt, testo imprescindibile per comprendere la controversa Francia ottocentesca, la raffinata ed estetizzante “À la recherche du temps perdu” di Marcel Proust.

Continua a leggere:

Il diario “adulto” di Enrico Vanzina: 11 anni di vita italiana

 

Inaugurazione oggi in Duomo del Crocifisso Sindonico

Si inaugura oggi 26 aprile alle 17.30 in Duomo, a Torino, in piazza San Giovanni, il “Crocifisso sindonico”, opera dell’artista non vedente Andrea Bianco. Con lui, a guidare i visitatori, sarà anche la studiosa della Sindone Emanuela Marinelli. Illustreranno l’opera e i suoi rapporti con il Santo Sudario, che è custodito a pochi passi dall’altare, in cui è posizionata la croce.
L’opera, donata al Museo Diocesano, rimarrà in Duomo per tutto il Tempo Pasquale, fino alla solennità della Pentecoste, per venire poi esposta nel Museo sottostante, nell’area dedicata alla Santa Sindone.

Mara Martellotta

Il riscatto del turismo culturale fa volare le visite ai musei torinesi nel weekend del 25 Aprile

Con circa 15 mila visitatori negli ultimi tre giorni, continua la grande affluenza di cittadini e turisti che anche per il ponte del 25 aprile hanno scelto di passare qualche ora tra le bellezze e la ricca offerta culturale dei Musei Reali.

Nello specifico, sono stati infatti 10684 gli ingressi ai Musei Reali mentre in 1300 hanno scelto di visitare A tu per tu con Leonardo, la mostra che racconta e documenta l’attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all’anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo.

Continua inoltre l’enorme successo della mostra Vivian Maier Inedita, su una delle più affascinanti esponenti della street photography, che ha registrato circa 3 mila ingressi in questo lungo weekend.

Sono 7.647 le persone che hanno visitato, invece,  le collezioni permanenti e le mostre in corso della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, del MAO Museo d’Arte Orientale e di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

In particolare, 3590 persone hanno visitato Palazzo Madama, 2953 il MAO e 1104 la GAM.

Ricordiamo le mostre in corso:

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna

UNA COLLEZIONE SENZA CONFINI. Arte internazionale dal 1990 –  fino al 25 settembre 2022

CARLO LEVI. Viaggio in Italia: luoghi e volti –  9 febbraio – 8 maggio 2022
VINCENZO AGNETTI (In VideotecaGAM) – 22 febbraio –  12 giugno 2022

MAO Museo d’Arte Orientale

KAKEMONO. Cinque secoli di pittura giapponese. La Collezione Perino

12 novembre 2021 – 25 Aprile 2022

CREDERE CON IL CORPO NEL SUD-EST ASIATICO. Esposizione fotografica a cura di Eva Rapoport

27 novembre 2021 – 1 maggio 2022

ROTAZIONE | La veste del Buddha. Preziosi kesa giapponesi dalle collezioni del MAO

28 marzo – 29 settembre 2022

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

INVITO A POMPEI – 8 aprile – 29 agosto 2022

La rinascita e la riscossa dell’Esercito Italiano in mostra al “Mastio della Cittadella” a Torino

“1943-1945. Dai Gruppi di Combattimento al nuovo Esercito Italiano”

Fino al 1° maggio

Mostra assolutamente doverosa, a cavallo di quel 25 aprileFesta Nazionale della Liberazione, che dopo circa ottant’anni, ancora non è riuscita (con l’indispensabile neutralità critica) a mettere in piena luce il ruolo determinante del “Regio Esercito” ai fini della Liberazione dell’Italia a fianco delle Armate anglo-americane. Organizzata dall’“ANARTI-Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia” in collaborazione con il “Museo Storico Nazionale d’Artiglieria”, la rassegna “1943-1945. Dai Gruppi di Combattimento al nuovo Esercito Italiano” vuole essere un racconto per immagini, testi, curiosità varie e reperti d’epoca di un importante capitolo della nostra Storia, dal 25 luglio 1943 al maggio 1945, per il quale ancora manca una valutazione storica corretta rispetto al generoso impegno delle nostre Forze Armate che, dopo l’Armistizio di Badoglio dell’8 settembre e per 19 lunghi mesi di guerra, diedero prova di grande coraggio e amor patrio “da protagonisti e non da gregari” combattendo a fianco degli Alleati contro i tedeschi fino alla Liberazione del Paese. Inaugurata il 22 aprile scorso (relatori gli storici Gianni Oliva e Pier Franco Quaglieni), la mostra è ospitata, fino alla prossima domenica 1° maggio, presso il “Mastio della Cittadella” di corso Galileo Ferraris ed è curata dal giornalista Pier Carlo Sommo. Dall’armistizio badogliano fino al contributo delle Forze Armate alle formazioni partigiane e a quello prestato dai soldati prigionieri negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, l’iter espositivo racconta di guerre, di sacrifici umani e atti eroici, spesso ancora oggi trascurati e molto poco conosciuti. Oltre ai significativi fatti – si è sottolineato – della difesa di Roma e di Cefalonia, ve ne furono molti altri, in Italia e all’estero, che sono stati dimenticati, come la cacciata dei tedeschi dalla Corsica rivendicata dai francesi, nonostante il loro ruolo marginale”“L’8 settembre 1943 fu una tragedia nazionale– hanno ribadito i relatori – ma anche, e principalmente, un punto di svolta in una situazione bellico – politica disastrosa che, per l’Italia, proseguendo invariata, avrebbe portato ad un disastro materiale e istituzionale totale come quello poi subito nel 1945 da Germania e Giappone”. E ancora: “Molto si è discusso sul trasferimento del Re e del governo a Brindisi. È doveroso dire che sul piano politico fu una scelta corretta, in quanto preservare l’operatività del governo legittimo era politicamente giusto, ma il tutto fu fatto in modo maldestro, senza coordinamento né nel lasciare Roma né nell’insediarsi a Brindisi. Il principe ereditario Umberto con coraggio personale e consapevolezza delle proprie responsabilità istituzionali richiese al padre di lasciarlo a Roma per organizzare la resistenza. Vanamente. Questo fatto lese la sua immagine poi spesso collegata a eventi negativi che fu costretto a subire, nonostante il suo coraggioso impegno con l’Esercito che risalì la penisola”. E le immagini raccolte al “Mastio” ben testimoniano lo sforzo incredibile dei soldati italiani nella Campagna d’Italia, a Montelungo, a Monte Marrone, a Filottrano o lungo la “Linea Gustav” (o Linea Invernale”), organizzati – proprio per  il loro coraggio – in sei “Gruppi di Combattimento” attrezzati con armi e divise inglesi e in otto “Divisioni Ausiliarie” e tre di “Sicurezza Interna”, che divennero – con ingenti tributi umani- essenziali quando sette Divisioni (tre statunitensi e quattro francesi) furono rimosse dalla penisola per partecipare, il 15 agosto del ’44, allo sbarco nella Francia meridionale. Di rilievo anche la partecipazione dei militari nelle missioni speciali nel Nord Italia. Circa 80mila militari operarono nelle unità partigiane. In totale furono oltre 500mila i militari di tutte le armi e gradi che parteciparono alla Lotta di Liberazione. “Al termine della guerra – ricorda Pier Carlo Sommo – quel rinnovato ‘Regio Esercito’ fu il nucleo fondante dell’ ‘Esercito Italiano’ che abbiamo oggi”“La Guerra di Liberazione fu un momento di aggregazione intorno al ricostituito Esercito e riflettere sul sacrificio dei soldati che combatterono per la libertà del Paese con risorse limitate ed un futuro di incognite ha da essere oggi di stimolo a operare con tenacia e al meglio per il bene del Paese”. Così insegna la Storia. La Buona Storia. Spesso inarrivabile alle ottuse orecchie del Potere. A ingresso libero, la mostra ospiterà sabato prossimo 30 aprile un dibattito finale tenuto dallo storico Aldo Alessandro Mola e dai generali Giorgio Blais e Antonio Zerrillo.

Gianni Milani

“1943-1945. Dai Gruppi di Combattimento al nuovo Esercito Italiano”

Mastio della Cittadella, corso Galileo Ferraris 0, Torino, tel. 011/8170560 o www.anartitorino.blogspot.com

Fino al 1° maggio

Orari: ingresso libero dalle 14 alle 19

Nelle foto:

–       Figuranti in divise storiche con Pier Carlo Sommo, curatore della mostra

–       Montelungo:artiglieri e trattori XI Reggimento

–       Presenzano: il Principe di Piemonte in visita alla 210^ divisione

–       Maggio 1944: Linea Gustav, i marinai del Battaglione Bafile