CULTURA- Pagina 56

“FantasyBard”… ma non solo

1)    Tre giorni tra fumetti, supereroi e principesse

Dal 13 al 15 agosto

Bard (Aosta)

Il mondo fantasy, con i suoi fumetti e i suoi personaggi più amati prende casa per ben tre giorni fra le antiche mura del “Forte di Bard”. L’appuntamento è per domenica 13 (dalle 15,30 alle 20,30), lunedì 14 e martedì 15 agosto (dalle 9,30 alle 19,30), con la prima edizione di “FantasyBard” ospitata nelle case d’epoca del “Borgo” e al “Forte di Bard”. Tre giorni spumeggianti dedicati a mostre, spettacoli, incontri ed un’ “area mercatino” con le case editrici specializzate nel settore.  Tantissime saranno le postazioni con fumettisti, le presentazioni e gli autori che interverranno disegnando dal vivo i personaggi preferiti dal pubblico. In programma anche conferenze e incontri con artisti, scrittori di fama nazionale e tre mostre. Le esposizioni nel “Borgo” saranno dedicate a due icone del fumetto e del cinema – Diabolik (Astorina) e Dampyr (Bonelli) – mentre al “Forte di Bard”, negli  spazi della “Cappella militare”, una retrospettiva di tavole e disegni originali sarà dedicata agli Avengers dal titolo “60 anni di supereroi”. Durante le tre giornate sono previsti anche laboratori e workshop per ragazzi.

E poi grandi spettacoli. Lunedì 14 agosto la “Piazza d’Armi” del “Forte di Bard” ospiterà due show per grandi e piccoli: alle ore 17.30“The Princess Party Show” (tre principesse in uno spettacolo musicale per tutta la famiglia con i più noti brani da “Biancaneve” a “Cenerentola” fino a “Frozen” ed “Encanto”), alle 21,30, Giorgio Vanni in concerto con le sue celebri sigle cartoon.

Il programma completo è consultabile sul sito www.fortedibard.it

La manifestazione è organizzata dall’“Associazione Borgo di Bard”, Comune di Bard, in collaborazione con “Forte di Bard”, “Nerdreams Events”, “The Heroes” e “Cosplay Italia”.

Per ulteriori informazioni e costo biglietti, scrivere a: eventofantasybard@gmail.com

2)    Concerto fra Sacro e Profano, con il “Te Deum” di Charpentier

Giovedì 10 agosto, ore 21

Ma prima di invitarci nel fantasioso e multiforme mondo dei “fumetti”, il “Forte di Bard” propone, giovedì 10 agostoa partire dalle 21 (nell’ambito della Rassegna “Estate al Forte di Bard 2023”) il Concerto “Te Deum – Sacro e Profano alla corte di Luigi XIV” ad opera dei “Solisti, Coro e Orchestra barocca – Gli Invaghiti”. Il programma prende il titolo dal celebre “Te Deum H146 in re maggiore” (per soli coro ed orchestra) di Marc Antoine Charpentier – la “Fenicie di Francia” e massimo esponente della musica sacra francese del periodo Barocco – il cui incipit è noto perché utilizzato come sigla iniziale e finale di tutti i programmi televisivi e radiofonici trasmessi in “Eurovisione” e che vedrà eseguite anche musiche di Giovan Battista Lulli (compositore, ballerino e strumentista fiorentino che trascorse gran parte della sua vita alla corte del “Re Sole”, Luigi XIV, con il nome di Jean – Baptiste Lully), in un tripudio di pomposità barocca, tipica della corte di Versailles.

Il concerto fa parte di “Kalendamaya – Festival Internazionale di Cultura e Musica Antica” (XV edizione) e il cast di livello internazionale (più di 60 musici) eseguirà i brani su strumenti originali o copie di essi e con una vocalità coerente con quella della “Cappella Palatina” della “Reggia di Versailles”. Un’occasione importante, creata in collaborazione con l’“Associazione Forte di Bard” e la “Fondazione CRT”, “per recuperare – dicono gli organizzatori – una dimensione artistica e storica dell’immenso patrimonio culturale che ci circonda cui troppo spesso non si presta la dovuta attenzione”.

Biglietti ingresso 10 euro (posto seduto non numerato) acquistabile presso la biglietteria del “Forte” oppure online su www.fortedibard.it , per i bambini fino ai 10 anni ingresso gratuito

g.m.

Nelle foto:

–       Locandina “FantasyBard”

–       Giorgio Vanni

–       “Gli Invaghiti”

Una notte al Museo torna sotto il cielo stellato di San Lorenzo

UNA NOTTE AI GIARDINI REALI

Sotto le stelle di San Lorenzo

Giovedì 10 agosto 2023

 

Una notte la Museo torna nel cuore verde di Torino

per una notte sotto il cielo stellato di San Lorenzo alla scoperta dei segreti di

Palazzo Reale e delle sue sorprendenti collezioni

 

Giovedì 10 agosto torna Una notte al Museo, il format ideato e realizzato dall’associazione Club Silencio con l’intento di valorizzare e promuovere il patrimonio storico-culturale dei musei e degli edifici storici d’Italia. L’appuntamento è ai Musei Reali di Torino, uno dei complessi più conosciuti ed evocativi, per l’ultima serata prima della pausa estiva dedicato al più famoso cielo d’estate, quello di San Lorenzo. Si tratta di un momento speciale che porta il pubblico alla scoperta del museo in una maniera insolita e originale, coniugando cultura, arte, musica, performance, food & drink, giochi interattivi e visite agli spazi dei Musei Reali di Torino.

 

La serata si svolgerà dalle 19 a mezzanotte ai Giardini Reali, suggestiva scenografia per le Stelle di San Lorenzo e punto di partenza di un affascinante viaggio nei segreti sabaudi: il pubblico potrà accedere al primo piano di Palazzo Reale, per ammirare la stanza del trono e gli arredi storici, l’Armeria Reale, che espone più di 5.000 oggetti tra cui armi e armature cinquecentesche e, grazie alle visite guidate con CoopCulture, potrà scoprire la Cappella della Sindone, capolavoro architettonico di Guarini.

 

L’intrattenimento musicale prevede un doppio punto sonoro: nel Giardino Ducale, a cura di Disco Denuncia e di John Bringwolves, che porteranno un coinvolgente mix di sonorità elettroniche e ritmiche travolgenti, mentre Alea e l’illustratrice Anna Forlati saranno nella Corte d’Onore di Palazzo Reale con musica ambient e una live painting performance proiettata sulle pareti del patrimonio UNESCO.

Sarà inoltre possibile degustare proposte food gourmet a cura di Van Ver Burger, RustyCone, Furgoncibo e Bell’e Buon oltre a rinfrescarsi in uno dei cocktail & wine bar di Club Silencio.

Non mancheranno le attività di coinvolgimento organizzate appositamente per l’occasione dallo YouthLAB di Club Silencio, i giochi culturali del Play Corner e la VR Experience, un’esperienza immersiva alla scoperta del sistema solare attraverso una simulazione in tempo reale di stelle, pianeti e oggetti celesti.

 

Per partecipare è necessario accreditarsi sul sito di Club Silencio al link https://clubsilencio.it/next-event/

Allo stesso link è possibile inoltrare l’invito a un amic*

 

INFO

Giovedì 10 agosto 2023, dalle 19 alle 24

Ultimo accesso evento ore 23:00 // Ultimo accesso alle visite ore 22,45

Ingresso + drink + visita Palazzo Reale (1° piano) e Armeria Reale: 20€

Visita guidata Cappella della Sindone: +5€ (posti limitati, acquisto in loco)

Ingresso all’evento da Piazzetta Reale 1, 10122 Torino TO

 

CHE COS’È CLUB SILENCIO

Club Silencio è un’associazione culturale torinese impegnata in progetti esperienziali che stimolino la partecipazione attiva dei giovani under 35 alla vita culturale, sociale e democratica del proprio territorio. Club Silencio porta avanti due direzioni progettuali: l’una relativa al rendere accessibile il patrimonio artistico-culturale locale ai giovani under 35, l’altra impegnata nel favorire l’empowerment giovanile locale. Tra i suoi progetti più noti vi è “Una notte al Museo”, che dal 2017 ad oggi ha portato più di 180.000 giovani in oltre 40 musei tra Piemonte, Liguria e Lombardia. Da ottobre 2022 Club Silencio è certificata ISO 20121 per la “Gestione eventi sostenibili”.

www.clubsilencio.it

Fb e IG @Clubsilencioofficial

Linkedin @Clubsilencio

Torino città floreale

La prima Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna che si tenne a Torino nel 1902 lanciò una nuova era, una rivoluzione nelle varie espressioni artistiche e nel design che segnò una vera e propria rottura con il passato. Il regolamento dell’evento fu molto chiaro, niente imitazioni, niente rievocazioni del passato, solo rinnovamento, originalità sia nelle forme che nei materiali. Questa nuova tendenza aveva come fonte d’ispirazione la natura ed è per questo che oltre ad “Arte Nuova“, Art Nouveau in Francia, Jungendstil in Germania o Modern Style in Gran Bretagna, si chiamò anche “Arte Floreale“. La vocazione di questa nuova espressione era la sua possibile declinazione nel quotidiano, non esistevano quindi soggetti e ambienti privilegiati o solo grandi opere, al contrario ogni oggetto presente nella vita di tutti i giorni in ceramica, in vetro o di stoffa poteva veicolarne la bellezza e lo stile. Torino, seppur in assenza di una vera e propria scuola o corrente propria, divenne un importante centro espressivo di questo movimento anticlassico e critico nei confronti dell’uniformità beneficiando, grazie alla vicinanza geografica, delle influenze francesi e belga. Tra le opere più note del Liberty a Torino abbiamo Casa Fenoglio-La Fleur, Villa Scott (set di Profondo Rosso di Dario Argento), Un intero Isolato, l’unico così grande in città, tra Via Papacino e Corso Matteotti, il Villino Raby . Girando per la città è possibile ammirare altri meravigliosi capolavori di Arte Floreale, itinerari ricchi di particolari, forme e colori che ci riportano in quel preciso periodo storico.

 

1. Borgo Crimea: partendo dal Ponte Umberto I abbiamo la Casa Camusso-Caselli a Corso Fiume 2, la meravigliosa Villa Crimea a Via Casteggio 2, Villa Scott a Corso Lanza 57, la Palazzina a Via Villa Quiete 1-3, Villino Guarlotti in Via Gatti 10 e al n.24 il Villino Antonietta, la Casa del Custode del Villino Filiberti a Corso Moncalieri 83.

2. Corso Francia, Cit Turin: Villino Raby a Corso Francia 8, Palazzina Fenoglio La Fleur in Via Principi d’Acaja 11, i bellissimi edifici di Via Duchessa Jolanda 17,19,21 – Via Collegno 44,45 – Via Susa 31,33 e il famosissimo Palazzo della Vittoria, con il portone decorato da Draghi, a Corso Francia 23.

3. San Donato: Casa dei Fratelli Padrini a Via Balbis 1, Casa Pecco tra Via le Chiuse e Via Cibrario, sempre a Via Cibrario ai civici 15 Casa Florio, 36 Casa Basso, 54 Casa Girardi, 62 Casa Enrieu. Le Palazzine a via Piffetti 3,5,7,10 e 12, Palazzina Ostorero a Via Beaumont 7.

 

4.Centro Città: la Palazzina – Via Bertola 20 e quella sull’angolo opposto a Via Monte di Pietà 26, sempre a Via Monte di Pietà al civico 4 la Casa della Zoppa, l’Isolato San Lazzaro – Via Pietro Micca 4, l’Isolato intero tra via Papacino e Corso Matteotti, l’Edificio di Via Revel 18 e 20.

 

5. Crocetta: la Palazzina a Via Sacchi 40/42, Casa Avezzano a Via Vico 2, Casa Pozzo in Via Massena 81, Casa Mussino in Corso Re Umberto 71, l’Isolato a mezzaluna in Largo Re Umberto 65, Casa Gamna a Corso Galileo Ferraris 78 e al civico 86 Casa Quadri, Palazzo Pellegrini in Corso Montevecchio 38 e al 50 Palazzo Maffei.

 

Torino è una vera e propria vetrina di splendori di Arte Nuova, una esibizione permanente a cielo aperto, una magnifica esponente di una arte che, come diceva Walter Benjamin, è “…un tentativo che mobilita tutte le risorse dell’interiorità….che si oppone al mondo circostante armato della tecnica”.

Maria La Barbera

 

 

Il Gallo di Brancusi

Il Gallo di Brancusi, il premio offerto a Torino, da Sua Eminenza Teodosio, al poeta greco Dinos Koubatis. 

La consegna del prestigioso premio è avvenuta al termine del simposio denominato „Cultura romena, cultura europea”, evento che si è svolto presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, tra il 26 e il 28 luglio 2023, sotto l’egida della neonata „Accademia Europea delle Scienze, delle Arti e delle Lettere di Torino”.

Durante i due giorni, i torinesi hanno potuto ammirare anche un’impressionante collezione di sculture realizzate dall’artista Rodion Gheorghiță ricostruendo le opere perdute del grande scultore Constantin Brancusi, oltre a opere d arte digitali firmate dal giovane artista Mihai Dionis Barbu, insieme con un manoscritto del 501, appartenuto a Giovanni Cassiano, santo nato nella Scizia minore, la Dobrogea di oggi.
Il Palimpsesto di San Giovanni Cassiano fa parte dell’archivio della Biblioteca Nazionale di Torino ed è stato esposto per la prima volta al grande pubblico, cosa che ha dato maggiore importanza al recente evento tenutosi ai piedi delle Alpi.
Un momento di grande carica spirituale è stato anche la gioia e l’onore di avere al centro di questa azione Sua Eminenza Teodosio, Arcivescovo di Tomis, che ha fatto una bella esposizione della vita di San Giovanni Cassiano, così come di altri Santi, trasmettendo ai presenti messaggi e insegnamenti calorosi, parabole con insegnamenti spirituali.
Durante i due giorni dedicati all’evento, la soglia della Biblioteca Nazionale di Torino è stata varcata da numerosi ospiti d’onore, come il vicesindaco di Torino, Michela Favaro, il filosofo Constantin Barbu, Sua Eccellenza Bogdan Cuza (pronipote del principe Alexandru Ioan Cuza), oltre a insegnanti, giornalisti, scrittori, poeti, artisti, sacerdoti, persone di cultura provenienti dall’Italia, dalla Romania e dall’Europa in generale. Tutti hanno dato lustro alla cultura romena a Torino.
Dinos Koubatis, il poeta premiato a Torino in occasione dell’evento culturale organizzato dall’Accademia Europea delle Scienze, delle Arti e delle Lettere di Torino, in collaborazione con la rivista Ispirazione Romena, è nato ad Atene ed è un rinomato poeta greco che ha dedicato tutta la sua vita all’arte, essendo, oltre che un illustre uomo di cultura, un importante attore e regista in Grecia.
Ha pubblicato oltre 20 libri, i suoi volumi sono stati pubblicati in diverse lingue e venduti in paesi come Grecia, Francia, Polonia, Canada ecc.
Istituita nel giugno 2023, l’Accademia Europea delle Scienze, delle Arti e delle Lettere di Torino nasce con l’obiettivo di difendere la cultura in generale, promuovere la cultura romena e la lingua romena, le nostre tradizioni, promuovere la conoscenza della storia, dell’etnografia, con l’obiettivo di promuovere la scienza in generale.
Il primo evento organizzato a Torino, nella sede della prestigiosa Biblioteca Nazionale della città piemontese, sottolinea la nobile missione che questa organizzazione si assume, sulla base degli obiettivi sopra elencati.
La cultura romena ha oggi un ruolo essenziale nel mondo, un posto che merita. Al fine di rafforzare questo ruolo, l’accademia avrà presto un senato composto da intellettuali romeni, ma anche accademici di diversi stati europei.
Un ringraziamento speciale viene dato da parte dell’Accademia Europea di Scienze Arte e Letteratura al Ministero della Cultura italiana.
 Luiza Diculescu 
Servizio fotografico Mihai Bursuc

“Scacco Matto” con “I Venerdì del CAI”

A Sauze d’Oulx, fresche serate con la “cultura della montagna” nel gradevole Bar – Solarium di Paola Debili

Dal 4 agosto al 1° settembre

Sauze d’Oulx (Torino)

Iniziati il 21 luglio scorso, proseguono, fino al prossimo 1° settembre, le “serate informative e culturali” – i “Venerdì del CAI” – organizzate dal 2018 a Sauze d’Oulx, “Balcone delle Alpi” in Alta Val di Susa, dalla sottosezione sauzina del “Club Alpino Italiano”. L’appuntamento è, come sempre (dopo una fase iniziale ospitata presso la Sala Conferenze dell’“Ufficio del Turismo” di viale Genevris) nella gradevole e simpatica location del Bar – Solarium “Scacco Matto” di Paola Debili, in Piazzale Miramonti, la piazza più alta (panorama “mozzafiato”) del Centro valsusino. In agenda sono ancora sette gli incontri (tutti a partire dalle 21 e a ingresso gratuito) rivolti, in particolare, ma non solo, agli appassionati di montagna e alla secolare architettura “roccia su roccia” che spesso ne contraddistingue magnificamente il paesaggio.

Il prossimo rendez vous è per venerdì 4 agostocon un incontro, a cura di Bruno Dotti, sulle orme tracciate – da Venezia alla Cina del Kublai Khan – e raccontate ne “Il Milione”(“Devisement du Monde”), dal leggendario Marco Polo. E proprio “Viaggio in Afghanistan: Trek sulle orme di Marco Polo” è il titolo dell’incontro condotto da Dotti che, per immagini e con molta capacità di suggestiva narrazione, ci porterà dalle sicure cime di casa nostra alle montagne dell’Hindu Kush, nella zona del Panjshir, oltre i 7mila, montagne definite “senza più futuro”, a causa dei continui conflitti che da mezzo secolo stanno martoriando quel Paese.

Con Paolo Manenti del CAI di Almese, l’appuntamento è invece per giovedì 10 agostoe il tema non sarà certo meno suggestivo del precedente. Manenti racconterà infatti di “Ski Alp in Norvegia”. Come dire, immaginarci di praticare “scialpinismo”, al di sopra del circolo Polare Artico, sulle Isole Lofoten, fra i fiordi norvegesi, sospesi fra mare e cielo e magari in tempi di “aurora boreale”. Cosa di meglio? Ascoltare e sognare. E (perché no?), se possibile, far del sogno una concreta realtà.

Di “Montagne teatri di guerra” (e quanto lo siano state anche per noi,  proprio in Val di Susa, ce lo insegna ancora oggi ciò che resta della “Batteria dello Chaberton”, il forte più alto d’Europa) tratterà invece, sabato 12 agosto, lo storico Gian Paolo Rovetto, mentre di “Naturopatia alpina. Erbe e rimedi popolari per i disturbi di oggi” parlerà, domenica 13 agosto, la torinese, da anni residente ad Avigliana, Loredana Matonti. Laureata in “Scienze Naturali”, la Matonti farà riferimento al suo libro “Erbe e antichi rimedi di ieri, oggi e domani” (“Editrice del Graffio”), frutto di una ricerca decennale condotta proprio in Val di Susa, in cui si tratta scientificamente delle meraviglie compiute, ai fini del benessere umano, da decotti, impacchi, sciroppi, oleoliti, unguenti e quant’altro.

Di grande interesse sarà anche, venerdì 18 agosto, la presentazione del libro, edito da “Zerotre” nel 2022, “Storia della Valle di Susa e della Sacra di San Michele”, scritto dall’architetto torinese, socio del “Lions Club Susa Rocciamelone”, Sandro Sandri. Coverrealizzata dal grande Ugo Nespolo, nel consueto linguaggio visionario in cui si incontrano gran parte delle cifre stilistiche dell’arte contemporanea, il libro nasce con l’obiettivo di apportare, attraverso la vendita, un importante contributo economico alla “Sacra” (fra i più importanti monumenti – simbolo del Piemonte), che per il lungo periodo di pandemia non ha più beneficiato delle quote di ingresso dei numerosi visitatori, mediamente 100mila all’anno.

E, dopo l’incontro a tema – giovedì 24 agosto – su “Fauna e viabilità in Alta Valle di Susa”(nell’ambito del Progetto “Life Wolfalps Eu”), è ancora con la presentazione di un libro che si concludono i “Venerdì del CAI” a Sauze. Si tratta de “La Regina del Labirinto” (edito da “Kubera”) che l’autore, lo scrittore santantoninese Marco Pent presenterà allo “Scacco Matto” la sera di venerdì 1 settembre. Per Per Pent (insegnante in pensione, scrittore nonché appassionato compositore di musica sacra) si tratta ormai del suo quarto romanzo – dopo tre raccolte di poesie e un’autobiografia dedicata agli anni dell’infanzia – un unico libro che per la molteplice varietà dei sentimenti e delle condizioni umane trattate “sembra contenerne – è stato scritto – una decina d’altri”.

Per info: tel. 339/6523306

Gianni Milani

Nelle foto:

–       “Scacco Matto”, Paola Debili con Elisa e Giulia

–       Sandro Sandri

–       Cover “Storia della Valle di Susa e della Sacra di San Michele”

Open To Polo, oggi arriva a Torino il presidente Mattarella

Oggi la visita del Presidente Sergio Mattarella al Polo del ‘900e al Sermig

La stagione autunno-inverno si apre con Mare, Polvere e Orizzonti: tre nuovi maxi progetti per parlare di confini, guerre e partecipazione politica  

 

Novità autunno-inverno per il Polo del ‘900. Tre elementi naturali – Mare, Polvere e Orizzonti – ispirano un’ ampia offerta culturale per parlare di confini, guerre e partecipazione politica, frutto del lavoro corale dei tanti enti del Polo. D’ispirazione anche gli 80 anni dall’inizio della Resistenza armata che l’8 settembre aprono un programma triennale che ripercorrono quei Venti mesi, seguendo tre parole chiave: “disobbedire”, “combattere” nel 2024 e “sognare” nel 2025.

 

NUOVI PROGETTI, NUOVE SFIDE: MARE, POLVERE, ORIZZONTI

Con lo spettacolo originaleIdrogeno” inaugura, il 28 settembre, il primo dei nuovi progetti, “Mare”, che porta il dibattito sul transito di corpi e merci, sul colonialismo e sui porti a cura dell’Unione Culturale Franco Antonicelli. Tra gli appuntamenti, la masterclass con il regista francese Sylvain George, testimone delle zone di frontiera per vent’anni (14 ottobre, ore 15.30), cui si aggiunge un ciclo di proiezioni con Job Film Days e il nuovo allestimento di “Archeoplastica” (fino al 28 ottobre) con oggetti rinvenuti dal mare a parlare di emergenza climatica. Tema che al Polo passa anche per l’azione con la sfida free plastic che da settembre introduce un sistema di sharing bottle con rifornimento d’acqua gratuito all’interno dei palazzi. Con “Polvere”, il 15 novembre, arriva al Polo la prima winter school che indaga i conflitti contemporanei. Con la Fondazione Nocentini e l’Istituto Salvemini: tre giorni fino al 17 novembre; una mostra con le foto inedite dell’artista ucraina Ira Lupu ad aprire le lezioni; 17 laboratori e altrettante attività con Lorenzo Pregliasco, Nello Scavo, Anass Hanafi tra gli ospiti; 8 eventi collaterali tra cui lo studio site specific dello spettacolo Sette a Tebe, tratto dalla tragedia Sette contro Tebe di Eschilo, regia di Gabriele Vacis, della compagnia teatrale PEM (Potenziali Evocati Multimediali). 14 attori e attrici che, da ottobre a aprile, entrano in residenza al Polo per altre collaborazioni: il laboratorio teatraleSguardi aperti”, in partenza il 15 ottobre, e la “Carte Blanche che restituisce in un ciclo di spettacoli la ricerca individuale degli attori sugli archivi del Polo. Sono invece già partite altre tre grandi ricerche con “Orizzonti” a cura del Centro Studi Piero Gobetti. Al centro il movimento studentesco dell’Onda, il movimento No global e No Tav, per un confronto con la partecipazione giovanile di oggi in collaborazione con il collettivo Stasis, che a settembre apre una call agli artisti, e con la casa editrice Morsi editore per la pubblicazione delle ricerche. 

 

1943-2023: 80 ANNI DALLA RESISTENZA 

“Disobbedire” è la parola scelta per aprire le attività dell’Ottantesimo. L’8 settembre alle ore 18.30, la lectio magistralis di Giuseppe Filippetta ne indaga la dimensione etica, sociale e politica. A interrogare le esperienze di quei Venti mesi anche la mostra Disobbedire. Resistere. Storia degli Internati militari italiani”, in arrivo il 26 ottobre e il monologo sul grande Alessandro Galante Garrone, scritto da Leonardo Casalino con Diego Coscia, che si tiene il 30 ottobre, a 20 anni dalla scomparsa. L’11 settembre, i 50 anni del golpe in Cile danno vita a un mese di eventi con “Memorie dal Cile” che, dalle ore 15.30, riunisce al Polo il giornalista Paolo Hutter, in Cile al momento del golpe,

insieme a Jaime Riera Rehren, scrittore ed esule cileno e Eduardo “Mono” Carrasco, famoso muralista esule in Italia. Nella stessa giornata, ore 18.30, l’autrice e attrice Stefania Rosso dedica una performance a Carmen Ansaldi, politica cilena in lotta contro il regime. 

 

NUOVI ARCHIVI, NUOVI SPAZI 

Cresce intanto il numero degli archivi. Tra gli ultimi arrivati il fondo del giurista Franco Cordero e, per ospitarne di nuovi, un grande investimento recupera 600 ml di scaffalature nei Palazzi di San Celso e San Daniele. A settembre continuano i lavori sull’Archivio Leone Ginzburg e il 17 settembre partono le iniziative sull’Archivio Bosso a cura dell’Istituto piemontese Gramsci, frutto della residenza di quattro associazioni giovanili. Intanto la Fondazione Donat-Cattin continua i lavori sull’archivio di Michele L. Straniero con la presentazione in prima nazionale dell’album “Domani si vive e si muore” del 29 settembre. Anche altri spazi del Polo sono protagonisti di interventi di riqualificazione, la Sala 900 si trasforma in un auditorium da 150 posti con un adeguamento tecnologico che la predispone a moderne connessioni verso l’esterno. Mentre la suggestiva Sala Voltoni diventa una galleria espositiva e inaugura il nuovo allestimento con l’installazione multimediale del collettivo artistico multiculturale Art Nomads, il 19 ottobre.

 

NUOVE GENERAZIONI

Per inaugurare l’anno scolastico – il 5 ottobre, ore 16.30 – il Polo presenta le attività per le scuole e insegnanti. Ospiti della giornata gli studiosi di didattica innovativa Chiara Panciroli e Pier Cesare Rivoltella con il libro: “Pedagogia algoritmica. Per una riflessione educativa sull’Intelligenza artificiale”. Tra le nuove attività per bambini dai 2 ai 12 anni Archetti al Polo”, laboratorio di canto, body percussion e esplorazione di alcuni strumenti musicali in partenza il 23 settembre, ore 10.30. Con I giochi di Clio”, invece, ci si siede a tavolino con alcuni game designer, dal canadese Brian Train a Andrea Angiolino, per giocare con la storia in 4 incontri (12, 19, 26 settembre e 3 ottobre). Da ottobre a maggio, per il secondo anno consecutivo torna la Scuola di Architettura, per bambini dai 7 ai 12 anni, con Fondazione per l’architettura che apre il programma a contenuti coprodotti con il Polo ispirati al tema dell’anno: l’Utopia. Dall’ 11 ottobre, in partenza anche i corsi di francese gratuiti per adulti e bambini.

 

ALTRE NOVITÀ 

Altre attività, temi e collaborazioni arricchiscono il programma. A settembre in arrivo il Festival delle Migrazioni (19 – 24 settembre),  il Festival delle piccole storie della Rete Italiana di Cultura popolare sul tema “cittadinanza” (28-30 settembre) e La settimana del lavoro off a cura di Ismel (dal 27 settembre al 6 dicembre). A ottobre, a cura del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, il primo passo verso il Primo Levi LAB, un luogo di incontro interattivo e permanente in via Maria Vittoria 38 che inaugura con una a mostra a Levi dedicata, più eventi fino a giugno 2024. L’arte si schiera contro la violenza di genere con lo spettacolo “Rosso Indelebile” in arrivo a novembre in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Lo sport e la politica sono protagonisti del libro di Loris Caruso “La vita in campo sparisce dedicato a Diego Armando Maradona il 12 ottobre. Da ottobre, alla luce delle prossime elezioni europee e dell’alto tasso di astensione, il Centro Einstein di Studi Internazionali (CESI) propone un percorso di accompagnamento al voto. Anche divulgazione scientifica con i “GiovedìScienza” in programma dal 15 novembre. In ultimo, ad anticipare tutte le novità della stagione autunno-inverno, il 2 agosto, attesissima la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Polo.   

 

Il programma autunno-inverno del Polo è in continuo aggiornamento al sito www.polodel900.

 

1943-1945 / 2023-2025

Ottantesimo della Resistenza

Polo del ‘900

 

Perché continuare a parlare oggi, a ottant’anni di distanza, della Resistenza?

Perché è da quell’esperienza – molteplice, difficile, affascinante – che sono nate le regole della nostra democrazia. Perché attraverso quell’esperienza, un Paese che ha inventato il fascismo e il suo sistema di potere – caratterizzato dalla repressione del dissenso e al tempo stesso da una costruzione moderna del consenso, dall’uso della violenza come strumento della politica e del dominio, dalla discriminazione e dall’esclusione – ha saputo rifondare le basi del suo vivere civile attraverso un documento di grande respiro politico e umano come la Costituzione. 

Serve ancora oggi comprendere e ricordare la Resistenza perché ne sono stati protagonisti donne e uomini che, nel momento più buio, hanno avuto la forza di disobbedire, di scegliere e di agire, di costruire con impegno un nuovo orizzonte etico e politico, di trasformare le difficoltà in opportunità. 

Le motivazioni individuali che allora hanno spinto i protagonisti a partecipare alla guerra di Liberazione pongono a ciascuno di noi un interrogativo esistenziale: come si reagisce quando il mondo in cui si è vissuti crolla, quando scompare ogni certezza, quando la vita stessa e il suo significato vengono messi in discussione? Una generazione educata all’obbedienza e con pochi strumenti per leggere un presente tremendamente complesso si è trovata di fronte alla necessità di combattere, di provare a rispondere a interrogativi e problemi nuovi, e lo ha fatto in forme e modi diversi. Soprattutto, uomini e donne impegnati nella Resistenza sono stati capaci di saldare speranze, aspettative e progetti in un orizzonte collettivo. Sono stati capaci di sognare un futuro per tutti. 

Oggi è importante ripartire da quella storia perché i principi e i valori che allora hanno animato le persone anche al di là delle appartenenze nazionali, ancora ci interpellano, come individui, come cittadini italiani, dell’Europa e del mondo, che quella storia la vogliono raccontare ancora.

 

Il progetto

Il Polo del ‘900 e i suoi enti partner propongono alla Città di Torino un progetto che ha l’intento di mettere al centro delle iniziative culturali della Città gli eventi, i protagonisti e il lascito della Resistenza. È una scelta che scaturisce direttamente dal patrimonio documentario sull’antifascismo e sulla Resistenza che essi custodiscono, un giacimento ricchissimo e senza uguali di fonti originali della più diversa natura (documenti, fotografie, filmati, interviste, manifesti). Le prime indicazioni di progetto, proposte dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (sviluppando un’idea di Barbara Berruti, Chiara Colombini, Carlo Greppi, Bruno Maida, Enrico Miletto, componenti del comitato scientifico dell’Istituto) sono state discusse e approvate dal gruppo di lavoro individuato all’interno del Polo e composto da Unione culturale, Archivio nazionale cinematografico della Resistenza,  Fondazione Istituto Antonio Gramsci, Centro studi Piero Gobetti, Centro studi Primo Levi, Fondazione Donat-Cattin, Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, Fondazione Vera Nocentini, Anpi. Tali indicazioni si articolano su tre anni, dal 2023 al 2025.

Si intende individuare per ogni anno dal 2023 al 2025 una parola-chiave (un verbo all’infinito) che, cogliendo gli elementi essenziali del contesto degli anni 1943, 1944 e 1945, permetta di definire una cornice di senso capace di collegare il passato al presente, di tenere insieme la riflessione storiografica al dibattito culturale e civile. Ciascuna parola-chiave, pur legata a date o questioni specifiche del calendario del 1943-1945, consente di riattraversare tutti quei 20 mesi.

Per il 2023, pensando sia alla data cruciale dell’armistizio dell’8 settembre 1943, che segna l’inizio della Resistenza, sia agli scioperi del marzo di quell’anno – i primi dopo vent’anni di dittatura – che anticipano la lotta di Liberazione, la parola-chiave è “disobbedire”. 

Disobbedire aiuta ad affrontare una serie di temi che intersecano anche la celebrazione del ventennale del Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà. In particolare, nel momento in cui cominceranno ufficialmente le celebrazioni dell’Ottantesimo sarà allestita la mostra personale di Zehra Dogan, giornalista, artista e attivista curda di cittadinanza turca. 

 

Per il 2024, considerando che il 1944 è l’anno in cui la Resistenza di radica e si sviluppa, arrivando al picco della “grande estate partigiana” e all’esperienza delle zone libere, per poi attraversare la dura crisi invernale successiva al proclama Alexander, la parola-chiave è “combattere”. Una parola che però non vuole alludere soltanto alla Resistenza armata: si combatte con le armi e senza le armi, con gli scioperi che proseguono nelle fabbriche (a partire da quelli del marzo 1944) e con azioni di Resistenza civile.

 

Per il 2025, facendo riferimento alla Liberazione, la parola-chiave è “sognare”, un termine che ricomprende le attese e le speranze di futuro, come anche i disincanti e le delusioni per i desideri di giustizia frustrati, e al tempo stesso i progetti politici perseguiti per la nuova Italia democratica da costruire che conducono alla Costituzione.

 

Per ogni parola-chiave, una lectio magistralis con relatori e relatrici di alto profilo e di rilevanza internazionale (storici e storiche ma anche sociologi e sociologhe, antropologi e antropologhe, politologi e politologhe ecc.) propone un inquadramento generale e una riflessione sul tema prescelto, con riferimenti al 1943-1945 ma con lo sguardo rivolto tanto all’intero Novecento quanto all’oggi.  I testi delle lectio saranno poi pubblicati da un editore di scala nazionale raccolti in un cofanetto dedicato all’Ottantesimo.

 

La lectio è l’elemento-quadro costante, accompagnato di volta in volta da iniziative diverse le une dalle altre (es. lectio+convegno; lectio+podcast; lectio+mostra; lectio+rassegna cinematografica), variando i linguaggi sulla base del pubblico che ci si propone di raggiungere. 

 

In questo modello possono così trovare spazio e al tempo stesso coordinamento proposte di eventi e di dibattito in grado di restituire la complessità delle anime della Resistenza e delle sensibilità culturali e politiche che vi si richiamano.  Il programma è immaginato come un crescendo che abbia il suo culmine nel 2025, con un coinvolgimento il più esteso possibile della cittadinanza, con iniziative capaci di animare gli spazi pubblici.

 

Parole chiave 

1943-2023 

  • disobbedire 

1944-2024

  • combattere 

1945-2025

  • sognare

 

1943-1945 

Le iniziative per l’Ottantesimo avranno l’avvio ufficiale l’8 settembre 2023, nell’anniversario di quell’armistizio tra il Regno d’Italia e gli angloamericani al quale, dopo la fuga del re e di Badoglio al Sud, seguono il crollo dello Stato e lo sbandamento dell’esercito, ma che al contempo rappresenta l’inizio della Resistenza. 

 

Settembre 2023

Venerdì 8 settembre 2023, inaugurazione dell’Ottantesimo

Disobbedire, lectio magistralis di Giuseppe Filippetta

 

Data, Orario | Luogo (indicando in ordine l’indirizzo e la sede)

8/09/2023 ore 18,30 – Sala 900, Palazzo San Daniele, piazzetta Antonicelli
Titolo evento 8 settembre 1943: Disobbedire 

Tipologia (scegliere tra proiezione, spettacolo, concerto, incontro, mostra).

Lectio magistralis

Descrizione evento (max 500 battute)

Lectio magistralis di Giuseppe Filippetta sull’8 settembre 1943, data che segna l’inizio della Resistenza. Si inaugura con questa lectio il triennio dedicato all’ottantesimo della Resistenza, Per ogni anno dal 2023 al 2025 una parola-chiave (un verbo all’infinito) coglie gli elementi essenziali del contesto degli anni 1943, 1944 e 1945 e permette di definire una cornice di senso capace di collegare il passato al presente, di tenere insieme la riflessione storiografica al dibattito culturale e civile. La prima parola-chiave è “disobbedire” di cui viene condivisa una riflessione sul significato storico, politico ed etico. Ieri e oggi.


Relatori Giuseppe Filippetta, già direttore dell’archivio storico e della biblioteca del Senato della Repubblica italiana e autore di L’estate che imparammo a sparare. Storia partigiana della costituzione (Feltrinelli, 2018)

A cura di Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” – Fondazione Polo del 900.

Data, Orario | Luogo (indicando in ordine l’indirizzo e la sede)

26/10/2023 Galleria delle immagini, Palazzo San Celso, piazzetta Antonicelli 

Titolo evento: Gli internati militari italiani (titolo provvisorio)

Tipologia (scegliere tra proiezione, spettacolo, concerto, incontro, mostra).

Mostra 

Descrizione evento (max 500 battute)

Le iniziative dell’ottantesimo proseguono con una mostra dedicata agli Internati Militari Italiani (IMI), la cui disobbedienza è all’origine di una delle molte forme che la Resistenza italiana ha assunto tra il 1943 e il 1945. Una mostra che riflette e racconta valorizzando gli oggetti e le raccolte documentarie custodite negli archivi di Istoreto, Istituto di studi Gaetano Salvemini, Archivio nazionale cinematografico della Resistenza. Sono previste proiezioni, visite guidate per la cittadinanza e per le classi. 

Crediti: a cura di Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto), Istituto di studi Gaetano Salvemini, Archivio nazionale cinematografico della Resistenza.

 

Data, Orario | Luogo (indicando in ordine l’indirizzo e la sede)

30/10/2023 – Sala 900, Palazzo San Daniele, piazzetta Antonicelli

Titolo evento: In memoria di Alessandro Galante Garrone

Tipologia (scegliere tra proiezione, spettacolo, concerto, incontro, mostra).

Spettacolo e presentazione

Descrizione evento (max 500 battute)

A vent’anni dalla morte di Alessandro Galante Garrone, figura di spicco della Resistenza, magistrato, storico e protagonista del dibattito culturale dell’Italia repubblicana, l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea di cui fu uno dei fondatori, lo ricorda in due momenti.

Una lezione recitata scritta da Leonardo Casalino con Diego Coscia, in una produzione della compagnia teatrale Lo Stagno di Goethe, che ne ripercorre la vita e l’insegnamento; il volume: Alessandro Galante Garrone, Per l’eguaglianza e la libertà, a cura di Paolo Borgna, Francesco Campobello e Massimo Vogliotti con un saggio introduttivo di Paolo Borgna (Einaudi, 2023). 

 

Crediti: a cura di Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto), Lo stagno di Goethe, Polo del ‘900

 

Torino: I-MUSE, la prima app che utilizza l’intelligenza artificiale per la visita nei musei

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Politecnico e Università di Torino, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo.

 

Nasce I-Muse, la “Musa di tutti i musei”, la prima app che utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare l’esperienza di visita nei musei.

 

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Università di Torino e Politecnico, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito della prima edizione del bando Intelligenza Artificiale. La sperimentazione parte da Torino e coinvolge otto realtà museali: Reggia di Venaria Reale, Museo Egizio, Palazzo Madama, GAM- Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e MAO – Museo d’Arte Orientale, Museo Nazionale del Cinema, Museo Nazionale dell’Automobile e Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. Insieme a loro, partner del progetto sono Associazione Abbonamento Musei, Osservatorio Culturale del Piemonte e Big Data Analysis Lab del Comune di Torino.

 

Grazie ad I-Muse, sviluppata in collaborazione con la società Synesthesia, e attualmente disponibile per iOS e Android, gli utenti potranno migliorare e amplificare la loro esperienza di visita, con percorsi personalizzati, approfondimenti suggeriti sulla base delle loro preferenze e la possibilità di scoprire sia le opere esposte sia quelli custodite nei magazzini e archivi. Ma non solo. L’app fornisce suggerimenti di visita in altri musei, creando connessioni trasversali e percorsi di visita originali. Se per esempio, alla Pinacoteca Agnelli ci si sofferma su La Baigneuse Blonde di Renoir, I-Muse mostrerà le connessioni con Ritratto di signora di Giovanni Boldini nelle collezioni della GAM. Oppure, se si visita il Museo Egizio e ci si sofferma sulla Statua di Tauret del XII secolo a.C., l’app suggerisce di andare ad ammirare anche la statua DadAndroginErmete del 1987 di Luigi Ontani.

 

Grazie a I-Muse dunque sarà possibile allargare gli orizzonti di visita, superando l’idea di musei separati e mettendo le collezioni in dialogo. I visitatori potranno fruire del patrimonio come se fosse custodito in unico grande museo, a portata di app. E il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico ha progettato a questo proposito venti musei virtuali su temi trasversali, come per esempio il cambiamento climatico, il cibo, il movimento, il tempo che ospitano opere da tutti gli otto musei coinvolti in uno spazio virtuale appunto comune.

 

Il funzionamento di I-Muse è semplice. Una volta scaricata l’app si potranno impostare i temi di interesse a cui si aggiungeranno mano a mano le opere in mostra. Per inserirle nel proprio database basterà inquadrare il Qrcode posto di fianco all’opera. Tutto questo permetterà ad I-Muse di conoscere meglio l’utente e dunque di proporre suggerimenti in linea con il profilo.

 

Tra le molte funzionalità di I-Muse anche il gaming sviluppato dalla società Garycom, con una sezione apposita dell’app che permette di giocare con le collezioni.

 

Tra i vantaggi per i musei non solo quello di offrire una migliore esperienza di visita ma anche di acquisire dati sulle preferenze degli utenti, permettendo così di migliorare i percorsi, ottimizzare gli ingressi anche attraverso ticketing dedicati e più in generale conoscere meglio il proprio pubblico.

 

I-Muse è ideato da un team di ricercatori e nasce dalla collaborazione dei due Atenei torinesi, Università di Torino e Politecnico. I Dipartimenti coinvolti sono quattro: Dipartimento di Scienze economico-sociali e matematico-statistiche dell’Università di Torino, (referente: Giovanni Mastrobuoni); Dipartimento di Management dell’Università di Torino (referente: Nadia Campaniello); Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino (referente: Giovanni Squillero); Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino (referenti: Sergio Pace, Manfredo di Robilant).

 

La sperimentazione di I-Muse parte da Torino a cura di Club Silencio, nell’ambito del progetto Una notte al Museo che ogni settimana permette a un ampio pubblico, con una forte presenza under 35, di vivere i musei in chiave insolita e coinvolgente.

Il 13 settembre, in occasione di un appuntamento dedicato, saranno presentati i dati di questa prima fase di sperimentazione.

 

Nadia Campaniello raccoglie la voce del team di ricercatori e dichiara “L’app I-Muse fa parte di un progetto più ampio, che utilizza un approccio matematico-statistico per studiare il mondo della cultura. L’obiettivo è quello di ampliare in futuro il numero di musei che ne fanno parte, per ampliare l’offerta dei percorsi tra musei diversi”.

 

Con il bando Intelligenza Artificiale, la cui prima edizione è stata lanciata nel dicembre del 2020 dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e la seconda, con dimensione nazionale, nel 2021 con Fondazione CDP, la Compagnia di San Paolo conferma il proprio sostegno a progetti di ricerca innovativi, finalizzati all’avanzamento della conoscenza scientifica nell’ambito dell’intelligenza artificiale e con una ricaduta concreta sul territorio in termini economici e sociali. “– ha dichiarato Francesco Profumo, Presidente della Fondazione torinese – “Un bando proiettato verso il futuro e rivolto a chi, in questo futuro, sarà assoluto protagonista: i giovani. Rientra in questo ambito il progetto i-Muse che ci dimostra quanto sia importante che intelligenza artificiale e il patrimonio museale dialoghino tra di loro al fine di trovare soluzioni innovative per la formazione dei cittadini di oggi e di domani.”

 

Per conoscere I-Muse e scaricare l’app download.aimuseum.art

 

Dov’è finito papà? Una serata con Assemblea Teatro in memoria di Willy Jervis

Sabato 5 agosto, alle ore 21, la piazza Jervis di Villar Pellice (TO) in occasione della serata in memoria di Willy Jervis, ingegnere olivettiano e antifascista, alpinista e partigiano di Giustizia e Libertà, fucilato dai nazisti nella notte tra il 4 e il 5 agosto 1944, ospiterà la pièce di Assemblea Teatro dal titolo Dov’è finito papa?. Uno spettacolo per chi resta. La rappresentazione nasce da un percorso civile di Renzo Sicco con Arturo Gerace, Elena Cavallo e Tiziana Catalano. La regia è dello stesso Sicco con musiche di Ryuichi Sakamoto e Peter Gabriel. L’evento è promosso anche dalla municipalità di Villar Pellice. “Sebbene, in queste ultime ore, con la conclusione della vicenda di oppressione, ingiusta accusa e carcerazione in Egitto, la vicenda di Patrick Zaki si sia felicemente conclusa, con gioia di tutti noi – dicono ad Assemblea Teatro – sono ancora troppi, nel mondo, i giovani come Patrick, che hanno sofferto, e come Giulio Regeni, Mahsa Amini, Mohsen Shekari che, per la libertà e la democrazia, hanno perduto la loro vita. A tutti loro ed ai troppi giovani scomparsi in Egitto, Iran, e nei conflitti di Siria, Ucraina, Africa, alle loro madri, ai padri e ai parenti tutti, è offerta la nostra memoria e il nostro impegno”. È così che è stato creato Dov’è finito papà?, un vero “spettacolo per chi resta”, la storia del piccolo Giulio (un nome non a caso..) al centro del racconto. È un bambino normale con una vita normale di una famiglia benestante, ma basta un istante perché la sua vita e quella della sua famiglia precipitino nel caos. Mentre sta giocando in camera nella sua casa, una pattuglia sequestra il padre che scomparirà nel nulla per sempre. Oltre al terrore si innestano diverse altre dinamiche che sfaldano decisamente l’intera famiglia. Il dolore, la confusione, lo sgomento, a volte uniscono, il più delle volte dividono le comunità. La paura è costruita apposta, per recidere tutti i legami sociali e così anche i vincoli affettuosi più forti cedono di fronte alla necessità di ognuno di trovare la propria soluzione al dramma. Resta la domanda “dov’è finito papà?” perché, anche dopo, quando è ormai certa la sua morte, scomparso il corpo, non esiste lutto, non esiste una elaborazione della giustizia. Non bisogna andare troppo lontano per trovare Paesi dove la perdita di ogni diritto umano e il potere di sopraffazione sui corpi provocano uragani di questo tipo. La storia simbolica di giovani eroi laici, in una sera in cui si fa memoria di un altro eroe del passato democratico e repubblicano italiano: William Jervis, più noto come Guglielmo o come Willy. I legami della famiglia Jervis con la Val Pellice sono stretti. Il nonno di Willy, un importante geologo britannico che come lui si chiamava William Paget Jervis, aveva sposato una donna valdese di Torre Pellice, Susanna Laura Monastier. Anche Thomas Jervis, il padre di Willy, pur vivendo abitualmente a Milano, era frequentemente in visita alle valli valdesi”. Guglielmo Jervis studiò a Torino, Firenze e al Politecnico di Milano dove si laureò in ingegneria nel 1925. Attivo nel movimento giovanile valdese, Jervis collaborò alla redazione della rivista Gioventù Cristiana e nel 1932 sposò una ragazza fiorentina conosciuta a Torre Pellice, anch’essa valdese, Lucilla Rochat. Nel 1934 il giovane ingegnere passò alle dipendenze della Olivetti. Dopo un breve incarico come direttore della filiale di Bologna, Adriano Olivetti lo chiamò nella sede di Ivrea, affidandogli il compito di pianificare e coordinare la formazione professionale degli operai meccanici della prestigiosa fabbrica di macchine per scrivere. Intelligente, schivo, riservato e, al tempo stesso, estremamente concreto e dinamico, l’ingegner Jervis nutriva una grande passione per l’alpinismo. Amava le montagne, le ascensioni in roccia e fece parte del Club Alpino Accademico Italiano, la sezione d’eccellenza del sodalizio, il fiore all’occhiello del CAI, formato da alpinisti che si erano distinti per le loro imprese sportive. Deciso oppositore del fascismo dopo l’armistizio dell’8 settembre fu tra i primi a organizzare la resistenza armata nella zona di Ivrea. Mettendo a frutto la sua abilità alpinistica e la conoscenza delle lingue, accompagnò più volte gruppi di profughi ebrei e di sbandati in Svizzera, dove entrò in contatto con esponenti dell’esercito e dei servizi segreti militari inglesi dell’OSS che gli affidarono importanti missioni di collegamento con i partigiani italiani. Ricercato da fascisti e nazisti, Jervis raggiunse Torre Pellice e le valli valdesi dove proseguì l’attività partigiana assumendo il nome di battaglia di “Willy” diventando Commissario politico delle formazioni piemontesi di “Giustizia e Libertà”. Dopo essere stato catturato e torturato venne portato a Villar Pellice e fucilato sulla piazza che oggi, in memoria del suo sacrificio, ne porta il nome. Il corpo di Willy Jervis, a spregio e monito, fu poi impiccato a un albero. Il giorno dopo, sul luogo dell’esecuzione, fu ritrovata la Bibbia tascabile che portava sempre con sé sulla quale aveva inciso con uno spillo l’ultimo suo pensiero: “Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un’idea”. Dopo la sua morte, considerando il suo ingegnere un “caduto sul lavoro”, Adriano Olivetti si offrì di mantenere la famiglia di Jervis, chiedendo alla vedova “l’onore di provvedere” a lei e ai figli. Nel 1950 Jervis venne decorato alla memoria con la medaglia d’oro al valor militare. Ecco dunque il valore della scelta di Assemblea Teatro di onorare la memoria di Willy e di tutti i giovani che, nel mondo, cercano di diradare le cupezze (guerre, carestie, crisi climatiche, economiche e democratiche) che il futuro, per ora, sembra continuare a riservarci.

Marco Travaglini

Musei Reali di Torino in prima fascia: un riconoscimento importante

Il Presidente Alberto Cirio: «Importante segnale di attenzione del Governo verso il Piemonte»

L’Assessore Vittoria Poggio: «Abbiamo rafforzato il posizionamento di Torino nel segno dell’autonomia»

 

«L’inserimento dei musei reali di Torino tra quelli di prima fascia è un risultato importante per cui ringrazio il governo e in particolare il ministro Sangiuliano. Il confronto su questo tema era iniziato in occasione della visita del ministro Sangiuliano a Torino per l’apertura del salone del libro, quando il responsabile del dicastero della cultura aveva avuto la possibilità di visitare con i suoi occhi i nostri musei e apprezzarne il valore. Il fatto che in poche settimane quell’impegno sia diventato un atto concreto dimostra l’attenzione che questo governo ha per il Piemonte e per Torino che con questo riconoscimento si conferma meta culturale e turistica e di primo livello e potrà continuare a crescere con l’obiettivo di portare sempre più persone a visitare le bellezze architettoniche, culturali e paesaggistiche del nostro territorio».

 

Così il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio dopo l’ingresso in prima fascia dei musei reali di Torino che saranno in compagni di altri Big come la Galleria Borghese; la Galleria degli Uffizi; la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; le Gallerie dell’Accademia di Venezia; il Museo di Capodimonte; la Pinacoteca di Brera; la Reggia di Caserta. Musei appunto di «rilevante interesse nazionale» dotati di un regime di gestione autonomo dal punto di vista contabile e organizzativo.

 

«Un riconoscimento – ha aggiunto l’assessore alla cultura turismo commercio Vittoria Poggioche rafforza ulteriormente il posizionamento del capoluogo piemontese nella classifica delle città di rilevante interesse culturale e turistico, un fatto tra l’altro dimostrato dal crescente interesse dei turisti verso Torino e il Piemonte che sono ormai una meta turistica inserita nei più importanti circuiti escursionisti europei ed extra europei. Questa certificazione equivale ad un diploma di laurea per uno dei luoghi meglio conservati e più visitati d’Italia che segna anche un momento importante nel segno dell’autonomia gestionale».

Un pomeriggio a Palazzo Conti di Bricherasio

Visite guidate alla dimora storica sei-settecentesca dei Conti Cacherano di Bricherasio e presentazione dell’ultimo libro di Bruna Macaluso

Domenica 30 luglio

Bricherasio (Torino)

Costruito a cavallo fra Sei e Settecento (ai piedi della collina del Castello, dove sorgevano le fortificazioni distrutte nel corso dell’assedio del 1594 in cui Bricherasio, occupata dai francesi, venne riconquistata dalle truppe dei Savoia dopo quaranta giorni di bombardamento), il “Palazzo dei Conti di Bricherasio” aprirà al pubblico le sue porte e il suo vastissimo Parco, con visite guidate programmate per domenica prossima 30 lugliodalle 14,30 alle 19,30.

Per oltre due secoli, magnifica residenza nobiliare dalle eleganti forme barocche, nel dopoguerra, il “Palazzo” di Bricherasio (piccolo comune all’imbocco della Val Pellice, nel territorio dell’“Unione Montana del Pinerolese”) venne adibito a residenza estiva, per poi passare di proprietà dei Conti Calleri di Sala. Qui visse e morì quel celebre Giovan Battista Cacherano di Bricherasio (1706 – 1782), comandante delle truppe piemontesi e austriache che, il 19 luglio 1747, sconfissero i francesi nella battaglia del Colle dell’Assietta e che, nominato poi “vicerè”, pronunciò proprio all’“Assietta” la famosa frase “Dije a Turin che da sì nojàutri i bogioma nen” (“Dite a Torino che noi da qui non ci muoviamo”) che ha dato origine al termine “bogia nen”, da allora affibbiato, in senso positivo, ai torinesi. A cavallo fra Otto e Novecento, nelle stanze del “Palazzo” visse anche Emanuele Cacherano di Bricherasio (Torino, 1869 – Aglié, 1904) che il 1° luglio 1899, nell’omonimo “Palazzo” di via Lagrange a Torino, convocò un gruppo di aristocratici e notabili torinesi, che proprio nel suo studio al primo piano firmarono l’atto costitutivo di una prima società automobilistica che prese poi il nome glorioso di F.I.A.T. e di cui Emanuele Cacherano figurò fra i soci fondatori insieme, fra gli altri, al senatore Giovanni Agnelli. Lo storico evento venne raffigurato nel dipinto commissionato al pittore amico Lorenzo Delleani, in cui Emanuele è  ritratto proprio nel momento della sigla del documento, in qualità di vicepresidente.

Ma, oltre a queste, di storie nel “Palazzo” di Bricherasio se ne incrociano molte altre: da quella di Sofia di Bricherasio (ultima discendente della famiglia, pittrice e filantropa) a quella di Teodoro, secondo comandante della “Scuola di Cavalleria”, fino a quelle, più recenti, legate alla famiglia dei Calleri e, in particolare, a quell’Edoardo Calleri che fu primo presidente della “Regione Piemonte”, presidente della “Cassa di Risparmio di Torino” e illuminato imprenditore.

Storie che torneranno a rivivere nelle visite organizzata per domenica 30 luglio e aperte non solo all’interno dei numerosi locali della dimora storica, ma anche al magnifico Giardino: qui, le visite saranno condotte da otto studenti dell’“Istituto Agrario” di Osasco che, grazie a un progetto di “Alternanza Scuola Lavoro”, sono stati formati sulle peculiarità di questo polmone verde, oltre 4,5 ettari di Parco, dominato da stili che attingono sia dal giardino inglese sia dalla vena del collezionismo botanico. Oggi vi si possono trovare una cinquantina di specie arboree e venti arbustive per un totale stimato di oltre un migliaio di esemplari.

 Alle 17, nell’ambito del Progetto “Bellezza tra le righe”, è prevista anche la presentazione del libro della bricherasiana Bruna Macaluso “La rotta migratoria dell’anima”, pubblicato da “LAReditore”. Ad accompagnare la scrittrice al piano, l’“Atelier Laumin”ensemble composto da Marta Salmin e Martino Laurenti. Al centro del libro il “viaggiare”, un atto fisico, ma soprattutto uno stato mentale. “In un periodo – annota la scrittrice – di costrizioni sociali e imposizioni mediatiche votate alla paura verso chi/cosa ci sta accanto, la possibile salvezza passa anche attraverso i nostri viaggi interiori, in cui l’anima vaga tra ricordi e luoghi ancora da visitare, alla ricerca di oasi pacifiche e di una salvifica conoscenza del Sé”.

 A seguire, per chi vuole, possibilità di aperitivo nel parco, al costo di 14 euro.

 Il costo di ingresso (comprensivo di visita sia agli interni sia al Parco sia della presentazione) è di 8 euroInformazioni e prenotazioni: tel. 366/6866556 o palazzocontidibricherasio@gmail.com

g. m.

Nelle foto: Esterni e Parco del “Palazzo dei Conti di Bricherasio” e Bruna Macaluso