Ai Musei Reali di Torino prosegue l’Estate Reale, la tradizionale rassegna di musica, teatro e svago che quest’anno celebra il 300° anniversario del Museo di Antichità, una delle istituzioni più longeve d’Europa. Dal 31 agosto al 28 settembre 2024 l’offerta, già avviata con Notti Sonore, si arricchisce del nuovo format Echi di antichità, un palinsesto di performance teatrali e di spettacoli che, al calar della sera, esplora connessioni tra arte antica e contemporanea, valorizzando il patrimonio dei Musei Reali. La rassegna Estate Reale 2024 è organizzata dai Musei Reali con il sostegno della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.
Echi di antichità si apre sabato 31 agosto 2024 con Teatro nelle Corti, rassegna di teatro che immerge gli spettatori in un’atmosfera di festival itinerante, portandoli a muoversi dal Giardino Ducale al Teatro Romano, dalla Corte d’Onore alla Piazzetta Reale per seguire le rappresentazioni. Gli spettacoli del Teatro Europeo elevano la rassegna a livello internazionale, attraendo un pubblico sempre più attento alla qualità dell’offerta culturale in cui lo spettacolo è abbinato alla apertura straordinaria serale del museo torinese.
Si inizia alle ore 19.45 quando, nel Giardino Ducale accanto alla Manica Nuova di Palazzo Reale, di fronte a una riproduzione della “Testa di Cleopatra” conservata al Museo di Antichità, Nicola Fano propone L’aspide di Cleopatra, un monologo per attrice ispirato al suo libro Cleopatra e il serpente, che celebra idealmente i 300 anni di storia del Museo di Antichità.
Alle ore 20.30 ci si sposta nel Teatro Romano per assistere allo spettacolo Le secret des oiseaux, un virtuosismo coreografico della durata di soli 15 minuti, creato da Rachid Ouramdane, direttore del Théâtre National de la Danse de Chaillot a Parigi. Ispirato a un racconto per bambini di Mary-Hélène Sarno, lo spettacolo vede la danzatrice lituana Lora Juodkaite vestire i panni della piccola Jolie Lune che trova un uccellino ferito sul bordo di una risaia e, cercando di curarlo, apprende da lui in un sussurro che potrà guarire soltanto quando lei riuscirà ad addomesticare il vento.
Alle ore 21.00, nel Giardino Ducale, Une partie de soi – O ultimo momento vede João Paulo Santosdispiegare una coreografia densa e potente e reinventare il palo cinese in una dimensione assolutamente nuova e sorprendente.
Nella Corte d’Onore, alle ore 21.45, Bénédicte Davin presenta la performance di canto e recitazione Ursonate di Kurt Schwitters, ispirata a un poema sinfonico composto da Raoul Hausmann nel 1932.
La serata si conclude alle 22.30 in Piazzetta Reale, dove Pauline Barboux e Gaëlle Estève, acrobate de L’Envolée Cirque, interpretano Lichen, una performance che si ispira al funzionamento primitivo e istintivo della natura, soprattutto allo stato simbiotico e complementare di certi vegetali come il lichene.
Per il ciclo Notti Sonore, in occasione del Read a Book Day, ricorrenza internazionale che celebra e incoraggia la lettura, venerdì 6 settembre 2024 torna “Il Giardino dei Poeti”, l’evento organizzato dai Musei Reali di Torino che anima i Giardini Reali con performance di poesia, reading poetici e musica dal vivo e vede protagonisti gli attori dell’Associazione Liberipensatori Paul Valéry, sotto la direzione artistica di Stefania Rosso, e l’ensemble musicale guidato da Matteo Castellan insieme a Gianluigi Carlone. Dalle 19.30 alle 22.30, un gruppo di 20 interpreti si esibisce nella declamazione di un nutrito programma di componimenti scelti direttamente dal pubblico grazie al “menù poetico” a disposizione, ispirato quest’anno alla mostra “La Scandalosa e la Magnifica. 300 anni di ricerche in Piemonte su Industria e sul culto di Iside” allestita nello Spazio Scoperte, al secondo piano della Galleria Sabauda, e aperta fino al 10 novembre 2024.
Ancora per Notti Sonore, sabato 7 settembre 2024 torna Vendemmia Reale, a cura di Club Silencio e Torino Wine Week, che coinvolge oltre 40 cantine attente alla sostenibilità in vigna e produttori che seguono una enologia tradizionale e artigiana.
Una serata speciale in cui le degustazioni dei migliori vini del Piemonte sono abbinate alla scoperta di spazi meno noti dei Musei Reali: grazie a una straordinaria apertura serale è infatti possibile visitare il piano terreno di Palazzo Reale con l’Appartamento del re Vittorio Emanuele III, che conserva anche una preziosa serie di vedute ad acquerello di Giuseppe Pietro Bagetti, e l’Appartamento della Regina Elena, culminante in una raffinata Sala da bagno con arredi originali, decorati da acquerelli a soggetto floreale della pittrice Emma Biscarra. È inoltre possibile prendere parte all’esclusiva visita guidata da CoopCulture alle Cucine Reali, al piano interrato, per conoscere alcune curiosità legate al cerimoniale della tavola a Palazzo Reale e partecipare all’esperienza di degustazione multisensoriale “Mindful Wine Tasting”, a cura di Marta Indro di Giulio.
Echi di Antichità prosegue domenica 15 settembre 2024, dalle 19.00 alle 23.30, in preparazione della Giornata mondiale del Sordo che si celebra il 29 settembre. I Musei Reali, in collaborazione con Oltranza Festival, promuovono l’accessibilità dell’arte e della cultura proponendo, all’interno della apertura serale straordinaria, uno speciale percorso museale, la visita guidata alla mostra La Scandalosa e la Magnifica. 300 anni di ricerche in Piemonte su Industria e sul culto di Iside tradotta nella Lingua dei Segni Italiana; a seguire, nel suggestivo Teatro Romano, la rappresentazione teatrale “Antigone – Monologo per donna sola”, tradotta in LIS. Per utenti con apparecchi acustici, impianti cocleari o ipoudenti sono a disposizione cuffie wireless direttamente connesse alla sorgente sonora, sia per lo spettacolo sia per la visita guidata. Antigone – Monologo per donna sola, in programma al Teatro Romano alle ore 21.00, è uno spettacolo di e con Debora Benincasa, per la regia di Amedeo Anfuso e la produzione di Anomalia Teatro, che esplora le profondità del dramma umano attraverso Antigone, una delle figure più iconiche del teatro classico, capace di trasformare la tragedia in una danza tra l’ironia e la poesia, portando il pubblico a riflettere sulla scelta e il destino, sull’eroismo e la ribellione. La serata vede il coinvolgimento di una rete di associazioni del territorio quali Soundset Aps, Indiependence, LISten Aps, APIC, e Anomalia Teatro.
Come anticipazione delle GEP – Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage Days), la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa, promossa dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea e coordinata per l’Italia dal Ministero della Cultura, l’ultimo appuntamento di Echi di Antichità è sabato 21 settembre 2024 con la serata Equinozio d’Autunno, che prevede l’apertura straordinaria serale dalle 19.30 alle 23.30, con uno straordinario percorso di visita al Museo di Antichità al costo speciale di 5 euro.
Nel corso di Equinozio d’Autunno, nel Giardino Ducale si può assistere a Cabaret Vertigo, a cura di Fondazione Cirko Vertigo e il Centro di Produzione Blucinque Nice, uno spettacolo all’insegna del circo contemporaneo. Gli artisti di Fondazione Cirko Vertigo, acrobati e danzatori provenienti da tutto il mondo, portano in scena numeri inediti. Tra questi si segnalano le performance sulle cinghie aeree di Sara Frediani e Nicolas Jacques Francois Benezech-Imbert, quelle sui tessuti aerei di Elena Andreasi e Filippo Vivi, o ancora l’originale esercizio di multicorda di Angel Villa. Cerchio aereo, mano a mano e corda molle saranno le altre discipline portate in scena da un cast internazionale.
Venerdì 27 e sabato 28 settembre 2024 le Notti Sonore concludono il palinsesto di settembre con la più grande manifestazione europea dedicata alla ricerca: per il terzo anno consecutivo a Torino la Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori porta il nome di UNIGHT ed è realizzata dall’Università e dal Politecnico di Torino in collaborazione con i Musei Reali e l’Alleanza UNITA – Universitas Montium, con il patrocinio della Città di Torino e della Regione Piemonte. Due giorni di conferenze, spettacoli e dibattiti i cui temi spazieranno dall’adattamento al cambiamento climatico alla salute umana, dal patrimonio culturale alle frontiere della ricerca con l’obiettivo di incoraggiare la partecipazione attiva al progresso della conoscenza per migliorarne l’impatto sulla nostra vita quotidiana e rispondere insieme alle importanti sfide future che riguardano la nostra salute e quella del pianeta.
Per i programmi e i costi delle iniziative consultare il sito ufficiale dei Musei Reali: https://museireali.beniculturali.it/
Per informazioni sui singoli eventi, scrivere a: mr-to.eventi@cultura.gov.it
Che cosa significa vivere la guerra dall’interno a Gaza o in Ucraina? Che cosa vogliono Trump, Elon Musk e Xi Jinping? Che cosa può fare l’Europa? Cosa succederà nel nuovo ciclo politico? In un evento esclusivo, aperto a tutti e a tutte, la rivista di riferimento Le Grand Continent presenterà nel pomeriggio di sabato 31 agosto 2024, dalle 17.30, il suo ultimo volume Fratture della guerra estesa (LUISS University Press), con una serie di tre dialoghi di alto livello organizzati al Forte di Bard che riuniranno alcune delle più prestigiose firme della rivista e del giornalismo italiano.
Protagonisti degli incontri saranno Lorenzo Cremonesi (Corriere della Sera), Alessandro Aresu (Limes), Mario De Pizzo (Rai1), Lucia Annunziata (eurodeputata), Federico Fubini (Corriere della Sera), Alessandra Sardoni (La7). Le diverse sessioni saranno moderate a turno da Gilles Gressani, direttore Le Gran Continent, Mathéo Malik e David Allegranti (Le Grand Continent). Il pomeriggio sarà aperto dai saluti della presidente del Forte di Bard, Ornella Badery.
MODALITA’ ADESIONE
. Ingresso gratuito: prenotazione sul portale Eventbrite
. Coloro che sono in possesso della Membership Card del Forte di Bard avranno in omaggio la pubblicazione Fratture della guerra estesa (LUISS University Press)
. Possibilità di sottoscrivere la Membership Card il giorno dell’evento.
Info. T. 0125 833811
Bellezza, arte, poesia e un po’ di cinema
Eretto nel XII secolo dalla famiglia dei conti San Martino nell’omonimo borgo, uno dei più famosi del canavese, fino al 1600 il Castello di Agliè mantenne l’aspetto di un forte con tanto di muraglia difensiva e fossato.
I primi interventi per renderlo dimora furono fatti a fine secolo dal Conte Filippo che affidò il progetto all’architetto Amedeo di Castellamonte: venne rivisitata la facciata interna, creata la cappella e le due gallerie. Nel 1764 fu venduto al re Carlo Emanuele III dando inizio così alla prima epoca sabauda e divenendo una delle residenze estive reali. Vengono ricavati nuovi appartamenti, edificata la chiesa parrocchiale della Madonna della Neve, collegata al castello così che i membri della famiglia potessero raggiungerla senza essere visti, ampliato il giardino in stile italiano, costruita la fontana dei Fiumi, Dora Baltea e Po, con le belle sculture dei fratelli Collino. Durante il governo di Napoleone venne ceduto perdendo così il tono regale e sontuoso e venendo utilizzato invece come ricovero per i poveri.
Carlo Felice a inizio del 1800 lo rivolle fortemente e gli ridiede un aspetto sfarzoso grazie anche all’intervento dell’architetto Michele Borda che introdusse gli arredi in stile Carlo X, costruì un teatro gioiello e inserì una bella collezione di opere d’arte. Nello stesso periodo vennero introdotti diversi reperti relativi a vari scavi archeologici che Maria Cristina di Borbone, moglie di Carlo Felice, aveva seguito personalmente nel Lazio.
Nel 1939 il castello fu venduto allo Stato con la gestione della Soprintendenza ai Monumenti e dei Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte che ancora oggi si occupano del suo mantenimento e della sua salvaguardia. Dal 1997 è parte del Patrimonio Unesco e del circuito dei Castelli del Canavese.
Grazie alla sua bellezza ed eleganza i visitatori sono in costante aumento, la varietà di stili architettonici che si sono susseguiti storicamente e i diversi spazi interni ed esterni da visitare: i saloni, la biblioteca, il teatro, la cappella, i giardini pieni di alberi secolari e serre, attraggono turisti e curiosi da tutta Europa.
Al Castello di Agliè furono dedicati alcuni versi dal poeta Guido Gozzano che durante le sue vacanze di bambino giocava sul piazzale antistante ed è stato un meraviglioso sfondo cinematografico dove sono state ambientate alcune fiction come Elisa di Rivombrosa e Maria José, un luogo dunque dove la magia dell’arte, le storie legate alle famiglie reali, la grandiosità architettonica e la bellezza nella natura si intrecciano conferendogli lo status di meraviglia non solo piemontese ma del mondo intero.
Maria La Barbera
Piero Chiara e il cinema
“Molte volte, rivedendo uno dei film tratti dai miei libri, mi sembra di sognare. È avvenuta, nel passaggio, un’alterazione cromosomica che ha dato vita a una creatura imprevista e imprevedibile, ma non più mia”
I romanzi di Chiara sono stati fonte di ispirazione per il cinema dai primi anni ’70. Alcuni dei più famosi registi della commedia all’italiana – da Dino Risi ad Alberto Lattuada –, tra le pagine dei racconti del narratore del lago Maggiore, scavando nelle storie della “provincia”, all’ombra dei campanili e nel vociare delle osterie, sono andati a scovare i soggetti e i tipi giusti per raccontare il costume italiano. A dire il vero, Piero Chiara nutriva un atteggiamento del tutto particolare, spesso incredulo se non addirittura critico verso il cinema. Riferendosi all’adattamento dei suoi testi sul grande schermo, lo scrittore non nascondeva una vena malinconica: “Molte volte, rivedendo uno dei film tratti dai miei libri, mi sembra di sognare. È avvenuta, nel passaggio, un’alterazione cromosomica che ha dato vita a una creatura imprevista e imprevedibile, ma non più mia“. In un altra occasione, commentando la cessione dei diritti dei suoi libri per le versioni televisive o cinematografiche, appare ancora più sconsolato: “Vendere un libro al cinema è come vendere un cavallo: si può sperare che il padrone lo tratti bene, non lo sforzi, lo nutra a dovere, ma poi non si può andare a vedere come sta. Il nuovo padrone lo può anche macellare“.
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Nonostante questo scarso entusiasmo, sono stati otto, salvo errori ed omissioni, i film tratti da Piero Chiara trasferiti sullo schermo. Ai quali vanno aggiunti almeno quattro riduzioni televisive. Spesso le ambientazioni hanno visto, come scenari naturali, i due laghi Maggiore e d’Orta. Il primo film, diretto da Lattuada nel 1970, è “Venga a prendere il caffè da noi”, tratto da “La spartizione”, con uno straordinario Ugo Tognazzi nella parte del ragionier Emerenziano Paronzini. Il protagonista, in cerca di “sistemazione”, incontra le tre sorelle Tettamanzi, di ognuna delle quali “coglie” il meglio. Interamente girato a Luino, paese natale di Chiara, sulla sponda lombarda del lago Maggiore, ebbe tra gli estimatori il maestro Luis Buñuel che, dopo averlo visto, scritturò l’altra protagonista, Milena Vukotic, per “Il fascino discreto della borghesia”. Un anno dopo, esce “Homo eroticus”, di Marco Vicario, con Lando Buzzanca, Rossana Podestà, Luciano Salce. La commedia di costume sceneggiata da Piero Chiara, anche interprete nel ruolo del “giudice”, riscosse un grande successo di pubblico e vide tra i protagonisti anche Nanni Svampa e Lino Patruno. “Il piatto piange” di Paolo Nuzzi (1974), è il più “felliniano” dei film tratti dai racconti di Chiara. Le interminabili partite a carte, il profumo delle donne, i sotterfugi sentimentali, gli amici, i coprifuochi dei fascisti. Le avventure del Càmola (Aldo Maccione) nella Luino degli anni ’30, venne adattato da Chiara per lo schermo insieme al regista, con Macario nei panni dello scemo del paese in una delle sue ultime apparizioni e una splendida Agostina Belli. Girato a Orta, con una incursione sopra Luino per le scene finali, è un film dove quasi si sente l’odore del lago.
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Nel 1976, firmata da Francesco Massaro, esce nelle sale “La banca di Monate”, tratto dall’omonimo racconto con Walter Chiari, Magali Noël e Vincent Gardenia, ambientato sulla sponda “magra” del Verbano venne girato ad Omegna, sul lago d’Orta. E il comune ci guadagnò la tinteggiatura del municipio che, nel film, era la sede della banca. Con la regia di Dino Risi, un anno dopo, nel 1977, ecco “La stanza del vescovo”, con Ugo Tognazzi, Ornella Muti e Patrick Dewaere. Un giovane avventuriero in barca a vela, un libertino decadente e senza scrupoli, una fanciulla sposata per procura, tutti insieme sul Lago Maggiore, tra le due sponde, le isole e i castelli di Cannero. Tratto dal romanzo omonimo, il film si presenta come un gotico d’autore che gioca sulle atmosfere lacustri più inquietanti. Tre anni dopo è la volta de “Il cappotto di Astrakan”, per la regia di Marco Vicario con Johnny Dorelli, Carole Bouquet e Andréa Ferréol. Da Luino a Parigi, ospite dell’ambigua madame Lenormand (Andréa Ferréol) e innamorato di Valentine (Carole Bouquet), quella di Piero (Johnny Dorelli) è un’odissea surreale perché le due donne sono rispettivamente moglie e amante del suo sosia Maurice, temutissimo rapinatore che ama indossare un cappotto di astrakan. Il regista sfrutta in questo caso il tema del doppio così caro alla commedia italiana, sfruttando il composito cast internazionale. Con Nanni Svampa tra i protagonisti, è stato uno dei film che hanno incassato di più tra quelli tratti dai romanzi di Chiara. Devono passare quasi 35 anni per vedere nei cinema ( nell’aprile 2014 ) un film tratto da un racconto di Piero Chiara : è “Il Pretore “, diretto da Giulio Base e interpretato da Francesco Pannofino, trasposizione cinematografica di un racconto breve –Il pretore di Cuvio –pubblicato da Mondadori nel 1973, che divenne uno dei migliori successi dello scrittore luinese. Detto dei film, occorre anche menzionare gli sceneggiati per la tv, a partire da “I giovedì della signora Giulia” del 1970, diretto da Massimo Scaglione con un grande Claudio Gora, tratto dal romanzo di Chiara. Nel 1975 lo scrittore collabora alla realizzazione dello sceneggiato Rai “Un uomo curioso”, con Gabriele Ferzetti nella parte del protagonista, tratto dal suo racconto “L’uovo al cianuro” e ambientato sul lago Maggiore. Un altro film per la tv è “Il balordo”, uno sceneggiato di Pino Passalacqua del 1978, girato a Orta con un grande Tino Buazzelli e una straordinaria interpretazione ( nei panni del “ginetta”) di un giovane Teo Teocoli. Infine, la passione per il nobile veneziano Giacomo Casanova, spinge Piero Chiara a sceneggiare per Pasquale Festa Campanile il film per la Rai intitolato “ Il ritorno di Casanova” nel 1980, con Giulio Bosetti. Le storie di Piero Chiara, anche attraverso film e sceneggiati, sono arrivate così al grande pubblico. E con essere la “provincia” profonda, i laghi, i piccoli paesi. Insomma, quell’Italia “minore” che in realtà è il volto del paese vero.
Marco Travaglini
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino presenta una mostra che, insieme a un amplissimo progetto territoriale, intende approfondire il tema della crisi climatica, offrendo una visione sinottica dei cambiamenti millenari lungo il percorso del fiume Po, paradigma di quanto sta avvenendo su scala mondiale.
Il progetto nasce in dialogo con l’Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali della Città di Torino e dalla collaborazione tra Palazzo Madama e fondamentali partner nazionali, da sempre impegnati sui temi della conservazione e tutela ambientale, in primis l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ABDPO) e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (A.I.Po) insieme alle Riserve della Biosfera del Po, oggi unite nella Riserva MaB UNESCO Po Grande. Accanto a essi gli interpreti torinesi, dal Politecnico di Torino all’Università degli Studi di Torino, allo European Research Institute che quotidianamente portano avanti la ricerca e lo studio del Po e dell’acqua in generale da prospettive disciplinari diverse, e con la media partnership di Rai Radio3.
Affrontando i temi essenziali del cambiamento climatico in un’esposizione che intesse un racconto visivo tutto sviluppato nell’interazione tra grande pittura e fotografia, illustrazione e infografica capaci di narrare il paesaggio italiano nella sua complessità e articolazione, dalle Alpi al mare, il progetto espositivo punta l’attenzione sul tema dell’acqua e in particolare sul nostro Grande Fiume, che da millenni determina il paesaggio e la vita della popolazione, è via di comunicazione ma anche supporto essenziale per le attività agricole e industriali, ed esplora le conseguenze e analizza le potenziali soluzioni messe in atto sul territorio dai diversi enti di ricerca e di tutela del Po.
652 chilometri di lunghezza, 141 affluenti, quasi 87.000 chilometri quadrati di bacino idrografico, 19.850.000 di abitanti, il 37% della produzione agricola italiana, il 55% dell’industria zootecnica nazionale: il Po e il bacino padano, dove si produce il 40% del PIL nazionale, costituiscono una delle aree con la più alta concentrazione di popolazione, industrie e attività commerciali a livello europeo.
Questo incredibile sviluppo è stato reso possibile grazie alla storica stabilità e abbondanza della portata delle acque del maggior fiume d’Italia, che provengono da innumerevoli fonti e processi naturali diversificati – sorgenti montane, fusione nivale, ghiacciai, grandi laghi e risorgive di pianura – ma che negli ultimi decenni hanno visto un significativo mutamento, portando a un fenomeno di crisi che si sta verificando ovunque a livello globale.
Proprio per le sue peculiarità e per il suo portato di memoria, di stratificazione storica e di paesaggi, il Po – romano e pagano, bizantino e longobardo, feudale e delle signorie, delle campagne e delle città, romantico, agricolo, industriale, turistico e cinematografico – è capace di restituire in maniera emblematica e chiaramente percepibile la crisi climatica e i suoi effetti: la fisionomia del pianeta sta cambiando più rapidamente di quanto abbia fatto negli ultimi millenni ed è ormai dimostrato il ruolo che gli esseri umani hanno esercitato in questo processo.
La mostra Change! ha l’obiettivo di descrivere questi cambiamenti, offrendo occasioni di riflessione sulla crisi e sui possibili scenari di adattamento ad essa, ma anche di esortare all’azione e alla presa di coscienza: è tempo di agire.
Dal forte impatto scenografico ed emotivo, grazie al progetto allestitivo di Emilio Alberti e Mauro Zocchetta, la mostra si apre con una formidabile installazione capace di proiettare al paesaggio di dieci milioni di anni or sono, poi narrato tramite il mondo dei fossili, stupefacenti cartografie storiche, infografiche e illustrazioni originali realizzate da Jacopo Rosati, avviando un racconto sulla nascita, storia ed evoluzione del Bacino Padano prima e del Po a seguire, con un focus sui cambiamenti caratterizzati da un andamento secolare e da un’improvvisa accelerazione durante l’Antropocene, la nostra era.
La seconda sezione illustra la vita naturale e il lavoro umano nell’area del bacino del Po attraverso fotografie e dipinti di grandi artisti in parte provenienti dalle collezioni dei Musei Civici di Torino, così da sottolineare l’eccezionalità non solo del patrimonio della GAM e di Palazzo Madama, ma anche i fondi storici dell’Archivio Fotografico: olii, acquerelli, acqueforti e tempere di Giovanni Michele Graneri, Jean Louis Daudet, Giuseppe Pietro Bagetti, Antonio Fontanesi, Carlo Pittara, Giuseppe Pellizza da Volpedo e altri grandi artisti saranno accostati a fotografie di maestri quali Vittorio Sella, Mario Gabinio, Riccardo Moncalvo, Franco Fontana, Mimmo Jodice e Bruna Biamino, per restituire frammenti di vita quotidiana, tradizioni, le attività e le relazioni delle persone che vivono lungo le sponde del fiume Po, oltre che tratteggiare i paesaggi padani attraverso i secoli.
All’Antropocene è dedicata invece la terza sezione. Attorno al 1950 l’emissione di grandi quantitativi di gas serra inverte il processo di neoglaciazione, generando una fase di riscaldamento climatico a matrice antropica, che è quanto l’attuale siccità del Po racconta: la diminuzione della sua portata, causata dall’assottigliamento dei ghiacciai alpini, causa una diminuzione dell’acqua che arriva al Delta.
Il racconto per immagini operato da Mondoserie.it è un esempio cristallino del modo in cui l’uomo ha in origine guardato alla Terra e di come questo sguardo sia diventato progressivamente meno lungimirante, fino a perdere di vista l’orizzonte complessivo che però ora si palesa con eventi dirompenti.
Le secche del Po sono il sintomo locale di un problema planetario, quello della riduzione dei ghiacciai e delle calotte polari, raccontato in mostra attraverso immagini satellitari che mostrano la mappa del bacino idrografico del Po, con le centinaia di venature azzurre che scendono dalle vallate alpine e appenniniche per poi riunirsi e dare forma, nella pianura padana, alla grande traccia blu del Po che sfocia nell’Adriatico. Un reticolo idrografico che appare come un insieme di “vasi sanguigni” che assicurano al territorio la linfa vitale dell’elemento acqueo, necessario per la sopravvivenza stessa del mondo vegetale e animale, e che, negli ultimi anni, ha subito mutamenti radicali: in alcuni periodi dell’anno il grande letto del fiume è ridotto a cumuli di ghiaia e sabbia, colonizzato da cespugli e giovani piante, gli affluenti sono in secca e il delicato ecosistema del Delta è messo a rischio dalla risalita del cuneo salino.
La siccità italiana è però un caso unico, perché deriva da uno dei tanti paradossi che caratterizzano il nostro Paese: nonostante l’Italia sia il quinto in Europa per quantità di precipitazioni dopo Croazia, Irlanda, Austria e Slovenia, siamo quello che immagazzina meno acqua in assoluto, poiché non riusciamo a stoccarla.
Di fronte a questo scenario è necessario immaginare soluzioni nuove: la mitigazione e l’adattamento devono prevedere non solo azioni che contribuiscano a ridurre la vulnerabilità degli esseri umani agli impatti attuali (o previsti) dei cambiamenti climatici, come i fenomeni meteorologici estremi e l’innalzamento del livello del mare, ma anche nuovi protocolli agricoli che garantiscano la sicurezza alimentare e suppliscano alla perdita di biodiversità, nonché la produzione e l’approvvigionamento di energia da fonti alternative a quelle esistenti, ponendo nuove basi per una più equilibrata relazione fra uomo e natura.
Le immagini di Adaptation.it invitano a riscoprire la capacità di correggere i propri errori, di mitigarli appunto, e la possibilità per l’uomo di esplorare nuove soluzioni dando spazio alla sua incredibile abilità nell’adattarsi a situazioni nuove, impreviste e spesso anche sfavorevoli, sfruttando inventiva, tradizione e semplice buon senso.
La mostra Change! si inserisce in un più ampio progetto che Palazzo Madama dedica per tutto il 2024 ai temi dei diritti dei popoli e dell’autodeterminazione, del clima e dell’Europa e rappresenta l’acme di una riflessione avviata ad aprile con la Planet Week insieme alla World Bank in occasione del G7 Clima, Energia e Ambiente e sviluppata attraverso la mostra Max Pinckers. State of Emergency e che vedrà attivarsi una esposizione collaterale Memorie d’acqua. Parole e immagini a cura dell’Atlante Linguistico Italiano; cicli di conferenze e convegni internazionali organizzati dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, dall’Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali della Città di Torino, insieme a un fitto programma di attività, workshop, laboratori e giornate a tariffa ridotta che coinvolgeranno l’intera cittadinanza, nella riscoperta e protezione della grande arteria d’acqua.
La mostra, curata da Tiziana Caserta, Anna La Ferla e Giovanni C.F. Villa, sarà accompagnata da un catalogo, edito da Silvana Editoriale, con contributi – fra gli altri – di studiosi dell’Università degli Studi di Torino, dell’Università degli Studi di Bergamo, del Politecnico di Torino, del Politecnico di Milano, dell’ENEA, di Slow Food, di Adaptation.it e di Mondoserie.it
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
Sala Senato
Piazza Castello – Torino
27 giugno 2024 – 13 gennaio 2025
INFO UTILI:
SEDE ESPOSITIVA E DATE | Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica. Piazza Castello, Torino
27 giugno 2024 – 13 gennaio 2025 |
ORARI | Lunedì e da mercoledì a domenica: 10 – 18. Martedì chiuso Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura |
BIGLIETTI | intero € 12,00 | ridotto € 10,00
Gratuito Abbonamento Musei e Torino+Piemonte card |
INFORMAZIONI | palazzomadama@fondazionetorinomusei.it – t. 011 4433501 www.palazzomadamatorino.it |
“Mi ha cercato un fantasma”
Il coinvolgente e appassionato romanzo storico di Paola Prunas Tola Filippi di Baldissero
Una lettera rimasta tra le pagine di un libro cade leggera come una piuma, una magica coincidenza che suscita curiosità e voglia di approfondire la storia della propria famiglia; il desiderio di conoscere, assecondando una passione nata quando l’autrice era ancora una bambina, la biografia e le vicende di Maria Filippi di Baldissero, Prima Dama di Maria Teresa di Toscana, principessa di Carignano.
Quasi a rispondere ad una richiesta di aiuto di Maria, per non far fuggire una donna già fuggita e sepolta dalle convenzioni, Paola Prunas Tola dà vita a questo incantevole romanzo; racconta di un importante periodo storico del nostro paese, rievocando momenti rilevanti della nostra monarchia, e della vita di questa intraprendente donna appartenente ad un Piemonte d’altri tempi. Ugualmente evidenzia come alcune problematiche del tempo, il rammarico della difficile decisione tra famiglia e professione, tra moglie e dama per esempio, dubbio arduo e frequente di una vita tutta al femminile, siano decisamente attuali.
Il racconto comincia nel 1834 con il viaggio della protagonista da Vienna a Mosca, un percorso durante il quale ricordi e nuove avventure si alternano, che la porterà verso una nuova vita in Russia, dal suo Serge . Lungo l’itinerario, verso l’ignoto, la dama ripensa a ciò che è stato, mette in ordine i ricordi della sua infanzia e del suo matrimonio, ricostruisce la storia della sua famiglia e degli avi di suo marito, i Filippi, “una nobile famiglia molto più antica della mia”, parla delle sue case e della vita di corte, sfarzosa certo, ma fatta anche di ordinaria solitudine . Nel libro, oltre ad eventi storici conosciuti arricchiti con particolari meno noti, si rivelano appassionanti dettagli che trasformano un convenzionale momento di lettura in un interessante viaggio in un mondo affascinante che da sempre seduce e incanta: i reali, loro vita, le loro abitudini, le gioie, la magnificenza, ma anche le loro fragilità – come le marachelle del principe Carlo Alberto -riportandoli decisamente più vicino al nostro mondo, fatto di terrena normalità, rendendoli dunque comuni esseri umani.
Originale e suggestivo è il dialogo immaginario tra l’autrice Paola e la protagonista Maria, che sospende piacevolmente il ritmo del racconto riportandoci al presente: “io non la pensavo così, come so, cara Paola, che non lo pensi neanche tu”, parlando delle sue scelte in controtendenza, oppure “…lo sai, cara bisnipote Paola, i miei carichi non erano tanto diversi dai tuoi di adesso”riferendosi al matrimonio. Di indiscusso interesse e rilevanza storica le immagini delle residenze, gli stemmi e i ritratti di famiglia, i documenti, le poesie, i conferimenti militari e persino la famosa Convenzione di Armistizio tra l’esercito sardo e quello austriaco.
Un libro intenso dunque, dove storia e fantasia si intrecciano riportando in vita, attraverso indagini storiche e scambi epistolaririnvenuti nell’archivio di famiglia del Castello di Marchierù, le memorie di una donna, di un personaggio, come dice Paola PrunasTola, intrigante e quanto mai moderno.
Maria La Barbera
Anche nel ponte di Ferragosto – da giovedì 15 a domenica 18 agosto – le proposte espositive dei Musei Reali di Torino hanno saputo attrarre un ampio pubblico di appassionati d’arte dall’Italia e dall’estero.
7192 sono stati i biglietti che nel lungo ponte estivo hanno consentito a residenti e turisti di ammirare i capolavori della collezione permanente e delle esposizioni temporanee: Guercino. Il mestiere del pittore, fino al 15 settembre nelle Sale Chiablese, che propone più di 100 opere del maestro emiliano e di artisti coevi provenienti da oltre 30 importanti musei e collezioni – tra cui il Prado e il Monastero dell’Escorial, e la mostra archeologica La Scandalosa e la Magnifica. 300 anni di ricerche su Industria e sul culto di Iside in Piemonte, fino al 10 novembre nello Spazio Scoperte al secondo piano della Galleria Sabauda per celebrare i 300 anni dalla nascita del Museo di Antichità.
Tutto esaurito anche venerdì 16 agosto per Estate Reale 2024, con l’apertura serale straordinaria e il concerto Abendlieder. Dalle pagine della biblioteca di Margherita ed Elena di Savoia, eseguito dalle Liederiste del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino nell’ambito della rassegna Torino crocevia di sonorità.
Prossimo appuntamento venerdì 23 agosto alle ore 21 (ingresso 5 euro, biglietti in sede e online su https://museireali.beniculturali.it/events/torino-crocevia-di-sonorita/).
Nel lungo ponte di Ferragosto – da giovedì 15 a domenica 18 agosto – i musei della Fondazione Torino Musei hanno accolto 9.130 visitatori, che hanno potuto visitare le mostre temporanee Italo Cremona. Tutto il resto è profonda notte, Expanded – I paesaggi dell’arte, Jacopo Benassi. Autoritratto criminale e Silenziosuono alla GAM, Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded al MAO, Change! Ieri, oggi, domani. Il Po e Teatri e teatrini a Palazzo Madama, oltre alle collezioni permanenti di MAO e Palazzo Madama. Chiuse invece per riallestimento le collezioni permanenti della GAM.
In particolare, 2.813 persone hanno visitato la GAM, dove erano visitabili solo le mostre temporanee, 2.353 il MAO e 3.964 Palazzo Madama.
Il picco di ingressi si è registrato il giorno di Ferragosto, quando è stata proposta la tariffa speciale a 1 € per le collezioni permanenti + 1 € per le mostre temporanee: i visitatori della GAM sono stati 1.221, in 1.501 hanno visitato il MAO e 2.208 persone sono entrate a Palazzo Madama, per un totale di 4.930 ingre
Anche quest’anno è boom di visitatori al Museo Nazionale del Cinema di Torino, che si riconferma una delle mete più gettonate della nostra città e della Regione: nel lungo weekend di Ferragosto oltre 13.000 persone provenienti da tutto il mondo hanno varcato la soglia della Mole Antonelliana, mille in più rispetto allo scorso anno.
“I dati dei primi 15 giorni di agosto sono molto buoni, in aumento rispetto a quelli dello scorso anno e confermano, come già annunciato, il trend positivo dei primi sette mesi del 2024 con oltre 500.000 visitatori, un record dall’apertura del museo – sottolineano Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema. La cultura continua ad essere uno dei grandi punti di forza del nostro Paese, grazie anche a politiche culturali lungimiranti e di alto livello”.
Questa estate al Museo Nazionale del Cinema è possibile visitare due grandi mostre. Movie Icons. Oggetti dai set di Hollywood è allestita all’interno del museo e propone centoventi oggetti originali di scena, costumi e memorabilia provenienti dai set cinematografici hollywoodiani, mentre al piano di accoglienza è possibile visitare gratuitamente Tonino De Bernardi. Il cinema senza frontiere, un omaggio al grande autore d’avanguardia torinese e alla sua influenza nel panorama del cinema sperimentale nazionale e internazionale.
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SAUZE D’OULX – Una serata culturalmente di altissimo livello quella di sabato 17 agosto a Sauze d’Oulx. Alle ore 21 presso la Sala conferenze dell’Ufficio del Turismo in viale Genevris il Maestro Michelangelo Pistoletto e l’Imam Yahya Pallavicini dialogheranno sul tema “Creazione e Paradiso – Conversazione tra Arte e Spiritualità”. Modera l’incontro Francesco Monico, filosofo di archetipi dell’immaginario.
Un dialogo organizzato da COREIS Comunità̀ Religiosa Islamica Italiana e dalla Fondazione Pistoletto Città dell’Arte Biella con il patrocinio del Comune di Sauze d’Oulx.
Yahya Sergio Yahe Pallavicini è presidente e imam della COREIS Comunità̀ Religiosa Islamica Italiana, una delle principali organizzazioni di rappresentanza istituzionale del culto islamico in Italia con vocazione alla formazione teologica, all’ecumenismo e all’educazione interculturale.
Michelangelo Pistoletto è un artista, pittore e scultore italiano, animatore e protagonista della corrente dell’arte povera. Nel 2003 l’artista scrive il manifesto del Terzo Paradiso e disegna il simbolo costituito da due cerchi contigui agli estremi di un altro cerchio centrale maggiore: si tratta di una rielaborazione del segno matematico dell’infinito che viene poi presentato ufficialmente alla Biennale di Venezia nel 2005 e che si può ammirare, tra gli altri, nel bosco di San Francesco ad Assisi ed in Valle di Susa sulla spianata del Forte di Exilles e da poche settimane anche all’Abbazia della Novalesa.