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CULTURA- Pagina 149

Occit’amo, il festival del mondo d’Oc si fa “dal vivo”

Un patrimonio ricco di musica, tradizioni e cultura riletti in una chiave contemporanea, che sotto la direzione di Sergio Berardo, anima dei Lou Dalfin, diventa un percorso lungo 5 settimane (dall’11 luglio al 15 agosto) di concerti, appuntamenti, antiche chiese, camminate, rifugi, castelli, scoperte dei borghi alpini, anche in orari inconsueti che rendono le esperienze ancora più uniche. Protagoniste assolute sono le valli alpine ai piedi del “Re di Pietra”, il Monviso, riunite in un unico progetto di promozione territoriale che va sotto il nome di Terres Monviso: Valle Stura, Valle Maira, Val Varaita, Valli Po Bronda e Infernotto, Valle Grana e tutta la pianura che si estende intorno a Saluzzo, capitale dell’antico marchesato…

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Occit’amo, il festival del mondo d’Oc si fa “dal vivo”

I nuovi workshop della Pinacoteca Albertina

Alla Pinacoteca Albertina nuovi  workshop artistici con gli insegnanti Giulia Gallo e Enrico Partengo

Un nuovo format su misura a partire dal 19 Giugno e per tutto il mese di Luglio:

“SCEGLI LA PROPOSTA CHE PREFERISCI E DECIDI TU I GIORNI E L’ORARIO. Avrai sempre un Maestro a tua disposizione!”

È possibile seguire le lezioni durante l’orario di apertura della Pinacoteca Albertina: il venerdì, il sabato, la domenica e il lunedì dalle 10 alle 18.

Per garantire la sicurezza, gli iscritti saranno al massimo due per fascia oraria e ciascuno userà esclusivamente il proprio materiale personale. Come sempre, le proposte si rivolgono a tutti, anche ai principianti assoluti.

 

1) Dalla carta alla tela – 12 ore

Un focus sulla tecnica della pittura ad olio, a partire dalla copia dal vero di dettagli tratti dalle opere della collezione della Pinacoteca Albertina.

Saranno affrontate le varie modalità di stesura del colore e di preparazione dei diversi supporti.

4 lezioni da 3 ore

euro 195 (Abbonati Musei) / euro 200 (NON Abbonati).

2) Le forme del disegno – 6 ore

Un approfondimento sul disegno, tramite le tecniche della sanguigna, del carboncino e dell’inchiostro.

Particolare attenzione sarà data alle diverse tipologie di carta che si potranno sperimentare, dalla carta spolvero alla colorata, in varie grammature e texture.

2 lezioni da 3 ore

euro 120 (Abbonati Musei) / euro 125 (NON Abbonati).

Chi fosse interessato a partecipare o desiderasse avere ulteriori informazioni, può contattare l’indirizzo mail pinacoteca.albertina@coopculture.it o telefonare al numero 0110897370 (orario 10 – 18 dal venerdì al lunedì).

La  Pinacoteca è sottoposta a una pulizia costante. Il personale garantirà il distanziamento tra i visitatori ed eviterà qualsiasi forma di assembramento.

L’accesso è previsto dal numero civico 6 di via Accademia Albertina, dove verrà rilevata la temperatura corporea. I partecipanti dovranno obbligatoriamente indossare la mascherina.

Inoltre che saranno in programma per l’estate degli en plein air ai Giardini Reali e al PAV – Parco Arte Vivente.

Accanto alle collezioni dell’Accademia di Belle Arti e alla straordinaria sala dei cartoni gaudenziani, recentemente restaurata, sarà visitabile la mostra Incanti Russi. Opere pittoriche di tradizione dell’Accademia Glazunov di Mosca, prorogata fino al 27 settembre 2020.

Pinacoteca Albertina

Via Accademia Albertina 6

10123 Torino

tel: +39 011 0897370

e-mail: pinacoteca.albertina@coopculture.it

www.pinacotecalbertina.it

Il Concerto di Ferragosto nella reggia di Valcasotto

Nonostante le difficoltà legate all’emergenza Covid-19, anche quest’anno non mancherà l’appuntamento con il tradizionale Concerto di Ferragosto dell’Orchestra “Bartolomeo Bruni” Città di Cuneo, giunto alla sua 40edizione, che sarà a porte chiuse, per non creare occasioni di contagio, ma la cui ampia diffusione sarà come sempre garantita dalla diretta Rai.

Sede della manifestazione sarà la Residenza Reale di Valcasotto di Garessio, di proprietà della Regione Piemonte, fatte salve alcune verifiche tecniche di fattibilità che la Rai sta effettuando in questi giorni.

Lo hanno deciso questo pomeriggio i rappresentati degli enti che compongono la Cabina di Regia dell’iniziativa: Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Camera di commercio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Atl del Cuneese.

L’evento, che porta la musica classica in quota, è nato nel 1981 nel cuneese su un’intuizione del violinista buschese Bruno Pignata, che coinvolse il Maestro dell’Orchestra Bruni Giovanni Mosca. La prima edizione fu al Rifugio Quintino Sella (Valle Po). Da allora il concerto si svolge il 15 agosto in alta montagna e, dal 1993, viene trasmesso in diretta Rai con decine di migliaia di spettatori in Italia e all’estero, rappresentando una delle più importanti manifestazioni regionali di promozione dell’immagine del Piemonte e delle sue montagne (diretta nazionale TV su RAI 3 e RAI Sat dalle ore 12.55).

Il 28 maggio 2018 è stato firmato il “Protocollo d’intesa per la valorizzazione e promozione del Concerto di Ferragosto” tra la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo, la Camera di Commercio di Cuneo, l’Atl del Cuneese e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneoche ha garantito una programmazione triennale del Concerto di Ferragosto (per il periodo 2018/2019/2020) da svolgersi in alta quota negli ambienti alpini più caratteristici e significativi della montagna cuneese nel rispetto dei criteri e requisiti fondamentali di fattibilità e sostenibilità, tenuto conto della bellezza paesaggistica e rilevanza ambientale, storica e artistica della località.

Il Protocollo d’intesa, oltre a dare una garanzia triennale al territorio è servito anche ad ottenere una sorta di garanzia con la RAI per la sua diffusione. Il concerto di ferragosto fa registrare un milione e mezzo di audience e diventa una cartolina efficace di promozione del nostro territorio.

Le parti patrocinano e finanziano il concerto attraverso contributi diretti agli enti organizzatori (Comuni o Unioni Montane o Parchi), per un ammontare complessivo annuo di 56.000 euro sostenendo in modo particolare le spese relative all’Orchestra, al trasporto materiale, agli allestimenti, all’organizzazione generale ed alla promozione della manifestazione.

La Regione Piemonte compartecipa al finanziamento della manifestazione, stanziando 25.000 euro ogni anno, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo mette a disposizione 20.000 euro, la Camera di Commercio 6.000 euro e l’ATL del Cuneese 5.000 euro. La Provincia di Cuneo ospita la Cabina di regia che si occupa di monitorare e definire l’evento.

“Siamo molto contenti – dichiara il vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso – che nonostante il momento difficile che stiamo vivendo, si riesca lo stesso ad organizzare questo concerto. Spiace un po’ che non ci sia l’afflusso massiccio di pubblico in alta quota che è una delle caratteristiche di questo evento, ma grazie alla Rai questo momento, che è di grande valore culturale, ma per noi anche di marketing territoriale, consentirà di far vedere la bellezza delle nostre montagne ad una vastissima platea di spettatori”.

“Siamo particolarmente soddisfatti – aggiunge il presidente della Fondazione Crc, Giandomenico Genta – che, grazie all’impegno profuso dalla Fondazione e da tutti gli enti coinvolti, l’appuntamento con il Concerto di Ferragosto sia confermato anche per l’estate 2020. Un’occasione unica di promozione del nostro territorio, tanto più preziosa nel momento difficile che stiamo attraversando. Un grazie particolare va alla Rai la cui presenza, nonostante tutte le difficoltà incontrate, permetterà di far arrivare le note del concerto dalla Reggia di Valcasotto alle case di tutta Italia”.

“Il Concerto di Ferragosto – commenta il presidente della Camera di Commercio di Cuneo, Mauro Gola – è divenuto negli anni un appuntamento classico per gli amanti della montagna, della natura e della musica, che attraverso la diretta Rai ha consentito a migliaia di persone di scoprire le Alpi e gli incantevoli paesaggi della provincia. Quest’anno, in cui siamo chiamati a sostenere con maggior forza e impegno il settore turistico, sicuramente uno dei più provati dalla pandemia, il tradizionale appuntamento di metà agosto, nella storica località individuata, ha un sapore di ripartenza, che può e deve essere un invito ai turisti e ai tanti appassionati locali, a scegliere per le proprie vacanze destinazioni green, in contesti il cui valore è confermato dai prestigiosi riconoscimenti Unesco”.

Il presidente della Provincia di Cuneo, Federico Borgna: “Accolgo con grande soddisfazione la scelta del castello di Valcasotto, una delle location più caratteristiche del nostro territorio e che ben si adatta a questo evento. Sono molto contento che anche quest’anno il concerto si tenga nella nostro provincia. In un momento così difficile,poi, è molto importante riaffermare il valore della cultura”.

“In un’estate particolare come questa che ci apprestiamo a vivere – conclude – il presidente dell’Atl cuneese, Mauro Bernardi – il concerto rappresenta una rilevante occasione per far conoscere all’Italia intera le nostre bellezze paesaggistiche, naturalistiche ed architettoniche. La Reggia di Valcasotto abbraccerà idealmente musica e spettacolo per trasmettere, attraverso il grande lavoro della produzione Rai, anche tutto lo splendore e il fascino delle nostre montagne, dei nostri borghi alpini, delle nostre residenze sabaude. Qui, dove natura rigogliosa e opere artistiche dal grande respiro si fondono armoniosamente, la musica si eleverà per culminare in una meravigliosa cartolina promozionale della nostra amata terra.”

La Residenza Reale di Valcasotto (Garessio, Cn)

L’edificio venne fondato dai frati certosini nel 1.172 in località Valcasotto, luogo isolato adatto alla preghiera e alla meditazione. Più volte distrutta da incendi e ricostruita, la Certosa fu trasformata nelle forme attuali dall’architetto Bernardo Vittone a partire dal 1754. Dopo la soppressione napoleonica degli ordini religiosi, nel 1837 il complesso fu acquisito da re Carlo Alberto e destinato a castello di caccia. Qui Vittorio Emanuele II organizzava imponenti spedizioni venatorie e la principessa Maria Clotilde trascorreva l’estate. Il castello rimase di proprietà della famiglia reale fino all’anno 1881, data in cui venne venduto a privati per poi essere acquisito da Regione Piemonte. Il castello di Valcasotto, è oggi la residenza reale più a sud del circuito sabaudo ed è parte di un comprensorio turistico che collega le valli di Pamparato e Mondovì alle stazioni termali di Lurisia e Vinadio. Il castello è composto da tre grandi ali che si affacciano su di un cortile porticato delimitato da muraglioni. Nei pressi si trovano inoltre altri edifici storici quali la Correria e la Cascina del Seccatoio.

Una collaborazione tra Stabile e TPE, un’occasione per ricominciare

Torniamo a teatro, il Carignano per tutta l’estate

Le prime immagini, in questa videoconferenza che cade verso l’ora del pranzo, sono di Lamberto Vallarino Gancia, presidente del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. Ha scaramanticamente alle spalle l’immagine della sala del Carignano, ai tempi d’oro e non contaminati, quando il pubblico riempiva palchi e platea. Sì sì, certo, “il mondo della cultura è sempre stato vivo, ci siamo lasciati alle spalle gli spettacoli pronti ad andare in scena e inevitabilmente bloccati, le compagnie sciolte e ci siamo inventati certi piccoli apporti in streeming dei nostri attori” per dire al pubblico ecco ci siamo, ecco siamo ancora vivi: “ma il rapporto umano all’interno di una sala teatrale è irrinunciabile”.

Ecco che allora lunedì prossimo 15 giugno, sino al 13 settembre, la sala principe torinese rimarrà aperta per l’intera giornata come contenitore di Summer Plays, “per tornare ai nostri spettatori”. Certo, obbligo di mascherine, misurazione delle temperature, continua circolazione dell’aria condizionata con l’esterno, una platea che pare, ormai pronta all’inaugurazione, un ordinato campo di battaglia con l’attenta salvaguardia del distanziamentro tra i posti, una sessantina regolari gli altri accucciati e riverenti al palcoscenico (“è stato sufficiente – sottolinea Filippo Fonsatti, direttore dello Stabile – togliere il perno degli schienali inutilizzati e ripiegarli sulle sedute, una mezza giornata di lavoro a costo zero”), pronti per accogliere le borse delle signore o le giacche. Globalmente i posti sono passati da 650 a 200: ma si riapre, evviva e finalmente, c’è una gran voglia, dopo un troppo lungo intervallo abbiamo l’ansia di riempirci gli occhi del colore rosso della sala, delle voci degli attori, delle luci, degli applausi finali (le notizie che arrivano dai cinema al contrario scivolano di qua e di là, affermano e negano, anch’essi il 15 oppure si va oltre, mascherina o non mascherina, mascherina assolutamente no!, tagliamo sulle persone di servizio ma certo molti di noi non possono privare il pubblico dei bicchieroni di popcorn o di coka…parte di un introito che, pure lui, tarda ad arrivare, intanto si andrebbe inevitabilmente a ripescare tra i titoli lasciati in sospeso quattro mesi fa o in mancanza di quelli nuovi, visti i set fin qui sbarrati e la mancanza  di fiducia del mondo del cinema che attenderebbe la stagione prossima, si proporrebbero quelli passati più o meno in sordina sulle varie piattaforme: a poche ore da una decisione, di deciso non c’è assolutamente nulla).

Tornando a Summer Plays, 16 titoli per 100 serate di spettacolo. Uno sforzo non da poco, per la cui realizzazione s’è allineato il TPE – Teatro Piemonte Europa: “Questa ripresa congiunta – sottolinea la sua presidente, Maddalena Bumma, ad una sola voce con Vallarino Gancia – è un fatto importante per la Città e per la Regione, in quanto manifesta il superamento degli interessi specifici a favore di una progettualità partecipata in un momento tanto delicato, con l’auspicio che la nostra proposta venga recipita come un segnale di speranza per la comunità e rappresenti un progressivo ritorno alla normalità”.

Altre immagini che ci arrivano nella mattinata sono quella di Valter Malosti, direttore del TPE – all’ombra del grande abito che occuperà (dal 23 al 28 giugno) la sua Giulietta felliniana, con Roberta Caronia, “un po’ più impolverato ma vivo e presente”, ripartire di là dove tutto è stato interrotto, “per affrontare l’ignoto e andare avanti”, un doveroso omaggio al regista riminese nel centenario della nascita – e quella di Valerio Binasco, direttore artistico dello Stabile – nella grande area delle Fonderie Limone a dare gli ultimi ritocchi all’Intervista di Natalia Ginzburg (di cui è regista e interprete, con Arianna Scommegna e Giordana Faggiano, repliche sino a domenica 21) che inaugurerà lunedì il ciclo di proposte: “un testo che ho già messo in scena tredici anni fa con Maria Paiato ma di cui ho scoperto in questa nuova occasione nuove emozioni, pensieri non già pensati, una seriosità che non avevo sperimentato, la piena consapevolezza che protagonista è il tempo nel suo aspetto malinconico e quasi cecoviano”. Malosti e Binasco hanno marciato di pari passo, e raccogliendo artisticamente economicamente e tecnicamente le proprie risorse hanno creato degli appuntamenti che guardano alla drammaturgia contemporanea come ad autori e ad attori, soprattutto, legati al territorio.

Seguiranno Lucido di Rafael Spregelburd, interpretato e diretto da Jurij Ferrini (dal 30 giugno), Camillo Olivetti di Laura Curino e Gabriele Vacis (dal 7 luglio) e Mistero Buffo di Dario Fo, con Matthias Martelli diretto da Eugenio Allegri (dal 10 luglio); due coproduzioni Stabile/TPE saranno Una specie di Alaska di Harold Pinter con la regia di Binasco e Kollaps (Collasso) di Philipp Löhle messo in scena da Marco Lorenzi. Atteso, dal 21 al 26 luglio, e coprodotto tra Stabile, Teatro Franco Parenti e Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia, Locke di Steven Knight, diretto da Filippo Dini, mentre Leonardo Lidi porta in scena dal 4 al 9 agosto La segretaria, altra “piccola virtù” teatrale della Ginzburg.

All’interno di Summer Plays, un progetto sperimentale intitolato Claustrophilia, “ideato nel momento più buio del lockdown”, al centro Molly Sweeney di Brian Friel, Blackbird di David Harrower e Dialogo, ancora uno sguardo alla Ginzburg, un progetto che prevede “luogo fisico e spazio digitale, teatro e video, con la partecipazione di tre registi cinematografici e video che sono Irene Dionisio, Michele Di Mauro e Dario Aita, per realizzare produzioni fruibili indifferentemente sul palcoscenico o su piattaforme digitali, sperimentando forme di espressione scenica di sopravvivenza”, dice Binasco, mettendo forse ordine tra quegli spettacoli filmati e visti online e incapaci di dare a chi guarda emozioni autentiche e immediate. Valter Malosti curerà ancora il “Progetto Testori” comprendente Cleopatràs e Le Maddalene, cui si aggiungeranno Testori vs Shakespeare (9 settembre), la presentazione video di Vado a vedere come diventa notte nei boschi…, un omaggio a Giovanni Moretti (il 10) e Conversazione con la morte (l’11), una lettura di Piero Nuti. Tra il 18 giugno e il 30 luglio arriveranno le Lezioni shakespeariane, ovvero sette registi di generazioni diverse racconteranno con l’aiuto di alcuni attori le scene più celebri di altrettanti capolavori del grande autore, svelando anche in questo caso la straordinaria attualità della sua scrittura.

Elio Rabbione

 

Nelle foto:

La “nuova immagine” del teatro Carignano, con i posti distanziati. Foto di Luigi De Palma

Valerio Binasco. Foto di Laila Pozzo

Valter Malosti. Foto di Laila Pozzo

Un momento delle prove di “L’intervista” di Natalia Ginzburg, regia di Valerio Binasco, dal 15 giugno al teatro Carignano. Foto di Luigi De Palma

 

 

C’era una volta il sistema Torino

Sono solo un centinaio di paginette, ma ogni torinese di nascita o di adozione dovrebbe leggerle

Potrebbe essere uno stimolo per non far cadere più in basso la città, culla di ogni inizio. Conoscere i retroscena di una politica scontata è fondamentale per saper decidere con chi schierarsi per salvare il salvabile…
Questo libretto, chiaro e senza pretese, esce in anticipo rispetto alla prossima imminente campagna elettorale. Il  monito potrebbe essere: torinese avvisato, torinese salvato.
L’ autore, Augusto Grandi – giornalista, per tanti anni al Sole 24 Ore – , con linguaggio scorrevole  mette in guardia il cittadino ignaro sulle manovre non sempre limpide che operano nella ormai decaduta prima capitale d’Italia. Una città sabauda nello spirito, ma arrendevole nelle azioni. Commoventi le citazioni dei versi di Gipo Farassino che a distanza di decenni calzano a pennello alla Torino che ha tanto amato, attuali nonostante siano stati scritti oltre 50 anni fa. Il libro non dà delle soluzioni ma utili riflessioni.
Consiglio:  staccatevi dal video, spegnete il cellulare, investite 12 Euro e godetevi la lettura su una panchina dei parchi cittadini.Vi sentirete ristorati e più colti di tutto ciò che vi circonda…
Gabriella Daghero
Edizioni: Centro studi Vox populi

L’alta formazione musicale riparte dopo la pandemia

Accademia di Pinerolo / Tra masterclass estive, corsi annuali e  didattica on line ad alta qualità audio pianoforte | pianoforte contemporaneo | viola |  violino |  violoncello  musica da camera | passi orchestrali | chitarra

“Più di 50 docenti di fama mondiale e internazionale formano insieme a noi  500 studenti l’anno  provenienti da tutto il mondo:la futura generazione di professionisti”

Come tutte le grandi difficoltà, anche l’emergenza Covid è stata un’occasione di stimolo e un’opportunità di crescita per l’alta formazione musicale dell’Accademia di Musica di Pinerolo e Torino che coinvolge ogni anno, da circa un ventennio, quasi 500 studenti provenienti da tutto il mondo con attività didattiche di perfezionamento e di specializzazione post laurea orientate alla professione del musicista, grazie a docenti di fama mondiale e internazionale di pianoforte, pianoforte contemporaneo, viola, violino, violoncello, musica da camera, passi orchestrali e chitarra.

Riconosciuta tra le più rinomate istituzioni di alta formazione musicale, l’Accademia non solo si è riorganizzata per rendere possibili in sicurezza le lezioni nelle sue aule studio, o alle masterclass residenziali estive di Musica d’Estate, ma è anche tra le prime istituzioni in Italia ad avvalersi della nuova piattaforma mfClassrooms che permette di svolgere lezioni di musica individuali online con una qualità audio paragonabile a quella di un CD. La didattica on line non è nata per sostituire le lezioni in aula, ma grazie a questa nuova piattaforma – qualora l’evolversi della pandemia e le normative future non lo permettessero – i suoi corsi di alto perfezionamento dell’anno accademico 2020/21 potranno comunque avere luogo senza rinunciare alla qualità.

Importanti novità riguardano le iscrizioni all’anno accademico 2020/21, a fronte delle nuove disposizioni ministeriali per il contenimento del Covid-19.

Con i corsi di perfezionamento dell’anno accademico 2019/20 e il primo biennio della Scuola di Specializzazione post laurea in Beni Musicali Strumentali riconosciuta dal MIUR in pieno svolgimento, l’Accademia di Musica:

  • ha posticipato il termine ultimo per le iscrizioni ai Corsi annuali di perfezionamento (entro il 15/6/2020 e entro il 21/9/2020), ai Light course (entro il 15/9/2020). Per la sicurezza degli allievi e per evitare assembramenti, gli esami di ammissione non si svolgeranno dal vivo in Accademia ma tramite l’invio di un video contenente il programma richiesto. Per gli allievi residenti all’estero la scadenza per l’invio della domanda di ammissione e del video è fissata per il 15 settembre. 
  • ha confermato le masterclass di perfezionamento del campus estivo Musica d’Estate. Il termine ultimo per le iscrizioni rimane il 17 giugno 2020, ma per tutelare al massimo il percorso formativo degli allievi, è stata aggiunta una clausola alla loro iscrizione: se il 31/6/2020 le disposizioni nazionali e regionali in merito alla pandemia rendessero impossibile il normale svolgersi delle masterclass di Musica d’Estate, le quote di iscrizione versate verranno restituite grazie alla Garanzia Covid-19.

Gli enigmi di Gustavo Rol

Torino, bellezza, magia e mistero / Torino città magica per definizione, malinconica e misteriosa, cosa nasconde dietro le fitte nebbie che si alzano dal fiume? Spiriti e fantasmi si aggirano per le vie, complici della notte e del plenilunio, malvagi satanassi si occultano sotto terra, là dove il rumore degli scarichi fognari può celare i fracassi degli inferi. Cara Torino, città di millimetrici equilibri, se si presta attenzione, si può udire il doppio battito dei tuoi due cuori.

Articolo 1: Torino geograficamente magica
Articolo 2: Le mitiche origini di Augusta Taurinorum
Articolo 3: I segreti della Gran Madre
Articolo 4: La meridiana che non segna l’ora
Articolo 5: Alla ricerca delle Grotte Alchemiche
Articolo 6: Dove si trova ël Barabiciu?
Articolo 7: Chi vi sarebbe piaciuto incontrare a Torino?
Articolo 8: Gli enigmi di Gustavo Roll
Articolo 9: Osservati da più dimensioni: spiriti e guardiani di soglia
Articolo 10: Torino dei miracoli

Articolo 8: Gli enigmi di Gustavo Rol

Quando si discute su Torino esoterica certo non si può tralasciare di dire qualcosa riguardo all’enigmatica figura di Gustavo Adolfo Rol. Egli fu uno dei personaggi più discussi, chiamato a giudizio non solo dagli scettici, ma anche dagli stessi studiosi di esoterismo e parapsicologia, difeso a spada tratta da illustri personaggi quali Remo Luigi, Giuditta Dembech e Maria Luisa Giordano, sua assistente per dodici anni. Rol, enigmatico anche nelle dichiarazioni, non si definiva sensitivo, né si vantava delle sue abilità, tuttavia non diede nemmeno mai il consenso affinché le sue sedute fossero registrate o sottoposte a controlli. Egli così rispondeva alle critiche: “Sono la grondaia che convoglia l’acqua che cade dal tetto. Non è quindi la grondaia che va analizzata, bensì l’acqua e le ragioni per le quali “quella pioggia” si manifesta” Rol nasce a Torino il 20 giugno 1903 e si spegne nella stessa città il 22 settembre del 1994. È considerato tutt’oggi come una delle figure più importanti della storia dell’esoterismo occidentale, figura misteriosa, attualmente molto discussa, e non è mai stato possibile né smentire né provare ciò che accadeva durante le sue visite. Egli è comunque riconosciuto come Maestro Spirituale del XX secolo, dotato di grande “carisma” o “siddhi” (“potere spirituale”). È indubbio che, per molti, egli indossò gli abiti del “guru”, pur non cedendo mai allo stereotipo stregonesco, al contrario, abbigliandosi sempre con puntuale eleganza, e da semplice borghese, accentuò questa sua “normalità” apparente, in netto contrasto con la personalità brillante e fuori dal comune che possedeva. Al di là dei poteri che gli sono attribuiti, va detto che Gustavo era uomo di grande cultura, parlava diverse lingue, suonava il pianoforte ed il violino e dipingeva; inoltre, nei modi di fare si dimostrava un vero e proprio “gentleman”, sempre affabile, gentile, cortese. Egli non fondò alcuna setta, non si mise a capo di alcun gruppo mistico, solo si circondava di amici e frequentatori con cui condivideva ciò che aveva appreso. In effetti quella di Rol può sembrare un’esistenza borghese comune: Gustavo cresce in una famiglia agiata, il padre avvocato, la madre figlia del Presidente del Tribunale di Saluzzo, fin da giovane frequenta i migliori salotti torinesi, conosce artisti e personalità di alta cultura, si appassiona alla musica e alla pittura. Nel 1923 si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Torino, dove consegue la Laurea nel 1933; sottostà ai voleri familiari e nel 1925 inizia la carriera bancaria. Gustavo si ritrova a lavorare in filiali in giro per il mondo, come Marsiglia, Parigi, Londra, Edimburgo, Casablanca e Genova. Nel 1930 si sposa – nella Chiesa San Carlo di piazza San Carlo a Torino – con un’indossatrice norvegese, Elna Resch-Knudsen, imparentata con il Re di Norvegia; i due si erano incontrati, secondo i canoni delle tradizioni romantiche, a Parigi, nel 1927. Il matrimonio, non coronato dalla nascita di figli, viene portato avanti in piena felice condivisione per oltre sessant’anni. Alla morte del padre, Rol decide di lasciare la carriera bancaria, si dedica ad una serie di viaggi e consegue altre due lauree, una in Biologia medico-clinica, a Parigi, e l’altra in Economia, a Londra. Partecipa alla Seconda Guerra come capitano degli Alpini. In seguito apre a Torino un negozio di antiquariato; a partire dagli anni Settanta la sua prima passione diventa la pittura, e si dedica alla rappresentazione di fiori e paesaggi della collina torinese. Nulla di anticonvenzionale, dunque, al contrario una vita che può anche suscitare una certa ammirazione, e anche un pizzico di invidia. Se non fosse per quel lato misterioso. Intorno agli anni Quaranta, infatti, Rol racconta all’amico scrittore Dino Segre, (Pitigrilli), di aver incontrato a Marsiglia un individuo polacco, il quale era in grado di fermare con la forza di volontà l’orologio della Borsa. A seguito di tale incontro Gustavo si avvicina agli studi spirituali, fino ad elaborare una teoria metafisica sull’associazione di suoni, colori ed elementi. Questo il fatto scatenante, il resto, come si suol dire, è storia.

L’attività di Rol può essere inserita in quella branca di studi che nel XIX secolo veniva chiamata “ricerca psichica”, ovvero le prime investigazioni sul paranormale, definite dallo studio di individui che, indotti in particolari stati, come quello sunambolico, riuscivano a mettersi in contatto con altre dimensioni o realtà. Tuttavia le esperienze del grande esoterista avvenivano senza alcuna alterazione della coscienza. Le sperimentazioni del Maestro si svolgevano alla luce del giorno, generalmente in casa sua, ma non da solo, davanti a persone di vari strati sociali; sono molti coloro che testimoniano a favore delle potenzialità di Rol, (da lui definite “possibilità”), ma altrettanti sono gli scettici, i quali però sembra non abbiano mai avuto il tempo di partecipare al alcuna dimostrazione, tuttavia pronti ad etichettare il Maestro come un bravo illusionista o mentalista. La prima pubblicazione riguardante il Maestro è del 1949, si tratta di un articolo de “La Stampa”, a cura della giornalista Laura Bergagna, testimone della “previsione” di Rol di un tragico incidente aereo, in cui perse la vita il conte Giorgio Cini. A questo articolo ne seguirono poi molti altri. Rol aveva incuriosito giornalisti e studiosi di parapsicologia, i quali lo avevano incitato a sottoporsi a esperimenti controllati, ma Gustavo così aveva risposto: “Ho sempre affermato con decisione di non essere un sensitivo, un veggente, medium, taumaturgo o altro del genere. È tutto un mondo, quello della Parapsicologia, al quale non appartengo”. Non di meno aveva accettato di incontrare sia gli esperti che i cronisti. Gustavo cercò per tutta la vita un discepolo, o un collaboratore, a cui tramandare il suo sapere, qualcuno coraggioso, dotato di umiltà, che potesse sottostare alle sue indicazioni, una persona provvista di maturità spirituale, in grado di assimilare il procedimento psicofisico necessario alla comprensione dei prodigi. Pare che egli si sia messo in contatto con uomini illustri, grandi scienziati, secondo alcuni con lo stesso Einstein, ma sembra che, purtroppo, non abbia trovato terreno fertile. Così disse infine: “Meglio rimanere ignorato da una Scienza ufficiale che non è in grado, per ora, di comprendermi, piuttosto che venire meno a quei principi ai quali mi sono sempre ispirato e con i risultati che tutti conoscono.” D’altro canto, come far incontrare quei mondi così lontani, ossia la metodologia scientifica classica e quella che potrebbe definirsi iniziatico-spirituale ortodossa? Secondo Rol è solo questione di tempo, in un futuro le due discipline confluiranno.

Ma qual era il pensiero di Rol? Proviamo a comprenderlo dalle sue stesse parole: “Ogni cosa ha il proprio spirito le cui caratteristiche stanno in rapporto alla funzione della cosa stessa. Quello dell’uomo però è uno “spirito intelligente” perché l’uomo sovrasta ed è in grado, per quanto lo riguarda, di regolare, se non di dominare, gli istinti che sospingono incessantemente tutto ciò che esiste e si forma”. Interrogato a proposito della “ medianità e dello spirito”, egli rispose che ogni individuo “possiede un certo potenziale di medianità” e aggiunse che con la morte del corpo “l’anima non interrompe la propria attività, poiché lo “spirito intelligente” rimane in essere e anche operante.” (R. Lugli, Gustavo Roll. Una vita di prodigi -Roma, Edizioni mediterranee, 1995.).
Centrale nel pensiero di Rol è anche il concetto di “coscienza sublime”, da lui stesso definita come “una tappa avanzata sulla strada della conoscenza dell’anima, oltre quella sfera dell’istinto esplorata da Freud.”  Un pensiero complesso, vediamo se con le parole di Dino Buzzati riusciamo a comprenderlo meglio: “Rol dichiara di non essere un medium. Rol, cattolico convinto, non crede che l’anima dei morti possa tornare fra noi e manifestarsi. Crede che, all’atto della morte, l’anima torni alle origini, ma sulla terra possa restare un quid, chiamiamolo pure “spirito”, cioè la carica di vitalità e di intelligenza che l’uomo trasmise alle sue opere. Questo “spirito” può, in determinate circostanze, ripetere cose che aveva fatto durante la vita, non mai creare qualcosa di nuovo o rivelare i segreti dell’aldilà.” (D. Buzzati, Un pittore morto da 70 anni ha dipinto un paesaggio a Torino, Corriere della Sera, 11/08/1965) Se il concetto continua ad apparirci non di immediata comprensione, non saremo noi il discepolo che Rol aveva tanto cercato in vita, possiamo tuttavia, se lo riteniamo opportuno, inserirci in quella moltitudine di persone curiose che semplicemente desiderano “saperne di più”. La curiosità è sintomo di intelligenza e questa affermazione non ha bisogno di alcuna prova specifica.

Alessia Cagnotto

Riaprono anche Gam e Mao. Ecco le proposte culturali

Dopo l’apertura lo scorso 28 maggio di Palazzo Madama, anche la GAM, il MAO, la Biblioteca d’Arte e l’Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei sono pronti ad accogliere nuovamente il proprio pubblico dopo oltre tre mesi di chiusura a causa delle misure di contenimento dovute all’emergenza da Covid-19.

 

Con la conclusione dell’analisi svolta con il supporto del Politecnico di Torino e della società Onleco Srl, che ha portato alla revisione delle procedure di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria, sarà di nuovo possibile tornare ad ammirare le opere custodite nelle sale della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e del Museo d’Arte Orientale.

 

Al fine di garantire un’offerta culturale più ampia, i tre musei saranno quindi aperti 4 giorni a settimana in modo scaglionato, escluso il mercoledì che sarà l’unico giorno di chiusura di tutti e tre i musei.

Anche gli ingressi alla GAM e al MAO saranno contingentati e, grazie ad alcune semplici norme di comportamento, sarà assicurata una visita piacevole nella massima sicurezza.

 

Quando e cosa si potrà visitare

I musei osserveranno i seguenti giorni e orari di apertura:

 

GAM – venerdì – sabato – domenica – lunedì

MAO – sabato – domenica – lunedì – martedì

Nei giorni infrasettimanali l’orario per tutti i musei sarà dalle 13 alle 20

Il sabato e la domenica dalle 10 alle 19

 

Mercoledì 24 giugno, festa patronale di San Giovanni i tre musei della Fondazione Torino Musei saranno straordinariamente aperti con orario 10 – 20.

 

Alla GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea è prorogata fino al 20 settembre la mostra Helmut Newton. Work, e alla stessa data Cavalli, costumi e dimore. La riscoperta della fiera di Saluzzo di Carlo Pittara che sarà visitabile acquistando il biglietto per la mostra di NewtonDa venerdì 12 giugno sarà aperta al pubblico anche una nuova mostra in Videoteca dedicata a Giuseppe Chiari e il 24 giugno inaugurerà la mostra in wunderkammer Forma/Informe la fase non-oggettiva nella fotografia italiana 1935-1958. (in allegato i comunicati stampa). Rimangono visitabili le collezioni permanenti del 900 e del Contemporaneo.

 

Il MAO Museo d’Arte Orientale riaprirà con due novità: oltre all’esposizione Dipingere l’Asia dal vero dedicata ai dipinti di Savage Landor, prorogata fino al 6 settembre, a partire da sabato 13 giugno il Museo propone al pubblico una nuova rotazione di stampe e dipinti giapponesi su rotolo verticale dal titolo La poesia del paesaggio e il progetto Storie dal Marocco. Oggetti testimoni di identità e memoria, realizzato in collaborazione con il Museo Egizio e l’associazione Bab Sahara di Torino (in allegato i comunicati stampa).

 

A partire da lunedì 22 giugno, apriranno al pubblico anche la Biblioteca d’Arte e l’Archivio Fotografico, a cui si potrà accedere solo su appuntamento.

La Biblioteca avrà la possibilità di accogliere in sala lettura un massimo di 6 persone contemporaneamente e osserverà i consueti orari (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17). La prenotazione dovrà avvenire telefonicamente al numero 011 4429585.  L’accesso sarà consentito agli studiosi che indosseranno la mascherina e i guanti per tutta la permanenza, previa misurazione della temperatura.

 

Modalità di accesso ai musei

 

Informazioni principali per i visitatori:

  • All’ingresso sarà misurata la temperatura. Non sarà consentito l’accesso al visitatore con temperatura superiore o uguale a 37,5°C. In tal caso anche i suoi eventuali accompagnatori non potranno accedere al museo.
  • L’accesso sarà consentito a un numero contingentato di visitatori finalizzato a garantire un’adeguata distanza interpersonale. Tutti i percorsi di visita saranno guidati da un’apposita segnaletica e dal personale di sala presente.
  • I visitatori in coda e nel corso della visita in museo sono tenuti a mantenere la distanza interpersonale di sicurezza.
  • Per tutta la permanenza in museo sarà obbligatorio indossare correttamente la mascherina.
  • Sono previsti erogatori di soluzione igienizzante idroalcolica a disposizione del pubblico.
  • Pur non essendo obbligatorio, si consiglia l’acquisto dei biglietti d’ingresso in museo su www.ticketone.it

 

La Fondazione Torino Musei assicura la regolare, costante e periodica pulizia e igienizzazione degli ambienti museali.

 

Per informazioni  www.gamtorino.it  www.maotorino.it e www.fondazionetorinomusei.it

I 220 anni della battaglia di Marengo

220 Anni di ricorrenza della celeberrima e importantissima battaglia di Marengo / La battaglia fu combattuta il 14 giugno 1800, nel corso della seconda campagna d’Italia, durante la guerra della seconda coalizione, tra le truppe francesi dell’Armata di riserva, guidate dal Primo console Napoleone Bonaparte, e l’esercito austriaco, comandato dal generale Michael Von Melas.

Per mezzo della battaglia di Marengo, i francesi tornarono padroni di gran parte dell’Italia settentrionale, ottenendo un armistizio di sei mesi. L’indomani lo scontro, il generale francese Berthier incontrò il generale austriaco Von Melas per accordarsi sulle condizioni della resa austriaca.

Philippe Daverio (critico d’arte e saggista) e Alessandra Necci (Biografa Storica, Docente Luiss Roma d’arte) parteciperanno, nel pomeriggio del 14 giugno, ad un talk in streaming, accompagnati dal Sindaco di Austerlitz. La giornata del14 giugno 2020 si aprirà al mattino e vedrà la commemorazione, in presenza di 15 soldati, di tutti i caduti nella battaglia di Marengo, mentre in serata, nella sala adiacente Palazzo Cuttica, si terrà la rievocazione della firma della Convenzione di Alessandria, in presenza dei rievocatori-figuranti del generale Von Melas e del Generale Berthier.

Nella giornata del 13 giugno verrà presentato il progetto Cum Memorare Marengo, percorso che si snoda attraverso i luoghi di interesse napoleonico

Presentato in conferenza stampa il programma della quattro giornate dedicate alla commemorazione virtuale di Marengo, nel 220° anniversario della Battaglia, ed in condizione di sicurezza per il post Covid-19.

“Arriviamo e siamo ancora in un momento epocale per la salute dei cittadini e quindi dopo aver rinunciato ad una grande rievocazione, siamo con la 59 Demi Brigade, con il Presidente Bernini a proporre un momento di Onore ai Caduti a Marengo ed una firma della Convenzione di Alessandria a Palazzo Cuttica con la presenza fisica dei rievocatori, ma per il resto avremo una presenza on line, con la formula del talk riproposto sui social, di importanti personalità e testimonials che ci tengono parecchio a Marengo per ciò che rappresenta nella storia.” E’ Cherima Fteita Ferial, assessore agli Eventi e alla Digitalizzazione del Comune di Alessandria, ha anche sottolineato che oltre all’attuale momento per le verifiche di possibili aperture, il Museo avrà tutto l’anno per promuovere le sale di Villa Delavo.

Queste le parole del Sindaco Cuttica di Revigliasco: “Ognuno vorrebbe spingere più avanti le sue responsabilità ma dobbiamo guardare l’insieme che Marengo richiede per il suo livello internazionale. La nostra scelta digitale ha una valenza sperimentale ed è parte di tanti soggetti che lavorano. Eravamo abituati a dedicare energie ad aspetti organizzativi per la rievocazione, oggi mettiamo energie per una promozione on line, una sensibilizzazione per proiettare Marengo e gli itinerari napoleonici in modo permanente grazie alla tecnologia.”

 

Ecco la presentazione del programma completo della Commémoration Virtuelle di Marengo:

 

12 – giugno 2020
Andrea Mariani Sindaco di Montebello Della Battaglia
Emanuele Di Muro Rievocatore
Laura Renzanigo Vivandiera
Ottavio Pilotti Torre Garofoli, Tortona
Lorenzo Bernini 59ème Demi Brigade
Antonio Rotondo Unione Giornalisti E Comunicatori Europei

13-giugno 2020
Eleonora Norbiato Formatore Servizio Civile – Unpli Piemonte
Marco Bonetti Assedio Di Genova
Francesco Scalfari Direttore Uni- Astiss
Graziano Gabriele Rievocatore Gen. Desaix (Video)
Aldino Leoni Poeta
Alessandro Calvi di Bergolo Castello Di Piovera

14-giugno 2020
Philippe Daverio Storico dell’arte, Saggista
Alessandra Necci Biografo Storico, Docente Luiss Roma
Nicola Cosentino Medico Chirurgo, Bologna
Michele Villani Camera di Commercio Italia Repubblica Ceca
Michal Boudny Sindaco di Austerlitz
Andrea Puleo Rievocatore: Gen. Berthier
Ivano Zanandrea Rievocatore: Gen. Von Melas
Associazione Listen Lingua dei Segni

15-giugno 2020
Alessandro Calvi di Bergolo Castello Di Piovera
Ilaria De Palma Museo del Risorgimento di Milano
Petra Brezackova Centro Ceco di Roma
Massimiliano Titone Centro Studi Universitari, Lisbona

 

Commemoration Virtuelle
12 – 13 – 14 – 15 Giugno 2020
Dati Tecnici
Nelle giornate del 12, 13 e 15 giugno 2020, i relatori si collegheranno su piattaforma STREAMYARD
mentre il 14 giugno il collegamento avverrà su piattaforma STREMIX.
Il talk verrà trasmesso in streaming , contemporaneamente sui canali Facebook e Youtube di Ecole
Marengo . Il pubblico potrà collegarsi a questi indirizzi:
https://facebook.com/EcoleMarengo
https://www.youtube.com/channel/UCPrt7YX422yt26y9DKClqNQ
Tutti i talk verranno registrati e rimarranno a disposizione sulla piattaforma VEV – Villaggio Educativo Virtuale – e sugli altri canali indicati dalla Amministrazione di Alessandria, per successive
consultazioni.

“Sfida al Barocco. 1680-1750. Roma Torino Parigi”, un nuovo modo di vedere (e ammirare) un periodo artistico

Sino al 20 settembre nella Citroniera della Venaria Reale 

Duecento capolavori, ospitati nel lungo percorso della Citroniera Juvarriana della Reggia di Venaria (fino al 20 settembre), provenienti non soltanto dai nostri Palazzo Madama e Galleria Sabauda, ma pure dal romano palazzo Barberini come dal Louvre parigino; e poi ancora da Ajaccio e Berlino e la National Gallery di Londra, dal Paul Getty di Los Angeles e da Madrid, dal Metropolitan di New York e dalla Città del Vaticano e dagli Uffizi di Firenze, da Modena come da Pistoia e da Rivoli, da istituzioni pubbliche e private, da enti religiosi e collezioni private.

Non ci sono i nomi di grandissimo successo, quelli dietro cui correre per, sempre più spesso, imbastire nuovamente le folgoranti mostre che vedranno assieparsi – tempi di igienizzanti e mascherine e prenotazioni on line permettendo – folle senza fine, bensì nomi preziosi, significativi, da cercare con attenzione magari inusuale e da ammirare, cui avvicinarsi per ammirarle nel loro più piccolo particolare o significato. Una mostra, questa che è Sfida al Barocco, curata con estrema saggezza e padronanza da Michela di Macco (università di Roma La Sapienza) e Giuseppe Dardanello (Università degli Studi di Torino), riflessivamente antiscolastici nel racchiudere la distesa di dipinti e immense pale d’altare, sculture e arazzi, disegni e incisioni, arredi e oggetti preziosi, entro il 1680, ovvero l’anno della scomparsa di Gian Lorenzo Bernini, e il 1750, compiuto un appagante viaggio tra le capitali francese – quasi feroce nel mantenere un proprio primato, ma pure aperta nei primi decenni del XVIII secolo a guardare ammirata ai colori della pittura veneziana o ai recenti messaggi che giungono da fiamminghi e olandesi, capace di precorrere i secoli successivi, se si guarda con vera ammirazione allo Stagno di François Desportes che guarda ad un futurismo ancora meno che impalpabile nei decenni dell’Arte o al Nudo femminile di schiena di Pierre Subleyras, intenso e inaspettato nella sua sconcertante naturalezza – e papale – Roma è pure da sempre caput mundi, forse assai più pronta alla sfida in opposizione ad ogni antichità e alle recenti voci che ancora si fanno sentire dei grandi maestri del Rinascimento e del Classicismo di un pregnante Barocco -, soffermandosi e ampliando lo sguardo su una Torino che ha inizialmente centrale il nome di Guarino Guarini (in mostra, tra i tanti disegni preparatori, l’unico studio rimasto “di un settore del tamburo e della cupola per la Cappella della Sindone”, conservato presso l’Archivio di Stato torinese) e con la stessa spinta alla sperimentazione e alla libertà di ricerca di Andrea Pozzo (le sue tele torinesi, a Mondovì e a Grazzano Badoglio con una mistica Morte di San Francesco Saverio): sino a giungere al genio del messinese Filippo Juvarra, dal 1714 nominato Architetto regio da Vittorio Amedeo II, che negli spazi reali o nelle chiese della città raccoglie e allestisce “una straordinaria esposizione di arte contemporanea”, da Napoli Venezia e Roma facendo giungere con le loro tele i nomi di Francesco Solimena, Sebastiano Ricci, Francesco Trevisani e Sebastiano Conca.

Un cammino lungo settant’anni, colmo di capolavori su cui soffermarsi, un progetto di ricerca dovuto alla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude. Un cammino allestito da Massimo Venegoni con le luci di Gianbattista Buongiorno, raccomandabili entrambi per la loro compiuta bellezza agli occhi dello spettatore, come è un’esplosione di colori primari l’immagine della mostra, il biglietto di presentazione dovuto ad un modernissimo Leandro Agostini che ha ricavato – per poi ricomporle nella IV di copertina ad esempio della “piccola guida” – certe parti cromatiche di Diana ed Endimione di Pierre Subleyras, un olio proveniente dalla National Gallery londinese, una aerea genialata che alleggerisce con garbo e gusto profondi certa pomposità, certa opulenza, una ricorrente sfarzosità a volte troppo debordanti di quei secoli che abbiamo attraversato.

Sfida anche questa. Come quella degli artisti presenti, alla ricerca di una nuova modernità mai incontrata, sperimentando nuovi linguaggi, immergendosi nelle nuove aree del naturale, dei sentimenti, degli angoli privati occupati dagli atti anche più insignificanti della giornata (magari rispolverati con un pizzico di casalingo erotismo). Non solo la schiena di Subleyras, datata 1732, anche un decennio esatto dopo la Donna che indossa la giarrettiera di François Boucher (l’intero ambiente, il camino acceso e la specchiera, i nastri e le toilette, i pizzi e i nei, la giarrettiera pronta per il decisivo aggiustamento, il gatto con il suo piccolo gomitolo, il siparietto orientaleggiante, l’amica già pronta (per uscire? per ricevere gli ultimi spasimanti?: un’opera quantomai “privata”, commissionata dal conte svedese Carl Gustav Tessin e mai esposta finché l’autore fu in vita, gelosamente riposta nel cabinet riservato del conte); come su tutt’altro verso è ammirevole il Giovane disegnatore di Jean-Siméon Chardin (1738), dalle piccole misure (18 x 15,5 cm), forse una citazione autobiografica, l’espressione di un’età iniziale fatta di stenti, con quel cappotto liso e quell’essere penosamente seduto a terra a ricopiare un più antico ritratto virile. Mescolando in piena libertà il sacro e il profano, Marco Benefial, dipingendo nel 1737 la Visione di santa Caterina Fieschi, allinea la figura di Cristo portatore della croce e incurante di calpestare il proprio sangue con uno squarcio domestico, dove la serva assiste con insistita curiosità al momento fatto di ampia religiosità, di angeli e della piena conversione della santa. Un Barocco senza Barocco, una sfida a 360 gradi. Che appassiona, senza se e senza ma.

“Con grande emozione arriviamo ad un momento lungamente atteso, l’apertura di questa straordinaria e imperdibile mostra Sfida al Barocco, evento culturale ideato per ribadire e attualizzare, nel mondo accademico e nel grande pubblico, un pilastro dell’identità di Torino, cioè l’essere una delle capitali europee del barocco”. Quindici tappe, altrettanti capitoli più un’ouverture a mostrare strade nuove. Dove possono benissimo trovare posto le uccisioni di poveri animali, quell’anatra dal collo verde o quel coniglio con un paio di tordi accanto (ancora Chardin, entrambi): piccoli gioielli, modernissimi scampoli che parlano da soli e che commuovono, frangie di un lungo momento ben più altoloquente e ricco. Ma anche pronto a raccogliere in sé quelle “povertà” forse fino a questo momento ai più sconosciute.

 

Elio Rabbione

 

 Nelle immagini:

 

Pierre Subleyras, “Diana ed Endimione”, 1738 ca, olio su tela, Londra, National Gallery

Claudio Francesco Beaumont, “Deposizione dalla Croce”, 1731 ca, Torino, Chiesa di Santa Croce

Jean-Siméon Chardin, “Giovane studente che disegna”, 1733, olio su tela, Stoccolma, Nationalmuseum

François Boucher, “Donna che si mette la giarrettiera”, 1742, olio su tela, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza