CULTURA- Pagina 133

Arte povera e sogni rivoluzionari ai tempi di Merz e Calvino

In via Santa Giulia 57 c’era una vecchia trattoria La Rosa di Francia. Quante serate passate a metà anni ’70. Ora c è un centro estetico. In questo caso il tempo è stato impietoso

E rimane il ricordo con quella vena di nostalgia compagna inseparabile del ricordo. Prima era  una piola con pessimo vino ed al massimo uova sode al bancone, talmente vecchie , diventate dure ed immangiabili e noccioline americane a go-go. Arrivò Carlo dando una nuova anima al locale.

La moglie in cucina e l’avventura cominciava. Carlo ex operaio Fiat e sessantottino. Ogni tanto arrivavano suoi vecchi amici: si autodefinivano Comontisti. Gente strana. Barba e capelli lunghi, l’ immancabile eschimo, rigorosamente verde,  e ventre sfondato dalle troppe lattine di birra tracannate. Carlo li sopportava per amicizia. Diceva sempre: non sono un revisionista ma questi si sono bevuti il cervello. Era sempre in un angolo della sala. Mangiando e bevendo aspettava i clienti. Finiva, poi sempre si sedeva con noi nel fare ore piccole parlando e raccontando  improbabili rivoluzioni. Ed a volte ci impegnava a fare l’alba perché voleva andare a fare i picchetti alla Fiat. Crollava e la moglie lo accompagnava sopra nel loro appartamento e soffocava nel sonno le sue velleità rivoluzionarie. Centrale per il quartiere Vanchiglia. Tra i quartieri più eclettici di Torino. Tutti i ceti sociali rappresentati.

La Contessa proprietaria di diversi palazzi tra via Vanchiglia e corso San Maurizio. Operai e piccolo borghesi o bottegai e partigiani. E non mancavano gli intellettuali ed artisti. Come Mario Merz, un gigante nel suo genere. Uomo sicuramente affascinante e decisamente anarchico visionario. Cominciammo a dormire a casa sua per fare compagnia alla figlia Beatrice. Iscritta alla Fgci e studentessa del liceo scientifico Segrè. I genitori erano molte volte fuori per lavoro. Faticosamente ma inesorabilmente si stava affermando l’ arte povera. Gianni Agnelli e Marella Caracciolo in Agnelli ne erano estimatori e volevano comprare un opera. Più volte lo invitarono a cena per comprare una sua opera. Il Maestro annuiva. Cambiava discorso. Sicuramente era estemporaneo. Solo dopo 25 anni gli Agnelli riuscirono ad acquistare una sua opera. Trent’anni dopo ebbi l’avventura di lavorare per la Fondazione Merz aiutando la figlia nel predisporre mostre oltre oceano. Argentina e Brasile. La Rosa di Francia era il nostro covo. Stavamo ad ascoltare Merz e tutti fumavano le Stop senza filtro, non penso che siano ancora in commercio. Le ore diventavano piccole, ed il giorno dopo era dura svegliarsi per andare al liceo. Indubbiamente uomo di grande fascino.

Non era semplice stargli dietro. Stargli dietro nel perché è nel come delle sue opere. Ogni tanto ci veniva in aiuto Bea che lo “traduceva”. Una sera ci presentò Italo Calvino. Faceva da spola con Parigi. Lo conoscevo ma non avevo mai letto un suo romanzo. Rientrati trovai La giornata di uno scrutatore. Tempo dodici ore e lo lessi tutto di un fiato. Poi I sentieri dei nidi di Ragno. Dove resistenza era anche un percorso nella propria anima. Una porta aperta all’universalità di Elio Vittorini, o l’epico Beppe Fenoglio e l’antifascismo dolce e tenero di Cesare Pavese, dentro la sua proverbiale impotenza. Che anni, che anni!  Anni impossibili da dimenticare. Anni tra Arte Povera e Casa Editrice Einaudi passando, naturalmente, per la Trattoria La Rosa di Francia.

Patrizio Tosetto

Il Museo Egizio si racconta in piemontese

Otto le clip del progetto “Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri” realizzate in collaborazione col Centro Studi Piemontesi e patrocinate dalla Regione Piemonte

                Il cammino di riscoperta delle proprie radici intrapreso dal Museo Egizio in vista della celebrazione dei suoi 200 anni di vita nel 2024, avviato nell’autunno scorso con il riallestimento delle cosiddette “sale storiche” dedicate alla genesi della collezione egittologica torinese, vive oggi una nuova e inedita tappa. Un’operazione culturale il cui protagonista è la “lingua” della Torino dell’800, il tempo in cui l’istituzione vide la luce: il piemontese è infatti stato scelto come strumento per un viaggio narrativo sul filo della memoria che racconta la storia del Museo Egizio e dei personaggi che l’hanno reso grande.  Nascono così le otto clip del progetto “Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri” che, nel vero senso della parola, ridà voce, con la parlata del loro tempo (con sottotitoli in italiano), ad alcune delle più autorevoli figure del passato del Museo, ciascuna legata a una provincia della nostra regione. Sarà quindi possibile ascoltare in perfetto piemontese le vicende di Bernardino Drovetti nel video dedicato alla provincia di Torino, quelle del casalese Carlo Vidua per la provincia di Alessandria, conoscere l’astigiano Leonetto Ottolenghi, il biellese Ernesto Schiaparelli, per la provincia di Cuneo il monregalese Giulio Cordero di San Quintino, per quella di Novara Stefano Molli, natio di Borgomanero, mentre la provincia di Vercelli sarà rappresentata da Virginio Rosa e quella del Verbano Cusio Ossola da Giuseppe Botti. Nel corso dei mesi di novembre e dicembre, ogni martedì con cadenza settimanale, i canali social del Museo Egizio proporranno otto storie esclusive, offrendo al pubblico, con la collaborazione del Centro Studi Piemontesi/Ca dë Studi Piemontèis,  non soltanto l’opportunità di riscoprire la lingua piemontese quale patrimonio linguistico accessibile, ridando vigore e dignità alla cultura regionale, studiata e vissuta in chiave europea e internazionale, ma anche l’occasione per dare un volto ai protagonisti di grandi imprese e guardare da una nuova prospettiva al legame fra il Piemonte e l’antico Egitto.

“Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri”

(3 novembre CUNEO e Giulio Cordero di San Quintino. Lo studioso che trasferisce e ordina la collezione a Torino)

10 novembre ALESSANDRIA e Carlo Vidua.  L’intellettuale viaggiatore che suggerisce l’acquisto al re.

17 novembre ASTI e Leonetto Ottolenghi. Quando il collezionismo si traduce in un patrimonio della collettività.

24 novembre BIELLA ed Ernesto Schiaparelli. La straordinaria scoperta della tomba intatta di Kha e Merit

1° dicembre NOVARA e Stefano Molli. L’architetto che servì la causa dell’egittologia italiana.

8 dicembre VERCELLI e Virginio Rosa. La passione per l’antico Egitto che rende immortali.

15 dicembre Il VERBANO CUSIO OSSOLA e Giuseppe Botti. Il primo demotista dell’egittologia italiana.

22 dicembre TORINO e Bernardino Drovetti. L’avventuroso diplomatico che raccolse la collezione di antichità egizie.

Vedi il trailer del Progetto al link: https://youtu.be/hvyme15OX6U

E la prima clip, Provincia di Cuneo: https://youtu.be/zZ7tz7Ad9sk

Luci, voci e colori di “Novembre”

Le poesie di Massimiliano Giannocco sono state pubblicate per i tipi di Europa Edizioni.

Il libro, intitolato “Novembre” a ricordo del mese di nascita del Poeta e disponibile su carta stampata e in formato e-book, contiene anche alcune poesie già pubblicate in precedenza. L’attuale raccolta di poesie è coerente con i “baluginii” che caratterizzano tutte le opere poetiche di Giannocco, un Poeta che ci fa scoprire, in modo accattivante, il suo variegato mondo fatto di nobili sentimenti, di paesaggi, di colori, di odori, di luci e di voci.

Queste ultime, le voci, accompagnano, come una colonna sonora, sentimenti e visioni tratteggiati con sapiente scrittura. Dalla “pioggia che bussa sui muri” alla grandine sul “vetro ferito di una finestra sul tetto, dalle “urla del mare” all’ondeggiare “delle dita sul vibrante pianoforte”, fino al “grido costante soffocante delle cicale nel meriggio d’estate”. È sempre difficile commentare un libro di poesie perché la poesia è come la musica che commuove ed emoziona in modo indescrivibile. Così, i pensieri e i sentimenti profondi del Poeta pulsano come i battiti del cuore. Giannocco tocca delle note che si spingono fino alla descrizione, in modo mirabile, di una coinvolgente “estasi” e di una bellissima “Venere all’alba”. E non manca di parlare del suo “timore di creare” e della sua timidezza. Ho il privilegio di essere amico di Massimiliano e di conoscere da vicino una buona parte del suo mondo. Un mondo nel quale intravedo tante esperienze (e preferenze) comuni. Ecco perché non vado oltre a queste mie brevi considerazioni. Mi limito a concludere con un cenno alla sua bella composizione che parla della “gustosa passione” di fumare il sigaro toscano. Il fumo e il singolare profumo dell’antico toscano mi hanno accompagnato a lungo, fin da bambino perché lo fumava anche mio Nonno.

Antonio Pileggi

Cultura in diretta streaming al Centro Congressi UI

 

UNO SPETTACOLO D’AUTUNNO – II SERIE
Lunedì 9 novembre, eccezionalmente alle ore 18.00 in diretta streaming sul canale Facebook del Centro Congressi e sul sito www.ccui.it, Giuseppe Salvaggiulo – giornalista e scrittore – con la professoressa Elsa Fornero, presenterà “Io sono il potere” edito da Feltrinelli. Modera il giornalista Luigi La Spina.
Nel tempo delle dirette social, dei leader iperconnessi, della comunicazione come sostituzione dell’ideologia, c’è un angolo del potere che resta sconosciuto, evocato talvolta ma inaccessibile nei suoi meccanismi. La giuntura che lega le grandi burocrazie pubbliche alla classe politica. I politici vorrebbero e provano, in ogni stagione, a farne a meno. Ma non riescono a emanciparsene perché non possono. Una burocrazia ostile, o semplicemente non collaborativa, è in grado di impedire, confondere, rallentare qualsiasi decisione. In Italia la selezione dei capi di gabinetto avviene attraverso canali diversi di cooptazione. Ci sono i magistrati del Consiglio di Stato. Quelli della Corte dei conti. I professori universitari. I funzionari parlamentari. I burocrati di carriera, che agivano per decenni nelle pubbliche amministrazioni. Ciascuna categoria ha un suo codice di comportamento, regole di affiliazione, baronie, gelosie, ritualità, scandali, ricatti, mele marce, figure leggendarie. Ogni stagione segna una diversa forma di convivenza tra politica e burocrazia. Dalla Prima Repubblica a Berlusconi, da Renzi ai grillini. La connivenza e la lusinga si alternano alle epurazioni e alle minacce. Ma questo accade sulla scena pubblica. Sotto traccia va in scena uno spettacolo diverso. Fatto di relazioni, alleanze, trasversalismi, compromessi. E continuità. Questo libro raccoglie sotto forma di diario-confessione la testimonianza di un ‘grand commis’ che ha lavorato per diversi ministri di diverso colore politico.

MARTEDI’ SERA – III SERIE
Il primo appuntamento del nuovo ciclo de I Martedì Sera digitali, martedì 10 novembre in diretta streaming alle ore 18.00, vedrà protagonisti due figure di spicco del mondo economico e di quello giornalistico. Carlo Cottarelli, economista e editorialista italiano, si troverà a dialogare con Marco Zatterin, giornalista specializzato in temi economici e vicedirettore de La Stampa, in un incontro virtuale dal titolo “Va tutto bene?”.
Il titolo introduce un tema centrale in questo periodo, caratterizzato dalla difficoltà – sia a livello nazionale sia a livello internazionale, a ridosso delle elezioni americane – di poter prevedere il nostro futuro e il nostro destino, tanto in campo sanitario quanto economico e occupazionale. Grande incertezza caratterizza il nostro tempo, tanto da ritenere fondamentale l’intervento di esperti del settore che –pur non potendo cancellare i problemi – possono avere il grande potere di fare chiarezza.

Scolpire le storie

MONUMENTI. SCOLPIRE LE STORIE. MEMORIE E MEMORIALI

Terza conferenza del ciclo a cura del prof. Giovanni C.F. Villa

lunedì 9 novembre, inizio ore 17.30

conferenza online

Interverrà Paola Gribaudo, presidente dell’Accademia Albertina

Partecipazione gratuita, prenotazione obbligatoria.

 

Prenota ora al link

http://newsletter.siat.torino.it/_eventi/?Message=Reservation&ID_evento=2020_09_conferenza3%20Villa

 

Ai prenotati verranno inviate le istruzioni per accedere al webinar

Adriana Zarri, l’inquietudine della fede

Incontro nell’ambito del progetto 900Storie in streaming, giovedì 5 novembre

Il 18 novembre 2010, esattamente dieci anni fa, moriva Adriana Zarri, poliedrica e singolare figura del cattolicesimo italiano, pubblicista, teologa, eremita e donna libera che ha saputo nella sua lunga esistenza, non priva di contraddizioni, tenere la linea della testimonianza cristiana come bussola e orizzonte in una società in tumulto come quella novecentesca. Nell’ambito del progetto 900Storie a cura del Centro Studi Piero Gobetti, la Fondazione Donat-Cattin ricorda, in una settimana a lei dedicata, la figura, il pensiero, l’azione culturale e la spiritualità. Il primo appuntamento si è tenuto lunedì 2 novembre sulle piattaforme social della Fondazione Donat-Cattin e del Polo del ‘900 con un  breve filmato della teologa Morena Baldacci, liturgista e docente, che ha introdotto il tema della teologia vissuta e pensata, pregata e studiata da una donna, e un podcast con letture e brani scelti dalla produzione ricca e articolata del pensiero della Zarri. Giovedì 5 novembrealle 18,00 in modalità streaming sui canali della Fondazione Donat-Cattin e del Polo del 900, si svolgerà un confronto con i teologi Ermis Segatti, Stella Morra e la storica Mariangela Maravaglia, autrice della prima biografia critica “Semplicemente una che vive. Vita e opere di Adriana Zarri” appena pubblicata da “Il Mulino”. Il confronto sarà inframmezzato da letture dell’attrice Eleni Molos tratte da brani di saggi della Zarri. Introdurrà i lavori Luca Rolandi, giornalista e ricercatore della Fondazione Carlo Donat-Cattin.

Adriana Zarri nasce a San Lazzaro di Savena, vicino a Bologna, nel 1919. I suoi studi e il suo impegno furono subito orientati al confronto con il Cristianesimo e con una chiesa cattolica da portare oltre la visione di Pio XII. È diventata, anno dopo anno, esperienza dopo esperienza, una delle più importanti testimoni di quella fedeltà al Vangelo che si coniuga – proprio in virtù di una verità che rende liberi – con la più schietta laicità. Antifascista, coinvolta nei problemi sociali, decisa a difendere la libertà di coscienza, si trasferisce a Roma dove studia teologia. Diventa giornalista e scrive dapprima su tutti i giornali e le riviste di area religiosa: l’«Osservatore romano», «Studium», «Servitium», «Il Regno», «Concilium», «Rivista di teologia morale» (RTM), «Rocca». In seguito collabora assiduamente a «Politica» e «Settegiorni» le riviste di punta su cui la sinistra democristiana si confronta con i fermenti ecclesiali, politici e sociali. Infine collabora a “Micromega” e a “Il Manifesto”. Naturalmente i tanti libri editi da Locusta, Cittadella, Borla, e dopo la sua morte da Einaudi. Ha partecipato anche a trasmissioni radiofoniche (Uomini e profeti) e televisive (la Samarcanda del primo Santoro). Note le sue posizioni molto dure anche contro la gerarchia e su temi etici che però non hanno offuscato nella memoria collettiva le sue radici profondamente evangeliche e fedeli alla dottrina cattolica, ovviamente sempre imperniati su conflitti di coscienza e di fede umana e divina. Poi all’inizio degli anni Settanta, dopo i vorticosi anni del post-Concilio, la sua presenza attiva alla Pro Civitate Christiana di don Giovanni Rossi ad Assisi, in molti gruppi del dissenso cattolico, senza mai una adesione e con molti distinguo e infine la scelta eremitica che in località diverse dell’area dell’eporediese, accolta dal vescovo di Ivrea mons. Luigi Bettazzi, che caratterizzerà gli ultimi 35 anni della sua esistenza. E’ sepolta nel cimitero canavesano di Crotte, una frazione di Strambino, dove visse gli ultimi anni nel suo eremo di Ca’Sassino. Per la sua tomba, in terra, scrisse lei stessa quella che definì “un’epigrafe d’erba”: “Non mi vestite di nero:è triste e funebre. Non mi vestite di bianco: è superbo e retorico. Vestitemi a fiori gialli e rossi e con ali di uccelli. E tu, Signore, guarda le mie mani. Forse c’è una corona. Forse ci hanno messo una croce. Hanno sbagliato. In mano ho foglie verdi e sulla croce, la tua resurrezione. E, sulla tomba, non mi mettete marmo freddo con sopra le solite bugie che consolano i vivi. Lasciate solo la terra che scriva, a primavera, un’epigrafe d’erba. E dirà che ho vissuto, che attendo. E scriverà il mio nome e il tuo, uniti come due bocche di papaveri”.

M.Tr.

Le radici piemontesi di Jean Giono

”L’uomo che piantava gli alberi” (L’homme qui plantait des arbres), conosciuto anche come “La storia di Elzéard Bouffier”, è un racconto allegorico che ha dato notorietà allo scrittore italo-francese Jean Giono

Nato a Manosque, su un contrafforte delle colline del Luberon orientale in alta Provenza, da una famiglia di origine piemontese, emigrata in Francia dalla canavesana Valchiusella, vi morì cinquant’anni fa,il 9 ottobre del 1970.

Pubblicato per la prima volta nel 1953, il racconto è quanto mai attuale visto e considerato il pesante deterioramento della situazione climatica. Giono, membro dell’Académie des Goncourt, con questo libro tracciò un’efficace parabola sul rapporto uomo-natura, rammentando come ”gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi, oltre la distruzione”. Potrebbero, appunto, ma raramente lo fanno forse perché distruggere è molto più facile che creare.La storia del pastore Bouffier ci rammenta, con leggerezza e profondità al tempo stesso, il valore degli alberi e dell’attenzione nei confronti della natura.Quella dei Giono, come per tante altre famiglie, è stata una storie di valligiani e montanari emigrati. Il bisnonno dello scrittore, Giovanni Domenico Giono, nacque l’8 ottobre 1763 a Meugliano (oggi Valchiusa, dopo la recente fusione di Meugliano con i comuni di Trausella e Vico Canavese). Quest’ultimo, dalla seconda moglie Maria Francesca Catterina Bertarione, ebbe a sua volta un figlio, Pietro Antonio , nonno di Jean Giono.

E’ verosimile che Pietro Antonio, attratto dagli ideali della carboneria, prese parte ai moti insurrezionali del marzo del 1821 e, successivamente, riparò come molti rivoltosi oltralpe, in Francia. La radice piemontese è più che intuibile dalle parole dello scrittore che confidò come la felicità gli riempisse il cuore e l’animo appena sentiva “fremere un pioppo piemontese, o fischiare una marmotta, o i passi del vento degli alti pascoli del Viso, lo sgranellare del pietrame sotto i piedi del camoscio, o il grido dell’aquila”. Giono,autore importante, scrisse saggi, dialoghi, poesie, commedie teatrali e circa trenta romanzi, tra i quali “Il canto del mondo”, “Un re senza distrazioni”, “Il disertore”, “Le anime forti”, “Il ragazzo celeste”, “Lettera ai contadini sulla povertà e la pace” e “L’ussaro sul tetto”. Ha firmato inoltre il soggetto di numerosi film, tra i lavori il più noto è “L’Ussaro sul tetto”.

Proprio in quest’ultimo romanzo, dove il protagonista è un giovane ufficiale degli ussari, Angelo Pardi, fuggito in Provenza nel 1831 dal Piemonte dopo aver ucciso una spia austriaca, si avverte l’eco delle vicende della sua famiglia, dell’epopea risorgimentale, del desiderio di riscatto e libertà. Dal libro, pubblicato nel 1951 e considerato uno dei capolavori della narrativa francese, venne tratta la sceneggiatura dell’omonimo film nel 1995 di Jean Paul Rappenau con Juliette Binoche e Olivier Martines. Una pellicola nella quale, come scrive Morandini nel suo dizionario di cinema, “riecheggiano le idee del pacifista, anarchico, antimodernista Jean Giono, di origine piemontese”.

Marco Travaglini

Nespolo: “Una fiera universale per il rilancio di Torino”

Sul numero in edicola di Torino Magazine / Il celebre artista torinese Ugo Nespolo, intervistato da Guido Barosio sul numero di Torino Magazine Autunno 2020 da oggi in edicola, ha le idee chiare: “Serve uno scatto, un momento forte per interrogarsi sul futuro della nostra città, un progetto di cultura unitario e identitario. Io penso a una grande fiera universale sulla Torino del futuro, a un momento condiviso di orgoglio torinese'”. 

Aggiunge  Nespolo: “Bisogna fare il punto, partendo dalla nostra storia per guardare avanti. Occorre riproporre e ripresentare le nostre eccellenze artistiche di ogni epoca, raccontandole, valorizzandole e, soprattutto, mettendole in connessione col futuro, creando un ponte attraverso i secoli e le generazioni. Dalla consapevolezza delle nostre radici, della nostra storia, si può ripartire guardando avanti, immaginando quello che ci aspetta e cosa vogliamo”.

Secondo Nespolo, “alle istituzioni manca la capacità di circondarsi di intellettuali. Di creare un gruppo, una squadra, selezionata sulla base delle competenze. E poi questo gruppo deve essere libero di progettare, di valutare, arrivando a una sintesi, alle idee da sviluppare, al progetto” Nell’intervista Nespolo invita anche “a smetterla con la logorante rivalità” tra Torino e Milano: “Le due città  sono completamente differenti”.

Luci d’Artista illumina il centro e le circoscrizioni

Dal 30 ottobre al 10 gennaio 2021 torna Luci d’Artista giunto alla XXIII edizione.

La rassegna – progetto della Città di Torino realizzato da IREN Smart Solutions e Fondazione Teatro Regio Torino, con il sostegno di IREN S.p.A, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT – è nata nel 1998 come esposizione di installazioni d’arte contemporanea realizzate con la luce en plein air nello spazio urbano e, dal 2018, si è arricchita di un percorso educativo-culturale che favorisce l’incontro tra il pubblico e le opere. 

Ogni anno le Luci sono collocate in luoghi significativi del territorio urbano con l’obiettivo di valorizzarle e creare attesa e curiosità. La loro facile accessibilità e fruizione unita al miglioramento qualitativo che apportano al paesaggio urbano, ha reso la mostra a cielo aperto un evento culturale simbolo della città apprezzato in Italia e all’estero.

In questa edizione si potranno ammirare 26 opere (tra allestimenti temporanei e permanenti) di cui 14 nel Centro città e 12 nelle altre Circoscrizioni.

“Luci d’Artista è da tempo una delle iniziative più amate dai torinesi e, per la quale, ogni anno numerosi turisti giungono in città per farsi incantare – dichiarano la Sindaca Chiara Appendino e l’Assessora alla Cultura Francesca Leon -. La rassegna festeggia quest’anno il suo ventitreesimo compleanno e si arricchisce di opere, collaborazioni e nuovi progetti. Avvicinare le persone all’arte contemporanea è uno degli impegni che abbiamo voluto assumere e realizzare attraverso gli ‘Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea’. Un programma di azioni che, per il terzo anno consecutivo, ci consente di accompagnare, coinvolgendoli attivamente, cittadini di ogni età alla scoperta delle opere, con la collaborazione di esperti dei musei, fondazioni d’arte e la partecipazione di scuole e associazioni dei territori in cui trovano collocazione le installazioni. Quest’anno il programma pubblico coinvolgerà la Circoscrizione 3 con l’opera ‘My Noon’ di Tobias Rehberger in Borgata Lesna, la 5 con un intervento di recupero e valorizzazione storico-artistica del monumento ‘1706’ di Luigi Nervo, la 8 che vedrà protagonista l’ospedale Regina Margherita grazie alla collocazione di ‘Concerto di parole’ di Mario Molinari nel piazzale antistante. In questi luoghi saranno realizzati percorsi di animazione collegati alle installazioni presenti. Siamo felici – concludono Appendino e Leon – di aver raggiunto un grande risultato avendo utilizzato le Luci d’Artista per dare visibilità insieme al centro ad altre zone della nostra città, cercando di coinvolgere le persone che in quei luoghi vivono per renderle protagoniste di un evento innovativo”.

L’esposizione, oltre a proporre uno speciale percorso che permetterà al pubblico di cogliere le diverse visioni poetiche espresse dalle opere realizzate da artisti accomunati dall’attrazione per la lucequest’anno si arricchirà di importanti novità:

la nuova collocazione temporanea di ‘Concerto di parole’ di Mario Molinari – per la quale è stato realizzato il rifacimento di alcuni moduli – che verrà allestita in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita (piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia, nella Circoscrizione 8); ‘Illuminated Benches’ di Jeppe Hein in piazza Risorgimento (Circoscrizione 4), sarà resa permanente in via sperimentale così come ‘Il  Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria in piazza Carlo Emanuele II (piazza Carlina, Circoscrizione 1) il cui allestimento in questa edizione sarà arricchito dopo l’integrazione dell’illuminazione pubblica della piazza stessa; l’opera ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto in piazza della Repubblica (Circoscrizione 7) è stata restaurata; ‘My Noon’ di Tobias Rehberger sarà allestita per la prima volta in Borgata Lesna (Circoscrizione 3) nel cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila (via Germonio 12); l’opera Ancora una volta di Valerio Berruti verrà installata in via Monferrato (in prossimità della Gran Madre, Circoscrizione 8) con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo del Borgo Po contribuendo al rilancio delle attività commerciali della zona; una nuova illuminazione artistica valorizzerà il Monumento 1706 di Luigi Nervo (Circoscrizione 5).

 

LUCI D’ARTISTA NEL CENTRO CITTÀ

‘Cosmometrie’ di Mario Airò in piazza Carignano, schemi simbolici e geometrici proiettati sulla pavimentazione urbana; ‘Tappeto Volante’ di Daniel Buren in piazza Palazzo di Città, centinaia di cavi d’acciaio paralleli reggono una ‘scacchiera’ di lanterne cubiche basata su colori primari, il bianco il rosso e il blu (gli stessi della bandiera francese);‘Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria in piazza Carlina, lampioni tramutati in fiori luminosi; ‘Giardino Barocco Verticale’ di Richi Ferrero in via Alfieri 6 (Palazzo Valperga Galleani), leggere emissioni luminose che restituiscono alla memoria il segno caratteristico delle aree comuni di un giardino ormai scomparso; ‘L’energia che unisce si espande nel blu’ di Marco Gastini nella Galleria Umberto I (opera permanente), un intrigo di simboli e segni grafici di colore blu e rosso che si incontrano sul soffitto della galleria; ‘Planetario’ di Carmelo Giammello in via Roma, globi illuminati di varie dimensioni collegati da sottili tubi al neon e circondati da un pulviscolo di piccole luci; ‘Migrazioni (Climate Change)’ di Piero Gilardi nella Galleria San Federico, 12 sagome di pellicani applicate a una rete sospesa verticalmente che si illuminano e si spengono gradualmente, seguendo un algoritmo di controllo; ‘Cultura=Capitale’ di Alfredo Jaar in piazza Carlo Alberto (opera permanente), un’equazione luminosa cultura=capitale che è un invito a pensare alla creatività e al sapere condivisi da tutti i cittadini come al vero patrimonio di un Paese; ‘Doppio passaggio (Torino)’ di Josep Kosuth sul ponte Vittorio Emanuele I (opera permanente), due brani tratti dai testi di Friedrich Nietzsche e Italo Calvino; ‘Luì e l’arte di andare nel bosco’ di Luigi Mainolfi in via Carlo Alberto, la narrazione di una fiaba che si estende come una sequenza di frasi luminose; ‘Il volo dei numeri’ di Mario Merz sulla Mole Antonelliana (opera permanente), sulla cupola il segnale luminoso è dato dal valore simbolico della sequenza della serie di Fibonacci dove ogni numero è la somma dei due precedenti; ‘Vento Solare’ di Luigi Nervo in piazzetta Mollino, una grande sagoma luminosa legata alla cosmologia fantastica; ‘Palomar’ di Giulio Paolini in via Po, un antico atlante astronomico costellato da pianeti inscritti in forme geometriche che culmina nella profilo di un acrobata in equilibrio su un cerchio e, infine, le figure rosse dell’installazione ‘Noi’ di Luigi Stoisa si intrecciano in via Garibaldi.

 

LE LUCI D’ARTISTA NELLE ALTRE CIRCOSCRIZIONI

Piazza Livio Bianco (Circoscrizione 2) ospita ‘Ice Cream Light’ della berlinese di adozione Vanessa Safavi. Nell’area pedonale di via Di Nanni (Circoscrizione 3) si può apprezzare ‘Volo su…’ di Francesco Casorati, un filo rosso in flex-neon sostenuto da sagome geometriche di uccelli fiabeschi; mentre nella Borgata Lesna (della stessa Circoscrizione 3) quest’anno è visibile anche ‘My noon’ del tedesco Tobias Rehberger, il grande orologio luminoso che scandisce le ore in formato binario, posizionato nel cortile dell’Istituto Comprensivo King-Milain via Germonio 12.

Le panchine ‘Illuminated Benches’ di Jeppe Hein sono in piazza Risorgimento (Circoscrizione 4) e ‘L’amore non fa rumore’ di Luca Pannoli in piazza Eugenio Montale (Circoscrizione 5).

Le ‘Vele di Natale’ di Vasco Are aleggiano in piazza Foroni, zona mercato rionale (Circoscrizione 6) e nella vivace piazza della Repubblica (Circoscrizione 7) si riaccende ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto. Fanno parte invece della Circoscrizione 8,due opere permanenti, ‘Luce Fontana Ruota’ di Gilberto Zorio, una stella rotante che evoca un mulino è nuovamente visibile all’entrata sud della città, nel laghetto di Italia ’61 (corso Unità d’Italia) e, ‘Piccoli Spiriti Blu’ di Rebecca Horn, risplende ancora al Monte dei Cappuccini; e due opere temporanee ‘Concerto di Parole’ di Mario Molinari – di cui è stato realizzato il rifacimento – collocata in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita (piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia) e ‘Ancora una volta’ realizzata con materiali ecosostenibili e fonti luminose a basso consumo energetico dall’artista piemontese Valerio Berruti che fluttua nell’area pedonale di via Monferrato (lato Gran Madre). Le ‘Palle di Neve’ di Enrica Borghi torneranno nella XXIV edizione.

ALTRE LUCI

L’ALBERO DEL PAV di Piero Gilardi

Parco Arte Vivente, via Giordano Bruno 31

In tutte le culture umane, nello spazio e nel tempo, la figura dell’albero rappresenta un tramite simbolico tra la terra e il cielo. Oggi, più laicamente, l’albero e le foreste sono viste come lo snodo cruciale della vita dei sistemi ecologici, del continuo scambio vitale tra la terra e la generativa energia del sole.

 

α-CROMACTIVE di Migliore+Servetto Architects

Grattacielo Intesa Sanpaolo, corso Inghilterra 3

L’installazione luminosa site specific, realizzata da Migliore+Servetto Architects per il grattacielo Intesa Sanpaolo, è un’opera dinamica, un’onda di colore sensibile ai mutamenti della luce. Come frame in stop motion, una sequenza di scaglie luminose genera un organismo pulsante, perfettamente inserito nella natura della serra bioclimatica, un vortice iridescente che respira e vibra in sintonia col vento e con l’ambiente che la accoglie, plasmandosi alla luce naturale e trasformandosi nel buio.

 

SINTESI 59 di Armando Testa

piazza XVIII dicembre (Stazione di Porta Susa)

Sintesi ’59, una sfera e una mezza sfera di acciaio nero, di circa 5 metri di altezza, ricorda a Torino Armando Testa che è stato uno dei più grandi creativi italiani, protagonista della cultura visiva contemporanea e creatore di simboli entrati a far parte del nostro immaginario collettivo. L’artista ha esplorato molteplici linguaggi riuscendo a creare capolavori senza tempo, la cui modernità è oggi fonte di ispirazione per gli artisti contemporanei. SINTESI ’59 è il raggiungimento perfetto della scultura minimalista nata alla fine degli anni Cinquanta.

Progetto di illuminazione a cura di IREN.

 

LUCE IN CATTEDRA/POLITO IN LIGHT – team studentesco

Castello del Valentino, Corte d’Onore, viale Pier Andrea Mattioli 39

Un esempio originale di come coniugare la tecnologia con l’espressione artistica per focalizzare l’attenzione sul tema dell’uso della luce nel contesto urbano. Progettata con il LAMSA – Laboratorio di Analisi e Modellazione dei Sistemi Ambientali del Politecnico di Torino. Infolamsa@polito.it; pagina Facebook politoinlight; www.lamsa.polito.it

 

MONUMENTO ‘1706’ DI LUIGI NERVO – nuovo allestimento luminoso

Incrocio tra le vie Pianezza e Foglizzo

L’opera inaugurata nel 2006, in occasione della celebrazione del tricentenario dell’assedio francese di Torino, è definita dall’artista: “un vibrare di forme che si manifesta come materia in formazione, che scaturisce e germoglia dalle crepe della terra, diventa prima numero e poi cifra-simbolo capace di evocare e raccontare, nella sequenza: materia-cifra-storia” quest’anno avrà un nuovo allestimento luminoso.

COSÌ MI PARVE DA LUCE RIFRATTA – Installazione luminosa

Fabbrica delle E – Corso Trapani 91 – A cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea con il Gruppo Abele Onlus – Accensione prevista dal 3 dicembre 2020

‘Così mi parve da luce rifratta, come quando da l’acqua o da lo specchio salta lo raggio a l’opposta parte” (Dante – Purgatorio, XV, 16-24).

L’installazione luminosa ispirata al tema dell’albero è realizzata in materiale riflettente e riciclato: un fantasmagorico albero rappresentativo sia della complessità sia della capacità di considerare l’arte e la creatività come strumenti utili alla promozione del benessere per tutti.

 

L’ALBERO ORIZZONTALE DI PIAZZA MONTALE

Dicembre 2020 – gennaio 2021

Un progetto partecipato realizzato dal Tavolo Vallette in collaborazione con la Casa di Quartiere e le Officine Caos della Circoscrizione 5 e IREN S.p.A.

 

IL PRESEPIO di Emanuele Luzzati

Parco del Valentino, Borgo Medievale

Dall’8 dicembre al 10 gennaio 2021

Il simbolo della tradizione natalizia cristiana, rappresentato dai personaggi creati dal celebre illustratore e scenografo Emanuele Luzzati, ritorna nella piazza del Melograno del Borgo Medioevale.

 

COLLABORAZIONI

LUCI D’ARTISTA / SUONI D’ARTISTA / C0C (CZEROC)

C0C (CZEROC), progetto di C2C – Club To Club Festival – a Torino dal 5 all’8 novembre 2020 – in sinergia con Luci d’Artista. Si tratta di un programma speciale diffuso nel quartiere di Porta Palazzo: quattro totem posizionati nell’area di piazza della Repubblica restituiranno, tramite la scansione di un QR code, l’ascolto di una sonorizzazione ispirata alla piazza e ai suoi movimenti. Le installazioni sonore dialogheranno con le opere luminose collocate nel quartiere di Porta Palazzo – ‘L’energia che unisce si espande nel blu’ di Marco Gastini e ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto – in un itinerario visivo e acustico che da un totem all’altro offrirà la completa fruizione della composizione musicale.

PROGETTI EUROPEI: ‘LIGHT ART IN PUBLIC SPACES / LAIPS’

La Città di Torino attraverso l’esperienza di Luci d’Artista continua a essere membro attivo della rete L.U.C.I. (Lighting Urban Community International) di cui nel 2002 è stata socio fondatore. L’Unione Europea (nell’ambito dell’European Cooperation Projects 2020 – Call for Proposals EACEA 32/2019) ha ammesso a finanziamento il progetto LAIPS – Light Art in Public Spaces, i cui partner sono la rete L.U.C.I. (capofila) e le città di TorinoOulu (FI) e Lyon (F).

Sono in via di realizzazione le attività formali e organizzative necessarie per l’avvio del progetto che mira a rafforzare le capacità delle città europee nel campo delle installazioni permanenti di arte luminosa negli spazi pubblici attraverso: lo scambio delle migliori pratiche, la promozione della cooperazione transnazionale tra le diverse realtà urbane coinvolte e l’utilizzo di strumenti digitali innovativi.

Ciò avverrà attraverso la creazione della nuova app Light & Art per smartphone.

Il progetto europeo si concluderà con 1) una conferenza finale sul tema Light & Art – in programma a Torino nel settembre 2023 – a cui parteciperanno esperti internazionali; 2) la realizzazione di workshop; 3) il lancio ufficiale dell’app.

 

COLLABORAZIONE CON PROGETTO ‘TONITE’

La Città di Torino è capofila – insieme a ExperientiaEspereal TechnologiesSocialFareFondazione Torino WirelessEngineering Ingegneria informaticaANCIEFUS – del Progetto Europeo ToNite.

Finanziato dal Programma Europeo Urban Innovative Actions, ToNite ha l’obiettivo di migliorare la vivibilità delle aree urbane lungo il fiume Dora nelle ore serali attraverso la riqualificazione di spazi pubblici e l’attivazione di percorsi di inclusione sociale. Alcuni degli interventi realizzati attraverso ToNite si collegheranno al progetto Luci d’Artista e al suo public program.

PUBLIC PROGRAM DI LUCI D’ARTISTA

Dal 2018 la Città di Torino, attraverso il progetto Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea, ha avviato un ‘public program’ di Luci d’Artista per collegare le opere luminose e le poetiche dei loro autori con un programma di iniziative connesse alla presenza delle installazioni nei diversi contesti urbani. Le ‘Luci’ allestite nello spazio pubblico sono facilmente accessibili e costituiscono un’ottima opportunità per avvicinare i cittadini ai contenuti e ai linguaggi dell’arte contemporanea.

La difficile situazione determinata dall’emergenza COVID-19 ha portato a ridefinire e ampliare il progetto Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea, giunto alla terza edizione. Sono cresciuti il numero degli autori, le aree di intervento e l’arco temporale delle attività di formazione e di laboratorio (da novembre 2020 ad aprile 2021). Uno degli obiettivi del Progetto di quest’anno è mettere in connessione le opere nello spazio pubblico con la loro fruibilità nello spazio virtuale (digitale) per creare un momento di grande partecipazione collettiva, sia nella dimensione locale, sia in quella globale (virtuale). Inoltre, in base all’evoluzione della situazione epidemiologica COVID-19, si esploreranno e applicheranno tutte le opportunità offerte dagli strumenti e i linguaggi del digitale.

Il Progetto di quest’anno – che ha come titolo ‘Nuovi Equilibri’ – è promosso dalla Città di Torino in cooperazione con la Fondazione Teatro Regio Torino ed è realizzato in collaborazione con il Dipartimento Educazione della GAM, le Attività Educative e Formative del PAV Parco Arte Vivente (Centro sperimentale d’arte contemporanea), il Dipartimento Educazione della Fondazione Merz e quello di Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

 

CERIMONIA DI INAUGURAZIONE

L’inaugurazione di Luci d’Artista 2020 si terrà venerdì 30 ottobre e si svolgerà in live streaming. La videoconferenza – in diretta dal Foyer del Toro del Teatro Regio di Torino – sarà realizzata a cura del consorzio TOP-IX (TOrino Piemonte Internet eXchange) nel pieno rispetto delle ultime disposizioni collegate all’emergenza COVID-19.

La cerimonia sarà visibile in diretta dalle ore 17.30 sulla piattaforma online https://streamyard.com/9zxf8wrhip oppure sui siti www.contemporarytorinopiemonte.itwww.comune.torino.it e sui canali social Facebook e You Tube di Luci d’Artista e di Contemporary Art. L’inaugurazione online si aprirà con l’intervento dei rappresentanti delle istituzioni, dei partner e degli sponsor.

Dalle ore 18 si effettueranno (in esterno, tramite un sistema di videoconferenza) brevi collegamenti in diretta con i rappresentanti istituzionali delle Circoscrizioni, degli Enti e delle realtà scolastiche e associative coinvolte nell’attività di animazione e nei percorsi degli Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea inseriti nel Public Program di quest’anno.

Sono previsti collegamenti con i rappresentanti:

–          della Circoscrizione 2, degli insegnanti della Vidari, della parrocchia Redentore e di vari componenti del Tavolo Tecnico Case Popolari, che interverranno da piazza Livio Bianco per la festa di comunità da loro organizzata in occasione dell’accensione dell’opera Ice Cream Light di Vanessa SAFAVI;

–          della Circoscrizione 3 che parleranno dal cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila in via Germonio 12, con la presenza della Fondazione Merz che per l’accensione dell’opera My noon di Tobias REHBERGER collocata nel cortile dell’Istituto stesso.

–          della Circoscrizione 5, del Centro di Documentazione Storica (CDS), del CADD di via Pianezza 132 (Centro diurno per persone con disabilità della Città di Torino) e della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea sull’opera di Luigi NERVO al Centro Culturale Principessa Isabella per l’accensione della nuova illuminazione artistica del Monumento del 1706 (opera dell’autore stesso) collocato in via Foglizzo/via Pianezza;

–          della Circoscrizione 8, della Città della Salute e della Scienza di Torino, del Presidio Ospedaliero Regina Margherita, della FORMA – Fondazione dell’Ospedale Infantile Regina Margherita Onlus, dell’Associazione Linea d’Acqua, della famiglia Molinari e del PAV – Parco Arte Vivente dedicata all’opera di Mario MOLINARI che saranno presenti all’Ospedale Regina Margherita per l’accensione dell’opera Concerto di Parole.

Gli interventi in videoconferenza si alterneranno con filmati originali – relativi ad alcune opere presenti nella XXIII edizione – realizzati dal consorzio TOP-IX (TOrino Piemonte Internet eXchange) con la regia di Max Chicco e con un contributo video a cura della Rete Internazionale L.U.C.I. (Lighting Urban Community International).

 

LUCI D’ARTISTA CITY TOUR

Visita Torino in una luce straordinaria con un tour della città davvero speciale.

Durante un emozionante tour di un’ora con il bus panoramico City Sightseeing® Torino (quest’anno sponsor della manifestazione) accompagnato da una guida turistica, si potranno ammirare (nel rispetto delle norme legate all’emergenza COVID-19) le installazioni più celebri della XXIII edizione di Luci d’Artista. Ogni sabato e domenica dal 28 novembre 2020 al 3 gennaio 2021 (inclusi il 7, 8 e 25 dicembre 2020 e l’1 e 6 gennaio 2021) si effettuerà il tour a bordo di un autobus panoramico con guida turistica (in lingua italiana, inglese e francese). Partenza alle ore 17.30 (piazza Castello/via Po) e nelle giornate del 5, 6, 7, 19, 25, 26 dicembre, 1, 2 gennaio anche alle ore 19.00.  Tariffa intero: € 16,00 – Tariffa ridotto (5-15 anni): € 8,00 – Bambini under 5: free

SPECIALE NOLEGGIO: è prevista anche la possibilità di organizzare tour privati per gruppi.  Info e prenotazioniwww.city-sightseeing.it/it/torino – infotorino@city-sightseeing.it – Tel: +39 011 19464500

ELENCO LUCI D’ARTISTA

 

CENTRO CITTÀ

  1. Cosmometrie – Mario AIRÒ – piazza Carignano
  2. Tappeto Volante – Daniel BUREN – piazza Palazzo di Città
  3. Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime – Nicola DE MARIA – piazza Carlina – Opera permanente in via sperimentale
  4. Giardino Barocco Verticale – Richi FERRERO – via Alfieri 6 – Palazzo Valperga Galleani – Opera privata permanente
  5. L’energia che unisce si espande nel blu – Marco GASTINI – Galleria Umberto I – Opera permanente
  6. Planetario – Carmelo GIAMMELLO – via Roma
  7. Migrazioni (Climate Change) – Piero GILARDI  Galleria San Federico
  8. Cultura=Capitale – Alfredo JAAR – piazza Carlo Alberto – Opera permanente
  9. Doppio passaggio (Torino) – Joseph KOSUTH – ponte Vittorio Emanuele I -Opera permanente
  10.  Luì e l’arte di andare nel bosco – Luigi MAINOLFI – via Carlo Alberto
  11.  Il volo dei numeri – Mario MERZ – Mole Antonelliana – Opera permanente
  12.  Vento Solare – Luigi NERVO – piazzetta Mollino
  13.  Palomar – Giulio PAOLINI – via Po
  14.  Noi – Luigi STOISA – via Garibaldi

 

CIRCOSCRIZIONI: DALLA 2 ALLA 8

  1. Ice Cream Light – Vanessa SAFAVI – piazza Livio Bianco(Circoscrizione 2)
  2. Volo su… – Francesco CASORATI – area pedonale di via Di Nanni (Circoscrizione 3)
  3. My noon – Tobias REHBERGER – nuova collocazione – Borgata Lesna – cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila, via Germonio 12 (Circoscrizione 3)
  4. Illuminated Benches –  Jeppe HEIN  piazza Risorgimento  Opera permanente in via sperimentale (Circoscrizione 4)
  5. L’amore non fa rumore – Luca PANNOLI – piazza Eugenio Montale (Circoscrizione 5)
  6. Vele di Natale – Vasco ARE – piazza Foroni, zona mercato rionale (Circoscrizione 6)
  7. Amare le differenze – Michelangelo PISTOLETTO – piazza della Repubblica – Opera permanente (Circoscrizione 7)
  8. Piccoli spiriti blu – Rebecca HORN – Monte dei Cappuccini – Opera permanente (Circoscrizione 8)
  9. Ancora una volta – Valerio BERRUTI – via Monferrato (Circoscrizione 8)
  10. Concerto di Parole – Mario MOLINARI – nuovo allestimento – in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita – piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia (Circoscrizione 8)
  11. Luce Fontana Ruota – Gilberto ZORIO – Laghetto Italia ’61 – Opera permanente (Circoscrizione 8)
  12. L’albero del PAV – Piero GILARDI – Via Giordano Bruno, 31 (Circoscrizione 8)

 

Sito: http://www.contemporarytorinopiemonte.it

(foto Fabio Darò)