CULTURA- Pagina 119

Adriana Zarri, l’inquietudine della fede

Incontro nell’ambito del progetto 900Storie in streaming, giovedì 5 novembre

Il 18 novembre 2010, esattamente dieci anni fa, moriva Adriana Zarri, poliedrica e singolare figura del cattolicesimo italiano, pubblicista, teologa, eremita e donna libera che ha saputo nella sua lunga esistenza, non priva di contraddizioni, tenere la linea della testimonianza cristiana come bussola e orizzonte in una società in tumulto come quella novecentesca. Nell’ambito del progetto 900Storie a cura del Centro Studi Piero Gobetti, la Fondazione Donat-Cattin ricorda, in una settimana a lei dedicata, la figura, il pensiero, l’azione culturale e la spiritualità. Il primo appuntamento si è tenuto lunedì 2 novembre sulle piattaforme social della Fondazione Donat-Cattin e del Polo del ‘900 con un  breve filmato della teologa Morena Baldacci, liturgista e docente, che ha introdotto il tema della teologia vissuta e pensata, pregata e studiata da una donna, e un podcast con letture e brani scelti dalla produzione ricca e articolata del pensiero della Zarri. Giovedì 5 novembrealle 18,00 in modalità streaming sui canali della Fondazione Donat-Cattin e del Polo del 900, si svolgerà un confronto con i teologi Ermis Segatti, Stella Morra e la storica Mariangela Maravaglia, autrice della prima biografia critica “Semplicemente una che vive. Vita e opere di Adriana Zarri” appena pubblicata da “Il Mulino”. Il confronto sarà inframmezzato da letture dell’attrice Eleni Molos tratte da brani di saggi della Zarri. Introdurrà i lavori Luca Rolandi, giornalista e ricercatore della Fondazione Carlo Donat-Cattin.

Adriana Zarri nasce a San Lazzaro di Savena, vicino a Bologna, nel 1919. I suoi studi e il suo impegno furono subito orientati al confronto con il Cristianesimo e con una chiesa cattolica da portare oltre la visione di Pio XII. È diventata, anno dopo anno, esperienza dopo esperienza, una delle più importanti testimoni di quella fedeltà al Vangelo che si coniuga – proprio in virtù di una verità che rende liberi – con la più schietta laicità. Antifascista, coinvolta nei problemi sociali, decisa a difendere la libertà di coscienza, si trasferisce a Roma dove studia teologia. Diventa giornalista e scrive dapprima su tutti i giornali e le riviste di area religiosa: l’«Osservatore romano», «Studium», «Servitium», «Il Regno», «Concilium», «Rivista di teologia morale» (RTM), «Rocca». In seguito collabora assiduamente a «Politica» e «Settegiorni» le riviste di punta su cui la sinistra democristiana si confronta con i fermenti ecclesiali, politici e sociali. Infine collabora a “Micromega” e a “Il Manifesto”. Naturalmente i tanti libri editi da Locusta, Cittadella, Borla, e dopo la sua morte da Einaudi. Ha partecipato anche a trasmissioni radiofoniche (Uomini e profeti) e televisive (la Samarcanda del primo Santoro). Note le sue posizioni molto dure anche contro la gerarchia e su temi etici che però non hanno offuscato nella memoria collettiva le sue radici profondamente evangeliche e fedeli alla dottrina cattolica, ovviamente sempre imperniati su conflitti di coscienza e di fede umana e divina. Poi all’inizio degli anni Settanta, dopo i vorticosi anni del post-Concilio, la sua presenza attiva alla Pro Civitate Christiana di don Giovanni Rossi ad Assisi, in molti gruppi del dissenso cattolico, senza mai una adesione e con molti distinguo e infine la scelta eremitica che in località diverse dell’area dell’eporediese, accolta dal vescovo di Ivrea mons. Luigi Bettazzi, che caratterizzerà gli ultimi 35 anni della sua esistenza. E’ sepolta nel cimitero canavesano di Crotte, una frazione di Strambino, dove visse gli ultimi anni nel suo eremo di Ca’Sassino. Per la sua tomba, in terra, scrisse lei stessa quella che definì “un’epigrafe d’erba”: “Non mi vestite di nero:è triste e funebre. Non mi vestite di bianco: è superbo e retorico. Vestitemi a fiori gialli e rossi e con ali di uccelli. E tu, Signore, guarda le mie mani. Forse c’è una corona. Forse ci hanno messo una croce. Hanno sbagliato. In mano ho foglie verdi e sulla croce, la tua resurrezione. E, sulla tomba, non mi mettete marmo freddo con sopra le solite bugie che consolano i vivi. Lasciate solo la terra che scriva, a primavera, un’epigrafe d’erba. E dirà che ho vissuto, che attendo. E scriverà il mio nome e il tuo, uniti come due bocche di papaveri”.

M.Tr.

Le radici piemontesi di Jean Giono

”L’uomo che piantava gli alberi” (L’homme qui plantait des arbres), conosciuto anche come “La storia di Elzéard Bouffier”, è un racconto allegorico che ha dato notorietà allo scrittore italo-francese Jean Giono

Nato a Manosque, su un contrafforte delle colline del Luberon orientale in alta Provenza, da una famiglia di origine piemontese, emigrata in Francia dalla canavesana Valchiusella, vi morì cinquant’anni fa,il 9 ottobre del 1970.

Pubblicato per la prima volta nel 1953, il racconto è quanto mai attuale visto e considerato il pesante deterioramento della situazione climatica. Giono, membro dell’Académie des Goncourt, con questo libro tracciò un’efficace parabola sul rapporto uomo-natura, rammentando come ”gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi, oltre la distruzione”. Potrebbero, appunto, ma raramente lo fanno forse perché distruggere è molto più facile che creare.La storia del pastore Bouffier ci rammenta, con leggerezza e profondità al tempo stesso, il valore degli alberi e dell’attenzione nei confronti della natura.Quella dei Giono, come per tante altre famiglie, è stata una storie di valligiani e montanari emigrati. Il bisnonno dello scrittore, Giovanni Domenico Giono, nacque l’8 ottobre 1763 a Meugliano (oggi Valchiusa, dopo la recente fusione di Meugliano con i comuni di Trausella e Vico Canavese). Quest’ultimo, dalla seconda moglie Maria Francesca Catterina Bertarione, ebbe a sua volta un figlio, Pietro Antonio , nonno di Jean Giono.

E’ verosimile che Pietro Antonio, attratto dagli ideali della carboneria, prese parte ai moti insurrezionali del marzo del 1821 e, successivamente, riparò come molti rivoltosi oltralpe, in Francia. La radice piemontese è più che intuibile dalle parole dello scrittore che confidò come la felicità gli riempisse il cuore e l’animo appena sentiva “fremere un pioppo piemontese, o fischiare una marmotta, o i passi del vento degli alti pascoli del Viso, lo sgranellare del pietrame sotto i piedi del camoscio, o il grido dell’aquila”. Giono,autore importante, scrisse saggi, dialoghi, poesie, commedie teatrali e circa trenta romanzi, tra i quali “Il canto del mondo”, “Un re senza distrazioni”, “Il disertore”, “Le anime forti”, “Il ragazzo celeste”, “Lettera ai contadini sulla povertà e la pace” e “L’ussaro sul tetto”. Ha firmato inoltre il soggetto di numerosi film, tra i lavori il più noto è “L’Ussaro sul tetto”.

Proprio in quest’ultimo romanzo, dove il protagonista è un giovane ufficiale degli ussari, Angelo Pardi, fuggito in Provenza nel 1831 dal Piemonte dopo aver ucciso una spia austriaca, si avverte l’eco delle vicende della sua famiglia, dell’epopea risorgimentale, del desiderio di riscatto e libertà. Dal libro, pubblicato nel 1951 e considerato uno dei capolavori della narrativa francese, venne tratta la sceneggiatura dell’omonimo film nel 1995 di Jean Paul Rappenau con Juliette Binoche e Olivier Martines. Una pellicola nella quale, come scrive Morandini nel suo dizionario di cinema, “riecheggiano le idee del pacifista, anarchico, antimodernista Jean Giono, di origine piemontese”.

Marco Travaglini

Nespolo: “Una fiera universale per il rilancio di Torino”

Sul numero in edicola di Torino Magazine / Il celebre artista torinese Ugo Nespolo, intervistato da Guido Barosio sul numero di Torino Magazine Autunno 2020 da oggi in edicola, ha le idee chiare: “Serve uno scatto, un momento forte per interrogarsi sul futuro della nostra città, un progetto di cultura unitario e identitario. Io penso a una grande fiera universale sulla Torino del futuro, a un momento condiviso di orgoglio torinese'”. 

Aggiunge  Nespolo: “Bisogna fare il punto, partendo dalla nostra storia per guardare avanti. Occorre riproporre e ripresentare le nostre eccellenze artistiche di ogni epoca, raccontandole, valorizzandole e, soprattutto, mettendole in connessione col futuro, creando un ponte attraverso i secoli e le generazioni. Dalla consapevolezza delle nostre radici, della nostra storia, si può ripartire guardando avanti, immaginando quello che ci aspetta e cosa vogliamo”.

Secondo Nespolo, “alle istituzioni manca la capacità di circondarsi di intellettuali. Di creare un gruppo, una squadra, selezionata sulla base delle competenze. E poi questo gruppo deve essere libero di progettare, di valutare, arrivando a una sintesi, alle idee da sviluppare, al progetto” Nell’intervista Nespolo invita anche “a smetterla con la logorante rivalità” tra Torino e Milano: “Le due città  sono completamente differenti”.

Luci d’Artista illumina il centro e le circoscrizioni

Dal 30 ottobre al 10 gennaio 2021 torna Luci d’Artista giunto alla XXIII edizione.

La rassegna – progetto della Città di Torino realizzato da IREN Smart Solutions e Fondazione Teatro Regio Torino, con il sostegno di IREN S.p.A, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT – è nata nel 1998 come esposizione di installazioni d’arte contemporanea realizzate con la luce en plein air nello spazio urbano e, dal 2018, si è arricchita di un percorso educativo-culturale che favorisce l’incontro tra il pubblico e le opere. 

Ogni anno le Luci sono collocate in luoghi significativi del territorio urbano con l’obiettivo di valorizzarle e creare attesa e curiosità. La loro facile accessibilità e fruizione unita al miglioramento qualitativo che apportano al paesaggio urbano, ha reso la mostra a cielo aperto un evento culturale simbolo della città apprezzato in Italia e all’estero.

In questa edizione si potranno ammirare 26 opere (tra allestimenti temporanei e permanenti) di cui 14 nel Centro città e 12 nelle altre Circoscrizioni.

“Luci d’Artista è da tempo una delle iniziative più amate dai torinesi e, per la quale, ogni anno numerosi turisti giungono in città per farsi incantare – dichiarano la Sindaca Chiara Appendino e l’Assessora alla Cultura Francesca Leon -. La rassegna festeggia quest’anno il suo ventitreesimo compleanno e si arricchisce di opere, collaborazioni e nuovi progetti. Avvicinare le persone all’arte contemporanea è uno degli impegni che abbiamo voluto assumere e realizzare attraverso gli ‘Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea’. Un programma di azioni che, per il terzo anno consecutivo, ci consente di accompagnare, coinvolgendoli attivamente, cittadini di ogni età alla scoperta delle opere, con la collaborazione di esperti dei musei, fondazioni d’arte e la partecipazione di scuole e associazioni dei territori in cui trovano collocazione le installazioni. Quest’anno il programma pubblico coinvolgerà la Circoscrizione 3 con l’opera ‘My Noon’ di Tobias Rehberger in Borgata Lesna, la 5 con un intervento di recupero e valorizzazione storico-artistica del monumento ‘1706’ di Luigi Nervo, la 8 che vedrà protagonista l’ospedale Regina Margherita grazie alla collocazione di ‘Concerto di parole’ di Mario Molinari nel piazzale antistante. In questi luoghi saranno realizzati percorsi di animazione collegati alle installazioni presenti. Siamo felici – concludono Appendino e Leon – di aver raggiunto un grande risultato avendo utilizzato le Luci d’Artista per dare visibilità insieme al centro ad altre zone della nostra città, cercando di coinvolgere le persone che in quei luoghi vivono per renderle protagoniste di un evento innovativo”.

L’esposizione, oltre a proporre uno speciale percorso che permetterà al pubblico di cogliere le diverse visioni poetiche espresse dalle opere realizzate da artisti accomunati dall’attrazione per la lucequest’anno si arricchirà di importanti novità:

la nuova collocazione temporanea di ‘Concerto di parole’ di Mario Molinari – per la quale è stato realizzato il rifacimento di alcuni moduli – che verrà allestita in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita (piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia, nella Circoscrizione 8); ‘Illuminated Benches’ di Jeppe Hein in piazza Risorgimento (Circoscrizione 4), sarà resa permanente in via sperimentale così come ‘Il  Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria in piazza Carlo Emanuele II (piazza Carlina, Circoscrizione 1) il cui allestimento in questa edizione sarà arricchito dopo l’integrazione dell’illuminazione pubblica della piazza stessa; l’opera ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto in piazza della Repubblica (Circoscrizione 7) è stata restaurata; ‘My Noon’ di Tobias Rehberger sarà allestita per la prima volta in Borgata Lesna (Circoscrizione 3) nel cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila (via Germonio 12); l’opera Ancora una volta di Valerio Berruti verrà installata in via Monferrato (in prossimità della Gran Madre, Circoscrizione 8) con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo del Borgo Po contribuendo al rilancio delle attività commerciali della zona; una nuova illuminazione artistica valorizzerà il Monumento 1706 di Luigi Nervo (Circoscrizione 5).

 

LUCI D’ARTISTA NEL CENTRO CITTÀ

‘Cosmometrie’ di Mario Airò in piazza Carignano, schemi simbolici e geometrici proiettati sulla pavimentazione urbana; ‘Tappeto Volante’ di Daniel Buren in piazza Palazzo di Città, centinaia di cavi d’acciaio paralleli reggono una ‘scacchiera’ di lanterne cubiche basata su colori primari, il bianco il rosso e il blu (gli stessi della bandiera francese);‘Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria in piazza Carlina, lampioni tramutati in fiori luminosi; ‘Giardino Barocco Verticale’ di Richi Ferrero in via Alfieri 6 (Palazzo Valperga Galleani), leggere emissioni luminose che restituiscono alla memoria il segno caratteristico delle aree comuni di un giardino ormai scomparso; ‘L’energia che unisce si espande nel blu’ di Marco Gastini nella Galleria Umberto I (opera permanente), un intrigo di simboli e segni grafici di colore blu e rosso che si incontrano sul soffitto della galleria; ‘Planetario’ di Carmelo Giammello in via Roma, globi illuminati di varie dimensioni collegati da sottili tubi al neon e circondati da un pulviscolo di piccole luci; ‘Migrazioni (Climate Change)’ di Piero Gilardi nella Galleria San Federico, 12 sagome di pellicani applicate a una rete sospesa verticalmente che si illuminano e si spengono gradualmente, seguendo un algoritmo di controllo; ‘Cultura=Capitale’ di Alfredo Jaar in piazza Carlo Alberto (opera permanente), un’equazione luminosa cultura=capitale che è un invito a pensare alla creatività e al sapere condivisi da tutti i cittadini come al vero patrimonio di un Paese; ‘Doppio passaggio (Torino)’ di Josep Kosuth sul ponte Vittorio Emanuele I (opera permanente), due brani tratti dai testi di Friedrich Nietzsche e Italo Calvino; ‘Luì e l’arte di andare nel bosco’ di Luigi Mainolfi in via Carlo Alberto, la narrazione di una fiaba che si estende come una sequenza di frasi luminose; ‘Il volo dei numeri’ di Mario Merz sulla Mole Antonelliana (opera permanente), sulla cupola il segnale luminoso è dato dal valore simbolico della sequenza della serie di Fibonacci dove ogni numero è la somma dei due precedenti; ‘Vento Solare’ di Luigi Nervo in piazzetta Mollino, una grande sagoma luminosa legata alla cosmologia fantastica; ‘Palomar’ di Giulio Paolini in via Po, un antico atlante astronomico costellato da pianeti inscritti in forme geometriche che culmina nella profilo di un acrobata in equilibrio su un cerchio e, infine, le figure rosse dell’installazione ‘Noi’ di Luigi Stoisa si intrecciano in via Garibaldi.

 

LE LUCI D’ARTISTA NELLE ALTRE CIRCOSCRIZIONI

Piazza Livio Bianco (Circoscrizione 2) ospita ‘Ice Cream Light’ della berlinese di adozione Vanessa Safavi. Nell’area pedonale di via Di Nanni (Circoscrizione 3) si può apprezzare ‘Volo su…’ di Francesco Casorati, un filo rosso in flex-neon sostenuto da sagome geometriche di uccelli fiabeschi; mentre nella Borgata Lesna (della stessa Circoscrizione 3) quest’anno è visibile anche ‘My noon’ del tedesco Tobias Rehberger, il grande orologio luminoso che scandisce le ore in formato binario, posizionato nel cortile dell’Istituto Comprensivo King-Milain via Germonio 12.

Le panchine ‘Illuminated Benches’ di Jeppe Hein sono in piazza Risorgimento (Circoscrizione 4) e ‘L’amore non fa rumore’ di Luca Pannoli in piazza Eugenio Montale (Circoscrizione 5).

Le ‘Vele di Natale’ di Vasco Are aleggiano in piazza Foroni, zona mercato rionale (Circoscrizione 6) e nella vivace piazza della Repubblica (Circoscrizione 7) si riaccende ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto. Fanno parte invece della Circoscrizione 8,due opere permanenti, ‘Luce Fontana Ruota’ di Gilberto Zorio, una stella rotante che evoca un mulino è nuovamente visibile all’entrata sud della città, nel laghetto di Italia ’61 (corso Unità d’Italia) e, ‘Piccoli Spiriti Blu’ di Rebecca Horn, risplende ancora al Monte dei Cappuccini; e due opere temporanee ‘Concerto di Parole’ di Mario Molinari – di cui è stato realizzato il rifacimento – collocata in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita (piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia) e ‘Ancora una volta’ realizzata con materiali ecosostenibili e fonti luminose a basso consumo energetico dall’artista piemontese Valerio Berruti che fluttua nell’area pedonale di via Monferrato (lato Gran Madre). Le ‘Palle di Neve’ di Enrica Borghi torneranno nella XXIV edizione.

ALTRE LUCI

L’ALBERO DEL PAV di Piero Gilardi

Parco Arte Vivente, via Giordano Bruno 31

In tutte le culture umane, nello spazio e nel tempo, la figura dell’albero rappresenta un tramite simbolico tra la terra e il cielo. Oggi, più laicamente, l’albero e le foreste sono viste come lo snodo cruciale della vita dei sistemi ecologici, del continuo scambio vitale tra la terra e la generativa energia del sole.

 

α-CROMACTIVE di Migliore+Servetto Architects

Grattacielo Intesa Sanpaolo, corso Inghilterra 3

L’installazione luminosa site specific, realizzata da Migliore+Servetto Architects per il grattacielo Intesa Sanpaolo, è un’opera dinamica, un’onda di colore sensibile ai mutamenti della luce. Come frame in stop motion, una sequenza di scaglie luminose genera un organismo pulsante, perfettamente inserito nella natura della serra bioclimatica, un vortice iridescente che respira e vibra in sintonia col vento e con l’ambiente che la accoglie, plasmandosi alla luce naturale e trasformandosi nel buio.

 

SINTESI 59 di Armando Testa

piazza XVIII dicembre (Stazione di Porta Susa)

Sintesi ’59, una sfera e una mezza sfera di acciaio nero, di circa 5 metri di altezza, ricorda a Torino Armando Testa che è stato uno dei più grandi creativi italiani, protagonista della cultura visiva contemporanea e creatore di simboli entrati a far parte del nostro immaginario collettivo. L’artista ha esplorato molteplici linguaggi riuscendo a creare capolavori senza tempo, la cui modernità è oggi fonte di ispirazione per gli artisti contemporanei. SINTESI ’59 è il raggiungimento perfetto della scultura minimalista nata alla fine degli anni Cinquanta.

Progetto di illuminazione a cura di IREN.

 

LUCE IN CATTEDRA/POLITO IN LIGHT – team studentesco

Castello del Valentino, Corte d’Onore, viale Pier Andrea Mattioli 39

Un esempio originale di come coniugare la tecnologia con l’espressione artistica per focalizzare l’attenzione sul tema dell’uso della luce nel contesto urbano. Progettata con il LAMSA – Laboratorio di Analisi e Modellazione dei Sistemi Ambientali del Politecnico di Torino. Infolamsa@polito.it; pagina Facebook politoinlight; www.lamsa.polito.it

 

MONUMENTO ‘1706’ DI LUIGI NERVO – nuovo allestimento luminoso

Incrocio tra le vie Pianezza e Foglizzo

L’opera inaugurata nel 2006, in occasione della celebrazione del tricentenario dell’assedio francese di Torino, è definita dall’artista: “un vibrare di forme che si manifesta come materia in formazione, che scaturisce e germoglia dalle crepe della terra, diventa prima numero e poi cifra-simbolo capace di evocare e raccontare, nella sequenza: materia-cifra-storia” quest’anno avrà un nuovo allestimento luminoso.

COSÌ MI PARVE DA LUCE RIFRATTA – Installazione luminosa

Fabbrica delle E – Corso Trapani 91 – A cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea con il Gruppo Abele Onlus – Accensione prevista dal 3 dicembre 2020

‘Così mi parve da luce rifratta, come quando da l’acqua o da lo specchio salta lo raggio a l’opposta parte” (Dante – Purgatorio, XV, 16-24).

L’installazione luminosa ispirata al tema dell’albero è realizzata in materiale riflettente e riciclato: un fantasmagorico albero rappresentativo sia della complessità sia della capacità di considerare l’arte e la creatività come strumenti utili alla promozione del benessere per tutti.

 

L’ALBERO ORIZZONTALE DI PIAZZA MONTALE

Dicembre 2020 – gennaio 2021

Un progetto partecipato realizzato dal Tavolo Vallette in collaborazione con la Casa di Quartiere e le Officine Caos della Circoscrizione 5 e IREN S.p.A.

 

IL PRESEPIO di Emanuele Luzzati

Parco del Valentino, Borgo Medievale

Dall’8 dicembre al 10 gennaio 2021

Il simbolo della tradizione natalizia cristiana, rappresentato dai personaggi creati dal celebre illustratore e scenografo Emanuele Luzzati, ritorna nella piazza del Melograno del Borgo Medioevale.

 

COLLABORAZIONI

LUCI D’ARTISTA / SUONI D’ARTISTA / C0C (CZEROC)

C0C (CZEROC), progetto di C2C – Club To Club Festival – a Torino dal 5 all’8 novembre 2020 – in sinergia con Luci d’Artista. Si tratta di un programma speciale diffuso nel quartiere di Porta Palazzo: quattro totem posizionati nell’area di piazza della Repubblica restituiranno, tramite la scansione di un QR code, l’ascolto di una sonorizzazione ispirata alla piazza e ai suoi movimenti. Le installazioni sonore dialogheranno con le opere luminose collocate nel quartiere di Porta Palazzo – ‘L’energia che unisce si espande nel blu’ di Marco Gastini e ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto – in un itinerario visivo e acustico che da un totem all’altro offrirà la completa fruizione della composizione musicale.

PROGETTI EUROPEI: ‘LIGHT ART IN PUBLIC SPACES / LAIPS’

La Città di Torino attraverso l’esperienza di Luci d’Artista continua a essere membro attivo della rete L.U.C.I. (Lighting Urban Community International) di cui nel 2002 è stata socio fondatore. L’Unione Europea (nell’ambito dell’European Cooperation Projects 2020 – Call for Proposals EACEA 32/2019) ha ammesso a finanziamento il progetto LAIPS – Light Art in Public Spaces, i cui partner sono la rete L.U.C.I. (capofila) e le città di TorinoOulu (FI) e Lyon (F).

Sono in via di realizzazione le attività formali e organizzative necessarie per l’avvio del progetto che mira a rafforzare le capacità delle città europee nel campo delle installazioni permanenti di arte luminosa negli spazi pubblici attraverso: lo scambio delle migliori pratiche, la promozione della cooperazione transnazionale tra le diverse realtà urbane coinvolte e l’utilizzo di strumenti digitali innovativi.

Ciò avverrà attraverso la creazione della nuova app Light & Art per smartphone.

Il progetto europeo si concluderà con 1) una conferenza finale sul tema Light & Art – in programma a Torino nel settembre 2023 – a cui parteciperanno esperti internazionali; 2) la realizzazione di workshop; 3) il lancio ufficiale dell’app.

 

COLLABORAZIONE CON PROGETTO ‘TONITE’

La Città di Torino è capofila – insieme a ExperientiaEspereal TechnologiesSocialFareFondazione Torino WirelessEngineering Ingegneria informaticaANCIEFUS – del Progetto Europeo ToNite.

Finanziato dal Programma Europeo Urban Innovative Actions, ToNite ha l’obiettivo di migliorare la vivibilità delle aree urbane lungo il fiume Dora nelle ore serali attraverso la riqualificazione di spazi pubblici e l’attivazione di percorsi di inclusione sociale. Alcuni degli interventi realizzati attraverso ToNite si collegheranno al progetto Luci d’Artista e al suo public program.

PUBLIC PROGRAM DI LUCI D’ARTISTA

Dal 2018 la Città di Torino, attraverso il progetto Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea, ha avviato un ‘public program’ di Luci d’Artista per collegare le opere luminose e le poetiche dei loro autori con un programma di iniziative connesse alla presenza delle installazioni nei diversi contesti urbani. Le ‘Luci’ allestite nello spazio pubblico sono facilmente accessibili e costituiscono un’ottima opportunità per avvicinare i cittadini ai contenuti e ai linguaggi dell’arte contemporanea.

La difficile situazione determinata dall’emergenza COVID-19 ha portato a ridefinire e ampliare il progetto Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea, giunto alla terza edizione. Sono cresciuti il numero degli autori, le aree di intervento e l’arco temporale delle attività di formazione e di laboratorio (da novembre 2020 ad aprile 2021). Uno degli obiettivi del Progetto di quest’anno è mettere in connessione le opere nello spazio pubblico con la loro fruibilità nello spazio virtuale (digitale) per creare un momento di grande partecipazione collettiva, sia nella dimensione locale, sia in quella globale (virtuale). Inoltre, in base all’evoluzione della situazione epidemiologica COVID-19, si esploreranno e applicheranno tutte le opportunità offerte dagli strumenti e i linguaggi del digitale.

Il Progetto di quest’anno – che ha come titolo ‘Nuovi Equilibri’ – è promosso dalla Città di Torino in cooperazione con la Fondazione Teatro Regio Torino ed è realizzato in collaborazione con il Dipartimento Educazione della GAM, le Attività Educative e Formative del PAV Parco Arte Vivente (Centro sperimentale d’arte contemporanea), il Dipartimento Educazione della Fondazione Merz e quello di Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

 

CERIMONIA DI INAUGURAZIONE

L’inaugurazione di Luci d’Artista 2020 si terrà venerdì 30 ottobre e si svolgerà in live streaming. La videoconferenza – in diretta dal Foyer del Toro del Teatro Regio di Torino – sarà realizzata a cura del consorzio TOP-IX (TOrino Piemonte Internet eXchange) nel pieno rispetto delle ultime disposizioni collegate all’emergenza COVID-19.

La cerimonia sarà visibile in diretta dalle ore 17.30 sulla piattaforma online https://streamyard.com/9zxf8wrhip oppure sui siti www.contemporarytorinopiemonte.itwww.comune.torino.it e sui canali social Facebook e You Tube di Luci d’Artista e di Contemporary Art. L’inaugurazione online si aprirà con l’intervento dei rappresentanti delle istituzioni, dei partner e degli sponsor.

Dalle ore 18 si effettueranno (in esterno, tramite un sistema di videoconferenza) brevi collegamenti in diretta con i rappresentanti istituzionali delle Circoscrizioni, degli Enti e delle realtà scolastiche e associative coinvolte nell’attività di animazione e nei percorsi degli Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea inseriti nel Public Program di quest’anno.

Sono previsti collegamenti con i rappresentanti:

–          della Circoscrizione 2, degli insegnanti della Vidari, della parrocchia Redentore e di vari componenti del Tavolo Tecnico Case Popolari, che interverranno da piazza Livio Bianco per la festa di comunità da loro organizzata in occasione dell’accensione dell’opera Ice Cream Light di Vanessa SAFAVI;

–          della Circoscrizione 3 che parleranno dal cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila in via Germonio 12, con la presenza della Fondazione Merz che per l’accensione dell’opera My noon di Tobias REHBERGER collocata nel cortile dell’Istituto stesso.

–          della Circoscrizione 5, del Centro di Documentazione Storica (CDS), del CADD di via Pianezza 132 (Centro diurno per persone con disabilità della Città di Torino) e della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea sull’opera di Luigi NERVO al Centro Culturale Principessa Isabella per l’accensione della nuova illuminazione artistica del Monumento del 1706 (opera dell’autore stesso) collocato in via Foglizzo/via Pianezza;

–          della Circoscrizione 8, della Città della Salute e della Scienza di Torino, del Presidio Ospedaliero Regina Margherita, della FORMA – Fondazione dell’Ospedale Infantile Regina Margherita Onlus, dell’Associazione Linea d’Acqua, della famiglia Molinari e del PAV – Parco Arte Vivente dedicata all’opera di Mario MOLINARI che saranno presenti all’Ospedale Regina Margherita per l’accensione dell’opera Concerto di Parole.

Gli interventi in videoconferenza si alterneranno con filmati originali – relativi ad alcune opere presenti nella XXIII edizione – realizzati dal consorzio TOP-IX (TOrino Piemonte Internet eXchange) con la regia di Max Chicco e con un contributo video a cura della Rete Internazionale L.U.C.I. (Lighting Urban Community International).

 

LUCI D’ARTISTA CITY TOUR

Visita Torino in una luce straordinaria con un tour della città davvero speciale.

Durante un emozionante tour di un’ora con il bus panoramico City Sightseeing® Torino (quest’anno sponsor della manifestazione) accompagnato da una guida turistica, si potranno ammirare (nel rispetto delle norme legate all’emergenza COVID-19) le installazioni più celebri della XXIII edizione di Luci d’Artista. Ogni sabato e domenica dal 28 novembre 2020 al 3 gennaio 2021 (inclusi il 7, 8 e 25 dicembre 2020 e l’1 e 6 gennaio 2021) si effettuerà il tour a bordo di un autobus panoramico con guida turistica (in lingua italiana, inglese e francese). Partenza alle ore 17.30 (piazza Castello/via Po) e nelle giornate del 5, 6, 7, 19, 25, 26 dicembre, 1, 2 gennaio anche alle ore 19.00.  Tariffa intero: € 16,00 – Tariffa ridotto (5-15 anni): € 8,00 – Bambini under 5: free

SPECIALE NOLEGGIO: è prevista anche la possibilità di organizzare tour privati per gruppi.  Info e prenotazioniwww.city-sightseeing.it/it/torino – infotorino@city-sightseeing.it – Tel: +39 011 19464500

ELENCO LUCI D’ARTISTA

 

CENTRO CITTÀ

  1. Cosmometrie – Mario AIRÒ – piazza Carignano
  2. Tappeto Volante – Daniel BUREN – piazza Palazzo di Città
  3. Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime – Nicola DE MARIA – piazza Carlina – Opera permanente in via sperimentale
  4. Giardino Barocco Verticale – Richi FERRERO – via Alfieri 6 – Palazzo Valperga Galleani – Opera privata permanente
  5. L’energia che unisce si espande nel blu – Marco GASTINI – Galleria Umberto I – Opera permanente
  6. Planetario – Carmelo GIAMMELLO – via Roma
  7. Migrazioni (Climate Change) – Piero GILARDI  Galleria San Federico
  8. Cultura=Capitale – Alfredo JAAR – piazza Carlo Alberto – Opera permanente
  9. Doppio passaggio (Torino) – Joseph KOSUTH – ponte Vittorio Emanuele I -Opera permanente
  10.  Luì e l’arte di andare nel bosco – Luigi MAINOLFI – via Carlo Alberto
  11.  Il volo dei numeri – Mario MERZ – Mole Antonelliana – Opera permanente
  12.  Vento Solare – Luigi NERVO – piazzetta Mollino
  13.  Palomar – Giulio PAOLINI – via Po
  14.  Noi – Luigi STOISA – via Garibaldi

 

CIRCOSCRIZIONI: DALLA 2 ALLA 8

  1. Ice Cream Light – Vanessa SAFAVI – piazza Livio Bianco(Circoscrizione 2)
  2. Volo su… – Francesco CASORATI – area pedonale di via Di Nanni (Circoscrizione 3)
  3. My noon – Tobias REHBERGER – nuova collocazione – Borgata Lesna – cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila, via Germonio 12 (Circoscrizione 3)
  4. Illuminated Benches –  Jeppe HEIN  piazza Risorgimento  Opera permanente in via sperimentale (Circoscrizione 4)
  5. L’amore non fa rumore – Luca PANNOLI – piazza Eugenio Montale (Circoscrizione 5)
  6. Vele di Natale – Vasco ARE – piazza Foroni, zona mercato rionale (Circoscrizione 6)
  7. Amare le differenze – Michelangelo PISTOLETTO – piazza della Repubblica – Opera permanente (Circoscrizione 7)
  8. Piccoli spiriti blu – Rebecca HORN – Monte dei Cappuccini – Opera permanente (Circoscrizione 8)
  9. Ancora una volta – Valerio BERRUTI – via Monferrato (Circoscrizione 8)
  10. Concerto di Parole – Mario MOLINARI – nuovo allestimento – in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita – piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia (Circoscrizione 8)
  11. Luce Fontana Ruota – Gilberto ZORIO – Laghetto Italia ’61 – Opera permanente (Circoscrizione 8)
  12. L’albero del PAV – Piero GILARDI – Via Giordano Bruno, 31 (Circoscrizione 8)

 

Sito: http://www.contemporarytorinopiemonte.it

(foto Fabio Darò)

Scrittorincittà torna a Cuneo (ma solo online)

Cuneo, 11 – 15 novembre / Scrittorincittà torna a Cuneo da mercoledì 11 a domenica 15 novembre 2020 per la sua XXII edizione. Il filo conduttore di quest’anno, intorno al quale autori italiani e stranieri saranno come sempre chiamati a esprimersi, riflettere, confrontarsi, è Prossimo, tema scelto in tempi non sospetti e che gli ultimi mesi hanno infuso di nuovi significati e accezioni.

 

Programmando scrittorincittà 2020, all’insegna del tema “Prossimo”, l’organizzazione aveva immaginato un’edizione ibrida, con incontri in presenza e online, come sempre per tutte le fasce d’età, mantenendo al centro il cuore della manifestazione: far incontrare autori, libri e lettori. Nonostante la grandissima disponibilità da parte di scrittori, artisti ed editori nei confronti delle soluzioni di volta in volta proposte per adattare il programma in base alle disposizioni nazionali e regionali che si sono susseguite, la curva dei contagi ha costretto a ripensare ancora una volta l’edizione di quest’anno, che si svolgerà interamente online.

 

Il festival è un’iniziativa del Comune di Cuneo, in collaborazione con la Provincia di Cuneo e la Regione Piemonte ed è organizzato dall’Assessorato per la Cultura del Comune di Cuneo e dalla Biblioteca Civica. L’iniziativa è sostenuta da Fondazione CRC, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT (main partner), da Open Baladin, UBI Banca, We Cuneo, Confcommercio (sponsor), da Baladin, CIA Cuneo, Cuneo Rent, Informatica System, Castelmar, Farmacie Comunali, Coldiretti Cuneo (sponsor tecnici), con la collaborazione di ABL-Associazione Amici delle Biblioteche e della Lettura, PromoCuneo, Associazione Librai Cuneo, ATL Cuneo, e il patrocinio della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea.

Il programma è a cura di Stefania Chiavero, Paolo Collo, Matteo Corradini, Raffaele Riba, Andrea Valente.

 

 

Il tema dell’edizione 2020: Prossimo

Prossimo non significa vicino, ma molto vicino. È un superlativo. Prossimo significa così vicino da non poterlo evitare. Il prossimo è l’inevitabile, ciò che arriva, ciò che ti trovi addosso, anche quando non lo pensi, anche quando non lo vuoi.

È una vicinanza nello spazio. Ma è anche una vicinanza nel tempo: il prossimo minuto, il prossimo mese, il prossimo anno. È qualcosa che sta per accadere, inevitabilmente: l’estate sta arrivando, è ormai prossima, la prossima guarigione del malato. Tutti desideriamo essere prossimi alla felicità: anzi, la felicità spesso sta già in quel desiderio che ti fa sentire vicinissimo, sul punto di essere felice. Prossimo non è chiusura ma simbolo di apertura.

Prossimo è una persona, e non è solo un parente prossimo. È chi incontri. È chi sta sulla tua strada. È quella fetta di mondo che entra nella tua vita. In questa, non nella prossima. È il tuo prossimo. Che non scende alla prossima fermata ma resta accanto a te. E nemmeno tu scendi.

“Tolta una percentuale davvero irrilevante, l’intero universo è fatto da altri”, diceva Woody Allen.

Protagonisti del festival sono i prossimi scrittori in letteratura, gli autori e le autrici che raccontano questa prossimità di rapporti, indagano la relazione, il sentimento, l’intimità quando viene svelata a un’altra persona. Il futuro sognato, pensato, realizzato, studiato.

Racconteremo la responsabilità di chi fa solidarietà, la responsabilità civile di costruire un pianeta per il prossimo tuo, e anche per la prossima generazione. La politica, l’economia, l’agricoltura, la ricerca scientifica… nell’ottica di una prossimità realizzabile e in molti casi già realizzata. Un “vicinato” globale.

Con bambini e ragazzi cercheremo di capire cosa significa sbilanciarsi sugli altri, su individui o mondi diversi. Quale sarà il prossimo? Il prossimo presuppone un passo in avanti, uno spostamento, un occhio rivolto al prossimo futuro. Le prossime storie, le prossime sorprese. Le prossime responsabilità. Chi ci sarà il prossimo anno? Quale sarà il prossimo libro?

C’è tutto un futuro da costruire insieme, tu e il tuo prossimo. Un futuro prossimo, sul punto di accadere, un futuro che ha bisogno di uno sguardo lontano ma di scelte vicine, vicinissime, che cambino da subito il presente. Insomma: avanti il prossimo!

 

 

Gli ospiti della XXII edizione

Ad aprire la XXII edizione di scrittorincittà, mercoledì 11 novembre alle 17.30 in live streaming, sarà Gherardo Colombo in dialogo con Cristina Clerico nell’incontro “La democrazia, una casa in cui abitare”. A partire dal suo libro Anche per giocare servono le regole (Chiarelettere), racconterà la Costituzione ripercorrendone e chiarendone gli articoli, sviluppando i temi della libertà, dei diritti e dei doveri, dell’uguaglianza, del rispetto, della responsabilità, della cittadinanza e della democrazia.

 

All’Europa e alle nostre responsabilità in quanto cittadini europei è dedicato anche l’incontro di Filippo Spiezia (Attacco all’Europa, Piemme), che con Bruno Giraudo passa in rassegna alcuni dei rischi più inquietanti per la sicurezza dei cittadini europei: il terrorismo di matrice islamica, l’emergenza migratoria, le infiltrazioni mafiose su larga scala nell’economia legale. Da sempre il nostro mondo è percorso da mutamenti e metamorfosi, tanto sul piano geopolitico quanto sul fronte economico e sociale, mai però veloci e frequenti quanto in questo inizio di secondo millennio: se ne parla nell’Atlante del mondo che cambia di Maurizio Molinari (Rizzoli); con lui, a tracciare la rotta verso un orizzonte che prende forma, Massimo Mathis. Tito Boeri e Sergio Rizzo (Riprendiamoci lo Stato, Feltrinelli), in un incontro moderato da Patrizia Manassero, entrano nel labirinto infinito della burocrazia e ci portano in un viaggio nelle deviazioni e nelle storture dello Stato. A cinquant’anni dallo Statuto dei lavoratori, il diritto/dovere al lavoro appare sempre più in crisi, reso più precario e distante dalla pandemia: ce ne parlano Silvia Zanella (Il futuro del lavoro è femmina, Bompiani) e Roberta Lisi (Lavorare, è una parola, Donzelli), moderate da Maria Cristina Scalabrini.

 

Non potevano mancare nel palinsesto incontri dedicati alla situazione che stiamo vivendo – com’è nata, cosa è stato fatto a riguardo e cosa possiamo imparare da essa perché non ricapiti mai più: Marco Imarisio e Fiorenza Sarzanini (Come nasce un’epidemia, Rizzoli), moderati da Marco Alfieri, analizzano i giorni di Alzano Lombardo e della val Seriana, centro del centro della pandemia, a mente fredda e con i dati ben chiari. Riccardo Iacona (Mai più eroi in corsia, Piemme) con Paolo Griseri ci porta dentro l’inferno della pandemia riportando le voci e le testimonianze dei protagonisti, dei medici di base, degli infermieri, dei parenti delle vittime, ma anche degli esperti, di chi aveva avvisato dei rischi e che non è stato ascoltato per tempo. E non può che partire dai giorni più drammatici della primavera 2020, quando i mezzi militari portavano via da Bergamo le bare delle vittime del Covid-19, la riflessione che fa in Riscatto (Rizzoli) il sindaco Giorgio Gori; dialoga con lui il sindaco Federico Borgna.

 

Il prossimo è chi incontriamo, chi sta sulla nostra strada, non necessariamente vicino nel tempo e nello spazio. Sappiamo che l’amore per il prossimo è l’ultima parola e la più bella a cui approda il racconto biblico. Ma non è stata la sua prima parola, anzi, la storia dell’uomo sembra cominciare simbolicamente con una violenza: Caino uccide il fratello Abele senza pietà. Massimo Recalcati (Il gesto di Caino, Einaudi) ci spinge a riflettere sulla violenza e sulla risposta alla violenza; su cosa sia il prossimo e su come, pragmaticamente e per simboli, l’amore per chi arriva possa avere basi solide nel cuore e nella mente. Al prossimo, Don Luigi Ciotti ha dedicato tutta la sua vita. Ne L’amore non basta, scritto con Cecilia Moltoni (Giunti), racconta se stesso, della miriade di incontri che hanno segnato la sua vita, del lavoro del Gruppo Abele e di Libera. Con loro Stefania Chiavero. Il prossimo è Abdullahi Ahmed (Lo sguardo avanti, add), partito da Mogadiscio, scossa da una guerra civile, a 19 anni, nella speranza di poter studiare e mettere da parte qualche soldo per dare un futuro ai suoi fratelli, e che si sta preparando a tornare in Somalia con alcune borse di studio per i ragazzi di Mogadiscio che ancora devono costruire il proprio mondo. Dialoga con lui Alice Bigli. Il prossimo è anche Enaiatollah Akbari, protagonista di Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda e ora del suo seguito Storia di un figlio (Baldini+Castoldi), intervistati dai ragazzi della redazione di 1000miglia. Ma il prossimo è anche oggetto di odio ed hate speech, che nell’epoca 2.0 ha trovato il modo di dilagare ovunque, inquinando e polarizzando ogni canale del dibattito pubblico. Ce ne parlano Federico Faloppa (#odio. Manuale di resistenza alla violenza delle parole, UTET) e Raffaele Riba.

 

Ai prossimi progressi che vorremmo vedere nel nostro sentire comune è dedicato l’incontro di Edoardo Lombardi Vallauri (Ancora bigotti, Einaudi), in dialogo con Pier Franco Brandimarte, una spallata agli ultimi 4.000 anni di bigottismo e alla nostra convinzione di essere liberi, così come quello di Micaela Ghisleni, autrice di Generazione arcobaleno. La sfida per l’eguaglianza dei bambini con due mamme (Einaudi) che racconta la battaglia civile perché ai genitori dello stesso genere, sia riconosciuto il dovere della responsabilità genitoriale per i propri figli fin dalla nascita; dialoga con lei Cristina ClericoMichela Murgia, invece, riflette sull’immaginario femminile raccontato dagli uomini, una discussione a fil di parola, là dove la parità diventa un desiderio da realizzare con consapevolezza, coraggio e, perché no, tenerezza. E a proposito di uomini, c’è il Maschilista inconsapevole (che non sa di esserlo), il silente (che preferisce cambiare discorso), l’infastidito (che trova le donne esagerate nelle loro rivendicazioni), l’indifferente (che proprio se ne frega dell’argomento). Come riconoscere un Maschilista in ufficio? E in famiglia? Tiziana Ferrario (Uomini, è ora di giocare senza falli, Chiarelettere) ha composto un pamphlet puntuale e provocatorio. Si confronta con lei Cristina ClericoJoni Seager (Atlante delle donne, Add), insieme a Chiara Codecà, ci introduce invece alla più aggiornata e accurata analisi di come vivono le donne qui e ovunque altrove, e mette in fila le informazioni perché siano chiare come i desideri di cambiamento delle donne nel mondo. Incontro realizzato in collaborazione con Laboratorio Donna.

 

Quale pianeta lasceremo in eredità alle prossime generazioni? In Climate Justice (Donzelli) Mary Robinson, prima Presidente donna dell’Irlanda dal 1990 al 1997 e già alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, in dialogo con Andrea Vico, riporta storie di sofferenza, ma anche di riscatto e di resilienza, a conferma che la lotta contro il cambiamento climatico riguarda tutti, e che ciascuno è chiamato ad agire responsabilmente per sé e per le generazioni future. Elena Granata in Biodivercity (Giunti) racconta di esperimenti, di follia creativa, di occasioni in cui il banale buonsenso preserva preziosi contesti locali, esperienze singole e disparate, ma capaci di inaspettate ricadute planetarie; dialoga con lei Elena Lovera. Con Daniele Zovi (Ale e Rovere, De Agostini) e Irene Borgna parleremo di un paradosso: le piante prima e gli animali selvatici poi, a cui noi voltiamo le spalle, diventano sempre più prossimi. Gli alberi si avvicinano alle nostre case e appena lasciamo uno spazio vuoto, un terreno incolto, un orto abbandonato, lo riempiono lanciando i semi che presto lo trasformeranno in bosco. CClimaTT propone invece un appuntamento per conoscere l’evoluzione del clima e dei ghiacciai delle Alpi Marittime insieme a Luca Mercalli, che con Daniele Cat Berro ha realizzato il volume Ultimi ghiacci, clima e ghiacciai delle Alpi Marittime.

 

Cosa succederà nel (prossimo) futuro? Delle prossime tecnologie discutono Daniele Rielli e Raffaele Riba. Nel suo romanzo Odio (Mondadori), Rielli ha immaginato un’agenzia di Big data che monitora le scelte di migliaia di consumatori e che sta per lanciare sul mercato un dispositivo in grado di svelare il cuore oscuro degli umani. La ricerca scientifica guarda il cielo, e cerca un prossimo anche lassù, dove c’è l’origine del nostro pianeta, la storia della nostra storia, le tracce di vita che cerchiamo altrove. Tra domande e risposte, Amedeo Balbi ci racconta la ricerca astrofisica.

 

Prossimo può essere il futuro, ma anche il passato: la sera del 29 gennaio 1996 un incendio illumina il cielo di Venezia: è il teatro La Fenice che va a fuoco. Giorgio Falco (Flashover, Einaudi), in dialogo con Raffaele Riba, ha scritto un libro che, come un incendio, illumina e divora il suo oggetto: ricostruzione e decostruzione di una storia vera, indagine sul desiderio e sul potere del denaro di trasformare le cose e i corpi. Dopo quasi trent’anni, Pietro Grasso (Paolo Borsellino parla ai ragazzi, Feltrinelli) racconta a chi nell’estate del ’92 non era ancora nato la storia di un gruppo di giudici e del loro straordinario coraggio. Con lui Paolo Giaccone. Torniamo un po’ più indietro, agli anni ’80, con Gabriele Ferraresi (Mad in Italy, Il Saggiatore) che ne ripercorre i lati più trash, dai paninari e da Jerry Calà, da Luis Miguel e dalla guida alle discoteche d’Italia di Gianni De Michelis; poi i colorati anni Novanta, con il karaoke in tv e Nino D’Angelo che gira una parodia di Titanic in salsa neomelodica, un pellegrinaggio alla scoperta del peggio in compagnia di Elio Parola. Cosa accade quando oggetti di uso comune cadono in disuso dall’oggi al domani? Massimo Mantellini (Dieci splendidi oggetti morti, Einaudi) ci racconta il declino di 10 oggetti che segnano distanze istantanee tra generazioni, e punti cardinali su una bussola che indica chi eravamo e chi siamo diventati. Dialoga con lui Pier Franco Brandimarte. Indietro in una Palermo del 1942 ci porta Simonetta Agnello Hornby (Piano nobile, Feltrinelli), in dialogo con Martino Gozi, sgomitolando storie che sono anche episodi della storia di tutto il Paese e dilatano quella capacità di allacciare la visione d’insieme e la potenza del dettaglio.

 

Meno prossima è la storia di Enea, l’eroe che vaga nel mondo portandosi sulle spalle anziani e bambini, colui che viaggia su una nave senza nocchiero alla ricerca di un nuovo inizio, di una terra promessa in cui ricominciare. Andrea Marcolongo (La lezione di Enea, Laterza) con Andrea Grisi rilegge la storia di ieri nella storia di oggi, per capire meglio un mondo che cambia. Così come lo è quella di Dante, un uomo del Medioevo, immerso nel suo tempo, che ci ha lasciato la sua testimonianza personale su cosa significava, allora, essere un giovane uomo innamorato o cosa si provava quando si saliva a cavallo per andare in battaglia. Il grande poeta raccontato come non mai da Alessandro Barbero (Dante, Laterza). Con Telmo Pievani (Finitudine, Raffaello Cortina), intervistato da Federico Taddia, un giallo filosofico con due compianti premi Nobel, Albert Camus e il genetista Jacques Monod. Marco Buticchi (L’ombra di Iside, Longanesi) e Livio Partiti ci portano invece nell’antico Egitto. Forse più prossimo di quanto in realtà non si pensi è invece il Medioevo, un’epoca buia, nell’immaginario comune, che però ci parla oggi con voce chiara, attraverso le tante paure che assillavano donne, uomini, bambini: paura della fine, della miseria, della fame, delle epidemie; ma anche paura del diverso, dello straniero, degli ebrei, dei musulmani, dei mongoli. Chiara Frugoni (Paure medievali, Il Mulino) piega lo spazio-tempo e ci racconta come gli umani siano ancora gli stessi di allora: esseri che nascono, amano, crescono, sperano, si spaventano. Dialoga con lei Manuele Berardo.

 

Non solo letteratura ma anche sport e musica; lo sport è il grimaldello per aprire quegli spazi di libertà vitale fondamentali per la crescita dei giovani, per il loro stare e aprirsi al mondo; Andrea Zorzi riflette su questo strumento educativo fondamentale capace di influenzare il rapporto dei giovani col mondo, in un evento streaming organizzato da Fondazione CRC nell’ambito del progetto MotivAzione. Un incontro con Veronica Yoko Plebani (Fiori affamati di vita, Mondadori), giovanissima campionessa paraolimpica che pratica snowboard, canottaggio e triathlon, e che si allena per quello che sarà, speriamo, Tokyo 2021, in dialogo con Viviana MazzaRaoul Bova (Le regole dell’acqua. Il nuoto e la vita, Rizzoli) in un’inedita veste di scrittore, approfondisce un aspetto particolare del tema prossimo, raccontando le lezioni, le sfide e gli incontri legati al mondo del nuoto, di cui è stato promessa giovanile. In occasione del 250° anno dalla nascita, Saverio Simonelli (Cercando Beethoven, Fazi) in dialogo con Paolo di Paolo racconta l’uomo che ha cambiato per sempre il destino della musica: Beethoven. E incontriamo di persona anche la più prossima Orietta Berti (Tra bandiere rosse e acquasantiere, Rizzoli), cresciuta in un mondo alla Guareschi tra i comizi del PCI e la messa la domenica, intervistata da Matteo CorradiniPaolo Castaldi con la sua graphic novel La buona novella (Feltrinelli Comics) ci porta nella vicenda di Gesù di Nazareth cantata da Fabrizio de André nell’omonimo album, una storia che attraverso i secoli continua a coinvolge il presente. Modera Alessandro Mari. E non poteva mancare un ricordo in onore di Gianni Rodari, nel centenario della sua nascita, dedicato a Emma Meineri e Giovanna Ferro: Piccola serenata in rima baciata, un incontro con Daniele Aristarco e le musiche dal vivo di Giufà Galati.

 

E ancora: Gianumberto Accinelli (Mio nonno era una scimmia, Piemme), Ambra Angioini (InFame, Rizzoli), Silvia Avallone (Un’amicizia, Rizzoli), Corrado Augias (Guarda, Feltrinelli), Marta Barone (Città sommersa, Bompiani), Marco Bocci (In provincia si sogna sbagliato, Mondadori), Enrico Bucci (Cattivi scienziati. La pandemia della malascienza, Add), Gianrico Carofiglio (Della gentilezza e del coraggio, Feltrinelli), Lisa Casali (Il grande libro delle bucce, Castelvecchi), Alessandra Cassinelli, Lia Celi (Olympos’ Got Talent. Tre dee alla scuola media, Piemme), Anna Dalton (Tutto accade per una ragione, Garzanti), Andrea De Carlo (Il teatro dei sogni, La nave di Teseo), Roberto Dini, Luca Gibello e Stefano Girodo (Andare per rifugi, Il Mulino), Emanuele Ferrari (Il sapore dei ricordi, HarperCollins), Maria Frega e Francesco De Filippo (Filosofia per i prossimi umani, Giunti), Marilina Giaquinta (Non rompere niente, Euno edizioni), Alessia Gazzola (Costanza e buoni propositi, Longanesi), Thomas Gunzig (Feel Good, Marcos y Marcos), Lisa Iotti (8 secondi, viaggio nell’era della distrazione, Il Saggiatore), Gad Lerner (L’infedele, Feltrinelli), Loredana Lipperini (La notte si avvicina, Bompiani), Martina Liverani (Atlante di geogastronomia, Rizzoli), Elena Loewenthal (La carezza, La nave di Teseo), Vito Mancuso (I quattro maestri, Garzanti), Cristiano Militello (Cartelli d’Italia. Il diario 2020/2021, Baldini+Castoldi), Federico Pace (Passaggi segreti, Laterza), Enrico Pandiani (Il gourmet cena sempre due volte, EDT), Massimo Polidoro (Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani), Andrea Pomella (I colpevoli, Einaudi), Filippo Roma (Boomerang, Salani), Massimo Roscia (Il dannato caso del Signor Emme, Exòrma), Michael Rosen, Brunetto Salvarani (Dopo. Le religioni e l’aldilà, Laterza), Clara Sánchez (Cambieremo prima dell’alba, Garzanti), Jean-François Sénéchal (Semplice la felicità, Giralangolo), Beppe Severgnini (Neoitaliani, Rizzoli), Federico Taddia (Terra in vista!, Mondadori), Licia Troisi (La sfrontata bellezza del cosmo, Rizzoli), Raffaele Alberto Ventura (Radical choc, Einaudi), Andrea Vitali (Il metodo del dottor Fonseca, Einaudi).

 

Le anteprime

Tra le anteprime di scrittorincittà, mercoledì 7 novembre si terrà un incontro dedicato alla memoria del professor Franco Cordero, giurista e scrittore cuneese scomparso l’8 maggio 2020. Parteciperanno il sindaco Federico Borgna, il regista Walter Guadagnino e il giornalista Bruno Quaranta.

 

 

Il Premio Città di Cuneo per il Primo Romanzo

Scrittorincittà come sempre dà voce e fa conoscere ai lettori gli autori che nell’ultimo anno hanno esordito nella narrativa in lingua italiana. Il vincitore del Premio Città di Cuneo per il Primo Romanzo di quest’anno è Alice Cappagli, con il suo Niente caffè per Spinoza (Einaudi), che incontrerà virtualmente il pubblico insieme agli altri autori segnalati per il Premio – Emanuela Signorini (Il sangue nero di Mussolinia, Giovane Holden edizioni), Chiara Ferraris (L’impromissa, Sperling & Kupfer), Guido Saraceni (Fuoco è tutto ciò che siamo, Sperling & Kupfer). L’incontro di premiazione verrà realizzato in presenza appena possibile. Alle scuole superiori è dedicato invece un incontro online con l’autore selezionato dalle scuole tra le proposte del Festival du premier roman de Chambéry, Mathilde Chapuis (Nafar, Liana Levi), insieme a Guido Saraceni e Silvia Bono.

 

 

“B&B: Book&Breakfast”

Quest’anno, giocoforza, non sarà possibile incontrare gli autori a colazione nella storica cornice dell’Open Baladin. Il pubblico potrà comunque rivolgere online le sue domande agli autori, come sempre alle 9, proprio come se fossimo tutti lì! Sabato 14 novembre è la volta di Ginny Chiara Viola, che nel 2010 ha aperto un blog di oroscopo e astrologia e tiene ogni settimana su Radio Deejay la rubrica L’oroscopazzo. Saranno tante le domande che potremo rivolgerle, a partire da Il nuovo oroscopo personale 2021 (Rizzoli), guidati da Matteo Corradini. Domenica 15 incontro con Lia Celi che in Quella sporca donnina. Dodici seduttrici che hanno cambiato il mondo (UTET) ci propone una scorribanda nella storia, un tour libertino che ci mostra come una corrente sotterranea di ribellione abbia sempre attraversato i secoli, concentrandosi proprio nel punto ancora oggi più controverso di tutti: il sesso. Con lei, Federico Taddia.

 

 

Concorso Lingua Madre

C’è un filo sottile che congiunge le storie lontane, taciute e spesso sconosciute delle donne migranti: una modalità propria di stare al mondo, che antepone la relazione alla norma, la cura dei rapporti alla giustizia astratta. Da quindici anni il Concorso letterario nazionale Lingua Madre raccoglie e diffonde questo racconto corale che sfiora delicatamente i più vari aspetti: la maternità, l’emigrazione, le origini, la neutralità del linguaggio, le violenze. Vite che non si rassegnano ai pregiudizi e alle discriminazioni, dove a vincere è la forza delle donne che ne sono protagoniste. Sabato 14 novembre alle ore 16.30 un dialogo con le vincitrici della XV edizione del Concorso Lingua Madre, Yeniffer Lilibell Aliaga Chávez (Primo Premio) e Narcissa V. Ewans (Premio Speciale Torino Film Festival). Modera Daniela Finocchi, ideatrice del Concorso Lingua Madre.

 

 

Gli appuntamenti per bambini e ragazzi

Scrittorincittà ha come primo obiettivo quello di promuovere la lettura per tutti, dagli adulti ai ragazzi e ai bambini. Per questo è l’unico festival in Italia che dedica lo stesso spazio agli appuntamenti per i ragazzi e per il pubblico adulto, anche grazie a un ricchissimo programma per le scuole, dalle materne alle superiori. Tantissimi, come ogni anno, gli ospiti del programma dedicato ai più giovani.

 

Il programma completo è disponibile sul sito: www.scrittorincitta.it

 

Facebook: scrittorincittà | Twitter: @scrittorincitta | Instagram: scrittorincitta

#sic2020 #prossimo

Resta aperta la mostra “Ritratti di cinema”

L’ultimo Dpcm licenziato ha disposto la chiusura dei cinema fino al 24 novembre.

 
Se la magia della visione cinematografica è data dalla luce che segue il buio in sala, oggi per i piccoli cinema è sempre più difficile immaginare che il proiettore torni a interrompere l’oscurità che sta calando sul settore.
 
In questo momento è ancor più importante non dimenticare chi promuove la settima arte nelle sale piemontesi e le comunità cinematografiche che orbitano intorno agli schermi di provincia, protagonisti della mostra Ritratti di Cinema. La sala, il lavoro, il pubblico.
 
L’esposizione – visitabile gratuitamente fino al 15 novembre al Polo del ‘900 – include 54 scatti di diversi formati realizzati dal fotografo Diego Dominici durante l’edizione 2019 di Movie Tellers e mostrano 27 sale di tutte le 8 province coinvolte nella rassegna cinematografica organizzata dall’Associazione Piemonte Movie. La mostra è inoltre un modo per mantenere in vita la rassegna Movie Tellers che – a causa dell’incertezza dovuta al Covid – per quest’anno è sospesa.
 

La mostra si snoda in 3 ambienti che accolgono 3 macro-temi: la sala, il lavoro e il pubblico, oltre a una parete di “polaroid” create graficamente da Diego Dominici con tutti i volti di gestori e proprietari, le attrezzature, gli oggetti e le curiosità colti dal suo obiettivo.

La saletta proiezione completa il percorso con un focus sulle tante sale della città di Torino, attive e non, raccontate nel cortometraggio Manuale di Storie dei cinema di Stefano D’Antuono e Bruno Ugioli che ha vinto la seconda edizione del contest Torino Factory e che, proprio in questi giorni, sta concludendo la produzione della versione lungometraggio, prodotta da Rossofuoco.

Al Polo del ‘900 di Torino fino al 15 novembre 2020

Ascoltiamo l’appello dei cento uomini di scienza

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / L’appello del presidente dell’Accademia dei Lincei e di un centinaio di uomini di scienza che invitano il Governo ad assumere provvedimenti immediati e più stringenti per evitare il dilagare del contagio assume un valore molto particolare in un momento di sbando e di incertezza 

Chi scrive è stato bene attento negli scorsi mesi alla difesa dei diritti e delle garanzie costituzionali dei cittadini durante la clausura imposta dal Governo, ma la gravissima situazione in cui ci dibattiamo rende prioritaria la tutela del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.
C’è chi in modo improvvido ha ironizzato sui cento “vecchietti”  che dovrebbero essere rinchiusi in una RSA, sottovalutando il valore di una denuncia tanto grave e del tutto inedita . Benedetto Croce diceva che  l’onestà degli uomini di scienza è una risorsa paragonabile alla pudicizia delle donne. Comprendo che oggi parlare di pudicizia faccia sorridere perché siamo in una società desertificata priva di ogni riferimento morale, ma l’appello di cento scienziati non può cadere nel vuoto. Non si tratta di persone che vogliono approfittare della pandemia per apparire in Tv a pontificare. Si tratta di persone serie che possono essere considerate, come diceva Luigi Firpo, dei monaci del sapere. Occorrono provvedimenti drastici subito, per salvare la vita degli italiani. Gli appetiti  delle corporazioni economiche passano in secondo piano. Anche la riapertura delle scuole che ha portato alla decuplicazione dei contagi va rivista e ripensata in modo rapido perché essa segna il netto fallimento del Governo sul piano della sicurezza. Il gravissimo problema dei trasporti non affrontato nei mesi scorsi è un altro elemento che provoca l’innalzamento dei contagi.   Quei cento scienziati che si rivolgono al Presidente della Repubblica non devono essere una voce nel deserto di una politica che non sa o non vuole decidere. Quando la casa brucia, le mezze misure non servono e sono necessari interventi adeguati al caso. I tempi degli assessori che vanno in viaggio di nozze durante la pandemia sono davvero finiti. Occorre severità, coraggio e decisione, abbandonando le incertezze di questi giorni che hanno già provocato troppi contagi e troppe morti. L’Accademia dei lincei, che è il più alto consesso scientifico italiano, va ascoltata e va ascoltata subito e non derisa. Scrivere che essa è la “terza età della scienza“ appare un’affermazione tanto offensiva quanto infondata. Se io penso al livello di alcuni miei amici  accademici come il microbiologo di fama internazionale  Giorgio Cavallo o il giurista sommo Giovanni Conso che fu presidente dell’Accademia, mi sorge spontaneo un moto di indignazione per i livelli bassissimi a cui siamo  giunti.

Borgone di Susa: Maometto o Giove?

Quel bosco di acacie che costeggia la strada secondaria tra Borgone di Susa e San Didero custodisce un mistero, mai del tutto risolto da storici e studiosi.

Conficcato in una nicchia di un grande masso compare il volto di un personaggio dell’antichità. Si parla di Maometto, il profeta dell’Islam, o di un Giove romano o forse di qualcun altro. In bassa Val di Susa, a una quarantina di chilometri da Torino, i colori dell’autunno e le prime nebbie d’ottobre rendono quel luogo ancora più incantato e anche un po’ fiabesco. Ma intorno a quella figura maschile persiste la disputa, ormai vecchia di decenni, tra borgonesi e storici. I valsusini non hanno dubbi: quel volto scolpito nella roccia è quello di Maometto ma gli studiosi la pensano molto diversamente. Maometto non c’entra nulla, sostengono i ricercatori, si tratta piuttosto di una divinità romana. Eppure quel gigantesco masso caduto in valle a ridosso di una stradina accanto al bosco è rotolato per centinaia di metri dall’alto di una montagna dove i saraceni musulmani passavano, stazionavano e poi scendevano in valle per uccidere e distruggere paesi e borgate. Chissà che non siano stati proprio loro a incidere su quella roccia il volto del fondatore della religione islamica? Vale comunque la pena passare da queste parti quando si va in alta valle a sciare o a visitare Susa e la Novalesa o a mangiare la polenta in qualche rifugio. Si lascia l’auto dove è possibile e dopo una brevissima camminata eccolo lì, è talmente piccolo nell’enorme masso che quasi non si vede ma poi, avvicinandosi, emerge una piccola nicchia a forma di tempietto a quattro-cinque metri dal suolo. I borgonesi lo chiamano “il Maometto di Borgone”. Indossa una tunica e un mantello, ha le braccia sollevate verso l’alto e ai piedi si scorge un animale mentre sul frontone compare un’iscrizione, quasi cancellata dal tempo, con lettere latine. Per la tradizione popolare della zona quella figura rapresenta Maometto e molte leggende antiche si fanno risalire alle invasioni dei Mori che oltre mille anni fa devastarono la Valle di Susa lasciando terribili ricordi nella gente, poi tramandati per generazioni. Ma allora chi è rappresentato in quel bassorilievo? Le ipotesi avanzate sono diverse ma il Profeta avrebbe poco a che vedere con quel ritratto. Si tratterebbe invece, secondo gli storici, del volto di Giove Dolicheno, una divinità anatolica venerata dai soldati romani nel II-III secolo. Gli arabi arrivarono in Val di Susa alcuni secoli dopo la morte di Maometto. Valicate le Alpi marittime i predoni musulmani giunsero in Liguria e in Piemonte e nell’anno 906 furono avvistati per la prima volta nelle grotte dell’alta Val di Susa che furono usate come basi per assaltare e depredare i borghi valsusini, saccheggiando e uccidendo gli abitanti del luogo. La stessa celebre Abbazia di Novalesa, all’epoca uno dei più importanti centri culturali e religiosi del Piemonte, fu incendiata nel 912 dai saraceni e i monaci furono costretti a fuggire a Torino mettendo in salvo codici e manoscritti della biblioteca. Ma il mistero in bassa valle resta e la domanda se la pongono in molti: quel volto misterioso è di Maometto o di un Giove? Gli studiosi, come detto, non hanno più dubbi, si tratta di una divinità romana, ma per i borgonesi l’uomo misterioso resta Maometto. Lasciamo quindi a Borgone il suo “Maometto” in bella mostra su quella rupe che attira turisti e gitanti diretti in alta valle. Una capatina da Maometto è sempre gradita ai borgonesi.
Filippo Re

Giacobbo racconta in tv i musei reali

Protagonisti del programma televisivo Freedom – Oltre il confine 

 

Venerdì 23 e 30 ottobre su Italia1 Roberto Giacobbo condurrà gli spettatori in un viaggio alla scoperta delle meraviglie del Palazzo Reale e dei suoi sotterranei.

 

Torino, 22 ottobre 2020. La settima puntata della nuova stagione di Freedom si apre con un viaggio a Torino, alla scoperta dei segreti della dinastia più longeva d’Europa, quella dei Savoia. All’interno della stazione di Porta Nuova, sotto gli occhi distratti di milioni di passeggeri, si trova una stanza segreta, la sala d’attesa usata dal Re d’Italia 150 anni fa. E ai Musei Reali, tra le sale sfarzose di Palazzo Reale e nei Giardini Reali si celano spazi sotterranei sconosciuti, un vero labirinto tra storia e leggenda che la squadra di Freedom ha esplorato e ricostruito per la prima volta in 3D.

Questo e molto altro a Freedom – Oltre il confine, venerdì 23 ottobre, ore 21.25, Italia1.

Il Comune da’ l’ok a Gallerie d’Italia in piazza San Carlo

Palazzo civico ha approvato la proposta d’intervento di Intesa San Paolo SPA riguardante la creazione in piazza San Carlo 156, negli spazi ipogei di Palazzo Tuninetti, della sede torinese delle Gallerie d’Italia, il polo museale destinato a esposizioni permanenti e temporanee che interessa varie città italiane: Milano, Napoli e Vicenza.

Dopo l’approvazione della Giunta dello scorso 6 ottobre, il Consiglio comunale dopo la presentazione del’assessore all’Urbanistica Antonino Iaria ha approvato la ristrutturazione dell’edificio con l’ampliamento di circa novecento mq di spazi sotterranei ripensati in funzione dell’esposizione artisitca. Trentatré i voti favorevoli, quattro gli astenuti, L’intervento è eseguito in base alla Legge regionale 16/2018 riguardante la riqualificazione degli edifici senza variante al Piano Regolatore Generale.

Il progetto a cura dello studio dell’architetto Michele De Lucchi è stato presentato alla stampa nei mesi scorsi, ma vale la pena ricordare le caratteristiche di un’intervento che comprende 6.612 mq negli spazi della piazza considerata uno dei simboli di Torino: nasceranno 2.300 mq di gallerie espositive; 594 mq di gallerie all’aperto; 990 mq di distribuzioni e scale; 504 mq di ristorante e caffetteria; 327 mq per l’esposizione dell’archivio Publifoto; 201 mq dell’Università del restauro; 479 mq di impianti.

L’ingresso alle nuove Gallerie d’Italia avverrà dall’attuale accesso al cortile interno della sede bancaria. Gli spazi sotterranei divisi su più piani utilizzati nel recente passato per il caveau, gli archivi e le sale per le assemblee della società (funzioni trasferite al grattacielo di corso Inghilterra) sono ora destinati alla cittadinanza con gallerie d’arte affiancate dalla caffetteria e dal ristorante. L’accesso dei visitatori avverrà da un’ampia scalinata ritagliata nell’attuale cortile che sarà il completamento in superficie dell’esposizione museale ipogea.

A Torino – hanno spiegato la scorsa settimana i responsabili del gruppo bancario in Commissione consiliare alla presentazione del progetto – si punterà sulla fotografia e l’arte contemporanea. Intesa San Paolo possiede circa trentamila opere d’arte e, riguardo alla fotografia, è proprietario dell’archivio Publifoto costituito da sette milioni di foto scattate tra l’inizio degli anni Trenta e la fine del Novecento. Il progetto prevede aree destinate a laboratori di restauro fotografico, dove si assisterà alla cura e alla conservazione delle opere di Publifoto. Saranno allestite sale divulgative per le scolaresche.

I responsabili di Intesa San Paolo contano di inaugurare Gallerie d’Italia alla fine del 2021. L’investimento del gruppo porterà in dote alla Città un centro culturale di rilievo incluso, stando alle anticipazioni presentate in Commissione, tra i siti visitabili con la carta di Abbonamento Musei.