CULTURA- Pagina 115

Lingua, linguaggio, società digitale: se ne parla a Giovedì Scienza

QUANDO LA PAROLA CONTA PIÙ DEI FATTI. Lingua, linguaggio, società digitale

Giovedì 4 febbraio 2021 ore 17.45

Su www.giovediscienza.it

Con Vera Gheno, Sociolinguista specializzata in comunicazione digitale Andrea Moro, Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia

Contano più le parole o i fatti? Siamo abituati a pensare che le sole parole, senza fatti concreti a supporto, servano a poco. Ma è davvero così? In un periodo in cui accadono moltissime cose e se ne parla ancora di più, dove si trova il limite tra fatti e parole?

Oggi la parola umana è articolata in circa 6000 lingue: quali proprietà neurologiche del cervello hanno reso possibile ciò? Che cosa si intende per “lingue artificiali” e quali rapporti possono esistere tra intelligenza artificiale e linguaggio umano? A queste e molte altre domande risponderanno la sociologa Vera Gheno e il Prof. Andrea Moro, il 4 febbraio in diretta streaming su www.giovediscienza.it.

Un viaggio all’interno del linguaggio e della società digitale per capire che, a volte, le parole possono essere più rilevanti dei fatti, e altre, che i soli fatti semplicemente non bastano.

 

Vera Gheno

Sociolinguista specializzata in comunicazione digitale e traduttrice dall’ungherese, ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca. Attualmente lavora con la casa editrice Zanichelli ed è docente a contratto all’Università di Firenze. Nel 2019 ha pubblicato Potere alle parole. Perché usarle meglio (Einaudi), La tesi di laurea. Ricerca, scrittura e revisione per chiudere in bellezza (Zanichelli), Prima l’italiano. Come scrivere bene, parlare meglio e non fare brutte figure (Newton Compton), Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole (EffeQu). Da qualche mese conduce, con Carlo Cianetti, il programma di Radio1 Rai  Linguacce.

Andrea Moro

Professore ordinario di linguistica generale alla Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia, studia il rapporto tra la struttura delle lingue umane e il cervello. È stato varie volte visiting scientist al MIT, che ha iniziato a frequentare come studente Fulbright dalla fine degli anni ottanta, e alla Harvard University. Studiando il verbo “essere” ha scoperto strutture simmetriche nelle lingue umane e, utilizzando delle grammatiche artificiali, ha fornito prove sperimentali che le regole del linguaggio sono condizionate dall’architettura neurobiologica del cervello. Tra i suoi libri divulgativi I confini di Babele (Il Mulino, 2015) e Parlo dunque sono (Adelphi, 2013), Breve storia del verbo “essere” (Adelphi, 2008), Le lingue impossibili (Cortina, 2017). Ha scritto un romanzo, Il segreto di Pietramala (La nave di Teseo, 2018) che ha vinto il premio internazionale “Flaiano” per la narrativa nel 2018.

La 35a edizione di GiovedìScienza è ideata e organizzata da Associazione CentroScienza Onlus, con il patrocinio di Città di Torino e Città metropolitana di Torino, il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e il contributo di: Fondazione CRT, Banca d’Alba, Camera di commercio di Torino, UniCredit Spa. Partner Istituzionali: Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Accademia delle Scienze di Torino, Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN. Supporto alla comunicazione scientifica e regia streaming TAXI1729. L’iniziativa si svolge nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte. Social Media Partner: Torinoscienza. Sponsor tecnici: Teatro Colosseo, TopiXi. Ufficio stampa MAYBE

www.giovediscienza.it

L’arcobaleno delle emozioni

Il libro di Silvia Cavallo dedicato ai più piccoli affronta, attraverso la storia di Luna, un tema delicato e complesso.

“Mamma quando scrivi un libro tutto per noi?”. E’ così che è nata l’dea di creare un libro unico e speciale che parlasse ai bambini di un argomento molto delicato come le emozioni.

Silvia Cavallo, appassionata di scrittura da sempre, ha coronato il suo sogno e quello delle sue figlie scrivendo un libro che, attraverso una fiaba, spiega e illustra, in coppia con Monica Blunda e le sue bellissime immagini, quel mondo articolato e profondo fatto di stati mentali e fisici non sempre di facilecomprensione e gestione. Il ruolo delle emozioni infatti, sia nella sfera privata che in quella sociale, rappresenta un tema   complesso e intimo; talvolta, purtroppo, viene suggerito ai bambini, consapevolmente o inconsapevolmente, di reprimerlee questo può risultare controproducente, tutte le emozioni in realtà, sono fondamentali per maturare, passo dopo passo, consapevolezza ed equilibrio.

Questo è il prezioso messaggio racchiuso nell’ultimo libro della scrittrice torinese, già autrice dei romanzi (Bestseller Amazon) “Chiedimi se sono felice” e “C’è il sole, fuori”.

“L’arcobaleno delle emozioni” (Edizioni Effetto, dicembre 2020) è la storia di Luna, piccola e dolcissima abitante dell’isola di Gioia dove tutti vivono serenamente fino al giorno in cui l’enorme re del buio arriva ad avvolgere le cose e le personerendendole tristi. Da quel giorno Luna e il suo inseparabile uccellino Nanù partono per un viaggio emozionante, decisi a riportare la luce e la gioia sulla loro isola. In questo viaggio fantastico e avventuroso incontreranno le emozioni e i colori che le identificano. Riusciranno, con l’aiuto di simpatici e buffi compagni d’avventura, a portare a termine la loro missione?

Il messaggio, attuale e autentico, ribadisce come tutte le emozioni, non solo quelle “positive”, sono fondamentali poichèse vissute, elaborate, riconosciute e superate, permettono a grandi e piccini di sconfiggere il buio e far tornare un arcobaleno di luce e gioia.

“Un’emozione espressa”, spiega l’autrice, “se riconosciuta ed accettata come tale, è spesso un punto di forza, più che di debolezza. Non a caso, ne “L’arcobaleno delle emozioni” un ruolo fondamentale viene dato alla lacrima, da sempre ritenuta simbolo di fragilità, ma che in realtà può portare a ritrovare l’equilibrio con se stessi e con gli altri.”

Maria La Barbera 

“Amare è poesia”, la nuova raccolta poetica di Pinuccia Matta

Il sentimento amoroso e la poesia. Una dicotomia in cui non sempre è facile indicare quale dei due fattori preceda l’altro, vale a dire se l’amore venga espresso nella poesia o se la poesia sia essa stessa un atto d’amore verso l’universo.

Questo connubio è alla base della produzione poetica di Pinuccia Matta, autrice di un recente volume dal titolo “Amare è poesia” (Aletti Editore). Da sempre amante dell’arte e impegnata nel seguire la galleria d’arte e antiquariato di famiglia, Mattarte, con sede a Verolengo, Pinuccia Matta si è ispirata, nelle sue liriche, all’amore, inteso nell’accezione dell’amor cortese, tipico del Dolce Stil Novo. Questo sentimento, generato dal profondo del cuore, trova la sua espressione più felice proprio nella parola poetica e rappresenta la chiave di volta per l’essere umano per potersi avvicinare al divino.

La stessa autrice ama, infatti, definirsi “stilnovista” nei suoi versi, che sono musicali e al tempo stesso intimistici, capace di comunicare una filosofia di vita che risulta tanto più preziosa e esemplare in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, una filosofia ispirata alla gentilezza, al rispetto, alla fede e alla speranza che da questa si apre.
La raccolta di liriche rappresenta anche una silloge capace di trasformare in poesia esperienze autobiografiche, quali la visita a Malta, l’incontro a Medjougorie con la dimensione spirituale, i momenti vissuti e sofferti, e gli incontri che hanno contribuito alla sua evoluzione interiore e personale.

Pinuccia Matta è partita dal cuore e dal profondo dell’anima per affidare alla scrittura poetica la sua esperienza di vita e il suo impegno nel comunicare l’amore intorno a sé.
La sua raccolta di poesie ‘Amare è poesia’ è online sul sito della Biblioteca delle Suore Montevergine, in occasione della Fiera del Libro giunta alla sua seconda edizione. L’autrice ha anche partecipato nell’agosto 2019 alla rassegna Libri nel Borgo Antico di Bisceglie.

Il testo di poesie di Pinuccia Matta è visibile sulla piattaforma della Fiera, accessibile sul sito www.bibliotecasuoremontevergine.it e su www.adelinodimarino.com

Mara Martellotta

Andy Warhol é… Superpop!

Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, il “viaggio estroso e colorato” nella vita del mito indiscusso della Pop Art. Mostra riaperta al pubblico e prorogata fino al 25 aprile

Riproponiamo, in occasione della riapertura in presenza e della proroga della mostra, l’articolo già comparso su “Il Torinese” il 28 ottobre scorso, prima della chiusura per emergenza sanitaria dei Musei.

Altroché un quarto d’ora di celebrità! “Nel futuro- diceva lui – ognuno sarà famoso per quindici minuti”. Profezie o pillole di profezia. Non semplice boutade. Ma icone di pensiero buttate lì da un’autentica icona vivente. A pronunciarle Andy Warhol, padre universalmente riconosciuto della Pop Art, che di fama ne ha invece macinata in quantità indescrivibile nei suoi cinquantotto anni di vita, continuando tutt’oggi, a poco più di trent’anni dalla scomparsa, ad esserne compagno fedele, al di là dei tempi, delle mode e in barba ai flussi implacabili dell’oblio.

Secondo artista, pare, più comprato e venduto e quotato al mondo dopo Pablo Picasso, a Andy Warhol (Pittsburgh 1928 – New York, 1987, ultimogenito dei tre figli di modesti immigrati originari di Mikovà, paese dell’odierna Slovacchia), la “Palazzina di Caccia” di Stupinigi dedica la mostra evento “Andy Warhol é…Superpop!”, promossa da “Next Exhibition” e “Ono Arte”, con il patrocinio della “Città Metropolitana Torino”. Per la prima volta nel capoluogo piemontese, si tratta di un’esposizione unica, volta non solo a raccogliere un congruo numero delle più importanti e note opere di Warhol, ma anche a tracciare uno sguardo intimo e curioso su uno degli artisti simbolo del secolo scorso. Oltre settanta le opere ufficiali raccolte per l’occasione fra fotografie, serigrafie, litografie, stampe, acetati e ricostruzioni fedeli degli ambienti e dei prodotti che Warhol amava e da cui traeva ispirazione.

Il percorso espositivo si apre con l’atmosfera degli anni Cinquanta e Sessanta, in cui si raccontano le sue prime importanti esperienza come grafico pubblicitario (lavorando per riviste come “Vogue” e “Glamour”) per poi passare alle opere seriali, dai colori alterati vivaci e forti, icone senza tempo, da “Marylin”, a “The Self Portrait”, a “Mao Zedong” fino a “Cow” e alla celeberrima “Campbell’s Soup”. Ripetizione e serialità. Provocazione. L’idea di un’arte da “consumarsi” come un qualsiasi altro prodotto commerciale. In bella vista nelle sale di un Museo o sugli allettanti scaffali di un qualsiasi centro commerciale.

Del resto, affermava “non è forse la stessa vita una serie di immagini, che cambiano solo nel modo di ripetersi?”. Di grande interesse e suggestione, accanto agli acetati e alle lastre serigrafiche da cui prendevano corpo le sue stampe, sono anche le foto in bianco e nero del fotografo Fred W. McDarrah (Ney York 1926 – 2007) che con i suoi scatti documentò la nascita dell’Espressionismo Astratto e della Beat Generation e che, per oltre trent’anni, immortalò Warhol, non solo attraverso le sue opere ma anche sotto l’aspetto più intimo e umano, all’apice della carriera circondato dalle scatole del detersivo “Brillo”, durante l’inaugurazione di una sua personale, o mentre gira una delle sue pellicole sperimentali (il cinema e la musica, altre sue grandi passioni) o ancora, anni dopo, intento a una delle sue attività preferite: una telefonata. In mostra troviamo anche una replica delle “Silver Clouds”, un’installazione composta da palloncini che fluttuano a mezz’aria circondando il visitatore, creata per la prima volta nel 1966 alla “Leo Castelli Gallery”, dove McDarrah documentò il processo di allestimento.

E come poteva mancare l’Andy comunicatore e istrionico? Primo attore in occasione di vernissage (“Andrei all’inaugurazione di qualsiasi cosa, anche di una toilette”) o intento a far bisboccia in chiassosa compagnia nei locali di maggior tendenza degli States o accogliente padrone di casa nella sua “Silver Factory”, l’ampio locale al quarto piano di un’ex fabbrica di cappelli sulla 47^ strada, l’“open house”, la “fabbrica” dove l’artista produceva la gran parte del suo lavoro, ma anche quartier generale, luogo di ritrovo per un mondo di “originali” che lì si riunivano per rincorrere i principi della Pop Art come stile di vita. Senza pregiudizi, fra attori, drag queen, musicisti e innumerevoli personaggi dello “Star System”, alla sua corte Warhol accolse e lanciò verso i lidi del successo un nutrito gruppo di Superstar, dai “Velvet Underground” a Edie Sedgwick e a Candy Darling.

Il tutto in un’atmosfera sospesa fra sogno e realtà, chiasso, musica e colori, intorno a quello storico “divano rosso”, ricreato nella copia esatta esposta alla Palazzina di Stupinigi, su cui posero le nobili terga artisti come Lou Reed, Bob Dylan, Truman Capote e Mick Jagger. A chiudere il percorso gli scatti del fotografo americano (di origini croate) Anton Perich ai visitatori della “Factory” e le testimonianze di Keith Haring e Jean-Michel Basquiat (il “James Dean dell’arte moderna”), fra i più importanti esponenti del graffitismo americano ed eredi per eccellenza dell’arte del grande Maestro.

Gianni Milani

“Andy Warhol é…Superpop!”
Palazzina di Caccia, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi (Torino); tel. 375/5475033 o www.warholsuperpop.it
Fino al 25 aprile
Orari: dal lun. al ven. ore 10/17,30

 

Nelle foto

– “Marylin”, 1962
– “Mao”, 1972
– “Cow”, 1966
– “Warhol and Brillo Boxes at Stabel Gallery”, 1964, Photo Credit: Fred W. McDarrah/MUUS Collection
– Warhol Lines up a shot”, 1964, Rhoto Credit: Fred W. McDarrah/MUUS Collection
– “Warhol inflates his ‘Silver Clouds’ installation at the Leo Castelli Gallery”, 1966, Photo Credit: Fred McDarrah/MUUS Collection

Dario Argento e il fascino irresistibile di Torino

Dalle recenti polemiche con gli ebrei italiani sulle minacce alla figlia Asia da parte del Mossad israeliano (https://amp.ilgiornale.it/news/cronache/

mossad-e-incubi-dario-argento-1463849.html qui la aspra requisitoria di Vittorio Sgarbi) al passato riferimento all’occupazione nazista di Torino, nel lungo piano sequenza di ” Profondo Rosso”, in cui compare l’hotel Nazionale di piazza Cln dove nel 1943 la Gestapo ne aveva fatto il suo quartier generale, nel cinema e nella biografia di Dario Argento han sempre convissuto l’ebraismo dei mitici Luxardo materni, la cristianità della sua educazione religiosa e l’esoterismo magico di cui é cultore, fino a farne la cifra del suo cinema in generale e Torino la location ideale del suo genio intellettuale e cinematografico. Da villa Scott in prima collina, a piazza Solferino, fino alla Galleria d’arte moderna,  la nostra città ha sempre esercitato per il regista romano un fascino irresistibile fino a girarvi anche ” Il Gatto a nove code” e ”Quattro mosche di velluto grigio”. Sensitivi, pratiche di stregoneria, chiromanti e assassini di ogni tipo sono intepretati sempre da attori italiani e stranieri di vaglia, come la Clara Calamai dei telefoni bianchi, il David Hemmings reso famoso da ”Blow Up” di Michelangelo Antonioni, un giovane esordiente Gabriele Lavia fino alla seconda moglie da poco scomparsa Daria Nicolodi e Karl Malden. Da un passato giovanile militante contestatore di estrema sinistra amico di Piperno e Scalzone alla macchina da presa, Dario Argento si innamora della Augusta Taurinorum durante un viaggio in città con il padre e viene attratto dal suo stile ibrido liberty- barocco e dalla sua atmosfera metafisica e razionale, fredda e teutonica. La ” tedescheria d’Italia” come la definì Zino Zini diviene sfondo di riprese in steadycam, carrellate e dissolvenze incrociate, primi piani di occhi sbarrati dal terrore, uccisioni misteriose nel buio, scene di suspense e litri di sangue sparsi su scalinate di marmo, ascensori a grate e nebbiose giornate. Negli anni ‘70 della Torino di Giovanni Arpino e delle lotte operaie. Oggi arrivato ai suoi ottant’anni Dario ricevendo un premio alla carriera all’ ultimo festival del Cinema di Roma intervistato  ha detto:  ” il mio antidoto alla paura in tempi di covid é la preghiera e la sua compagna di sempre, la solitudine contemplativa” musa di tanti suoi soggetti per il grande schermo. Dove oggi la realtà supera ogni immaginazione il messaggio dell’Argento uomo resta quello di sempre : credere contro l’assurdo, come diceva Blaise Pascal.

Aldo Colonna

La poesia di Gian Giacomo Della Porta

Editoria e poesia si sposano nel giovane autore di liriche Gian Giacomo Della Porta, giunto al suo terzo volume di poesie dal titolo “Salvi a metà“, da poco in libreria

 

Editoria e poesia possono costituire un sottile fil rouge, a volte inscindibile. L’amore per la scrittura e il desiderio di rendere i testi reali e vivi sulla carta spesso si accompagnano alla passione per la parola poetica. Questo binomio risulta indissolubile in GianGiacomo Della Porta, giovane editore torinese, ma anche accattivante  poeta.

La sua ultima creatura letteraria è rappresentata dal volume di poesie intitolato “Salvi a metà”,  in cui l’autore ripercorre i miti romantici letterari legati alla figura del poeta per smitizzarli lentamente.

Questi miti vengono, infatti, dismessi, ma con assoluta leggerezza, introducendo espressioni capaci di destabilizzare e indurre il lettore a interrogarsi, pur senza alcuna forzatura.

La poesia che introduce il lettore nell’universo del libro è quella intitolata  “Giorni a venire “, metafora per l’autore di un futuro forse difficile da definire in questi tempi sospesi Covid, in cui, da una parte, egli avverte il desiderio di perpetuarsi attraverso la paternità, dall’altra sente molto forte il timore di abbandonare definitivamente la condizione della giovinezza e della sua spensieratezza, il suo “fanciullino pascoliano”.

Ci sono elementi naturali che rappresentano una presenza costante nelle poesie di Gian Giacomo Della Porta, come i sassi, le pietre,che l’acqua è  capace di erodere,  e la sabbia, che contraddistingue il componimento poetico intitolato “Vuoto d’erosione”; qui il titolo crea quasi un raddoppiamento dell’immagine che il poeta desidera trasmettere. Il protagonista è paragonato, nel suo stare al mondo,alla sabbia, che viene erosa dalla risacca notturna.

I versi di questo giovane autore conducono il lettore verso il mondo dei miti legati alla figura del poeta, di cui Gian Giacomo Della Porta fornisce una interpretazione nuova e inaspettata, non accettando la versione tipica del poeta romantico. Il ruolo che egliassume nella contemporaneità diventa allora simile a quello di Gleb, un mendicante alla stazione Termini, che incarna, metaforicamente in sé,  tutti mendicanti di oggi. Il dialogo del poeta con il lettore è sempre costante e avviene anche attraverso poesie che riflettono sulla condizione amorosa. L’autore, grazie ai suoi versi delicati e, a tratti, non lontani dalla poesia classica, rifiuta l’immagine tipica del poeta romantico, contraddistinta da un eccessivo individualismo, da cui deriva una sua disposizione a una profonda solitudine, ora amata quale fonte d’ispirazione, ora temuta e al tempo stesso odiata, quale un castigo.

Il rapporto del poeta con il lettore risulta diretto e ben esemplificato, per esempio, dalla lirica intitolata “Io ti conosco”, in cui Gian Giacomo Della Porta indica allo lettore di sapere che cosa lui gli chieda e quale sia il messaggio che venga dal lettore stesso cercato attraverso la poesia. Con una metafora il poeta risponde che il lettore chiede semplicemente “di essere imbarcato su una nave”, cullato dolcemente dal vento che cambia verso il “giorno a venire”, “salvandosi a metà” dalla quotidianità.  Un desiderio, insomma, di evasione, ma al tempo stesso di riscoperta della realtà attraverso la luce interpretativa della poesia.

Il volume “Salvi a metà “ di Gian Giacomo Della Porta ( GianGiacomo Della Porta Editore ) è stato presentato dall’autore venerdì 29 gennaio scorso presso la libreria torinese Belgravia.

Mara Martellotta 

Il museo Accorsi Ometto riapre le sale

Dopo quasi 3 mesi di chiusura a causa dell’emergenza Covid19, il Museo Accorsi-Ometto è pronto a riaprire le sue bellissime salee ad accogliere il pubblico in totale sicurezza.

Da martedì 2 febbraio 2021 i visitatori potranno accedere agli ambienti museali in maniera contingentata, massimo 60 persone all’ora, 15 ogni quarto dora, per consentire il rispetto delle distanze di sicurezza previste (min. 1 metro), lungo un percorsoobbligato che separa l’ingresso dall’uscita. Sarà obbligatorio il rilevamento della temperatura tramite termo-scanner e l’uso delle mascherine per tutta la durata della visita.

Si potrà anche visitare la mostra CRONACHE DALL800. La vita moderna nelle opere di Carlo Bossoli e nelle fotografie del suo tempo (prorogata fino al 25 aprile 2021). L’esposizione annovera una novantina di opere – ripartite tra dipinti e fotografie– e rende omaggio al XIX secolo e alla sua storia, attraverso la pittura di Carlo Bossoli e la fotografia storica, restituendo fedelmente le vicende del tempo, l’evoluzione dei costumi e del modo di vivere.

Gli ORARI DI APERTURA saranno i seguenti:

Da martedì a venerdì 10.00-18.00 Sabato, domenica e lunedì chiuso.

LA PRENOTAZIONE È OBBLIGATORIA:

t. 011 837 688 int. 3 oppure info@fondazioneaccorsi-ometto.it

Sono graditi i pagamenti elettronici.

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO:

MUSEO ACCORSI-OMETTO

Via Po, 55 – Torino T. 011 837 688 int. 3 | info@fondazioneaccorsi-ometto.it

ORARI

Da martedì a venerdì 10.00-18.00 Sabato, domenica e lunedì chiuso.

La biglietteria chiude mezz’ora prima.

TARIFFE

BIGLIETTO UNICO (comprensivo di visita alla collezione permanente):

intero € 10,00; ridotto € 8,00*

Gratuito: bambini fino a 12 anni; possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card; diversamente abili + unaccompagnatore; giornalisti

*Ridotto: studenti fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti

Museo di Arti Decorative Accorsi Ometto, V. Po, 55 | 10124 Torino | T. 011 837 688 int. 3

www.fondazioneaccorsi-ometto.it | info@fondazioneaccorsi-ometto.it

La ripartenza dei musei torinesi

Febbraio: i Musei Reali ripartono

Dopo tre mesi di chiusura dovuta alle norme per il contrasto della pandemia, a febbraio i Musei Reali potranno accogliere e riabbracciare il pubblico, anche se con la limitazione delle sole giornate lavorative dal lunedì al venerdì. Il paese deve ripartire. E bisogna farlo insieme.

 

Il 1° febbraio, nelle sale Chiablese, riapre la mostra Capa in color, che accoglie una selezione di immagini a colori del grande fotoreporter Robert Capa, con orario dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19 e che è stata prorogata fino al 30 maggio.

 

I Musei Reali osserveranno il seguente orario:

per la prima settimana del mese, da martedì 2 febbraio a venerdì 5 febbraio: Palazzo Reale e Armeria con orario di visita dalle 9 alle 19 (biglietteria: 9-18);

a partire dalla seconda settimana, da lunedì 8 febbraio, sarà aperto il percorso completo, con la Galleria Sabauda e il Museo di Antichità, dal lunedì al venerdì, con orario 9-19 (il lunedì l’accesso è possibile solo mediante l’acquisto in prevendita del biglietto online).

Lunedì 8 febbraio riaprono anche le mostre allestite nel percorso del museo: Sulle tracce di Raffaello nelle collezioni sabaude, prorogata fino all’11 aprile e Beyond walls – Oltre i muri (prorogata fino all’11 aprile).

 

Nelle giornate di apertura dei musei saranno accessibili anche i Giardini Reali, dove è allestito il percorso fotografico Toward2030. What are you doing? (prorogato fino all’11 aprile), e dove prosegue il cantiere dell’area di Levante, con la fontana monumentale di Martinez, che riaprirà entro l’estate.

 

L’accesso ai Musei Reali e ai Giardini è disciplinato dalle norme vigenti: obbligo di mascherina, rilevamento della temperatura, distanziamento interpersonale, igienizzazione frequente delle mani, possibile anche grazie agli appositi dispositivi collocati lungo i percorsi di visita.

 

LE MOSTRE

 

CAPA IN COLOR (prorogata fino al 30 maggio)

Nelle Sale Chiablese, fino al 30 maggio 2021, si potrà visitare Capa in color, la mostra monografica dedicata al fotografo di fama mondiale Robert Capa, nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione al Centro Internazionale di Fotografia di New York. L’esposizione presenta per la prima volta in Italia oltre 150 immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicate per illustrare il particolare approccio dell’autore verso i nuovi mezzi fotografici e la sua straordinaria capacità di integrare il colore nei lavori da fotoreporter, realizzati tra gli Anni ‘40 e ‘50 del Novecento.

 

SULLE TRACCE DI RAFFAELLO NELLE COLLEZIONI SABAUDE (prorogata fino all’11 aprile)

Protagonista assoluto, insieme a Leonardo e Michelangelo, del Rinascimento italiano, Raffaello porta la pittura a vertici di bellezza subito celebrati in ogni parte d’Europa. La mostra illustra la diffusione in Piemonte dei modelli derivati dalla sua opera con dipinti, incisioni e oggetti di arte decorativa dalla prima metà del Cinquecento alla fine dell’Ottocento. È sostenuta dal Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte dell’artista ed è stata realizzata in partnership con Intesa Sanpaolo e in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.

 

BEYOND WALLS – OLTRE I MURI (prorogata fino all’11 aprile)

Dopo il Champ de Mars di Parigi e le tappe di Andorra, Ginevra, Berlino, Ouagadougou e Yamoussoukro, l’artista franco-svizzero Saype ha scelto Torino come settimo sito della sua monumentale opera di Land Art ecologica dedicata alla fratellanza universale e alle connessioni tra uomini e culture. Una gigantesca catena di mani intrecciate è comparsa sui prati del giardino della Porta Palatina, dipinta con pigmenti eco-compatibili appositamente brevettati. Un messaggio di solidarietà e di fratellanza per un’opera che unisce idealmente Torino al resto del mondo. In parallelo, i Musei Reali sostengono il progetto nella volontà di connettere il patrimonio delle arti classiche alle espressioni artistiche contemporanee, contribuendo a realizzare uno dei più importanti interventi artistici su scala globale degli ultimi anni. Il progetto comprende anche Beyond Walls. Torino 2020, la prima mostra personale dell’artista allestita al primo piano della Galleria Sabauda per ricostruire poetica, carriera e tecnica dei Foot Murales che hanno reso celebre Saype in tutto il mondo.

 

TOWARD2030. WHAT ARE YOU DOING? (prorogata fino all’11 aprile)

Fino a domenica 11 aprile, il pubblico potrà visitare l’esposizione dedicata al progetto TOward2030. What are you doing? Ideato da Lavazza e dalla Città di Torino per diffondere la cultura della sostenibilità attraverso il linguaggio della street art, il progetto ha previsto la realizzazione di 18 opere murali ispirate ai Sustainable Development Goals elaborati dall’ONU, 17 obiettivi di sviluppo sostenibile più il Goal Zero, pensato da Lavazza per divulgare gli obiettivi stessi. La mostra, curata da Roberto Mastroianni e Filippo Masino, presenta nello Spazio Confronti della Galleria Sabauda fotografie e filmati degli artisti al lavoro, mentre nel Boschetto dei Giardini Reali sono riproposti gli scatti delle 18 opere d’arte urbana presenti a Torino, oltre ai lavori di alcuni artisti dei collettivi Il Cerchio e le Gocce, Monkeys Evolution e Truly Design, realizzati durante il live painting inaugurale con il coordinamento di MurArte Torino.

MUSEI REALI TORINO

www.museireali.beniculturali.it 

 

Per acquistare i biglietti https://www.museireali.beniculturali.it/organizza-la-tua-visita/  

Biglietti online https://www.coopculture.it/    

                                                              

Orari:

Da martedì 2 febbraio a venerdì 5 febbraio i Musei Reali apriranno il Palazzo Reale e l’Armeria dalle 9 alle 19, biglietteria 9-18 (costo € 10, gratuito fino a 18 anni, € 2 da 18 a 25 anni).

Dal lunedì 8 febbraio aprirà il percorso completo, con la Galleria Sabauda e il Museo di Antichità, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso ore 18, costo € 15, gratuito fino a 18 anni, € 2 da 18 a 25 anni).

Il lunedì accesso esclusivamente con biglietto acquistato in prevendita on line.

 

Da lunedì 1° febbraio la mostra Capa in color nelle Sale Chiablese sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19 con tariffe consuete (www.capaincolor.it).

 

Biglietti:

Da martedì 2 febbraio a venerdì 5 febbraio: intero € 10

Da lunedì 8 febbraio: intero € 15

Ridotto: € 2 (ragazzi dai 18 ai 25 anni)

Gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino + Piemonte Card e della Royal Card. L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.

 

 

I musei Gam, MAO e Palazzo Madama riaprono le loro porte. Il pubblico potrà così tornare ad apprezzare le opere custodite e le esposizioni temporanee allestite e pensate per i visitatori: il mercoledì e giovedì dalle 11.00 alle 19.00, e il venerdì con orario prolungato dalle 11.00 alle 20.00.

 

Nel periodo del lockdown Fondazione Torino Musei ha voluto sempre più tenere attivi i musei, continuando a mettere in campo progetti e iniziative sui canali digitali per essere accanto al suo pubblico, alle famiglie, agli studenti e agli insegnanti, e per mantenere sempre vivo il dialogo.

 

Oltre al monitoraggio delle sale espositive e al controllo dello stato di conservazione delle opere, si è lavorato per garantire la programmazione dei prossimi mesi, con la proroga delle mostre non ancora visitate dal pubblico, una su tutte Stasi frenetica di Artissima 2020, allestita nelle sale dei tre musei fino al 12 febbraio, con l’allestimento (anche a musei chiusi) di nuove esposizioni e la riapertura delle mostre già in calendario.

Saranno visitabili le sale delle collezioni permanenti e le mostre:

 

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica oltre all’allestimento in Corte Medievale di Stasi frenetica che riunisce circa 30 opere individuate con le gallerie delle edizioni 2020, 2019 e 2018 New Entries di Artissima – le più giovani e sperimentali gallerie aperte da massimo 5 anni – sarà possibile tornare a visitare la più importante mostra internazionale di fotogiornalismo al mondo: World press Photo Exhibition 2020 prorogata fino al 14 marzo 2021Il 5 febbraio inaugurerà in Sala Atelier Ritratti d’oro e d’argento. Reliquiari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia, organizzata in partnership con il Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta e in collaborazione con la Consulta Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici Piemonte e Valle d’Aosta, iniziativa condivisa con i musei facenti parte della rete internazionale Art Médiéval dans les Alpes.

 

Alla GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, oltre alle collezioni permanenti del 900 sarà visibile la nuova mostra in wunderkammer Photo action per Torino 2020. Una chiamata alle arti ideata dai fotografi Guido Harari e Paolo Ranzani per sostenere insieme il progetto di un “Fondo Straordinario Covid-19” creato dall’Associazione U.G.I. ONLUS e dalla Città della Salute e della Scienza di Torino. Anche alla GAM il pubblico potrà visitare Stasi Frenetica al piano terra e nella sala mostre al piano -1, con un allestimento di sorprendente polifonia visiva che comprende cento opere delle gallerie delle sezioni Main Section e Monologue/Dialogue di Artissima. Prosegue inoltre in Videoteca la personale dedicata ad Alighiero BoettiA partire dal 18 febbraio la Sala didattica ospiterà inoltre una nuova mostra realizzata in collaborazione con Luci d’Artista dedicata a Luigi Nervo.

 

Il MAO Museo d’Arte Orientale riaprirà con la grande esposizione China goes Urban. La nuova epoca della città, a cura del Politecnico di Torino e Prospekt Photographers con la Tsinghua University di Pechino, che propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee.

La sezione del MAO di Stasi frenetica presenta, inserite nel percorso di visita, una selezione di 10 opere “orientaliste” di Artissima 2020.  Il visitatore sarà invitato a una speciale caccia al tesoro attraverso l’edificio storico che ospita il museo.

Saranno inoltre visibili le quattro opere di street art realizzate durante le settimane di chiusura nell’ambito del progetto MAO meets URBAN ART e la rotazione di paraventi e spade In punta di pennello, in punta di lama nella galleria dedicata al Giappone.

 

GAM, MAO e Palazzo Madama riportano in atto le misure atte a garantire una visita in completa sicurezza, con ingressi contingentati e percorsi che consentano l’adeguato distanziamento, nel rispetto di tutte le linee guida ministeriali. La Fondazione Torino Musei assicura inoltre la regolare, costante e periodica pulizia e igienizzazione degli ambienti museali.

Fino a nuove disposizioni ministeriali i musei osserveranno i seguenti giorni e orari di apertura:

 

PALAZZO MADAMA – GAM – MAO

Mercoledì e giovedì dalle 11 alle 19

venerdì dalle 11 alle 20

Le biglietterie chiudono un’ora prima.

Sabato, domenica, lunedì e martedì CHIUSI

 

Per informazioni www.fondazionetorinomusei.it

 

Il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo (www.museodelrisparmio.it), il primo museo in Europa interattivo e ludico assieme dedicato all’educazione finanziaria, riapre al pubblico da lunedì 1 febbraio. I visitatori potranno di nuovo accedere agli ambienti di via S. Francesco d’Assisi 8A a Torino, in totale sicurezza essendo il museo già dotato di tutte le misure di protezione necessarie, dal lunedì al venerdì con orario 10.00 – 19.00 (ultimo accesso alle ore 18.00).

Tra le ultime novità da scoprire, la futuristica postazione di intelligenza artificiale “Test & Fun”, che consente di conversare con For e Mika – le due mascotte del Museo – e scoprire la propria relazione con il denaro e il risparmio e la nuova app “Il tesoro di Mika” per esplorare le sale del Museo in maniera divertente e interattiva.

Continuano inoltre le attività didattiche online per le scuole. Dall’iniziativa di Cybersecurity “Io no che non ci casco”, rivolta alle classi di bambini dai 7 ai 10 anni con l’obiettivo di sensibilizzarli sull’importanza di tutelare con la supervisione dei genitori i propri dispositivi elettronici, dati personali e acquisti dagli attacchi di truffatori online, fino ai nuovi percorsi di S.A.V.E. Virtual Tour per sensibilizzare i giovani all’uso consapevole delle risorse finanziarie e ambientali, all’economia circolare e all’inclusione sociale, dedicati alle scuole di ogni ordine e grado.

Per il mese di febbraio 2021 sarà possibile, per le classi di scuola primaria o secondaria di I grado, fruire dei più noti video-percorsi del Museo del Risparmio erogati con l’accompagnamento di un tutor del Museo, che si collegherà attraverso la piattaforma resa disponibile dalla scuola e la LIM.

Il Museo del Risparmio è l’iniziativa di educazione finanziaria di Intesa Sanpaolo. È aperto dal 2012 ed è membro fondatore dell’International Federation of Finance Museums (IFFM), una rete internazionale di musei, privati e pubblici, dedicati al tema della finanza e con interesse all’educazione finanziaria.

Per informazioni o iscrizioni ai corsi: INFO@museodelrisparmio.it.

Dopo quasi 3 mesi di chiusura a causa dell’emergenza Covid19, il Museo Accorsi-Ometto è pronto a riaprire le sue bellissime salee ad accogliere il pubblico in totale sicurezza.

Da martedì 2 febbraio 2021 i visitatori potranno accedere agli ambienti museali in maniera contingentata, massimo 60 persone all’ora, 15 ogni quarto dora, per consentire il rispetto delle distanze di sicurezza previste (min. 1 metro), lungo un percorsoobbligato che separa l’ingresso dall’uscita. Sarà obbligatorioil rilevamento della temperatura tramite termo-scanner e l’uso delle mascherine per tutta la durata della visita.

Si potrà anche visitare la mostra CRONACHE DALL800. La vita moderna nelle opere di Carlo Bossoli e nelle fotografie del suo tempo(prorogata fino al 25 aprile 2021).L’esposizione annovera una novantina di opere – ripartite tra dipinti e fotografie– e rende omaggio al XIX secolo e alla sua storia,attraverso la pittura di Carlo Bossoli e la fotografia storica, restituendo fedelmente le vicende del tempo, l’evoluzione dei costumi e del modo di vivere.

Gli ORARI DI APERTURA saranno i seguenti:

Da martedì a venerdì 10.00-18.00 Sabato,domenica e lunedì chiuso.

LA PRENOTAZIONE È OBBLIGATORIA:

t. 011 837 688 int. 3 oppureinfo@fondazioneaccorsi-ometto.it

Sono graditi i pagamenti elettronici.

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO:

MUSEO ACCORSI-OMETTO

Via Po, 55 – Torino T. 011 837 688 int. 3 | info@fondazioneaccorsi-ometto.it

ORARI

Da martedì a venerdì 10.00-18.00 Sabato, domenica e lunedì chiuso.

La biglietteria chiude mezz’ora prima.

TARIFFE

BIGLIETTO UNICO (comprensivo di visita alla collezione permanente):

intero € 10,00; ridotto € 8,00*

Gratuito: bambini fino a 12 anni; possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card; diversamente abili + unaccompagnatore; giornalisti

*Ridotto: studenti fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti

Museo di Arti Decorative Accorsi Ometto, V. Po, 55 | 10124 Torino | T. 011 837 688 int. 3

www.fondazioneaccorsi-ometto.it | info@fondazioneaccorsi-ometto.it

 

A Palazzo Chigi ci vorrebbe il piemontese Pertinace…

Quanti piemontesi della storia invieremmo oggi a Roma per risolvere la crisi di governo? Sicuramente non mancano e potremmo fare anche qualche nome ma questa volta andiamo molto indietro nel tempo, di quasi 2000 anni.

E troviamo un imperatore romano, piemontese di Alba, che gestì con cura e lealtà la cosa pubblica meritandosi i complimenti di numerosi storici, a lui contemporanei, e anche di Machiavelli. Magari sbroglierebbe egli stesso l’intricato caos politico che regna sovrano nei Palazzi romani, tanto per cambiare.
Ma chi era Publio Elvio Pertinace? Solo uno dei tanti imperatori romani, vissuto nel II secolo, certamente meno importante di tanti altri del glorioso impero, ma pur sempre piemontese, anche se il Piemonte non esisteva a quel tempo e soprattutto un buon politico che si occupò dell’Impero con onestà, trasparenza e tanto coraggio. Era nato nel 126 ad Alba, la mitica Alba Pompeia, che apparteneva alla Regio IX Liguria, una delle undici regioni in cui l’imperatore Augusto divise l’Italia Romana. Già militare e console, divenne funzionario di Marco Aurelio e poi governatore di Roma sotto Commodo. Fu portato sul trono imperiale dalla potente Guardia dei pretoriani e da buon piemontese, moderato e parsimonioso, mise in ordine le finanze dell’impero dissipate dal suo predecessore Commodo. Edward Gibbon, lo storico inglese del Settecento, scrive che il suo “troppo affrettato zelo nel voler riformare lo Stato corrotto” portò alla sua tragica morte nel 193 dopo appena tre mesi di regno. Dione Cassio, storico e politico romano, dà un giudizio generale del regno di Pertinace: “era formidabile in guerra e astuto in pace. Per prima cosa cercò di mettere ordine a tutto quello che in precedenza era stato confuso e irregolare e nell’amministrazione dell’impero dimostrò di avere non solo umanità e integrità d’animo ma anche di voler condurre una gestione economica e di avere la più attenta considerazione per il pubblico benessere. Non riuscì però a comprendere che le riforme non possono essere fatte in un batter d’occhio e che il restauro di un intero Stato richiede tempo e buon senso”. Dopo gli sprechi di Commodo seguì una politica di economie e risparmi, vendette le enormi proprietà del defunto imperatore e dimezzò la paga e i premi in denaro ai pretoriani. Fu presto accusato dai suoi avversari di aver indebolito l’impero e di arricchirsi in segreto. A ribellarsi furono soprattutto quei pretoriani che l’avevano scelto come nuovo imperatore. Dilagò lo scontento e si scoprì un complotto contro di lui. Pertinace vinse il primo duello ma nel marzo del 193 i pretoriani circondarono i palazzi del potere. L’imperatore di Alba morì trafitto da una lancia. In seguito fu divinizzato e in suo onore per qualche tempo furono organizzati giochi e feste in tutto l’Impero. Era troppo onesto e per questo fu odiato e ucciso: lo scrisse chiaramente Niccolò Machiavelli che definì Pertinace amante della giustizia e della pace.
Filippo Re

L’associazione Torino Stratosferica  festeggia la città per il suo compleanno

Lo fa con un video omaggio che posterà oggi sui suoi canali social Facebook e Instagram.

Happy birthday Torino! Torino Stratosferica celebra il compleanno della Città di Torino omaggiando la ricorrenza con un contenuto speciale, un video con due ospiti d’eccezione. Il Professor Sandro Caranzano (archeologo) e la Professoressa Mariateresa Crosta (astrofisica) —autori della ricerca che ha datato la fondazione della città— ci portano indietro nel tempo per immaginare le forme di Augusta Taurinorum. Abbiamo chiesto ai due studiosi di raccontarci come sono riusciti a risalire alla data del 30 gennaio del 9 a.C, scoprendo la funzione della città nel suo periodo augusteo. Al sorgere del sole, ci siamo ritrovati sul ponte Regina Margherita, per ammirare la splendida vista sulla città in uno dei tratti più suggestivi del Precollinear Park, intervento di placemaking dell’associazione che ha riqualificato l’area e ha trasformato l’ex linea tramviaria in un parco lineare. Un modo per condividere l’amore per Torino e festeggiare la nostra città, in attesa di poterlo fare insieme dal vivo.”
Qui il link al video: https://youtu.be/POTecLLdSWQ