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Mauriziano, unico al mondo: effettuato intervento mini-invasivo non chirurgico per la fibrillazione atriale

Nei giorni scorsi per la prima volta al mondo è stato eseguito dal dottor Stefano Grossi un intervento rivoluzionario ed innovativo per il trattamento della fibrillazione atriale. Un paziente torinese di 56 anni è stato sottoposto ad ablazione della fibrillazione atriale eseguita sia dall’interno sia dall’esterno del cuore (endo-epicardica) associata a legatura non chirurgica dell’auricola sinistra, presso la Cardiologia dell’ospedale Mauriziano di Torino (diretta dal dottor Giuseppe Musumeci).
Tale intervento è stato eseguito per la prima volta al mondo e rappresenta una notevole evoluzione nel trattamento di quella che è la più diffusa aritmia cardiaca.
La fibrillazione atriale infatti affligge milioni di italiani. Si può calcolare che solo a Torino e provincia insorgano circa 1000 nuovi casi ogni anno e che la diffusione della malattia sia destinata ad aumentare essendo legata all’invecchiamento della popolazione. Essa produce sintomi sotto forma di batticuore, difficoltà di respiro, facile affaticamento, può dare origine ad una insufficienza cardiaca ed è legata ad un rischio aumentato di ictus cerebrale, di cui è causa nel 20% dei casi. E’ noto inoltre che l’aritmia può essere responsabile di decadimento cognitivo di grado variabile fino alla demenza.
La pandemia da COVID 19 ha ulteriormente aumentato l’incidenza della aritmia nella popolazione.
L’ablazione transcatetere è la metodica classica e tradizionale nel trattamento della fibrillazione atriale, essendo indicata nei pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica. Tuttavia anche l’ablazione può risultare inefficace specie in quei pazienti che presentano forme avanzate di lunga durata o cuori strutturalmente alterati.
Il rischio di ictus cerebrale associato alla fibrillazione atriale viene abbattuto mediante la terapia anticoagulante, che tuttavia in taluni casi non può essere assunta per un concomitante elevato rischio emorragico. In queste circostanze viene eseguita una occlusione della auricola sinistra che è la cavità dell’atrio dove si formano i trombi.
Il paziente operato al Mauriziano, affetto da fibrillazione atriale refrattaria a terapia ablativa convenzionale, presentava inoltre un rischio elevato tromboembolico, ma non poteva assumere farmaci anticoagulanti né antiaggreganti a lungo termine per elevato concomitante rischio di sanguinamenti.
E’ stata pertanto eseguita una ablazione della fibrillazione atriale sia tradizionale che attraverso la superficie esterna, epicardica, del cuore, mediante un approccio mini-invasivo non chirurgico associato ad una legatura esterna epicardica, ma non chirurgica della auricola sinistra. La procedura è stata effettuata in corso di sedazione superficiale.
La combinazione delle due tecniche, utilizzata per la prima volta al mondo, ha consentito di ripristinare un regolare ritmo cardiaco ed abbattere sensibilmente il rischio di ictus cerebrale senza la necessità di sottoporre il paziente a terapia anticoagulante o antiaggregante a lungo termine, evitando in questo modo episodi di sanguinamento.
L’ablazione eseguita sulla superficie esterna del cuore, definita epicardica, consente infatti di accedere ad aree aritmogene che non possono essere raggiunte mediante l’approccio tradizionale dall’interno del cuore a causa dello spessore della parete cardiaca, migliorando di molto i risultati della procedura ablativa.
La legatura epicardica della auricola sinistra, mai effettuata prima in Italia, consente di abbattere il rischio di ictus embolico legato alla fibrillazione atriale senza necessità di mantenere il paziente non solo in terapia anticoagulante, ma se richiesto anche in terapia antiaggregante. A differenza di tutti i sistemi utilizzati in precedenza infatti, questa metodica non prevede l’inserimento di alcun dispositivo permanente all’interno delle camere cardiache. Inoltre determina una esclusione anche elettrica della auricola che migliora ulteriormente il risultato dell’ablazione.

Il decorso dell’intervento è stato regolare ed il paziente è stato dimesso dopo soli due giorni asintomatico senza complicazioni.

Esselunga apre a Porta Nuova

Dopo alcuni mesi di attesa ha aperto i battenti oggi il supermercato Esselunga all’interno della stazione di Porta Nuova. La stessa superficie, sul lato di via Sacchi, era già occupata da un supermarket  ormai chiuso da diversi anni.

Torino Fashion Week: dal 6 al 14 luglio nel segno della pace

Dal 6 al 14 luglio torna la Torino Fashion Week, divisa tra la nobile venue di Villa Sassi, che ospiterà le sfilate, e il Mercato Centrale, luogo simbolo di multiculturalità e di inclusione della città, dove avranno luogo i B2B, i talk e i workshop. Il claim di questa settima edizione è La moda veste la pace e tra gli ospiti più attesi vi saranno Maki e Tukwini Mandela, rispettivamente figlia e nipote del Premio Nobel per la pace Nelson Mandela, e una delegazione di stilisti ucraini.

 

Le sfilate a Villa Sassi, dimora seicentesca della collina torinese, un tempo residenza di principi e baroni, saranno trasmesse anche in live streaming sulla pagina Facebook Torino Fashion Week. Come ogni anno protagonisti saranno gli stilisti emergenti, a cui la TFW rivolge particolare attenzione.

Agli incontri B2B, che agevoleranno la nascita di collaborazioni internazionali tra buyer, fornitori, stakeholder, industrie creative e gli esperti dei settori tessile, moda, design, sono già iscritte 220 aziende da 35 Paesi di tutto il mondo.

Creata anche la piattaforma online baiabasa.com, con lo scopo di potenziare il business internazionale offrendo ad aziende, imprenditori, startup e investitori la possibilità di entrare in contatto tra loro e con la filiera aprendo un negozio online.

L’anima business del format è associata, anche in questa settima edizione, al carattere innovativo della Torino Fashion Week e al forte interesse, dimostrato fin dalle prime edizioni, per le tematiche sociali e ambientali. Saranno molti i dibattiti su giustizia sociale, cambiamenti climatici che si terranno al Mercato Centrale e all’ARTiglieria, mentre in passerella sfileranno, tra gli altri, 7 stilisti ucraini, gli abiti della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e i designer selezionati da Dress for Success, organizzazione che aiuta le donne e i gruppi economicamente e socialmente vulnerabili a raggiungere l’indipendenza economica e l’uguaglianza attraverso il lavoro nel settore moda. Un evento di beneficenza al Parco Le Vallere di Moncalieri, inoltre, raccoglierà fondi a favore dell’associazione Donnatea, donne operate al seno: il ricavato sarà utilizzato per acquistare un casco refrigerante per ridurre la caduta dei capelli durante la sessione di chemioterapia. Tra gli ospiti dei talk ci sarà Nicola Paparusso, fondatore di African Fashion Gate, il laboratorio etico permanente contro i fenomeni di razzismo, xenofobia e antisemitismo nella moda, nelle arti e nello spettacolo, e ideatore del premio La Moda Veste la Pace, già conferito a Giorgio Armani, Franca Sozzani, Valentino Garavani e che quest’anno a Roma sarà consegnato al gruppo musicale britannico Simple Minds e a Maki Mandela, figlia del Premio Nobel Nelson Mandela. Quest’ultima, insieme alla figlia Tukwini, sarà protagonista della sfilata di chiusura della TFW, in cui presenterà la collezione streetwear The Struggle Series, della società House of Mandela.

Nella serata finale saranno consegnati i Torino Fashion Week Awards e sarà designato il designer che parteciperà alla fashion week di Parigi con la sua collezione.

Per la Città erano presenti in conferenza stampa l’Assessore al Commercio Paolo Chiavarino e l’Assessore a Grandi Eventi Mimmo Carretta.

L’Assessore Chiavarino ricorda l’importante ruolo di Torino e delle sue fabbriche nella storia della moda italiana, l’Expo del 1911 e la nascita dell’Ente Nazionale della Moda. Sottolinea inoltre come “le iniziative realizzate in città negli ultimi mesi rendono Torino più bella e più conosciuta a livello internazionale. Questa edizione della Torino Fashion Week – prosegue – lancia dei messaggi forti e particolarmente cari a Torino: quello della pace, dell’inclusione, della lotta contro il razzismo e alla xenofobia.

Per l’Assessore Carretta “Torino è un mosaico complesso e avvincente, composto da moltissimi tasselli: Torino è arte, cultura, enogastronomia, industria, innovazione, eventi, moda. È una città in grado di mostrarsi al mondo 365 giorni all’anno. In questo periodo sarà la Torino Fashion Week ad accendere i riflettori su Torino.

di Roberto Ross

Quattordicenne schiacciato da rotoballe di fieno

Un ragazzo di 14 anni  è rimasto schiacciato da due rotoballe di fieno in un’azienda agricola di  Pratoregio di Chivasso. E’ stato salvato dai vigili del fuoco e dal 118. L’elisoccorso lo ha portato al Cto di Torino. Ha subìto un trauma cranico ma  le sue condizioni non destano preoccupazione.

Ferisce al volto un ragazzo con delle cesoie e accoltella un uomo alla schiena

Ha accoltellato una persona alla schiena, ha compiuto un furto e ha colpito un giovane al volto con delle cesoie. In meno di 24 ore queste le “prodezze” di un 18enne di origini tunisine, residente a Novara. E’ tato arrestato per duplice tentato omicidio, rapina aggravata e furto. Gli agenti di polizia hanno trovato il responsabile, che si era nascosto in un appartamento a Sant’Agabio. Aveva ancora i vestiti sporchi di sangue e  ha opposto resistenza, ma i poliziotti lo hanno bloccato.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

In Duomo la presentazione del libro sulle vocazioni adulte alla presenza dell’autore, Monsignor Anfossi, vescovo emerito di Aosta

Mercoledì 29 giugno alle 20.30, presso il Duomo di Torino, verrà  presentato il volume dal titolo “Le vocazioni adulte- Ricordi di un seminario innovativo,  un’esperienza ancora attuale da trasmettere”, scritto da Monsignor  Giuseppe Anfossi, vescovo emerito di Aosta, edito da Lisianthus editore.

Nel corso della presentazione interverranno, insieme all’autore, i relatori don Paolo Fini, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute; don Augusto Negri, professore presso la Facoltà Teologica di Torino, don Federico Botta e don  Mauro Donato, neosacerdoti e esempi di vocazioni adulte. A moderare l’incontro sarà Luciano Saroglia.

Monsignor Giuseppe Anfossi, in quest’ultima opera, tratta in modo magistrale e al tempo stesso semplice la tematica delle vocazioni adulte, ovvero di quelle persone che hanno già percorso un tratto di vita intenso e ricco e che scoprono, in età adulta, la chiamata a seguire il Signore. Il Vescovo emerito di Aosta passa in rassegna i ricordi degli anni in cui venne istituito il Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni adulte.

Soprattutto dopo il Concilio Vaticano II si è iniziato a parlare di vocazioni adulte; prima la maggior parte delle vocazioni proveniva dai seminari minori dove erano in formazione ragazzi entrati in collegio a undici- dodici anni. Dopo di allora le vocazioni adulte erano rappresentate da giovani che chiedevano di diventare preti, con alle spalle studi superiori o universitari o, talora, apprendistati come operai e un’età di circa  vent’anni.  Spesso erano l’espressione concreta di movimenti e di associazioni  in cui avevano sperimentato la loro fede e scoperto la vocazione dell’essere prete. Nel volume si parla, soprattutto, del lavoro professionale e si propongono riflessioni sulle modalità secondo cui il sacerdote oggi debba vivere la sua rinuncia a esercitare un lavoro professionale e debba curare lo spirito e il lavoro dipendente.

Mara Martellotta

Fermata la banda delle spaccate nelle aree di servizio autostradali

3 persone fermate per rapina, riciclaggio, furto pluriaggravato e ricettazione

Individuati ed arrestati dalla Polizia di Stato i presunti autori di numerose spaccate nelle sale slot sulla rete autostradale piemontese.

Gli investigatori della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale “Piemonte e Valle d’Aosta” di Torino, coordinati dalla locale Procura della Repubblica presso il Tribunale, hanno svolto indagini accurate al fine di identificare tre uomini che si ritiene abbiano costituito un gruppo criminale di veri e propri “professionisti delle spaccate.

In molti casi, gli obiettivi delle condotte predatorie del gruppo erano macchinette videopoker e cambiamonete; gli autori dei furti non si limitavano a sottrarre beni e denari, ma, in molti casi, hanno devastato i locali, distrutto le vetrine, così da provocare ingenti danni alle persone offese. Sono almeno una trentina i colpi attribuiti in ipotesi di accusa al “gruppo”.

Da segnalare che gli autori  quando si sono trovati davanti terze persone, non hanno esitato a porre in essere atteggiamenti violenti e minacciosi nei loro confronti, pur di portare a segno i colpi; sono contestate anche due rapine perpetrate l’una in data 23.05.2022 presso la sala slot ubicata nell’Area di Servizio Beinasco Sud –sul Raccordo autostradale TORINO – PINEROLO (oggetto di “spaccata” per ben tre volte in un mese), l’altra, in data 09.06.2022, nel centro abitato di Genola (CN).

Molti dei furti  sono stati particolarmente gravi per i danni provocati; per esempio, nella notte del25.05.2022, per porre in essere il furto ai danni della sala slot Sisal MatchPoint di Santena, gli autori hanno utilizzato uno scuolabus ed un furgone appena rubati come “arieti” per sfondare le vetrine del locale.

A seguito di un’accurata attività info-investigativa che si è avvalsa dell’uso delle intercettazioni, di numerosi servizi di appostamento, pedinamento e di un attento e meticoloso lavoro di analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza installate presso i diversi esercizi commerciali, sono stati identificati tre uomini rumeni.

L’attività, durata alcuni mesi, è stata complessa perché gli autori dei reati hanno operato sempre travisati e facendo attenzione a non lasciare alcuna traccia utile alla loro identificazione.

A carico dei tre uomini rumeni, a seguito degli elementi raccolti dagli investigatori nella fase delle indagini preliminari e visto l’evidente pericolo di fuga, la Procura di Torino ha ritenuto necessario intervenire emettendo unprovvedimento di FERMO che i poliziotti hanno eseguito nella prima mattinata del 21 giugno dopo il rientro dall’ennesimo furto compiuto nella nottata.

Sequestrato anche diverso materiale di provenienza illecita e, nelle abitazioni dei fermati, sono stati rinvenuti abiti, indumenti ed effetti personali indossati durante le spaccate.

Inoltre, sono stati rinvenuti e sequestrati anche svariati veicoli, tutti provento di furto, utilizzati per le scorribande notturne, tra cui anche la FORD KUGArubata circa un anno fa ai danni di un autosalone di Bra (CN), insieme ad altre 2 autovetture e 2 coppie di targhe.

Dopo la convalida dei fermi, per tutti i componenti della banda, il GIP ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere presso la casa circondariale “Lo Russo e Cutugno” di Torino.

Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari. Pertanto, vige la presunzione di non colpevolezza degli indagati, sino alla sentenza definitiva.

Semplificare la burocrazia per gli interventi contro la siccità

PER VELOCIZZARE GLI INTERVENTI IDRICI SUL PNRR

Dal Piemonte al Ministero l’elenco degli interventi strategici, per i quali viene richiesta la semplificazione, per rispondere al problema dell’emergenza idrica

Abbattere le tempistiche, snellire le procedure, sbloccare le autorizzazioni. Questi gli obiettivi della ricognizione delle infrastrutture idriche realizzata in tempi record dalla Regione Piemonte per individuare quelle progettualità che possono essere avviate subito per potenziare e rafforzare la rete idrica e mitigare l’emergenza siccità. Un elenco di sette importanti interventi, talvolta già pronti a livello progettuale e che potrebbero beneficiare di deroghe specifiche per una realizzazione immediata, è stato inviato  dalla Regione al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, in modo che possano usufruire delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La Regione ha infatti chiesto ai gestori di reti idriche e degli invasiquali siano gli interventi che più urgentemente necessitano di semplificazione. La risposta è arrivata prontamente nell’arco di poche ore da parte del Consorzio del Pesio, del Consorzio Irriguo di Miglioramento Fondiario – Canale De Ferrari, del Consorzio Irriguo di II° grado – Valle Gesso; del Comune di Pralormo, della SMAT, dell’Autorità d’Ambito 1 – Verbano Cusio Ossola e Pianura Novarese e di Acqua Novara VCO.

«Ci siamo subito messi al lavoro – affermano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, e gli assessori all’Ambiente Matteo Marnati e alla Difesa del Suolo Marco Gabusi – per segnalare quali sono le semplificazioni necessarie. Crediamo sia opportuno riprendere le sollecitazioni già fatte in passato sui temi di difesa del suolo e dissesto idrogeologico: bisogna avere il coraggio di identificare delle priorità e poi far correre veloci queste opere eliminando vincoli paesaggistici e burocratici. I passaggi che sono coerenti con un’amministrazione ordinaria evidentemente non possono essere efficaci in una situazione di emergenza; laddove vi siano motivi di emergenza le opere prioritarie devono perciò avere una corsia preferenziale, come abbiamo già fatto presente più volte in passato. Ora il governo è pienamente consapevole delle urgenze e vigileremo affinché le sburocratizzazioni avvengano con la stessa rapidità con cui noi abbiamo fatto le segnalazioni».

Gli interventi segnalati al Mims riguardano:

Potenziamento dell’approvvigionamento esistente invaso di Pianfei nel Comune di Chiusa di Pesio (CN) e realizzazione di una condotta di adduzione (Consorzio del Pesio)
Progetto dell’acquedotto nella Valle dell’Orco (TO) per l’approvvigionamento idrico a tutto il territorio del Canavese (SMAT)
Potenziamento della diga di La Spina nel Comune di Pralormo (TO)
Rilascio degli invasi Enel della Valle Gesso nel Cuneese (Consorzio irriguo di II grado Valle Gesso)
Miglioramento fondiario del Canale De Ferrari nell’Alessandrino (Consorzio irriguo di miglioramento Canale De Ferrari
Riordino, potenziamento dei sistemi di approvvigionamento idrico ad uso idropotabile nel Novarese e Verbano Cusio Ossola (Acqua Novara VCO)

Unesco, un grande progetto per la Sacra di San Michele simbolo del Piemonte

SI ALLARGA LA SQUADRA PER LA VOLATA FINALE: AL FIANCO DEL POLITECNICO LA CONSULTA DI TORINO, TERRE DI SACRA, IMPORTANTI PARTNER PRIVATI E FONDAZIONI

 

L’iter per far ottenere l’ambito riconoscimento Unesco al sito seriale Early Benedictine Settlements in Italy di cui fa parte la Sacra di San Michele è lungo e complesso, un percorso a tappe successive che richiede la predisposizione di una documentazione approfondita e rigorosa redatta da un Comitato Scientifico composto da esperti nello studio e nella valorizzazione del territorio e del patrimonio storico-artistico.

La candidatura dell’abbazia benedettina piemontese – recentemente indicata da National Geographic come una delle 23 mete spirituali da visitare in Europa – è stata promossa dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, in un progetto che la collega ad altri sette siti monastici in sei Regioni italiane.

Gli studi per il dossier di candidatura seriale sono stati seguiti da un gruppo di lavoro coordinato a livello nazionale dal professor Ruggero Longo della Scuola IMT Alti Studi Lucca. Per la parte relativa alla Sacra, al dossier di candidatura collabora un gruppo di lavoro interateneo coordinato da Enrico Moncalvo, referente scientifico per il sito clusino, già docente del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico.

In stretta sinergia agli studi di dossier, nel 2019 nasce “Terre di Sacra”:  un accordo tra Enti territoriali su iniziativa dell’allora sindaco di Sant’Ambrogio Dario Fracchia, attuale Presidente e che riunisce amministrazioni pubbliche locali e soggetti privati attivi sul territorio, quali Unione Montana Valle di Susa, i Comuni attigui alla Sacra (Sant’Ambrogio, Avigliana, Chiusa di San Michele e Valgioie), l’Associazione di Imprenditori Locali “Dai Impresa” e l’Associazione di volontariato “Amici di Sacra”.

In previsione dell’ultimo step della procedura, che consiste nella presentazione del Piano di Gestione – un articolato e complesso documento che illustra i meccanismi di protezione e valorizzazione dell’abbazia, implementandoli e monitorandoli periodicamente – la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, anche grazie ad un accordo di collaborazione già esistente stipulato con il Politecnico, ha deciso di sostenere direttamente la candidatura seriale.

 

Il sostegno alla candidatura, che riguarderà la promozione degli studi sul sito affidati al Politecnico di Torino, sotto la responsabilità scientifica di Giulio Mondini e Marta Bottero e al coordinamento di Enrico Moncalvo, e comporterà anche azioni mirate alla comunicazione, verrà rafforzato grazie all’imminente rinnovo del Protocollo d’Intesa tra i due enti.

Inoltre, numerosi partner del territorio hanno già manifestato l’interesse a fornire il supporto economico indispensabile alla finalizzazione della procedura e al coinvolgimento dell’opinione pubblica, delle amministrazioni, degli imprenditori locali, dei cittadini e delle loro associazioni.

Enrico Moncalvo, referente scientifico per il sito della Sacra per il Politecnico di Torino commenta: “Il valore immateriale assunto in epoca romantica dal fascinoso contesto sul Pirchiriano, e la sua presenza come riconoscibile landmark prealpino si contrappongono nel tempo al progressivo urbanizzarsi del contesto frapposto tra città e montagna, come un controcanto che ne assolve la funzione di riferimento storico-identitario e visivo, rimanendovi però in qualche misura estraneo. La Sacra e i segni visibili del paesaggio monastico antico, che di questo complesso insieme fanno parte, non possono quindi rimanere testimonianze alte, ma isolate; devono invece essere integrate in una percezione storico territoriale ampia, che arrivi – con le opportune discriminanti – fino alle testimonianze industriali degli ultimi due secoli”.

 

Giorgio Marsiaj, Presidente della Consulta per la Valorizzazione Beni Artistici e Culturali di Torino aggiunge: “Abbiamo accolto con favore la richiesta di partecipare alla promozione degli studi e delle azioni necessarie ai fini della candidatura seriale UNESCO della Sacra di San Michele, patrimonio emblematico del Piemonte.

A questo scopo – e con riferimento a quanto concordato e comunicato già nel 2019, in occasione del workshop: ‘Innovazione e Tecnologie per i Beni Culturali. Restauro e Fruizione’ organizzato e promosso dalla Consulta, con il Politecnico di Torino – formalizziamo oggi l’intenzione di sostenere la candidatura seriale, gli studi sul sito già affidati al Politecnico, grazie alla già stretta collaborazione tra i nostri due enti. A breve prenderanno dunque avvio i lavori per il Piano di Gestione della candidatura e, a seguire, altre azioni comuni e condivise, nell’ambito della didattica e dell’innovazione per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico del nostro territorio”

“La Sacra di San Michele per il territorio su cui insiste e la circonda da più di mille anni non è solo un testimone di pietra muto ma una parte viva che parla al cuore e all’immaginario di tutti noi che almeno una volta al giorno leviamo lo sguardo per confortarci dal quotidiano, per trovare un momento di altezza e di bellezza – conclude Dario Fracchia presidente di Terre di Sacra – Tanto è vero che per la sua unicità è stata scelta come simbolo del Piemonte.  Quando si torna da un viaggio, il profilarsi all’orizzonte della sua forma ci indica che siamo a casa: la Sacra per noi della Valle di Susa è identità, cuore, passione, storia, casa, protezione e orgoglio: ecco perché da anni lavoriamo per il riconoscimento Unesco all’interno di una candidatura seriale di così grande prestigio e contenuto universali. Avere in questo percorso al nostro fianco la Consulta di Torino, il Politecnico, importanti imprenditori della Valle, Fondazioni, semplici cittadini  ed ora il coordinamento nazionale dei Sindaci di tutti gli otto siti ci incoraggia e dà fiducia per raggiungere l’ambito traguardo Unesco”.

Hervé Barmasse in dialogo con Mario Calabresi

Mercoledì 29 giugno alle ore 18.30 è in programma un nuovo appuntamento del ciclo di incontri #INSIDE alle Gallerie d’Italia – Torino di Intesa Sanpaolo che avrà come protagonisti l’alpinista Hervé Barmasse in dialogo con Mario Calabresi.

Hervé Barmasse vive fin da bambino in armonia, quasi in simbiosi, con la natura e la montagna. È una guida alpina del Cervino, come tradizione della sua famiglia da quattro generazioni. Le sue ascensioni dalle Alpi all’Himalaya fino alla Patagonia, gli hanno permesso di maturare una forte consapevolezza del cambiamento climatico, dallo scioglimento dei ghiacciai, alla scarsità della neve, alle carenze d’acqua, tematiche di stretta attualità.

Attraverso filmati e immagini spettacolari che s’intrecciano con i suoi racconti Hervé Barmasse parlerà delle sue esperienze di vita, delle sue avventure tra le montagne del mondo, della sfida all’impossibile e di ciò che si nasconde dietro l’avventura dell’alpinismo, dove il coraggio delle decisioni è sempre intrecciato alla fragilità e alla paura dell’uomo. In parete come nella vita.

L’incontro è a ingresso libero su prenotazione all’indirizzotorino@gallerieditalia.com e intende affrontare un tema particolarmente sensibile specie in questo periodo. #INSIDE è un invito a entrare nelle Gallerie d’Italia per scoprire quanto di nuovo c’è in città e un modello di public program fisico e digitale dedicato alla scoperta di un luogo e di un concetto: l’immagine e la sostenibilità ambientale e sociale.

Hervé Barmasse

Alpinista, atleta del Global Team The North Face®, scrittore, regista di film di montagna. Hervé nasce ad Aosta il 21 dicembre del 1977 in una famiglia segnata da una lunga tradizione e passione per la montagna. Guida alpina del Cervino da quattro generazioni, il suo nome è legato a importanti ascensioni. Itinerari di grande difficoltà ed esposizione realizzati in tutto il mondo, come la via nuova aperta in solitaria sul Cervino, la prima ascensione della liscia lavagna granitica del Cerro Piergiorgio e la nuova via sul Cerro San Lorenzo in Patagonia, la prima salita del Beka Brakay Chhok in Pakistan e altre ancora. Sulla sua montagna di casa, la Gran Becca, Hervé ha lasciato in modo incisivo la sua traccia fino a diventare l’alpinista che, tra vie nuove, prime invernali e prime solitarie, ha compiuto più exploit. Recentemente si è reso protagonista di un’ascensione esemplare in Himalaya salendo in stile alpino la Parete Sud dello Shisha Pangma 8027m in appena 13 ore.