CRONACA- Pagina 610

Il Museo della Chimica propone gli Infoday per insegnanti

Venerdì 8 settembre, venerdì 15 settembre e martedì 26 settembre il MU-CH | Museo della Chimica propone degli Infoday per insegnanti, gratuiti previa iscrizione sul sito. Si tratta di una programmazione per fornire ai docenti alcuni strumenti per insegnare la chimica in maniera interattiva e divertente, che è la mission primaria del museo.

Gli appuntamenti:

  • 8 settembre presso il MU-CH: 1° turno ore 16:30 / 2° turno ore 17:45
  • 15 settembre da remoto: solo ore 17:30
  • 26 settembre, 1° turno ore 16:30 / 2° turno ore 17:45

Le iscrizioni agli INFODAYS apriranno il 28/08/2023.

I posti sono limitati e la prenotazione è obbligatoria compilando il form su

https://www.mu-ch.it/infodays-2/

Un video prima della strage: “Se dico ‘treno’ buttatevi di la’”

Un video prima della tragedia. “Ragazzi se vi dico ‘treno’ andate da quella parte eh?”. È stato girato con il cellulare e salvato su Instagram (anche se non postato) da una delle vittime. Quella che si sente sarebbe la voce di uno dei sopravvissuti, il tecnico manutentore  indagato,  la sera del 30 agosto, poco prima della strage di Brandizzo. Il filmato dimostrerebbe che era noto il fatto che un treno dovesse ancora passare. Gli   inquirenti stanno verificando eventuali procedure ignorate e ascoltando la testimone chiave dell’inchiesta, una giovane dipendente delle Ferrovie di 25 anni. Lei dalla sala controllo di Chivasso, la sera del 30 agosto, aveva  lanciato avvertimenti rimasti inascoltati. “L’ho detto  tre volte: i lavori non dovevano cominciare perché era previsto il passaggio di un treno. Da me nessun via libera”.

Si sente male prima della festa, muore mamma di due figli 44enne

Il marito ha dato l’allarme ma a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione da parte dei soccorsi . È morta Erica Auddino, 44 anni, di Tarantasca, madre di due figli. La donna stava per uscire di casa per partecipare alla festa di San Chiaffredo nel Cuneese. Era commessa di un supermercato di Cuneo.

Calabresi per la Legalità: condanna per lo sfregio alla lapide di Impastato

L’Associazione Calabresi per la Legalità1, referente per il Piemonte di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastatoesprime ferma condanna per gesto di sfregio avvenuto nella giornata di ieri 04 settembre 2023 della targa alla memoria di Peppino Impastato che è collocata nei giardini di via Sempione a Torino.

Un’area intitolata a Peppino Impastato il 14 marzo 2008 per ricordare una figura esemplare di lotta alla mafia.

Peppino Impastato ha pagato con la vita: lui diceva che “la mafia uccide, il silenzio pure”. Lui non ha taciuto. Con la sua vita, le sue scelte, i suoi interventi dai microfoni di Radio Aut ha sempre condannato la mafia e deriso i mafiosi. Si è impegnato in politica, avrebbe voluto dare un contributo al suo paese ma gli è stato impedito.

In realtà il 9 maggio 1978 hanno ucciso Peppino ma non le sue idee.

La sua morte non è stata vana e il suo ricordo va custodito e tramandato.

Per questo l’Associazione Calabresi per la Libertà auspica che la targa nei giardini di via Sempione, nel quartiere Barriera di Milano, venga ripristinata al più presto.

Libri scolastici gratuiti sul banco di Belgravia

Riparte l’ iniziativa contro il caroscuola: libri scolastici gratuiti sul banco davanti alla libreria Belgravia di Via Vicoforte 14/d.
i responsabili di Belgravia spiegano: “i libri che regaliamo ci vengono a nostra volta donati e l’ accesso è libero. Per cui non ci può essere un elenco dei libri disponibili. Chi è interessato deve venire di persona e cercare…”

Uccise padre e zio, dal carcere trasferito alle Molinette

Nelle  scorse settimane aveva ucciso il padre e lo zio che li aveva ospitati a Mondovì. Ora Sacha Chang, 21 anni, è  stato trasferito all’ospedale Molinette di Torino dal carcere in cui era detenuto. Il giovane  soffre di disturbi psichiatrici e i medici devono seguire le sue condizioni in un reparto ospedaliero. Era fuggito per due giorni nei boschi dopo il duplice omicidio, poi è stato arrestato e trasferito  in carcere a Cuneo.

Forti ritardi per i voli Wizzair Torino e Lamezia, ai viaggiatori 250 euro

Riceviamo e pubblichiamo – Giornata da incubo per i passeggeri aerei dei voli Torino Lamezia Terme e Lamezia Terme Torino, che, nella giornata di ieri, lunedì 4 settembre, hanno riportato dei ritardi consistenti da parte della compagnia aerea Wizzair.

I viaggiatori, secondo quanto analizzato da ItaliaRimborso, potrebbero richiedere la compensazione pecuniaria di 250 euro, prevista dal Regolamento Comunitario 261/2004.

Nella fattispecie, la compagnia ha deciso di invertire le tratte. Il volo Torino Lamezia Terme W45618 che doveva partire alle 09:50 è atterrato solamente alle 21:20. Un pesante ritardo anche per il volo Lamezia Terme Torino W45617 con partenza prevista alle 12:15 ed i viaggiatori sono atterrati alle 18:36.

Per attivare l’assistenza di ItaliaRimborso e quindi procedere con la richiesta di compensazione, senza alcuna spesa, i passeggeri dei voli in ritardo Wizzair Torino Lamezia Terme e ritorno possono farlo attraverso la compilazione del form online presente nell’homepage del sito web italiarimborso.it.

Ambulanti in piazza contro il blocco degli Euro 5

/

Il blocco degli Euro 5 previsto in Piemonte dal 15 settembre, in anticipo di due anni rispetto alle limitazioni previste per il 2025, scatena la rabbia degli ambulanti. Il presidente del Goia, Giancarlo Nardozzi: “I costi attuali di un mezzo nuovo o recente sono inaccessibili per la maggior parte di noi e gli incentivi finora accordati non sono sufficienti a far fronte al problema”. Ieri gli ambulanti sono sfilati in corteo da piazza Vittorio fino alla Prefettura.Non è un tema nuovo per gli ambulanti, che insieme ad alcune categorie di artigiani, scontano il fatto di lavorare con mezzi datati di targa ma con pochi chilometri, “i nostri mezzi viaggiano dal magazzino al mercato e lì si fermano per otto ore o anche più, vengono poi rimessi in moto per andare a casa, non siamo certo noi a inquinare” dichiara Nardozzi, presidente nazionale del GOIA FENAPI, l’associazione degli ambulanti, “la nostra è un’attività a basso impatto ambientale, tutto il processo di vendita si svolge a motore spento e all’aria aperta, e bloccarci, oltre a rischiare di farci fallire, è un’azione contraria alla tutela dell’ambiente, infatti nella tragica ipotesi di mercati chiusi, migliaia di famiglie sarebbero costrette a spostarsi con l’auto per rifornirsi, generando così un livello di emissioni ben più elevato.”

A cura di Linea Italia Piemonte

Fuga volontaria di infermieri dagli ospedali del Nord: il grido d’allarme

/

Sanità, Nursing Up De Palma: « Decine e decine di professionisti decidono di lasciare per tornare al sud, dove il costo della vita è decisamente più basso».

«E’ davvero il caso di dire, e a corroborare la nostra ennesima denuncia c’è il conforto di dati ancora una volta schiaccianti, che siamo nel pieno di un vero e proprio esodo di professionisti sanitari, letteralmente in fuga dal nostro SSN.

In particolare a svuotarsi sono i pronto soccorsi e i reparti nevralgici degli ospedali del Nord, con particolare riferimento all’Emilia Romagna e alla Liguria, che vivono in questo momento la drammatica realtà di una vera e propria fuga di infermieri.

Decine e decine di operatori sanitari, dal 2022 a oggi, hanno rassegnato e continuano a rassegnare, giorno per giorno dimissioni volontarie.

Questa volta i numeri, davvero preoccupanti, evidenziano, da una parte, un pericoloso percorso di abbandono volontario, con rinuncia anche a contratti a tempo indeterminato nella sanità pubblica, per scegliere, chi decide di restare nel mondo della sanità opta per questa soluzione, una libera professione che consente ritmi di lavoro meno stressanti e soprattutto la possibilità di “prendersi maggiormente cura” della propria vita privata e dei propri familiari.

Gli ultimi mesi, neanche a dirlo, ancora una volta i più difficili per la sanità pubblica italiana, raccontano di una vera e propria fuga volontaria di infermieri dal Nord verso il Sud.

Insomma, molti professionisti decidono  di tornare nelle proprie terre di origine, optano per una soluzione drastica, spesso loro malgrado, che gli consenta, in particolar modo, di far fronte a spese quotidiane che nel Mezzogiorno sono decisamente meno pesanti. 

Non è più, quindi, solo una questione di turni massacranti causati dalla carenza di personale, e di realtà sanitarie che gli negano da tempo addirittura le ferie: al nord come al sud cambia ben poco, ma è il costo della vita ad essere più basso. 

La situazione degli ospedali del Sud non è quindi certo migliore, le difficoltà sono le medesime, il caos dei pronti soccorsi è lo stesso, peggiore e insostenibile è la situazione delle violenze perpetrate durante le ore notturne ai danni degli operatori sanitari, quando non ci sono presidi di pubblica sicurezza attivi, con la Campania che rimane ai primissimi posti per numero di aggressioni. 

La verità che si nasconde dietro questa fuga è una e una sola : lo stipendio medio di poco più di 1400 euro netti, escluse le premialità e gli straordinari, non consente ad un giovane infermiere di mantenersi in una città come Bologna o come Genova. Impossibile arrivare a fine mese, con l’aumento del costo della vita a pesare come ogni giorno come un macigno. Immaginate poi, se questi infermieri originari del Sud, sono over 30 e hanno anche famiglia e figli a carico, e c’è un solo stipendio su cui contare. 

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Se nel 2022 avevamo evidenziato una situazione preoccupante per regioni come Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto, con ben 1530 dimissioni di operatori sanitari, proprio in Friuli, negli ultimi tre anni, per la maggior parte infermieri, adesso nell’occhio del ciclone ci sono l’Emilia Romagna e la Liguria.

I numeri in particolare dicono che all’Ausl di Bologna, solo negli ultimi giorni sono arrivate, come un fulmine a ciel sereno, ben 18 dimissioni volontarie, tutte insieme, oltre tutto senza preavviso, da parte di infermieri (si registrano ben 40 dimissioni negli ultimi 3 mesi). Un dato che non può non essere inquadrato come assolutamente allarmante. Lo scorso anno dall’azienda sanitaria bolognese sono usciti 270 infermieri, mentre nel 2021, erano stati 180. In piccola parte, solo in piccola parte, si tratta di pensionamenti programmati, mentre  per oltre il 50% siamo di fronte a dimissioni volontarie. 

Sono le stesse direzioni sanitarie a mettere in evidenza la realtà dei fatti. Negli ultimi anni, già prima del Covid, soprattutto in Emilia, sono stati ingaggiati tanti infermieri, soprattutto dal Sud, perché lì diverse Regioni erano in piano di rientro. Ma il costo della vita a Bologna è molto alto e diversi professionisti preferiscono avvicinarsi o tornare nei luoghi d’origine perché non ce la fanno ad arrivare a fine mese con affitto e bollette da pagare.

Inutile negare che, a fronte delle uscite, non esiste assolutamente un piano di assunzioni capillare, anche perché i bandi dei concorsi regionali vanno praticamente deserti: è come un cane che si morde la coda, la ragione è sempre la stessa. Le proposte economiche  rispetto alle responsabilità sulle spalle di questi professionisti vengono ritenute decisamente inadeguate. 

A monte, continua De Palma, quindi, la motivazione principale legata a questa drammatica fuga è la triste condizione delle retribuzioni dei nostri infermieri. Se poi aggiungiamo i disagi che da sempre il nostro sindacato denuncia, come disorganizzazione, turni massacranti, l’essere spesso addirittura costretti ad accumulare ferie su ferie a causa della carenza di colleghi, senza poter esercitare il legittimo diritto ai riposi periodici, fondamentale per un indispensabile recupero psico fisico, si comprende bene come una parte di questi professionisti decida di lasciare addirittura la professione, oppure di optare per l’apertura di una partita iva come libero professionista. La triste realtà delle ferie negate non è certo una novità ma rappresenta l’apice di un tortuoso percorso che ci ha condotti, tutti, in un vicolo cieco.

Aumenta, di netto, giorno dopo giorno, la voragine di operatori sanitari: chi resta sul campo deve sopperire alla pericolosa mancanza di colleghi e soprattutto è a rischio, molto spesso, la funzionalità e la vita degli stessi reparti chiave, a causa della penuria di personale. Non è certo una novità che sono molti i reparti che vengono accorpati, con tutte le conseguenze del caso per la qualità dei servizi  sanitari offerti ai cittadini.

Di base, dice ancora De Palma, la professione infermieristica, con  situazioni organizzative di questo tipo, continua a perdere di appeal agli occhi dei giovani che dovrebbero scegliere i nostri percorsi di studio: questo lo dimostrano i recenti dati della Liguria.

L’ateneo genovese, al corso di scienze infermieristiche, si troverà per la prima volta ad avere più posti, 460, rispetto ai 448 candidati per accedere al corso di laurea: numeri che ci dicono, senza mezzi termini, che siamo di fronte ad una situazione che rischia di diventare senza ritorno.

La risposta della politica? I dati dell’Ufficio Statistiche del Ministero della Salute, aggiornati al 2021, in merito al numero reale di operatori sanitari dipendenti del nostro SSN, dicono che, c’è stato un flebilissimo aumento di assunzioni, poco più del 2%. Manca quindi, ancora, quel tanto decantato piano di investimento sulle risorse umane, che di fatto pare non essere  arrivato nemmeno in piena emergenza sanitaria», conclude De Palma.

Il MAUTO riceve il Premio Anniversary Award di Autolook

 Importante riconoscimento per il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile, che ad AUTOLOOK TORINO 2023 ha ricevuto l’ANNIVERSARY AWARD, conferito da un comitato di professionisti, tra giornalisti di Formula 1 ed esponenti del settore Motorsport, “Per essere simbolo e testimone del legame della nostra cultura sociale con una delle invenzioni che hanno fatto la storia: l’automobile”.

A ricevere il Premio – consegnato da Andrea Levy, Presidente e Founder di Autolook Week – Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO, che ha dichiarato: “Fin dall’avvio sono state chiare le intenzioni dei visionari che nel 1933 hanno fondato a Torino il Museo Nazionale dell’Automobile: non solo la conservazione della storia della rivoluzione industriale, sociale e culturale, che attraverso l’automobile ha trasformato il Novecento, ma anche la presentazione delle tendenze del futuro. Il MAUTO oggi, con il programma celebrativo dei 90 anni, e in particolare con le prossime mostre, conferma questo progetto” .

Fondato il 19 luglio del 1933, il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile ha festeggiato a luglio i 90 anni dalla sua nascita con un programma ricco di eventi aperto con l’inaugurazione della mostra “Una storia al futuro” visitabile fino all’8 ottobre: un’esposizione che ripercorre le tappe salienti dello sviluppo del Museo attraverso lo spirito visionario dei protagonisti – progettisti, imprenditori e giornalisti – che ne hanno determinato la nascita.