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Coronavirus: in Piemonte i pazienti guariti sono oltre 6300, altre 22 vittime

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 17 di lunedì 4 maggio

Da oggi i dati forniti nel bollettino quotidiano saranno quelli rilevati dalla piattaforma COVID PIEMONTE alle ore 12.00, anziché alle ore 17.00, come avvenuto fino a ieri. Il cambiamento è dettato dall’esigenza di uniformare i dati forniti quotidianamente al Dipartimento nazionale della Protezione civile e al Ministero della Salute a quelli comunicati agli organi di informazione. Pertanto i dati di oggi non sono raffrontabili con quelli di ieri. Da domani sarà di nuovo possibile un confronto preciso dei numeri.

6.318 PAZIENTI GUARITI E 2.556 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 6.318: 518 in provincia di Alessandria, 261 in provincia di Asti, 340 in provincia di Biella, 704 in provincia di Cuneo, 537 in provincia di Novara, 3.245 in provincia di Torino, 290 in provincia di Vercelli , 356 nel Verbano-Cusio-Ossola, 67 provenienti da altre regioni.

Altri 2.556 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.186

Sono 22 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati oggi dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.186 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 577 ad Alessandria, 188 ad Asti, 165 a Biella, 259 a Cuneo, 265 a Novara, 1.422 a Torino, 164 a Vercelli, 113 nel Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 27.622 le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.593 in provincia di Alessandria, 1.623 in provincia di Asti, 992 in provincia di Biella, 2.553 in provincia di Cuneo, 2.377 in provincia di Novara, 13.916 in provincia di Torino, 1.145 in provincia di Vercelli, 1.065 nel Verbano-Cusio-Ossola, 247 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 111 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 161.

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2391.

Le persone in isolamento domiciliare sono 13.010.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 176.078 , di cui 96.021 risultati negativi.

Ambulanti in piazza: “Vogliamo lavorare, non siamo di serie B”

E’ senza dubbio la prima manifestazione di piazza, e non solo a Torino, dopo la parziale ripartenza del 4 maggio a Torino

Tra i duecento manifestanti in piazza Castello questa mattina c’erano soprattutto ambulanti extralimentari, quelli che ancora non possono vendere al mercato.

Si sono radunati con striscioni e bandiere sotto la sede della Regione: “Vogliamo lavorare il governatore e Conte ci devono ascoltare. Noi non siamo una categoria di serie B”.

(foto: il Torinese)

Maxi rissa in Barriera, chiesti posti fissi di polizia

Dopo la Maxirissa di pomeriggio, in corso Giulio Cesare all’ angolo con corso Novara, il presidente della Circoscrizione Luca Deri chiede posti fissi di polizia nella zona

Dopo i disordini delle settimane scorse ieri una cinquantina di persone, soprattutto cittadini di origini africane hanno dato vita a una lite per una bicicletta contesa.

In  strada un centinaio di persone e una decina di volanti della polizia.

Norme covid, pusher “in regola”: consegnavano droga entro i 200 metri di distanza

Delivery della droga:  per evitare le multe ai clienti consegnavano entro 200 metri dalle loro case: arrestati due pusher Fermati dai carabinieri durante i controlli per il rispetto delle prescrizioni connesse all’emergenza sanitaria

Per evitare le multe ai loro clienti e soprattutto per non perderli spacciavano nell’arco di 200 metri dalle loro case. Sono stati fermati dai carabinieri della Stazione di Caselle  durante i controlli per il rispetto delle prescrizioni connesse all’emergenza sanitaria.
Due italiani, di 19 e 22 anni,  di Caselle e Cafasse, con precedenti penali, nascondevano in macchina 90 g di marijuana e 1600 € in contanti.
Le successive indagini hanno permesso di individuare la base logistica della coppia di spacciatori, un garage a Cafasse dove i carabinieri hanno trovato 800 grammi, tra marijuana e hashish.
(foto archivio)

Lavoro nero, contraffazione, reati ambientali nella fabbrica dell’illegalità

Oltre 1.500 metri quadri di illegalità: dalla contraffazione ai reati ambientali, dal lavoro nero ad un’intera area adibita a officina abusiva.

È il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Torino a San Gillio, comune del torinese, che ha portato alla denuncia di due persone e al sequestro di 15.000 pezzi di ricambio per auto contraffatti riportanti il marchio di una prestigiosa casa automobilistica.   

I Finanzieri della Compagnia di Susa, che hanno condotto l’intervento coordinati dalla Procura della Repubblica Torinese, hanno individuato il capannone nelle campagne di San Gillio, su un’area estesa circa 1.500 metri quadri. Nello stabile, apparentemente abbandonato, si poteva accedere solamente da un ingresso defilato situato nel retro del capannone e difficilmente visibile.

All’interno una vera e propria industria del falso ma non solo. L’imprenditore, un cinquantenne di La Cassa (TO), si era creato la sua attività illegale dove produceva migliaia di pezzi di ricambio per auto e accessori tutti riportanti il marchio della nota casa automobilistica, ovviamente ignara e parte lesa nella vicenda. Macchinari, attrezzature, tutto era allestito e organizzato per soddisfare le centinaia di ordini che quotidianamente l’imprenditore riceveva dai clienti.

L’uomo si era anche creato una sua nicchia di clienti tra gli appassionati di auto d’epoca; tra i pezzi di ricambio sequestrati dai Finanzieri, infatti, numerosi erano gli articoli dedicati alle autovetture oramai vintage ma con un importante platea di intenditori visto anche il considerevole numero di commesse che l’azienda riceveva, non solo dal Piemonte, ma da tutta Italia; dalla Lombardia alla Sicilia, dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia.

Nel corso dell’intervento sono state anche riscontrate gravi anomalie per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti e dei residui della lavorazione: una porzione dello stabile, infatti, era stata destinata allo stoccaggio dei rifiuti pericolosi rinvenuti ammassati all’interno del capannone che, tra l’altro, aveva la sua copertura in amianto. All’interno dello stabile anche un’area destinata ad officina per le riparazioni delle autovetture, ovviamente abusiva così cosi come “in nero” era impiegato il personale trovato al lavoro. Oltre 1.000 pezzi di motori e 24 tra macchinari attrezzature per la riparazione delle auto sono stati sequestrati. Insomma, un’attività illegale sotto tutti i profili.

Ora tutta l’area è stata sequestrata mentre sono circa 15.000 i ricambi falsi cautelati dai Finanzieri, unitamente ai macchinari e alle attrezzature utilizzate per l’attività illecita.

Particolare che va ad aggravare la posizione dell’indagato, è rappresentato dal fatto che mentre la maggior parte delle aziende oneste sono chiuse nel pieno rispetto dei provvedimenti a contrasto del COOVID 19, l’uomo continuava a svolgere, la sua “attività” in maniera incessante non curante delle restrizioni in vigore. Ed è per questo che a suo carico, oltre alle varie denunce accumulate, si sono aggiunte le sanzioni per la “mobilità non giustificata”, che hanno coinvolto anche il personale trovato all’interno dell’azienda.

L’imprenditore, già noto alle forze dell’ordine per altre passate vicende, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Torino per una lunga serie di reati che vanno dalla contraffazione alla frode in commercio dai reati ambientali sino alla ricettazione.

Torino e il Piemonte ripartono con 900 mila lavoratori

Torino e il Piemonte ripartono da oggi. Riaprono librerie, cartolerie, negozi di abbigliamento per bambini,  studi professionali, e anche gli hotel sebbene non sia ancora consentito viaggiare tra una regione e l’altra.

Si calcola che circa 900 mila lavoratori, sparsi in 250 mila aziende e attività di vario genere, oggi riprendano la propria attività: più o meno il 70 per cento del totale. Naturalmente bisognerà rispettare le distanze di sicurezza e le norme di protezione dai contagi.

L’ordinanza firmata dal governatore  Cirio prevede  l’obbligo di indossare la mascherina  in tutti i luoghi chiusi con accesso al pubblico. Nei negozi la indosseranno i clienti e i venditori dovranno avere anche i guanti.  Sui mezzi pubblici i posti saranno limitati e segnalati da appositi adesivi e in metropolitana sono indicati percorsi differenziati in entrata e in uscita nelle stazioni. Vietati gli assembramenti e consentita l’attività singola sportiva e motoria. Per andare a far visita ai cosiddetti congiunti bisognerà indossare la mascherina.

A Torino il traffico stradale è visibilmente aumentato.

La sindaca: “Si riparte con senso di responsabilità, ma la strada è ancora lunga”

Il post di Chiara Appendino pubblicato su Facebook : “Ci siamo. Domani inizierà la cosiddetta Fase 2. Ma facciamo un passo indietro e vediamo, ora che volge al termine, cosa è stata la Fase 1”

La Fase 1 è stata un fulmine a ciel sereno, che ha significato per troppe persone nel peggiore dei casi, lutti e malattia. Nel migliore solitudine, isolamento, disagio psicologico, crisi economica e una grande nube scura sul futuro proprio e della propria famiglia.

Certo, come in tutte le esperienze è rimasto qualcosa di buono da portarsi dietro. Ma evitiamo ipocrisie e diciamolo chiaramente: ce la saremmo evitata volentieri.

E come hanno reagito i torinesi a questa Fase 1? Bene. Per quanto mi riguarda – lo dico da sindaca di questa straordinaria città – nel migliore dei modi possibili.

I torinesi hanno rispettato le regole dettate dalle Istituzioni. Hanno dimostrato (ancora una volta) rara generosità. Hanno dato vita a iniziative di solidarietà che non dimenticheremo mai.

“La situazione è grave” si diceva, ed era vero. Le immagini da Bergamo delle bare trasportate dall’Esercito ce lo hanno confermato molto chiaramente.

E ancora una volta Torino ha risposto: “Sì, ma da sì nojàutri i bogioma nen”. Ed eccoli lì, i torinesi che fanno quadrato intorno alle famiglie in difficoltà, che lottano fino all’ultimo per tenere in piedi le loro aziende, che si mettono a disposizione con centinaia di iniziative di solidarietà, che invadono il numero della Protezione Civile e la mail di Torino Solidale per mettersi a disposizione e donare ciò che possono.

E, torno a ripetere, non date retta a quelli che vi dicono che i cittadini non rispettano le regole, che siamo una banda di menefreghisti e che serve l’Esercito a presidio di ogni via.

Non è così. Qualcuno che non ha rispettato le regole c’è stato, è vero ma è stata un’esigua minoranza. Torino ha dimostrato di essere un esempio virtuoso da cui c’è molto da imparare.

E veniamo ora alla Fase 2.

Voglio essere altrettanto sincera: la crisi è tuttora in atto e la strada per superarla è ancora lunga.

Questa Fase 2, che inizierà domani, sarà un primissimo passo verso la riconquista di piccoli spazi di libertà.

Torneranno al lavoro 80.000 persone, si potrà finalmente vedere di nuovo i nostri cari, avremo qualche libertà in più per ciò che riguarda gli spostamenti.

Ma nessuno pensi che sia un “liberi tutti”. Non lo è in alcun modo e d’altronde con i numeri che stiamo ancora vedendo in Piemonte non potrebbe esserlo.

Noi, come abbiamo avuto modo di dirvi e continueremo a raccontarvi, stiamo facendo tutto ciò che è possibile per aiutare i cittadini in questa nuova fase.

Dopodiché, esattamente come nella Fase 1, la differenza la farà ognuno di noi.

La faranno ancora una volta la nostra responsabilità e il nostro senso di comunità.

I controlli ci saranno, come sempre, ma ognuno di noi capisce che non è fisicamente possibile controllare ogni singola via, strada, piazza, parco o giardino della Città.
A nulla possono i controlli se non ci sono l’altruismo e la responsabilità dei cittadini. Le distanze di sicurezza per evitare il contagio, il divieto di assembramento, le mascherine ove obbligatorio. Sono semplici regole che dobbiamo continuare a seguire.

Non chiedeteci poi di regolare o normare ogni singola azione. Non sarebbe possibile. E non farebbe onore a quella responsabilità mostrata fin qui.

Le Istituzioni hanno piena fiducia nei loro cittadini. Fiducia che si è dimostrata essere ben riposta. Vi chiediamo di averne nelle Istituzioni e, insieme, superare anche questa fase.

Certo, per averla attendiamo risposte forti da tutti i livelli di Governo. La Città di Torino sta facendo tutto il possibile e continuerà a farlo, dall’attuazione del grande piano per la mobilità al ridisegno in generale dei nostri servizi passando per il rilancio del piccolo commercio ci attendono grandi sfide.

Dalla Regione ci aspettiamo un’accelerata significativa su tamponi e test sierologici, sulla distribuzione delle mascherine e sulla protezione di tutti coloro che sono in prima linea, in primis nella sanità, a fronteggiare l’emergenza.

Dal Governo che si prosegua spediti sugli aiuti economici immediati per le imprese e le famiglie, per il commercio e per il turismo e sulla preparazione a una ripartenza dell’economia che non potrà permettersi battute di arresto.

Sono sicura che da tutto questo ne usciremo più forti di prima.

Grazie per tutto quello che state facendo e che farete.

Chiara Appendino

Spacciava ai tornelli della metropolitana, arrestato

Fermato dalla Squadra Volante pusher senegalese

Martedì pomeriggio, personale della Squadra Volante ha notato in Piazza Bernini, vicino all’angolo
con via Medici, ove è l’imbocco della metropolitana, un cittadino italiano sospetto che, alla vista
della pattuglia, si incamminava per le scale sotterranee, salvo poi risalire in superficie dopo pochi
secondi. L’uomo guardava nervosamente il cellulare come se stesse attendendo un messaggio.
Ritenendo potesse trattarsi di un tossicodipendente in attesa del pusher, i poliziotti lo tenevano
d’occhio a distanza, fin quando l’uomo non scendeva nuovamente le scale della fermata. Gli agenti
lo seguivano ed in corrispondenza dei tornelli notavano un soggetto di colore che veniva avvicinato
dal probabile acquirente. Quest’ultimo, alla vista della polizia, fuggiva in direzione dell’uscita di via
Medici, senza completare lo scambio pattuito (una dose di cocaina per la somma di 35 euro) ma qui
trovava altro personale della Squadra Volante a trattenerlo. Il pusher, un ventitreenne di origine
senegalese, opponeva una forte resistenza al controllo e con una manovra fulminea, durante la
fase del fermo, inghiottiva visibilmente qualcosa. Infatti, non veniva rinvenuto stupefacente
addosso alla sua persona ma soltanto la somma di 135 euro in banconote di piccolo taglio. Il giovane è
stato tratto in arresto per detenzione di sostanza stupefacente e resistenza a P.U; lui e l’acquirente
sono stati altresì sanzionati per la violazione delle disposizioni in merito alle misure di contenimento per il CoVid19.

Derubato del cellulare, la polizia lo recupera in poche ore

Poche ore dopo i poliziotti del Comm.to Barriera Milano glielo ritrovano

Era sceso sotto casa per buttare la spazzatura, attorno a mezzanotte e mezza di ieri, quando un
uomo lo aveva aggredito alle spalle, facendolo cadere e portandogli via cellulare e portafogli.
Il cittadino italiano protagonista della vicenda segnalava la rapina al 112, fornendo agli agenti del
Commissariato Barriera Milano, subito intervenuti, le descrizioni dell’autore. Alle 5 e 40 del mattino,
all’interno del Parco Sempione, l’equipaggio notava un soggetto sospetto e lo sottoponeva a
controllo: si tratta di trentaquattrenne ghanese irregolare sul territorio nazionale. All’interno di
una borsa in suo possesso i poliziotti hanno rinvenuto proprio il telefonino precedentemente
rapinato al cittadino italiano in via Porpora. Il cittadino ghanese è stato denunciato per ricettazione
e per violazione delle disposizioni in merito alle misure di contenimento per il CoVid19.

Coronavirus: in Piemonte oltre seimila guariti, in calo le vittime

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 19 di domenica 3 maggio

6.132 PAZIENTI GUARITI E 2.540 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 6.132 (188 in più di ieri): 518 in provincia di Alessandria (+ 0), 261 in provincia di Asti (+12 ), 321 in provincia di Biella (+2), 687 in provincia di Cuneo (+16), 534 in provincia di Novara (+6), 3.122 in provincia di Torino (+119), 288 in provincia di Vercelli (+5), 334 nel Verbano-Cusio-Ossola (+31), 67 provenienti da altre regioni (-3).

Altri 2.540 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.164

Sono 20 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 13 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.164 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 576 ad Alessandria, 187 ad Asti, 165 a Biella, 255 a Cuneo, 265 a Novara, 1.409 a Torino, 162 a Vercelli, 112 nel Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 27.507 (+ 190 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.592 in provincia di Alessandria, 1.620 in provincia di Asti, 980 in provincia di Biella, 2.544 in provincia di Cuneo, 2.374 in provincia di Novara, 13.839 in provincia di Torino, 1.145 in provincia di Vercelli, 1.056 nel Verbano-Cusio-Ossola, 247 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 110 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 169 (- 9 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2484 (- 3 rispetto a ieri)

Le persone in isolamento domiciliare sono 13.018

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 173.385 , di cui 93.939 risultati negativi.