Riceviamo e pubblichiamo
Nursing Up: “Chiudere il DEA del Martini sta mandando al collasso gli altri DEA. Ieri al Maria Vittoria 14 ambulanze in coda”
La situazione del DEA del Maria Vittoria, da ieri, dopo la decisione di chiudere il DEA dell’Ospedale Martini per la trasformazione in presidio Covid, sta esplodendo. È necessario intervenire subito perché il sovraffollamento, derivato dai pazienti che dal Martini si rivolgono al Maria Vittoria, non è più sostenibile.
Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, chiede che i vertici dell’Asl Città di Torino e la Regione pongano immediato rimedio a questa situazione che potrebbe mettere a rischio la possibilità di fornire adeguate cure a chi si rivolgesse a queste strutture.
Il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri, e il Segretario Aziendale Città Metropolitana di Torino del Nursing Up, Fausto Russo, spiegano: “Ieri, mercoledì 4 novembre, alle ore 17, ci sono state segnalate ben 14 ambulanze in coda all’Ospedale Maria Vittoria, in attesa di “caricare” i pazienti da trasferire in altri ospedali del territorio. Sempre ieri c’erano più di 100 pazienti che “stazionavano” al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria, la maggior parte positivi al Covid.
È una situazione allucinante che non crediamo si possa risolvere nei prossimi giorni senza che si intervenga subito”.
Proseguono Delli Carri e Russo: “La chiusura del DEA del Martini ha già dimostrato di creare e creerà grossi problemi al territorio. Non si può pensare di chiudere un DEA che fa 78.000 passaggi l’anno così, di punto in bianco, scaricando tutto sull’altro o sugli altri ospedali. O almeno, lo si può chiudere con una pianificazione ragionata sulla gestione degli oltre 200 utenti che vi accedono quotidianamente, in modo che possano trovare risposte alle loro esigenze di cura altrove sul territorio.
Il DEA del Martini è di fondamentale importanza perché risponde alle esigenze di cura di una vasta area della zona centro sud di Torino. La sua chiusura genera inevitabilmente una maggior affluenza nei DEA limitrofi che si trovano all’Ospedale Mauriziano, Moncalieri, Rivoli e Città della Salute. E abbiamo già visto che cosa è accaduto al Maria Vittoria ieri.
La verità è che si pagano oggi gli enormi danni derivati da anni e anni di tagli alla Sanità e al personale. A ciò si aggiunge quello che da giorni stiamo dicendo: le enormi necessità di personale che abbiamo con gli infermieri che non si trovano più, oltretutto con quei pochi rimasti che vengono “catturati” da chi offre loro condizioni migliori. Ci rendiamo conto che stiamo giocando col fuoco? Ci rendiamo conto che questa situazione potrebbe avere delle ripercussioni notevoli sul personale e anche sulla popolazione che rischia di non trovare immediata risposta ai problemi di salute che oggi sono di urgenza-emergenza?”.

Tuttavia sono tanti i comuni della cintura torinese che faranno qualcosa per ricordare una delle poche date della nostra storia meritevoli di essere ricordate e celebrate. Certamente il COVID costringe a limitare e contenere la partecipazione perché i livelli di guardia raggiunti non consentono assembramenti o almeno li sconsigliano. La manifestazione nefasta di piazza Castello degenerata in violenze inaudite e quella tranquilla di piazza Vittorio si sono fatte, malgrado il divieto di assembramento. Scegliendo una piazza di grandi dimensioni tutto resta possibile purché sia mantenuto il distanziamento sociale. Se fosse per il 25 aprile tutte queste restrizioni quasi sicuramente non ci sarebbero state. Il IV novembre e’ estraneo a chi ci governa e dobbiamo esserne orgogliosi. Loro la storia non la conoscono. Ma oggi non dobbiamo discutere e dobbiamo con disciplina obbedire. Così ci hanno insegnato i soldati della Grande Guerra caduti per l’ Italia. Così ci hanno insegnato i nostri nonni che hanno combattuto nelle trincee del Piave e che oggi nessuno più ricorda. Il 4 novembre 1918 si è compiuto il sogno del Risorgimento con Trento e Trieste italiane. Ma questi signori stanno disfacendo l’Italia. Non ci vorrebbe molto per leggere il bollettino della Vittoria del generale Diaz e non certi messaggi di circostanza che non dicono nulla e sono pieni di parole melensi , anzi eunuche, come diceva il Baretti, parlando dell’ Arcadia. Ma l’idea migliore l’ha avuta il Comune di Cavour, invitando i cittadini ad esporre il Tricolore. Il Tricolore non crea assembramenti ,ma esprime dei sentimenti veri. Io quando vedo un Tricolore garrire al vento sento i brividi di quando eravamo soldati e portavo le stellette E’ un gesto che rivela patriottismo e senso della storia ,cose molto distanti dall’Italia dello sfascio di oggi che non sa trovare valori nazionali che unifichino un paese allo stremo. Oggi esporre il tricolore ha un senso ben diverso dalla primavera scorsa quando le movide e gli aperitivi si combinavano con le bandiere e le canzoni di Modugno. Il Tricolore del IV novembre è quello che sventolò a Trieste sulla Torre di San Giusto e diede orgoglio di grande Nazione all’Italia. Non dimentichiamolo mai.