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Il Comune concede a bar e ristoranti di ampliare i dehors

La Giunta Comunale – a seguito della grave situazione emergenziale creata dal Covid 19 che ha imposto misure restrittive che impattano sull’economia cittadina – su proposta dell’assessore al Commercio, Turismo, Attività Produttive e Sviluppo Economico Alberto Sacco, di concerto con l’assessore al Bilancio, Tributi, Personale, Servizi Demografici Sergio Rolando, ha approvato un piano straordinario di occupazione del suolo pubblico.

Per far fronte alla necessità che la ripresa delle attività avvenga nel modo più semplice e veloce possibile, l’Amministrazione ha quindi deciso di offrire, in via straordinaria e temporanea, in deroga alla normativa vigente, la possibilità per la maggior parte degli esercizi di ampliare la superficie destinata alla clientela, usufruendo dello spazio pubblico, in modo tale da evitare che la necessità del mantenimento delle misure di distanziamento sociale si ripercuota sul volume di affari, minando la sostenibilità economica delle aziende.

Con il nuovo provvedimento tutti gli operatori economici che dispongono di locali che si affacciano sulla strada e che hanno una superficie lorda complessiva inferiore a 250 metri quadrati potranno occupare davanti al loro esercizio – anche se separato dalla viabilità e rispettando le condizioni di sicurezza previste dal Codice della strada – il suolo pubblico in misura congrua e comunque non superiore a 60 metri quadrati. Il rispetto del requisito relativo alla superficie massima del locale non è richiesto per gli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande.

L’occupazione straordinaria del suolo pubblico sarà consentita sino al 30 novembre 2020 e gli esercenti non saranno soggetti al pagamento della COSAP.

Per poter ampliare la propria attività su suolo pubblico sarà sufficiente inoltrare una comunicazione tramite PEC con la quale il titolare dell’attività indicherà le finalità, l’estensione e le modalità dell’occupazione e, sotto forma di Dichiarazione Sostitutiva di atto di notorietà (rilasciata ai sensi dell’art.47 del D.P.R. 445/2000), assicurerà l’osservanza delle norme di legge, la garanzia del rispetto delle esigenze di mobilità per le persone con disabilità e la piena salvaguardia dei diritti di terzi, sollevando così la Città da ogni responsabilità.

La ricevuta della Pec sarà sufficiente per occupare il suolo pubblico. L’esercente però dovrà conservare nella sede in cui l’attività è esercitata copia della comunicazione inoltrata nonché atto scritto che attesti il nulla osta all’occupazione del suolo da parte degli esercizi e degli stabili ubicati in un diverso condominio eventualmente confinanti con l’attività.

Lo stesso procedimento semplificato e temporaneo potrà essere utilizzato anche dai titolari di un pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande che potranno occupare il suolo pubblico, nella stessa misura massima di 60 metri quadrati, o ampliare nella stessa misura l’occupazione del suolo pubblico oltre alle aree già concesse per allestimento di dehors. Anche in questi casi l’occupazione sarà consentita sulla base di una Comunicazione da inoltrare a mezzo PEC in analogia a quanto suindicato.

Il provvedimento introduce, inoltre, una disposizione tesa a semplificare il procedimento per il rilascio di concessione per nuovi dehors della tipologia D1 o D2 ai sensi del Regolamento Comunale in materia vigente prevedendo che l’istruttoria conseguente all’istanza formale di concessione di occupazione suolo pubblico, possa essere sostituita dalla presentazione, in allegato all’istanza, della dichiarazione – a firma di un professionista abilitato – che attesti la piena rispondenza del progetto (che comunque dovrà essere allegato nella sua forma grafica, a tutte, nessuna esclusa, le prescrizioni contenute nelle Norme Tecniche – Allegato A al Regolamento Comunale n. 388).

Inizialmente, vista la natura sperimentale della procedura, la Polizia Municipale effettuerà controlli diffidando l’operatore commerciale a sanare immediatamente eventuali irregolarità. Successivamente, gli agenti effettueranno un ulteriore sopralluogo e, nel caso permangano irregolarità, sanzioneranno gli esercenti e ne daranno comunicazione agli uffici competenti per i provvedimenti di loro competenza.

L’atto passerà in Consiglio Comunale per l’approvazione.

(dall’ufficio stampa di Palazzo Civico)

La Regione dichiara guerra alle zanzare

Due milioni e 500 mila euro a bilancio per il Programma delle attività di lotta alle zanzare per il 2020. La delibera è stata approvata oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi.

Il Programma rientra nell’ambito del “Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi”, recepito con l’intesa Stato-Regioni nello scorso mese di gennaio.

Il programma prevede il co-finanziamento, per il 50% della spesa, dei progetti urbani presentati dai Comuni e contiene anche le linee di intervento regionale per la lotta alle zanzare per l’anno 2020.

Gli interventi sono adattati e allineati all’approccio indicato nel Piano nazionale Arbobvirosi per un’azione integrata di lotta contro i vettori, fondamentale per realizzare le attività di tutela della salute dei cittadini nei territori oggetto di infestazioni.

Negli ultimi anni il ruolo vettoriale assunto dalle zanzare nella diffusione di patologie umane ed animali è molto aumentato a causa dell’introduzione di zanzare in grado di diffondere malattie virali come ChikungunyaDengue, Zika West Nile.

Gli interventi riguardano principalmente attività di prevenzione, sorveglianza e risposta alle patologie umane e animali veicolate da zanzare e altri vettori che comprende:

  • prevenzione con attività di formazione e informazione e misure di contrasto ai vettori con il monitoraggio dei cosiddetti “siti sensibili”, ovvero tutte quelle aree di forte aggregazione o che per loro natura associano numerose persone, in cui viene accertata una situazione a rischio per la possibile insorgenza di focolai epidemici di malattie da vettore collegate alle zanzare, per garantire la sorveglianza sul territorio ;

  • sorveglianza entomologica e risposta ai virus West-Nile e Usutu e azioni di controllo;

  • sorveglianza entomologica e risposta ad arbovirosi trasmesse da zanzare invasive e azioni di controllo;

  • sorveglianza entomologica e risposta al Toscana virus e alla malaria e azioni di controllo;

  • sorveglianza di nuove specie invasive e potenziali vettori;

  • monitoraggio della resistenza agli insetticidi;

Il prossimo atto sarà l’individuazione del soggetto attuatore del Programma e l’approvazione dei progetti presentati dai Comuni. Poi partiranno le attività di contrasto alle zanzare sia nelle campagne che nelle aree urbane interessate dalla presenza di tali insetti.

DATI SULLE MALATTIE INFETTIVE NEL MONDO ED IN ITALIA

Le malattie infettive causate da vettori come le zanzare provocano ogni anno a livello mondiale 1 milione di morti1 e rappresentano circa il 17% dei casi di malattie trasmissibili.

Dati di sintesi delle malattie infettive da vettore* in Italia: mediamente si registrano quasi 150 casi d’importazione, oltre 310 casi autoctoni e una dozzina di decessi all’anno.

*comprendenti  Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile virus (WNV), Encefalite da zecche (TBE) e Toscana virus (TOSV).

Le prime 3 hanno in Italia come principale vettore la zanzara tigre, il WNV la zanzara comune, la TBE alcune zecche e il TOSV alcuni pappataci.

Intervento unico in Italia salva la vita a neonata prematura

Salvata neonata prematura con un intervento cardiologico  innovativo non invasivo per la chiusura del Dotto di Botallo, presso la Città della Salute di Torino  E’ la prima volta in Italia che viene utilizzata questa nuovissima tecnica su una bimba di così piccole dimensioni

Nei giorni scorsi è stato effettuato un intervento cardiologico innovativo non invasivo per la chiusura del Dotto di Botallo su una neonata prematura, presso la Città della Salute di Torino. E’ la prima volta in Italia che viene utilizzata questa nuovissima tecnica su una bimba di così piccole dimensioni (1200 grammi).

La piccola, di origine marocchina, è nata prematura a metà aprile alla 28^ settimana di gravidanza, dopo un cesareo urgente con un peso di 1090 grammi. Dopo quattro tentativi di chiusura farmacologica del Dotto risultati inefficaci, nei giorni scorsi si è deciso di intervenire in modo percutaneo, passando dalla vena femorale.

La bimba è stata trattata (quando pesava 1200 grammi) in modo non invasivo, tramite cateterismo cardiaco, durato meno di 30 minuti, dall’équipe di Cardiologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretta dalla dottoressa Gabriella Agnoletti). Si tratta della più piccola bimba trattata in Italia con questo metodo. La bimba, ricoverata dalla nascita presso la Neonatologia ospedaliera dell’ospedale Sant’Anna di Torino (diretta dal dottor Daniele Farina), ora sta meglio, respira spontaneamente ed ha sospeso tutti i farmaci. Questo miracolo è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra le équipes di Cardiologia pediatrica, Neonatologia ospedaliera e Cardiochirurgia pediatrica del Dipartimento di Patologia e Cura del bambino “Regina Margherita” (diretto dalla professoressa Franca Fagioli).

Il dotto di Botallo è un vaso sanguigno arterioso che, durante la vita fetale e nelle prime ore, garantisce la vita del bimbo nella pancia della mamma (con un flusso di sangue tra arco dell’aorta ed arteria polmonare). In genere entro due giorni dalla nascita, questo vaso si chiude e permette il passaggio dalla circolazione fetale a quella neonatale. Nel bimbo gravemente prematuro, questo però non succede ed il dotto di Botallo pervio può creare seri problemi alla circolazione del piccolo neonato, causando scompenso cardiaco ed insufficienza multiorgano. Il trattamento di questa condizione è di solito medico e, in caso di fallimento, cardiochirurgico. Recentemente la possibilità di chiudere il dotto di Botallo per via percutanea (passando dalla vena femorale ed inserendo all’interno del vaso un piccolo tappo) è diventata una valida opzione cardiologica poco invasiva.

Questa nuova tecnica permette a questi piccoli di avere un trattamento meno invasivo ed aggressivo e di poter, con meno traumi, continuare la loro battaglia per la vita.

Riaperture a singhiozzo. Negozi e parrucchieri già la prossima settimana, bar e ristoranti dal 25

Lunedì anche a Torino e in Piemonte riapre la gran parte dei n negozi, compresi parrucchieri ed estetisti che essendo però abitualmente chiusi il primo giorno della settimana è probabile aprano martedì 19.

Entro alcuni giorni potranno tornare al mercato anche gli ambulanti extralimentari. Da mercoledì la Regione consentita a loro di ricominciare, anche se per i mercati la decisione spetta ai Comuni. Lunedì 25 riapriranno invece bar e ristoranti.

Parrucchieri aperti 7 giorni su sette

Un’ordinanza comunale darà la possibilità ai parrucchieri di tenere aperto il negozio anche domenica e lunedì fino a fine 2020.

Qualche regola da osservare

Saranno diverse  le regole da rispettare: obbligatorio l’uso di  mascherina e guanti per i commercianti, mentre per i clienti solo la mascherina.

Non sarà imposto – anche se preferibile- l’impiego di bancomat o carte di credito al posto del contante. Nei negozi d’abbigliamento non sono previste particolari misure igieniche per la prova di scarpe e vestiti.

Tavoli distanziati nei ristoranti, ingressi contingentati, disinfezione costante dei locali e altre precauzioni daranno filo da torcere a clientela ed esercenti.

I carabinieri individuano e-commerce della marijuana

 Decifrato il codice segreto dello spacciatore: il “market della droga” è offline.

E’ successo a Volpiano dove i carabinieri della Stazione di Leini hanno eseguito un controllo a casa di un italiano di 28 anni, di Volpiano, sospettato di gestire la vendita “online” di droga ma anche a casa e davanti al bar di famiglia.  L’attività investigativa dei militari dell’Arma ha consentito loro di trovare a casa sua 2,100 kg di marijuana (oltre 3000 dosi), 1 bilancino precisione, vario materiale per il confezionamento e 665 euro. I carabinieri sono arrivati sulle tracce del pusher dopo aver ricevuto alcune segnalazioni da alcuni residenti della zona.
Lo spacciatore riceveva gli ordini tramite whatsapp (frutta assortita e abbonamenti tv) e poi provvedeva pesonalmente alle consegne oppure i clienti passavano dal bar che gestisce con la sorella a Chivasso. Con l’emergenza Covid e con il bar chiuso, il pusher ha aumentato le vendite tramite whatsapp e ha “avviato” le consegne a domicilio. La perquisizione della macchina ha prmesso di sequestrare anche una mazza da baseball che è costata al 28enne un denuncia per il possesso di armi.

 

(foto archivio)

Pusher fugge su autobus. Almeno aveva la mascherina

Un pusher maliano di 22 anni è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Radiomobile per possesso di droga. Aveva la mascherina, anche se non non era indossata perfettamente

E’ accaduto in corso Francia a Torino dove i militari hanno deciso di fermarlo per un controllo poiché a dicembre la stessa pattuglia lo aveva arrestato per spaccio di stupefacenti e sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora a Torino. L’uomo si è accorto della presenza dei carabinieri ed è fuggito a bordo del bus 36, in direzione di Rivoli. I militari dell’Arma hanno seguito il mezzo e dopo due fermate il fuggitivo è sceso e i carabinieri l’hanno fermato. L’africano ha opposto resistenza ai militari e ha deglutito le dosi che nascondeva in bocca. Dopo la colluttazione seguita all’arresto, la mascherina si è rovinata e i militari gliene hanno fornita un’altra e lo hanno accompagnato in carcere. In centro, ha strappato il telefono cellulare dalle mani di un uomo di 52 anni mentre parlava al telefono. I carabinieri della compagnia San Carlo hanno visto lo scippo in diretta e hanno bloccato il rapinatore. È successo questa notte in via della Consolata alle 2. Si tratta di un marocchino di 26 anni, in Italia senza fissa dimora. I militari hanno recuperato il telefono cellulare e lo hanno restituito al proprietario.

“Bruciano” il rosso e la Finanza scopre che sono pusher

Sfrecciano con il semaforo rosso e vengono fermati dalla Guardia di Finanza di Torino: arrestati per spaccio di droga.

È costato caro passare con il semaforo rosso alla coppia fermata, la scorsa serata, nei pressi di via Druento, nel capoluogo, da un equipaggio della Compagnia di Caselle  che si è visto sfrecciare accanto i due uomini a bordo di un’auto non curanti del semaforo, in quel momento, “rosso”.

L’atteggiamento nervoso dei due trentenni ha indotto gli inquirenti ad approfondire il controllo. Ed è proprio durante la perquisizione dell’autovettura che, occultati sotto il sedile del passeggero, vengono trovati due panetti contenenti alcuni centinaia di grammi di Hashish.

Perquisite subito dopo anche le abitazioni dei due fermati, già noti alle forze dell’ordine per spaccio di sostanze stupefacenti e, uno dei due, anche per rapina.

I due uomini sono stati arrestati e condotti presso il carcere Lorusso-Cutugno di Torino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Più di 11 mila pazienti guariti in Piemonte. Altri 27 morti, in calo le terapie intensive

Il bollettino della Regione delle ore 19 di venerdì 15 maggio

11.149 PAZIENTI GUARITI E 3527 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 11.149 (+553 rispetto a ieri): 1028 (+53) in provincia di Alessandria, 450 (+17) in provincia di Asti, 508 (+11) in provincia di Biella, 1132 (+34) in provincia di Cuneo, 1018 (+78) in provincia di Novara, 5851 (+310) in provincia di Torino, 508 (+37) in provincia di Vercelli, 555 (+9) nel Verbano-Cusio-Ossola, 99 (+4) provenienti da altre regioni.

Altri 3527 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3557

Sono 27 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

A seguito della necessità di un puntuale allineamento dei dati con il Ministero, è stato richiesto alle Asl l’inserimento dei dati che erroneamente le stesse Asl non avevano ancora registrato in piattaforma: sono cosi risultati ulteriori 37 decessi risalenti al mese di aprile.

Il totale è ora di 3557 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale:  614 Alessandria, 212 Asti, 171 Biella, 324 Cuneo, 302 Novara, 1.581 Torino, 196 Vercelli, 122 Verbano-Cusio-Ossola, 35 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 29.346 (+137 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3779 in provincia di Alessandria, 1723 in provincia di Asti, 1022 in provincia di Biella, 2679 in provincia di Cuneo, 2565 in provincia di Novara, 14.896 in provincia di Torino, 1235 in provincia di Vercelli, 1093 nel Verbano-Cusio-Ossola, 251 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 103 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 108 (-8 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1593 (-182 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9412.

I tamponi diagnostici finora processati sono 239.507, di cui 132.346  risultati negativi.

Oltre 300 prodotti scaduti nel minimarket in centro città

Ieri pomeriggio agenti della Sezione I Centro – Crocetta della Polizia Municipale, insieme al personale della Polizia di Stato del Commissariato San Secondo, hanno effettuato il controllo di un’attività commerciale in corso Vittorio Emanuele II.

Sugli scaffali del minimarket sono stati rinvenuti prodotti scaduti e articoli posti in vendita irregolarmente.

Il titolare, un uomo di nazionalità bengalese, è stato sanzionato per vendita di merce scaduta e per non avere esposto i prezzi.

I  340 prodotti scaduti, destinati alla vendita, sono stati posti sotto sequestro amministrativo.

“Antrace” sulla busta inviata a Cirio, allarme nel palazzo della Regione

Questa mattina  allarme in piazza Castello dopo la scoperta di una  busta  indirizzata al presidente Alberto Cirio, recante la scritta “antrace”

Sul posto il  nucleo Nbcr, specializzato nel rischio batteriologico, chimico e radioattivo, dei vigili del fuoco, che hanno avviato  il protocollo di sicurezza previsto in questi casi. Allertati anche il 118 e gli artificieri.

Al governatore giungono  messaggi di solidarietà:

Il presidente Stefano Allasia a nome di tutto il Consiglio regionale:  “Spero che si tratti soltanto di uno stupido mitomane: in una situazione di emergenza come l’attuale è comunque grave che qualcuno cerchi di generare panico”.

“A nome del Gruppo del Partito Democratico esprimo la più viva e profonda solidarietà al Presidente Cirio. La nostra condanna nei confronti di queste intimidazioni è netta. In momenti così difficili le Istituzioni e chi le rappresenta vanno difese da chi cerca di destabilizzarle” afferma il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.