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Un’alleanza per offrire cure odontoiatriche ai meno abbienti

Tra Società di San Vincenzo De Paoli e SIdP, nasce un’alleanza per aiutare i più deboli. E’ stata annunciata nel corso di una videoconferenza  tra i vertici delle due Associazioni.

 

Quelle dentarie sono cure costose, che spesso rappresentano una spesa impossibile da affrontare per chi perde lavoro o vive in condizioni di disagio. Difficoltà che la pandemia ha ulteriormente accentuato.

 

Per questo, la Società di San Vincenzo De Paoli e la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia hanno deciso di fare rete comune con il progetto: Il dentista solidale. Una sinergia – ha dichiarato il Presidente della Federazione Nazionale della Società di San Vincenzo De Paoli Antonio Gianfico – che permette alla SIdP di individuare i pazienti bisognosi ed alla San Vincenzo di poter contare sulla disponibilità di professionisti preparati.

 

L’obiettivo è l’attuazione di programmi e azioni di solidarietà sociale in campo odontoiatrico finalizzati alla cura e al sostegno delle persone svantaggiate dal punto di vista economico.

 

Il progetto non si limita ad affrontare l’emergenza, permettendo alle fasce più deboli di affrontare le cure, ma offrirà anche un approccio alla prevenzione attraverso seminari e webinar. “Da questa sinergia tra le due realtà – ha concluso il Presidente Gianfico – si nasce la possibilità di fare educazione ed accompagnamento per uscire fuori da questa povertà, o addirittura di prevenirla. E’ un ruolo educativo e sociale che si prefiggono le nostre due realtà insieme!”.

 

Su tutto il territorio nazionale, sono già più di 200 i soci della SIdP, che hanno accettato di offrire cure gratuite ai meno abbienti che verranno segnalati dalla San Vincenzo. Ma il numero delle adesioni degli specialisti è destinato a crescere.

 

A promuovere l’iniziativa, che è stata condivisa dal Presidente Eletto della SIdP Nicola Sforza, è stato il vicepresidente Claudio Gatti, Consigliere dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Milano, insieme a Marco Aimetti, Professore associato presso l’Università degli Studi di Torino, Roberto Rosso, Presidente di Key-Stone, Enrico Montefiori, Consulente giuridico e Chiara Saracco, Key Account Manager presso YouKey.

 

La tratta metro Bengasi apre il 23 aprile

Apre al pubblico venerdì 23 aprile la tratta Lingotto-Bengasi, linea 1 della Metropolitana di Torino

Le Sono due nuove fermate:  Italia 61-Regione Piemonte e Bengasi. I lavori sono  stati tutti ultimati, mentre continua il pre-esercizio come test.

Al momento i treni  arrivati alla stazione Lingotto, proseguono  la corsa senza passeggeri fino a piazza Bengasi simulando le fermate.

Il 22 aprile gli enti competenti rilasceranno le autorizzazioni per l’apertura al pubblico della linea.

Autostrada Frejus, traffico sospeso per cavo d’acciaio teso su carreggiata

Nel pomeriggio il traffico è stato momentaneamente sospeso sull’autostrada del Frejus Torino-Bardonecchia, presso Bruzolo.

Alcune decine di manifestanti staccatisi dal corteo No Tav hanno teso  un cavo d’acciaio ad altezza uomo. La Polizia stradale ha sgomberato l’autostrada e la Sitaf, la società che gestisce l’autostrada, ha poi rimosso l’ostacolo.

Il bollettino Covid di sabato 17 aprile, ricoveri in calo

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 865 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 76 dopo test antigenico), pari al 3,7dei 23.456 tamponi eseguiti, di cui 15.952 antigenici. Tra gli 865 nuovi casi gli asintomatici sono 345 (39,9%).

I casi sono così ripartiti: 111 screening, 554 contatti di caso, 200 con indagine in corso; per ambito: 6 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 81 scolastico, 778 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 337.065 così suddivisi su base provinciale: 27.256 Alessandria, 16.361 Asti, 10.316 Biella, 48.228 Cuneo, 26.062 Novara, 180.430 Torino, 12.584 Vercelli, 11.966 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.417 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.445 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 29(rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.125 (68 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 18.988.

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.123.714 (+23.456 rispetto a ieri), di cui 1.439.086 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.924

Sono 25 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.924 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.512 Alessandria, 675 Asti, 406 Biella, 1.338 Cuneo, 896 Novara, 5.168 Torino, 485 Vercelli, 353 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 91 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

303.738 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 303.738 (+1.809 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 24.458 Alessandria, 14.695 Asti, 9.260 Biella, 42.899 Cuneo, 23.683 Novara, 162.639 Torino, 11.415 Vercelli, 11.180 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.309 extraregione e 2.200 in fase di definizione.

Preleva al bancomat sotto minaccia, la polizia ferma il rapinatore

Un  ragazzo esce dalla propria abitazione e si incammina in direzione Porta Susa, quando un soggetto gli si avvicina. E’ italiano, ha 36 anni e dice di avere fame, quindi, con tono minaccioso, gli chiede di comprare un panino. Il ragazzo risponde di non avere contanti dietro; il trentaseienne riferisce che sarebbe stato lui stesso ad accompagnarlo al bancomat più vicino.

Durante il tragitto, iniziano una serie di minacce verbali. Arrivati allo sportello automatico di una banca in piazza Statuto, il reo costringe la vittima a ritirare 250 euro in due diverse tranche. Inoltre, durante il prelievo, il rapinatore si fa consegnare il suo telefono cellulare, dicendo che glielo avrebbe restituito una volta ottenuti i soldi. Usciti dalla filiale, il trentaseienne non mantiene la parola e ordina al ragazzo di correre lontano, senza mai voltarsi. La vittima, in stato di shock per l’accaduto, arriva in corso Palestro e si avvicina ad un gruppo di persone chiedendo un telefono per chiamare la Polizia. Tra di loro un poliziotto, libero dal servizio, si qualifica e, dopo aver ascoltato quanto appena accaduto, richiede l’intervento di una Volante.

Inizia così l’attività investigativa del commissariato Centro, volta al rintraccio del soggetto. Gli agenti, visionate le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza della banca, riconoscono l’autore del fatto, che ha un evidente tatuaggio sul collo ed è già stato precedentemente identificato nel corso di un intervento i primi di marzo. L’uomo ha numerosi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio e la persona; risulta residente a Torino, ma di fatto si tratta di un senza fissa dimora con obbligo di presentazione alla P.G.

Mercoledì mattina personale del commissariato attende l’uomo sulla via che lo avrebbe portato alla firma giornaliera e, dopo averlo riconosciuto, lo fermano per la rapina commessa 4 giorni prima. Il fermo è stato convalidato dall’Autorità Giudiziaria.

Humanitas Gradenigo e BasicNet aprono il primo centro vaccinale tra aziende private

A  Torino  nasce il primo centro vaccinale tra aziende private per iniziativa dell’ospedale Humanitas Gradenigo e di  BasicNet

L’obiettivo è vaccinare a partire dal 27 aprile fino a 800 persone al giorno presso il BasicVillage di corso Regio Parco 39, sede dell’azienda di  Marco Boglione, patron di Robe di Kappa, Superga e K-Way.

L’area di 700 metri quadrati ospiterà l’attuale Centro vaccinale di Humanitas Gradenigo,  inaugurato all’interno dell’ospedale il 18 marzo, che  in un mese  ha vaccinato 8mila persone, in prevalenza ultra 80enni e pazienti fragili, con  Pfizer BioNTech.

Il nuovo  Centro avrà  percorsi autonomi di entrata e uscita e darà la possibilità di passare ogni giorno dalle attuali 500 a  800 persone, in parte  dei locali dello storico spaccio  aziendale.

Il Centro resterà  aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 20 con otto box separati.

 

Foto BasicNet

L’Odissea dei lavoratori dell’ex Embraco in cerca di una soluzione

“A noi mancano pochi mesi al 21 luglio, data di scadere della cassa integrazione. Se entro quella data non si troverà una soluzione saremo tutti disoccupati.

E c’è già chi sta prendendo i pacchi della Caritas, chi dorme negli scantinati, chi con ottocento euro di cassa non ce la fa a tirare avanti e a pagare l’affitto o le bollette”. A parlare è Roberto Brognano, lavoratore dell’ex Embraco e componente della segreteria dell’Ugl torinese. Giovedì era con molti colleghi a Torino in piazza Castello, davanti al palazzo della Regione Piemonte, per sollecitare delle risposte da Roma per sciogliere il nodo della società Italcoomp – con stabilimenti a Riva presso Chieri dell’ex Embraco e della ex Acc di Mel in Provincia di Belluno – che una volta operativa sarebbe la soluzione dei problemi che si trascinano ormai da tre anni e sono stati acuiti dal fallimento della Ventures, dichiarato da una sentenza del Tribunale di Torino del 21 luglio. In piazza Castello con gli operai dell’azienda del chierese c’erano il segretario provinciale Uglm Metalmeccanici Ciro Marino, il segretario regionale Uglm  Giovanni Antonio Spera, il segretario generale regionale Ugl Armando Murella ed il consigliere comunale di Chieri, Luigi Furgiuele che da sempre segue da vicino la vicenda, vista la ricaduta occupazionale che ha sulla sua città. Martedì 20 aprile, poi, una delegazione sindacale e dei lavoratori (tra cui il segretario Uglm di Torino Marino e lo stesso Brognano) sarà a Roma davanti al Ministero dello Sviluppo economico, autoconvocata con l’auspicio di essere ricevuta dal ministro Giorgetti o da uno dei viceministri.

Massimo Iaretti

Il fisico Djalali esce dall’isolamento dopo 140 giorni

Una buona notizia e un’altra meno positiva sulla sorte di Ahmadreza Djalali, il fisico iraniano-svedese, ricercatore all’Università di Novara, condannato a morte nella Repubblica islamica per “spionaggio” a favore di Israele.
L’Iran ha interrotto dopo oltre 4 mesi la detenzione in cella di isolamento di Ahmadreza Djalali: l’isolamento era ritenuto l’ultimo passo prima della temuta esecuzione del ricercatore che si è sempre dichiarato innocente. “Dopo 140 lunghi giorni in isolamento, ha riferito Amnesty International, Ahmadreza è stato finalmente trasferito in una cella con altre persone ma non può ancora contattare i propri familiari e il proprio avvocato”. Djalali, che ha trascorso tre anni all’istituto Crimedim (esperto in medicina dei disastri) e ha collaborato per anni con l’Università del Piemonte orientale a Novara, era stato arrestato nell’aprile 2016 durante una visita nel Paese d’origine. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite lo scienziato sarebbe costretto a subire privazioni del sonno e avrebbe avuto una considerevole perdita di peso per la mancanza di un’alimentazione adeguata. Alla fine dello scorso anno, la sua esecuzione era stata rinviata ma la condanna a morte resta però valida per la giustizia di Teheran. Il suo avvocato, dalla prigione di Evin alle porte di Teheran, dove Djalali è detenuto da quasi cinque anni, ha fatto sapere alla moglie che vive a Stoccolma che la richiesta di perdono avanzata di recente è stata di nuovo respinta e quindi la minaccia di esecuzione resta attuale. Resta sospesa ogni comunicazione con la famiglia in Svezia e con la madre e la sorella che vivono a Teheran. Lo scienziato si è sempre dichiarato estraneo alle accuse, sostenendo di essere stato punito per essersi rifiutato di compiere attività di spionaggio per la Repubblica islamica in Europa. Amnesty International aveva definito il processo a suo carico “clamorosamente iniquo”. Le sue condizioni di salute fisica e psicologica sono state danneggiate ulteriormente dalla prigionia degli ultimi mesi.                                                 f.r.

Campagna Io per Lei, VéGé al fianco di Fondazione Telethon anche a Torino

 Gruppo VéGé risponde all’appello di Fondazione Telethon e aderisce alla campagna di primavera “Io per lei” a favore delle mamme che affrontano una malattia genetica rara.

In occasione dell’avvicinarsi della Festa della mamma, tutti i clienti dei punti vendita di Gruppo VéGé che aderiranno all’iniziativa, dal 12 aprile al 12 maggio, potranno donare 1 euro e riceveranno in cambio il “Cuoricino di biscotto” Telethon (prodotto e confezionato per Fondazione Telethon). Il ricavato delle vendite sarà interamente devoluto alla ricerca sulle malattie genetiche rare.

La campagna “Io per lei” è idealmente dedicata, infatti, a ogni mamma «rara» che affronta la malattia genetica di suo figlio, alle ricercatrici che lavorano per trovare una cura, a tutte le donne con una malattia genetica rara.

Le imprese socie di Gruppo VéGé aderenti all’iniziativa, preseti su tutto il territorio, sono: ASTA S.P.A., BENNET S.P.A. – BENNET, CENTRODET, DETERCART LOMBARDO S.R.L., DIMO S.R.L., F.LLI ARENA S.R.L – DECÒ, G.F.E., DISTRIBUZIONE ASSOCIATA S.R.L., GAMBARDELLA, GDA, MARKET INGROSS S.R.L., MULTICEDI S.R.L. , ROSSI S.R.L., SCUDO – TREP, SCUDO – CEDI LOMBARDI, SIDI PICCOLO, TOSANO E SCELGO C&C

“Essere vicini alle comunità dove operiamo, e in particolare aderire ad iniziative importanti come questa lanciata da Fondazione Telethon, è un dovere verso tutti quei cittadini che ogni giorno ci scelgono, ci manifestano fiducia, ci considerano un punto di riferimento indispensabile per i loro acquisti quotidiani. In questo periodo difficilissimo in cui la pandemia ha catalizzato tutte le risorse e le attenzioni, il nostro contributo, come Gruppo VéGé, è amplificare altre situazioni che richiedono il sostegno di tutti. Oggi possiamo fare la nostra parte, scegliendo di sostenere la campagna “Io per lei” con una piccola donazione, per sostenere la ricerca scientifica e aiutare così le mamme e tutte le donne che ogni giorno lottano per trovare soluzioni contro le malattie genetiche rare.” – dichiara Francesca Repossi, Responsabile Marketing di Gruppo VéGé.

Arrestata per resistenza una diciannovenne

Il fatto è accaduto in centro città

 

Gli agenti della Squadra Volante sono intervenuti martedì pomeriggio in via Milano poiché diversi passanti avevano segnalato la presenza di un soggetto molesto in strada. Il ragazzo, un 19enne del Gambia, stava provocando passanti ed esercenti commerciali senza motivo. Gli operatori nel tentativo di riportare il giovane alla calma sono stati spintonati ed aggrediti dal diciannovenne che ha provato ad allontanarsi eludendo il controllo. Il ragazzo è stato raggiunto dai poliziotti che sono stati colpiti con calci e pugni. Ne è nata una colluttazione a seguito della quale si è riusciti a fermare e mettere in sicurezza il ragazzo. Lo straniero, arrestato per resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale, aveva diversi alias sotto i quali sono emersi precedenti per resistenza, minacce e false attestazioni. Inoltre, è risultato irregolare sul Territorio Nazionale. Gli agenti hanno riportato lesioni guaribili in 2 e 7 giorni.