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Passante rapinato al parco del Valentino

Arrestati dalla Polizia di Stato

Lo scorso martedì sera, un cittadino straniero che stava andando a prendere un mezzo pubblico nei pressi del Parco del Valentino è stato derubato del portafogli da un senegalese ventiquattrenne che si è immediatamente dato alla fuga. La vittima cercava di recuperare il maltolto inseguendo il ladro, ma arrivato ai campetti sintetici del Parco del Valentino quest’ultimo è stato aiutato da alcuni complici, che hanno fermato la vittima colpendola con calci e pugni. L’uomo allora si è allontanato, contattando nel contempo il 112. Una pattuglia della Squadra Volante si è recata sul posto e, raccolte le descrizioni dell’autore del fatto, lo ha immediatamente rintracciato, riuscendo a fermare anche uno dei complici, un ragazzo della Guinea Equatoriale di 19 anni. Entrambi sono irregolari sul territorio nazionale ed hanno numerosissimi precedenti a loro carico per reati contro la persona ed inerenti agli stupefacenti. Inoltre, risultano entrambi colpiti dalla misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Torino. A loro carico è stata sequestrata la somma di oltre 1220 € in contanti sottoposta a sequestro, di probabile provento furtivo.

Il Mauto festeggia i suoi primi 60 anni

PER TUTTO IL MESE DI NOVEMBRE SARÀ POSSIBILE VISITARE IL MUSEO AL PREZZO PROMOZIONALE DI 5 EURO

60 anni fa nasceva la sede di Corso Unità d’Italia, progettata da Amedeo Albertini per conservare ed esporre la collezione del Museo dell’Automobile. Nel mese di novembre, il MAUTO festeggia questa ricorrenza con una promozione speciale per tutti i suoi visitatori.

COMPRA IL BIGLIETTO A SOLI 5 EURO
La prima sede ufficiale del Museo dell’Automobile nacque su un terreno concesso nel 1956 dalla Città di Torino, sulla sponda sinistra del Po a poca distanza dal Lingotto.

Torino, città dell’insicurezza e dell’illegalità

Sono trascorsi più di cinquant’anni dalla stesura del testo di Norberto Bobbio sulla democrazia, comparso nel decimo anniversario della Costituzione ed in cui il noto studioso affermava che “Quando parliamo di democrazia, non ci riferiamo soltanto a un insieme di istituzioni, ma indichiamo anche una generale concezione della vita.

 

Nella democrazia siamo impegnati non soltanto come cittadini aventi diritti e doveri, ma anche come uomini che debbono ispirarsi a un certo modo di vivere  e di comportarsi con se stessi e con gli altri”.

Queste parole, più che mai attuali, sono la conferma del fatto che la manifestazione tenutasi lunedì sera in centro a Torino per protesta contro il recente Dpcm del governo e sfociata in atti di teppismo e violenza rappresenta, purtroppo, la morte della democrazia. In mezzo a persone oneste, appartenenti a categorie di lavoratori che volevano esprimere il loro disagio per le recenti restrizioni decise dal governo, alla fine hanno prevalso i gesti violenti di coloro che sono stati definiti dalla sindaca di Torino “vandali” e “sciacalli”. Le moderne tecnologie oggi presenti e le videocamere dei negozi, sicuramente, riusciranno a individuare i colpevoli, ma mi domando sinceramente se non sarebbe stato possibile arginare questo gruppo di facinorosi in piazza Castello, dove la manifestazione ha preso avvio nel suo nucleo originario, prima che si infiltrasse nelle aree limitrofe, quali via Roma, via Accademia delle Scienze, dove hanno distrutto diverse vetrine di esercizi commerciali, tra cui anche quelle di bar, e scendesse verso piazza Carlo Alberto.  La seconda manifestazione di protesta, che ha avuto luogo in piazza Vittorio Veneto, e che ha visto la partecipazione di commercianti e persone appartenti a categorie con partite Iva, si è svolta, invece, in modo assai più pacifico.

In fondo, allora, tutto ciò mi porta a riflettere su una più generale mancanza di sicurezza nel nostro tessuto urbano, in cui se, da una parte, non vengono isolati facinorosi o giovani appartenenti ai centri sociali, infiltratisi in una manifestazione che aveva uno scopo ben diverso dalla violenza, dall’altra non rende possibile neanche al cittadino di sentirsi protetto nei suoi spostamenti. In tal caso, allora, lo stesso cittadino non si sentirà tutelato nell’esercizio primario della democrazia, che è imprescindibile dalla libertà di espressione del pensiero, unita alla tutela della propria sicurezza personale.

Mara Martellotta

Arrestati i teppisti, litigavano per il bottino razziato da Gucci

Il questore di Torino De Matteis li ha chiamati “professionisti del disordine”.

Tra i dieci provocatori arrestati per i disordini di ieri anche gli autori della spaccata alla vetrina di Gucci. Sono stati presi dalla Polizia  mentre stavano litigando per spartirsi il ricco bottino di borse firmate. La sindaca Chiara Appendino questa mattina si è recata a far visita ai commercianti danneggiati dai delinquenti infiltratisi proprio nella manifestazione che aveva lo scopo di difendere il commercio.

A rischio la convivenza civile

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni/ Quanto e’ successo ieri nel centro di Torino deve aver sorpreso la stessa polizia che temo abbia perso il controllo della situazione, sopraffatta da una furia che definire popolare equivarrebbe volerla nobilitare.

Questa furia era formata da centri sociali e da pezzi impazziti di periferia urbana, veri e propri teppisti professionali. L’ assalto a certi negozi per spartirsi, litigando, la merce, deve far riflettere.
Io non ricordo dal 1968 in poi episodi tanto gravi . Bisogna riandare al 19 – 20 quando vivemmo episodi di vera e propria guerra civile o,meglio,alla sommossa dell’agosto 1917 quando i manifestanti divelsero le traversine del tram.
La Polizia ha evitato dei morti, ma non ha difeso il centro di Torino e la proprietà privata da una furia inaudita. E’ stata una scelta rispettabile, ma discutibile. Siamo un paese in ginocchio per il virus, quanto è accaduto è gravissimo perché attenta alla stessa convivenza civile e alla salute dei cittadini.
Gli assembramenti sono vietati e tali debbono rimanere. Se necessario, bisognerà pensare a breve anche all’uso dell’ Esercito.
I politici sia nazionali che regionali hanno fallito, le loro “gride” si sono rivelate inefficaci .La nostra vita e ‘ in pericolo per ragioni sanitarie. Gli episodi di ieri sera ci lasciano sconcertati e impauriti le analisi del prof. Revelli sono aria fresca che lascia il tempo che trova. Occorre realismo impietoso e il rispetto dell’ ordine pubblico. Non si doveva permettere una manifestazione che aveva tutti gli ingredienti della violenza in piazza Castello. Questo e’ stato l’errore principale, ma con una ministra degli Interni fragile come l’attuale, non era possibile far diversamente.

La sindaca: “Ztl, sospensione prorogata al 24 novembre”

Lo comunica la sindaca Chiara Appendino con un post pubblicato sui social

“In linea con il Dpcm del Consiglio dei Ministri, varato lo scorso 24 ottobre, in materia di nuove restrizioni per il contrasto e il contenimento dell’emergenza Covid19, firmerò un’ordinanza che prevede la sospensione della ZTL fino al prossimo 24 novembre. Con esclusione, come di consueto, della ZTL “Trasporto Pubblico, Pedonale e Area Romana”.

Disordini e vetrine spaccate in via Roma. Scene di guerriglia urbana

Fumogeni, petardi,  bombe carta e alcune  vetrine spaccate in via Roma. Negozi del centro saccheggiati

Mentre non si sono registrati incidenti nella manifestazione di protesta contro il dpcm tenutasi in piazza Vittorio, in quella di piazza Castello un gruppo di violenti infiltratisi tra i partecipanti ha dato il peggio di se’scatenando scene di guerriglia urbana.

La polizia ha effettuato una carica e alcune persone sono state fermate. Tre feriti lievemente sono stati medicati.

 

Gli scontri con la polizia si sono verificati anche in piazza Castello, dove sono stati dati alle fiamme cassonetti dei rifiuti.

Sono stati fermati alcuni ultras di Juve e Toro, una decina.

In piena notte sul tetto di un’auto inveisce contro l’ex titolare

Poco prima aveva aggredito la madre, arrestato 

La scorsa notte gli agenti del commissariato Ivrea e Banchette hanno ricevuto la segnalazione di un soggetto, in piedi sul tetto di un veicolo parcheggiato, intento ad inveire contro il balcone di uno stabile. Oggetto delle ingiurie, il suo ex titolare. L’uomo, cittadino italiano di 33 anni, si mostra da subito poco collaborativo con i poliziotti giunti sul posto e, una volta sceso dall’autovettura, questi ha iniziato a sferrare calci contro la portiera della Volante, minacciando gli operatori e tentando più volte di sottrarsi al controllo. Una volta bloccato, il reo viene condotto presso il commissariato. L’ex titolare dichiara agli agenti di aver conosciuto l’uomo la scorsa estate e di aver interrotto in seguito il loro rapporto professionale a causa della sua scarsa affidabilità. In fase di accertamenti emerge come il trentatreenne, poco prima di recarsi sotto casa dell’ex datore di lavoro, aveva dato in escandescenze presso la propria abitazione, aggredendo la madre e mettendo a soqquadro la cucina.

L’uomo, con precedenti specifici di Polizia ed un ammonimento emesso dal Questore di Torino a maggio dello scorso anno, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e denunciato per danneggiamento, resistenza e minaccia a P.U.

Torino, ore 18: serrande abbassate

Torino. Ore 18: serrata rispettata anti covid, per controllare la pandemia.

È andato in scena, nel pomeriggio, il mini lockdown deciso dal Governo del presidente Conte. Sembra d’esser tornati indietro di 7 mesi fa quando il lockdown generale chiuse tutta Italia per 90 giorni.
Strade deserte, esercizi commerciali chiusi con tanti esercenti rimasti affianco dei loro negozi, assorti in mille pensieri e preoccupazioni. Riapriranno? Dopo tanti sacrifici per normare i locali si ritrovano punto da capo. Idem per palestre, piscine, cinema e teatri. La maggior parte delle persone interpellate, esercenti e clienti, tutti concordi nell’affermare che erano i luoghi più sicuri e meglio controllati. Aspettiamo 1 mese e vedremo. La situazione è di nuovo complicata, occorre reagire certo, ma le necessità rimangono sostanzialmente due: rinforzare la sanità concentrandosi sull’assunzione immediata di medici ed infermieri, aumentare posti letti e reparti di terapia intensiva negli ospedali. Aggiungere mezzi pubblici e corse per evitare il sovraffollamento su tram ed autobus che c’è sempre stato negli ultimi mesi.

Vincenzo Grassano

No a fumo e a bottiglie e contenitori di vetro nelle aree gioco di Torino

Approvata il 26 ottobre dal Consiglio Comune di Torino (31 voti favorevoli, 2 astenuti) una deliberazione proposta dall’assessore all’Ambiente Alberto Unia che introduce il divieto di fumo nelle aree gioco nei parchi e giardini della città, modificando l’articolo 85 (“Giochi e attività sportive”) del Regolamento del Verde Pubblico e Privato della Città di Torino.

Per chi trasgredisce sono previste sanzioni da 50 a 300 euro, così come stabilito dall’articolo 87 dello stesso Regolamento.

Nelle aree gioco sarà anche vietato introdurre bottiglie o altri contenitori di vetro, come chiestoda un emendamento proposto dai consiglieri Federico Mensio e Antonio Fornari (M5S) e approvato dal Consiglio.

Il provvedimento nasce dalla necessità di perseguire una città più vivibile e pulita, a misura di tutti i suoi abitanti, con particolare attenzione a bambine e bambini – ha dichiarato l’assessoreAlberto Unia – che potranno così giocare, divertirsi e crescere in spazi salubri e protetti dai rischi provocati dal fumo passivo. Evitiamo anche che nelle aree gioco vengano gettati a terra mozziconi, che oltre a essere dannosi per l’ambiente possono finire nelle mani dei più piccoli. Inoltre, scoraggiamo comportamenti che possano incentivare in futuro abitudini scorrette e stili di vita poco sani”.

È un segnale positivo e significativo nei confronti della popolazione più giovane che frequenta i parchi giochi – ha affermato nel dibattito il consigliere Federico Mensio (M5S). Per garantire maggiore sicurezza – ha aggiunto – abbiamo introdotto anche il divieto di introdurre il vetro.

La consigliera Viviana Ferrero (M5S) ha ringraziato l’assessore e la Sesta Commissione per il lavoro svolto, sottolineando l’importanza educativa del provvedimento e i danni derivanti dall’assunzione diretta di tabacco e dal fumo passivo: sarebbe utile una campagna informativa – ha aggiunto.

Il divieto di fumo non riguarderà le sigarette elettroniche – ha specificato l’assessore Unia, in risposta al quesito posto al riguardo dalla consigliera Federica Scanderebech (Misto di Minoranza – Rinascita Torino).

La deliberazione era stata discussa e liberata per l’aula nella seduta del 23 ottobre 2020 delle Commissioni Sesta, Quinta e Diritti e pari opportunità, presieduta da Federico Mensio.