CRONACA- Pagina 1244

Falso Made in Italy, la Guardia di Finanza sequestra 200 mila prodotti taroccati

Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza di Torino, nel corso di due distinte operazioni finalizzate al contrasto degli illeciti in materia di contraffazione e falso made in italy, ha eseguito ingenti sequestri di prodotti presso tre depositi ubicati, rispettivamente, nelle province di Prato, Varese e Bergamo.

 

Il primo intervento, condotto dai Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino, ha preso le mosse da un precedente sequestro, effettuato nelle settimane precedenti presso uno store sito nel quartiere di Porta Palazzo del capoluogo piemontese, di maglioni e sciarpe falsamente marchiate “seta” o “cashmere” i quali, all’esito delle analisi scientifiche effettuate dal Laboratorio Chimico del CNR di Biella, sono risultati composti da materiale acrilico.

Le successive indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno consentito di risalire a tutte le fasi della filiera degli approvvigionamenti e di individuare, nel pratese, un importante punto di distribuzione, centro nevralgico del “Pronto moda”, gestito da un imprenditore, di origine cinese, operante nel settore del commercio all’ingrosso di abbigliamento, ove sono stati rinvenuti migliaia di articoli di maglieria e di abbigliamento falsamente venduti come capi di pregio, sottoposti a sequestro poiché recanti false indicazioni, apposte sia sulle etichettature sia sui relativi imballi, circa la loro effettiva composizione e claims inequivocabilmente riconducibili ad una loro origine italiana, nonostante fossero importati dalla Cina.

Nel corso delle operazioni sono state rinvenute, altresì, tra gli scaffali e all’interno di un container adattato a magazzino, oltre 10.000 mascherine filtranti, illecitamente “griffate” con il marchio delle note case di moda Louis Vuitton e Gucci, riportanti false certificazioni di conformità e prive del più elementare sistema filtrante.

L’imprenditore è stato, così, denunciato all’Autorità giudiziaria per i reati di frode in commercio, contraffazione marchi, falsità in certificazione e ricettazione.

Oltre 200.000 tra pentole in acciaio, caffettiere e coperchi in vetro recanti false indicazioni merceologiche, in relazione all’origine italiana, per un valore commerciale di circa un milione e mezzo di euro, sono stati, invece, sequestrati dai Baschi Verdi in due magazzini siti in Somma Lombardo (VA) e Pontida (BG). In questo caso, i Finanzieri sono risaliti alla catena distributiva della merce illecita a seguito di un sequestro precedentemente effettuato a Torino, presso alcuni punti vendita ove erano state rinvenute centinaia di articoli similari, pubblicizzati come di origine italiana ancorché fossero stati prodotti ed importati dalla Cina.

 

I successivi approfondimenti, avviati attraverso il monitoraggio dei flussi commerciali relativi alle importazioni da paesi UE ed extra-UE ed alla successiva distribuzione ed immissione in commercio sul territorio nazionale, hanno consentito di individuare l’impresa distributrice coinvolta nel sistema di frode e di richiedere alla Procura della Repubblica di Torino l’emissione di un provvedimento di sequestro la cui esecuzione ha permesso, altresì, nel corso delle operazioni, di scoprire un ulteriore deposito nella disponibilità dell’azienda indagata, risultato non dichiarato.

L’amministratore della società è stato denunciato all’Autorità giudiziaria per i reati di frode in commercio e false indicazioni di origine.

L’attività della Guardia di Finanza di Torino s’inserisce nell’ambito dell’azione di prevenzione e repressione delle condotte ingannevoli nei confronti dei cittadini riguardanti, in particolare, la vendita di beni contraffatti o recanti mendaci indicazioni di provenienza, volta alla tutela, al contempo, dei cc.dd. “Distretti industriali”, che rappresenta uno dei principali obiettivi strategici di polizia economico-finanziaria perseguiti del Corpo.

Protezione civile: nuove attrezzature a Chieri

Saranno acquistati un gruppo elettrogeno e una torre faro

Il Comune di Chieri ha deliberato l’acquisto di un gruppo elettrogeno e di una torre faro, attrezzature che saranno date in comodato d’uso gratuito all’associazione Protezione Civile Volontariato ODV: lo comunica l’assessore all’Associazionismo Paolo RAINATO. «Abbiamo effettuato una ricognizione e individuato ciò che necessita ai fini di migliorare l’operatività della Protezione Civile, soprattutto quando si verificano eventi estremi come alluvioni, “bombe d’acqua” o frane. La spesa per queste nuove attrezzature si aggirerà tra i 20 e i 30mila euro. Il gruppo elettrogeno e la torre faro saranno a disposizione dell’associazione Protezione Civile Volontariato ODV, che è la prima nata in città e con una lunga esperienza, con il compito di coordinarne l’utilizzo tra le organizzazioni di volontariato di protezione civile di Chieri. Questo importante investimento è anche un modo per ringraziare i volontari della Protezione Civile per l’impegno profuso durante la fase più critica della pandemia, un impegno che prosegue e che li vede presenti in modo continuativo presso il polo vaccinale dell’AslTO5».

I funghi indigesti e il Covid

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni 

 

Il prof. Quaglieni

Ieri sera sono stato a cena in un locale torinese molto noto dove non è stato richiesto il
Green pass, forse perché parte dei frequentatori non lo possiede perché appartiene alla mala genia dei nemici del vaccino, unico vero presidio di libertà.
Viene legittimo il dubbio perché in due altri locali torinesi , “Il porto di Savona” (dove ho ascoltato il direttore in persona riprendere con gentilezza ma anche con fermezza i clienti momentaneamente senza mascherina all’interno del ristorante ) e “La spada reale“ eseguono controlli ferrei all’ingresso con la misurazione anche della temperatura corporea.

Non ci possono essere due pesi e due misure perché il cittadino – cliente va tutelato. Mangiare in un clima potenzialmente pandemico degli ottimi funghi, come e’ capitato a me ieri sera, fa si’ che anche dell’ottimo cibo diventi indigesto e fonte di ansie che bloccano la digestione e tolgono il
sonno. I locali pubblici che hanno riaperto, vanno controllati in modo sistematico e chi non si sottopone alle regole va sanzionato con la chiusura. Snobbare, anzi violare, in modo palese e persino provocatorio le regole non risulta accettabile. Se a Torino esiste un’autorità sanitaria e un’autorità  di pubblica sicurezza , queste violazioni non possono essere tollerate. Vanno sanzionate con decisione anche a livello mediatico.

I no vax vanno tenuti lontani momentaneamente dalla comunità civile per tutelare la salute pubblica che resta il bene primario e irrinunciabile. La pandemia purtroppo non è finita e la libertà sociale di chi non si sottopone al vaccino non va presa neppure in considerazione. La scelta resta tra civiltà e barbarie, tra salute pubblica e morte. Per altri versi, in altri ambiti, ci sono amministratori di condominio che a fine ottobre, in violazione a norme precise, non provvedono ad accendere i termosifoni, danneggiando le fasce più deboli
ed esposte alle influenze, alle bronchiti e quindi alla pandemia.

Anche in questo caso occorre la tutela degli anziani che non sono cittadini di serie b ed hanno diritto a vivere senza essere soverchiati dagli imbecilli dell’ecologia selvaggia, come diceva il mio
amico Amicone. L’ecologia selvaggia di chi impone di tener spenti i caloriferi, diventa più o meno connivente con la pandemia che ha condannato a morte tanti anziani. Occorre recuperare ragionevolezza ed equilibrio, colpendo con durezza chi si rivela complice di un contagio
che ha generato troppi morti.

Forse bisognerà far seguire degli esposti circostanziati alla Magistratura per recuperare dopo mesi di clausura forzata il
senso della responsabilità? L’oste che strizza l’occhio al no vax, va perseguito come un nemico sociale, dedito solo a lucrare in modo cinico soldi agli avventori. Come diceva il
titolare di un noto locale alassino, dai clienti bisogna spremere fino all’ultima goccia. Questa sembra la logica perversa di chi non fa i controlli che la legge impone e che non è tollerabile che vengano omessi. Tra l’altro, si tratta di una furbata molto miope perché può provocare un nuovo disastro pandemico che distruggerebbe in modo definitivo la ripresa.

“Aggrediti e feriti due poliziotti delle volanti di Torino”

Frattura del setto nasale e denti spaccati, questo è il drammatico epilogo di un controllo di polizia, in zona Mirafiori nord, effettuato da due poliziotti delle volanti di Torino, nei confronti di un extracomunitario senegalese pluripregiudicato e addestrato a picchiare.

E’ il commento di Eugenio Bravo, segretario del siulp

Ci chiediamo, continua Eugenio Bravo, quando sarà disponibile questo benedetto taser, necessario per frenare la violenza di questi malviventi, e soprattutto ci chiediamo che tipo di sanzione penale intenderanno adottare nei confronti di un aggressore che, infischiandosene dell’autorevolezza delle forze dell’ordine ha pensato bene di reagire con calci e pugni, ferendo gravemente i poliziotti.

Dire che non è possibile lavorare in questo modo, è un eufemismo.

È tempo che il Parlamento metta in atto misure severe nei confronti di chi aggredisce un appartenente alle forze dell’ordine che rappresenta lo Stato e la sua forza.

Diversamente non sarà possibile pensare di continuare a subire queste violenze inaudite.

Gli apprezzamenti e le parole di conforto della classe politica sono sicuramente importanti, ma sono perfettamente inutili se non seguono misure concrete che tutelino veramente e seriamente le forze dell’ordine.

Rappresentare lo Stato quando lo Stato sembra volere abbandonare le forze dell’ordine, non è sicuramente incoraggiante e tantomeno utile per garantire la sicurezza del Paese.

Comprare casa a Torino: quanto costa un trilocale? Le dieci zone più costose della città  

Casa.it ha analizzato i costi medi per acquistare un trilocale nelle diverse zone di Torino e ha stilato la classifica delle dieci zone più costose: Centro, domina la classifica con un costo medio di 279.000 euro, seguono Precollina con 234.000 euro e San Salvario, Parco Valentino con 208.000 euro.

 Il trilocale è la tipologia di casa più cercata dalle persone per l’acquisto a Torino, ma quali sono le zone più costose di Torino per comprare un trilocale? Casa.it ha analizzato i prezzi di vendita medi degli appartamenti con tre locali negli annunci pubblicati su Casa.it nei primi 8 mesi del 2021, stilando la classifica delle dieci zone più costose di Torino.

La zona più costosa per comprare un trilocale è la zona Centro, con un costo medio per un trilocale di 279.000 euro e un prezzo medio al metro quadro di 2.977 euro. In seconda posizione c’è la zona Precollina, dove un trilocale costa in media 234.000 euro con 2.659 euro al metro quadro. Al terzo posto si posiziona la zona San Salvario, Parco Valentino con un costo medio di 208.000 euro e un prezzo medio al metro quadro di 2.125 euro.

Al quarto posto in classifica Cit Turin con un costo medio per un trilocale di 192.000 euro e un prezzo medio al metro quadro di 2.319 euro. Al quinto posto con un costo medio per un trilocale di 187.000 euro si posiziona la zona Madonna del Pilone, Sassi, con un prezzo al metro quadro di 2.217 euro. Si posiziona al sesto posto la zona Crocetta con un costo medio di 186.000 euro e un prezzo medio al metro quadro di 2.347 euro. In settima posizione troviamo la zona Vanchiglia, Vanchiglietta con un costo medio di 177.000 euro per un trilocale e un prezzo medio al metro quadro di 2.129 euro. All’ottavo posto Pozzo Strada dove un trilocale costa in media 148.000 euro e ha un prezzo medio al metro quadro di 1.807 euro.  Al nono posto, con qualche euro in meno, si posiziona Santa Rita con un costo medio per i trilocali di circa 148.000 euro e un prezzo medio al metro quadro di 1.784 euro.

Al decimo posto Mirafiori sud con 148.000 euro di costo medio per il trilocale e una spesa di 1.457 euro al metro quadro.

Il bollettino Covid di giovedì 28 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 268 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 97dopo test antigenico), pari allo 0,4% di 59.676 tamponi eseguiti, di cui 53.352 antigenici. Dei 268 nuovi casi, gli asintomatici sono 140 (52,2%).

I casi sono così ripartiti: 107 screening, 113 contatti di caso, 48 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 388.257,così suddivisi su base provinciale: 31.953 Alessandria, 18.574 Asti, 12.219 Biella, 55.948 Cuneo, 30.073 Novara, 206.794 Torino, 14.449 Vercelli, 13.800 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.604 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.843 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 18 (+ 1 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 181(3 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.794

I tamponi diagnostici finora processati sono 8.197.884(+ 59.676 rispetto a ieri), di cui 2.354.002 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.811

Quattro decessi di persone positive al test del Covid-19, 1 di oggi, sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa 11.811 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.582 Alessandria, 723Asti, 436 Biella, 1.467 Cuneo, 950 Novara,5.642 Torino, 533 Vercelli, 377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 101 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

372.453 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 372.453(+168 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 30.045 Alessandria, 17.679 Asti, 11.716 Biella, 53.857 Cuneo, 28.989 Novara, 199.012 Torino, 13.763 Vercelli, 13.338 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.509 extraregione e 2.545 in fase di definizione.

I mezzi storici di Marazzato alla Festa dell’autiere

MILANO: FESTA DELL’AUTIERE, IN MOSTRA GLI AUTOCARRI STORICI TARGATI ‘MARAZZATO’

Al raduno per il Centenario dell’Associazione Nazionale Autieri d’Italia sette esemplari della più grande collezione europea di camion storici.

Nuovo appuntamento con la ‘Collezione Mezzi Storici Marazzato’, la più grande raccolta di camion d’epoca del Novecento tutti perfettamente restaurati e riportati alle condizioni d’origine.

Ben sette magnifici autocarri militari del patrimonio veicolare messo insieme in oltre dieci anni dalla passione dell’industriale ambientale Carlo Marazzato (Presidente della Holding dell’omonimo ‘Gruppo Marazzato’ nato nel 1952) sono pronti a fare bella mostra di sé a Milano dal 29 al 31 Ottobre prossimi in occasione del Primo Centenario dell’’Associazione Nazionale Autieri D’Italia’, nata nel lontano 1921.

E ora pronta, con questo trentesimo, eccezionale raduno, a raccontare ancora una volta pagine, aneddoti e ricordi fondamentali della storia patria.

L’evento è realizzato con il contributo della Regione Lombardia e con il patrocinio di Comune di Milano, Città Metropolitana di Milano e ‘Automobile Club Milan’.

Sono onorato di prendere parte a una rassegna motoristica così carica di importante significato umano, culturale, storico e sociale insieme”, esordisce Carlo Marazzato, anche Fondatore e Presidente dell’Associazione Veicoli Storici ‘Quattro Assi Più’, da sempre appassionato di motori leggeri e pesanti.

Un’opportunità per radunare alcuni fra gli esemplari più significativi in mio possesso che tanta parte hanno avuto nel passato del Paese. A cominciare dai mezzi indimenticabili della Prima Guerra Mondiale come il ‘Fiat 18P’ e il ‘Fiat 18BL’. E, con loro, poter esporre anche i successivi autocarri cosiddetti ‘musoni’ come i due esemplari di ‘Lancia 3Ro’, e il seguente ‘Lancia 6Rom’. Nel periodo di transizione fra le due guerre, l’esercito nazionale aveva in dotazione anche il memorabile ‘Spa 38’. Completano la carrellata anche l’OM CL52, con trazione 4×4 adibito al trasporto truppe”.

La ‘Collezione Mezzi Storici Marazzato’, ospitata nell’ampioshowroom privato di Stroppiana (VC), è stata recentemente altresì oggetto di una preziosa partnership con il Politecnico di Torino per lo studio e realizzazione di un polo museale moderno e innovativo dedicato alla storia dei giganti della strada.

E’ aperta eccezionalmente al pubblico, nel pieno rispetto delle normative anti-Covid, solitamente il secondo sabato del mese, previa prenotazione telefonica dal lunedì al venerdì, in normale orario d’ufficio, allo 0161 320311.

Confermata condanna a 30 anni per l’assassino del giovane ai Murazzi

La corte di Assise di Appello di Torino ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per Said Mechaquat

Questi il 23 febbraio 2019 uccise sul lungo Po dei Murazzi a Torino il 34enne Stefano Leo, che lavorava commesso in un negozio di abbigliamento.

L’imputato si costituì settimane dopo e diede spiegazioni confuse del suo gesto.

I due non si conoscevano. Said si era appostato sul Lungo Po e aveva aggredito Leo, che stava andando al lavoro, sgozzandolo con un coltello.

Stefano Lo Russo è da oggi ufficialmente sindaco di Torino

Stefano Lo Russo è stato ufficialmente proclamato sindaco di Torino per il prossimo quinquennio.

A ospitare la cerimonia, con la consegna al neosindaco della fascia tricolore, la Sala Rossa di Palazzo Civico.
“Un grande onore e una grande responsabilità”, le prime parole di Lo Russo che ha sottolineato l’impegno gravoso che la sua amministrazione si accinge ad assumere. “E’ una sfida molto importante è quella che ci attende – ha detto – : fare ripartire la città è il mandato che ci è stato consegnato dagli elettori”.

Tre le priorità indicate dal neosindaco: il lavoro, la giustizia sociale e far tornare vincente la vocazione internazionale della città. Un passo del discorso sulle linee di indirizzo che caratterizzeranno i lavori della nuova Giunta Lo Russo lo ha dedicato anche all’emergenza climatica e ambientale, questione principe del millennio, per la quale occorre lavorare ponendosi obiettivi concreti e verificabili.

Successivamente il Sindaco Lo Russo si è spostato in Sala Colonne dove ha assegnato ufficialmente le deleghe agli assessori della sua Giunta che hanno firmato i decreti di nomina.

La nuova assessora alla Cultura di Torino

IL COMMENTO  Di Pier Franco Quaglieni


Chi scrive ha conosciuto tutti gli assessori alla cultura della Città di Torino, a partire dal primo, l’allora repubblicano Silvano Alessio.

Sarebbe interessante tracciare una storia non sempre lastricata da buoni risultati, al di là delle intenzioni non sempre buone di tanti assessori.
Ci furono infatti lunghi periodi dominati da alcuni assessori che divennero i re incontrastati della cultura torinese. Altri ebbero mandati più brevi e la loro presenza fu più discreta.
Io resto convinto che il migliore assessore alla cultura sia stato l’assessore Ugo Perone, filosofo e uomo capace di scelte equilibrate, rispettose del pluralismo delle idee con Valentino Castellani sindaco che mi sembra il riferimento anche della nuova assessora alla cultura Purchia.

Non voglio parlare di chi non c’è più per una ragione di stile e di opportunità, ma certo tra i peggiori ci furono quelli che vollero imprimere il loro pollice dappertutto in una visione egocentrica che danneggiato il pluralismo delle voci che è invece una ricchezza della cultura subalpina. Oggi, se confrontiamo la situazione con quella di trent’anni fa , notiamo come l’azione egemone di alcuni assessori abbia favorito la nascita di alcuni colossi pubblici come il Polo del 900 e il Circolo dei lettori che hanno contribuito a desertificare l’offerta culturale torinese non allineata.  Per un sistema perverso di rapporti politici il Circolo dei lettori si trova ad essere oggi anche l’organizzatore del Salone del libro con un’egemonizzazione quasi totale della proposta culturale che neppure il Covid ha lambito in quanto i cospicui finanziamenti pubblici hanno consentito a questi enti di passare, senza sentirne le conseguenze, anche attraverso la pandemia.

Appendino ha addirittura strozzato via del Carmine per consentire al Polo del 900 di avere un’area di incontri all’aperto. Un privilegio impensabile è irragionevole contro l’interesse della Città.
Chi vive di quote associative e svolge liberamente le proprie attività, ha invece subito un grave danno dalla pandemia paragonabile a quella dei pubblici esercizi con la differenza che l’associazionismo culturale non ha fini di lucro e vive con le quote dei propri associati. I colossi a cui ho fatto cenno ,drenano anche la quasi totalità contributi pubblici per la cultura.

La scelta della nuova assessora alla cultura del Comune di Torino Rosanna Purchia si rivela una oculata in tutti i sensi perché impone di fatto una cesura con il passato recente e più lontano,togliendo a certi personaggi che si sentivano già assessori la possibilità di esercitare un ruolo che sicuramente non sarebbe stato orientato esclusivamente agli interessi della Città.
E qui ritorna il discorso del “sistema Torino “ che Appendino ha rafforzato e non eliminato come aveva promesso in campagna elettorale.
La scelta di una napoletana -milanese con un un curriculum importante può essere la garanzia di far volare alto la cultura torinese, liberandola da un sistema che va archiviato.

Se penso che l’ antagonista di Lo Russo aveva lasciato circolare il nome della proprietaria di un teatro privato neppure tra i primi come futuro assessore, è facile cogliere la differenza incommensurabile tra le diverse opzioni.
Come Rosanna Purchia ha liberato il teatro Regio dalla cattiva amministrazione che lo aveva portato al collasso, così spero voglia riprendere il dialogo con tutta la città’ che si occupa di cultura.
Sarebbe una scelta civica importante che sarebbe di svolta positiva, riducendo la scena di certi protagonisti egemoni e a volte anche un po’ troppo arroganti.

La signora napoletana ha la fama della fermezza e della decisione, virtù che a Torino sarebbero molto preziose. Lasciamola lavorare, evitando certi giudizi affrettati nei suoi confronti che rivelano la pochezza dei suoi detrattori.