AVVISTAMENTI / di EffeVi
La proverbiale eleganza delle piazze torinesi deve essere sacrificata ai circenses imposti a una città che deve farsi piacere un modello unico di divertimento, dove c’è poco spazio per i valori di qualità e stile discreto tipici della borghesia torinese
Ormai da dieci anni il Comune ha approvato un regolamento per proteggere le cosiddette “piazze auliche” del centro città dai danni causati dal continuo insistere di manifestazioni di massa: concerti, roadshows, festival, chiamateli come volete. Si tratta di un regolamento inutile e in larga parte inapplicato.
In piazza San Carlo, che ha sopportato di tutto, compresi i cessi chimici in bella vista, Cioccolató ha portato quest’anno (vedi foto) un trionfo di plasticaccia, stufette e gazebo montati alla meglio, brutti come forse si possono trovare sulle coste mediterranee violentate dal turismo tedesco.
Venditori abusivi e suonatori ambulanti conferivano alla manifestazione un’atmosfera lievemente balcanica, da fiera di Banja Luka (le zingare non mancavano; l’orso ammaestrato purtroppo non è più consentito dai regolamenti europei). Insomma, uno stress dal punto di vista ambientale e uno spettacolo di bassa qualità dal punto di vista culturale, del tutto inadatto ai valori della piazza.
Ci vuole una buona dose di ingenuità per pensare che, rovesciando ogni domenica decine di migliaia di visitatori sulle stesse cinque-sei piazze, la qualità non ne soffra e che i preziosi porfidi e le lastre in pietra di Luserna possano sopravvivere ai TIR e ai pioli dei tendoni e dei baracconi, senza riportare danni. C’è poi un danno meno immediato, ma a lungo termine più devastante: la proletarizzazione del tempo libero negli angoli più eleganti della città. È interessante che gli eredi del Partito Comunista, dopo aver predicato per anni in difesa delle periferie abbandonate, una volta al governo della città concentrino tutte le manifestazioni in una ristretta area centrale, al limite delle possibilità di gestione logistica e di sopportazione umana, senza essere capaci di differenziare l’offerta culturale in base alla varietà del paesaggio urbano.
E così in piazza San Carlo, la più bella ed elegante di Torino, il sindaco ci mette la sagra paesana. È il progresso, bellezza: la proverbiale eleganza delle piazze torinesi deve essere sacrificata ai circenses imposti a una città che deve farsi piacere un modello unico di divertimento, dove c’è poco spazio per i valori di qualità e stile discreto che costituivano il marchio della borghesia torinese.
(Foto: il Torinese)