ARTE- Pagina 21

La Street Art approda al Forte di Bard con Banksy e altri esponenti del movimento

Dal 21 giugno al 2 novembre  approda al Forte di Bard una mostra diffusa per un totale di 50 opere dalle origini del graffitismo e dei primi pionieri, come Taki 183 e Seen, alle opere dei grandi nomi della Street Art, come Banksy, Obey e JR, che hanno condotto il movimento a un riconoscimento globale.  La street Art nacque a New York per merito di alcuni ragazzi che realizzarono dei graffiti. Il primo fu Taki 183, al secolo Demetrius, insieme a un altro newyorchese Richard Mirando, noto come Seen e writer stakanovista.
Oggi alcune opere di questi writer vengono battute all’asta per decine di milioni di dollari.

Approda in Val d’Aosta la mostra dal titolo “Street Art Revolution. Banksy e compagni: itinerari d’arte”, il cui progetto espositivo è stato curato da Patrizia Cattaneo Moresi e promosso dal Forte di Bard, in collaborazione con 24 Ore Cultura.
La rassegna è  articolata in sei sezioni e propone una cinquantina di opere più un intervento artistico realizzato  direttamente sulle pareti allestite da Edoardo Ettorre.
Attraverso le sei sezioni della mostra si ripercorre lo sviluppo e l’esplosione del movimento artistico della Street Art, un percorso espositivo che guarda anche alla scena francese, italiana ed europea in generale e che mette in luce non soltanto l’evoluzione stilistica e tecnica del movimento, ma la sua capacità di confrontarsi con le frontiere sociali, politiche e culturali. Compaiono i graffiti illegali delle metropolitane e opere celeberrime, come il disegno “Girl with Balloon” di Banksy o il poster di Frank Shepard Fairey, alias Obey, diventato l’immagine non ufficiale della campagna politica di Barack Obama durante le sue elezioni presidenziali. L’itinerario d’arte non è soltanto presente all’interno del Forte nella Sala delle Cannoniere, ma toccherà  anche spazi esterni attraverso due opere site specific, realizzate da Raul e la crew di artisti Truly Design, abbracciando il territorio della Bassa valle e toccando i Comuni di Donnas, Pont Saint Martin e Perloz con opere inedite che prenderanno forma nel corso della mostra e che portano la firma di Damiano Mengozzi, Madame e Hintes.

Mara Martellotta

Grafica ed Ex Libris, appuntamento a settembre

XVI BIENNALE “GRAFICA ED EX LIBRIS” 2025 – CASALE MONFERRATO

Il “Gruppo Arte Casale” comunica che la XVI edizione della Mostra Collettiva Biennale Internazionale GRAFICA ED EX LIBRIS” si terrà presso le Sale Chagall del Castello dei Paleologi a Casale Monferrato (AL) dal 13 settembre al 5 Ottobre 2025, con il Patrocinio del Comune e della Regione Piemonte.

Hanno aderito 100 artisti incisori provenienti da varie nazioni con 500 opere.

Questi i nomi dei partecipanti Italiani: Lorenzo Alessandri, Aro Maria Altieri, Ettore Antonini, Antonio Barbato, Pio Carlo Barola, Laura Berruto, Diego Bianconi, Modesto Bicocca, Om Bosser, Lucia Caprioglio, Antonio Carena, Camilla Casalino, Luigi Casalino, Gianpaolo Cavalli, Ilenio Celoria, Gian Franco Civitico, Fausto De Marinis, Albina Dealessi, Giovanni Dettori, Federica Fiorenzani, Maria Grazia Focanti, Carlo Iacomucci, Renato Luparia, Maurizia Marini, Piero Martina, Umberto Mastroianni, Valerio Mezzetti, Ivo Mosele, Roberta Omodei Zorini, Giorgio Parena, Stefano Patrone, Maria Rosaria Perrella, Antonio Pesce, Gennaro Pisco, Giuseppe Pitruzzello, Amelia Platone, Luisa Porporato, Cecilia Prete, Giorgio Ramella, Maria Teresa Rizzuti, Ubaldo Rodari, Laura Rossi, Agim Sako, John Sale, Sergio Saroni, Gianfranco Schialvino, Egle Scroppo, Filippo Scroppo, Salvatore Simone, Michele Stragliati, Mario Surbone, Francesco Tabusso, Gianni Verna, Elisabetta Viarengo Miniotti, Remo Wolf.

Questi i partecipanti stranieri: Ruslan Agirba Ucraina, Rajmond Aszkowski Polonia, Martin Baeyens Belgio, Roger Benetti Messico, Jiri Brazda Repubblica Ceca, Natalija Cernecova Lettonia, Deborah Chapman Canada, Irina Chebykina Yelagina Montenegro, Mykhailo Drimaylo Ucraina, Elena Hlodec Francia, Gunter Hujber Rep. Ceca, Emily Hung Cina, Jelena Jovancov Montenegro, Sergey Kirnitskiy Ucraina, Peter Kocak Slovacchia, Mariya Kolyshkina Russia, Vojtek Kowaslczyk Polonia, Irina Kozub Russia, Wieslawa Kurdek Polonia, Vladislav Kvartalny Bielorussia, Guy Langevin Canada, Torill E. Larsen Norvegia, Victor Lipkin Israele, Regina Lippl Germania, Vladimir Lupandin Russia, Daniel Maillet Svizzera, Leo Maillet Germania, Yaroslav Makarov Russia, Marius Martinescu Francia, Hristo Naidenov Bulgaria, Maria Noble Russia, Ovidiu Pecta Romania, Liudmila Prokhorova Russia, Svetlana Ryabova Russia, Mauricio Schvarzman Argentina, Vera Stanishevskaja Estonia, Leonid Stroganov Russia, Masaaki Sugita Giappone, Olga Tereshenko Bielorussia, Aliaksandr Ulybin Bielorussia, Vladimir Vereschagin Russia, Cleo Wilkinson Australia, Ayaka Yamada Giappone, Marziya Zhaksygarina Kazakhstan, Ying Zhou Cina,Vladimir Zuev Russia.

GAM, MAO e Palazzo Madama, San Giovanni al Museo

SAN GIOVANNI AL MUSEO

24 giugno alla GAM, al MAO e a Palazzo Madama

 

Martedì 24 giugno ingresso a 1€ per le collezioni permanenti e

tariffa ridotta a 1€ per le mostre temporanee di GAM, MAO e Palazzo Madama.

 

 

La Fondazione Torino Musei celebra la Festa di San Giovanni con una promozione che coinvolge GAM, MAO e Palazzo Madama (eccezionalmente aperto il martedì).

Martedì 24 giugno 2025 nei tre musei della Fondazione sarà possibile visitare le collezioni permanenti e le mostre collegate al prezzo simbolico di 1€; con un supplemento di 1€ per accedere alle mostre temporaneealla GAM FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire!, le mostre del contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioronial MAO Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone, e a Palazzo Madama Visitate l’Italia. Promozione e pubblicità turistica 1900–1950.

La tariffa a 1€ sarà applicata anche ai titolari di Abbonamento Musei, che non potranno utilizzare le tessere.

Ingresso gratuito per i possessori della Torino Card.

I tre musei saranno aperti con orario continuato 10:00-18:00

 

Cosa si può visitare:

 

Alla GAM: oltre alle collezioni permanenti e al Deposito vivente sono visitabili le mostre temporanee FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire! (+1€) e le mostre del Contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni nello spazio della Videoteca (+1€)

Al MAO: i visitatori possono visitare le cinque gallerie delle collezioni permanenti, le mostre temporanee Adapted Sceneries Paesaggi da sogno. Le 53 stazioni della Tokaido e la mostra temporanea Haori (+1€).

Palazzo Madama: in aggiunta alle collezioni permanenti, sono visitabili le mostre temporanee Jan Van Eyck e le miniature rivelate e Bianco al femminile, oltre all’esposizione temporanea Visitate l’Italia! (+1€).

LE VISITE GUIDATE E IL WORKSHOP

GAM

martedì 24 giugno ore 10:30 | Seconda risonanza. Ritmo, struttura e segno

martedì 24 giugno ore 12 | Mostra Fausto Melotti. Lasciatemi divertire!

martedì 24 giugno ore 15 e ore 16:30 Workshop Messaggi ad arte tutte le info

 

MAO

martedì 24 giugno ore 15 | Di seta e di carta. Narrazioni artistiche tra Giappone e Corea

martedì 24 giugno ore 16:30 | L’India e il sud-est asiatico, il tetto del mondo, poi fino al Mediterraneo

 

PALAZZO MADAMA

martedì 24 giugno ore 15 | Da castello a museo

martedì 24 giugno ore 16.30 Mostra Visitate Italia

 

 

Costi visite guidate: 7 € a partecipante.

Costo workshop: 5€ a partecipante

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Info 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com  (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

“Into the Light”, dall’alba al tramonto mostre e incontri alla Reggia di Venaria

Into the Light è il filo conduttore di tutta la programmazione della Venaria Reale a partire dal 21 giugno 2025, primo giorno d’estate con eventi espositivi, incontri, approfondimenti e iniziative speciali dedicate.

Into the Light contraddistingue significativamente fino al prossimo anno le attività della Reggia e dei suoi Giardini.
Il grande tema della “luce” nell’arte, di particolare importanza in generale in età barocca, si esprime alla Reggia attraverso i suoi capolavori architettonici: la Galleria Grande, la Cappella di Sant’Uberto e la Citroniera di Filippo Juvarra.
La programmazione di Into the Light mira ad esaltare le caratteristiche intrinseche che connotano la Reggia per riproporre al pubblico l’Italian Royal Experience nelle diverse declinazioni ed ambiti di interesse (culturali, di svago e benessere).

La Reggia Into the Light

La programmazione rivolta al tema della luce ha inizio sabato 21 giugno con Into the Light. Ouverture nella “Galleria della luce”
La Reggia con i suoi suggestivi spazi aperta ad un’esperienza unica e affascinante dall’alba al tramonto, in occasione del solstizio d’estate, il 21 di giugno.

Dal 21 giugno al 31 agostoFrames
Installazioni multuimediali, con proiezioni luminose che si sovrappongono alle tele della Sala di Diana. Progetto di Davide Ferrario, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Domenica 22 giugnoIl miracolo della luce
Conversazione con l’astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta presso la Sala di Diana.

Dal 28 giugno al 31 agostoAnthony McCall. Solid Light
Le “sculture luminose” di McCall, scenografici fasci di luce in dialogo con gli ambienti barocchi e le prospettive della Reggia. Mostra in collaborazione con Tate, UK.

Dal 28 giugno al 30 agostoSere d’Estate alla Reggia
Feste, sogni, arte e visioni con i Giardini illuminati da migliaia di candele.
Ogni venerdì e sabato e giovedì 14 agosto la Reggia prolunga l’orario di apertura al pubblico fino alle 23, con biglietto speciale. I Giardini, ospitano spettacoli e musica dal vivo, e offrono piacevoli momenti di relax e aperitivo al tramonto.

Come anteprima delle Sere d’Estate sabato 28 e domenica 29 giugno, la grande musica jazz internazionale di Jazzarìa, giunta alla seconda edizione, con protagonisti Ray Gelato & The Giants feat. Emma Smith nella prima serata, e la leggendaria voce di Dee Dee Bridgewater feat. Fabrizio Bosso nella seconda serata.

Centri estivi 
La programmazione prevede anche attività e laboratori dedicati tema della luce per i Centri estivi durante la prima parte della giornata: tutti i giorni feriali dalle ore 9.30 alle 11.

Into the Light in autunno
La programmazione prosegue in autunno con Lectio sul tema della luce, ciclo di incontri, e la pubblicazione di un libro sulla Galleria Grande, spazio della luce per eccellenza di tutta la Reggia, che analizzerà l’opera di Juvarra sotto il profilo storico e architettonico.

Into the Light in inverno
Immaginaria e Sere di Natale alla Reggia
L’evento natalizio di Immaginaria dal 6 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026, organizzato in collaborazione con la Città di Venaria Reale, rappresenta la celebrazione finale di Into the Light con il progetto di Luminographie dell’artista italo-francese Gaspare Di Caro che prevede spettacolari proiezioni luminose sulle facciate della Reggia e nel borgo antico cittadino.

Into the Light: l’arte contemporanea della Venaria Reale
Il tema della luce era già stato sviluppato alla Venaria Reale con interventi d’arte contemporanea tuttora presenti:

  • l’opera cinematografica di Peter Greenaway, Ripopolare la Reggia, è parte integrante del percorso di visita.
  • Il Giardino delle Sculture Fluide di Giuseppe Penone nel Parco Basso con l’opera visivamente più rilevante Direzione verso la luce.
  • Dove le stelle si avvicinano di una spanna in più di Giovanni Anselmo presso il Gran Parterre.
  • Rendez-vouz di Grazia Todari posizionata lungo il percorso di visita della Reggia, una fotografia di grandi dimensioni dominata dalla luce nella quale l’artista raffigura le capsule di Gemini 6 e Gemini 7 sospese nello spazio barocco della Galleria Grande.
  • Assembly di Marinella Senatore, grande installazione di luce che si ispira alle tradizionali luminarie del Sud Italia, esposta presso la Cascina Medici del Vascello.
  • Storyboard. Paladino alla Reggia di Venaria, opera dell’artista Mimmo Paladino che mette insieme pittura e disegno, scultura e installazione e gli effetti luminosi del cinema.
  • La piazza illuminata dal designer e architetto Michele De Lucchi con i particolari lampioni a LED “La Venaria” che illuminano la piazza della Repubblica antistante la Reggia.

L’omaggio di Torino a Giuseppe Mazzini

Alla scoperta dei monumenti di Torino / Oggi il plumbeo monumento si erge fiero in mezzo a quella che è diventata una delle piazzette pedonali della città più “bazzicate” dai giovani, che hanno fatto della maestosa scultura e dei gradoni perimetrali del suo basamento, uno spontaneo ed appartato punto di ritrovo

 

Collocato in via Andrea Doria, angolo via Dei Mille, precisamente sullo spiazzo di confluenza tra le due vie, Giuseppe Mazzini viene raffigurato in una scultura bronzea, seduto in atteggiamento pensoso, avente una mano poggiata a sostenere il capo e l’altra su un pastrano adagiato sulle gambe. Il piedistallo lapideo è ornato da simboli della classicità rappresentati superiormente da due tripodi, collocati ai lati della statua e inferiormente, da pannelli bronzei disposti in sequenza. Nel pannello centrale è rappresentata la lupa capitolina nell’atto di allattare i gemelli, in riferimento alla Repubblica Romana, mentre sui restanti prospetti figurano corone di lauro che circondano i nomi dei principali sostenitori di Mazzini. Il sottostante basamento presenta, anteriormente, dei gradini simmetrici in ascesa verso la scultura. Nato a Genova il 22 giugno 1805 (quando Genova era ancora parte della Repubblica Ligure annessa al Primo Impero Francese), Mazzini è stato un patriota, uomo politico, filosofo e giurista italiano. Costituì a Marsiglia nel 1831 la Giovine Italia, fondata sui principi di “Dio e popolo” e “pensieri e azioni” volti a promuovere l’indipendenza della penisola dagli stati stranieri e la costituzione dell’Italia fondata sui principi della repubblica. Anche se osteggiato dal protrarsi dell’esilio forzato e dai contrasti in patria con la ragione di stato (promossa da Camillo Benso Conte di Cavour e da Giuseppe Garibaldi), Mazzini perpetuò il suo impegno politico che contribuì in maniera decisiva alla nascita dello Stato Unitario Italiano.

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Nello stato riunificato risiedette nell’ultimo decennio della sua vita come “esule di patria”, sotto falso nome; morì a Pisa il 10 marzo del 1872. In Torino come in altre numerose città della nazione, quale atto di riconoscimento al suo impegno, fu eseguito postumo il monumento in suo onore. Per quanto riguarda la città di Torino, nell’intenso programma delle manifestazioni svolte nella città per il giubileo dell’Unità d’Italia, nel 1911, venne istituito un apposito Comitato per erigere un monumento in memoria di Giuseppe Mazzini, distintosi come uno dei principali rappresentanti del Risorgimento italiano. L’iniziativa, promossa dalla Sezione Repubblicana Torinese, sorse in concomitanza alla ricorrenza del quarantesimo anniversario dal decesso del patriota genovese, di cui erano in corso i preparativi per le celebrazioni. Il Comitato sottopose all’Amministrazione comunale la domanda di aderire all’iniziativa ma la proposta venne osteggiata in quanto, si affermava, fosse avanzata da un gruppo partitico; per non pregiudicare l’esito della richiesta venne costituito un nuovo Comitato dichiarante l’estraneità ad ogni questione politica. Nel 1913 l’istanza di questo nuovo Comitato venne favorevolmente accolta dal Consiglio Comunale. Assunse l’incarico per l’ideazione del complesso scultoreo, Luigi Belli, docente presso la regia Accademia Albertina di Belle Arti ed esecutore di significative opere nella città. Belli accettò l’incarico senza richiedere alcun compenso per la sua attività (consapevole forse che sarebbe anche stata la sua ultima opera data l’avanzata età) ma domandò unicamente il rimborso per le spese sostenute nella realizzazione della proposta.

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Nonostante la rinuncia dell’artista, il bozzetto dell’opera venne approvato stimando un importo considerevolmente superiore a quello stabilito per l’esecuzione del monumento, quindi per arginare i limiti economici incorsi, l’Amministrazione concesse una agevolazione per il pagamento del dazio sui materiali, contrattò con il Ministro della Guerra in Roma per l’acquisizione del bronzo necessario ad un prezzo agevolato, mentre il Comitato promosse una pubblica sottoscrizione presso municipi, istituti civili e militari nazionali. Successivamente i modelli in creta a scala reale della statua e di un altorilievo, furono inviati alla fonderia scelta dal Belli, con sede presso Milano, per eseguirne la fusione in bronzo; la statua bronzea ed il relativo modello in gesso, vennero recapitati a Torino, su un carro ferroviario atto al trasporto speciale, l’11 maggio 1917. Il complesso scultoreo fu posto in opera, nonostante fosse privo dell’altorilievo rappresentante la “Libertà” (non consegnata forse a causa di un compenso non corrisposto dal Comitato), figurando ugualmente come un altare alla repubblicana libertà. L’inaugurazione della scultura commemorativa dedicata a Mazzini si svolse il 22 luglio 1917. La cerimonia del monumento si celebrò in presenza di autorità nazionali e cittadine, in una città dall’atmosfera poco festosa a causa della popolazione mobilitata sui fronti della Prima Guerra Mondiale. Oggi il plumbeo monumento si erge fiero in mezzo a quella che è diventata una delle piazzette pedonali della città più “bazzicate” dai giovani, che hanno fatto della maestosa scultura e dei gradoni perimetrali del suo basamento, uno spontaneo ed appartato punto di ritrovo.

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(Foto: www.museo.torino.it)

Simona Pili Stella

Adji Dieye vince Collective per il Castello di Rivoli 

Adji Dieye vince la seconda edizione del Premio d’arte internazionale Collective per il castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea e entra nelle collezioni del museo.

Adji Dieye, nata a  Milano nel 1991, è la vincitrice della seconda edizione del Premio d’arte internazionale Collective per il castello di Rivoli museo di Arte Contemporanea.

Grazie all’acquisto effettuato dai soci di Collective, la sua opera intitolata “Culture lost and learned by Heart , Butterfly “ del 2021 entra a far parte della collezione permanente del museo, in qualità di donazione.

Andro Eradze (Georgia 1993) e Agnes Questionmark (Roma, 1995), sono gli altri due finalisti e finaliste della seconda edizione del premio, la cui prima edizione, tenutasi nel 2023, vide vincitrice la piemontese Alice Visentin di Cirié, nata nel 1993.

Il Premio d’arte Internazionale Collective per il castello di Rivoli è  promosso da Collective, associazione italiana di collezionisti d’arte contemporanea nata nel 2019 per il Castello di Rivoli e ha come obiettivo l’acquisizione e donazione al museo di un’opera realizzata da una o un artista di età inferiore ai 35 anni. Il premio, di 20 mila euro, ha cadenza biennale.

L’artista vincitrice è  stata selezionata da una commissione composta dal Direttore del Castello di Rivoli, Francesco Manacorda, dalla vicedirettrice e capo curatrice Marcella Beccaria e dalla  curatrice Marianna Vecellio, a partire da un’ampia rosa di opere realizzate da artiste e artisti provenienti dall’Italia e internazionali proposti dai Soci di Collective.

La pratica di Adji Dieye si sviluppa nell’intersezione tra immagine, spazi urbani e memoria culturale.  Attraverso l’uso di materiali di archivio o relativi alla pubblicità e all’architettura, l’artista indaga come si formano e trasformano le epistemologie nazionali, interrogando le strutture visive e ideologiche che modellano l’identità collettiva  e il senso di appartenenza ad essa.

L’opera vincitrice intitolata “Culture Lost and Learned by Heart, Butterfly” è  composta da una struttura in ferro su cui è  montato un lungo foglio di seta stampato con frammenti provenienti dall’Archivio Iconografico Nazionale del Senegal e dall’archivio personale dell’artista.

L’opera riflette sui gesti che hanno attraversato e sovvertito gli spazi istituzionali coloniali attraverso un’alternanza di dettagli corporei e architettonici.

Deye invita a  chiedersi quale sia il concetto di archivio se luogo di autorità simbolica più che di conservazione.

“ Il premio a Deye – secondo Marcella Beccaria e Marianna Vecellio- è  il riconoscimento per questa giovane artista di saper guardare al modo in cui le eredità del passato e la memoria influenzino la comprensione del presente in cui viviamo”.

Il direttore Francesco Manacorda ringrazia la vicedirettrice Marcella Beccaria e la curatrice Marianna Vecellio  per aver sviluppato le relazioni con il gruppo di collezionisti Collective.

L’opera vincitrice di Adji Deye sarà  visibile al castello di Rivoli dal 25 settembre prossimo in contemporanea con “Inserzioni”, nuovo programma a cura di Francesco Manacorda.

Mara Martellotta

CAMERA riceve il Lucie Award 2025 nella categoria “Spotlight!”

Sabato 21 giugno a Ostuni, in Puglia, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia riceverà il Lucie Award 2025 nella categoria Spotlight!

Il premio verrà consegnato in occasione del prestigioso gala dei Lucie Awards 2025, tra gli eventi più attesi e prestigiosi del mondo della fotografia, a cui parteciperanno Emanuele Chieli e Walter Guadagnini, rispettivamente presidente e direttore artistico di CAMERA.

 

L’importante riconoscimento conferma il valore del Centro nel contesto nazionale e internazionale e premia la capacità di rivolgersi a vari pubblici grazie a un ricco palinsesto di iniziative – mostre, incontri, attività educative e workshop – che fa dell’inclusione e dell’ascolto elementi centrali della sua identità e della sua missione culturale.

Al Forte di Bard “Doppia Firma. Dialoghi tra pensiero progettuale e alto artigianato”

 Una mostra – omaggio all’eccellenza artigiana italiana e alla cultura della montagna

Fino a domenica 29 giugno

Bard (Aosta)

Alto artigianato e alto design. Due momenti, due processi, possibili tappe di un unico “mestiere” che, se giocato in squadra e ad alti livelli, può davvero creare opere di preziosa validità culturale ed artistica. Autentiche opere d’arte, immaginate e realizzate attraverso perfette antiche manualità e processi di applicata grafia illustrativa, su cui possono prendere corpo e anima prodotti a pieno titolo inseriti nel gotha di quella che possiamo definire (non come, a volte, si fa un po’ troppo precipitosamente) “arte”. Per chi ancora nutrisse dubbi in proposito, la conferma può avvenire attraverso una visita alla mostra “Doppia Firma. Dialoghi tra pensiero progettuale e alto artigianato” che, dopo il grande successo durante il “Milano Design Week”, approda per la prima volta in Valle d’Aosta, ospitata nella suggestiva Cappella del “Forte di Bard” fino a domenica 29 giugno.

L’esposizione (firmata dalla “Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte” con “Living”, il magazine del “Corriere della Sera”, e la “Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship”, in collaborazione con la “Regione Autonoma Valle d’Aosta” e “L’Artisanà”, ente che da oltre sessant’anni si occupa della valorizzazione dell’artigianato valdostano), intende celebrare i dieci anni di un progetto che ha saputo intrecciare la creatività del design contemporaneo con l’eccellenza della manifattura artigianale. Celebrazione ancor più emblematica per una regione, come la Vallée, “dove l’artigianato – dicono gli organizzatori – è da sempre legato al paesaggio, alla memoria e all’identità culturale”.

In rassegna troviamo, accanto ad una selezione di otto pezzi iconici delle edizioni passate, altre sette nuove creazioni nate dalla collaborazione tra designer internazionali e artigiani italiani dell’arco alpino – dalla Valle d’Aosta al Friuli – presentate come un poetico racconto corale, voce ed immagine suggestiva del ricco patrimonio culturale e ambientale delle Alpi, un mondo “fatto di gesti antichi, materiali naturali e saperi tramandati che  in ‘Doppia Firma’ trovano nuova voce e visibilità”. Autentica “chicca”, tra le opere in mostra, una creazione del valdostano Luciano Tousco, noto falegname, maestro artigiano e vincitore di numerosi premi per l’artigianato, che insieme al designer Andrea Mancuso ha dato vita a “Silva”: autentico “omaggio alla foresta”, niente più di una sedia che guarda e trova pratica ispirazione nel paesaggio montano e nel laborioso processo di lavorazione del legno, dal ramo grezzo all’oggetto finito. Nel lavoro di Tousco, si leggono competenza di mestiere, singolare genialità e una connessione autentica con il materiale “amico” e con la tradizione artigianale delle Alpi occidentali. Il suo rispetto per la memoria ha permesso di dar vita a un progetto intimamente legato al luogo in cui si trova il suo atelier, utilizzando non solo legno locale, ma anche le tecniche tradizionali di lavorazione.

Un evento come ‘Doppia Firma’ – commenta l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Luigi Bertschy – che unisce creatività, design e tradizione, alimenta il confronto e la messa in relazione tra territori diversi, intesi non solo come aree geografiche, ma anche come realtà culturali, artigianali e artistiche con identità uniche. Favorire questo dialogo significa praticare lo scambio di idee, valorizzare le specificità locali e promuovere sinergie capaci di generare innovazione e crescita condivisa”. Parole condivise da Bruno Domaine, presidente de “L’Artisanà” che aggiunge: “L’artigianato per noi è allo stesso tempo espressione di abilità tecnica e identità culturale, racconto profondo del territorio, della memoria e delle comunità che lo abitano . Questa iniziativa ci consente quindi di coniugare tradizione e visione contemporanea, mettendo in luce l’unicità del gesto artigianale e la sua capacità di realizzare la materia in cultura. È un’occasione per riaffermare il valore della manualità oggi, come patrimonio vivo che alimenta il territorio.

Gianni Milani

“Doppia Firma. Dialoghi tra pensiero progettuale e alto artigianato”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 29 giugno

Orari: mart. – ven. 10/18; sab. – dom. e festivi 10/19

Nelle foto: Inaugurazione della mostra; alcune opere esposte; Luciano Tousco e Andrea Mancuso “Silva”

Che “Luce” sia, ma anche “Gesto Performativo”

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Lunga serata alla “GAM” di Torino con l’ultimo appuntamento del “Public Program” di “Luci d’Artista”

Sabato 21 giugno, dalle 18,30

Tutto accadrà all’imbrunire del prossimo “Solstizio d’estate”: sabato 21 giugno (dalle 18,30), il giorno più lungo e luminoso dell’anno, con una serata si preannuncia indimenticabile. Uno scorrere di ore magiche in cui artisti, musicisti ed un grande poeta realizzeranno una serie di “performance” all’interno di “Anni Luce”, la prestigiosa Arena all’aperto di “Giulio Paolini” alla “GAM – Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di via Magenta a Torino.

Il tutto rientra, dopo il grande successo dell’anno scorso, nell’ultimo appuntamento della seconda edizione di “Accademia della Luce”, il “Public Program” (sviluppato da “Fondazione Torino Musei” insieme ai “Dipartimenti Educazione” delle principali “Istituzioni torinesi per l’Arte Contemporanea”, ultimi in ordine d’arrivo il “MAUTO” e le “OGR”) della XXVII edizione di “Luci d’Artista”“Public Program” incentrato, quest’anno, sul tema specifico di “Luce e gesto performativo”, che ruoterà intorno alle fantasiose genialità dell’italiana triade anonima “CANEMORTO” e dell’artista londinese Marcos Lutyens, invitati a creare una nuova “performance” sul tema della “luce”.

La triade “CANEMORTO” trasformerà l’ascensore della “GAM” in una “stanza magica mobile” nella quale eseguirà delle letture lampo dei “Tarocchi del Sole Fermo”, con un mazzo di carte creato ad hoc per rivelare ad ogni partecipante cosa abbia in serbo la sua estate, diviso in “10 arcani di luce” e “10 arcani di ombra”, ideati dal trio senza alcun legame con i tarocchi tradizionali.

Marcos Lutyens, con il suo Equilux ≈ Equinox: Un Viaggio Psico-Magico”, coinvolgerà invece il pubblico in un campo di luci, suoni, vibrazioni subsoniche e voce guidata “creando un’esperienza alchemica di allineamento interiore e sintonizzazione esterna”. La “performance” sarà accompagnata da brani tratti da “NOX-LUX”, il nuovo album cocreato insieme al compositore di Los Angeles Aaron Drake.

Continuando la tradizione del legame di “Luci d’Artista” con il mondo della poesia e degli approfondimenti con i grandi artisti che hanno realizzato le “Luci”, le due “performance” saranno precedute (ore 19) da un vero e proprio evento, ovvero una “conversazione de visu” tra John Yau e Nicola De Maria . Sarà un incontro straordinario tra il poeta, editore e critico d’arte newyorkese John Yau (Lynn, Massachusetts, 1950) e il Maestro Nicola De Maria (pittore tra i più prestigiosi protagonisti della “Transavanguardia” internazionale, autore di opere da lui stesso definite “poesia scritta con le dita sporche di colore”), legati da 40 anni di stima ed amicizia. Al centro della conversazione vi sarà ovviamente il tema della “Luce” e l’opera “Nido cosmico di tutte le anime” di De Maria, installata da anni in Piazza Carlina. In occasione dell’incontro, inoltre, l’artista, beneventano di Foglianise trasferitosi a Torino negli Anni ’70, ha generosamente messo a disposizione alcune prime edizioni autografate dei libri di John Yau, insieme a cataloghi e testi critici dedicati alla sua opera. Traduzione consecutiva dall’inglese all’italiano.

Ma, attenzione!, i giochi non s’esauriscono qui. A corollario degli eventi programmati alla “GAM”, nelle  sere dal 21 al 24 giugno (in un ideale collegamento con il giorno dedicato al patrono della Città) saranno straordinariamente accese le “Luci d’Artista” in  12 siti cittadini: da piazza Carlina alla Galleria Umberto, da piazza Risorgimento al Monte dei Cappuccini, fino al “Museo della Resistenza” all’Ospedale Sant’Anna, alla Mole Antonelliana e a Piazzale Polonia, per finire con Piazzetta Mollino, i “Giardini Sambuy”, l’Antica “Tettoia dell’Orologio” in piazza della Repubblica e corso Unità d’Italia, presso il Laghetto di Italia ’61.

Sottolineano gli organizzatori: Luci d’Artista è un vero e proprio ‘Museo di Luce’, con la sua collezione a cielo aperto di installazioni luminose che trascende i classici confini invernali e natalizi per vivere tutto l’anno. Ma, così come l’evento invernale è definito da una ‘dimensione notturna’ (luce elettrica, presenza di opere fisicamente imponenti), abbiamo voluto che l’evento estivocome per lo scorso giugno, fosse composto da concetti diametralmente opposti, legati a una ‘dimensione diurna’ e a interventi il più possibile ‘effimeri e immateriali’, proprio come possono essere le performance”. E il colpo d’occhio, sicuramente, non sarà meno foriero di forti e inaspettate emozioni. In un bagno di atmosfere pienamente vissute alla luce del giorno.

Gianni Milani

“Accademia della Luce. Luce e gesto performativo”

GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Sabato 21 giugno, dalle 18,30

Nelle foto:  “CANEMORTO”, Photo courtesy il trio di artisti; “Accademia della Luce”; John Yau, Photo courtesy l’artista; Nicola De Maria, Photo courtesy Sabina Arena

La Parigi di Montparnasse di Brassaï

In mostra al Centro Saint- Benin di Aosta

Inaugura venerdì 18 luglio alle ore 18 e rimarrà aperta dal 19 luglio fino al 9 novembre al Centro Saint-Bénin di Aosta una mostra di fotografia di respiro internazionale,  dal titolo “Bressaï. L’occhio di Parigi”. La retrospettiva è promossa dall’Assessorato Beni e attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali della Regione autonoma Valle d’Aosta, prodotta da Silvana Editoriale, curata da Philippe Ribeyrolles, studioso e nipote del fotografo, che vanta una inestimabile collezione di stampe di Brassaï e un’estesa documentazione relativa al suo lavoro d’artista.

Sono più  di 150 le stampe d’epoca, oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo ad arricchire la mostra e a consentire uno sguardo inedito e approfondito sull’opera di Brassaï, con un’attenzione particolare alle celebri immagini che egli dedicò alla capitale francese e alla sua vita.

Le fotografie dedicate alla Ville Lumière, dai quartieri operai ai grandi monumenti simbolo, dalla moda ai ritratti degli amici artisti, fino ai graffiti e alla vita notturna, sono oggi immagini iconiche che identificano immediatamente il volto di Parigi.

La città natale di Gyula Halász è  anche la ragione del suo nome d’arte. Quando alle soglie del XX secolo nacque Brassaï, la città rumena di Brasov faceva parte del territorio ungherese. Brassaï si trasferisce con la famiglia ad appena tre anni a Parigi, per poi tornare a studiare a Budapest e lavorare a Berlino come giornalista. Gli anni Venti e Trenta sono prolifici per gli incontri con gli artisti più importanti delle avanguardie storiche. E la fotografia appare la necessaria conseguenza. Dal 1929 Brassaï dedica alla capitale francese un corpus di fotografie che la ritraggono ogni giorno come di notte, alternando pubblico e privato, urbano e antropico.

Brassaï è  stato uno dei protagonisti  della fotografia del ventesimo secolo, definito dall’amico Henry Miller “l’occhio vivo della fotografia”.

In stretta relazione con artisti quali Picasso, Dalì e Matisse, vicino al movimento surrealista, a partire dal 1924 partecipò al grande fermento culturale  che, in quegli anni, investì Parigi.  Brassaï è stato uno tra i primi fotografi a catturare l’atmosfera notturna di Parigi e della sua popolazione. Il fotografo non si limitava a rappresentare paesaggio o vedute architettoniche, ma si interessava anche degli spazi in cui l società si incontrava e divertiva. È del 1933 il suo volume ‘Paris de nuit’ le cui immagini furono anche pubblicate sulla rivista surrealista ‘Minotaure’.

Philippe Ribeyrolles,  curatore della mostra, spiega che esporre Brassaï significa immergersi nell’atmosfera di Montparnasse dove si potevano incontrare numerosi artisti provenienti dall’Europa dell’Est come il suo connazionale André Kertesz. Quest’ultimo esercitò una notevole influenza sui fotografi che lo circondavano, tra cui Brassaï e Robert Doisneau.

Brassaï appartiene alla scuola francese di fotografia detta umanista per la presenza essenziale di donne, uomini e bambini nei suoi lavori.

Oltre alla fotografia di soggetto la esplorazione dei muri di Parigi e dei loro numerosi graffiti testimonia il legame del fotografo con le arti marginali e l’arte di Jean Dubuffet.  Invitato ad esporre i suoi lavori al Museo di Arte Moderna MoMA, Brassaï riscosse un enorme successo.

Il legame del fotografo con gli Usa si concretizza con una collaborazione con la rivista Harper’s Bazaar, per cui Brassaï ritrae molti protagonisti della vita artistica e letteraria francese con i quali era solito socializzare. I soggetti ritratti in questa occasione saranno pubblicati nel volume ‘Les Artistes de ma vie’, due anni prima della sua morte.

Brassaï muore il 7 luglio 1984 dopo la pubblicazione di un suo libro su Proust. E’ sepolto nel cimitero di Montparnasse, nel cuore della Parigi che ha celebrato per mezzo secolo.

La mostra sarà dotata di un catalogo bilingue.

Orari da martedì  a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.

Centro Saint Bénin

Via Festaz 27- Aosta.

Tel 0165272687

Mara Martellotta