ARTE- Pagina 133

La Forma e l’Idea. Giovanni Taverna Scultore

A Incisa Scapaccino si ricorda la figura del celebre artista alessandrino, allievo di Leonardo Bistolfi

Sabato 24 luglio, ore 18

Incisa Scapaccino

Riprende, dopo l’interruzione causata dall’emergenza sanitaria, la serie di incontri annuali su figure di artisti del territorio, tenuti in “San Giovanni Battista”, Santuario della “Virgo Fidelis”, alla Villa di Incisa Scapaccino, nell’alessandrino.  Guidati come sempre dallo storico dell’arte Francesco De Caria, sabato prossimo 24 luglio, ore 18, si farà dovuta memoria della figura e delle opere del celebre scultore, fra i protagonisti di maggior spessore del nostro Novecento artistico, Giovanni Taverna, nato ad Alluvione Cambiò nel 1911 e scomparso a Torino nel 2008. “La Forma e l’Idea”: Giovanni Taverna “fra lezione bistolfiana e ritorno al classico”, il tema – sottolinea De Caria – su cui s’incentrerà l’incontro-conferenza, corredato dalla proiezione di immagini e da un’essenziale esposizione di alcune opere dell’artista.

Giovanni Taverna si formò dapprima presso la pittrice Mina Pittore (Sale Alessandrino1882-1937, allieva di Pellizza da Volpedo), poi dagli anni Venti a Torino, negli atéliers di due grandi Maestri, il monregalese Stefano Borelli (1895 – 1962) e l’allora sessantacinquenne e all’apice della fama, il casalese Leonardo Bistolfi (1859-1933), nel cui studio, in via Bonsignore presso la Gran Madre, Giovanni Taverna fece compiutamente “sua” l’idea di un fare artistico indissolubilmente legato a “tecnica” ed “etica”. “Forma” e “idea”, per l’appunto. Concetti che divennero per lui (che fu anche pittore di buon livello, pur considerando la pittura come puro divertissement) comandamenti ineludibili, in un periodo non facile per il mestiere d’artista, nel pieno dello scontro fra tradizione e avanguardie  e del generale “ritorno al classico” dopo l’esperienza Liberty. “Nel corso dell’incontro si farà anche cenno – ci anticipa De Caria – all’ampiezza dell’orizzonte culturale di un artista come Taverna, ricco di interessi (perfettamente integrati e perseguiti con estremo rigore anche nella sua produzione scultorea) che andavano dalla letteratura, alla musica, alla filosofia, financo alla matematica”.

L’arte come abbraccio totale di vita. Idea mantenuta anche nell’attività di direttore artistico della torinese azienda di ceramiche “ESSEVI” di Sandro Vacchetti, che Giovanni Taverna portò avanti dalla fine degli anni Trenta, di ritorno dalla campagna d’Africa, sino al ’42, quando in un bombardamento la “ESSEVI” fu distrutta. Erano gli anni in cui si assisteva ai “fulgori” della “Lenci” ed il Taverna firmò anche vari modelli della stessa “ESSEVI”, esposti nel 2015 nella grande mostra sulla “Lenci” al Castello di Monastero Bormida. “Artista faber”: tiene a precisare De Caria. “Artista che progetta con calcoli matematici, sulle proporzioni e sugli equilibri delle masse, i monumenti e le ‘sculture da salotto’, che esegue i modelli in plastilina, che segue l’operazione della formatura e i procedimenti della fusione in bronzo o l’opera degli sbozzatori di marmo, che poi rifinisce anche con le patine – alcune ‘segreto di artista’ – che conferiscono al marmo il tono ‘caldo’ o ‘freddo’ e al bronzo una tonalità brillante o opaca, bruna o grigioverdastra”. A Taverna, il paese natale di Alluvioni Cambiò ha dedicato un’importante Gipsoteca e a lui si devono anche grandiose opere pubbliche, dal “Monumento ai Caduti” di Sale Alessandrino al “Monumento all’Alpino” di Leinì fino al “Monumento al migrante” per la Città di Pittsbourgh. Da ricordare, fra le tante opere, anche un ritratto bronzeo del poeta dialettale piemontese Giuseppe Pacotto (Pinin Pacòt) al Castello di Annone e il busto del ministro Marcello Soleri in Montecitorio. Una minima antologica permanente dello scultore è stata creata anche nelle sale di casa Taverna – De Caria di piazza Bezzi alla Villa di Incisa. Creata e conservata con amore e saggia intelligenza dalla figlia Donatella (giornalista, scrittrice, critica d’arte e, negli anni giovanili, anche pittrice), cresciuta a “pane e arte” fin dalla prima infanzia. Anche lei parteciperà all’incontro del prossimo sabato. “Qualche anno prima di morire – ci racconta Donatella – il papà, perfezionista al massimo che trovava sempre i miei dipinti imperfetti (come del resto i suoi lavori), mi disse ‘Perché non hai continuato a dipingere’? Eri brava!”. E sorride: “Credo comunque che con tutti gli alti e bassi anche di successo che la vita di un artista comporta, quello di esserne la figlia sia stato per me un assoluto privilegio, culturalmente ed umanamente”.

Gianni Milani

Nelle foto:

–         Giovanni Taverna nel suo studio

–         “Vanità”, gesso, 1951

–         “Fior di pesco”, ceramica ESSEVI, 1953

Weekend ai Musei Reali tra musica, talk e visite speciali

Dopo la conclusione dell’importante intervento di rifunzionalizzazione della Fontana dei Tritoni nel Giardino di Levante, del restauro conservativo del muro di cinta con i bastioni e del Teatro Romano, inaugurati lo scorso 15 luglio, i Musei Reali sono pronti ad accogliere torinesi e turisti con un ricco calendario di eventi.

Si parte giovedì 22 luglio, dalle 19,30 alle 23,30 (ultimo ingresso 22,30), con la visita speciale Archaelogica. Esplorazioni Notturne tra le antichità dei Musei Reali, uno straordinario viaggio nel Museo di Antichità e nel Teatro Romano alla scoperta dell’archeologia di Torino alla tariffa speciale di 2 euro. Negli stessi orari sarà possibile passare una piacevole serata nella splendida atmosfera dei Giardini Reali, usufruendo dei servizi del Caffè Reale.

Apertura straordinaria serale anche venerdì 23 lugliodalle 19 alle 23 sarà possibile visitare la mostra Cipro. Crocevia delle civiltà alle ore 21 partecipare al concerto Something Old! Something New? eseguito da Bongcloud Jazz Quartet, il secondo della serie Torino. Crocevia di sonorità. Realizzato in collaborazione con il Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino, a cura della prof.ssa Valeria De Bernardi, il ciclo di concerti condurrà il pubblico ogni venerdì attraverso un viaggio musicale dalle sonorità del Mediterraneo al jazz americano, sulle tracce di Palma di Cesnola, scopritore delle antichità cipriote e primo direttore del Metropolitan Museum of Art di New York. Il costo della visita guidata serale è di € 20 con concerto gratuito. In caso di maltempo l’evento si svolgerà nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale. Info e prenotazioni: info.torino@coopculture.it.

 

Attività nei Giardini

Nella rigenerante atmosfera dei Giardini Reali, venerdì 23 luglio dalle 17 alle 19 si terrà il terzo appuntamento della rassegna Chiamata alle arti. Conversazioni in giardino sui piaceri della culturaL’iniziativa, promossa dall’Archivio di Stato di Torino e dai Musei Reali, vedrà dialogare in questa occasione Chiara Devoti, direttrice della Scuola di Specializzazione in “Beni Architettonici e del Paesaggio” del Politecnico di Torino con il direttore dell’Archivio di Stato Stefano Benedetto e il curatore architetto dei Musei Reali Filippo Masino.

 

Sempre venerdì 23 luglio alle ore 17, nei Giardini Reali, le famiglie potranno partecipare all’iniziativa Quante mosse per un cavallo? Grandi a bambini saranno coinvolti nella realizzazione di un cavallino in argilla, sul modello dei reperti ritrovati a Cipro. L’attività comprende anche una breve visita alle sale della mostra Cipro. Crocevia delle civiltà, per conoscere da vicino i modelli antichi dei nostri cavallini.

Costo: € 5 a partecipante. Informazioni e prenotazioni: mr-to.edu@beniculturali.it. Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento dei posti disponibili. In caso di maltempo l’attività sarà svolta in Museo.

 

Visite speciali

Sabato 24 alle ore 11 domenica 25 luglio alle ore 15,30 le guide di CoopCulture condurranno il pubblico alla scoperta della mostra Cipro. Crocevia delle civiltà. Un percorso emozionante alla scoperta del fascino millenario dell’isola, raccontato attraverso le collezioni del Museo di Antichità, che costituiscono un nucleo pressoché unico nel panorama dei grandi musei europei, arricchito da prestiti provenienti da illustri istituzioni straniere tra cui il British Museum di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York. Costo dell’attività € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto in mostra. Biglietti online su www.coopculture.it – mail info.torino@coopculture.it.

 

Sabato 24 alle ore 15,30 e domenica 25 luglio alle 11 le guide di CoopCulture condurranno inoltre la visita Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, un percorso per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia. Il costo della visita è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su www.coopculture.it – mail info.torino@coopculture.it

 

Le mostre in corso

Il fascino millenario di Cipro, cuore del Mediterraneo e ponte tra Oriente e Occidente, è protagonista della mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, che si terrà fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e curata da Luca Bombardieri, docente di Archeologia cipriota, ed Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali. Si tratta di un’occasione unica per lasciarsi conquistare da una delle isole mediterranee più misteriose, il cui incanto è a tutt’oggi immutato: mitica culla di Afrodite, che nasce dalla spuma del mare cipriota, l’isola è crocevia di scambi commerciali e approdo di culture differenti in cui si forma la moderna concezione del mondo mediterraneo. La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18). I biglietti possono essere acquistati su www.museireali.beniculturali.it o su www.coopculture.it.

 

Allestita nello Spazio Scoperte al secondo piano della Galleria Sabaudafino al 7 novembre il pubblico può ammirare la mostra dossier Come parla un ritratto. Dipinti poco noti delle collezioni reali. L’esposizione presenta opere poco note della Pinacoteca e di Palazzo Reale che permettono di seguire l’evoluzione della ritrattistica di corte dal tardo Cinquecento alla metà del Settecento. Alcuni dipinti sono esposti per la prima volta dopo interventi conservativi eseguiti dalle restauratrici dei Musei Reali. Studi e ricerche sono stati condotti in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso dei Musei Reali.

 

Nel Medagliere Reale è prorogato fino al 5 settembre il percorso Il Volto delle Donne. L’altra faccia della storia. Nato da un progetto di ricerca avviato nel 2019 con il sostegno di Soroptimist Torino, questa prima tappa della ricerca mira a studiare il ruolo dei personaggi femminili attraverso la lente delle collezioni numismatiche dei Musei Reali. Si propone quindi di ritrovare e rinnovare nella memoria del pubblico l’immagine di una selezione di figure femminili, talora donne importanti nella storia antica e moderna, più spesso emblema di come la figura della donna, pur frequentemente esaltata e immortalata, sia stata molte volte un semplice simbolo ideale e immateriale che travalica la donna reale.

Il percorso è fruibile anche online sul sito dei Musei Reali: un percorso virtuale per conoscere alcune figure femminili che hanno contribuito a fare la Storia http://www.museireali.beniculturali.it

 

La Biblioteca Reale

La Biblioteca Reale estende l’orario di visita ed è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, il sabato dalle 9 alle 13. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta. Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina www.museireali.beniculturali.it/events/biblioteca-reale-riapertura/.

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Lo street artist cuneese Gec Art completa l’opera

“Wine in Progress”: Completata a Monforte d’Alba l’opera di arte pubblica 

Monforte d’Alba (Cuneo)

Se mai, e per buona sorte, vi capitasse di passare per Monforte d’Alba (fra i borghi medievali più suggestivi di Langa e fra gli undici Comuni di produzione del nobil Barolo) o, ancor meglio, di andarci a proposito (ne vale per davvero la pena!), non mancate – nel muovervi fra bellezze naturali e storiche del paesaggio – di fare una sosta in piazza Fratelli Viola, proprio di fronte al locale edificio scolastico, e in via Roddino, la via d’ingresso al paese. Sostate e osservate con attenzione. Sui muri della piazza e della via (di cui sopra) potrete godervi e ammirare due poster di grandi dimensioni, dal titolo complessivo e chiarificatore di “Wine in Progress”, realizzati e di recente completati dallo street artist (torinese d’adozione e cuneese di nascita) Gec Art, al secolo Giacomo Bisotto, selezionato nei mesi scorsi attraverso una call promossa dalla “Fondazione Bottari Lattes” di Monforte nell’ambito del Progetto europeo “Eti”, teso a promuovere il territorio di Langhe e Roero, Patrimonio dell’Umanità Unesco, fra memoria ed innovazione e con la partecipazione attiva dei cittadini, chiamati a raccolta dall’artista, attraverso i social, affinché aprissero gli album fotografici di famiglia alla ricerca delle immagini dei nonni ambientate nelle vigne e nelle cantine di quelle magiche colline. Dal materiale ricevuto Gec Art ha, in un primo momento, selezionato diverse fotografie per poi passare a realizzarne, per l’appunto, due poster di grandi dimensioni, interamente dipinti a mano e applicati con materiali a basso impatto ambientale sui muri di Monforte. Spetterà ora al pubblico continuare l’opera dell’artista e dirottarla sul mondo digitale attraverso Facebook e Instagram, per farla vivere nel tempo e continuare tutti insieme la riflessione sulle nostre radici e sul nostro legame con la terra e le tradizioni. Il tutto per non perdere la memoria collettiva del territorio. Allo stesso tempo “Wine in Progress” intende essere anche documento storico, “per tracciare una linea temporale immaginaria che parte dalla fotografia di fine ‘800 in bianco e nero e arriva al digitale usa e getta postato sui social di oggi”.

Il trascorrere del tempo e gli agenti atmosferici, infatti, interferiranno e agiranno sulle opere, facendole via via deteriorare fino a farle scomparire, “ma non annullando la loro presenza, il loro ricordo e la forza, che invece continuerà online”. Attraverso un nitido e rigoroso tracciato segnico, il poster di piazza Fratelli Viola è stato tratto da una foto di famiglia ambientata a Castagnole delle Lanze, alla fine degli anni Settanta, quando ancora il lavoro in vigna era a conduzione famigliare (nonostante già iniziasse a svilupparsi il florido periodo del boom vitivinicolo) e ritrae due simpatici contadini che, in piedi e in una breve pausa dalle fatiche della vigna, davanti ad un carretto dalle grosse ruote in legno carico di tino si versano l’un l’altro un generoso bicchiere di vino. Frutto del loro sudore. Il poster di via Roddino, invece, è tratto da una immagine proveniente da un collezionista di fotografie antiche del territorio ed è datata tra fine Ottocento e inizi Novecento. Mostra come il lavoro in campagna fosse una questione di famiglie e di comunità. Quattordici lavoratori si aiutano accanto a una grossa trebbia in legno durante il periodo della mietitura.

“Questa immagine non è legata alle fasi del vino – commenta Gec Art – ma l’ho scelta perché, durante il mio percorso di conoscenza del territorio, attraverso le tante foto ricevute, ho scoperto che un secolo fa non si lavorava solo nelle vigne, ma si seminava, si mieteva il grano, si svolgevano diversi lavori agricoli non necessariamente legati al settore vinicolo, sfruttato solo negli ultimi sessant’anni. Mi interessava cioè far emergere il fatto che ciò che oggi vediamo in Langa è legato a un periodo breve e recente e ho sentito la forte necessità di rendere omaggio a tutta l’agricoltura in senso più ampio, vero motore del territorio prima della grande esplosione turistico-vitivinicola degli ultimi anni”. Infine, sul muro della “Biblioteca Pinacoteca Mario Lattes” (in via Garibaldi, 14) è stata realizzata una parete su cui sono presenti tutti gli studi e i bozzetti realizzati da Gec Art per la progettazione delle opere e una serie di fotografie inviate all’artista dagli abitanti del luogo. Un racconto per immagini dove sono svelati aneddoti e curiosità che fanno memoria. E danno senso al vivere d’oggi.

Per info“Fondazione Bottari Lattes”, via Garibaldi 14, Monforte d’Alba (Cuneo): tel. 0173/789282 o www.fondazionebottarilattes.it

Gianni Milani

La “pittura multisensoriale” dell’artista giapponese Liku Maria Takahashi

“Il Metodo Maris: sinestesie d’arte per abilità differenti” In mostra al Museo del Tessile di Chieri Sabato 17 luglio, ore 15

Chieri (Torino)  A ragione è stato definito il “braille della pittura”. Che permette anche a chi non vede di percepire non solo le forme ed i loro contorni, ma anche i colori e le loro sfumature. Parliamo del cosiddetto “Metodo Maris” che, combinando elementi visivi, tattili ed olfattivi percettibili attraverso i sensi, rende la fruizione di un’opera d’arte accessibile anche a persone con disabilità visiva.

Per scoprirne di più e “toccarne con mano” la validità, l’appuntamento è per il prossimo sabato 17 luglio, alle ore 15, presso il “Museo del Tessile” di Chieri (Sala della Porta del Tessile in via Santa Chiara, 5) che, proprio in quella data, inaugurerà la personale dell’artista giapponese Liku Maria Takahashi, presidente della “World Diversity Art Society” e lodevole e sensibile ideatrice nel 2009 dello stesso Metodo. Pittrice, scultrice, teorica dell’arte, docente, nonché maestra di arti marziali, la Takahashi verrà anche premiata, nell’occasione, con la “Navetta Arcobaleno” (medaglia fusa in bronzo dallo scultore lucano Antonio Saluzzi) “per essersi distinta nel coniugare un linguaggio multisensoriale di inedito conio con l’arte tessile, le sue suggestioni e i suoi intrecci culturali così da stimolare creatività e realizzare una comunione d’intenti fra persone di ogni dove”. Perché “in termini filosofici – sostiene l’artista di origini nipponiche – il ‘Metodo Maris’ crea incontri facendo sì che l’arte getti i semi della comprensione”. Una “visione”, un modo condivisibile e personale di approcciarsi all’arte, che meglio si potrà comprendere visitando la mostra di Chieri. Ad iniziare da due delle sue famose “Zebre”, per proseguire con una selezione delle “Bandiere del Maris National Flag Project” (2012-2019) realizzate da bambini e adulti di tutto il mondo, fino alla “Maris World Standard Table” (2014), una vera e propria tavola di regole pittoriche che mostra la corrispondenza fra diverse granulometrie di sabbia, essenze e “nuances” di colore. Pittura multisensoriale, appunto. Mezzi utilizzati: grani di sabbia disponibili in dieci granulometrie corrispondenti ad altrettanti colori e fragranze con dieci valori di luminosità cromatica e intensità olfattiva. Più è grande la granulometria della sabbia, più scura è la tonalità del colore ad essa associata.

Inoltre, ciascuna tonalità è abbinata ad una fragranza specifica. Così, una volta apprese le semplici regole della “Maris World Standard Table”, chiunque può iniziare a cimentarsi nella pittura con questa tecnica, “superando – sottolinea Takahashi – le barriere fisiche che impediscono o inficiano il coinvolgimento di persone con disabilità visiva nel processo creativo e cognitivo, e permettendo di superare anche le barriere culturali che impediscono, in tutto o in parte, l’apprezzamento dell’arte di tradizione diversa”. L’arte al servizio della socialità. Con forti connotazioni simboliche. Testimoniate per altro dalla piantumazione di un gelso (“Bombyx mori”), l’albero dei bachi da seta, che si terrà, a seguito dell’inaugurazione della mostra, nell’Orto botanico del “Museo del Tessile” e che, in chiusura, vedrà anche servita al pubblico una profumata granita al gelso. Un gesto ispirato alla “scultura sociale” di Joseph Beuys e delle sue “7000 querce”, opera realizzata dallo scultore tedesco con pietre di basalto per “Documenta” a Kassel, “un gesto che rinnoviamo con l’intento di legare idealmente – dice Melanie Zefferino, presidente del Museo chierese – Chieri e il quartiere Satagaya di Tokyo, dove ha sede la Scuola di Belle Arti in cui sono stati preparati materiali e supporti per il ‘workshop’ dell’artista”. Nei tre giorni successivi all’inaugurazione della mostra (18, 19 e 20 luglio), Takahashi condurrà infatti laboratori con l’impiego della tecnica “Maris”, riservati a bambini e adulti con disabilità visiva. I partecipanti saranno chiamati a riprodurre un disegno tessile creato negli anni Venti dallo “Studio Serra & Carli” di Chieri, un motivo vegetale stilizzato, per la precisione un “Trifoglio blu”, di cui il “Museo del Tessile” conserva la messa in carta millimetrata nel suo archivio storico. Saranno, inoltre, organizzate visite esperienziali gratuite all’Orto botanico, a cura di Giulia Perin, mentre all’interno del Museo saranno previste alcune stazioni tattili, a cura dell’artista Lisa Fontana, anch’esse riservate a persone non vedenti o ipovedenti.

Gianni Milani

“Liku Maria Takahashi. Il Metodo Maris”
Sala della “Porta del Tessile”, via Santa Chiara 5, Chieri (Torino); tel. 329/4780542 o www.fmtessilchieri.org
Apertura straordinaria: dom. 18, lun. 19, mart. 20 luglio, ore 9,30/12,30

Nelle foto
– Liku Maria Takashaki
– “Maris World Standard Table”
– Studente dell’Accademia d’Arte di Setagaya (Tokyo) prepara supporti per il “Trifoglio Rosso”

Dal monumento di Theimer alla monumentalità egizia

VISIONI D’EGITTO

A cura di Generoso Urciuoli e Marta Berogno

Tutti i sabati e le domeniche alle 17.30 visita guidata con l’egittologo

Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino

Il mondo dell’arte ha sempre subito il fascino della terra dei faraoni, anche se, da un punto di vista scientifico, la conoscenza della cultura egizia è avvenuta solo nel XIX secolo con la decifrazione del geroglifico. Dall’epoca romana ad oggi la ripresa consapevole di forme, elementi, simboli e miti tratti dall’antico Egitto è stata una componente presente e costante in pittura, scultura e architettura.

Anche Ivan Theimer ha dimostrato un profondo interesse per la cultura egizia. Questa fascinazione, tradotta nei numerosi viaggi intrapresi in Egitto e nella prolifica produzione di obelischi, viene alimentata fin dagli anni Settanta, grazie alla visita del Museo Egizio di Torino e alla possibilità di consultare i taccuini originali di Jean François Champollion, il padre dell’egittologia che nel 1822 riuscì a decifrare la scrittura geroglifica degli antichi Egizi.

Visti i numerosi riferimenti culturali ed estetici di matrice egizia nelle opere dell’artista franco-ceco, si è pensato, quindi, a una visita con l’egittologo: Generoso Urciuoli e Marta Berogno hanno studiato un percorso all’interno della mostra IVAN THEIMER. SELVA SIMBOLICA (Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino │ Fino al 19 settembre 2021) che permetterà di fare uno scavo archeologico virtuale nella stratigrafia dei miti e dei simboli usando l’antico Egitto come elemento di lettura.

La mostra di Theimer diventa così il punto di partenza per un viaggio attraverso l’immortalità del simbolo secondo la visione egizia.

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QUANDO: tutti i sabati e le domeniche alle 17.30

COSTO: € 8,00 oltre al biglietto d’ingresso (se dovuto)

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: t. 011 837 688 int. 3

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INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO:

MUSEO ACCORSI-OMETTO

Via Po, 55 – Torino │T. 011 837 688 int. 3 | info@fondazioneaccorsi-ometto.it

www.fondazioneaccorsi-ometto.it

Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali

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Musei Reali, Galleria Sabauda – Spazio Scoperte, dall’8 luglio al 7 novembre 2021

 

Dall’8 luglio al 7 novembre i ritratti tornano protagonisti ai Musei Reali di Torino con la mostra Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali, ospitata nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda. Nata nell’ambito di un progetto didattico-formativo avviato nel 2018 con il Dipartimento Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino, l’esposizione si concentra sui temi della ritrattistica e sulla vivacità della cultura figurativa presso la corte sabaudaTra ripresa di modelli internazionali – da Tiziano a Clouet, da Van Dyck a Meytens – suggestioni e reinterpretazioni locali, la mostra propone una serie di ipotesi che meritano nuovi approfondimenti, sia sul piano iconografico che attributivo.

 

Articolata in quattro sezioni tematiche che sottolineano i diversi aspetti della ritrattistica sabauda ed europea (“L’immagine del potere”, “La corte femminile”, “Legami di famiglia. L’infanzia” e “Alleanze internazionali”), l’esposizione ripercorre tre secoli di storia, illustrando le strategie diplomatiche elaborate dalle corti, il valore dei ritratti femminili come omaggio al potere, le “istantanee” familiari inviate a corte per possibili alleanze matrimoniali e le immagini dei bambini, simbolo di una fanciullezza messa in mostra e nello stesso tempo negata.

 

La sequenza dei ritratti presi in esame mette in evidenza il ruolo che essi hanno svolto nella rappresentazione solenne e celebrativa del potere politico e militare, nella descrizione della ricchezza e del prestigio dei soggetti effigiati, ma anche l’illustrazione degli affetti, della fisicità e della sfera psicologica dei personaggi immortalati. Molti sono, infatti, gli elementi che guidano nella lettura di un’immagine: lo sguardo e l’espressione del volto permettono di vedere oltre le apparenze per catturare la personalità di coloro che sono raffigurati, portandone alla luce emozioni e inclinazioni, al di là della loro identità a volte ignota. Alla definizione della rappresentazione contribuiscono anche la posa, i gesti delle mani, lo spazio circostante, aspetti che di frequente rispondono a regole sociali rigidamente codificate. Un ruolo fondamentale è poi svolto dalle iscrizioni, dagli elementi araldici, dagli abiti e dai gioielli spesso carichi di significati simbolici. Gli ornamenti e le onorificenze che i personaggi indossano con orgoglio attestano il loro status sociale, il potere e la ricchezza raggiunti. Spesso nella composizione sono inseriti anche elementi che alludono alla funzione del ritratto e al suo significato, come alcuni animali evocativi delle virtù delle persone ritratte, indizi che non sempre si è in grado di interpretare. I ritratti, funzionali al cerimoniale degli antichi palazzi di corte e alla storia dinastica, possono recare alcune insidie, come manipolazioni subite nel corso del tempo con false iscrizioni per aggiornamenti iconografici, modifiche delle dimensioni o inserimenti in cornici successive o ancora problemi attributivi quasi insormontabili, di fronte alla rarità di opere documentate con le quali proporre confronti.

 

Questo tema così complesso e affascinante è stato affrontato da un gruppo di 40 studenti del Corso di Laurea magistrale in Storia dell’Arte, in dialogo con docenti, studiosi, conservatori e restauratori. L’obiettivo è stato quello di avvicinare gli studenti alle esigenze della conservazione, della ricerca e della valorizzazione, grazie alla messa in campo delle differenti competenze delle due importanti istituzioni culturali.

 

La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19  con il biglietto ordinario dei Musei Reali.

 

Quando gli artisti interpretano “la mossa del cavallo”

La mostra sino al 29 agosto, nella Chiesa di Santa Croce ad Avigliana

“La mossa del cavallo” – anche titolo caro ai molti lettori di Andrea Camilleri – è la mostra che racchiude per l’intera estate (fino al 29 agosto, presso la Chiesa di Santa Croce, in piazza Conte Rosso ad Avigliana, orario d’apertura sabato e domenica dalle 16 alle 20) le opere – una sessantina – di ceramisti, scultori, pittori e artisti del vetro – trentasette in tutto – che hanno a tema il quadrupede già al centro, sin dall’Età della Pietra, delle tante decorazioni rinvenute sulle pareti delle caverne in Europa e non soltanto. Luigi Castagna e Giuliana Cusino, che l’hanno curata nel panorama della galleria “Arte per Voi”, sempre più interessata a riprendersi il tempo perduto a causa della pandemia, in un proliferare incessante di appuntamenti artistici, hanno dato incarico di illustrare il tema, piccolo se vogliamo, ristretto e contenuto, ma pronto a dilatarsi senza ostacoli, ai tanti artisti convocati secondo le tecniche, le preziosità, i materiali, gli influssi, gli umori, le occasioni. Al centro la scultura di Piero Della Betta, termine di riferimento di una ideale scacchiera.

Nel presentare la mostra, Donatella Avanzo parla, a proposito del soggetto, di “eleganza, fierezza, libertà”, termini che riportano alla mente un lungo percorso pittorico e scultoreo che ha attraversato i secoli. Termini della memoria, appropriati; ma la mostra non è soltanto classicismo, il continuare a percorrere strade più o meno antiche. Certo le opere di Alfredo Ciocca (“Chiare e fresche acque”, un olio datato 2016), di Elena Monaco (“Spezzare la frusta”, 2010, con la sempre riconosciuta perfezione del disegno dell’artista, radici nel cuneese e cresciuta con personali slanci alla scuola di invidiabili maestri, da Saroni a Calandri, da Menzio a Gatti), di Ines Daniela Bertolino (“Caval ‘d brôns”), di Sergio Unia (il gesto tragico della “Caduta”) virano verso i canoni classici, nobilitandoli; forse, nel lungo elenco dei partecipanti, sono questa volta lo humour sparso dagli artisti qua e là e il gioco delle sperimentazioni con nuovi materiali quasi a imporsi, guardando al cavallo con occhio moderno, bizzarro, disincantato, fatto di allegria contagiosa.

Gli esempi della ceramica raku allineano le opere di Nadia Brunori e di Giuliana Cusino (i recenti “Nato dal sangue di Medusa” e “Creatura di purezza, libertà e tenerezza”), Francesco Di Martino usa terracotte e smalti, Giancarlo Laurenti anche per questo sghembo quanto emozionante “Ronzino” continua ad affidarsi ai legni e alle resine, Guglielmo Marthyn rivisita spiritosamente l’inganno dei Greci a Troia o estrae da qualche fumetto il suo “Cavaliere bellicoso” (entrambi grès decorati con ossidi e smalti). Lo sberleffo maggiore, il messaggio contro ogni regola, la risata più sonora e allo stesso tempo amara appartengono a Massimo Voghera che si è ricordato di Enzo Jannacci e del suo “Ho visto un re”, costruito con argilla, ossidi, smalti e ottone ci riporta al successo (ricordate? “pianger fa male al re fa male al ricco e al cardinale diventan tristi se noi piangiam”) di una canzone e al graffio di un’epoca.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini:

Ines Daniela Bertolino, “Caval ‘d bröns”, 2021, tecnica mista su tela, cm 200 x 98;

Giuliana Cusino, “Creatura di purezza libertà e tenerezza”, 2021, ceramica raku su tavola, cm 90 x 38;

Giancarlo Laurenti, “Il ronzino”, 2021, legno assemblato con resine, cm 40 x 30 x 20;

Massimo Voghera, “Ho visto un re”, 2019, Argilla semirefrattaria, ossidi, smalti e ottone, cm 39 x 35 x 14

Una conferenza dedicata a Orsola Caccia

DAL PIEMONTE / Martedì 13 luglio al Museo Civico di Casale Monferrato
A parlarne, nel Chiostro di Santa Croce saranno Paola Artoni e Paolo Bertelli

Dopo l’apprezzata visita guidata a Lu Monferrato, tornerà martedì 13 luglio il ciclo di eventi dedicati a Guglielmo e Orsola Caccia inseriti nella rassegna Esco – Estate a Corte.
Questa volta protagonista della conferenza che si terrà alle ore 18 nel chiostro di Santa Croce, sede del Museo Civico di Casale Monferrato, sarà la Mistica pittura: le allegorie di Orsola Caccia tra Mantova e il Monferrato.
A parlarne due autorevoli studiosi in ambito di storia dell’arte: Paola Artoni e Paolo Bertelli, che affronteranno i legami artistici tra il territorio monferrino e quello mantovano visto sotto la prospettiva di una delle rarissime donne artiste seicentesche del nostro territorio, la pittrice Orsola Maddalena Caccia.
Vi è infatti una stretta relazione tra la pittrice monferrina e il territorio mantovano, basti pensare allo splendido dipinto Matrimonio mistico della beata Osanna Andreasi, verosimilmente commissionato da Scipione Agnelli e oggi conservato nel Museo Diocesano di Mantova, o le opere che si sono aggiunte in anni recenti: una Annunciazione in collezione privata e due splendide tele raffiguranti una Allegoria mistica (Amore Langueo) e una Santa Margherita d’Antiochia, riscoperte nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie in Curtatone e attribuite dagli studiosi Artoni e Bertelli alla stessa Caccia. Le ultime due tele sono attualmente esposte nella mostra Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600 allestita a Milano in Palazzo Reale.
L’ingresso alla conferenza è libero.
Paola Artoni è dottore di ricerca in Storia dell’arte. Ha lavorato per un decennio per il Ministero dei Beni Culturali ed è attualmente funzionaria responsabile del Centro Laniac dell’Università di Verona, dove insegna Tecniche diagnostiche non invasive per le opere d’arte. È inoltre docente di Storia delle tecniche artistiche nel corso di Laurea in Restauro di Mantova. Ha insegnato nei master internazionali delle Università di Lleida e Valencia (UV-UPV).
Paolo Bertelli è dottore di ricerca in Storia dell’arte. È docente di Storia dell’Arte Moderna nel corso di Laurea in Restauro di Mantova e insegna Storia delle tecniche artistiche e Storia del Restauro in diversi Istituti di Restauro regionali del Veneto. Ha tenuto vari seminari alla Scuola di Alta formazione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, nonché nelle Università di Lleida e Valencia (UV-UPV). Membro del Comitato Scientifico del Complesso museale Palazzo Ducale di Mantova, è stato curatore di varie mostre internazionali, come Le città ideali dei Gonzaga e la monografica dedicata a Giulio Romano, realizzata con il Museo del Louvre. Attualmente è consulente storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona Lodi e Mantova.

Beni culturali, nasce Piemonte da salvare

SI INSEDIA A TORINO IL COMITATO “PIEMONTE DA SALVARE” DEL MOVIMENTO “CROCE REALE – RINNOVAMENTO NELLA TRADIZIONE”

OBIETTIVO IL CENSIMENTO E IL RECUPERO DI BENI CULTURALI, STORICI, AMBIENTALI IN CONDIZIONI DI ABBANDONO E INCURIA

Il movimento culturale “Croce Reale – Rinnovamento nella tradizione”, fondato nel 2005 con lo scopo primario della difesa e valorizzazione delle tradizioni millenarie sia italiane che europee, ha istituito in data 29 Marzo 2021 la “Commissione per la valorizzazione del patrimonio storico culturale e paesaggistico” su deliberazione del Presidente Federale, avv. Fabrizio Giampaolo Nucera.

Nel quadro delle finalità di tale commissione, si è insediato il Comitato “Piemonte da salvare“, gruppo operativo della Delegazione “Piemonte e Stati di Savoia”, con il proposito di provvedere ad un iniziale censimento di tutti i siti piemontesi che abbiano una rilevanza dal punto di vista storico, artistico, architettonico, ambientale, paesaggistico, e che versino in stato di abbandono e/o incuria, necessitando quindi di interventi di manutenzione, restauro e rifunzionalizzazione.

Gli strumenti con cui il gruppo di lavoro intende operare sono i seguenti:

–       divulgazione informativa con una ricostruzione, per quanto possibile, delle vicende storiche del sito/bene;

–       sensibilizzazione dei cittadini tramite eventi di presentazione, mostre culturali, video, reportage fotografici, articoli di approfondimento;

–       collaborazione con altre realtà culturali affini nei principi di riferimento e negli obiettivi con lo scopo di unire le forze al fine della messa in sicurezza, della salvaguardia e del recupero del bene/sito considerato;

–       contatti diretti con le Istituzioni pubbliche o con gli enti di riferimento (privati e pubblici) al fine di collaborare per il recupero del bene/sito;

La Commissione ha il suo punto di riferimento nella Tradizione millenaria, nella tutela delle identità storiche e nella difesa della cultura e della civiltà occidentale, che sono poi i fondamenti su cui poggia il Movimento Croce Reale.

La promozione della cultura e della storia persegue il fine della conoscenza e della salvaguardia identitaria dei popoli, rappresentando dunque un pilastro e uno strumento necessario contro gli eccessi della globalizzazione e per fronteggiare il dilagare di mali contemporanei come l’individualismo, il liberalismo sfrenato, il relativismo e indifferentismo valoriale.

Ecco un primo elenco di beni e di siti su cui si baserà nei prossimi mesi l’attività del gruppo di lavoro piemontese:

CANDIOLO (To) – castello di Parpaglia

CARIGNANO (To) – casaforte di La Gorra

CASALGRASSO (Cn) – castello di Carpenetta

CASTELLAZZO NOVARESE (No) – Rocca dei Caccia

CHIVASSO (To) – Tenuta storica “Regia Mandria”

GRUGLIASCO (To) – villa del Maggiordomo

LENTA (Vc) – castello-monastero

LA LOGGIA (To) – villa Carpeneto

MARENE (Cn) – castello neogotico

MURELLO (Cn) – castello di Bonavalle

NICHELINO (To) – Castelvecchio di Stupinigi

OZEGNA (To) – castello

POIRINO (To) – castello di palazzo Valgorrera

SANTHIA’ (Vc) – castello di Vettignè

TORINO – villa Imperiali Becker già San Germano

TORINO – castello del Drosso

Il comitato invita i cittadini, le pro loco, le realtà associative e culturali dei vari luoghi a segnalare situazioni di particolare criticità e ad inviare informazioni in merito a beni al momento non compresi nella lista.

Paola Meliga

Responsabile Gruppo Lavoro

 RNT- CROCE REALE

COMITATO PIEMONTE DA SALVARE

www.crocereale.it – email: rnt.crocereale@gmail.com

(foto Chinaglia)

Esterno Notte 2. Torna il grande evento di proiezioni diffuse per le vie e i quartieri della città

30 SETTEMBRE 2021 – TORINO

 

OPEN CALL PER ADERIRE APERTA FINO AL 19 SETTEMBRE

 

La voglia di riappropriarsi dello spazio pubblico, di condividere esperienze con le persone e gli amici più vicini e di ritrovare un senso di condivisione con l’altro, oggi è tangibile come non mai. Tutto ciò era già emerso anche lo scorso anno, quando abbiamo iniziato a utilizzare i balconi e le finestre delle nostre case per far succedere cose, per interagire con i vicini, ingannare la noia o esprimere noi stessi. A partire da questo presupposto CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, ha ideato la prima edizione di Esterno Notte, programmata per il 1 ottobre 2020 all’interno di un ricco palinsesto di iniziative dedicate al suo quinto compleanno. In quella data, più di settanta partecipanti hanno utilizzato i balconi e le finestre delle proprie sedi come piattaforma da cui proiettare degli slideshows fotografici che si riflettevano sulle facciate dei palazzi dirimpetto, condividendo con la città immagini e video.

 

A distanza di quasi un anno da quella serata, CAMERA ha deciso di rinnovare la propria proposta lanciando la OPEN CALL per partecipare a Esterno Notte 2, invitando musei, fondazioni, gallerie, associazioni culturali, spazi indipendenti, studi professionali e privati cittadini a partecipare al grande evento di proiezioni diffuse per le vie e i quartieri della cittàche si terrà giovedì 30 settembre 2021 dalle 21.00 alle 24.00.

 

Esterno Notte vuole diventare così un appuntamento ricorrente in grado di unire tutta la città in una grande festa collettiva dedicata all’immagine. Oltre a essere un momento di condivisione e collaborazione fra le tante realtà che nell’ultimo anno hanno contribuito a mantenere vivo l’ambiente culturale torinese, l’evento sottolinea il ruolo sempre più centrale che la città ha nello studio e diffusione della cultura fotografica in Italia, imponendosi come vera e propria capitale italiana della fotografia.

 

Per questa seconda edizione di Esterno Notte – commenta la curatrice del progetto Monica Poggi – il filo conduttore delle proiezioni saranno le ‘trasformazioni’, intendendo questo concetto in senso aperto e stratificato. Le trasformazioni come risposta alle sfide del presente, come evoluzione del pensiero e delle dinamiche sociali, come istinto di resilienza e ricostruzione, ma anche come irreversibile processo di alterazione dell’equilibrio che regola i paesaggi naturali e sociali, di fronte al quale l’unica prospettiva possibile è quella di un cambiamento radicale degli stili di vita. La partecipazione democratica e inclusiva è il punto di partenza imprescindibile di questa iniziativa, rivolta alle principali realtà, enti, istituzioni e gallerie d’arte torinesi, oltre che a professionisti, studenti e a tutti i cittadini che abbiano voglia di liberare il proprio sguardo.

 

Per manifestare la propria adesione è necessario compilare l’apposito form sul sito www.camera.to entro il 19 settembre 2021.

Chi non riuscisse a iscriversi per questa data potrà comunque proiettare, ma non verrà segnalato all’interno della mappa dell’evento. Come è già stato fatto durante la prima edizione, infatti, a una settimana dall’evento verrà diffusa una mappa virtuale che permetterà a chiunque sia interessato di trovare e scoprire tutti i luoghi di proiezione, in una sorta di caccia al tesoro fra le strade della città.

 

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Continua anche la collaborazione fra CAMERA e il progetto Reality Shot, il corso-concorso di fotografia promosso dall’Atc del Piemonte Centrale insieme con la sua società in house Casa Atc Servizi e l’associazione Kallipolis, in collaborazione con CAMERA e Print Club e con il sostegno della Fondazione Mirafiori, della Circoscrizione Sei di Torino, di Iren e della Città di Venaria Reale. Durante la serata del 30 settembre, infatti, presso la sede di CAMERA in via delle Rosine 18, verranno proiettati i lavori dei trenta giovani che hanno partecipato all’iniziativa raccontando, attraverso le fotocamere dei propri cellulari, i quartieri di Falchera e Mirafiori.

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Esterno Notte 2 ha ricevuto il Patrocinio della Città di Torino.

Per informazioni:

esternonotte@camera.to

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia

Via delle Rosine 18, 10123 – Torino www.camera.to |camera@camera.to

 

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Instagram/ @cameratorino

Contatti

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia 

Via delle Rosine 18, 10123 – Torino

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