ARTE- Pagina 12

A La Morra la mostra “Mia unica collina“nel ricordo di Claudia Ferraresi

Nel decennale della sua scomparsa, l’omaggio ad un’importante artista, Donna di cultura e del vino della terra di Langa

Sono ormai trascorsi dieci anni dalla scomparsa di Claudia Ferraresi, giornalista e critico d’arte, pittrice, scrittrice, Donna di cultura e Donna del vino. Eclettica imprenditrice, infaticabile e creativa, dal cuore grande e generoso, realizzatrice di tanti progetti finalizzati alla valorizzazione della sua amata terra di Langa, dal 2014 patrimonio dell’Unesco.

Si è sempre impegnata a farla conoscere e a proteggerla con cura proprio come quelle rose profumate e belle che si incontrano all’inizio dei filari delle viti e che, con la loro costante presenza, sono amiche e sentinelle attente alla salute e al benessere dei preziosi vitigni. Ha saputo precorrere i tempi con il suo intuito creativo ed imprenditoriale quando il marchio Langhe e Roero era ancora di là da venire, con un’attenzione crescente al territorio nei suoi molteplici valori. In lei, testimonial e ambasciatrice per oltre quarant’anni, un grande sogno dal profumo che sa di terra, tutto da realizzare stava giorno per giorno prendendo forma e partendo dalle grandi potenzialità che aveva già intravisto in tempi di tanta speranza, di progetti, di scommesse e di realizzazioni a lungo immaginate.

 

Questa è stata Claudia Ferraresi che in questi giorni il Comune di La Morra con la sua famiglia Locatelli e le  Cantine Rocche Costamagna, l’Associazione Agorà e La Morra Eventi e Turismo oltre al Club Unesco e alla Biblioteca Civica Don Rubino hanno voluto commemorare con un convegno dedicato alla sua figura di imprenditrice e di artista e con una mostra aperta sino al 29 Settembre dal titolo “ Mia unica collina “ con alcuni suoi dipinti che raccontano le sue terre dai contorni sfumati e intimi. Ci parlano di lei, figlia d’arte, alcuni suoi acquerelli delicati ed al tempo stesso forti , accanto a tele della madre pittrice, musicista e cantante lirica Valeria Costamagna, nella piccola chiesa sconsacrata di S. Sebastiano, gioiello del barocco langarolo, molto amato dalla Ferraresi che ne fece un luogo elettivo per i tanti eventi da lei realizzati in questo suo angolo di terra, una cresta di Langa da cui mai avrebbe potuto allontanarsi, scrigno dei suoi sentimenti più privati e profondi. “ Le mie colline delle Langhe – sono sue parole – sono diventate la mia unica collina, dentro la quale cercare amore e pace.

Tentare di interpretarle per vivere è stata la mia salvezza umana “. Nata a Santena da un’antica famiglia piemontese, privata giovanissima dei genitori a causa di un grave incidente, ciò che causò in lei una ferita difficile da rimarginare, si trasferì da Torino a La Morra nel 1972 nella casa di famiglia dove scelse di vivere pienamente quelle colline con i loro vigneti, i loro sapori e tradizioni, le loro nebbie e le loro albe e quel loro tempo scandito dalla stagionalità della vita, dai rintocchi delle campane nella valle e degli antichi Morbier, le pendole di casa. La nota azienda vitivinicola lamorrese Rocche Costamagna da lei ereditata come prezioso bene di famiglia ed oggi gestita dal figlio, l’imprenditore Alessandro Locatelli, entrato in azienda negli anni Ottanta al suo fianco, cui ha passato il testimone, ha visto la nascita di molte sue attività.

Un fiore all’occhiello è stata in quei suoi primi anni la valorizzazione della coltivazione e della raccolta delle uve del Barolo, re dei re dei vini, oggi conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo e da loro prodotto a partire dal 1841. Nel 1976 creò “ La cà dj’ amis “, un’Associazione culturale con cui ha inteso offrire i suoi spazi e le sue conoscenze territoriali per parlare di cultura locale e tradizioni, di colture agricole e di enogastronomia. Erano tanti in quegli anni i personaggi che invitava nella sua casa – museo accanto alle famose cantine, da Piero Angela a Luigi Firpo, Primo Levi, Ottavio Missoni, Giovanni Arpino e tanti altri che omaggiava della simbolica chiave con cui entrare virtualmente nel cuore delle Langhe in incontri che culminavano in un evento annuale, un premio sempre molto atteso che battezzò “ la ciau d’la cà”. Era un’occasione unica che sfociava in sempre nuovi progetti per la valorizzazione e lo sviluppo di una lettura del Piemonte cosciente e lungimirante che puntasse al recupero delle eccellenze culturali ed enogastronomiche da salvaguardare e tramandare, premiando quanti tra i personaggi della cultura, dell’arte e delle scienze avevano collaborato con fattivi contributi culturali a puntare l’attenzione su queste terre langarole. Dagli anni Ottanta dette vita a “ Le tavole della cultura “ con vari eventi ed iniziative a tema che facevano da sfondo a “ Libri da gustare”, altra sua creazione con un’ importante raccolta di testi enogastronomici, una rassegna letteraria con premiazione degli autori eccellenti che culminava all’annuale Salone del Libro di Torino.

Infine nel 1990 è la volta di un’altra sua realizzazione, “ I Ristoranti della tavolozza ”, con la presenza di ristoratori d’eccellenza con un occhio attento alla cultura enogastronomica e all’educazione al cibo. E’ giusto e doveroso che tutto del mondo di Claudia Ferraresi riviva in chi l’ha conosciuta ed oltre, nei suoi luoghi ed oltre perché nulla di lei, della sua vita, del suo operato, della sua ricca eredità culturale e spirituale, nessuno dei tanti semi da lei piantati e fioriti, vada perso.

                                                                                             Patrizia Foresto

Mostra “ Mia unica collina”

Chiesa di S. Sebastiano

Via Umberto 22/30

La Morra ( Cn)

 ore 10/ 13 e 15/18

Trasloca di nuovo “The Others Art Fair”, nuova sede all’Ilo per la fiera degli artisti indipendenti

Nuova location presso il Centro Internazionale di Formazione 

“Nomade di natura” e, fin dagli esordi (dodici anni fa), ospitata in sedi mai convenzionali, cambia di nuovo casa, per la sua XIII edizione– puntando ancor di più sulla sua “vocazione internazionale” – “The Others Art Fair”, la rassegna sperimentale nata per presentare le più innovative espressioni d’arte nazionali e internazionali.  Dopo gli ultimi quattro anni all’interno del “Padiglione 3” di “Torino Esposizioni”, la “Fiera d’arte indipendente”– ideata da Roberto Casiraghi Paola Rampini, con la direzione artistica di Lorenzo Bruni – in programma quest’anno dal 31 ottobre al 3 novembre, approda all’interno del “Centro Internazionale di Formazione” dell’“ILO – Organizzazione Internazionale del Lavoro” (viale Maestri del Lavoro, 10), area extraterritoriale a Torino, simbolo dell’“Organizzazione delle Nazioni Unite” e “Centro Internazionale” d’eccellenza nella “Formazione Continua”, oltreché vero crocevia di “multiculturalità” e “inclusività” quale punto di riferimento a Torino per studenti, professionisti, diplomatici e politici provenienti da tutto il mondo.


Immersa all’interno del “Parco del Valentino”, suggestiva cornice alla Fiera, “The Others” aprirà ai visitatori per quattro giorni, trasportandoli in un accattivante  “viaggio – promettono gli organizzatori – alla scoperta del lavoro di artisti affermati e giovani talenti, all’interno di un contesto che quotidianamente mescola storie, incontri e competenze all’avanguardia per affrontare i temi e la complessità dei nostri giorni, in un mondo sempre più articolato e interconnesso”.

I visitatori avranno a disposizione un “servizio gratuito e continuativo di navette”, da giovedì 31 ottobre a domenica 3 novembreche metterà in comunicazione “The Others” con le fermate della “Metropolitana Lingotto”, “Italia ’61” e “Artissima”.

La Fiera sarà allestita in particolare all’interno del “Padiglione Americas 2”: edificio a più piani e ambienti sovrastato da una doppia cupola in vetro dal design geometrico che illumina l’intero spazio. Sarà questo il “cuore pulsante” di “The Others 2024” che ritorna alle origini, in uno spazio espositivo che assegna a ogni espositore un’area riservata all’interno delle numerose stanze, per favorire il dialogo tra artisti, collezionisti e visitatori in un intreccio di punti di vista diversi fra “gallerie”,“spazi non profit” e “artist run spaces”, “espressione di un mondo in costante cambiamento a cui la fiera vuole dare voce”.

Sulle rive del Po, invece, il pubblico potrà usufruire di tutti i servizi del “Campus”: dal ristorante alla carta al self service, senza dimenticare l’area chill-out esterna sul prato, tra bar e lounge, ideale per un momento conviviale che avvicini l’arte al pubblico, ma che stimoli anche l’incontro fra artisti, curatori, critici, collezionisti, intellettuali e giovani.

Sottolinea ancora Roberto Casiraghi, “deus ex machina” della Fiera:  “ ‘The Others 2024’ raggiunge il massimo livello di simbiosi tra contenitore e contenuto: internazionale, multidisciplinare, inclusivo, rigoroso ci troviamo in uno spazio extra territoriale, riservato e libero al tempo stesso, che necessita del rispetto assoluto delle regole, condizione indispensabile perché la creatività possa dare ampio sfogo alla fantasia dell’arte ed offrire al pubblico una moltitudine di chiavi di lettura tutte affascinanti”.

g.m.

Nelle foto: Esterni e interni dell’“ILO – Organizzazione Internazionale del Lavoro”

Exhibi.to, ultimo giorno di immersione nell’arte

Exhibi.to si rinnova per il quinto anno consecutivo con le sue passeggiate tra le gallerie, accompagnati da una guida qualificata

 

Per il quinto anno consecutivo torna Exhibi.to, un weekend di immersione generale nell’arte che si può definire l’open gallery weekend, avviato giovedì 19 fino a sabato 21 settembre, che porta a Torino al centro del mondo delle arti visive. Sono trenta le gallerie partecipanti che propongono percorsi guidati per esplorare gli spazi artistici della città, promuovendo arte contemporanea e cultura. Sono anche presenti degli spazi fuori Torino come la Biblioteca Civica Arduino di Moncalieri e, a Biella, il Bi – Box Art Space e Woolbridge Gallery. Per i tour guidati bisogna prenotarsi a exhibitotorino@gmail.com, oppure telefonando al numero 338 142630. Si potrà scegliere tra il tour delle gallerie Umberto Benappi, Le Rosine, La Rocca, Rocca 3, Biasutti & Biasutti, In Arco recontemporary, con partenza da via Doria 10, oppure quella degli Acrobati, Metroquadro, Febo e Dafne, Quartz Studio, Moitre, CSA Farm Gallery, con partenza da via Ornato 4. Da via Davide Bertolotti 2 prende il via il percorso per Tucci Russo Chambre d’Art, Weber & Weber, Doctor Fake Gabinet, Circolo degli Artisti e Nisba Studio. Un altro percorso inizia da Corso Tassoni 56 e coinvolge la Sant’Agostino Galleria d’Arte, il MAO Galleria del Museo di Arte Urbana, la Via Lattea, Galleria Malinpensa by La Telaccia e Spazio Musa. Il tour numero cinque prevede la visita alla Gilistra – antiquariato giapponese, Artemporary, Riccardo Costantini, Otto Finestre, con partenza da Corso Duca degli Abruzzi 74. Una particolare proposta è quella di Artemporary, Galleria che si apre al fashion design con la presentazione in anteprima di stilisti piemontesi, la cui esposizione è attesa in ottobre.

 

Mara Martellotta

Vik Muniz alla galleria Benappi di Torino

La galleria Umberto Benappi espone a Torino, dal 20 settembre al 9 novembre 2024, le grandi stampe di Vik Muniz, in una esposizione che racconta il lavoro del grande artista brasiliano. L’inaugurazione è avvenuta giovedì 19 settembre alle ore 16, in occasione di TAG Ouverture e Exhibi.to.

“Se la fotografia fosse rappresentazione della realtà, quella di Vik Muniz non dovrebbe essere considerata tale – spiega la curatrice Chiara Massimello – niente è vero nelle sue immagini, ogni dettaglio è finzione e ricostruzione minuziosa, quasi maniacale, di qualcosa di preesistente. Eppure sono fotografie, le grandi stampe che la galleria Benappi espone, e che costituiscono l’opera di un grande artista che conosce profondamente la cultura visiva e i media, per il quale la macchina fotografica è l’ultimo passaggio nella realizzazione della sua opera”.

Le opere dell’artista brasiliano si trovano nei più importanti musei al mondo, dal MoMa al Guggenheim e al Whitney, dal Victoria and Albert  Museum alla Tate, dal Museum de Arte Moderna de Sao Paolo al Museum of Contemporary Art di Tokyo, al Centre Pompidou di Parigi. Le stampe di Vik Muniz, dai colori vividi, sono impeccabili. Quasi sempre di grande formato, ma è la composizione a rendere l’originalità nelle opere dell’artista brasiliano nato a San Paolo nel 1961. Egli utilizza pigmenti, inchiostri e coriandoli, tessere di puzzle, diamanti e sciroppo di cioccolato, semplici fili, materiali di recupero e ritagli di giornale; gli oggetti più disparati sono il punto di partenza nel lavoro creativo di Vik Muniz. La fotografia ne rappresenta l’atto finale. Il noto gallerista Gian Enzo Sperone conobbe Muniz a New York nel 1996 e, dopo aver visto alcune opere appartenenti alla serie “The sugar children”, nella galleria di Tricia Collins a Soho, ne rimase profondamente impressionato, e le portò in Italia nella sua galleria romana nel 1999. Dopo di lui, Marco Voena e Valerio Tazzetti lo esposero nel loro spazio torinese “Photo & Co”.

Tra le opere esposte alla galleria Benappi si segnala la serie delle nove Jackie, originariamente realizzata da Andy Warhol dalle foto pubblicate su Life al funerale del Presidente Kennedy. La serie è parte delle “Pictures of chocolate”, realizzata nel 1997 con lo sciroppo di cioccolato. Jackson Pollock, nella celebre immagine scattata da Hans Namut nel 1950, è immortalato mentre crea una delle sue opere. L’opera è intitolata “Autumn rythm” e realizzata con la tecnica del dripping, vale a dire l’artista intento a dipingere sulla tela, adagiata sul pavimento, nella mano sinistra il barattolo di vernice, nella destra il pennello. Muniz si appropria della celebre immagine e la ricrea cospargendo lo sciroppo di cioccolato su un piano e plasmandolo con le sembianze dell’originale. Lo sciroppo di cioccolato riprende l’idea di pittura e i colori di Pollock. La Benappi ha deciso di esporre anche l’affascinante autoritratto di Rembrandt “Self portrait after Rembrandt”, due opere che si affiancano nella grande parete della sala principale della galleria, ai ritratti di Karl Marx, Andy Warhol, Liz Taylor e Marilyn Monroe. Vi è anche una serie ambientata nella più grande discarica del mondo, appena fuori Rio de Janeiro.

Vik Muniz è cresciuto in una famiglia semplice, ha iniziato a disegnare molto giovane anche a causa di una forte dislessia, e trascorreva ore a copiare l’arte antica nei musei, diventando molto abile tecnicamente. Ferito alle gambe mentre tentava di sedare pacificamente una rissa, con il risarcimento ottenuto decise di partire per New York, dove iniziò la sua carriera di scultore, interessandosi da subito alla rappresentazione fotografica delle sue opere e alle molteplici possibilità dell’immagine. La sua prima personale a New York risale al 1988.

 

Mara Martellotta

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

SABATO 21 SETTEMBRE

 

Sabato 21 settembre ore 9:45
LUNGO LE RIVE DEL PO
Palazzo Madama – attività per famiglie con bambini 5-13 anni

Oltre alla visita della mostra, le famiglie con bambini possono usufruire di una passeggiata lungo le sponde del Po in compagnia della guida naturalistica Alice Cimenti che li accompagnerà nella scoperta dell’habitat fluviale e della città osservata da una inedita prospettiva. Si osserveranno gli abitanti del fiume (piante e animali) per capire insieme come riconoscerli facendo attenzione agli elementi del loro habitat.

Il percorso ad anello ha una lunghezza di circa 4 km e permette di esplorare il lungo fiume e di osservare il Po dalla passarella

È necessaria la presenza di adulti accompagnatori.

Ritrovo nello spiazzo pedonale al fondo di Corso San Maurizio / angolo via Napione. Partenza alle ore 9.45.

Conclusione alle ore 13.00 al punto di ritrovo iniziale.

In caso di maltempo l’escursione sarà annullata attraverso una mail di comunicazione.

Prenotazione obbligatoria: t. 011.4429629 (lun.-ven. 09.30 – 13; 14 – 16);

madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Sabato 21 settembre ore 15
ARTE E TÈ IN ORIENTE
MAO – visita guidata alla collezione cinese e degustazione di tè a cura di Theatrum Sabaudiae in collaborazione con Claudia Carità – The Tea

La visita alla collezione cinese del MAO esplora temi e curiosità iconografiche dell’arte funeraria della Cina antica in esposizione nelle sale del museo, con particolare riferimento alle manifestazioni artistiche di epoca Tang (618 – 907 d.C.).

Il percorso di visita trasporta i visitatori nella cultura del Secondo Impero, periodo di pubblicazione del più antico trattato interamente dedicato al tè e di diffusione del consumo della bevanda tra la popolazione, attraverso soggetti e particolarità stilistiche che contraddistinguono i corredi funerari della fiorente dinastia Tang. Raffigurazioni di mercanti stranieri, figure danzanti e musici equestri sono vivida testimonianza del cosmopolitismo legato ai commerci sulle rotte della Via della Seta e di svaghi e costumi dell’aristocrazia dell’epoca.

Segue la degustazione “Epoca Tang, tra passato e presente” a cura di Claudia Carità.
Le pagine del Canone del Tè trasportano ad oggi foglie di tè tutt’altro che sconosciute passando dall’immaginario di un’epoca lontanissima all’attualità dell’espressione artigianale con il riferimento a uno dei tè fondamentali della cultura cinese, il tè LongJing originario di Hangzhou in Zhejiang. La cura del fascino aromatico dei migliori LongJing lavora per mano dei maestri di tè da secoli per mantenere ogni anno la sottile complessità caratterizzante delle foglie di questo eccezionale tè verde, ma non solo, l’evoluzione dell’abilità degli stessi maestri di tè si è espressa in epoca più recente ottenendo, dalla medesima cultivar, anche hongcha o tè ossidati dal profilo aromatico accattivante.
La radice di queste varianti artigianali è il denominatore comune tra passato e presente. L’evoluzione storica della natura della foglia ha definito nel tempo la varietale LongJing #43 come la migliore presente oggi a garanzia di eccellenza dei migliori LongJing e hongcha. Uno in particolare è il tè Jiu Qu Hong Mei (九曲红梅), proposto in degustazione, tradotto in “Prugna Rossa” per l’infusione dal colore ramato e con un profilo aromatico che ricorda il frutto della prugna accompagnato da note intense di miele. Astringenza molto bassa, carattere piacevole.

Presentato nel 1886 al Panama World Expo, viene premiato con la medaglia d’oro, ma nonostante questo resta un tè poco chiacchierato, soprattutto rispetto al West Lake Longjing Tea.
La degustazione si completa con proposte dolci e salate.
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Claudia Carità, selezionatrice di tè, laureata in economia e commercio presso l’Università di Torino, fonda nel 2011 il marchio The Tea che identifica un catalogo di tè scelti attraverso il confronto diretto con produttori e importatori con preferenza per chi si avvale del marchio ETP (Ethical Tea Partership). Dal 2013 The Tea è stato scelto da Slow Food Italia e valutato dal Laboratorio Chimico della Camera di Commercio per rientrare nel progetto “Maestri del Gusto” di Torino e Provincia.

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Prenotazione obbligatoria. L’iniziativa verrà attivata al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti, fino ad esaurimento posti disponibili.

Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30).

Costo: 20€ a persona. Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso alle collezioni; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte. Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

 

LUNEDI 23 SETTEMBRE

 

Lunedì 23 settembre ore 17
IN VIAGGIO TRA PAROLE E COSE LUNGO IL CORSO DEL PO
Con Matteo Rivoira, Università degli Studi di Torino e Direttore dell’Atlante Linguistico Italiano
Palazzo Madama – Conferenza nell’ambito della mostra CHANGE! Ieri, oggi, domani. Il PO

La mappatura condotta dai ricercatori dell’Atlante Linguistico Italiano fotografa lo stato della lingua e delle sue varietà nello spazio e nel tempo: il lavoro di raccolta dalla viva voce dei parlanti è stato svolto attraverso un’indagine sistematica che presenta un quadro preciso e dinamico della realtà linguistica del territorio che rivela la vita quotidiana delle persone e del legame con l’ambiente circostante, sulle rive del fiume.

Matteo Rivoira è professore ordinario in Linguistica italiana presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, dove insegna dialettologia romanza e dialettologia italiana. È direttore dell’Atlante Linguistico Italiano (ALI), impresa dialettologica avviata nel 1924 presso l’Università di Torino. Tra i suoi interessi di ricerca principali vi sono i dialetti d’Italia – studiati secondo diverse prospettive –, la toponomastica di tradizione orale, le minoranze linguistiche, con particolare attenzione all’occitano cisalpino, i gerghi storici.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

 

MARTEDI 24 SETTEMBRE

 

Martedì 24 settembre
MEMORIE D’ACQUA. PAROLE E IMMAGINI
Palazzo Madama – apre la mostra a cura di Matteo Rivoira, Università degli Studi di Torino

Il progetto si collega alla mostra Change! e coniuga le tematiche della lingua, dell’identità e della memoria collettiva, presentando il lavoro svolto dalla Società Filologica Friulana e dall’Atlante Linguistico Italiano, istituto fondato nel 1924 sotto la direzione di Matteo Giulio Bartoli (1873 – 1946), presso la cattedra di Linguistica (oggi Glottologia) dell’Università di Torino. L’Atlante Linguistico Italiano (ALI) è una raccolta sistematica di carte geografiche sulle quali sono riprodotte per ogni località italiana esplorata, le corrispondenti traduzioni dialettali di un concetto o nozione o frase, raccolte dalla viva voce delle persone. Con i suoi oltre 5 milioni di schede dialettali e con circa 10.000 fotografie etnografiche di altissimo valore documentario, costituisce la massima impresa dialettologica nazionale e una delle maggiori fra quelle pubblicate o in fase di realizzazione in Europa e nel resto del mondo. La mostra valorizza in particolare le competenze e i meriti del primo raccoglitore di voci, Ugo Pellis (1882 – 1943), con una selezione di carte – dal 1995 pubblicate in volumi a stampa – e di schede dialettali, di strumenti usati per la raccolta dei dati e di fotografie realizzate tra il 1925 e il 1965 a corredo delle schede.

Ingresso incluso nel biglietto delle collezioni.

Martedì 24 settembre ore 18

LA STORIA DELLA VIA BAUL

MAO – performance a cura dall’Associazione Volontari MioMAO in collaborazione con il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino e il Teatro a Canone, all’interno del progetto FIUMI DI CULTURE – Affluenze – Influenze – Confluenze e fa parte del programma delle Settimane della Cultura di UNI.VO.C.A.

Il MAO ha il piacere di ospitare La storia della Via Baul, la dimostrazione – spettacolo della performer, musicista e cantante folk Parvathy Baul.

Baul è un’antica tradizione spirituale yogica dell’India. La musica, il movimento, il respiro e la poesia sono parte integrante di questa tradizione e i canti Baul, conosciuti come “I Canti della Saggezza” oppure “Saggezza Parlata” e riconosciuti dall’UNESCO come “Capolavori del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità”, trasmettono la saggezza dell’amore e della realizzazione interiore.

Parvathy Baul (1976) è custode, praticante, interprete e insegnante della tradizione Baul del Bengala, India, dove ha studiato sotto la guida spirituale dei due più rispettati Baul Guru della generazione precedente, Sri Sanatan Das Thakur Baul e Sri Shashanko Goshai. Insieme a Sri Ravi Gopalan Nair Parvathy, Parvathy ha co-fondato Ekathara Kalari, un’istituzione senza scopo di lucro che promuove antiche tradizioni spirituali indiane, con un’enfasi sulle arti e sulla pratica Baul. Seguendo la visione del suo Guru Sri Sanatan Das Baul, Parvathy ha fondato anche il Sanatan Siddhashram, un centro di apprendimento tradizionale per la tradizione Baul nel distretto di Birbhum, Bengala occidentale, India.

Il governo indiano le ha conferito il più stimato premio Sangeet Natak Akademi nel 2019, ovvero il più alto riconoscimento indiano assegnato agli artisti praticanti.

Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili. Evento in inglese con traduzione.

Progetto vincitore dell’Avviso pubblico “Torino, che cultura!”, finanziato con fondi PN METRO PLUS E CITTÀ MEDIE SUD 2021-2027 – TO7.5.1.1.B – SOSTEGNO ALL’ECONOMIA URBANA NEL SETTORE DELLA CULTURA.

 

MERCOLEDI 25 SETTEMBRE

 

Mercoledì 25 settembre ore 16:30
BIODIVERSITÀ, ACQUA E TERRA NELLE TECNICHE DI GIARDINAGGIO
Palazzo Madama – Conferenza a cura di Edoardo Santoro, curatore botanico di Palazzo Madama

Risparmiare l’acqua di irrigazione e conservare acqua piovana, usare fertilizzanti organici e di origine naturale, favorire l’insediamento di insetti e microorganismi utili sono tutte azioni necessarie per un giardinaggio naturale, sostenibile e che spesso prendono spunto da tecniche antiche.

Costo: 5€ ingresso in giardino (gratuito Abbonati Musei) + 5€ ogni incontro (gratuito Under 30).

Durata: 1 ora.

Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it. Prenotazione consigliata

Gallerie aperte con Ouverture di Tag

Giovedì 19 settembre ritorna l’appuntamento con Ouverture di Tag, mostra diffusa sul territorio cittadino attraverso l’inaugurazione contemporanea di rassegne e mostre allestite in 15 delle 17 gallerie d’arte associate a Tag, Torino Art Galleries.

Le gallerie saranno straordinariamente aperte dalle 16 alle 23. Settembre mese della riapertura, sostiene la presidente di Tag Elisabetta Chiono, è un momento di estrema importanza per le mostre che vengono proposte dalle gallerie e per ilcoinvolgimento sia del pubblico sia dei collezionisti. L’apertura estesa in orario serale consentirà di visitare, a ingresso gratuito, più mostre nella stessa giornata.

Tante le proposte da parte delle gallerie consociate in Tag. La Giorgio Persano ospita una collettiva di artisti della galleria al piano nobile e tre nuove opere pittoriche di Luisa Rabbia nel giardino interno di palazzo Scaglia di Verrua. Alla galleria Umberto Benappi è  esposta la personale di Vick Muniz, la mostra di Gilberto Zorio alla Tucci Russo e alla galleria Roccatreemergono le opere di Marco Gastini e Luigi Mainolfi, la Riccardo Costantini Contemporary ha in esposizione un nuovo progetto artistico dal titolo “Altre voci, altre stanze” di Ferdi Giardini.

Mara Martellotta

Artissima, una mostra diffusa: oltre l’Oval al Museo di scienze naturali e al Principi di Piemonte

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Si intitolerà  ‘The era of Daydreaming’ la fiera internazionale di arte contemporanea più importante d’Italia, Artissima, edizione 31, per il terzo anno consecutivo alla guida di Luigi Fassi. Si svolgerà dal primo al 3 novembre, con mostre non solo all’Oval,anche al Museo di Scienze Naturali e al Principi di Piemonte.

Negli oltre 20 mila metri quadrati dell’Oval del Lingotto chiamerà in rassegna ben 189 gallerie provenienti da 34 Paesi di quattro continenti.  Il 54 per cento degli espositori  saranno stranieri.

Molti degli espositori provengono dal Sud America e dall’Est Europa e ben 37 saranno per la prima volta ad Artissima, che conferma il suo ruolo di incubatore e la sua attività  di scouting.

Confermate le quattro sezioni, la Main Section, con 109 partecipanti da tutto il mondo, Monologue/Dialoghi, comprendente 38 gallerie di cui undici italiane, Art Spaces & Editions, che comprendono edizioni e multipli di artisti, e la sezione New Entries, che quest’anno vedrà  15 gallerie alla loro prima partecipazione assoluta in una fiera. Poi saranno presenti tre sezioni che sono un’altra eccezione di Artissima, perché curate da curatori di livello internazionale: “Present Future”, dedicata a talenti emergenti, “Back to the future” per progetti monografici di grandi pionieri dell’arte contemporanea, e “Disegni”, dedicati soltanto a questo mezzo espressivo.

Main partner di Artissima anche questa volta è Intesa Sanpaolo  con le Gallerie d’Italia che realizzeranno il progetto “The underground Cinema”, curato da Irene Calderoli nella sala immersiva del museo di piazza San Carlo, e che proseguiranno il dialogo con Artissima anche all’Oval. Qui verrà presentato un nucleo di opere fotografiche di Olivo Barbieri, che anticiperà la mostra in programma alle Gallerie d’Italia nell’ambito della rassegna ‘La grande fotografia italiana’.

Quest’anno Artissima si apre ancora di più alla città, con progetti specifici quali quello del Museo Regionale di Scienze Naturali,che accoglierà nei suoi spazi “Objects in Mirror Might Be CloserThan They Appear”, un’installazione video di Julian Charrière e Julius von Bismark.

Sarà presente la nuova installazione luminosa promossa dalla Consulta di Torino e Unione Industriali nel circuito di Luci d’Artista e un progetto espositivo dal titolo “Afasia 1” allUnionel Principe di Piemonte.

Artissima è  anche sinonimo di premi. Quest’anno saranno undici, compreso un nuovo premio Orlane per l’Arte, oltre al fondo acquisizioni di opere destinate a Gam e Castello di Rivoli, cheproverranno dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea, il cui budget aumenterà fino a 280 mila euro.

MARA MARTELLOTTA

Alla ‘Galleria D’Arte La Rocca’ di Torino la personale di Giuliano Grittini

L’inaugurazione il 19 settembre alle ore 16.00. In mostra i capolavori del Maestro in una fra le cornici più prestigiose dell’arte moderna in Italia.

In occasione di EXIBI.TO che si terrà a Torino dal 19 al 21 settembre 2024, la storica e rinomataGalleria D’Arte La Roccapresenta “Réclame”, personale di Giuliano Grittini.

La mostra, sarà aperta dal 19 settembre, giorno dell’inaugurazione fissata negli spazi espositivi per le ore 16.00,sino al 19 ottobre 2024 tutti i giorni a esclusione del lunedì mattina con orario 10,00 – 12,30 e 16,00 – 19,30 in Via della Rocca 4. L’ingresso è libero.

“Protagoniste una settantina di opere realizzate dal celebre fotografo, artista e stampatore d’arte milanese.Rèclame è un viaggio immersivo nell’universo visivo della pubblicità, reinterpretato con l’ironia e la sensibilità artistica che contraddistinguono l’opera di Grittini. Egli esplora il tema del consumismo e della comunicazione di massa, rivisitando le immagini che

hanno profondamente influenzato l’immaginario collettivo”, prendono a spiegare Bianca e Said, entrambi anima appassionatadella ‘Galleria La Rocca’, tra i punti di riferimento assoluti in Italia per quanto concerne le migliori firme di sempre dell’arte moderna da oltre cinquant’anni.

Per poi riprendere: “L’artista è noto al grande pubblico e alla critica per la sua continua ricerca e abilità nel manipolare ereimmaginare icone della cultura pop da Marilyn Monroe ad Alda Merini, con la quale ha avuto un profondo legame personale e professionale.Rèclame richiama immediatamente l’idea di un passato in cui la pubblicità era sinonimo di innovazione, fascino, desiderio ed i manifesti pubblicitari, realizzati dagli artisti, testimoni del loro tempo, non erano soltanto strumenti di marketing ma veri e propri artefatti culturali, capaci di plasmare stili di vita, sogni e aspirazioni”.

Ma c’è di più. “Elemento centrale di questa esposizione è la Cracker Art, una delle cifre stilistiche più originali inventata dallo stesso Grittini, con la quale egli scompone e ricompone immagini iconiche del nostro tempo attraverso l’utilizzo di elementi polimaterici e colori vivaci. Grittini utilizza la fotografia, la serigrafia, il collage, creando composizioni che sorprendono per la loro vivacità cromatica e per l’impatto visivo, elevando il linguaggio pubblicitario e i materiali comuni a forma d’arte ricca di significati stratificati che invitano alla riflessione. In Rèclame, il visitatore sarà catapultato in un mondo, dove icone del passato e del presente si mescolano in una danza di suggestioni visive. Grittini, con il suo stile inconfondibile, ci offre una riflessione sull’identità contemporanea, dove l’individualità sembra dissolversi nell’omologazione di massa, ma dove, al contempo, l’arte diventa uno strumento di riscatto e di riscoperta del sé. La mostra rappresenta un’occasione imperdibile per immergersi nell’arte di Giuliano Grittini, un artista che ha saputo trasformare l’immagine in un potente mezzo espressivo, capace di parlare al cuore e alla mente, spingendoci a guardare oltre la superficie delle cose. Rèclameè un invito a riscoprire la bellezza nascosta nel quotidiano, a riflettere sulle contraddizionidel nostro tempo e a lasciarsi sedurre dall’immaginario visivo di uno degli artisti più originali e incisivi del panorama contemporaneo, concludono i titolari della Galleria D’Arte La Rocca’.

Per informazioni, telefono 011817464, e-mailgallerialarocca@gmail.com, sito internet www.gallerialarocca.net.

Incontrarsi a “CAMERA” con Cristina de Middel

Nella sede di “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, appuntamento con la presidente di “Magnum Photos”

Giovedì 19 settembre, ore 19

Dopo la pausa agostana, il settembre di “CAMERA” è un mese di particolare interesse e curiosità, in cui alle mostre ancora in corso (fino al 6 ottobre) si alternano, tutti i “giovedì”, incontri con personaggi di spicco, pronti a mettersi in gioco, a ruota libera, in un confronto dialogico con il pubblico – tra talk, visite in mostra e (perché no?) un buon aperitivo – su temi che vanno dalla fotografia alla scienza e all’architettura. Non solo. A settembre continua anche nel “Centro” di via delle Rosine “Letti in CAMERA”, la rassegna dedicata all’editoria indipendente ed ospitata con cadenza mensile nell’area del “bookshop”. Accessibili gratuitamente, gli incontri offrono, di volta in volta, occasioni per indagare il significato del “libro fotografico” oggi, attraverso le testimonianze dei suoi protagonisti.

Per i “Giovedì di CAMERA”, di particolare richiamo è il prossimo appuntamento, organizzato in relazione alla mostra, ospitata negli spazi della “Project Room” e terza tappa della Rassegna “Bar Stories on Camera”, realizzata in collaborazione con “Galleria Campari” e “Magnum Photos”. Giovedì 19 settembre prossimo, alle 19, “CAMERA” ospiterà infatti, nella sala “Gymnasium”, dopo il “sold out” delle precedenti visite guidate, una “grande” della Fotografia internazionale contemporanea,  Cristina de Middel, presidente della stessa “Magnum Photos”, fra le più importanti agenzie fotografiche del mondo, fondata nel 1947 da fotografi del calibro di Robert Capa ed Henri Cartier-Bresson, per citarne alcuni. Autrice di progetti pluripremiati e protagonista dell’ultima edizione del “Festival di Arles”, dove ha presentato il suo più recente lavoro, “Journey to the Center”, Cristina dialogherà con il direttore artistico di “CAMERA”, Walter Guadagnini, e  racconterà al pubblico del suo lavoro.

Nata in Spagna nel 1975 de Middel vive oggi fra Messico (Uruapan) e Brasile. E’ entrata far parte di “Magnum Photos” nel 2017, diventandone presidente nel 2022. Dopo una carriera decennale di fotoreporter (portata avanti con “un’angolazione assolutamente non convenzionale” della fotografia, unendo in modo creativo e singolare pratiche fotografiche documentarie e concettuali) ha autopubblicato nel 2012 “The Afronauts”, un libro andato rapidamente esaurito e accolto con successo dalla critica, che voleva esplorare “la storia di un programma spaziale fallito in Zambia negli anni Sessanta, attraverso rievocazioni messe in scena di narrazioni oscure, sfidando la tradizionale rappresentazione del continente africano”. Oltre ad altri acclamati progetti personali, ha lavorato per “clienti” di peso come “The Nobel Peace Foundation”, “Christian Dior”, “Vanity Fair USA”, “Vogue USA” e “FC Barcellona”. Nel 2013, con “The Afronauts” è stata nominata per il “Deutsche Borse Photography Prize” e, sempre nel 2013, ha ricevuto l’“Infinity Award”dall’“International Center of Photography”.

Per info: “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to

g.m.

Nelle foto:

–       Ritratto Cristina de Middel

–       Cristina de Middel. “Magnum Photos”

Dieci candeline per Art Site Fest. Coinvolti Torino e il Monferrato

 

Dieci candeline per Art Site Fest, che nell’edizione 2024raddoppia, con una rassegna ancora più articolata e ricca di eventi,  estesa ai territori del Monferrato e del Roero. La manifestazione è  partita a Torino dagli spazi di Reale Mutua, che ha festeggiato il decennale del suo Archivio, ma si estende anche ai paesi di Mongardino e Castelnuovo Calcea, San Martino Alfieri, Moasca nell’Astigiano, Govone nel Cuneese.   In Reale Mutua è  stata collocata l’opera dell’artista Alice Zanin, dal titolo “Rouages”, uno stormo di ibis scarlatti che attraversa le arcate del palazzo.

Art Site Fest Living Beings si svolge dal 13 settembre al 26 novembre sotto la direzione artistica di Domenico Papa e propone una serie di eventi, incontri e performance dedicati al tema del vivente, in diverse sedi torinesi. Il programma si svolgerà presso il Museo Archivio della Reale Mutua, nei Giardini Sambuy, al Museo della Frutta, in quello del Risorgimento, all’Archivio di Stato di Torino, al Museo Regionale di Scienze Naturali e presso la Costadoro Social Coffee Factory. Molti gli artisti visivicoinvolti, come Elizabeth Aro, Alice Zanin, Project To, BaharHediarzade, Jessica Noy Laufer, oltre a studiosi e scrittori.

Ai Giardini Sambuy verrà ospitata una performance di Clara Luiselli in occasione di Portici di Carta, mentre al Museo Nazionale del Risorgimento il Faber Teater realizzerà lo spettacolo “Cambiare il clima”. Nel corso della programmazione del Festival verranno realizzato tre cortometraggi, mentre all’Archivio di Stato quattro artiste affronteranno i temi della memoria, natura e identità.  Elena Molos, al Museo regionale di Scienze Naturali, suggerirà,  con FuturArkestra, attraverso Kafka, una riflessione sul rapporto con il cibo. Jolanda Moletto proporrà una visione della luna e a conclusione del festival Peppe Servillo insieme a Elena Molos leggerà Jan della Balena, una storia basata sui diari di Albrecht Durer sul rapporto tra arte e natura.

Impegno e scopo di Art Site Fest, rinnovato a ogni edizione, sonoquelli di creare un tavolo di  confronto tra discipline diverse,  nella convinzione che il dialogo tra tutti gli ambiti creativi possa aiutare nel comprendere il tempo attuale e possa permettere di immaginare un  futuro migliore.

Mara Martellotta