ARTE

Le “nuove” stanze di Leonardo ai Musei Reali

Il nuovo allestimento multimediale teso a valorizzare i disegni del più grande ed eclettico “Genio” rinascimentale

“Quel gran genio del mio amico”: su un testo tratto dall’opera di Oliviero Corbetta, (ispirato alla vita ai viaggi e ai misteri del grande Leonardo da Vinci) alternato a momenti di musica dal vivo (eseguiti in collaborazione con il Conservatorio “Giuseppe Verdi”) e ad una performance teatrale a cura di Stefania Rosso, si è mossa piacevolmente, ai “Musei Reali” di Torino, la presentazione dell’allestimento permanente (insieme al restauro degli ambienti aulici e delle Collezioni del “Caffè Reale” realizzati su progetto di Lorenza Santa con Tiziana Sandri) della nuova sezione espositiva “Uno spazio per Leonardo / Leonardo per lo spazio”. Siamo al primo piano della “Galleria Sabauda”, all’interno dell’innovativo “allestimento multimediale” con cui s’è inteso “raccontare e valorizzare – dicono i responsabili – la raccolta dei disegni di Leonardo da Vinci conservata nella ‘Biblioteca reale’, che per ragioni di tutela non può essere esposta con continuità”.

Dunque, nuovi spazi per le opere “subalpine” del “Genio” di Vinci, scienziato, inventore ed eccelso artista. O meglio, come detto, “Uno spazio per Leonardo / Leonardo per lo spazio”, quello spazio fisico che qui troviamo ben riprodotto in ambienti visionari e magici abitati da altrettanto visionarie e magiche sagome volanti, in quel simbolico “volo d’uccelli” (il suo reale “Codice sul volo degli uccelli” arrivò in “Biblioteca Reale” nel 1893) che rappresentò il più fantastico tormento e l’immaginifica passione della sua intera vita; spazio dove troviamo oggi (e crediamo che Leonardo, sempre disponibile ad affrontare e a cavalcare senza risparmio le più strane proposte del “futuro” e del “futuribile” ne sarebbe ben soddisfatto!) apparati informativi e multimediali, tra cui un touch screen” per sfogliare integralmente il suo “Codice sul volo” e, al centro della sala neobarocca decorata a stucchi, uno “scrigno rivestito con materiale specchiante” su cui si riflettono “scritture” e “disegni” del Maestro che ricoprono le pareti.

Promosso dai “Musei Reali” e curato dall’architetto Lorenzo Greppi  – con la collaborazione di Francesca De Gaudio e Alessia Frosini (scenografie), Faustino Montin (museotecnica), Francesca Bellini delle Stelle e Chiara Ronconi (grafica) –

il nuovo spazio “approfondisce gli intrecci di storie tra Leonardo da Vinci, la sua arte visionaria e i Musei Reali” che, nelle raccolte della “Biblioteca Reale”, conservano “tredici autografi” di straordinario valore storico-artistico acquistati da Carlo Alberto di Savoia nel 1840, tra cui il famoso “Autoritratto” a sanguigna (1510 – 1515)Tredici disegni che si collocano lungo l’intero arco cronologico della vita di Leonardo (Anchiano-Vinci, 1452 – Amboise, 1519) e che documentano la varietà dei suoi ambiti operativi, la trama estesa delle sue più audaci esplorazioni e l’ineguagliata capacità di arrivare, attraverso il disegno, all’essenza e alla più profonda verità delle cose.

Meraviglia delle meraviglie! Ad aprire il nuovo allestimento permanente, é il filmato che racconta il viaggio dell’“Autoritratto” e del “Codice sul volo degli uccelli”, riprodotti digitalmente in microchip, a bordo del “Rover Curiosity” lanciato da “Cape Canaveral” il 26 novembre 2011: grazie a un’idea di Silvia Rosa-Brusin, giornalista e conduttrice del “TGR Leonardo” della “RAI”, accolta dalla “NASA”, Leonardo è approdato su Marte il 5 agosto 2012 e sta ancora esplorando il pianeta rosso.

Altra meraviglia! Al centro della cosiddetta “scatola specchiante”, ecco l’installazione multimediale “Leonardo da Vinci: la visione del Genio tra reale e virtuale” che, ideata e progettata dalla torinese Società “Mnemosyne SRL” (nata nel 2010, grazie alla fusione di competenze di un gruppo di manager con esperienza decennale nella produzione di film per il cinema e la televisione, fiction, serialità e format televisivi secondo un modello di flessibilità organizzativa, creatività e innovazione tecnologica) e curata da Cristian Casella e Nicola Sganga, consente al pubblico di addentrarsi e accedere nell’universo leonardesco, grazie a un’esperienza immersiva, per una nuova modalità di racconto del celeberrimo “Autoritratto”.

Il nuovo “Spazio Leonardo” permetterà, inoltre, di presentare a rotazione, in una vetrina “blindata e climatizzata” all’interno dello scrigno, un “disegno originale” della preziosa raccolta della “Biblioteca Reale”.

Ricordiamo anche che di fronte al nuovo spazio espositivo e accanto alla biglietteria del Museo, riapre al pubblico il Bookshop dei “Musei Reali”, affidato a “Silvana Editoriale” e realizzato su progetto di “Loredana Iacopino Architettura”.

 

Gianni Milani

 

Nelle foto: immagini dal nuovo “allestimento multimediale per Leonardo”

Valerio Berruti, “More than kids”

Alla Fondazione Ferrero di Alba, nel Cuneese, un’ampia retrospettiva sulle opere anche dedicate all’infanzia dell’artista albese 

 

Si intitola “More than kids” la personale dedicata alle opere di Valerio Berruti, allestita dal 4 aprile al 4 luglio prossimi presso la Fondazione Ferrero di Alba e curata da Nicolas Ballario e Arturo Galansino.

La mostra, a ingresso gratuito, offre una panoramica del percorso creativo seguito dall’artista 48enne albese.

Saranno esposti affreschi, sculture, videoanimazioni che mettono in luce la grande versatilità di Valerio Berruti. Accanto alle sue iconiche rappresentazioni dell’infanzia, per la prima volta l’artista presenterà un nuovo filone di indagine creativa, concentrato sul paesaggio delle Langhe al quale egli è legato sin dalla più tenera infanzia. Il paesaggio delle Langhe viene disegnato da Berruti con un tratto distintivo e con l’invito rivolto al visitatore perché termini l’opera che ha di fronte semplicemente con l’osservazione.

Valerio Berruti utilizza l’antica tecnica dell’affresco, la scultura, la videoanimazione per creare immagini essenziali ispirate al mondo dell’infanzia, una fase della vita sospesa tra sogno e possibilità.

Alcuni dei lavori in esposizione alla Fondazione Ferrero proseguiranno il loro cammino verso Milano, dove andranno a completare l’allestimento che l’artista presenterà nelle sale di palazzo Reale, questa estate, dal titolo “Not just kids”.

Nel 2022 è stata inaugurata la sua monumentale scultura Alba, in acciaio inox bronzato alta 12 metri e donata dalla famiglia Ferrero alla Città di Alba, posizionata nella centrale piazza Michele Ferrero, dedicata all’imprenditore albese. Nel maggio del 2024 Berruti ha inaugurato

“ Circulating Sketch”, una personale in Cina nel prestigioso Teagan Space di Youyi Bay, nel distretto di Pechino.

Prima dell’inaugurazione della mostra è previsto un incontro tra l’artista e gli insegnanti nel corso del quale verranno presentate le attività educative e i laboratori artistici riservati alle scuole, organizzati nel periodo della retrospettiva alle Fondazione Ferrero.

 

Fondazione Ferrero, Strada di Mezzo 44, Alba

Orari: mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 19, sabato domenica e festività dalle 10 alle 19.

Chiuso dal 18 al 27 aprile.

 

Mara Martellotta

“KIN 金 – Sfumature d’oro nelle arti giapponesi”. Al Castello della Rovere di Vinovo

Dal 29 marzo all’8 giugno prossimi
Nel Buddhismo, l’oro è lo splendore della luce del Buddha, nel teatro
tradizionale giapponese Nō è la luce della dimensione sacrale che distingue
le divinità dagli esseri umani. Con il passaggio all’arte moderna, la
sensibilità nei confronti dell’oro vira dalla luce sacra a quella mondana e
gli artisti iniziano a considerarlo sia come luce che come il più brillante
tra tutti i colori, senza tralasciarne l’effetto lussuoso e decorativo.
Parte da questi presupposti la mostra “KIN 金 – Sfumature d’oro nelle arti
giapponesi”, in programma nelle sale del Castello Della Rovere di
Vinovo, dal 29 marzo all’8 giugno 2025, a cura di Roberta Vergagni e
organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Vinovo.
Ogni anno, dal 1995, i giapponesi scelgono il *kanji* – l’ideogramma – più
rappresentativo dell’anno trascorso, che viene annunciato a dicembre in una
solenne cerimonia presso il Kiyomizudera di Kyoto: ebbene, la votazione
nazionale ha decretato vincitore per l’anno scorso proprio il carattere 金
Kin, a rappresentare gli splendidi successi degli atleti giapponesi ai
Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024.
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni principali:La prima offre
una panoramica su manufatti realizzati utilizzando diversi supporti, in cui
il protagonista è l’oro in dialogo con alcune importanti tecniche di
produzione artigianale giapponese. La seconda sezione è dedicata a una
selezione
di stampe di incisori moderni e contemporanei, che hanno impreziosito le
loro opere con l’utilizzo dell’oro o che all’oro si sono ispirati, e che
costituiscono la fase moderna e contemporanea delle xilografie *ukiyo-e*. È
esposta anche un’opera di Takashi Murakami, fondatore del movimento
Superflat giapponese, considerato il più famoso artista contemporaneo
nipponico. La terza sezione è dedicata alle opere della maestra calligrafa
Kazuko Hiraoka e della maestra di kintsugi Aiko Zushi. I dipinti
calligrafici di Hiraoka combinano la magia della foglia d’oro con
l’espressività dell’arte giapponese dello shodō. Le ceramiche riparate con
la tecnica del kintsugi dalla maestra Zushi, vivono una nuova vita
all’insegna del bello.
La mostra è stata realizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di
Vinovo, in collaborazione con Associazione I.N.T.K.- Associazione italiana
per la spada giapponese, Associazione Interculturale Italia-Giappone Sakura
di Torino. Con il patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano.
Sono in programma tre laboratori. Due gratuiti per bambini: sabato 10
maggio, alle 16:30, manga con Haider Bucar; sabato 25 maggio, alle
16:30*, *letture
con kamishibai con Eva Gomiero.
Un workshop di *kintsugi*, sabato 5 aprile, alle 15:30, con la maestra Aiko
Zushi, pensato per avvicinare alla pratica del *kintsugi *le persone che
nutrono un profondo interesse per la cultura giapponese. Attraverso un
seminario con laboratorio pratico, i partecipanti potranno familiarizzare
con la lacca *urushi*, il materiale fondamentale usato in questo tipo di
tecnica, e sperimenteranno l’ultima fase del processo di restauro, ovvero
la finitura con polvere d’oro. Le materie prime e il piatto di ceramica
utilizzati arrivano direttamente dal Giappone.
*Info: *sabato dalle 15 alle 18:30; domenica dalle 10:30 alle 12:30 e dalle
15 alle 18:30. (Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura).
Biglietti: intero 7 euro; ridotto 5 euro (possessori Abbonamento musei,
over 65, gruppi minimo 10 Persone, adulti partecipanti ai laboratori per
famiglie); gratuito (minori di anni 18, persone disabili certificate,
comitive scolastiche, giornalisti muniti di tesserino).
Castello della Rovere – Via del Castello 2, Vinovo
Mara Martellotta

Fondazione Accorsi Ometto: Carol Rama, retrospettiva a dieci anni dalla scomparsa

 

 

A dieci anni dalla sua scomparsa, la Fondazione Accorsi Ometto dedica una vasta retrospettiva a Carol Rama, artista torinese nata nel 1918 e mancata nel settembre 2015.

Artista di fama internazionale venne premiata con il Leone d’oro alla Carriera alla Biennale di Venezia nel 2003.

La mostra, curata da Francesco Poli e Luca Motto, presenta un’accurata selezione di un centinaio di opere provenienti da rilevanti collezioni pubbliche e private, che documentano le principali tappe della ricerca dell’artista dagli anni Trenta ai primi anni Duemila.

Otto le sezioni in cui è articolata la mostra, a partire dagli acquerelli della fine degli anni Trenta, caratterizzati da una singolare libertà espressiva e da un’esplicita carica erotica.

A questi si affianca la produzione espressionista degli anni Quaranta per proseguire con le ricerche di inizio anni Cinquanta che si avvicinano ad un astrattismo di matrice concreta e che vanno poi a confluire nell’informale. Nel1953 Carol Rama aderisce, unica donna insieme a Paola Levi Montalcini, alla compagine torinese del movimento di arte concreta di Biglione, Galvani, Parisot e Scroppo. Alla fine del decennio, come la maggior parte degli artisti della sua generazione, Carol Rama si rivolge all’informale. In mostra si possono ammirare esposti una serie di dipinti che denotano una spessa materia pittorica in cui è evidente una prepotente carica segnica e cromatica.

Molto nota la serie dei ‘Bricolages’, così definiti da Edoardo Sanguineti, prodotta dalla metà degli anni Sessanta con il collage di occhi di bambola, siringhe, pietre, tappi di gomma. Quindi seguono i lavori della fine degli anni Sessanta, in cui l’artista usa smalti, vernici nebulizzate e inserzioni di oggetti che rimandano alla condizione umana in piena guerra fredda. Si continua con le gomme degli anni Settanta, in cui Carol Rama propone quadri rinnovati con superfici monocrome bianche o nere su cui sono disposte camere d’aria.

Segue poi il ritorno a una rinnovata figurazione, tipica degli anni Ottanta e Novanta, con mondi popolati da figure umane, angeli, geometrie, prospettive fantastiche.

La produzione più recente dell’artista è stata realizzata tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila, in particolare quella legata alla vicenda del cosiddetto “morbo della mucca pazza”, su cui l’artista costruì una serie di opere di forte impatto.

È poi presente una mostra nella mostra. Dodici scatti fotografici dell’artista Bepi Ghiotti sono stati realizzati in occasione del progetto “Inside Carol Rama” del 2012-2014 e permettono di addentrarsi nell’affascinante mondo degli arredi, degli oggetti, delle immagini della mitica casa studio di Carol Rama in via Napione, dove l’artista ha vissuto per oltre settant’anni. Il visitatore viene catapultato nel mondo magico dell’abitazione dell’artista, luogo non solo di attività creativa, ma anche di incontro e di scambio con intellettuali, critici, galleristi, tra i quali Felice Casorati, Italo Cremona, Edoardo Sanguineti, Albino Galvano, Cesare Pavese, Massimo Mila e Luciano Berio.

La mostra “Carol Rama. Geniale Sregolatezza” si aprirà al pubblico il 15 aprile e rimarrà aperta fino al 14 settembre 2025.

Lunedì chiuso.

Martedì- venerdì dalle10 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 19.

 

Museo di Arti Decorative Accorsi Ometto

Via Po 55 tel 011837688 int 3

Info@fondazioneaccorsi-ometto.it

 

Mara Martellotta

Trasferta cinese dei sabaudi “Musei Reali”. Tutta l’epopea dei cavalieri rinascimentali, ma non solo

In mostra per la prima volta in Cina su prestito dei torinesi “Musei Reali”

Fino al 22 giugno

Titolo e sottotitolo chiariscono subito i contenuti della grande rassegna organizzata in Cina, al “Nanshan Museum” (7mila metri quadrati espositivi) di Shenzhen (città meridionale sul delta del Fiume delle Perle, al confine con Hong Kong) dai nostri prestigiosi “Musei Reali”, costituitisi fra XVI e XX secolo, di pari passo con la storia dei Savoia, inglobando nei loro (a oggi) 30mila metri quadrati anche reperti ben più antichi all’interno delle proprie Collezioni, composte da più di 400mila opere, fra dipinti, sculture, reperti archeologici, tessuti, oreficerie, armi e armature, per finire con libri e disegni. Opere che oggi parlano di Torino e dell’Italia riuniti, fino a domenica 22 giugno, in ben 140 pezzi in un sito museale fra i più prestigiosi della Cina e in una città di 18milioni di abitanti, dichiarata negli anni Ottanta “Zona Economica Speciale” e oggi principale centro tecnologico della Repubblica Popolare, con sede di giganti come “Huawei” e “Tencent”, nonché della “Byd”, fra le maggiori industrie di automobili elettriche del Paese.

Titolo e sottotitolo, si diceva: “Steel of Glory” e “A Knight’s Life of Armor, Blade and Honor”. Come dire “Acciaio di Guerra” e “Una vita da cavaliere fatta di armature, lame e onore”. E’ infatti l’epopea degli antichi cavalieri, con le loro armature, i miti e le leggende a farla totalmente da protagonista della grande, sorprendente esposizione in trasferta dalla Mole a Shenzhen, che, offrendo al pubblico cinese la possibilità di ammirare preziose opere mai uscite dalla loro sede subalpina, “ripercorre la storia della cavalleria e la creazione del suo mito, dalle premesse tra l’VIII e il IX secolo, quando in Europa si verificano le condizioni economiche e sociali favorevoli alla nascita del sistema feudale, fino all’età dell’oro che coincide con il periodo dall’XI al XIII secolo quando la categoria dei cavalieri diventa un ceto sociale”.

Una nutrita selezione di capolavori provenienti dalle collezioni dei “Musei Reali”, in particolare dall’“Armeria Reale”, una delle più importanti al mondo (insieme a quella di Madrid, a quella imperiale di Vienna e a quella dei Cavalieri di Malta) darà la possibilità di ammirare la produzione europea di armi e armature da parata e da torneo tra il XVI e il XVII secolo. In esposizione, il pubblico potrà dunque ammirare pezzi di altissimo valore storico e artistico-artigianale. Fra i più pregevoli un’“armatura completa per cavallo e cavaliere” uscita dopo duecento anni e per la prima volta dall’“Armeria Reale”, insieme ad una rara “armatura da bambino” e a un “elmo modellato a forma di animali fantastici”, tutti risalenti al Rinascimento. Per non dire della “Spada” appartenuta al primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, autentico capolavoro di cesellatura.

Sottolinea Mario Turetta, direttore delegato dei “Musei Reali” torinesi: “Collaborare con un’importante istituzione cinese come il Museo di Nanshan rientra tra le iniziative di valorizzazione volte a promuovere i rapporti tra la Cina e l’Italia attraverso l’organizzazione di attività espositive, straordinaria fonte di accrescimento culturale e di confronto metodologico sulla gestione e sulla conservazione delle collezioni”.

E a lui fa eco Valerio De Parolis, Console Generale d’Italia a Canton: “A Shenzhen presentiamo con orgoglio una pagina di storia italiana che mette in risalto il nostro inestimabile patrimonio di cultura e tradizioni, attraverso questa esposizione molto scenografica e di assoluto prestigio delle collezioni dei ‘Musei Reali’ di Torino. È una mostra che suggella l’incontro tra una delle maggiori istituzioni museali del nostro Paese con un polo museale di prim’ordine del Sud della Cina, e che consente di rafforzare ulteriormente lo scambio culturale e la conoscenza reciproca tra l’Italia e la Provincia del Guangdong”.

Curata dai “Musei Reali” di Torino e ideata e organizzata da “Arteficio”, la mostra resterà a Shenzhen fino a domenica 22 giugno per poi spostarsi in altri tre Musei della Repubblica Popolare Cinese.

Gianni Milani

Nelle foto: “Steel of Glory” Allestimento; “Armatura di ragazzo”, acciaio inciso, 1560/1570; “Armatura di uomo e cavallo” (Particolare), acciaio inciso a bulino e all’acquaforte, circa 1550; Eusebio Zuloaga “Spada d’onore di Vittorio EmanueleII”, acciaio damascato, oro e argento, 1852/1853

Hong Kong, Palazzo Madama al Museum Summit 2025

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, grazie al prezioso supporto del Console Generale d’Italia a Hong Kong, Carmelo Ficarra, ha ricevuto l’invito dal Dipartimento per i Servizi del Tempo Libero e della Cultura (LCSD) del Governo della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong della Repubblica Popolare Cinese a partecipare al Museum Summit 2025, uno dei più importanti e significativi eventi di incontro a livello mondiale per i direttori di museo, che si svolge il 28 e 29 marzo 2025 presso l’Hong Kong Exhibition and Convention Centre.

Il Direttore di Palazzo Madama prof. Giovanni Carlo Federico Villa partecipa in qualità di relatore alla quarta edizione del summit, che ha l’obiettivo di creare una piattaforma globale per il dialogo collaborativo, lo scambio di esperienze tra esperti e l’esplorazione di soluzioni innovative alle sfide e opportunità in continua evoluzione che i musei di tutto il mondo affrontano nel XXI secolo.

Con il tema “Going Beyond”, il Museum Summit 2025 riunisce professionisti museali e leader culturali internazionali, per esplorare come le istituzioni possano sfruttare l’industria del turismo e i progressi tecnologici, promuovere pratiche di sostenibilità e favorire il benessere della comunità. Questi argomenti sono affrontati attraverso quattro sotto-temi: “Museums + Tourism”, “Museums + Technology”, “Museums + Sustainability” e “Museums + Wellness”.

Il Direttore interviene nel Summit per il tema “Museum + Wellness”, condividendo l’esperienza di Palazzo Madama e le idee con i partecipanti provenienti da tutto il mondo, alla luce dei progetti di eccellenza, articolati nel corso degli anni di lavoro, sul fronte dell’accessibilità, educazione e inclusione di tutta la Fondazione Torino Musei.

OGR Torino e CAMERA presentano due mostre in occasione di Exposed Torino Foto Festival

Dal 16 aprile al 2 giugno 

 

Presso CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia, il 16 aprile prossimo in Project Room inaugurerà la mostra dal titolo “Olga Cafiero. Cultus Langarum”.

Curata da Giangavino Pazzola e sostenuta dall’azienda vinicola Garesio, l’esposizione presenterà cinque serie fotografiche che narrano la storia, i personaggi e la cultura enologica delle Langhe, realizzate dalla fotografa italo svizzera Olga Cafiero, che utilizza diverse tecniche visive, tra cui la fotografia aerea, le scansioni digitali e i processi Off camera.

Exposed Torino Foto Festival si snoderà dal 16 aprile al 2 giugno prossimo e ha annunciato le due mostre prodotte in occasione del Festival, in collaborazione con le OGR Torino e Camera, Centro Italiano per la Fotografia di Torino.

“Beneath the Surface” è il tema della seconda edizione del Festival, organizzato dalla Fondazione per la Cultura di Torino, sotto la guida dei direttori artistici Menno Liauw e Salvatore Vitale, e promosso da Città di Torino, Regione Piemonte, Camera di Commercio di Torino, Intesa Sanpaolo, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt, in sinergia con la Fondazione per l’arte Moderna e Contemporanea Crt.

Dodici mostre, tra personali e collettive, 16 artisti provenienti da 12 Paesi, sette prestigiose sedi espositive dall’Accademia Albertina di Belle Arti, all’Archivio di Stato, da Camera alle Gallerie d’Italia, dalla Gam Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea alle OGR di Torino a palazzo Carignano, dove Exposed Torino Foto Festival presenterà una panoramica internazionale delle ultime tendenze della fotografia contemporanea.

Il tema del festival invita a esplorare realtà e contenuti nascosti sotto la superficie delle immagini, non solo quelle catturate dagli obiettivi degli artisti, ma anche quelle generate, trasformate, ritoccate, attraverso tecnologie sempre più avanzate e interconnesse tra loro.

In questo solco si muove la mostra collettiva che aprirà il 16 aprile prossimo al Binario 2 delle OGR Torino dal titolo “Almost real. From Trace to simulation”, curata da Samuele Piazza, senior curator delle OGR Torino, e da Salvatore Vitale, uno dei direttori artistici del Festival, con protagonisti gli scatti e le opere di Lawrence Lek, Nora al-Badri e Alan Butler.

Dalla relazione tra videogiochi e fotografia al ruolo della memoria nei musei, fino al confine tra intelligenza artificiale e coscienza, l’esposizione mette in discussione il concetto stesso di autenticità e verità, immaginando anche le implicazioni future delle immagini di Al generated.

Alan Butler si muove tra virtuale e analogico con la serie “Virtual Botany Cyanotypes”: prendendo spunto dal mondo dei videogiochi, trasforma piante digitali in stampe fotografiche realizzate con la tecnica della cianotipia, un antico processo ottocentesco. Il risultato è un dialogo tra pixel e materia, tra il virtuale che tenta di farsi reale e il reale che si lascia contaminare dal digitale.

Nora -Al- Badri lavora sul confine tra archeologia e intelligenza artificiale. Con The Post Truth Museum e Babylionian Vision addestra un’AI su migliaia di manufatti Mesopotamici, generando nuovi oggetti che non appartengono né al passato né al presente.

Il suo lavoro solleva domande su chi abbia il potere di mantenere la memoria storica e su come la tecnologia possa riscrivere le narrazioni coloniali e postcoloniali.

Lawrence Lek porta l’AI al centro della scena con “Empty Rider”, un film ambientato in un futuro distopico in cui un’auto a guida autonoma senziente viene processata per il tentato omicidio del suo creatore. Il video esplora il confine tra intelligenza e coscienza artificiale, ponendo domande sul ruolo etico della tecnologia e su quanto le macchine possano essere responsabili delle proprie azioni.

La storia, I personaggi, la cultura enologica delle Langhe raccontati attraverso l’uso di documenti e di materiali di archivio. Ruota attorno a questi temi la mostra intitolata a “Olga Cafiero. Cultus Langarum”, che si aprirà il 16 aprile nella Project Room di Camera, Centro Italiano per la Fotografia. La mostra, sostenuta dall’azienda vinicola Garesio, raccoglie le serie fotografiche realizzate da Olga Cafiero, fotografa italo svizzera vincitrice della prima edizione del Garesio Wine Prize for Documentary Photography e fra le artiste e gli artisti selezionati da Photo Elysée-Musée Cantonale pour la Photographie di Losanna per l’edizione 2024 di Futures Photography, piattaforma internazionale di talenti emergenti della fotografia di cui Camera è partner insieme ad altre istituzioni europee.

La mostra, curata da Giangavino Pazzola, presenta cinque serie fotografiche che riflettono sul rapporto tra l’ambiente e l’uomo, utilizzando diverse tecniche visive, tra cui la fotografia aerea, la scansione digitale, i processi off camera. Il lavoro di Cafiero offre una visione inedita delle Langhe, raccontando il destino di un territorio e la sua cultura enologica attraverso la combinazione di diversi registri visivi e narrativi, che mescolano l’approccio quasi scientifico ad una visione poetica ed evocativa. L’opera di Cafiero cattura così l’essenza di un territorio che vive tra tradizione e modernità, conservazione e innovazione.

 

Mara Martellotta

Malinpensa by La Telaccia: “Tra natura e sensazioni cromatiche”, personale dell’artista Vanni

Informazione promozionale

Dal 27 marzo al 9 aprile prossimo la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia ospita la mostra intitolata “Tra natura e sensazioni cromatiche”, personale dell’artista Vanni.

Il pittore si avvale di un modulo cromatico segnico altamente suggestivo, che vive mirabilmente nell’opera creando effetti unici e incisivi, all’insegna di una pittura contrassegnata da una interpretativa del tutto autonoma. Il rapporto continuo con la natura, che Vanni stabilisce con qualità descrittiva e stile personale, delinea una libertà esecutiva incisivamente espressiva.

Utilizzando la tecnica mista ad olio, acrilici, pastelli e terre su tela o su tavola con magistrale stesura, l’artista realizza opere ampiamente interessanti, dove l’energia del tratto, il movimento ritmico del colore e il valido tessuto compositivo evidenziano un linguaggio pittorico di vivace scansione materica capace di vivere in continua vibrazione. La visione incontaminata della natura, che si fonde con la memoria e con il vissuto, è rivelatrice di una profonda carica vitale in cui il taglio prospettico dei suoi paesaggi si veste di abilità tecnica e contenuto poetico. La ricerca costante della dinamicità della luce attraversa magistralmente l’opera con una potenza descrittiva unica, dettata dalla sensibilità evocativa dell’artista Vanni.
L’emozionalità visiva, l’esecuzione tecnica e l’equilibrio formale evidenziano una pittura significativa, costruita con originale talento e passione.

 

Vanni vive e lavora in Umbria, contornato da una natura incontaminata, capace di suggerire spesso trame artistiche che vengono successivamente narrate con cromaticità legate alla luce mediterranea appartenente alle proprie radici. Dopo i primi studi artistici compiuti a Roma, Vanni ha perfezionato il suo percorso pittorico a Parigi, città dove ha vissuto diversi anni, entrando in contatto con il variegato mondo artistico della capitale francese. Dopo aver frequentato “Les Études des Beaux-Arts de Paris”, l’artista ha perfezionato i suoi studi presso gli atélier di affermati artisti espressionisti contemporanei, i cui insegnamenti hanno definitivamente tracciato il suo indirizzo pittorico, l’osservazione degli spazi circostanti e delle loro cromaticità. Figurano al palmarès numerose esposizioni personali e collettive in Italia, Francia, Belgio, Ungheria, Lussemburgo e Grecia, così come diverse sono le manifestazioni culturali cui Vanni ha preso parte riscuotendo sempre successo di critica e pubblico. Il linguaggio pittorico di Vanni si concretizza in opere che testimoniano inequivocabilmente la fascinazione nell’artista provocata dalla luce mediterranea, caratterizzata da visioni terse e luminose e dai colori netti ed abbaglianti. Tali contrappunti orientano la ricerca dell’artista verso un colore più marcato ed evidente, colori dominanti, decisi e filtrati da uno sguardo abbagliato dal Sole, in grado di cogliere i contorni delle cose. Di qui una palette intensa, ricca di colore, data senza compiacimenti cromatici, che pare scolpire nello spazio ciò che lo sguardo coglie.

 

Vanni – “Tra natura e sensazioni cromatiche” – dal 27 marzo al 9 aprile 2025 alla galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia – corso Inghilterra 51, Torino.

Orario: 10.30 – 12.30 / 16 – 19 – chiuso lunedì e festivi

Telefono: 011 5628220

 

Mara Martellotta

Demarchi, la mostra: Perché gli Dei restino tra noi – il mito di Er

Giovedì 27 marzo si inaugura, alle ore 18, la mostra dell’artista Roberto Demarchi 

Si inaugura giovedì 27 marzo prossimo dalle ore 18, nello studio di corso Rosselli 11, a Torino, la mostra dell’artista Roberto Demarchi, dal titolo “Perché gli Dei restino tra noi – il mito di Er”. Questa esposizione riflette sui miti che la cultura greco romana partorì. Era un mondo popolato di Dei, senza un Dio creatore che desse un senso al tutto, per cui con le sole forze del pensiero e dell’immaginazione ci si addentrò nel mistero dell’esistente e dell’universo. L’uomo possiede la ragione, grazie alla quale “sopra-vive” nel mondo, ed è posseduto dal mito attraverso cui vive nel mondo. Il mito e le arti sono grandi illusioni che ci permettono leopardianamente di naufragar in quei cieli che la ragione saggiamente evita. Come cantava il poeta Yves Bonnefoi “Perché gli Dei restino tra noi…”

Mail: rb.demarchi@gmail.com

Mara Martellotta

La galleria Pirra presenta “La poetica dei fiori”

Un viaggio pittorico attraverso la bellezza dei fiori 

Da venerdì 21 marzo fino al 4 maggio prossimo è visitabile dal pubblico la mostra ospitata presso la galleria d’arte torinese Pirra, dal titolo “La poetica dei fiori”, che propone un suggestivo viaggio nel mondo multiforme e colorato dei fiori, visti con gli occhi di artisti diversi, impegnati nel tradurne la poetica e la potenzialità evocativa in espressione visiva.

La collettiva presenta una selezione di opere che esplorano i fiori nelle loro varie declinazioni,  dalle sofisticate e simboliche nature morte, all’esplosiva vitalità dei fiori di campo, dai delicati bouquet di fiori recisi ai rigogliosi giardini primaverili.

Autori delle opere sono gli artisti post Impressionisti Georgij Moroz, Gleb Savinov, Maya Kopitzeva, Boris Lavrenko, la cui maestria nell’uso del colore e della luce trasforma ogni fiore in un soggetto vibrante di vita, e altri artisti di formazione completamente diversa, come il fiorentino Enzo Faraoni, che ha fatto la cifra della sua pittura dell’essenza delle cose e i cui dipinti raccontano la poetica quotidianità delle cose più semplici, fiori compresi, attraverso sobrie nature morte; l’intensa e raffinata  Luisa Albert e Giulio da Milano, uno dei rappresentanti della cultura artistica torinese negli anni Trenta e Quaranta.

Nelle loro opere i fiori non sono semplici elementi decorativi, oggetti di studio, ma vengono proposti come autentici protagonisti di racconti visivi, capaci di comunicare sensazioni, emozioni e riflessioni sull’effimero  e sull’eterno.

Autentiche metafore della vita emergono dalla tela con accesa intensità, talvolta come simbolo di speranza, altre volte come rimando alla fugacità del tempo e della transitorietà, invitando il visitatore a immergersi in forme e colori capaci di suggerire una riflessione più profonda,  sul cielo della natura, sulla rinascita e sul rinnovamento continuo.

“La poetica dei fiori “ rimane un’occasione unica per esplorare la relazione tra arte e natura, situata di una mostra che parla ai sensi e alla ragione dello spettatore attraverso un linguaggio universale. 

La mostra rimarrà aperta fino al 4 maggio prossimo

Galleria Pirra, corso Vittorio Emanuele II82

Tel 011543393, info@galleriapirra.it

Mara Martellotta

 

Nelle foto: Enzo Faraoni. Natura morta con fiori. Gleb Savinov Gelsomino sul balcone