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Lago d’Orta: nuovi campionamenti per le microplastiche

 

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Circolo Legambiente “Gli Amici del Lago”, ENEA, ARPA Piemonte promuovono una nuova sessione di monitoraggio delle acque del Lago d’Orta. Oggetto dell’indagine le microplastiche

 

Proseguono i campionamenti per monitorare la presenza di microplastiche nel lago d’Orta, individuato a livello nazionale come uno dei laghi “campione” per effettuare studi e ricerche su questa criticità ambientale. Dopo il riscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici, la presenza di microplastiche nelle acque costituisce una della maggiori preoccupazioni della comunità scientifica, impegnata a comprendere al meglio i possibili scenari futuri e l’impatto che possono avere sugli ecosistemi e sulla qualità della vita degli organismi viventi del pianeta. Questo progetto di ricerca sul Cusio vede capofila Legambiente Piemonte, attraverso i suoi circoli territoriali,  con la collaborazione scientifica di ENEA, ARPA Piemonte e del CNR Irsa.
Le attività sono finalizzate alla condivisione del protocollo “Blue Lakes”.Nella giornata di martedì 18 ottobre il gruppo di tecnici di ARPA Piemonte e ricercatori di ENEA, con il supporto logistico di Legambiente e del circolo SUB Novara Laghi e di Ecomuseo del Cusio ha effettuato un nuovo monitoraggio su tre transetti dislocati in varie aree del lago per raccogliere i campioni che verranno poi analizzati nei laboratori di ARPA Piemonte ed ENEA Casaccia. Questi prelievi seguono i prelievi già effettuati lo scorso mese di maggio per poter disporre di una continuità a fini statistici anche con il variare delle stagioni e delle relative condizioni meteo.

Più nello specifico le attività di campionamento avranno l’obiettivo di testare, in superficie, le prestazioni della nuova rete “Manta” (con maglia 100 µm acquistata da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta grazie al finanziamento della Fondazione Compagnia di San Paolo) e, in profondità, il retino “Bongo”, già utilizzato nel corso delle campagne Blue Lakes sui laghi pilota del progetto.

I risultati delle analisi saranno resi pubblici nella primavera 2023.

“L’attività di networking in corso sul Lago d’Orta in collaborazione con Arpa Piemonte – ha dichiarato Maria Sighicelli del Laboratorio di Biodiversità e servizi ecosistemici dell’ENEA e responsabile scientifica del Progetto LIFE Blue Lake – ci consente di implementare il protocollo BlueLakes, messo a punto durante i due anni di campagne sugli altri laghi pilota. Il Lago d’Orta diventa dunque il riferimento su queste attività per tutti i laghi subalpini”.

“Con le attività odierne – ha affermato Massimiliano Caligara, presidente del Circolo Legambiente Gli Amici del Lago e membro del consiglio di presidenza di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – continuiamo in un’azione di rafforzamento delle conoscenze tecnico-scientifiche sulle microplastiche nel lago d’Orta. Anche oggi, con il secondo campionamento stagionale, miriamo a rendere quest’attività continuativa, parte di un monitoraggio costante di quella che è un’importante risorsa idrica non solo per il Piemonte, ma per tutto il nord-ovest”

Il prossimo 11 novembre, nell’ambito di un evento di portata nazionale dedicato organizzato ad Orta, Legambiente farà il punto delle ricerche condotte insieme ad Arpa Piemonte ed ENEA sulle microplastiche e più in generale sulla tutela degli ecosistemi lacustri anche a fronte dei cambiamenti climatici.

A Torino l’accensione dei termosifoni slitta di una settimana

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A Torino slitta di una settimana l’accensione degli impianti di riscaldamento. Lo ha deciso Stefano Lo Russo, il sindaco della città, che nel pomeriggio ha il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha firmato un’ordinanza apposita per lo slittamento dell’ accensione del riscaldamento al 29 ottobre. Dice il sindaco:  “A fronte delle temperature di questi giorni, al di sopra della media stagionale, abbiamo deciso di posticipare l’accensione degli impianti di riscaldamento. Una scelta fatta per risparmiare sui costi energetici. L’ordinanza non riguarderà gli ospedali, le case di cura, le strutture che ospitano servizi sociali pubblici, le scuole dell’infanzia e gli asili nido”. La stessa decisione è stata presa dalla città di Milano.

Emergenza smog cronica, “codice rosso” a Torino

Mal’aria 2022 – edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero
Allerta smog nelle 13 città italiane al centro della campagna Clean Cities: 
da gennaio a inizio ottobre 2022 codice rosso per Torino, Milano, Padova. Giallo per Parma, Bergamo, Roma e Bologna. 
Nessuna città rispetta i valori suggeriti dall’OMSL’appello di Legambiente al prossimo nuovo Governo: 
“Seguire i piani del Mims per decarbonizzare i trasporti. Per città più sostenibili e pulite si potenzino i servizi e mezzi green alternativi alle auto private e si implementino trasporti e zone a basse emissioni” 

In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica. In questi primi dieci mesi del 2022 suona già il primo campanello d’allarme per inquinamento atmosferico. Livelli degli inquinanti off-limits, traffico congestionato e misure antismog insufficienti sono ormai una situazione di “malessere generale” che rischia di peggiorare con l’avvio della stagione autunnale-invernale.  È quanto emerge in sintesi dal dossier: “Mal’aria 2022 edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero” realizzato da Legambiente che, nell’ambito della campagna Clean Cities,  fa il punto, da inizio anno ai primi di ottobre 2022, sulla qualità dell’aria di 13 città italiane al centro della campagna, mettendo a fuoco anche il tema delle politiche sulle mobilità urbana. Per quanto riguarda il PM10, la soglia di 35 giorni da non superare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo, è stata ampiamente superata con almeno una delle centraline, in 3 delle 13 città analizzate. Sono già in codice rosso Torino, Milano e Padova che si trovano fuori dai limiti di legge, rispettivamente con 69, 54 e 47 giornate di sforamento. Codice giallo, invece, per Parma (25), Bergamo (23), Roma (23) e Bologna (17) che hanno già consumato la metà dei giorni di sforamento. A seguire, le città di Palermo e Prato (15), Catania e Perugia (11) e Firenze (10) che sono già in doppia cifra.
Nessuna delle 13 città monitorate nell’ambito della campagna Clean Cities, rispetta poi i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sia per quanto riguarda il PM10 (15 microgrammi/metro cubo) che per il PM2.5 (5 microgrammi/metro cubo) e l’NO2 (10 microgrammi/metro cubo). Il PM10 ha una media annuale, eccedente il valore OMS, che oscilla dal +36% di Perugia, passando per città come Bari (+53%) e Catania (+75%), fino ad arrivare al +121% di Torino e +122% di Milano. Situazione ancora più critica per quanto riguarda il PM2.5, dove lo scostamento dai valori OMS oscilla tra il +123% di Roma al +300% di Milano. Male anche per l’NO2:l’eccedenza dei valori medi registrati rispetto al limite dell’OMS varia tra il +97% di Parma fino al +257% di Milano.Un quadro, in sintesi, davvero preoccupante, visto che – ribadisce Legambiente – è sugli standard dell’OMS che andrà a adeguarsi la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria – in corso di revisione entro l’anno – rendendo l’Italia suscettibile a nuove procedure d’infrazione e multe miliardarie (da aggiungersi alle precedenti tre). Da non trascurare anche l’impatto sulla salute: l’inquinamento atmosferico miete più vittime in Italia che nel resto del continente europeo. Secondo le ultime stime dell’EEA (Agenzia europea ambiente), il 17% dei morti per inquinamento in Europa è infatti italiano (uno su 6). Per diminuire gli impatti sulla salute, e sull’ambiente, l’Europa ha fissato gli obiettivi per la neutralità climatica entro il 2050 (il Piano d’azione “Verso Emissioni Zero”) con la proposta intermedia di ridurre le emissioni di gas serra del 55% (rispetto al 2005) entro il 2030. Ma per raggiungere tale scopo, secondo l’associazione ambientalista per liberare le città dallo smog occorre potenziare servizi e mezzi green alternativi alle auto private e implementare trasporti e zone a basse emissioni, come già predisposto dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Inoltre, l’Italia deve accelerare il percorso di decarbonizzazione dei trasporti urbani che sono la principale causa d’inquinamento nelle nostre città. Fondamentale sarà dunque l’integrazione tra le strategie europee, nazionali e regionali.“Non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo occuparci della drammatica condizione della qualità dell’aria dei nostri centri urbani e rendere, al contempo, le nostre città più sicure e vivibili”, dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “Il preoccupante immobilismo della politica italiana davanti alle emissioni di biossido di azoto, dovute in gran parte al traffico veicolare, ci è costata già una condanna da parte della corte di Giustizia europea. Dopo anni di richiami nessun governo è stato in grado di mettere in atto misure credibili per sanare un problema gravissimo, che ha causato più vittime della pandemia nell’anno 2020 e 2021. È necessario agire su due fronti distinti, ma complementari. Il primo riguarda la formulazione di misure di incentivo che favoriscano la scelta del trasporto pubblico locale e altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi all’utilizzo dell’auto privata. Il secondo è relativo alla formulazione di mobilità alternativa all’automobile. Necessaria, soprattutto, un’accelerazione negli investimenti a sostegno del Traporto Pubblico Locale e delle infrastrutture, come tram e ferrovie urbane. Il nuovo governo ha dunque un importante sfida di fronte a sé: avviare la transizione green della mobilità del Paese, adottando le linee guida del Mims”.

È stato un errore allentare le misure antinquinamento negli anni della pandemia. La ripartenza si preannuncia peggiore”, commenta Andrea Poggio, responsabile Mobilità di Legambiente. “Tornano finalmente in alcune città i limiti alla circolazione per i veicoli più inquinanti – come i diesel Euro4, o, a Milano, gli Euro5 – vecchi, comunque, di 12 anni i primi e tra i 7 e gli 11 i secondi. Ma la sfida per le città italiane sarà l’incremento dell’offerta di servizi di trasporto pubblico e di mobilità condivisa elettrica per tutti, anche per chi abita in periferia. In Italia abbiamo più auto che patenti, con un quarto delle metropolitane, dei tram e dei bus elettrici d’Europa. Colmare questo divariosarà il compito delle 9 città italiane che aderiscono all’obiettivo ‘Carbon Neutral’ al 2030, condiviso con 100 città europee. Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Bergamo, Padova, Parma, Prato non possono fallire, sono la nostra avanguardia”.

A distanza di una settimana dal nostro appello sull’emergenza smog nel bacino padano, si ribadisce la necessità di un’azione trasversale a scala nazionale e regionale affinché la qualità dell’aria diventi una priorità per le amministrazioni. Torino è già in codice rosso con per il numero di sforamenti di PM10 consentiti in un anno (69 su 35 consentiti) È fondamentale che le risorse pubbliche a disposizione vengano indirizzate verso le azioni più efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico, che devono riguardare traffico, riscaldamento e settore agricolo – sottolinea Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Anche i fondi destinati al comparto delle infrastrutture di collegamento non possono essere sprecati per finanziare progetti vecchi e nuovi di autostrade, che sono causa di aumento delle emissioni: trasporto pubblico e infrastrutture ferroviarie devono essere al centro della strategia di investimenti delle Regioni sul trasporto.”

Focus sulle politiche di mobilità. Infine, il report Mal’aria 2022 – edizione autunnale contiene anche un focus su ZTL, LEZ, offerta del trasporto rapido di massa e sugli investimenti nel settore previsti dal PNRR. Analizzate 15 città italiane: Roma, Torino, Milano, Bergamo, Padova, Bologna, Parma, Genova, Firenze, Prato, Napoli, Pescara, Bari, Cagliari e Catania. Quello che emerge, in sintesi, è che l’offerta del trasporto rapido di massa (treni, metropolitane, tramvie, filovie) rasenta la sufficienza nella maggioranza dei casi. Spesso insufficienti, per estensione ed efficacia, anche le misure di limitazioni al traffico e alla circolazione dei veicoli inquinanti.

Verso una mobilità pulita. Per ridurre le emissioni inquinanti o climalteranti, Legambiente propone i seguenti strumenti:

  • la riduzione dei limiti velocità nelle autostrade da 130 a 100 km/h. Una misura immediata che consentirebbe la riduzione sia delle emissioni di CO2 del 20% sia del NO2 del 40%;
  • il potenziamento dell’offerta di mobilità pubblica, anche e soprattutto del Trasporto Rapido di Massa. Il Pnrr che si propone di realizzare oltre 200 km di rete di TRM – 11 km di metropolitane, 85 km di tram, 120 di filovie – è un inizio: per colmare il divario con il resto d’Europa, occorrono altri 200 km di metropolitane (o ferrovie urbane), 400 km di tram e altrettanti di filovie;
  • Trasporto pubblico, condiviso e completamente elettrico; il potenziamento dei servizi di sharing mobility in tutte le aree metropolitane e nelle città con oltre 30.000 abitanti e servizi a chiamata per i comuni più piccoli; la diffusione delle nuove tecnologie digitali (dalla prenotazione elettronica ai primi di progetti di Mobility a as Service);

La campagna per liberare le città dall’inquinamento. Il Dossier Mal’aria ricade nell’ambito della Clean Cities Campaign alla sua III edizione. Un’iniziativa sostenuta da Legambiente insieme ad una coalizione europea di ONG, associazioni ambientaliste, think-tank, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030. La campagna sostiene la mobilità attiva, condivisa ed elettrica per un futuro urbano più vivibile e sostenibile, inclusa la graduale eliminazione dei veicoli con motore a combustione interna dalle città.

Il dossier è disponibile a questo link.

L’impegno di Cirio per la tutela del lupo

Una delegazione di ENPA, LAV, LEGAMBIENTE, LIDA, LIPU, OIPA, PAN, PRO NATURA e SOS Gaia, ha incontrato il Presidente della Regione Piemonte On. Alberto Cirio per la consegna delle prime 8.000 firme sulla tutela del lupo.

Con l’occasione il Presidente Cirio ha fatto due importanti promesse alla delegazione del Tavolo:

–          L’istituzione di un tavolo di confronto permanente sul benessere animale nell’ambito della presidenza;

–          L’impegno di informarsi sulla sperimentazione di un vaccino per l’infertilizzazione dei cinghiali.

“Io non rischio”, una campagna contro le calamità naturali

Diffondere la cultura della prevenzione e laconoscenza delle buone pratiche di Protezione civileaccrescendo al contempo la consapevolezza dei rischi naturali presenti sul nostro territorio sono gli obiettivi di “Io non rischio”, la campagna di comunicazione nazionale che torna sabato 15 e domenica 16 ottobre anche in 25 piazze di 17 Comuni del Piemonte: Acqui Terme, Asti, Canelli, Alba, Cuneo, Novara, Carmagnola, Ciriè, Druento, Giaveno, Moncalieri, Orbassano, Pianezza, Rivoli, Torino, Volpiano e Verbania (consulta l’elenco completo).

Una due-giorni che vede l’impegno di oltre 200 volontari di Protezione civile, formati con corsi ad hoc, al fianco delle istituzioni e del mondo della ricerca scientifica, nei punti informativi “Io non rischio” per sensibilizzare i cittadini sul rischio sismico e sul rischio alluvione. Fondamentale per la campagna è il ruolo attivo dei cittadini che possono informarsi e confrontarsi nelle piazze fisiche e digitali dove, con l’ausilio di contenuti interattivi e dirette streaming sui social media, si forniscono spunti e approfondimenti sui rischi e sui comportamenti utili da adottare per proteggere se stessi e l’ambiente in cui si vive.

“Abbiamo imparato in questa estate – dichiara l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusi – quanto sia importante la risorsa idrica. Profonda è invece l’esperienza degli eventi alluvionali che, purtroppo, continuano ad affliggere il nostro Paese. Raggiungere un elevato grado di consapevolezza del rischio da parte di tutti i cittadini è fondamentale. Più riusciremo a diffondere la conoscenza e le buone pratiche, più le nostre comunità saranno in grado di prevenire ed affrontare i rischi a cui siamo inevitabilmente sottoposti. Ringrazio, a nome mio e del presidente Alberto Cirio, tutti coloro che ogni giorno prestano il loro servizio per il nostro Piemonte”.

Gli eventi in Piemonte possono essere seguiti sui canali social della Regione (Twitter: @protcivpie, @piemonteinforma e @regionepiemonte. Facebook @regione.piemonte.official; @urp.regionepiemonte. Instgram: @regionepiemonte.official)

 

Per fare un albero bastano 3500 bottiglie

L’8 dicembre 2022 sul Piazzale della Cappella dei Caduti di Alpignano (To) verrà allestita con il contributo dei borghi di Alpignano la casa di Babbo Natale con ad un abete costruito interamente con bottiglie di plastica.

L’Idea dell’abete fatto con bottiglie di plastica, per un’altezza massima di circa 4 metri vogliamo diventi un simbolo del percorso di rispetto e salvaguardia dell’ambiente.

Si chiederà ai Cittadini di Alpignano di contribuire alla realizzazione di questo albero portando bottiglie vuote in due centri di raccolta appositamente individuati.

L’iniziativa prende il nome di “Per fare un albero ci vogliono … 3500 bottiglie”.

La Pro Loco ha bisogno di tutti i cittadini alpignanesi! Dobbiamo raccogliere 3500 bottiglie di plastica da 1,5 litri pulite e con il tappo.

Realizzeremo un grande albero di Natale con queste bottiglie.

Un albero ecologico, rispettoso dell’ambiente, originale, coinvolgente.

Forza, ricicliamo insieme un po’ di plastica dandole nuova vita per Natale. !!!

PUNTI E ORARI DI RACCOLTA DAL LUNEDI’ Al VENERDI:

Studio Danza Visconi dalle 17.00 alle 19.30
Via Valdellatorre, 25, 10091 Alpignano TO

Asilo Nido “Don Minzoni” dalle 08.00 al e 18.00
Via Francesco Baracca, 14, 10091 Alpignano TO

‘Best Managed Company’, Marazzato compie 70 anni e fa tris

L’azienda ambientale italiana leader nelle soluzioni per il pianeta riceve per la terza volta consecutiva dal 2020 a oggi il prestigioso riconoscimento riservato alle imprese eccellenti.

Marazzato Soluzioni Ambientali Srl, società di punta del Gruppo Marazzato, holding partecipativa leader italiana dal 1952 a oggi nel settore ambientale e delle soluzioni per il pianeta, è stata nuovamente nominata nei giorni scorsi a Milano Best Managed Company, titolo giunto quest’anno alla sua quinta edizione.

Il marchio dall’elefantino con il naso all’insù, già insignitodel prestigioso riconoscimento nel 2020 e nel 2021, fa tris, essendo stata riconfermato con successo dalla rinomata agenzia mondiale di rating Deloitte.

Numerosi e degni di menzione i requisiti richiesti alle imprese – anche familiari – selezionate, tra cui avere sede legale in Italia, assenza di controllo da parte di gruppi multinazionali esteri e di procedure concorsuali tipiche (fallimento, concordato preventivo), esecutive e protesti, e possedere un fatturato superiore ai 10 milioni di euro.

Elementi significativi di primaria rilevanza, questi, valutati da una Giuria indipendente, composta da autorevoli esponenti della business community e del panorama accademico e istituzionale italiano, che ha provveduto a esaminare in profondità i profili delle società candidate. Premiando tra esse le migliori realtà distintesi per strategia, competenze e innovazione, impegno verso le persone e performances.

Ringraziamo ‘Deloitte’ per questo terzo, consecutivo riconoscimento, che assume un valore ancor più pregnante proprio nell’anno in cui celebriamo il nostro 70° anno dalla fondazione -dichiarano soddisfatti i fratelli Alberto, Luca e Davide Marazzato, terza generazione di imprenditori alla guida del player ambientale che porta il loro cognome, fondato nel dopoguerra dal nonno Lucillo e sviluppato dai genitori Carlo e Mara.

Ci apprestiamo a chiudere un 2022 denso di gradite soddisfazioni in termini di crescita e consolidamento, con una previsione di chiusura di ricavi pari a 70 milioni di euro. E l’orizzonte rivolto al potenziamento della divisione bonifiche, dei servizi ambientali, della valorizzazione di aspetti di responsabilità sociale e cultura d’impresa anche grazie alla nostra straordinaria collezione di mezzi storici del Novecento con cui puntiamo a incrementare l’interazione con il territorio in cui operiamo e che continua a portarci fortuna, hanno chiosato i manager, terza generazione di imprenditori alla guida dell’azienda che porta il loro cognome.

Iren sottoscrive con BBVA il primo Finanziamento Water Footprint in Italia

Iren, grazie al supporto di BBVA è la prima azienda italiana a sottoscrivere un finanziamento Water Footprint che rappresenta un ulteriore traguardo nell’ambito della finanza sostenibile a supporto dell’impegno per la transizione ecologica e per l’uso sostenibile della risorsa idrica.

La nuova linea di credito da 50 milioni di euro, della durata di 5 anni, è legata al raggiungimento di alcuni degli obiettivi di sostenibilità che sono parte integrante del Business Plan al 2030. In linea con il suo impegno a promuovere e proteggere le risorse idriche, Iren è particolarmente attiva nell’individuare e ridurre le perdite d’acqua dalla sua rete e nel sensibilizzare clienti e cittadini per incoraggiare il risparmio idrico. A questo proposito, nell’ambito del Business Plan al 2030, Iren ha pianificato significativi investimenti per rendere sempre più efficiente il servizio di distribuzione dell’acqua, riducendo i prelievi dall’ambiente e massimizzando l’efficienza della rete distributiva.
Il margine del finanziamento è legato a due indicatori chiave: (i) il prelievo di acqua, definito come il volume complessivo prelevato dall’ambiente per uso potabile e (ii) le perdite idriche, definite come il rapporto tra il volume totale delle perdite idriche reali e il volume totale in entrata nel sistema di acquedotto in un determinato anno. Per ogni indicatore sono stati fissati dei target, il cui raggiungimento o meno, comporterà una rimodulazione del margine finanziario. Gli indicatori scelti sono anche correlati a tre Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs): numero 6 (Acqua pulita e servizi igienici), numero 13 (Azione per il clima) e numero 14 (Vita sotto l’acqua).
Anna Tanganelli, Chief Financial Officer di Iren ha commentato: “La sottoscrizione di questa nuova linea di credito con BBVA, fondata su obiettivi concreti di sostenibilità, nasce dalla solidità del merito creditizio che ci riconosce il mercato e ha permesso a Iren di diversificare ulteriormente le proprie fonti di finanziamento. La nostra struttura finanziaria, che vede il 65% del debito totale di Iren composto da strumenti green e assimilati, dimostra quando sia solida la strategia di sostenibilità che rappresenta per Iren la base di tutti i progetti di crescita futura.”

I luoghi dell’abitare. Potenzialità, vulnerabilità e cura

 

Giornate nazionali lunedì 10 e martedì 11 ottobre

 

Il progetto innovativo di Chiese a porte aperte, il  centro  di restauro della Venaria Reale, la visita alla cappella della Sindone sono alcune delle <eccellenze> piemontesi  che verranno presentate ai convegnisti giunti a Torino da tutti l’Italia per partecipare alla due giorni promossa dall’Ufficio nazionale dei beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto in collaborazione con la Consulta regionale della Regione Piemonte e Valle d’Aosta e con l’Arcidiocesi di Torino. Le Giornate nazionali  si terranno  lunedì 10 e martedì 11 ottobre sui temi:   “I luoghi dell’abitare: paesaggio, territorio e comunità” e “la conservazione del patrimonio: dalla conoscenza alla manutenzione”.

Due i luoghi d’incontro, entrambi emblematici della ricchezza storica e artistica del patrimonio piemontese. Nella prima giornata l’appuntamento sarà al salone degli Svizzeri a Palazzo Reale di Torino. La seconda giornata si svolgerà nell’aula magna del centro Conservazione e Restauro della Venaria Reale (via XX Settembre 18 a Venaria Reale).

(foto di Mario Alesina)