AMBIENTE- Pagina 70

Povertà energetica: come il terzo settore può rispondere alla sfida

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Forum Terzo Settore Piemonte per sopravvivere al caro bollette 

Giovedì 3 novembre 2022
h 11:00
Piazza dei Mestieri
Via Durandi 15, Torino

Ritornano a Torino gli appuntamenti della campagna di raccolta fondi #UnPannelloInPiù promossa da Legambiente insieme a Enel X dedicata alla lotta contro la povertà energetica e all’impatto sociale ed economico che può avere il pannello solare da appartamento.
Giovedì 3 novembre alle ore 11.00, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e il Forum del Terzo Settore Piemonte organizzano l’evento “Povertà energetica: come il terzo settore può rispondere alla sfida!”, presso Piazza dei Mestieri in Via Durandi 15 (TO).L’iniziativa è un momento di confronto e discussione per comprendere gli strumenti che si possono mettere in campo per combattere il caro bolletta e far sopravvivere al rincaro cittadinanza e associazioni.

Modera:
Rubina Pinto, referente Sportello Energia Climaction Piemonte

Intervengono:
Anna Di Mascio, portavoce del Forum del Terzo Settore del Piemonte
Alice De Marco, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta
Antonio Cajelli, educatore bancario-finanziario di Associazione Articolo 47
Jacopo Rosatelli, Assessore Politiche sociali, Salute, Casa, Diritti e Pari opportunità della Città di Torino

Smog, da martedì 1 novembre torna il livello bianco e le sole limitazioni strutturali

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Secondo i dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte da martedì 1 novembre 2022 e fino a mercoledì 2 novembre 2022 compreso (prossimo giorno di controllo) tornerà in vigore il livello 0 (bianco), e rimarranno in vigore le sole misure strutturali di limitazione del traffico, previste del semaforo antismog.

L’elenco completo delle misure, delle esenzioni e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina http://www.comune.torino.it/emergenzaambientale/

AWorld, sostenibili per natura

La challenge, direttamente connessa al bando “Sportivi per Natura” promosso nel mese di febbraio 2022 dalla Fondazione torinese, partirà nel mese di novembre 2022 e punta a raggiungere, in sei mesi, 100.000 azioni positive a favore dell’ambiente e del benessere delle persone.

AWorld, l’App ufficiale dell’ONU per la campagna contro il cambiamento climatico ActNow, e la Fondazione Compagnia di San Paolo, lanciano una campagna per stimolare competitività positiva e generare iniziative misurabili in termini di impatto su una fra le sfide più urgenti in senso globale: la salvaguardia dell’ambiente attraverso il coinvolgimento attivo del singolo nella sua quotidianità.

L’iniziativa è legata a “Sportivi per Natura”, il bando lanciato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nel febbraio del 2022 con lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza sulla pratica dell’attività fisica a contatto con la natura e di contribuire ad accelerare la ripresa delle associazioni sportive del proprio territorio di riferimento nel periodo post – pandemico. Con un budget dedicato di oltre 1 mln di euro, la Compagnia ha selezionato 18 progetti di organizzazioni no profit di Piemonte e Liguria che hanno partecipato al bando e che sono volti a generare un impatto collettivo sul benessere delle persone, aumentando e promuovendo l’offerta di attività fisica e sportiva e la cultura dell’ambiente e del capitale naturale, incentivandone la fruizione consapevole.

Siamo molto soddisfatti dell’avvio di questa partnership” – ha dichiarato Alberto Anfossi, Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo – “condividiamo con AWorld intenti e obiettivi. Da un lato sentiamo la necessità di valorizzare i progetti sostenuti in questi anni dalle Missioni Proteggere l’Ambiente e Promuovere il Benessere, che fanno parte dell’Obiettivo Pianeta e che da tempo mettono in campo azioni multidisciplinari e integrate per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza delle attività fisiche e sportive a contatto con la natura e sui relativi benefici per l’ambiente. Dall’altro lato, anche alla luce del nostro Piano strategico 2021-2024, vogliamo impostare una metrica condivisa per misurare l’impatto del nostro operato e contribuire in modo più efficace al raggiungimento degli Obiettivi dello sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sulla quale abbiamo impostato il nostro agire. Per questa ragione abbiamo lanciato la challenge ‘Sostenibili per Natura’ che siamo certi sarà un successo”.

“Siamo davvero orgogliosi di aver costruito una partnership insieme a Fondazione Compagnia di San Paolo. L’aver trovato una base valoriale comune, fatta di attività e best practices rivolte alla salute delle persone e dell’ambiente, ci ha permesso di avere una visione condivisa orientata al lungo periodo, per raggiungere un futuro sempre più consapevole. Grazie a “Sostenibili per Natura” intendiamo ristabilire un legame diretto con il territorio – attraverso gli enti che lo tutelano – e le persone che lo vivono. L’obiettivo è grande, ma essere supportati da una Fondazione come Compagnia di San Paolo ci dà la forza di proseguire con i nostri intenti.” – afferma Marco Armellino, Presidente e co-fondatore di AWorld.

La campagna, lanciata sulla piattaforma di AWorld con il nome “Sostenibili per Natura”, verrà attivata in formato digitale a partire da giovedì 3 novembre e sarà impostata come sfida tra i vari progetti selezionati nel bando “Sportivi per Natura”, con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di persone possibili. I partecipanti potranno accedere a contenuti formativi, missioni di engagement e stimoli quotidiani focalizzati su sport e sostenibilità ambientale.

L’obiettivo è di registrare sull’app le azioni virtuose e in grado di generare un impatto collettivo sul Benessere delle persone e sull’Ambiente. All’interno del team “Sostenibili per Natura” ciascun ente avrà la possibilità di prendere parte con il proprio gruppo a un torneo digitale che premierà l’ente che avrà coinvolto una community più ampia, generato più azioni e letto più contenuti, a supporto della creazione di una vera e propria Cultura della Sostenibilità.

Scaricando l’App di AWorld potrai unirti alla challenge: www.aworld.org

L’aria in Piemonte, la situazione. Accordo tra Legambiente e Arpa

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Il 2022 si sta concludendo come un anno negativo per la qualità dell’aria in Piemonte.

Ad oggi i superamenti di PM10 a Torino e in tutta la regione registrano un peggioramento rispetto agli anni scorsi, anche se il trend di miglioramento, se paragonato ai primi anni 2000, continua ad esserci.

I dati
Il numero di giorni/anno di superamento a Torino al 27 ottobre 2022

Torino Grassi al 3 ottobre scorso aveva 69 superamenti. A differenze delle altre stazioni citate che dispongono di misuratori automatici disponibili in continuo, il dato della stazione Torino Grassi è aggiornato al 3 ottobre in quanto dati rilevati con campionatori gravimetrici sono determinati con analisi di laboratorio che richiede tempistiche di produzione del dato più lungo.
Complice di questo stato della qualità dell’aria è certamente l’anomalia climatica che ci ha colpito da inizio anno con scarsità di precipitazioni e temperature quasi sempre sopra la media.

Lo studio scientifico
Arpa Piemonte, con uno studio scientifico pubblicato a inizio anno sulla rivista “atmosphere”, ha analizzato il rapporto tra qualità dell’aria della Pianura Padana, e quindi dei dati del Piemonte, con altre realtà critiche europee.
L’articolo pubblicato analizza nel dettaglio il perché, pur a fronte di un nettissimo miglioramento emissivo ottenuto negli ultimi decenni attraverso la applicazione diffusa delle migliori tecniche disponibili, ancora oggi il rispetto dei limiti per il PM10 e gli ossidi di azoto non è garantito sul territorio, ed il Piemonte (Torino in particolare) è ancora molto distante dal rispetto delle normative europee.

Lo studio riporta che, nelle stagioni fredde, la velocità del vento, l’altezza dello strato rimescolato e la pressione atmosferica che si verificano nel bacino del Po sono da tre a cinque volte meno efficiente nel diluire e disperdere gli inquinanti rispetto alle regioni a nord delle Alpi, causando la stagnazione degli inquinanti e la trasformazione chimica dei precursori gassosi in particolato” spiega il Direttore Generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto.

La APP Aria Piemonte
Arpa Piemonte ha realizzato una App, per diffondere i dati di qualità dell’aria prodotti dall’Agenzia attraverso le misurazioni delle stazioni del Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria e le simulazioni modellistiche prodotte dal Sistema Modellistico Regionale di Qualità dell’Aria.
Sono riportate le informazioni giornaliere sullo stato di qualità dell’aria osservato negli ultimi trenta giorni e previsto per il giorno in corso ed i due giorni successivi sul territorio regionale. Le informazioni riguardano gli inquinanti a maggiore criticità in Piemonte, ovvero:

  • il particolato PM10, di cui viene visualizzata la concentrazione media giornaliera (il valore limite è 50 μg/​m³, da non superare per più di 35 giorni per anno solare)
  • il biossido di azoto NO₂, di cui viene visualizzato il valore della massima media oraria (il valore limite è 200 μg/​m³, da non superare per più di 18 ore per anno solare)
  • l’ozono O₃ di cui viene visualizzato il valore della massima media mobile su otto ore (il valore obbiettivo è 120 μg/​m³, da non superare per più di 25 giorni per anno solare)

Inoltre, sono visualizzati i livelli del protocollo operativo per l’attuazione delle misure urgenti antismog (semaforo) adottato dalla Regione Piemonte per prevenire l’eventuale occorrenza dei superamenti del valore limite giornaliero di PM10.

Chiunque può scaricare l’applicazione ai link:
o   web: https://webgis.arpa.piemonte.it/aria_piemonte
o   android: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.piemonte.arpa.aria
o   ios: https://apps.apple.com/us/app/aria-piemonte/id1634624529

Il Protocollo d’Intesa
Ieri è stato siglato il Protocollo d’Intesa tra Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Arpa Piemonte: firma unica in Italia.
Legambiente e Arpa, tenendo conto della distinzione dei rispettivi ruoli e delle competenze istituzionali, intendono realizzare questo rapporto di collaborazione e confronto sulle tematiche ambientali per avviare attività in comune volte all’obiettivo che accomuna entrambi: migliorare ancora di più la tutela dell’ambiente e la conseguente difesa della salute pubblica.
Gli ambiti di collaborazione saranno ad esempio: partecipazione a eventi e progetti comuni, partecipazione a bandi di finanziamento per progetti di tutela ambientali, corsi di formazione o condivisione di dati e informazioni ambientali.

La situazione ambientale piemontese, come noto, ha delle criticità che non possiamo assolutamente sottovalutare e sottostimare – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – A partire dalla qualità dell’aria per arrivare all’inquinamento delle acque (pensiamo in particolare alla situazione legata all’emissione di PFAS dalla Solvay di Spinetta Marengo); da una gestione dei rifiuti deficitaria ad un territorio particolarmente esposto ad eventi estremi e ad alto rischio idrogeologico. Questo protocollo d’intesa è firmato nell’ottica di una collaborazione che possa permettere una maggiore condivisione dei dati, così da meglio comprendere i processi in corso e mettere in campo le soluzioni più adatte in tempi rapidi”.

Analisi dei dati e volontariato ambientale possono dare un contributo molto importante alla conoscenza del territorio, con campagne di raccolta dati e azioni di sensibilizzazione, come dimostrano le tante esperienze che Legambiente PVDA ha già messo in campo in questi anni – ribadisce Alice De Marco, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Aumentare la consapevolezza riguardo l’ambiente che ci circonda, inoltre, ci aiuta a prendercene cura e a sentirlo nostro, rafforzando il senso di comunità e soprattutto di corresponsabilità, fattore indispensabile”.

Il protocollo d’intesa, unico in Italia, sigla una collaborazione in essere già da anni – conclude Angelo Robotto – Mettere a fattor comune le conoscenze, le iniziative, le metodologie, le ricerche, i dati, nel rispetto dei diversi ruoli, darà al Piemonte la possibilità di avere una uno sguardo attento sull’ambiente non solo a 360° ma ancora più coordinato e quindi sempre più efficace ed efficiente

Misure antismog: da giovedi 27 ottobre scatta il livello arancio

I dati previsionali forniti da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Alle limitazioni strutturali in vigore, per il trasporto persone si aggiungerà il blocco dei veicoli diesel con omologazione Euro 5 valido tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19, mentre il blocco dei veicoli diesel Euro 3 e Euro 4 verrà esteso alle giornate di sabato e domenica, sempre dalle ore 8 alle 19.
Per i veicoli adibiti al trasporto merci si bloccheranno anche i diesel con omologazione Euro 3 ed Euro 4, tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19.

Con l’attivazione del livello arancio si fermeranno anche tutti i veicoli dotati di dispositivo “Move In”.

Si ricorda che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

A Chieri 500 nuovi alberi e arbusti

Nuove piantumazioni ed aree boscate realizzategrazie al progetto sulla forestazione urbana e periurbana

 

In questi giorni in diverse zone di Chieri si stanno ultimando i lavori di messa a dimora di alberi e arbusti autoctoni finanziati dal ministero dell’Ambiente quali azioni di sequestro di carbonio, cioè volti alla riduzione della CO2.

Il finanziamento, ottenuto e gestito da Città Metropolitana di Torino, interessa 20 comuni metropolitani per un totale di circa 2,5 milioni di euro suddivisi in 5 progetti da 500 mila euro.

Il progetto denominato “Foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane – Lotto CMTO5 – Corona verde area metropolitana”, si sviluppa su tre comuni, Chieri, Torino e Venaria Reale.

«Questo progetto prevede per Chieri il piantamento di circa 5500 tra alberi e arbusti, le cui specie più rappresentative sono pioppi, farnie, ciliegi, frassini, olmi, carpini, biancospini, cornioli, ecc. -spiega Massimo CEPPI, assessore all’Ambiente e alla Pianificazione e gestione del verde pubblico del Comune di Chieri- Si sta piantando lungo i corsi d’acqua Ravetta, Vallo e Tepice, dove oltre al sequestro del carbonio, si contribuirà a migliorare la funzionalità ecologica dei rii e ad incrementare la biodiversità; inoltre, si realizzeranno aree boscate anche vicino al Liceo Monti, a margine degli orti urbani e a Fontaneto. La stima del beneficio ambientale atteso per il nostro comune è pari a circa 3300 t di CO2 equivalente sequestrate in 18 anni, oltre ad un contributo alla ricostituzione di boschi planiziali poco presenti nelle pianure del bacino padano, area in cui gli sforamenti dei limiti inerenti la qualità dell’aria sono purtroppo molto numerosi».

L’apoteosi della natura nel Delta del Po

È già bello sul Monviso quando nasce ma è ancora più spettacolare vederlo quando il suo lungo percorso si conclude nell’Adriatico.

È forse l’autunno il periodo migliore per navigare il Grande Fiume nel Parco del Delta del Po tra la Romagna e il Veneto. L’esplosione dei colori autunnali rende il paesaggio ancora più affascinante. Uno scenario molto vario, mutevole, dai campi coltivati alla laguna, dalle dune sabbiose ai boschi e ai fitti canneti. Sullo sfondo si stagliano le pinete litoranee che svettano sulle distese d’acqua, discendenti di quelle piantate dai romani duemila anni fa per rifornire i cantieri navali. Quelle lagune e quelle paludi che fermarono gli eserciti invasori e protessero Ravenna facendola diventare, dopo il crollo di Roma, tre volte capitale, dell’Impero romano d’Occidente, del regno ostrogoto e poi baluardo italiano dell’Impero bizantino. Sopra di noi nel parco volano centinaia di uccelli in un festoso viavai, un autentico paradiso per i volatili, sia migratori che stanziali. Un grande spettacolo naturale da non perdere, immersi in un ambiente incantevole tra pioppi, arbusti e orchidee, fenicotteri, gabbiani rosati e centinaia di altri uccelli. A Porto Tolle, nella parte veneta del Delta, si arriva facilmente in auto. Da qui muovono le barche per l’esplorazione, qui comincia l’avventura in un groviglio di lagune salmastre, stagni, piccoli e grandi rami del fiume e sbocchi al mare e tutto diventa misterioso, quasi magico. Carpe, cefali, tinche, lucci popolano canali, fiumi e paludi ma sono gli uccelli la parte più ricca e interessante della fauna del Delta, appartengono a oltre 300 specie ed è facile vederli sugli alberi mentre sulle rive del Po e dei canali svolazzano aironi, garzette, cormorani, il falco di palude, l’usignolo di fiume, il gabbiano reale, il cavaliere d’Italia, la pettegola, l’avocetta, l’ibis, gheppi, poiane e tanti altri. I volatili migratori giunti dai Paesi freddi del nord trovano nel Delta un rifugio sicuro e adatto allo svernamento, in inverno migliaia di anatre come il germano reale affollano le distese d’acqua e in primavera gli aironi e le garzette si riproducono nei canneti e lungo gli stagni. Per alcuni il Delta del Po è deprimente e triste, per la nebbia, per le zanzare (meglio comunque evitare l’estate) e per la piattezza del paesaggio. In realtà è un colpo d’occhio eccezionale, un’esperienza unica. Sarebbe bello che il grande fiume fosse navigabile da Torino fino all’Adriatico, fino al Parco regionale del Delta del Po. Per adesso lo è solo parzialmente, da Cremona al mare per quasi 300 chilometri.                                          Filippo Re

Emergenza smog nel bacino padano, l’appello di Legambiente


“Il futuro Governo e le Regioni mettano la qualità dell’aria tra le priorità”
Le proposte dell’associazione ambientalista alle istituzioni: piano di riduzione delle emissioni agricole, disincentivo all’uso del mezzo privato, miglioramento del trasporto pubblico locale, riduzione dei limiti di velocità in autostrada e riconversione impianti di riscaldamento

 

L’entrata in carica del nuovo Parlamento coincide quest’anno con l’avvio della stagione “calda” per la qualità dell’aria in pianura padana. Secondo i dati di Legambiente del 2021 sulla qualità dell’aria in città, infatti, i livelli di sostanze inquinanti misurati nei capoluoghi del Nord Italia hanno superato decisamente i valori consigliati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, esponendo residenti e lavoratori a condizioni ambientali dannose per la loro salute.

D’altra parte, sono ancora presenti le condizioni che hanno portato l’Unione Europea ad aprire nei confronti dell’Italia ben tre procedure d’infrazione in materia di qualità dell’aria: la prima infrazione, la 2014/2147, si è “concretizzata” nel 2020 attraverso la sentenza di condanna da parte della Corte europea di giustizia (causa 644/18); per la seconda infrazione (2015/2043), relativa ai superamenti da NO2, la Commissione ha aperto un contenzioso facendo ricorso alla Corte europea di giustizia (causa 573/19) che, nel maggio 2022, le ha dato ragione e ci ha dunque condannato anche per questa seconda procedura. La terza, la 2020/2299 relativa ai superamenti per il PM2,5, è ancora agli inizi del procedimento. Senza dimenticare poi che l’Unione Europea sta per aggiornare la direttiva aria con la quale verosimilmente verranno adottati limiti più stringenti rispetto agli attuali.

Legambiente e in particolare i comitati regionali del bacino padano, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, ribadiscono la necessità di un’azione trasversale a scala nazionale e regionale perché l’Accordo per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano” preveda azioni concrete per mantenere bassi i livelli di sostanze inquinanti nel corso della stagione invernalea partire dal settore agricolo, il primo responsabile dell’inquinamento da polveri secondo l’ultima analisi effettuata dalle agenzie ARPA, fino al settore trasporti e riscaldamento domestico.

“L’aggiornamento delle linee guida da parte dell’OMS e la prossima emanazione di una nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria devono essere uno sprone per i decisori politici italiani – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – non si dovranno chiedere deroghe all’Unione Europea, ma occorrerà dimostrare di saper spendere in modo saggio le risorse europee per favorire una vera transizione ecologica. Oltre alle proposte che riguardano la mobilità su scala urbana che chiediamo da tempo, riteniamo infatti necessaria un’azione trasversale e coordinata, per consentire all’accordo per la qualità dell’aria del bacino padano di arrivare a risultati concreti riducendo il più presto possibile il livello di inquinamento atmosferico, ogni anno responsabile di oltre 350.000 morti nell’intera Unione Europea, di cui 50.000 solo in Italia”.

“È fondamentale che le risorse pubbliche a disposizione vengano indirizzate verso le azioni più efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico, che devono riguardare traffico, riscaldamento e settore agricolo, che gli studi confermato essere molto impattante sulla qualità dell’aria. – sottolinea Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta assieme ai presidenti dei comitati regionali di Legambiente dell’area padana – Anche i fondi destinati al comparto delle infrastrutture di collegamento non possono essere sprecati per finanziare progetti vecchi e nuovi di autostrade, che sono causa di aumento delle emissioni: trasporto pubblico e infrastrutture ferroviarie devono essere al centro della strategia di investimenti delle Regioni sul trasporto.”

“Ma questo inverno la vera incognita sarà l’utilizzo di impianti a biomasse, – conclude Prino – che verranno utilizzati di più, dove presenti, in sostituzione di quelli a metano. Un danno per l’aria che le Regioni devono evitare potenziando la comunicazione finalizzata all’utilizzo dei fondi per la sostituzione degli impianti più vecchi, per aumentarne l’informazione sul loro corretto utilizzo, oltre che definendo ed aumentando i controlli.

Le proposte. Partendo dal settore agricolo, che ha una responsabilità di primo piano per quanto riguarda l’emergenza smog invernale, occorre innanzitutto rafforzare il sistema dei controlli, parallelamente al sostegno all’applicazione delle soluzioni tecnologiche più avanzate per ridurre le emissioni. Per questo, le Regioni dovranno definire una programmazione dedicata del Piano Strategico della PAC (Politica Agricola Comunitaria) che allochi risorse per investimenti finalizzati alla riduzione delle emissioni di ammoniaca, inquinante responsabile della formazione delle polveri sottili, per il quale ad oggi non sono state ancora adottate politiche incisive.
Serve inoltre che le Regioni, insieme alle associazioni di categoria, definiscano un programma per la riduzione del carico zootecnico, portandolo a livelli compatibili con i limiti posti dalla direttiva Nitrati per ridurre complessivamente i quantitativi di composti dell’azoto che oggi impattano sull’aria e sui corpi idrici.
È necessario, sempre per limitare le emissioni di ammoniaca, che il recente decreto interministeriale sull’utilizzo del digestato ottenuto da liquami ne imponga l’impiego in campo esclusivamente attraverso tecniche che ne assicurino l’immediato interramento.
Per quanto riguarda il settore dei trasporti occorrono risorse per rendere il Trasporto Pubblico Locale competitivo rispetto alla mobilità automobilistica, sia da quello dei mezzi disponibili, sia dal punto di vista del personale soprattutto in alcuni capoluoghi.
È importante, in parallelo, un intervento del Governo sui limiti di velocità in autostrada per limitare le emissioni provenienti dal traffico su lunga distanza: ad esempio si può agire riducendo a 100 km/h la velocità massima nel corso dei mesi invernali (ottobre-marzo), velocità che si dimostra essere adeguata a garantire una sostanziale riduzione nelle emissioni come ha sottolineato l’Agenzia Europea per l’Ambiente (link).
E ancora un sostegno alla riconversione degli impianti di riscaldamento: a fronte dell’innalzamento del prezzo dei combustibili fossili, in particolare del metano, è atteso un incremento dell’utilizzo degli impianti di riscaldamento a biomassa (stufe e camini), che tuttavia già negli anni passati hanno contribuito negativamente alla qualità dell’aria.
Tra le proposte del cigno verde anche la messa a punto di azioni di informazione e sensibilizzazione dei cittadini e forme di incentivazione che promuovano, insieme al processo di transizione degli impianti di riscaldamento verso i sistemi elettrici (pompe di calore) e all’efficientamento degli edifici, la sostituzione degli impianti a biomassa obsoleti con quelli moderni a basse emissioni. Si necessita, per questo, lo stanziamento di incentivi adeguati, oltre alla promozione di un sistema di controlli che consenta, tra le altre cose, di aggiornare i dati contenuti nei Catasti regionali degli impianti termici, favorendo così sia le sostituzioni sia il monitoraggio delle emissioni in atmosfera prodotte dal settore residenziale Il tutto deve essere accompagnato da una campagna informativa che, oltre a promuovere l’utilizzo di tali risorse, spieghi anche il corretto utilizzo di tali impianti

Danni da gelate: in arrivo i fondi regionali

Il presidente della Regione Cirio e l’assessore all’Agricoltura Protopapa: “Una boccata di ossigeno in un momento complesso anche per le nostre imprese agricole”

Sono 710 le aziende agricole piemontesi che beneficeranno dei ristori per i danni causati dalle gelate del 7 e 8 aprile 2021, evento riconosciuto come calamità naturale, nelle province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli e nella Città Metropolitana di Torino.

La risorsa finanziaria complessiva, derivante dal Fondo di solidarietà nazionale in Agricoltura e assegnata al Piemonte, è di 13,4 milioni di euro. Per le produzioni vegetali il contributo complessivo è di 11.422.735 euro e per le produzioni apistiche è di 1.236.115.

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa, in seguito alla fase istruttoria, ha stabilito di erogare la percentuale massima di contributo alle aziende agricole danneggiate.

Sulla base di tale decisione, nei prossimi giorni si provvederà alla liquidazione dei contributi ai beneficiari ammessi a finanziamento.

In provincia di TORINO in totale sono 102 le aziende che riceveranno 1.774.000 euro di ristori:

– 59 beneficiari per produzioni vegetali

– 40 beneficiari per produzioni apistiche

– 3 beneficiari per produzioni apistiche più vegetali

“Questi fondi rappresentano una boccata di ossigeno importante per i nostri agricoltori, che dopo le gelate dello scorso anno questa estate hanno dovuto fare invece i conti con l’emergenza della siccità e adesso con i rincari di energia e carburanti. La Regione è già al lavoro per predisporre ulteriori misure che possano aiutare il settore ad affrontare questo momento difficile per le nostre famiglie e le nostre aziende”, dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

“I ristori vanno a coprire l’ammontare complessivo dei danni da gelate che hanno colpito i raccolti e trasmessi all’Assessorato regionale all’Agricoltura dai territori interessati dall’evento calamitoso del 2021 – precisa l’assessore regionale Marco Protopapa – I fondi assegnati sono a sostegno delle aziende agricole piemontesi per favorire la ripresa delle attività produttive e tra queste rientrano anche le aziende apistiche”.

Lago d’Orta: nuovi campionamenti per le microplastiche

 

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Circolo Legambiente “Gli Amici del Lago”, ENEA, ARPA Piemonte promuovono una nuova sessione di monitoraggio delle acque del Lago d’Orta. Oggetto dell’indagine le microplastiche

 

Proseguono i campionamenti per monitorare la presenza di microplastiche nel lago d’Orta, individuato a livello nazionale come uno dei laghi “campione” per effettuare studi e ricerche su questa criticità ambientale. Dopo il riscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici, la presenza di microplastiche nelle acque costituisce una della maggiori preoccupazioni della comunità scientifica, impegnata a comprendere al meglio i possibili scenari futuri e l’impatto che possono avere sugli ecosistemi e sulla qualità della vita degli organismi viventi del pianeta. Questo progetto di ricerca sul Cusio vede capofila Legambiente Piemonte, attraverso i suoi circoli territoriali,  con la collaborazione scientifica di ENEA, ARPA Piemonte e del CNR Irsa.
Le attività sono finalizzate alla condivisione del protocollo “Blue Lakes”.Nella giornata di martedì 18 ottobre il gruppo di tecnici di ARPA Piemonte e ricercatori di ENEA, con il supporto logistico di Legambiente e del circolo SUB Novara Laghi e di Ecomuseo del Cusio ha effettuato un nuovo monitoraggio su tre transetti dislocati in varie aree del lago per raccogliere i campioni che verranno poi analizzati nei laboratori di ARPA Piemonte ed ENEA Casaccia. Questi prelievi seguono i prelievi già effettuati lo scorso mese di maggio per poter disporre di una continuità a fini statistici anche con il variare delle stagioni e delle relative condizioni meteo.

Più nello specifico le attività di campionamento avranno l’obiettivo di testare, in superficie, le prestazioni della nuova rete “Manta” (con maglia 100 µm acquistata da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta grazie al finanziamento della Fondazione Compagnia di San Paolo) e, in profondità, il retino “Bongo”, già utilizzato nel corso delle campagne Blue Lakes sui laghi pilota del progetto.

I risultati delle analisi saranno resi pubblici nella primavera 2023.

“L’attività di networking in corso sul Lago d’Orta in collaborazione con Arpa Piemonte – ha dichiarato Maria Sighicelli del Laboratorio di Biodiversità e servizi ecosistemici dell’ENEA e responsabile scientifica del Progetto LIFE Blue Lake – ci consente di implementare il protocollo BlueLakes, messo a punto durante i due anni di campagne sugli altri laghi pilota. Il Lago d’Orta diventa dunque il riferimento su queste attività per tutti i laghi subalpini”.

“Con le attività odierne – ha affermato Massimiliano Caligara, presidente del Circolo Legambiente Gli Amici del Lago e membro del consiglio di presidenza di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – continuiamo in un’azione di rafforzamento delle conoscenze tecnico-scientifiche sulle microplastiche nel lago d’Orta. Anche oggi, con il secondo campionamento stagionale, miriamo a rendere quest’attività continuativa, parte di un monitoraggio costante di quella che è un’importante risorsa idrica non solo per il Piemonte, ma per tutto il nord-ovest”

Il prossimo 11 novembre, nell’ambito di un evento di portata nazionale dedicato organizzato ad Orta, Legambiente farà il punto delle ricerche condotte insieme ad Arpa Piemonte ed ENEA sulle microplastiche e più in generale sulla tutela degli ecosistemi lacustri anche a fronte dei cambiamenti climatici.