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Intesa tra Regione e Cai per attività in ambiente naturale

Valorizzare e promuovere il patrimonio naturale, culturale e paesaggistico delle montagne e sviluppare forme eco-compatibili di gestione e di sviluppo del turismo montano, compreso l’utilizzo delle tecnologie digitali, sono gli obiettivi che si pone il protocollo d’intesa stipulato tra Regione Piemonte e Gruppo regionale Piemonte del Club Alpino Italiano.

Il documento, valido tre anni, è stato presentato  dal Vicepresidente e Assessore alla Montagna della Regione Piemonte e dal Presidente e dal Vicepresidente del Gruppo regionale Piemonte del CAI.

Il Vicepresidente della Regione ha potuto così annunciare la continuazione di una collaborazione consolidata da alcuni anni, che permetterà alle persone che vogliono praticare la montagna di percorrere sentieri sempre curati e di essere consigliate sull’utilizzo di un corretto equipaggiamento. Ha inoltre affermato che questa Amministrazione ritiene il miglioramento dell’economia dei territori montani fondamentale per lo sviluppo dell’intero Piemonte e che la pandemia ha insegnato che il ripopolamento della montagna necessita della disponibilità di servizi adeguati.

Presidente e vicepresidente del Gruppo regionale Piemonte del CAI hanno sottolineato l’importanza che riveste questo nuovo accordo con la Regione, in cui credono molto, ed hanno garantito l’impegno dei propri associati per rendere sempre più accessibili e sicuri i percorsi escursionistici nella Regione e per adeguare i rifugi CAI anche alle nuove esigenze dettate dai cambiamenti climatici in atto.

Cosa prevede il protocollo

Regione e CAI si impegnano a favorire la frequentazione della montagna nel rispetto di adeguate condizioni di sicurezza, ad assicurare la tutela dell’ambiente montano, a promuovere la Carta etica della Montagna tramite azioni volte a valorizzare l’economia locale secondo una frequentazione turistica sostenibile e socialmente inclusiva che presenti percorsi innovativi di fruizione capaci di coinvolgere anche le le famiglie, i bambini e le persone con difficoltà.

Per ottenere questi risultati sono previsti diversi interventi:

* adeguamento normativo e miglioramento della qualità dell’offerta dei rifugi alpini ed escursionistici di proprietà del CAI;

* verifica delle caratteristiche, della frequentazione e della ricettività dei percorsi, delle vie ferrate e dei siti di arrampicata inseriti nella rete escursionistica regionale, con particolare attenzione alla Grande Traversata delle Alpi, alla Via Francigena e agli itinerari storico-devozionali;

* manutenzione dei sentieri e ripristino della segnaletica direzionale e di richiamo della rete sentieristica di rilevanza regionale e della Grande Traversata delle Alpi, nel rispetto delle priorità e delle indicazioni stabilite dalla Regione Piemonte;

* formazione degli operatori per la manutenzione dei sentieri;

* condivisione di azioni di divulgazione, comunicazione e promozione dell’offerta turistica e di promozione culturale della montagna piemontese nel rispetto del patrimonio ambientale, storico e culturale in coerenza con gli obiettivi della Carta Etica, anche con l’organizzazione di specifiche iniziative di sensibilizzazione dei giovani.

Le risorse necessarie verranno reperite dalle fonti di finanziamento regionali, nazionali e comunitarie.

Le attività previste dal protocollo saranno coordinate da una cabina di regia composta da quattro persone, due nominate dalla Regione e due dal CAI.

Siccità, oltre 200 interventi finanziati in Piemonte

 

Quasi 6,8 milioni di euro per opere di somma urgenza e più di 800 mila euro per trasportare acqua con le autobotti

 

Con l’accoglimento della richiesta dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, sono in arrivo in Piemonte 7,6 milioni di euro per intervenire sull’emergenza idrica che da settimane sta mettendo a dura prova il territorio. In particolare, quasi 6,8 milioni di euro sono destinati a 102 interventi di somma urgenza e più di 800 mila euro vengono utilizzati per 142 interventi di trasporto dell’acqua con le autobotti.

«Si tratta di un primo stanziamento per le somme urgenze che ci sono state segnalate dai territori più colpiti. Abbiamo però trasmesso a Roma una ricognizione più approfondita di interventi meno urgenti, ma che riteniamo comunque necessari per prevenire il ripetersi in futuro di situazioni come questa e ci auguriamo che anche su queste altre opere possa arrivare al più presto un sostegno – commentano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, coordinatore delle attività del tavolo per l’emergenza idrica e l’assessore alla Protezione Civile Marco Gabusi –. Siamo in presenza di un’emergenza in cui la rapidità degli interventi è determinante. Siamo perciò soddisfatti della velocità con cui il governo ha risposto alle nostre richieste stanziando subito una prima tranche di risorse da destinare alle somme urgenze. Questo è il primo passo di un percorso più strutturale che dobbiamo però fare tutti con rapidità se vogliamo dare un vero aiuto ai territori che maggiormente stanno soffrendo in questo momento».

«Ora auspichiamo che con altrettanta rapidità il Governo accolga anche la richiesta della stato di calamità per l’agricoltura – aggiunge l’assessore alla Agricoltura Marco Protopapa – indispensabile sia per ristorare i nostri agricoltori di fronte ai danni causati da questa prolungata siccità, ma anche per attivare gli investimenti necessari per una futura nuova gestione dell’acqua».

Gli interventi riguardano le interconnessioni di rete, la sostituzione o il potenziamento di pompe, le opere di progettazione per il potenziamento di sorgenti o di sostituzione della rete idrica e il ripristino di pozzi già esistenti e abbandonati, ovvero opere che servono per evitare il picco di criticità dei mesi estivi. Sono inclusi anche gli interventi di distribuzione di risorse idriche con autobotti nei Comuni che ne hanno dichiarato la necessità.

In particolare, alla provincia di Alessandria sono destinati 95.000 euro per due interventi con autobotti.
Alla provincia di Biella vanno quasi 111.000 euro per 19 interventi: circa 42.000 euro sono destinati alle autobotti e 69.000 alle somme urgenze.
In provincia di Cuneo arrivano quasi 3,3 milioni di euro per 34 interventi quasi interamente in somma urgenza.
Alla provincia di Novara sono destinati oltre 1,7 milioni di euro per 22 interventi, di cui 68.000 per le autobotti e il resto per opere di somma urgenza.
In provincia di Torino sono in arrivo oltre 209.000 euro per 23 interventi, di cui 155.000 euro vanno alle somme urgenze e 54.000 per le autobotti.
In provincia di Vercelli vanno circa 17.000 per 7 interventi, la maggior parte dei quali per interventi con autobotti per un importo di 12.000 euro e la rimanente parte per le somme urgenze.
Per il Verbano Cusio Ossola sono stati stanziati oltre 2,1 milioni per 65 interventi: quasi 1,6 milioni sono destinati agli interventi di somma urgenza e oltre 540.000 euro alle autobotti.

Presentato il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica per un Piemonte più connesso, sicuro,  sano e competitivo

Il Piemonte punta a diventare la prima Regione in Europa per chilometri ciclabili attrezzati. Per farlo la Regione Piemonte mette in campo 40 milioni di euro di fondi europei per attuare il Piano Regionale della Mobilità Ciclisticapresentato oggi a Torino alla presenza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, degli assessori ai Trasporti Marco Gabusi, al Turismo Vittoria Poggio e all’Ambiente Matteo Marnati, dei rappresentanti dell’ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani e della FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, oltre al partner italo-olandese Decisio, che ha collaborato alla stesura del Piano.

Frutto di due anni di intenso lavoro, il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica rappresenta lo strumento di pianificazione e programmazione di settore che la Regione predispone e approva con cadenza triennale per conseguire le finalità della legge e in coerenza con il Piano Nazionale della Mobilità Ciclistica.

«Il Piemonte punta a diventare la prima regione in Europa per piste ciclabili attrezzate e questo Piano ci aiuterà a raggiungere l’obiettivo – ha detto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Investiremo più di 40 milioni di euro, attraverso i fondi europei del Fesr, per dotare il nostro territorio di infrastrutture adeguate, perché la bici è una risorsa strategica non solo per la mobilità ecologica ma anche per il turismo. E i turisti, come i cittadini, devono potersi muovere con facilità e in sicurezza lungo percorsi ciclabili adatti e strutturati.

Il Piemonte si posiziona tra le prime Regioni in Italia ad aver assunto una propria governance integrata per lo sviluppo di una rete ciclabile. Grazie a questo Piano la Regione traccia la via per un Piemonte in cui la bici sia una scelta sicura, piacevole e vantaggiosa per sempre più persone, al pari degli altri mezzi di trasporto. I Piemontesi amano andare in bici e dal 2001 l’utilizzo è cresciuto quasi spontaneamente del 35%, ma siamo ancora indietro rispetto ai modelli europei. Oggi il 3,5% degli spostamenti avviene in bicicletta: grazie all’applicazione di questo Piano da parte degli Enti Locali a cui si rivolge arriveremo all’8% nel 2030 e al 17% nel 2050.

Sarà compito della Regione Piemonte governare la transizione verso una mobilità sostenibile e ciclabile attraverso un approccio multidisciplinare e con una governance efficace in grado di sostenere funzioni di programmazione, attuazione, valutazione e coordinamento per diffondere la cultura della mobilità ciclistica e migliorare i processi decisionali.

Le azioni principali della Regione Piemonte consistono nell’individuare la rete che ricade nel suo territorio, nel definire gli indirizzi relativi alla predisposizione delle reti ciclabili in ambito urbano ed extraurbano, nell’individuare il sistema delle aree di sosta e le azioni per promuovere l’intermodalità, nel prevedere la realizzazione di azioni di comunicazione, educazione e formazione.

 

«Per usare una figura del ciclismo la Regione Piemonte vuole essere un gregario per portare alla vittoria tutto il modo che gira intorno alla bicicletta, che va dalla mobilità alle attività produttive, dalla quotidianità al benessere – evidenzia l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi -. Abbiamo ormai capito tutti che non basta una striscia colorata sull’asfalto per definire uno spazio ciclabile: per questo motivo abbiamo finanziato con fondi regionali studi e progetti in quattro capoluoghi di provincia e ora, con questo piano strategico siamo al fianco dei Sindaci per rendere i territori davvero fruibili per le due ruote.Il 57% dei pendolari si sposta per meno di 5 km e la distanza media percorsa all’interno dei Comuni è di 1.2 km per spostamento: questi sono elementi perfetti per muoversi in bicicletta e noi vogliamo rendere la bici il miglior mezzo di trasporto per questo tipo di spostamenti. Ma guardiamo con attenzione anche ai percorsi più lunghi: come evidenzia bene il Piano, sarà essenziale favorire l’intermodalità e l’estensione del servizio. Saremo perciò molto attenti a sviluppare gli interventi necessari sempre in collaborazione con gli Enti Locali». Gli ambiti d’intervento sono stati individuati utilizzando i criteri guida quali il collegamento da e verso le principali stazioni ferroviarie, il rango urbano all’interno del sistema della mobilità del quadrante e la presenza di rilevanti flussi di pendolarismo, il collegamento di bacini territoriali omogenei di almeno 30.000 abitanti e 10.000 addetti e la presenza di attrattori di rilievo come Università, poli sanitari, poli logistici, ecc.

 

«Con il nuovo piano regionale della mobilità ciclistica – commenta l’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio -, il Piemonte ambisce a scalare ulteriormente la classifica nazionale dei luoghi più attrezzati per la qualità dei percorsi urbani ed extra urbani, ma anche per l’offerta e la qualità dei servizi che secondo le indagini più recenti lo collocano tra i più ricercati. Si inserisce in questo novero il Gran Tour Unesco in Bicicletta, un progetto realizzato da VistPiemonte percorribile già oggi lungo i siti Patrimonio dell’Unesco, un anello di 600 chilometri che consente di andare alla scoperta di località uniche al mondo in modo «slow», tra capolavori artistici e naturali».

 

«Dobbiamo passare dai power point del Piano Regionale della Mobilità Ciclistica ai progetti veri e propri – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati –. Certamente i fondi e il Piano sono essenziali, ma non bastano: dobbiamo fare un importante percorso culturale che richiede un grande lavoro, è necessario convincere il cuore delle persone. Non abbiamo alternative: se non facciamo questo percorso avremo sempre più problemi, come stiamo vedendo purtroppo con le emergenze climatiche. La cosa più importante è la consapevolezza che bisogna spingere velocemente sulla diffusione di una mobilità sempre più sostenibile».

 

Il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica definisce gli indirizzi per l’aggiornamento della pianificazione degli Enti locali con norme tecniche e linee guida guardando alle migliori pratiche europee per l’attuazione della rete ciclabile di interesse regionale con l’obiettivo di favorire ed incentivare approcci sostenibili negli spostamenti sistematici quotidiani e del tempo libero.

 

Tra gli obiettivi strategici del Piano la sicurezza è al primo posto ponendo come punto d’arrivo l’eliminazione degli incidenti mortali entro il 2050. Parallelamente punta a ridurre l’inattività fisica e la sedentarietà del -15%.

 

Numerose, infatti, sono le chiavi di lettura che valorizzano il PRMC: Sicurezza e salute, Confort ed attrattività, Accessibilità, Percorribilità e velocità, Coerenza e coesione, Competitività e sviluppo economico. L’impegno di Regione Piemonte è quello di sostenere coerentemente il livello quali-quantitativo, i progressi generati del sistema trasportistico e la direzione verso la quale il sistema di mobilità sta evolvendo.

 

 

Cambiamenti climatici: il Piemonte in prima fila nel monitoraggio dell’ambiente alpino

 

Firmata la convenzione tra Arpa, Cai, Museo Nazionale della Montagna e Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche per migliorare la tutela ambientale attraverso il costante monitoraggio degli ambienti alpini in quota. L’assessore regionale all’Ambiente, Marnati: “i cambiamenti climatici ci impongono di velocizzare le tempistiche e di puntare sulla ricerca”

Ricerca scientifica, monitoraggio ambientale, climatologico e geomorfologico, rilevazioni in campo sono la base della convenzione firmata oggi tra il CAI – Club Alpino Italiano – Sezione di Torino, Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, IRPI – Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Arpa Piemonte nata dalla promozione di Regione Piemonte.

Le quattro realtà che hanno firmato la convezione mettono a fattor comune le loro competenze, le loro conoscenze, gli studi, le ricerche e le attività fin qui effettuate per migliorare la tutela ambientale attraverso una base dati che monitora e monitorerà con ancora più elementi la conoscenza degli ambienti alpini in quota nel tempo e potrà essere messa a disposizione sia della comunità scientifica che del pubblico attraverso azioni di divulgazione.

Il bacino glaciale della Bessanese è un’area dove viene svolta ricerca scientifica finalizzata ad approfondire, migliorare e divulgare le conoscenze circa gli effetti dei cambiamenti climatici sulla morfogenesi dell’ambiente alpino in generale e degli ambienti di alta quota in particolare, con specifico riferimento ai processi di instabilità naturale.

Il rifugio Gastaldi avrà due locali destinati all’attività di studio, ricerca, didattica e divulgazione che permetteranno non solo ai tecnici di poter operare sul posto, ma anche ai frequentatori di conoscere lo stato di avanzamento delle conoscenze e capire la montagna e il ghiaccio più a fondo.

“Abbiamo iniziato a studiare questo progetto – ha esordito l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – molto tempo fa perché consapevoli che la ricerca è un’arma importante anche, e soprattutto, per comprendere i cambiamenti climatici che, nel nostro Piemonte, hanno avuto un’accelerazione molto forte. Cambiamenti climatici che ci impongono di velocizzare le tempistiche che, quando si parla di ambiente, non sono di certo brevi. Puntare sulla ricerca dunque intervenendo con tutte le risorse che abbiamo a disposizione, e, visto che gli eventi atmosferici avvengono repentinamente, importante è avere più sensoristica possibile e affinare sempre più i metodi. Avere dunque qui, vicino, un avamposto pilota della ricerca è particolarmente importante”.

“Il riscaldamento particolarmente elevato sulle Alpi, conseguente ai cambiamenti climatici – afferma Angelo Robotto, direttore generale di Arpa Piemonte – sta aumentando i rischi in montagna con aumento dei crolli e delle colate di detriti. Nelle Alpi la manifestazione più evidente si osserva sui ghiacciai che negli ultimi decenni si sono ritirati, dimezzando la propria estensione originaria e, entro la fine del secolo, è possibile che tutti i ghiacciai alpini con pochissime eccezioni siano completamente scomparsi. In questo contesto, di forte evoluzione, è dunque importante da un lato studiare l’evoluzione ed i meccanismi che determinano questi impatti anche attraverso la realizzazione di laboratori permanenti in quota, e dall’altro fare formazione e divulgazione su questi temi portano direttamente a toccare con mano le bellezze e le fragilità della montagna”.

“Il Club Alpino Italiano, fondato in Torino nel 1863 per iniziativa di Quintino Sella – sottolinea Bruno Migliorati, presidente del CAI Piemonte – ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle Italiane, e la difesa del loro ambiente naturale. La convenzione che oggi firmiamo va in quella direzione: studio conoscenza, formazione, divulgazione, prevenzione e sviluppo sostenibile per la salvaguardia delle nostre montagne”.

“La Sezione di Torino del CAI è lieta di partecipare, in continuazione ideale con il passato, a questo progetto particolarmente importante soprattutto in tempi di drammatici cambiamenti del clima – aggiunge Marco Battain, presidente del CAI Torino –  Ed è così che una struttura centenaria come il “vecchio” Rifugio Gastaldi, da eredità del passato si trasforma in piattaforma per il futuro: l’osservazione in continuo del bacino della Bessanese e il rilievo scientifico di numerosi parametri che avranno come base operativa la “saletta del presente” consentiranno di quantificare l’evoluzione dei mutamenti in atto e di valutarne la pericolosità: i dati raccolti potranno essere oggetto non solo di considerazioni scientifiche/didattiche, ma anche di azioni divulgative”.

“La forte riduzione delle masse glaciali, la degradazione del permafrost e l’aumento dei processi di instabilità naturale, sono solo alcuni dei principali effetti del cambiamento climatico – dichiara Guido Nigrelli, ricercatore dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche –  Al fine di poter mettere a punto sempre più accurati scenari di pericolosità e di rischio e attuare una efficace formazione-divulgazione verso un utilizzo più sicuro della montagna, è necessario fare sistema, unendo strutture e conoscenze. L’iniziativa oggetto di questa convenzione va proprio in questa direzione, nel pieno rispetto di uno sviluppo sostenibile e di una salvaguardia delle nostre montagne”.

“Il ruolo della cultura della montagna nella contemporaneità vede in questa partnership un’importante occasione di potenziamento – osserva Daniela Berta, direttore del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” di Torino –  La memoria delle terre alte, la storia dell’alpinismo nelle Valli di Lanzo, l’evoluzione delle modalità di fruizione e delle condizioni ambientali, dialogheranno con l’osservazione e lo studio del presente, realizzando quel connubio oggi essenziale tra discipline, campi di ricerca, modi di guardare e di vedere. Strategico sarà poi l’asse tra Balme e Torino, con la restituzione al Museo dei risultati del lavoro condotto in quota e la divulgazione di contenuti non solo a favore degli amanti della montagna, ma di tutta la collettività: una finestra sempre aperta su temi oggi quanto mai urgenti, per contribuire alla costruzione di una piattaforma comune di valori e di consapevolezza”.

La convenzione ha una durata quinquennale.

Questo il link per il collegamento alla webcam al Rifugio Gastaldi

https://bessanese.panomax.com/

Ad Oulx il primo pannello degli alberi monumentali

Ad Oulx è stato posato il primo pannello descrittivo di un albero monumentale. L’inaugurazione sabato 2 luglio nel corso della fiera BOSTER 2022, presenti il sindaco di Oulx Andrea Terzolo, il direttore generale della Direzione Foreste del Mipaaf, Alessandra Stefani, il direttore regionale dell’assessorato Ambiente, Energia e Territorio, Stefania Crotta ed il direttore regionale Opere Pubbliche, Salvatore Femia.

L’albero è un Tiglio, un esemplare monumentale plurisecolare che radica ai margini di un prato ed estende la sua chioma a 24 metri di altezza.

“Abbiamo voluto simbolicamente porre il primo pannello descrittivo di un albero monumentale in occasione di un evento importante come BOSTER, la più importante Fiera del Nord Ovest dedicata al bosco ed al territorio che si è conclusa ieri con una notevole partecipazione di pubblico. Ora proseguiremo con la posa dei pannelli descrittivi degli Alberi monumentali che rappresentano uno straordinario patrimonio da proteggere e valorizzare”- dichiara il Vice Presidente della Regione Fabio Carosso.

Nel 2015 sono state avviate le operazioni di censimento degli alberi monumentali in tutta Italia, un bene comune da tutelare per il loro valore naturalistico, paesaggistico e storico-culturale: in Piemonte sono stati catalogati circa 250 esemplari.

Nel corso del 2022 il settore Foreste della Regione, grazie al finanziamento del Fondo nazionale per le foreste dedicato alla tutela e valorizzazione degli alberi monumentali e con il supporto tecnico dell’IPLA, ha curato la realizzazione dei pannelli descrittivi degli alberi censiti, così come previsto dal decreto che indicava la necessità di renderli riconoscibili.

La posa dei pannelli sul territorio piemontese sarà realizzata dalle squadre degli operai forestali regionali a partire da luglio, cominciando dalle località montane (con molti esemplari situati a quota superiore ai 2000 metri) per concludersi in autunno nelle aree planiziali.

Un Meeting Europeo di Fridays for future a Torino

Alla manifestazione sarà presente anche Greta


Caro direttore, siamo le attiviste e gli attivisti di Fridays for Future, il movimento che da tre anni riempie le piazze per chiedere azioni urgenti contro la crisi climatica.

La crisi climatica è un problema gravissimo che riguarda tutte e tutti noi. Per questa ragione riteniamo che sia di fondamentale importanza essere in prima linea per affrontarla.
Occupare la prima linea. È questo il senso di urgenza espresso dalla cantante capoverdiana Mo’ Kalamity nel brano “Frontline”.
“We’re on a deadline
We can’t be blind
Too much iniquity
We have to write another line
Of our history”
Essere in prima linea perché la terra ci sta urlando che è arrivato il momento di agire, perché non possiamo più essere ciechi difronte alle iniquità delle nostre società, perché tutti insieme possiamo scrivere un altro capitolo della nostra storia.
Fin dalle nostre prime campagne abbiamo detto che dobbiamo agire “TUTTI INSIEME, NESSUNO ESCLUSO“. E stiamo continuando su questa linea, reclamando a gran voce giustizia climatica ora!
Per continuare questa battaglia tutti insieme, stiamo organizzando un Meeting Europeo di Fridays for future che si terrà a Torino tra il 25 e il 29 di luglio e vedrà la presenza di più di 500 attiviste e attivisti in rappresentanza di 55 paesi del mondo. Sarà un evento importantissimo in cui si discuteranno questioni di organizzazione e rappresentanza interne così come rapporti e campagne da portare avanti negli anni che verranno.
Negli stessi giorni, sempre a Torino, abbiamo scelto di organizzare il Climate Social Camp assieme a tantissimi altri movimenti, associazioni, collettivi studenteschi e realtà sociali che si occupano della lotta alla crisi climatica e sociale.
Saranno cinque giorni di dibattiticonferenzediscussioni e concerti con ospiti internazionali.
Torino, sarà capitale europea della lotta per la giustizia climatica.
Tutti gli eventi nell’area del campeggio saranno totalmente gratuiti e accessibili a tutte e tutti, perché soltanto assieme possiamo pensare di farcela.
Organizzare l’evento però ha dei costi, e per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto.
Dona ora e sostieni il Climate Social Camp: https://www.retedeldono.it/it/climate-social-camp
Oltre a sostenerci per noi sarebbe importante che condividessi questo messaggio con quante più persone possibili.

Fridays for Future Torino

Lo stato di emergenza per la siccità finanzia 23 interventi nel Torinese

155.000 euro sono destinati agli interventi in somma urgenza e 54.000 al trasporto dell’acqua con autobotti

 

Con l’accoglimento della richiesta dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri sono in arrivo nel Torinese oltre 209.000 euro per 23 interventi, di cui 155.000 euro vanno agli interventi in somma urgenza e 54.000 al trasporto dell’acqua con autobotti

 

Le cifre fanno parte di un più ampio finanziamento per l’emergenza siccità che riserva al Piemonte 7,6 milioni di euro per intervenire sull’emergenza idrica che da settimane sta mettendo a dura prova il territorio.  In particolare, quasi 6,8 milioni di euro sono destinati a 102 interventi di somma urgenza e più di 800 mila euro vengono utilizzati per 142 interventi di trasporto dell’acqua con le autobotti.

 

«Si tratta di un primo stanziamento per le somme urgenze che ci sono state segnalate dai territori più colpitiAbbiamo però trasmesso a Roma una ricognizione più approfondita di interventi meno urgenti, ma che riteniamo comunque necessari per prevenire il ripetersi in futuro di situazioni come questa e ci auguriamo che anche su queste altre opere possa arrivare al più presto un sostegno – commentano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, coordinatore delle attività del tavolo per l’emergenza idrica e l’assessore alla Protezione Civile Marco Gabusi –. Siamo in presenza di un’emergenza in cui la rapidità degli interventi è determinante. Siamo perciò soddisfatti della velocità con cui il governo ha risposto alle nostre richieste stanziando subito una prima tranche di risorse da destinare alle somme urgenze. Questo è il primo passo di un percorso più strutturale che dobbiamo però fare tutti con rapidità se vogliamo dare un vero aiuto ai territori che maggiormente stanno soffrendo in questo momento».

 

«Ora auspichiamo che con altrettanta rapidità il Governo accolga anche la richiesta della stato di calamità per l’agricoltura – aggiunge l’assessore alla Agricoltura Marco Protopapa –  indispensabile sia per ristorare i nostri agricoltori di fronte ai danni causati da questa prolungata siccità, ma anche per attivare gli investimenti necessari per una futura nuova gestione dell’acqua».

 

Gli interventi riguardano le interconnessioni di rete, la sostituzione o il potenziamento di pompe, le opere di progettazione per il potenziamento di sorgenti o di sostituzione della rete idrica e il ripristino di pozzi già esistenti e abbandonati, ovvero opere che servono per evitare il picco di criticità dei mesi estivi. Sono inclusi anche gli interventi di distribuzione di risorse idriche con autobotti nei Comuni che ne hanno dichiarato la necessità.

“Cambiare il clima”: ricerca e teatro insieme per la sfida più attuale

5 luglio 2022 – ore 18.30

Aula Magna del Politecnico di Torino

Corso Duca degli Abruzzi 24

 

Intrecciare, su un palcoscenico, il teatro e la ricerca scientifica richiede al contempo rigore e capacita di comunicare con il pubblico.

Partendo da questa consapevolezza, si sviluppa lo spettacolo-conferenza Cambiare il clima di Faber Teater, nato insieme al DIATI, il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino per raccontare il clima, i suoi cambiamenti ma soprattutto l’inteso lavoro di ricerca su questo tema, attraverso il linguaggio teatrale.

La produzione di Faber Teater vede in scena Marco Andorno e Sebastiano Amadio, in collaborazione con il video-maker Diego Diaz Morales e finalmente approda nell’aula magna del Politecnico di Torino il 5 luglio alle 18.30, dove avrebbe dovuto debuttare in occasione di Biennale Tecnologia, ma allora era stata l’emergenza sanitaria a costringere gli eventi on-line.

“L’obiettivo che ci siamo dati è stato quello di raccontare in un’ottica costruttiva e non catastrofista il tema del cambiamento climatico, con un linguaggio divulgativo leggero e comprensibile, come già il titolo Cambiare il clima suggerisce affermano Marco Andorno e Sebastiano Amadio, autori e protagonisti dello spettacolo.

La conferenza/spettacolo nasce così da un lavoro – che si è svolto nel corso dell’estate 2020 – di affiancamento del personale del Dipartimento nelle attività di monitoraggio e ricerca: dallo studio dell’evoluzione dei ghiacciai, allo studio delle acque e dei ghiacciai sotterranei all’uso del MovingLab, il laboratorio mobile per le ricerche sul campo. Ma anche l’incontro con il prof. Peter Wadhams, uno dei massimi esperti a livello mondiale di ghiaccio marino e di oceani polari e protagonista di oltre cinquanta spedizioni polari di ricerca sul campo, che da alcuni anni è visiting professor presso il Politecnico di Torino.

“Il nostro Dipartimento, riconosciuto come Dipartimento di Eccellenza dal Ministero della Ricerca con il progetto cambiamenti_climatici@polito (2018-2022), in questi anni ha intensificato le attività di ricerca e di didattica in questo ambito, per monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici e per elaborare soluzioni in ambito ingegneristico, sia per l’adattamento ai cambiamenti che per la loro mitigazione” spiega il prof. Francesco Laio, Direttore del Dipartimento. “Questa collaborazione con il mondo del teatro è stata per noi un’esperienza nuova e molto positiva perché ci ha consentito di portare all’attenzione di un pubblico ampio come la ricerca scientifica e l’ingegneria possono contribuire a rispondere alla sfida climatica che stiamo affrontando e raccontare il metodo della ricerca, aspetto importante per un dialogo sempre più aperto tra il mondo accademico e la società”.

La conferenza-spettacolo alternerà così la presenza in scena di Marco Andorno e Sebastiano Amadio, attori di Faber Teater, a quella dei ricercatori e delle ricercatrici del DIATI presenti nei video registrati sul campo e montati dal video-maker spagnolo Diego Diaz Morales.

L’ingresso è gratuito e la prenotazione obbligatoria a questo link:  https://forms.office.com/r/pqsiVDeiUZ

È  prevista la sottotitolazione in inglese.

Lo spettacolo fa parte degli eventi delle Settimane della Scienza.

Cambiamenti climatici: il Piemonte in prima fila nel monitoraggio dell’ambiente alpino

Giovedì 7 luglio ore 13.30 in Sala Trasparenza, piazza Castello – Torino

Il rifugio Gastaldi, a monte del paese di Balme, in alta Valle di Lanzo, ospiterà la “base” per lo studio e il monitoraggio del bacino glaciale della Bessanese, consentendo così a tecnici e scienziati di acquisire in loco dati sul cambiamento climatico in ambiente alpino e ai frequentatori della montagna di essere informati grazie a un programma di divulgazione scientifica dei risultati.

È quanto prevede la convenzione fra Arpa, Club Alpino Italiano, Museo Nazionale della Montagna e Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio nazionale delle Ricerche, che sarà sottoscritta,  giovedì 7 luglio alle 13.30 nella Sala Trasparenza del Palazzo della Regione.

Saranno presenti

-l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati

-il direttore generale di Arpa Piemonte, Angelo Robotto

-rappresentanti degli enti firmatari della convenzione (Cai, Museo Nazionale della Montagna, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche)

La Regione avvia il Tavolo permanente sulla siccità

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Un tavolo permanente per monitorare e combattere la situazione di emergenza idrica per la prolungata siccità. L’iniziativa va ad aggiungersi, con funzioni di coordinamento, alle altre misure messe in campo dalla Regione Piemonte: richiesta dello stato di emergenza per l’intero territorio e dello stato di calamità per l’agricoltura, rilascio di acque dai bacini utilizzati per produrre energia idroelettrica a supporto dell’irrigazione delle colture e deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi. Lo ha spiegato l’assessore all’Ambiente e all’Energia Matteo Marnati, alle commissioni Terza e Quinta riunite in seduta congiunta, presieduta da Angelo Dago.

Sulla carenza in alcune zone dell’acqua utilizzata per l’uso domestico, numerosi Comuni hanno adottato ordinanze specifiche per il razionamento e l’uso consapevole, usufruendo di rifornimenti notturni delle cisterne a mezzo di autobotti.

Marnati ha poi annunciato che la Regione Piemonte ha inviato al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, in modo che possano usufruire delle risorse del Pnrr, l’elenco di sei interventi strategici per i quali viene richiesta la semplificazione delle fasi realizzative, per rispondere all’emergenza idrica.

Si tratta del potenziamento dell’approvvigionamento dell’invaso di Pianfei a Chiusa Pesio (Cn) e realizzazione di una condotta di adduzione (Consorzio del Pesio);  del progetto dell’acquedotto nella Valle dell’Orco (To) per l’approvvigionamento idrico di tutto il Canavese (Smat); del potenziamento della diga di La Spina a Pralormo (To); del rilascio degli invasi Enel della Valle Gesso nel Cuneese (Consorzio irriguo di II grado Valle Gesso); del miglioramento fondiario del Canale De Ferrari nell’Alessandrino (Consorzio irriguo di miglioramento Canale De Ferrari) e del  riordino e potenziamento dei sistemi di approvvigionamento idrico ad uso idropotabile nel Novarese e Verbano-Cusio-Ossola (Acqua Novara Vco).

Per delucidazioni sono intervenuti: Marco Grimaldi (Luv), Matteo GagliassoGianluca Gavazza  e Paolo Demarchi (Lega), Monica Canalis (Pd) e Sean Sacco (M5s).