AMBIENTE

Operazione di pulizia dai rifiuti sul fiume Po. Recuperati anche pesci siluro, specie invasiva

Nei giorni scorsi, i tecnici della Città metropolitana di Torino, affiancati dalle guardie ittiche volontarie dell’Unione Consigli di Valle dei pescatori, hanno partecipato, a supporto del Comune di Torino, a una significativa operazione di rimozione dei rifiuti lungo il Po.


Durante l’intervento, oltre a materiali vari, sono stati recuperati numerosi esemplari di pesce siluro, specie aliena ormai diffusa in tutta l’asta del fiume.

Il recupero dei pesci siluro da fiume Po – spiega il tecnico di Città metropolitana di Torino Paolo Lo Conte – rientra tra le azioni del progetto europeo Life Minnow di cui siamo partner, un progetto che si prefigge di tutelare alcune specie di piccoli pesci d’acqua dolce, la cui esistenza è in grande pericolo per una lunga serie di minacce, che vanno dal cambiamento climatico, alla competizione con specie esotiche, alle alterazioni degli habitat, alle trasformazioni morfologiche dei corsi d’acqua”.

L’iniziativa riguarda il tratto nord-occidentale del bacino del Po e si inserisce nel progetto europeo Life Minnow, coordinato dall’Università di Torino e realizzato con il contributo della Città Metropolitana di Torino, del Politecnico, di tre province piemontesi (Alessandria, Cuneo e Vercelli), dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, dell’Istituto Delta Ecologia Applicata e della Regione Piemonte.

I pesci siluro che recuperiamo dal fiume Po – continua Lo Conte – vengono destinati ad aziende che producono mangime per animali, realizzando così un’azione di economia circolare”.
Uno degli obiettivi del progetto è limitare la presenza di specie non autoctone, istituendo al contempo un sistema di smaltimento sostenibile. La conclusione delle attività è prevista per l’estate del 2027.

Episodi passati di proliferazione di alghe nel Po a Torino

Negli ultimi anni, il tratto cittadino del Po è stato più volte interessato da fioriture di piante acquatiche e alghe, spesso legate a condizioni climatiche estive e ridotte portate d’acqua.

  • 2017 – Millefoglio acquatico tropicale
    Nell’estate di quell’anno, nei pressi dei Murazzi comparve in gran quantità Myriophyllum aquaticum, una pianta esotica che si espande rapidamente anche da piccoli frammenti. I circoli remieri lamentarono difficoltà nella navigazione e accumulo di rifiuti tra i pontili. Le autorità ambientali scelsero un intervento mirato: rimozione manuale e gestione del flusso d’acqua dalla diga Michelotti per limitare la diffusione. L’uso di macchine taglia-alghe venne evitato proprio per non favorire la frammentazione della pianta.

  • 2022 – Vegetazione acquatica mista
    Una primavera eccezionalmente secca determinò la crescita anticipata di piante sommerse tra il Ponte Balbis e il Ponte Isabella. Tra queste era presente Elodea nuttallii, specie alloctona, ma la biomassa maggiore era composta da piante vascolari native. Pur avendo un ruolo ecologico positivo, la loro eccessiva diffusione ridusse l’ossigenazione dell’acqua e rese necessaria un’operazione di estirpazione di materiale vegetale morto o in decomposizione, con un investimento comunale di circa 40 mila euro.

  • 2025 – Ritorno dell’Elodea nuttallii
    Nella torrida estate di quest’anno, la ridotta portata e le temperature elevate hanno favorito un nuovo episodio di invasione vegetale, in particolare vicino alla chiesa della Gran Madre. La pianta ha formato densi tappeti verdi in superficie, trattenendo rifiuti galleggianti e alterando l’aspetto del fiume. Il Comune, in collaborazione con Amiat e Protezione Civile, ha organizzato interventi straordinari di raccolta e smaltimento.

Un impegno di lungo periodo

L’attuale operazione sul pesce siluro si affianca a una serie di azioni di tutela e manutenzione del Po torinese che negli ultimi anni hanno riguardato sia il controllo delle specie invasive animali sia la gestione della vegetazione acquatica. Le esperienze maturate nel 2017, nel 2022 e nel  2025 hanno mostrato come interventi tempestivi e mirati possano limitare i danni ecologici e preservare sia la qualità dell’acqua sia la fruibilità del fiume.

A Verbania “Aria Acqua Terra. Dall’ambiente al paesaggio”

Il Museo del Paesaggio di Verbania ospita fino al 28 settembre prossimo la mostra dal titolo “Aria Acqua Terra. Dall’ambiente al paesaggio” a palazzo Viani Dugnani, in via Ruga 44. Curata da Guido Curto, presenta opere di Maura Banfo, Daniele Galliano, Andrea Massaioli e Pierluigi Pusole.

L’arte contemporanea, declinata in fotografie e dipinti, dialoga con le tele ottocentesche della collezione permanente della Pinacoteca del Paesaggio di Verbania. Sono una ventina le opere esposte degli artisti contemporanei,  affermati e attivi in Piemonte, che trovano ispirazione negli elementi che sono alla base della bellezza del creato, aria, acqua e terra, come indica il titolo della mostra, posti in relazione tra loro, come indica il sottotitolo.
In mostra le opere di Daniele Galliano, originario di Pinerolo (1961) , che si confronta con gli elementi naturali più vicini all’uomo, raffigurandoli con colori forti; cieli blu e prati verdi appaiono costellati di essere umani accennati  con pennellate di tocco, che risultano tipiche dei macchiaioli italiani e del pointillisme francese, rivisitati in chiave moderna.
Un altro artista in mostra è  Andrea Massaioli, nato a Torino nel 1960, che si allontana progressivamente dalla dimensione figurativa, approdando ad un’astrazione che si spinge fino ai confini dell’informale. I suoi grandi quadri presentano un vasto scenario naturalistico  che fa da sfondo al vero soggetto del quadro.
Il paesaggio si mostra attraverso vibrazioni, tracce e composizioni simboliche.
Terzo artista in mostra è  Pierluigi Pusole, anch’egli torinese, nato nel 1963, la cui opera pittorica si ispira a laghi, montagne, cieli solcati da nubi, come quelli tipici dell’estate del Verbano Cusio Ossola, immagini che paiono emergere in un equilibrio fra forma e dissolvenza.
La fotografia in chiave pittorica è, invece, usata da Maura Banfo, sempre artista di nascita torinese ( 1969) , capace di trasformare l’immagine in uno spazio visivo, con paesaggi appena accennati da una luce riflessa.

Così in “Aria Acqua Terra. Dall’ambiente al paesaggio” quattro affermati artisti hanno scelto come  soggetto d’ispirazione poetica gli elementi primigeni della natura e del paesaggio, nella bellezza straordinaria del contesto naturalistico del lago Maggiore. Il risultato della mostra è  un’esposizione site specific, con alcune opere esposte per la prima volta al pubblico proprio a Verbania, e realizzata grazie al sostegno della Città di Verbania, il patrocinio della Regione Piemonte e Distretto Turistico dei Laghi e delle Valli.

Mara Martellotta

Estate al Giardino Botanico Rea

Cultura, natura e comunità nel cuore della Val Sangone
Il Giardino Botanico Rea di Trana – bene regionale e punto di riferimento per la biodiversità vegetale in Piemonte – si prepara a un’estate di iniziative culturali e divulgative pensate per valorizzare il patrimonio naturale e sociale che custodisce da decenni.

Trana,  agosto 2025 – Con oltre 2000 specie, varietà e cultivar provenienti dal Piemonte, dall’Italia e da ogni parte del mondo, il Giardino Rea non è solo uno spazio verde: è un archivio vivo di studio, conservazione e conoscenza del mondo della biodiversità. E in un momento storico in cui il rapporto tra uomo e natura va ripensato alle radici, questo luogo diventa anche un presidio culturale, ambientale e identitario per l’intera comunità della Val Sangone. In quest’ottica, la Regione Piemonte e il Comune di Trana, in collaborazione con numerose associazioni locali, propongono un ricco calendario di eventi estivi che accompagneranno il pubblico fino all’inizio dell’autunno.

Si tratta di attività pensate per tutti – adulti, famiglie, bambini, appassionati e semplici visitatori – con l’obiettivo di far conoscere, attraversare e “abitare” il Giardino come spazio pubblico di cultura, bellezza e relazione.

Tra gli appuntamenti principali:

19 agosto, ore 15.30: Letture in giardino a cura di Sergio Vigna, per riscoprire la parola scritta immersi nella natura.
28 agosto, ore 21:00: per la serie Real Cinema  Proiezione di “Wild”.
Dal 6 al 13 settembre: mostra fotografica “Trana una volta” di Fabio Fin, un racconto per immagini sulla memoria collettiva del territorio.
Sabato 6 e domenica 7 settembre: due giornate dense di attività, tra laboratori per bambini, passeggiate guidate, momenti musicali, incontri gastronomici e presentazioni letterarie.

Da segnalare:

Sabato 6 settembre

Mattino:

Il corpo comunica con Manuela Versino,
Escape Room: alla ricerca della biodiversità con Alice Reggiani,
Pomeriggio:
Attività “Cucina e dintorni” a cura di Angela Anna Ventruti
Attività per bambini “Un vaso pieno di colore” a cura di Francesca Roi
Aperitivo con musica di sottofondo Pianoforte e voce a cura di MusicAmica
DAL CAMPO AL PIATTO: Lezione sugli utilizzi di erbe spontanee, aromatiche e fiori in cucina a cura de L’Ortobottega e Antea Farm di Trana

Per il proseguimento delle attività, ci si trasferirà in centro a Trana e in particolare:

19:30 – Merenda Sinoira in Piazza Libertà
21:00 – concerto del Tommaso Pagliero Quintet alla Sala CentoPerCento, Piazza Libertà

Domenica 7 settembre

Mattino:

Laboratorio di pittura su stoffa con l’utilizzo di frutta e verdura a cura della Merceria di Trana
Classe di yoga soft posturale a cura dell’associazione I’mperfect
10:30 – Le parole del cuore a cura di Francesca Roi
Passeggiata guidata nel giardino a cura del Giardino Botanico Rea
Pomeriggio:
15.30 – Laboratorio “Api e mieli locali” a cura di Claudia Roggero
17.30 – Simona Coppero dialoga sul territorio con gli scrittori:

Nella Scoppapietra, “Come oro”, Golem Edizioni

Marco Sartori, “I soldati del Sapiente”, secondo vol. Del ciclo fantasy “La saga oscura”. o Luisella Ceretta “Tempo scaduto”, Bertoni editore

13 settembre, ore 17.30: presentazione del libro “A radici nude” di Cristina Converso.
Dal 14 settembre al 14 ottobre: mostra “I giardini pittoreschi”, un percorso visivo attraverso il paesaggio come esperienza sensibile.
28 settembre e 12 ottobre: attività di educazione ambientale dedicate ad anfibi, boschi e biodiversità, a cura rispettivamente di Loredana Macaluso e Franco Correggia.

L’intero programma, realizzato in collaborazione e con il coordinamento di Agenzia Mosaico, è inserito nel circuito Abbonamento Musei Torino Piemonte, a conferma della rilevanza culturale dell’iniziativa anche a livello regionale.

I ghiacciai, testimoni della crisi climatica. Una mostra a Torino

“2025: I Ghiacciai: testimoni della crisi climatica” è un’installazione interattiva multimediale per comprendere attraverso immagini, suoni e dati scientifici come il mondo dei ghiacci stia oramai svanendo sotto la minaccia del riscaldamento globale.

Allestita in occasione dell’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai è curata dal Comitato Glaciologico Italiano, la storica istituzione scientifica con sede a Torino che dal 1895 custodisce un patrimonio documentale e iconografico di assoluto valore storico – scientifico svolgendo inoltre indagini di campo, ricerche ed attività informative e divulgative.

L’esposizione realizzata nell’ambito del progetto “UniVerso”, grazie anche al contributo del Club Alpino Italiano e del Dipartimento di Scienze della Terra, è aperta a tutti ed è visitabile gratuitamente presso il Rettorato dell’Università di Torino in via

Po con entrata anche da via Verdi, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 19, sino all’8 settembre, chiusa da lunedi 11 a venerdì 15 agosto. Una bella occasione per informarsi, confrontarsi e capire quanto è urgente agire.

Igino Macagno

Caldo, manca l’erba in montagna: in crisi l’alpeggio del Torinese

Scarseggia l’erba in montagna e per le mucche la situazione inizia a farsi critica. Il gran caldo di fine giugno e inizio luglio insieme alle giornate di vento fanno sentire ora i loro effetti sui pascoli delle valli torinesi. Le erbe montane sono fiorite e poi maturate con largo anticipo mentre i margari salivano negli alpeggi. E mentre pascolavano le mandrie alle quote di inizio stagione, in alto l’erba già ingialliva. Il risultato è che ad appena metà stagione manca già l’alimentazione naturale per gli animali e sicuramente mancherà il pascolo di settembre per mancanza di rigenerazione.

«Il caldo anomalo di inizio estate – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – ha sottratto riserve alimentari agli alpeggi che ora si trovano in difficoltà. Un problema che ripropone l’importanza di riaprire la fitta rete irrigua alpina, oggi completamente abbandonata, fatta di piccole canalizzazioni con le prese nei torrenti che un tempo irrigavano in modo capillare i pascoli».

Ma questo ennesimo problema per l’allevamento alpino ci ricorda quanto siano urgenti politiche per l’agricoltura montana.

L’economia d’alpeggio rappresenta una quota importante dell’economia agricola del Torinese.

Nelle valli pascolano oltre 35mila bovini, distribuiti in 420 alpeggi provenienti da 789 allevamenti di pianura. A questi si aggiungono gli oltre 44mila ovini e distribuiti in 200 alpeggi.

Nelle vallate piemontesi i bovini sono oltre 96mila mentre gli ovicaprini superano quota 105mila.

Gli addetti alla pastorizia d’alpeggio sono circa 3.000 in provincia di Torino.

La produzione di formaggi e burro pregiati vale circa 7 milioni.

Delle 35mila mucche che trascorrono i classici 100 giorni estivi in alpeggio circa la metà sono bovini da carne dove prevale la pregiata razza piemontese. L’altra metà è composta da bovine da latte che, in una stagione in alpeggio, producono oltre 11 milioni di litri di latte che, nei circa 200 caseifici d’alpeggio autorizzati vengono trasformati in oltre 80mila forme di formaggio stagionato, dove primeggia la profumata Toma (la più celebrata è quella di Lanzo) seguita dal Plaisentif, il formaggio delle violette, dal Cevrin, dal Blu erborinato (per citare i più ricercati). A questi vanno aggiunti gli oltre 200mila panetti da mezzo Kg di prelibato burro ricco di vitamina A, vitamina E, flavonoidi.

«L’economia d’alpeggio vede una presenza importante di giovani che seguono le orme dei genitori nella passione dell’allevamento e del pascolo. Giovani che sono pronti ad abbracciare questo lavoro con una visione innovativa fatta di servizi per il turismo, per la coesione sociale del territorio, di manutenzione ambientale. Ma ricordiamo che la pastorizia montana ha bisogno di sostegni per non rischiare l’abbandono degli alpeggi. Non possiamo immaginare le conseguenze di un’eliminazione dei premi europei PAC che rischiano di essere cancellati dalla Commissione europea che cerca soldi per il riarmo. Ai margari va affidata la manutenzione del territorio montano così come va promossa la filiera del latte con campagne di promozione sul valore nutrizionale delle proteine animali e dei prodotti ottenuti dal pascolo delle erbe di alta montagna. Inoltre va promosso il soggiorno in agriturismo d’alpeggio e l’acquisto dalla vendita diretta dai pastori. Ma in generale serve un’attenzione forte verso l’agricoltura alpina e promuovere le spinte all’innovazione. Se dovesse sparire alle nostre montagne rimarrebbero soltanto il dissesto, lo spopolamento, l’impoverimento economico».

A “Scuola di Ecologia Politica in Montagna”

Restano pochi giorni per iscriversi alla “Scuola” promossa da “Noau – Officina Culturale” a Vernante e in Valle Vermenagna

Iscrizioni fino al 18 agosto

Vernante (Cuneo)

Inserito nel “Parco Naturale Aree Protette” delle “Alpi Marittime” e celebre soprattutto per i suoi oltre 150 “murales” con immagini di “Pinocchio” dedicati dagli artisti locali Carlet (Bruno Carletto)  e Meo (Bartolomeo Cavallera, scomparso nel 2022) all’illustre concittadino d’adozione Attilio Mussino, il più importante illustratore “a colori” del celebre romanzo di Collodi, sarà il cuneese Comune di Vernante, insieme alla Valle Vermegnana (allo sbocco della Valle Grande), ad ospitare la seconda edizione della “Scuola di Ecologia Politica in Montagna”, in programma da mercoledì 3 a domenica 7 settembre e promossa dal Collettivo cuneese “Noau Officina Culturale”, con “NEMO – Nuova Economia in Montagna” e con il sostegno di “Fondazione Compagnia di San Paolo”.

Ma attenzione! Le iscrizioni, con posti limitati, stanno per scadere. Sono infatti aperte solo più per pochi giorni, fino a lunedì 18 agosto sul sito www.scuolaecologiapolitica.it/edizione-2025”.

Rivolta a studenti universitari, ricercatori, studiosi, amministratori locali e personale tecnico delle amministrazioni del territorio, nonché ad operatori economici, giovani e cittadini attivi provenienti da tutt’Italia, la “Scuola” è nata nel 2020 sull’“Appennino emiliano”; nel 2024 è nata la “sede piemontese” nei territori alpini cuneesi, per stimolare una riflessione comune fra studiosi, professionisti e comunità sul presente e sul futuro delle aree interne.

“Si tratta – affermano gli organizzatori – di un’esperienza di studio specialistico e ricerca-azione multidisciplinare attorno alle tematiche legate alla crisi ecologica e climatica mondiale declinate sui territori delle terre alte, per stimolare una riflessione comune tra studiosi, professionisti e comunità sul presente e sul futuro delle aree interne in relazione alle aree metropolitane”“Anche quest’anno – proseguono – la Valle Vermegnana sarà il campo di ricerca e di riflessione sui quali ci si confronterà, partendo dall’analisi delle fragilità esistenti e con l’obiettivo di attivare una comunità di pratica e alleanze orizzontali nelle quali delineare futuri, possibili e auspicabili scenari di sviluppo”.

Per quanto riguarda la  partecipazione, sarà data priorità a che frequenterà tutte le giornate di studio. Il costo per le cinque giornate è di 150 euro, comprensivo di attività formative sul territorio e dei pasti (dalla cena di mercoledì 3 alla colazione di domenica 7 settembre). Gli studenti provenienti da fuori territorio potranno pernottare presso “La Casaviadelsale”  a Limone Piemonte ad un costo di 20 euro a notte.

La partecipazione alle sole attività è gratuita per amministratori, imprese ed abitanti del territorio.

A valle delle tre giornate residenziali di settembre sarà assegnata tramite “call” una “borsa di studio” da 3mila euro (che potrà essere condivisa anche da più studenti o ricercatori) per sviluppare un progetto di ricerca-azione  sul territorio, a partire dagli esiti dei laboratori che si svolgeranno durante la “Scuola”.

Per ulteriori infopiemonte@scuolaecologiapolitica.it.

Il programma di studio completo è già disponibile sul sito www.scuolaecologiapolitica.it

g.m.

Nelle foto: “Scuola di Ecologia Politica in Montagna”, edizione 2024

Piano per la qualità dell’aria, Confagricoltura: “senza modifiche, a rischio il settore agricolo”

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In Piemonte, entro pochi mesi, entreranno pienamente in vigore alcuni adempimenti previsti dal Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA) che, secondo il mondo agricolo, rischiano di generare enormi difficoltà sia tecniche sia gestionali per le aziende, oltre a risultare in molti casi economicamente insostenibili.

Le misure più criticate da Confagricoltura riguardano la copertura degli stoccaggi di reflui zootecnici e la Comunicazione preventiva di spandimento. All’inizio del 2025, di fronte ai costi elevati e alle complessità costruttive delle coperture fisse, la Regione aveva affidato all’Università di Torino uno studio per valutare tecniche alternative di contenimento delle emissioni dai cumuli di letame. Sebbene siano già emerse indicazioni interessanti, i risultati completi richiedono almeno un anno di osservazioni: tempistica incompatibile con le scadenze fissate dal PRQA, soprattutto considerando la successiva fase di applicazione nelle aziende.

Anche la Comunicazione di spandimento, nella sua forma attuale, è considerata eccessivamente complessa sia per le imprese agricole sia per gli enti pubblici. La sua entrata in vigore è già stata rinviata più volte, ma le modifiche attese non sono ancora state definite.

“Siamo in una situazione di incertezza insostenibile – afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – le aziende esitano a mettere mano ad interventi strutturali dai costi elevatissimi, e in molti casi impossibili da sostenere, in attesa di quelle evoluzioni della normativa più volte sollecitate e mai introdotte”.

“Ora però il tempo a nostra disposizione si sta esaurendo rapidamente – prosegue Sebastiano Villosio, allevatore della provincia di Torino – anzi, per gli interventi più complessi come le coperture dei cumuli di letame, le tempistiche necessarie per le autorizzazioni e per la costruzione vanno già oltre le scadenze attualmente imposte dal PRQA. Senza contare che gli agricoltori inadempienti rischiano di perdere i premi del primo pilastro della Pac per violazione della condizionalità. Occorre quindi avviare con urgenza una revisione delle norme per introdurre reali elementi di semplificazione degli interventi strutturali e di apertura a tecniche innovative di trattamento dei reflui, rivedendo nel contempo tutte le scadenze di applicazione degli adempimenti e le modalità di gestione della Comunicazione preventiva, anche per consentire alle aziende di utilizzare gli strumenti di sostegno e accompagnamento presenti nel Complemento di Sviluppo Rurale, così come prevede il PRQA stesso”.

Confagricoltura ricorda che il settore agricolo, pur contribuendo solo in maniera secondaria alle emissioni complessive del Piemonte, con il Piano Stralcio dedicato è stato tra i primi a fornire un contributo concreto al miglioramento della qualità dell’aria.

“Nel quadro globale di riduzione emissiva della nostra regione – conclude Allasia – occorre però bilanciare attentamente l’efficacia degli interventi con la loro sostenibilità economica, per non correre il rischio di danneggiare irreparabilmente uno dei settori produttivi trainanti del Piemonte anche se ciò dovesse andare a vantaggio di altri comparti. Infatti, nello scenario politico ed economico attuale, caratterizzato da forti elementi di instabilità, quali i dazi commerciali e i conflitti internazionali, la salvaguardia delle produzioni agricole e zootecniche locali non è solo più un fattore economico, ma anche strategico per l’intera nazione: occorre quindi mettere in atto tutte le azioni possibili per tutelarle e garantirne la continuità”.

Anche il Consiglio regionale sembra condividere questa impostazione: è infatti in attesa di discussione una deliberazione che andrebbe a modificare il PRQA introducendo le linee di applicazione indicate dal settore agricolo.

In sintesi, il mondo agricolo denuncia un clima di crescente preoccupazione e incertezza, che rischia di compromettere la continuità delle attività. Per questo viene chiesto un segnale immediato di disponibilità alla revisione delle norme, in un’ottica di realismo e fattibilità, al fine di evitare il peggioramento della situazione e l’innesco di dinamiche difficili da gestire.

Sport e ambiente, impianti “eco-sostenibili”, maxi investimento dalla Regione

Impianti sportivi al centro dell’agenda della Regione Piemonte. Sono in arrivo quattro nuovi bandi con una dotazione complessiva di oltre 20 milioni di euro, destinati al miglioramento degli impianti sportivi pubblici in termini di efficienza energetica, sostenibilità e qualità dell’offerta sportiva. Gli assessori Marnati e Bongioanni: «Si tratta del più importante investimento congiunto fra sport e ambiente mai varato dalla Regione Piemonte, un salto nel futuro per la pratica sportiva sul nostro territorio».

cs

l primi due bandi, in usciata a settembre, contano su un budget complessivo di 14 milioni di euro da fondi della programmazione Fesr 2021-27: 10 milioni andranno a migliorare l’efficientamento energeticodegli edifici e delle reti di illuminazione – anche esterne – degli impianti sportivi di proprietà degli Enti pubblici, e 4 milioni di euro alla promozione dell’utilizzo delle energie rinnovabili. Beneficiari saranno i Comuni, le Province e la Città Metropolitana di Torino, i Comuni, le Unioni di Comuni e le Unioni montane – Raggruppamenti temporanei di Comuni.

Sottolinea l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati: «Molti impianti sportivi pubblici del Piemonte sono obsoleti, costruiti prima degli anni ’90, e necessitano di urgenti interventi di ammodernamento. Sono strutture vecchie e non più adeguate agli standard attuali. Per migliorare l’offerta sportiva, assieme all’assessore Bongioanni abbiamo voluto fortemente questa misura significativa e cospicua anche dal punto di vista finanziario. Si tratta di misure fondamentali che garantiranno un significativo risparmio energetico, accompagnato da una riduzione delle emissioni e delle sostanze inquinanti in atmosfera, a beneficio della salute pubblica e dell’ambiente. Un aiuto concreto per le amministrazioni locali, chiamate a rendere più efficienti gli impianti sportivi e a ridurre l’impatto ambientale sul territorio. Uniamo le forze, ambiente e sport, per raggiungere questo obiettivo».

Saranno finanziabili gli interventi finalizzati a ridurre i consumi energetici e le emissioni climalterantidelle strutture sportive, a migliorare il patrimonio impiantistico pubblico e abbattere i costi di gestione energetica. Il contributo pubblico coprirà fino al 70%dei costi di ogni progetto. Qualche esempio: interventi di isolamento termico degli edifici, sostituzione dei serramenti, realizzazione di sistemi di schermatura solare, sostituzione di impianti di riscaldamento e di raffrescamento o di altri impianti tecnologici, realizzazione di sistemi di building automation, installazione impianti di produzione di energia termica ed elettrica, come l’installazione di pannelli fotovoltaici, in abbinamento a sistemi di accumulo dell’energia prodotta. A inizio settembre inizierà la consultazione con i partner, e a seguire la pubblicazione dei bandi.

Gli altri due bandi – che saranno pubblicati a ottobre – contano su una dotazione totale di 6,4 milioni di euro: 5 destinati alla riqualificazione degli impianti sportivi di proprietà degli Enti pubblici e delle associazioni sportive, e 1,4 a favore dei Comuni fino a 15.000 abitanti (o loro Unioni) per creare percorsi ludico-sportivi, spazi e aree attrezzate all’aperto.

Spiega l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni:«È un grande programma per l’ammodernamento e il miglioramento di strutture e spazi sportivi, punto nodale per l’incremento della pratica motoria a tutti i livelli e la promozione di stili di vita sana e di forme di aggregazione sociale attraverso lo sport che abbiamo messo al centro della nostra azione. Ringrazio l’assessore Marnati per la disponibilità e la perfetta sintonia d’intenti. Con questi bandi andiamo a riqualificare gli impianti sportivi esistenti attraverso interventi di manutenzione straordinaria, adeguamento alle norme di sicurezza e igienico-sanitarie, abbattimento delle barriere architettoniche, recupero e rifunzionalizzazione degli spazi sportivi. Nei Comuni sotto i 15mila abitanti e loro Unioni sosteniamo la creazione di percorsi ludico-sportivi multidisciplinari, l’allestimento di spazi per favorire l’attività motoria e sportiva anche nelle scuole sprovviste di palestra e la creazione di aree attrezzate all’aperto».

Ambiente, Spinetta Marengo: incontro in Regione

Parole confortanti sono quelle che sono state espresse dagli assessori alla Sanità Federico Riboldi e all’Ambiente Matteo Marnati al termine dell’incontro conclusosi il 4 agosto scorso con i vertici italiani di Syensqo e la direzione dell’impianto di Spinetta Marengo, incontro cui era presente anche il Coordinatore della Commissione tecnica della Task Force Pfas, Fabrizio Priano.

“Sono stati compiuti importanti passi in avanti per arrivare a un accordo preciso e puntuale per la salvaguardia  ambientale e della salute dei cittadini- hanno dichiarato i due assessori.
Un incontro proficuo che siamo fiduciosi porti nero su bianco gli impegni dell’azienda per la futura produzione,  le bonifiche ambientali e la salute di lavoratori e cittadini”.

Sul tavolo molti i temi affrontati nell’ambito del Pfas, e non solo, per arrivare a settembre ad un accordo ad ampio raggio, che preveda una produzione sempre più  sostenibile, accompagnata da investimenti sulla bonifica del sito. “Entro fine settembre vorremmo giungere alla chiusura dell’accordo- hanno sottolineato gli assessori Riboldi e Marnati- dove saranno anche specificate nel dettaglio le modalità di monitoraggio, affidate ad un ente certificatore terzo”.

“L’impegno della Regione Piemonte sui Pfas e sullo stabilimento di Spinetta Marengo rimane alto e determinato, quindi ringraziamo l’azienda per il confronto costruttivo su questo tema, che, ricordiamo, ha al centro la salvaguardia della salute e dell’ambiente e, soprattutto, l’uscita dalla produzione e dall’uso di fluorotensioattivi – hanno concluso Federico Riboldi e Matteo Marnati.

Mara Martellotta

Torino Respira, trasporti per studenti: importante ma nessun impatto su smog

Solo il 5% degli studenti si sposta in auto

Il Comitato Torino Respira interviene sul lancio di “Piemove – Piemonte Viaggia Studia”, il nuovo abbonamento gratuito al trasporto pubblico per studenti universitari under 26 iscritti agli atenei piemontesi, promosso dalla Regione Piemonte con il supporto di Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. La misura, che sarà attiva in sei capoluoghi di provincia, è stata presentata come un passo importante verso una mobilità più sostenibile e accessibile.

L’iniziativa ha un indubbio valore sociale, ma il Comitato Torino Respira mette in evidenza che non si tratta di una politica efficace sul piano ambientale. L’intervento è utile per le famiglie e per il diritto allo studio, ma il suo impatto sulla qualità dell’aria è del tutto marginale.

“La tessera Piemove è positiva sul piano sociale, ma non ridurrà l’inquinamento. Solo il 5% degli studenti si sposta in auto. Serve più rigore nel valutare l’efficacia ambientale delle politiche pubbliche”, dichiara Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira.

Secondo un’indagine del Politecnico di Torino, solo una minima parte degli studenti utilizza l’auto per recarsi all’università. La maggior parte si sposta già con mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta. Il rischio, dunque, è quello di sovrapporre misure sociali con politiche ambientali, attribuendo a iniziative simboliche un valore che non trova riscontro nei dati.

“Ancora una volta si spacciano delle misure sicuramente popolari e utili per ragioni sociali come misure per ridurre l’inquinamento, ma non si spende una sola parola e non si analizzano i dati che già abbiamo per capire quale contributo effettivo diano alla riduzione delle emissioni”, aggiunge Mezzalama.

Il Comitato invita le istituzioni a valutare con maggiore rigore scientifico l’efficacia delle politiche ambientali, evitando slogan e semplificazioni. La lotta all’inquinamento atmosferico – che a Torino resta uno dei problemi sanitari più gravi – richiede misure strutturali, a partire dalla riduzione del traffico motorizzato privato, che continua ad essere la principale fonte di inquinamento in ambito urbano.

Torino Respira ribadisce che Piemove è una buona misura di welfare, ma non va presentata come un provvedimento ambientale, almeno fino a quando non si avranno dati che mostreranno l’impatto positivo dell’iniziativa.

 

Comitato Torino Respira

www.torinorespira.it/