AMBIENTE

Il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin all’Open Innovation Summit

Venerdì 24 ottobre e la mattinata di sabato 25 ottobre, a Torino, si tiene l’Open Innovation Summit 2025, in presenza presso le OGR Torino, in corso Castelfidardo, oppure in diretta streaming. Nel corso dell’evento, realizzato da Il Sole24Ore e Zest, interverranno tra gli altri il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, Valentino Valentini (Viceministro delle imprese e del Made in Italy), Fabio Pamolli (Presidente dell’Istituto Italiano dell’intelligenza artificiale), il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, il Presidente della Camera di Commercio di Torino Massimiliano Cipolletta e il Presidente della Fondazione Compagnia di Sanpaolo Marco Gilli. La prima giornata si aprirà alle ore 15, con interventi di Marco Gay, Presidente Esecutivo Zest, Fabio Tamburini, direttore del Sole24Ore, Federico Silvestri, ad del Gruppo 24 Ore, Andrea Tronzano, Assessore al Bilancio e Sviluppo e delle attività produttive della Regione Piemonte e Stefano Lo Russo, sindaco di Torino.
Seguirà l’intervento di Valentino Valentini. Il tema della governance, dell’AI, alla ricerca di un equilibrio tra regolamentazione e competitività che consenta di bilanciare sicurezza e innovazione, sarà discusso attorno a una tavola rotonda a cui interverranno Massimo Dal Checco, Presidente Anitec-Assinform, Fabio Florio, Innovation Center Leader Cisco, Mario Nobile, Direttore generale AgID, Noa Segre, Partner Zest Innovation, e Emilio Tucci, Vice Capo Divisione programmazione, investimenti e coordinamento Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

Il focus successivo riguarderà l’utilizzo dell’AI nella digitalizzazione dei servizi pubblici, e le sfide connesse all’ottimizzazione dei processi decisionali e al perseguimento di una maggiore efficienza amministrativa. Dopo l’introduzione a cura di Lucia Piro, Head of Sales Nord Ovest TIM, diventata TIM Enterprise, si confronteranno su questo argomento il Prorettore del Politecnico di Torino Elena Maria Baralis, Ivan Cazzol, Partner Growth Lead Zest Innovation, Massimiliano Cipolletta e Chiara Foglietta, Assessore alla Transizione ecologica e digitale del Comune di Torino.
A seguire si discuterà sulle modalità con cui l’AI potenzia l’Open Innovation, tra co-creazione AI-drive, piattaforme collaborative intelligenti e design thinking aumentato.
Il pomeriggio di lavori si chiuderà con un dibattito sull’impatto dell’AI sulla competitività tra efficienza, autonomia e responsabilità. Le conclusioni della prima giornata saranno affidate a Marco Gay.

Sabato 25 ottobre i lavori si apriranno alle ore 10 con l’intervento dell’ad di Zest Luigi Capello, che sarà seguito dall’intervista al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica dell’Italia Gilberto Pichetto Fratin, centrata su un tema di grande rilevanza, ossia la sfida energetica dell’AI. La prima tavola rotonda della giornata, dedicata al ruolo della tecnologia nell’imprenditorialità diffusa, sarà introdotta da Luca Dal Fabbro, Presidente Iren. Il tema successivo sarà quello delle Startup AI: si concentrerà l’attenzione su modelli e risorse per la nuova generazione di innovatori. I lavori della mattinata proseguiranno con due focus dedicati da un lato ai cambiamenti nel mercato del venture capitale quando si parla di AI, dall’altro all’impatto che l’AI ha sulle decisioni prese all’interno dei mercati finanziari.
Dei cambiamenti nel mercato finanziario nell’era degli algoritmi decisionali si discuterà nell’ultima tavola rotonda in programma, introdotta da Regina Corradini D’Arienzo, AD e direttore generale Simest, che vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Cristina Di Bari, della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, e Marco Gilli, Presidente della Fondazione Compagnia di Sanpaolo. A chiudere l’Open Innovation Summit 2025 sarà Marco Gay.
Main partner dell’evento sono TIM e Enel. Official partner sono Simest, Intesa e Yes4to.

Mara Martellotta

Biodivesrità e paesaggi, il bando regionale

Prosegue l’impegno della Regione Piemonte nella salvaguardia della biodiversità e nella valorizzazione del patrimonio naturale del suo territorio: con il Bando Biodiversità, finanziato con il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) 2021-2027, l’ente ha stanziato 8 milioni di euro, di cui oltre 4 milioni già assegnati, per finanziare 11 progetti di conservazione e recupero degli habitat naturali, tutela delle specie e valorizzazione delle aree protette e dei siti della Rete Natura 2000.

Il bando, aperto fino a dicembre 2025, è rivolto a Comuni e Enti di gestione delle aree protette piemontesi e punta a migliorare la qualità ambientale dei territori attraverso interventi di tutela e recupero della biodiversità locale. Le azioni vanno dalla creazione di zone umide e habitat per anfibi, uccelli e rettili, al contenimento delle specie invasive, fino alla riqualificazione di ex aree estrattive e alla valorizzazione delle aree verdi urbane.

«La biodiversità è la più grande infrastruttura naturale che possediamo – sottolinea l’assessore alla Montagna e alla Biodiversità Marco Gallo – Proteggerla significa investire nella sicurezza, nella qualità della vita e nella capacità dei nostri territori di reagire ai cambiamenti climatici. Con il Bando Biodiversità vogliamo promuovere progetti concreti, capaci di rigenerare ecosistemi, tutelare le specie e restituire valore ai territori. È un investimento che unisce ambiente, comunità e futuro, rafforza il ruolo del Piemonte come laboratorio di buone pratiche per la sostenibilità».

Gli interventi sul territorio

Nel Cuneese gli interventi più significativi riguardano il Parco fluviale Gesso e Stura, dove un finanziamento da 427 mila euro permetterà la riqualificazione dei Laghi di San Lorenzo, la manutenzione dei canali e la sistemazione degli argini e della sentieristica. A Bagnolo Piemonte il progetto MosaiCo (225 mila euro) amplierà i pascoli e creerà nuove aree arbustive a sostegno della biodiversità pastorale.

Nel Torinese i progetti coprono un ampio spettro di interventi: dal recupero ambientale dell’ex cava Battagliana-Isolone a San Sebastiano da Po (297 mila euro), alla riqualificazione del Parco del Sabiunè di Chivasso (450 mila euro), fino al grande progetto del Parco del Po Piemontese (500 mila euro) che prevede la creazione di pozze temporanee per anfibi, nuove alberature e un pontile galleggiante per la navigazione dolce. A Moncalieri 443 mila euro saranno impiegati per la riqualificazione naturalistica del Parco del Castello Reale, mentre a Rivoli, al Parco Margherita Hack, sono previsti lavori per la conservazione degli habitat naturali per 263 mila euro.

Nell’Astigiano, il Parco Paleontologico beneficerà di 495 mila euro per interventi di rivegetazione e contenimento delle specie esotiche invasive.

Nel Verbano Cusio Ossola oltre 420 mila euro saranno destinati alla gestione sostenibile del corridoio ecologico che collega il Parco Nazionale della Val Grande alla Riserva del Sacro Monte di Ghiffa, un’area di grande pregio naturalistico e simbolica per la continuità ecologica tra Alpi e Lago Maggiore.

Nel Vercellese un finanziamento di 500 mila euro coinvolge i Comuni di Albano Vercellese, Greggio, Oldenico e Villata per azioni coordinate di recupero ecologico.

E nel Biellese, a Viverone verrà creata con 450 mila euro una nuova area umida dedicata alla testuggine palustre europea, specie simbolo della conservazione locale.

La prima volta all’Oasi Zegna

C’è sempre una prima volta e l’autunno è la stagione ideale per andare alla scoperta di un patrimonio naturale di cento chilometri quadrati e godere dei colori magici del foliage. Bellissima e non lontana, a un’ora e mezza da Torino, l’Oasi Zegna è un’immersione nella natura a 360 gradi, tra larici, faggi, betulle, abeti, boschi, pascoli, alpeggi e animali, sopra Trivero Valdilana nel biellese. È da vivere in tutte le stagioni ma l’autunno e la primavera sono quelle da non perdere, assolutamente! Autunno vuol dire foliage e l’Oasi si trasforma in un meraviglioso spettacolo tra colori favolosi e atmosfere magiche e la primavera non è da meno con le splendide fioriture di rododendri, narcisi, primule, bucaneve e ortensie.
Passeggiate, gite a piedi, in bici o più comodamente in auto lungo la Panoramica Zegna, 30 chilometri di sentieri per trekking o nordic walking, 150 km per i percorsi in mountain bike, il maneggio, le piste da sci, è tutto quello che offre l’Oasi Zegna oltre alla ricchezza dei panorami come lo spettacolo del Monte Rosa visto dalla Bocchetta di Margosio. Tutto nasce dal “pensiero verde” dell’imprenditore Ermenegildo Zegna (1892-1966), fondatore dell’omonimo gruppo tessile, che, incantato dallo splendore della natura, acquistò mezza montagna sopra il Lanificio da lui fondato nel 1910 a Trivero Valdilana, e a partire dagli anni Trenta fece piantare oltre 500.000 conifere e realizzare la Panoramica Zegna, la strada Sp 232 che attraversa l’Oasi Zegna. Voluta e disegnata da Ermenegildo, la strada collega il Lanificio con la montagna da lui tanto amata. È la Panoramica che ogni anno, in ogni stagione, viene percorsa da migliaia di persone. Il consiglio è di attraversarla tutta, in auto, in moto, in bici, a piedi, come si vuole, e di esplorare tutti i 26 chilometri della strada, dal biellese orientale alla Valle Cervo, tra 800 e 2000 metri, per ammirare i diversi paesaggi che si presentano ai nostri occhi. Per chi ama camminare e passare un’intera giornata immerso nella natura sentieri e itinerari sono innumerevoli e partono tutti dai lati della strada panoramica. Si può partire da Casa Zegna a Trivero Valdilana, sede ancora oggi del Lanificio Zegna, dove si può vedere l’archivio storico e una mostra che illustra la storia della famiglia e del gruppo tessile, e salire per 5 chilometri fino alla Conca dei rododendri che a maggio regala eccezionali fioriture. La seconda area dell’Oasi arriva alla stazione sciistica di Bielmonte, cuore dell’Oasi Zegna a 1500 metri, con 15 chilometri di piste da sci e 20 km per il fondo. La terza area dell’Oasi, da Bocchetto Sessera scende verso Biella e attraversa vecchi borghi ancora intatti e fermi nel tempo. Lungo tutta la Panoramica, trattorie, locande, rifugi e aziende agrituristiche accolgono i turisti di passaggio.                   Filippo Re
nelle foto, colori autunnali all’Oasi Zegna e il Monte Rosa visto dalla Panoramica Zegna

La navetta AuToMove si guida da sola

 

Da questa settimana e’ possibile viaggiare gratuitamente a bordo della navetta a guida autonoma AuToMove, attualmente in fase di test a Torino e parte del progetto Living Lab ToMove, dedicato allo sviluppo di nuove soluzioni di mobilità urbana smart e sostenibile. Ieri il sindaco Lo Russo ha fatto il percorso inaugurale . Dopo una prima fase di test tecnici, finalizzati alla raccolta dati e al monitoraggio dell’interazione tra il mezzo, l’infrastruttura tecnologica e l’ambiente urbano, i torinesi potranno salire a bordo dell’innovativo shuttle per sperimentare direttamente il servizio di trasporto collettivo autonomo “a chiamata”.

Il percorso, lungo circa 3 km, si sviluppa lungo un anello che collega corso Tortona, corso Regina Margherita e Lungo Dora Siena, con capolinea presso il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino e cinque fermate complessive.

Nei giorni scorsi l’assessora all’Innovazione e alla Mobilità della Città di Torino, Chiara Foglietta, ha effettuato un viaggio in anteprima a bordo del veicolo, accompagnata dai rappresentanti dei partner di progetto: GTT, 5T, Università di Torino, Politecnico di Torino, Fondazione LINKS, Fondazione Piemonte Innova

“AuToMove rappresenta un passo importante per Torino nel percorso verso una mobilità più innovativa e sostenibile – ha commentato l’assessora –. Essere tra le prime città in Italia a sperimentare un servizio autonomo su strada ci consente di esplorare nuove soluzioni capaci di migliorare concretamente la vita quotidiana delle persone. Questo progetto dimostra come la tecnologia possa contribuire a rendere i nostri spostamenti più sicuri, efficienti e a misura di cittadino.”

La navetta AuToMove, fornita da Ohmio e gestita operativamente da GTT è un veicolo elettrico a guida autonoma e connessa, integrato nel sistema di trasporto pubblico locale. Il mezzo comunica con altri veicoli e, grazie a tecnologie e dispositivi specifici progettati e messi in campo dalla società in house 5T, con l’infrastruttura stradale.

Si tratta di uno shuttle di livello SAE 4, compatibile con infrastruttura V2X per l’attraversamento automatico delle intersezioni semaforiche. Il servizio è attivo su un percorso urbano con 5 fermate, con a bordo un safety driver GTT appositamente formato, e può essere prenotato tramite app Wetaxi.

Grazie alla sensoristica di bordo e alla capacità di ricevere informazioni in tempo reale (ad esempio, sulle fasi semaforiche delle intersezioni), la navetta è in grado di muoversi in sicurezza nel contesto urbano. Il safety driver supervisiona il funzionamento del veicolo e può intervenire manualmente in caso di necessità. La navetta è dotata di una postazione manuale che consente il passaggio alla guida tradizionale in qualsiasi momento.

Il servizio sarà attivo nei giorni feriali, dalle 11:00 alle 16:30, con una capacità massima di 8 passeggeri per corsa. L’utilizzo è gratuito previa prenotazione (a partire da lunedì 13 ottobre) tramite l’app Wetaxi, selezionando il servizio AuToMove.

L’iniziativa fa parte del progetto Living Lab ToMove, finanziato dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale (PNRR), e vede la collaborazione di un ampio partenariato pubblico-privato: Città di Torino, GTT, 5T, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione LINKS, Fondazione Piemonte Innova.

Nel solco della CCAM e del paradigma Mobility as a Service (MaaS), la sperimentazione integra soluzioni cooperative, connesse e autonome, digitalizzando il trasporto locale e offrendo un’esperienza continua — dalla pianificazione al pagamento — su più modalità. Torino si conferma laboratorio urbano di riferimento e modello replicabile per il TPL autonomo: gli elementi emersi su esercizio, sicurezza, interazioni V2X e soddisfazione degli utenti orienteranno linee guida tecniche e futuri quadri regolatori a livello locale e nazionale, accelerando un’adozione sicura e consapevole.

L’iniziativa lascerà in eredità a Torino infrastrutture digitali e V2X riutilizzabili (dai sensori ai sistemi di orchestrazione) e competenze operative e scientifiche su esercizio, safety, integrazione nel TPL e governance dei dati. Inoltre, rafforza l’attrattività del territorio verso startup e ricercatori interessati a testare soluzioni in contesto reale, aprendo la strada a nuovi modelli di mobilità urbana: servizi a chiamata — autonomi e tradizionali — pienamente integrati nel MaaS, che ampliano le opportunità di spostamento. Il tutto promuovendo, in attuazione della visione “Torino verso la neutralità climatica 2030”, ambienti urbani più vivibili, dove natura e tecnologia dialogano e la mobilità lenta (a piedi, in bici, micromobilità) si connette alla rete del Trasporto Pubblico Locale.

Per prenotare il viaggio e scoprire di più sul progetto, è possibile scaricare gratuitamente l’app Wetaxi e selezionare il servizio AuToMove. Per maggiori info sul progetto: https://torinocitylab.it/to-move/

Partner della sperimentazione: il comitato promotore

Ambito mobilità e trasporti:

GTT S.p.A.: ha partecipato alla co-progettazione e gestisce operativamente il servizio sperimentale di trasporto collettivo autonomo on demand. A bordo della navetta sono presenti i suoi safety driver. Si è inoltre occupata della selezione dei fornitori.

5T S.r.l.: gestisce la centrale della mobilità e infomobilità della Città di Torino. Si è occupata del dispiegamento dell’infrastruttura tecnologica e ha partecipato alla co-progettazione della sperimentazione, supportando l’integrazione del servizio sperimentale nel servizi MaaS

Enti di ricerca:

Università di Torino, Politecnico di Torino e Fondazione LINKS, conducono attività di ricerca applicata e supportano la valutazione tecnico-strategica delle soluzioni CCAM, monitorando e accompagnando i test sul campo. LINKS  ha supportato lo sviluppo dei protocolli di communicazione fra la navetta e l’infrastruttura stradale oltre a condividere l’esperienza tecnico-normativa acquisita in progettualità pregresse. Il Politecnico di Torino ha favorito il test di sensoristica per la rilevazione di utenti vulnerabili. L’Università di Torino ha coadiuvato le attività di coinvolgimento di utenti e di analisi dell’accetabilità degli utenti.

Ecosistema innovazione e impresa:

Fondazione Piemonte Innova: coordinatore del Polo di Innovazione ICT della Regione Piemonte e del Cluster Tecnologico Nazionale Smart Communities. Garantisce il raccordo con altre aziende e centri di ricerca che sviluppano soluzioni innovative nel settore, ampliando il potenziale delle sperimentazioni del Living Lab.

Fornitori tecnologici

Ohmio – produttore neozelandese con basi in Europa e negli USA, fornitore del veicolo

WeTechnology e Padam, partner tecnologici responsabili dell’integrazione del servizio di prenotazione e gestione della corsa all’interno dell’app Wetaxi e incaricati dello sviluppo del modulo orchestratore del servizio, elemento chiave per la gestione del sistema di trasporto autonomo on demand.

TORINO CLICK

Investimenti “green” nelle imprese italiane, bene il Piemonte

Calano gli investimenti green nelle imprese italiane, ad eccezione di alcune Regioni, tra cui il Piemonte, che registra un +1,2%. La tendenza è contenuta da un rapporto realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato su dati Union Camere ed Excelsior, che rivela una flessione dal 25,2% del 2023 al 21,4% del 2024, facendo registrare una flessione del 4,1%. Analisi che ha rilevato anche un Green Tax Spread, la tassazione ambientale su cittadini e imprenditori italiani, che pesa 11,1 miliardi di euro in più rispetto alla media dell’Unione Europea, pari a 188 euro pro capite di maggiori costi.

“Nonostante i segnali incoraggianti a livello piemontese, questa opportunità richiede un cambio di rotta nelle politiche pubbliche a sostegno della transizione ecologica – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – il riordino degli incentivi previsti con la prossima legge di bilancio nazionale, dovrà rappresentare un momento di svolta. Occorrerà recuperare le risorse rimaste inutilizzate e indirizzarle verso un modello capace di sostenere in particolare le piccole imprese che decidono di investire nella sostenibilità”.
A livello nazionale la flessione rilevata è dello 0,5%, data dal 25,2% del 2023 confrontata con il 24,7% del 2024, mentre a livello territoriale, la propensione delle imprese negli investimenti green vede una situazione in chiaroscuro: l’Emilia Romagna registra l’incremento più netto rispetto all’anno precedente delle imprese che investono nel green, con un balzo in avanti di 1,6 punti percentuali, seguita dal Piemonte con il +1,2%, Campania +1%, Valle d’Aosta +0,8%, Lazio e Umbria allo 0,7% e Abruzzo con un +0,3%. Di segno opposto dati che riguardano la Basilicata che, pur mantenendo la prima posizione assoluta, ha visto un calo marcato di 8,6 punti percentuali rispetto al 2023, seguita dalla Calabria con un -4,6%, la Sardegna con un -4,1%, il Trentino Alto Adge che segna -3,3%, Marche -2,9% e Puglia -2%. Si riduce anche l’incidenza degli investimenti green in Friuli Venezia Giulia, Liguria e Sicilia. A frenare gli investimenti green delle aziende sono gli elevati oneri finanziari imposti dalla stretta monetaria e la scarsa efficacia del Piano Transizione 5.0: al 15 settembre 2025 risultano inutilizzati ben 4,2 miliardi di euro, pari al 68,1% delle risorse disponibili.
Per ciò che riguarda il Green Tax Spread, il prelievo fiscale ambientale in Italia ha raggiunto i 54,2 miliardi di euro, pari al 2,5% del PIL, un valore superiore di 0,5 punti alla media europea, del 2%. Questo nonostante il nostro impatto pro capite sia inferiore dell’ 8,4% rispetto all’UE.

“Questo spread fiscale, che penalizza cittadini e imprese – sottolinea De Santis – è ingiustificato e contraddice il principio europeo ‘chi inquina, paga’. Per questo sollecitiamo una riforma della fiscalità ambientale che tenga conte dell’efficienza energetica reale, e del contributo delle imprese alla transizione ecologica. Non può esserci sostenibilità ambientale senza sostenibilità economica. Le micro e piccole imprese italiane devono essere messe in condizione di competere, non penalizzate con un carico fiscale superiore a quello dei concorrenti europei”.
Questa situazione contraddice il principio che la stessa UE adotta, ovvero “chi inquina, paga”. L’Italia inquina di meno ma paga di più. Si tratta di una sorta di Green Tax Spread che penalizza aziende e famiglie italiane. Le voci principali riguardano le accise sui carburanti (25,7 miliardi), le imposte su energia elettrica e gas (12,6 miliardi) e il settore trasporto (11,2 miliardi). L’accise italiana sul gasolio è la più alta d’Europa (24,9% in più rispetto all’Eurozona), mentre quella sulla benzina è l’11,6% sopra la media dell’Eurozona.
“Anche in questo caso l’Italia figura tra i Paesi con il carico fiscale più elevato, alle spalle solo di Paesi Passi e Finlandia – spiega Confartigianato – per questo sarebbe necessaria una riforma della fiscalità ambientale che tenga conto dell’efficienza energetica reale e del contributo delle imprese alla transizione ecologica”.

Mara Martellotta

Un click d’amore per la montagna

“Oltre lo scatto”: è la mostra fotografica presentata dal “Forte di Bard”, in collaborazione con il “Parco Nazionale Gran Paradiso”

Fino all’8 dicembre

Bard (Aosta)

Fotografia “Wildlife”. Scatti di “Natura”. Le meraviglie di boschi e di prati incontaminati, la montagna a far da cornice a scenari in cui paiono vivere solo esseri umani “illuminati” e animali selvatici che hanno imparato (o forse è il contrario) a condividere le loro giornate con quegli “amici”, esseri umani “illuminati”. Che bella e rassicurante è la mostra “Oltre lo scatto” ospitata fino a lunedì 8 dicembre nelle “Scuderie” del “Forte di Bard” e organizzata dall’antica “Fortezza sabauda” in collaborazione con il “Parco Nazionale Gran Paradiso”! Mostra “etica”, l’hanno definita i responsabili. “Etica” e (aggiungerei) saggiamente “didattica”. L’obiettivo è infatti, si sottolinea, quello di “promuovere una riflessione sull’etica della fotografia naturalistica e più in generale sull’importanza di un approccio all’ambiente alpino rispettoso, proponendo un percorso che accompagni il visitatore oltre la dimensione estetica dell’immagine e invitandolo a interrogarsi su ciò che accade prima, durante e dopo lo scatto fotografico”. C’è un prima, un durante e un dopo dietro ogni scatto. No all’improvvisazione, no alla fotografia a tutti i costi “perfetta” (anche in barba al buon senso e al doveroso rispetto verso animali e cose) da condividere magari sui social “tanto più accattivante quanto più rappresentativa di momenti eccezionali, come gli incontri con gli animali selvatici”. Teniamo a riposo per un attimo (e anche un po’di più) l’obiettivo per evitare che i nostri comportamenti possano avere effetti negativi sulla fauna selvatica. Adottiamo atteggiamenti responsabili. E’ questo il monito che arriva dalle opere esposte. E dai testi che spesso accompagnano la mano del fotografo e le sue immagini, “raccontando le emozioni, il caso, la tenacia, l’ironia, le verità che si nascondono dietro ogni incontro con la fauna alpina”: parole sante, scritte per Roberto Andrighetto, guida valdostana che dal 2006 conduce con il fotografo Enzo Massa Micon i trekking foto naturalistici in Vallée e le Escursioni Fotografiche “Obiettivo Parco” organizzate in collaborazione con il “Parco Nazionale Gran Paradiso”.

E proprio di Andrighetto è una stupendo, per effetto tecnico e di acuta intuizione, scatto fotografico presente in mostra, dove una simpatica paciosa “Marmotta” si lascia immortalare, per nulla stranita, dall’obiettivo di un “amico fotografo”, intento a “documentare” e a “raccogliere emozioni”, ben lontano dalla ricerca dello “scoop”, della “foto rubata” che avrebbe forse spaventato e allontanato l’“amica marmotta”. Un altro scatto di Jean Laurent Jordaney (detto “Patience”) – guida di Courmayeur – ci racconta invece della fierezza e della geniale capacità di mimetizzarsi con l’ambiente, di un “Gufo” sicuramente “Reale” o “Gufo Aquila” (per quei bizzarri ciuffi di piume sulla testa che sembrano orecchie), quasi un tutt’uno con la corteccia e l’intreccio dei rami dell’albero che è ormai la sua casa. Simpatica, di una vivacità e vitalità quasi sfrontata è, poi, la vispa “Volpe” dal pelo  grigio-marrone in perfetto risalto cromatico con il candore della neve, cristallizzata, senza disturbo alcuno alla quiete che è nell’aria intorno, dall’aostano Dario De Siena, fotografo e, dal ’90, Guardiaparco del “Primo Parco Nazionale d’Italia”, con lo “Stambecco” a simbolo universale.

Complessivamente sono oltre 20 le immagini, in grande e medio formato, esposte a Bard. Con esse, uno storytelling che evidenzia le conseguenze di azioni umane solo in apparenza innocue, due pannelli didattici, di cui uno interattivo, che permettono di scoprire i mesi più vulnerabili per alcune specie montane e le complesse interconnessioni tra flora e fauna nell’ecosistema alpino. Il percorso si conclude con due proiezioni video: ad uno, in special modo, è affidato il compito di far ritrovare al fruitore “equilibrio e connessione” con la natura di cui fa parte, avvicinandolo con gli occhi e con il cuore a quell’ecosistema alpino fatto (e questo è importante sapere) di delicati equilibri e di stretti legami in grado di tenere uniti piante, animali e uomo. “La mostra – concludono gli organizzatori – diventa così un viaggio di consapevolezza che porta a riconoscere il nostro ruolo all’interno di questa rete ecologica e a comprendere come ogni gesto, ogni scelta, ogni scatto lasci un segno”.

Da segnalareFino a domenica 26 ottobre, il “Forte” presenta anche la decima edizione de “Le Sommet de l’Artisanat Valdôtain” esponendo, nell’ex “Cappella Militare” le opere premiate alla 72^ “Mostra-Concorso dell’Artigianato Valdostano” di Aosta. L’evento intende essere un omaggio all’eccellenza di un artigianato che ha saputo evolvere nei tempi, senza mai rinnegare l’antica sapienza di un “savoir-faire” che porta i tratti rigorosi di un “mestiere” tramandato nei secoli.

Gianni Milani

“Oltre lo scatto”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino all’8 dicembre. Orari: Feriali 10/18; sab. dom. e festivi 10/19

Nelle foto: alcuni scatti di Roberto Andrighetto, Jean Laurent Jordaney e Dario De Siena con una scultura dalla mostra “Le Sommet de l’Artisanat  Valdôtain”.

Semaforo antismog: da oggi scatta il livello arancio

Da  sabato 11 ottobre, e fino a lunedì 13 ottobre 2025 compreso (prossimo giorno di controllo), le misure di limitazione del traffico passeranno al livello 1 (arancio).

I dati previsionali forniti oggi da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Alle limitazioni strutturali in vigore, per il trasporto persone si aggiungerà il blocco dei veicoli diesel con omologazione Euro 5 valido tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19, mentre il blocco dei veicoli diesel Euro 3 e Euro 4 si prolungherà alle giornate di sabato e domenica, sempre dalle ore 8 alle 19.

Stessa regola anche per i veicoli adibiti al trasporto merci, che vedranno il divieto di circolazione estendersi ai diesel con omologazione Euro 3, Euro 4 ed Euro 5 su tutti i giorni (festivi compresi), sempre con orario 8-19.

Con l’attivazione del livello arancio si fermeranno anche tutti i veicoli dotati di dispositivo “Move In”, in quanto comunque soggetti alle limitazioni temporanee della circolazione veicolare conseguenti alle previsioni di perdurante accumulo degli inquinanti nell’aria.

Si ricorda infine che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e dei percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale.

TORINO CLICK

Bonifica della Regione all’ex discarica Montefibre

Il progetto di riqualificazione dell’ex discarica Montefibre di Vercelli, situata tra corso Rigola e l’argine destro del fiume Sesia, è stato al centro del sopralluogo e della conferenza stampa, nella mattinata di giovedì 9 ottobre, da parte dell’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati.

Il sito è stato candidato dalla Regione Piemonte, che ha stanziato oltre 5,3 milioni di euro per la realizzazione della bonifica dei “ siti orfani” nell’ambito dei fondi legati al Pnrr, per un’azione nazionale coordinata per il risanamento dei territori contaminati. L’intervento, in corso di svolgimento, comporta la messa in  sicurezza e la riconversione ambientale, con l’obiettivo di trasformare la zona dell’ex discarica in un grande parco urbano di oltre  13.000 mq, attrezzato e accessibile al pubblico. La bonifica riguarda la vecchia discarica ubicata su un’area in sponda orografica destra del fiume Sesia, nel territorio comunale di Vercelli. L’intervento in corso di realizzazione, si qualifica come messa in sicurezza permanente finalizzata all’interruzione  dei percorsi di esposizione dei contaminanti presenti all’interno del corpo della ex discarica. Le attività di committenza lavori sono state affidate alla società in – house di Regione Piemonte Scr Spa.

«Questo intervento è un passo importante per il risanamento ambientale  e la valorizzazione del territorio – ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – la bonifica dei siti orfani è un intervento di primaria importanza per l’intero territorio piemontese, e la bonifica dell’ex discarica Montefibre, garantisce la sicurezza a lungo termine dell’area, prevenendo il rischio di contaminazione futura. Si consegnerà  alla città di Vercelli un’area verde bella, attrezzata e sicura, che potrà diventare uno spazio di relax, sport e aggregazione sociale per tutta la cittadinanza e non solo. Il progetto rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni locali, regionali e nazionali per trasformare una ferita industriale, in una risorsa verde, al servizio della comunità».

Il progetto rientra nella Misura M2C4  del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finalizzata alla bonifica dei siti orfani, che con Decreto del Ministro della Transizione Ecologica n. 301 del 4 agosto 2022, ha assegnato alla Regione Piemonte 36.675.937,16 euro per gli interventi sui siti orfani, destinando al Comune di Vercelli  3.826.275 euro, cifra poi aumentata a 5.303.545,33 euro a seguito della richiesta di risorse aggiuntive da parte dello stesso Comune, per l’intervento sull’area  ex Montefibre. «Già più di 15 anni fa ci adoperammo, senza fondi Pnrr, per la sicurezza di un primo lotto. Oggi – afferma l’assessore all’Ambiente, Verde e Qualità Urbana di Vercelli, Antonio Prencipe – si è arrivati a questo grande risultato, consentendoci non solo di bonificare e mettere in sicurezza questo terreno, ma anche di valorizzarlo con un parco di 13 mila metri quadrati, che può essere un viatico per la riqualificazione dell’intero lungo-Sesia».

Dopo anni di analisi ambientali, che hanno rilevato la presenza di idrocarburi nel terreno, il Comune di Vercelli aveva infatti già avviato nel 2009 un progetto pilota  di bonifica, con il coinvolgimento di enti ambientali come Regione Piemonte, Arpa, Asl e Provincia. Al 30 settembre scorso risultava completato l’intervento di sistemazione del bacino interno, residuo delle attività sperimentali di bonifica effettuate negli anni 2009/2010. Il completamento dei lavori di messa in sicurezza permanente dell’intera area di intervento avverrà entro il termine contrattuale di appalto del 29 gennaio 2026. Gli obiettivi legati al Pnrr impongono il raggiungimento della riqualificazione di almeno il70% delle superfici di suolo oggetto di finanziamento.

L’ingegner Andrea Tarallo, responsabile unico del procedimento per Scr Piemonte, ha espresso «il profondo orgoglio con cui stiamo partecipando, attraverso il nostro ruolo tecnico, alla riqualificazione di questa importante area. Stiamo trasformando una ferita del passato industriale in una risorsa per il futuro della comunità: un nuovo parco pubblico che restituirà verde e vitalità al territorio. L’avanzamento dei lavori procede in linea con il crono programma stabilito e con le tempistiche del Pnrr così che entro il primo trimestre 2026 consegneremo le aree al Comune di Vercelli: tale risultato può essere conseguito solo potendo contare, come in questo caso,sulla reale collaborazione istituzionale».

Aree protette Appennino Piemontese, i sindaci vogliono scegliere il presidente

In Quinta commissione,  del Consiglio regionale presieduta da Sergio Bartoli, si è svolta l’audizione sollecitata da Pasquale Coluccio (M5s) per chiarire lo stallo nella nomina del presidente dell’ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino Piemontese, commissariato da gennaio 2025. Da allora la guida è affidata a Danilo Repetto, nominato commissario straordinario con mandato temporaneo in attesa dei nuovi organi di gestione.
Il presidente della Commissione Ambiente Sergio Bartoli

All’audizione sono intervenuti Giuseppe Antonio Canepa, sindaco di Voltaggio, Alberto Caminati di Casaleggio Boiro e Domenico Merlo, primo cittadino di Bosio e vicepresidente dell’Unione montana Dal Tobbio al Colma. Tutti e tre hanno ribadito la necessità di un confronto aperto con le comunità locali e hanno espresso il diritto di poter scegliere.

Il bando per la presidenza è scaduto e la Regione renderà pubblici i nomi e i curricula di tutti i tredici candidati; al momento gli enti locali del territorio ne hanno potuto esaminare solo cinque, facendo cadere la scelta all’unanimità su Gianni Repetto, già alla guida del Parco Capanne di Marcarolo.

“Chiediamo una decisione rapida e condivisa – hanno detto gli auditi – serve una guida stabile e legittimata per evitare che il Parco resti ostaggio di logiche burocratiche e di scelte calate dall’alto, anche se poi la decisione finale, dopo l’espressione del nostro parere, spetta alla Giunta regionale”. Il prossimo 16 ottobre è prevista una nuova assemblea durante la quale la Giunta ha annunciato la presentazione di tutti i candidati.

Il Parco dell’Appennino Piemontese tutela un territorio di oltre 20.000 ettari, compreso tra l’Alessandrino e il confine ligure. Ne fanno parte aree di grande valore naturalistico come il Parco delle Capanne di Marcarolo, la Riserva del Neirone e il Parco dell’Alta Val Borbera. Boschi, corsi d’acqua, pascoli e antichi borghi convivono in un ecosistema ricco di biodiversità, dove sspecie alpine e mediterranee si incontrano in un raro equilibrio ambientale.

Per delucidazioni sono intervenuti Domenico Ravetti (Pd), Coluccio e Roberto Ravello (Fdi).

Ufficio Stampa CRP

A Torino raccolti 47 kg di rifiuti e 6.300 mozziconi sul Lungo Dora

47 kg di rifiuti differenziati in poche ore: è il bilancio dell’intervento realizzato a Torino in occasione del World Cleanup Day 2025, la più grande giornata di pulizia civica a livello globale che ha coinvolto 193 Paesi e milioni di volontari in tutto il mondo.

L’iniziativa, organizzata da Retake Torino insieme ai volontari di Plastic Free, ha avuto come punto di ritrovo via Reggio, da cui è partita la camminata ecologica lungo le sponde del Dora. I partecipanti, armati di guanti, pinze e sacchi, hanno rimosso rifiuti abbandonati nelle aree verdi e nei tratti pedonali, restituendo decoro e pulizia a un’importante zona naturalistica della città.

Complessivamente sono stati raccolti 25 kg di rifiuti indifferenziati12 kg di vetro10 kg di plastica e 6.300 mozziconi di sigaretta.

«Il World Cleanup Day è per noi un momento di incontro e collaborazione, ma l’impegno continua tutto l’anno. Torino ha bisogno di cura costante e di cittadini attivi, capaci di unire le forze per costruire una città più vivibile e sostenibile», dichiara Fabrizio Milone, presidente di Retake.

Il World Cleanup Day 2025 è promosso a livello nazionale da Let’s Do It! Italy, in collaborazione con Puliamo il Mondo di Legambiente e con Retake, con il sostegno di amministrazioni comunali e partner privati. L’iniziativa gode dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e dei patrocini della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, dell’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani.