ALLARME SICUREZZA

Gassino meta dei “soliti ignoti”

carabinieri autoDiversi furti segnalati alle forze dell’ordine

Si è registrata proprio in questi giorni a Gassino, comune della Collina Torinese, famoso per i suoi ottimi grissini, una serie di furti. I soliti ignoti hanno colpito sia bar che abitazioni private. Purtroppo il periodo post – feriale presenta sempre, anche se non è una regola assoluta, un incremento di simili reati. I fatti sono stati segnalati alle forze dell’ordine.

Massimo Iaretti

 

Il Controllo del Vicinato è di casa a Vinovo

vinovo3Vinovo ha imboccato decisamente la strada del Controllo del Vicinato. Verso questo metodo sia l’amministrazione comunale, sia la polizia locale stanno profondendo notevole impegno e, a meno di 15 giorni dal primo evento nella frazione Tetti Rosa si è svolto un secondo appuntamento destinata a “battezzare” il gruppo via Valetti – via La Loggia, un’area piuttosto estesa della città. All’incontro, che si è tenuto nella sala del consiglio comunale sono intervenuti il sindaco Gianfranco Guerrini, il referente regionale dell’Associazione Controllo del Vicinato, Massimo Iaretti, il referente per la Città Metropolitana di Torino, Ferdinando Raffero. La serata è stata arricchita dai contributi del comandante della polizia locale, Antonio Savino e dell’agente Andrea Leto che, avvalendosi di slides, hanno fornito informazioni agli intervenuti. Raffero, che è anche consigliere comunale a San Mauro Torinese, ha invece ricordato l’importante strumento che è il Manuale della sicurezza residenziale, “costruito” dall’associazione sulla base delle risultanze degli incontri sul territorio.

 

Controllo del vicinato a Sciolze

IARIS VICINATOIl Comune di Sciolze si aggiunge alla lista dei centri che in Piemonte e nella Città Metropolitana di Torino hanno deciso di condividere il programma del controllo del vicinato. Dopo l’incontro con il responsabile dell’Associazione, Ferdinando Raffero, l’amministrazione comunale, guidata da Gabriella Mossetto ha adottato una delibera di giunta che dà il disco verde a questa pratica di educazione civica. Nel provvedimento viene disposta la collaborazione con l’Associazione Controllo del Vicinato per fare nascere dei gruppi di cittadini sul territorio comunale e viene disposto l’acquisto dei cartelli che lo segnalano.

Massimo Iaretti

 

Furti e truffe agli anziani nel Pinerolese

polizia e carabinieri

carabinieriE vi è chi guarda con sempre maggiore attenzione a modelli quali il Controllo del Vicinato come sistemi di desistenza passiva e di collaborazione con le forze dell’ordine. In quest’ottica si è recentemente costituito un gruppo spontaneo a Riva di Pinerolo

 

Si fa sentire anche nella zona del Pinerolese il problema della microcriminalità, con reati  come furti nelle abitazioni o le truffe agli anziani, che diminuiscono il senso di sicurezza dei cittadini. Per questo c’è sempre maggiore attenzione a tali tematiche e la consapevolezza che il problema è di tutti e non solo di chi ha eventualmente subito un reato. E vi è chi guarda con sempre maggiore attenzione a modelli quali il Controllo del Vicinato come sistemi di desistenza passiva e di collaborazione con le forze dell’ordine. In quest’ottica si è recentemente costituito un gruppo spontaneo a Riva di Pinerolo che guarda con attenzione alle modalità organizzative ed alle finalità del Controllo di Vicinato.

 

Per questo nei giorni scorsi si è svolto un incontro al Centro Sociale di via Stazione con il refente regionale dell’Associazione Controllo del Vicinato, Massimo Iaretti nel corso del quale sono state approfondite le tematiche relative a questo sistema che, meglio conosciuto come “Neighbourhood watch” nasce negli anni Sessanta – Settanta, nei Paesi anglo – sassoni, Gran Bretagna, Stati Uniti, ma anche Canada, Australia, Nuova Zelanda e in Italia inizia ad avere una diffusione a partire dal 2008 in Lombardia. “L’importatore” ed ideatore in Italia è Gianfrancesco Caccia di Caronno Pertusella (Varese) che ha via via diffuso, con altri volontari, le tecniche sino alla creazione di una associazione, che si chiama appunto Controllo di Vicinato, che ha tra i suoi coordinatori, oltre allo stesso Caccia, anche Leonardo Campanale di Rodano (Milano). Il Controllo di Vicinato, che nulla ha a che vedere con il fenomeno delle “Ronde Padane” o pattugliamenti di cittadini sul territorio o la videosorveglianza (che è una scelta dell’amministrazione comunale d’intesa con le forze dell’ordine), è un progetto che tende a fare crescere, da un lato, la solidarietà tra i cittadini e a crescere una forma di osservazione “passiva” del territorio e delle persone che vi transitano. Il tutto, ovviamente, deve avvenire in stretta collaborazione – elemento imprescindibile – con le forze dell’ordine.

 

Primo comune ad adottarlo in Piemonte è stato nel 2013 Casorzo in Provincia di Asti, mentre nella Città Metropolitana di Torino, grazie all’impegno del consigliere Ferdinando Raffero, è San Mauro Torinese, che lo ha approvato in consiglio comunale a marzo e ha dato il via al primo gruppo di controllo del vicinato che ha avuto anche una parte significativa nell’evitare la spaccata in una parafarmacia da parte dei soliti ignoti. La serata di Riva di Pinerolo, introdotta dal Graziano Tecco, coordinatore del gruppo che si sta strutturando, ha visto una buona presenza di persone della frazione, con numerose domande e contributi da parte dei presenti il tutto per oltre due ore di discussione.

 

(Foto: il Torinese)

PG Minazzi

 

 

La polizia sventa rapina in via Po

polizia via po

Le volanti accorse sul posto

 

I passanti dicono che negli ultimi giorni si sono verificati diversi tentativi di rapina in via Po. Fortunatamente non sono andati a segno, anche grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine e alla reazione dei commercianti. La polizia è intervenuta per identificare i malviventi che hanno tentato di rapinare il negozio di cristalli e arredi per la casa di fianco alla farmacia al civico 14 della via.

Ex Moi, l’occupazione un anno e mezzo dopo

Il tempo è passato, dei profughi iniziali ormai non è rimasto più nessuno, ma le palazzine continuano ad essere occupate… La convivenza con gli abitanti del quartiere si fa ogni giorno più difficile e molti accusano gli extracomunitari dell’aumentato spaccio, della prostituzione e della delinquenza in generale

 

moi2Il 30 marzo 2013 un gruppo di circa 200 immigrati, guidati da alcuni esponenti di centri sociali e associazioni di volontariato, occupa abusivamente alcune palazzine abbandonate, facenti parte del complesso dell’ex villaggio olimpico (ex Moi) in Via Giordano Bruno 201, nel cuore del Borgo Filadelfia.I migranti, di 21 nazionalità diverse, provengono tutti dal programma Emergenza Nord Africa (ENA), che prevedeva l’accoglienza in strutture di Torino e Provincia con corsi di inserimento lavorativo e di lingua italiana, finanziati dalla Comunità Europea.

 

Considerata conclusa a fine febbraio l’emergenza, i profughi vengono abbandonati a se stessi con 500 euro, senza nessun appoggio locativo. La sistemazione nelle palazzine deserte dell’ex Moi sembra  una soluzione ideale, anche se si va ad occuparle illegalmente. Due giorni dopo il numero dei profughi era raddoppiato, in quanto la notizia dell’occupazione si era diffusa e giungevano persone da tutta Italia, non tutte con i requisiti di cui sopra.Il quartiere Borgo Filadelfia si spaccò in due: da un lato le persone e le associazioni si mobilitarono per portare aiuti di prima assistenza (cibo, coperte, vestiti, materassi etc.), dall’altro coloro che erano preoccupati della massiccia presenza di extracomunitari.

 

Ci furono molte discussioni per poter risolvere la questione: esponenti politici dal Comune, dalla Regione, dalla Circoscrizione, nonché dalle autorità religiose nella persona dell’arcivescovo Nosiglia, intervennero per trovare una soluzione. Anche la Presidente della Camera Boldrini fece sentire la sua voce. Il tempo è passato, dei profughi iniziali ormai non è rimasto più nessuno, ma le palazzine continuano ad essere occupate… La convivenza con gli abitanti del quartiere si fa ogni giorno più difficile e molti accusano gli extracomunitari dell’aumentato spaccio, della prostituzione e della delinquenza in generale.

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Anche tra gli occupanti il clima è teso a causa di differenze etniche, religiose e gerarchiche sempre più marcate. Ci sono stati persino episodi di violenza, culminati con l’intervento delle forze dell’ordine. Dopo 18 mesi la situazione ristagna e non si vede una soluzione all’orizzonte…

 

Maria Ferreri

Chiara Mandich