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Anvur promuove il Politecnico di Torino

L’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) ha giudicato “Pienamente Soddisfacente” nel rapporto di valutazione del Politecnico di Torino, redatto dalla Commissione di Esperti Valutatori. È il primo Ateneo in Italia a raggiungere il livello più alto del modello di valutazione

 

Il rapporto 2024 redatto dall’ANVUR sulla visita di Accreditamento periodico delle Sedi e dei Corsi di Studio per il sistema di Assicurazione della Qualità negli Atenei ha attribuito al Politecnico di Torino la massima valutazione: “Pienamente Soddisfacente”“Siamo il primo Ateneo a ricevere la valutazione più alta del modello ANVUR (AVA3) – precisa il Rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati – e questo è motivo di grande orgoglio per la nostra comunità, che ha fatto della Qualità un principio cardine per raggiungere l’eccellenza nelle sue missioni istituzionali”.

 

La pubblicazione del Rapporto segna la conclusione di un percorso che ha coinvolto, a vari livelli e con diverse strutture, l’intero Ateneo per più di un anno, culminato nella visita di accreditamento iniziata a febbraio scorso, con le interviste online da parte della CEV, che hanno preceduto la visita in sede del mese di marzo.

In particolare, sono stati coinvolti 6 Corsi di Studio (Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio L-7, Ingegneria Aerospaziale LM-20, Design e Comunicazione L-4, Mechatronic Engineering LM-25, Ingegneria Chimica e dei Processi Sostenibili LM-22 e Matematica per l’Ingegneria L-35), 2 Corsi di Dottorato (Ingegneria Civile e Ambientale, Ingegneria Aerospaziale) e 2 Dipartimenti (Ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture, Ingegneria Meccanica e Aerospaziale). È stata valutata anche la qualità del Campus PoliTo e delle sue infrastrutture.

Il sistema AVA (Autovalutazione – Valutazione – Accreditamento), come previsto da ANVUR, ha l’obiettivo di migliorare la qualità della didattica, della ricerca, della terza missione/impatto sociale e delle altre attività istituzionali e gestionali svolte negli Atenei, attraverso l’applicazione di un modello di Assicurazione della Qualità (AQ) fondato su procedure interne di progettazione, gestione, autovalutazione e miglioramento delle attività formative e scientifiche e su una verifica esterna effettuata in modo chiaro e trasparente, verifica che si traduce in un giudizio di Accreditamento.

La sintesi della valutazione all’interno del rapporto ha riconosciuto all’Ateneo un ruolo centrale nei processi di sviluppo territoriale“La CEV ha rilevato in linea generale alcuni tratti dominanti che caratterizzano i temi chiave della Sede in riferimento agli Ambiti di valutazione, quali il ruolo dell’Ateneo nel territorio e l’attitudine a individuare e interagire con i principali portatori di interesse (interni ed esterni), la coerenza tra i documenti di pianificazione ai vari livelli ed il loro utilizzo fattivo nella gestione, una tradizione nell’utilizzo, da parte degli organi di governo e delle diverse strutture di Ateneo, di dati e analisi a supporto delle decisioni con particolare attenzione e riguardo ai processi di programmazione strategica, che ha portato ad un solido sistema di controllo direzionale articolato su diverse funzioni, un profondo senso di appartenenza e l’incisiva partecipazione all’insieme dei processi da parte del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario”.

“Ringrazio tutta la comunità per questo eccellente risultato collettivo che poggia le sue basi nel precedente mandato rettorale ed un grazie particolare tutte/i coloro che hanno collaborato in prima persona e a vario titolo per rendere possibile questo importante traguardo di Ateneo; nonché le singole strutture valutate e le squadre di Governo che con la Direzione Generale hanno coordinato le attività insieme al supporto operativo del Presidio della Qualità. – continua il Rettore Stefano Corgnati – La conclusione di questo processo di valutazione è un’occasione per radicare sempre più la cultura della qualità in un percorso di valorizzazione di tutti gli ambiti del nostro sistema politecnico.”

Viticoltura resiliente. Il progetto per supportare le imprese vitivinicole


Fondazione Agrion coordina il progetto finanziato da Banca d’Alba per dare risposte immediate alla crisi climatica che colpisce i vigneti del territorio

È stato avviato il progetto “Viticoltura Resiliente” finanziato da Banca d’Alba e realizzato e coordinato da Fondazione Agrion. A promuovere e rappresentare maggiormente il progetto, insieme a Banca d’Alba, sono Giacomo Ballari, Presidente di Fondazione Agrion, Luca Luigi Tosa, Sindaco di Santo Stefano Belbo e Vicepresidente dell’Associazione Comuni del Moscato, e Pietro Cirio, Presidente dell’Associazione Comuni del Moscato e Sindaco di Loazzolo.

Il progetto, della durata triennale, nasce con l’obiettivo di trovare soluzioni immediate per fare in modo che i vigneti possano resistere a un clima sempre più impattante con ondate di calore anomalo e lunghi periodi di siccità intervallati da vere e proprie bombe d’acqua.

Il progetto pilota si sviluppa in tre aziende pioniere, ma i risultati saranno utili e significativi per tutto il comparto vitivinicolo piemontese.
Le aziende Tojo vini e Cascina delle Rocche di Moncucco situate a Santo Stefano Belbo e l’azienda vinicola Domanda di Calosso, caratterizzate da vigneti inerpicati sui Sorì, terreni in forte pendenza e con una particolare esposizione al sole, si trovano nelle condizioni di massima pressione per i fattori climatici sopra citati. Individuate con il supporto del Consorzio dei Comuni del Moscato, promotore con Agrion di questa iniziativa, le imprese sono state coinvolte in diverse tesi di valutazione in funzione anche delle criticità che hanno dovuto affrontare in questi ultimi anni.

L’AZIENDA AGRICOLA TOJO VINI

L’azienda vinicola Tojo è una cantina a conduzione familiare, fondata agli inizi del 1900 e situata a Santo Stefano Belbo, territorio collinare parte del patrimonio UNESCO. Impresa ben predisposta alla produzione vinicola e in particolar modo a quella del Moscato bianco, è condotta dai proprietari Francesco e Delia Bocchino.

La Cantina ha deciso di prendere parte al progetto e cominciare una collaborazione con Fondazione Agrion in seguito alle gravi problematiche riscontrate negli ultimi anni, causate dalla siccità e dalle temperature particolarmente elevate, che hanno danneggiato e “scottato” la produzione in vigneto.

La sperimentazione proposta da Agrion, Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, è l’utilizzo del caolino, un’argilla bianca che va a proteggere e limitare gli effetti del sole sulle viti grazie all’elevato potere riflettente. Si procederà all’applicazione del caolino a blocchi randomizzati alla dose scelta a partire dall’invaiatura ogni qual volta si prospettino temperature pari o superiori a 35°C. Il trattamento verrà svolto più volte nel corso della stagione in funzione dell’andamento climatico e pluviometrico. Verrà monitorato lo stato di salute dei grappoli, la cinetica di maturazione e differenze nei principali parametri delle uve alla maturità, con un focus sul quadro acidico e sull’accumulo di molecole aromatiche. Inoltre, verranno eseguite prove di micro vinificazioni per verificare che l’applicazione tardiva di caolino non abbia effetti indesiderati in vinificazione sulle componenti polifenoliche e aromatiche.

L’AZIENDA AGRICOLA DOMANDA

L’azienda vitivinicola a conduzione familiare Domanda è situata a Calosso, in provincia di Asti, tra le Langhe e il Monferrato. Un’impresa che, anch’essa facente parte dei Sorì, ha origine alla fine dell’Ottocento con Massimo Domanda e oggi è condotta dai pronipoti, Maurizio ed Eleonora Domanda.

L’azienda ha deciso di aderire al progetto “Viticoltura Resiliente” per affrontare le sfide sempre più pressanti imposte dal cambiamento climatico, date le gravi difficoltà affrontate negli ultimi anni nella gestione dei vigneti, messi a dura prova da temperature estremamente elevate e siccità persistente.

Per l’azienda Domanda, la proposta sperimentale di Fondazione Agrion è stata l’installazione di reti ombreggianti che hanno effetti sulla maturazione delle uve: queste, infatti, preservano il contenuto di acidità totale, riducono l’accumulo zuccherino, diminuiscono i danni da scottature sui grappoli e aumentano il tenore in clorofilla della chioma, riducendo al contempo lo stress fotochimico che sempre più spesso si verifica nei mesi di luglio e agosto, e infine, in alcuni casi, possono offrire anche protezione da danni da grandine. Verranno applicati due diversi tipi di rete con differente potere ombreggiante a blocchi randomizzati su porzioni di filari lunghe 30 m. Le reti saranno mantenute in posizione dalla completa allegagione fino alla raccolta. Verranno monitorate nel corso della stagione le differenze in termini di stato fitosanitario della chioma e dei grappoli, e le differenze relative alle cinetiche di maturazione e del tenore di clorofilla.

Le reti avranno una tessitura specifica al fine di riflettere al meglio i raggi solari, proteggere i grappoli dalle alte temperature e ridurre così il rischio di danni da scottatura. L’obiettivo è difendere e ottenere un prodotto finale di qualità superiore.

Oltre alle reti ombreggianti, Fondazione Agrion ha previsto l’installazione di sensori all’interno della chioma delle viti per monitorare in tempo reale la temperatura e l’umidità. Saranno proprio i dati registrati da questi sensori, insieme all’analisi delle curve di maturazione, delle molecole aromatiche e del monitoraggio delle malattie fungine, a dimostrare l’efficacia di queste soluzioni innovative.

LA CASCINA DELLE ROCCHE

Cascina delle Rocche di Moncucco è la terza azienda vitivinicola facente parte del progetto “Viticoltura Resiliente”. L’azienda, anch’essa a conduzione familiare, è situata sulla collina di Moncucco a Santo Stefano Belbo, e oggi è condotta da Beppe Scavino insieme ai figli Luca e Laura.

Proprio come per le aziende Tojo Vini e Domanda, anche Cascina delle Rocche ha riscontrato negli ultimi anni le stesse difficoltà nei propri vigneti e, di conseguenza, importanti scottature sui grappoli e siccità.
La soluzione proposta da Fondazione Agrion per questa azienda è invece l’uso di Biochar, un ammendante di origine vegetale da distribuire sul terreno nel periodo autunnale.
L’impiego di Biochar è una pratica agronomica sostenibile che migliora la fertilità chimica, fisica e biologica del terreno con importanti effetti sulla capacità di ritenzione idrica del suolo. Queste caratteristiche derivano dalla sua struttura che si contraddistingue per una superficie interna molto elevata. Questo ammendante verrà impiegato a blocchi randomizzati a una dose di 20 t/ha. Sarà distribuito con uno spandiletame e interrato a una profondità di 20 cm. Verranno svolti rilievi sul suolo durante la stagione per verificare le differenze in termini di contenuto idrico, conducibilità idraulica, densità apparente e resistenza a penetrazione. Il contenuto idrico nel suolo verrà anche monitorato continuamente attraverso l’installazione di sonde lungo il profilo del suolo stesso utilizzando sensori capacitivi posti a diverse profondità. Una stazione agrometeorologica sarà installata nei pressi del vigneto per la misura delle principali variabili meteorologiche (precipitazione, temperatura e umidità dell’aria). Inoltre, per ogni diversa tesi verranno svolti rilievi sulla quantità e qualità della produzione.

Ciò che ci si aspetta, come afferma Simone Bussotti, ricercatore di Fondazione Agrion e Responsabile della sede vitivinicola di Carpeneto, è “una migliore capacità di ritenzione idrica del suolo, un migliore risultato nello scambio cationico e anionico da parte del terreno e, infine, una minore riflettanza attraverso il colore nero dell’ammendante, e, dunque, una riduzione della luce riflessa dal suolo”.

Nel caso dell’azienda Cascina delle Rocche di Moncucco, ad avere un ruolo chiave è inoltre la collaborazione di Fondazione Agrion con il CNR STEMS, Istituto di Scienze e Tecnologie per l’Energia e la Mobilità Sostenibili del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che mira a fornire risposte efficaci alle sfide legate a clima, energia e mobilità. Grazie al suo supporto, si andranno a monitorare il contenuto idrico, la capacità di infiltrazione e la risposta del terreno all’ammendante, con il quale sarà inoltre possibile diminuire la riflettanza sui grappoli attraverso il suo colore nero.

I RISULTATI ATTESI

Giacomo Ballari, Presidente della Fondazione Agrion, afferma che la ricerca svolge oggi un ruolo quanto mai importante nel settore viticolo. La vite si trova ad affrontare stress multipli dovuti a variazioni climatiche totalmente inedite: da diversi anni si alternano eventi di pioggia estrema e lunghi periodi di siccità e temperature elevate per i nostri areali.
Quello che ci si aspetta dal progetto Viticoltura Resiliente è fornire un sostegno concreto alle aziende vitivinicole in difficoltà, messe a dura prova da un clima sempre più ostile. Spesso si parla di spostare i vigneti ad altitudini maggiori o a diverse latitudini: gli effetti sarebbero devastanti, perché si andrebbe a perdere una storia antica, con danni incredibili anche a livello paesaggistico e sociale, oltre che ovviamente per il settore agricolo. L’implementazione di innovazioni in vigneto per fronteggiare i cambiamenti climatici diventa quindi estremamente importante”.

L’obiettivo del progetto è non solo risolvere definitivamente i problemi messi in evidenza dalle aziende, ma anche e soprattutto, come afferma Francesco Bocchino dell’azienda Tojo Vini,“sviluppare strategie per aiutare i vigneti a reagire alle sfide climatiche”.
Entra qui in gioco Fondazione Agrion, che abbraccia il progresso e che, mediante ricerca e innovazione tecnologica, si impegna a implementare sul territorio piemontese nuove strategie, tra cui l’uso di ammendanti come il Biochar, l’impiego di reti ombreggianti e l’utilizzo del caolino per ridurre l’impatto climatico e al contempo garantire un prodotto finale di qualità.

‘Capitale europea dell’innovazione 2024’: Torino tra le tre finaliste

 

Da sempre territorio di sperimentazione, Torino si conferma città all’avanguardia nell’innovazione.  Il  riconoscimento arriva direttamente alla Commissione Europea che ha scelto Torino tra le tre finaliste – le altre sono Espoo (Finlandia) West Midlands (Regno Unito) – del premio Capitale europea dell’innovazione 2024 (iCapital) che intende celebrare le città europee che sono all’avanguardia nella fornitura di soluzioni innovative a vantaggio dei loro cittadini.

Attraverso iCapital, l’Unione Europea premia le città con ecosistemi di innovazione inclusivi. Il premio identifica le città che riescono a connettere i cittadini con il mondo accademico, il settore privato e quello pubblico per migliorare il benessere dell’intera società, promuovendo allo stesso tempo l’innovazione rivoluzionaria.

“I finalisti di iCapital di quest’anno dimostrano che le città più innovative in Europa sono quelle che pensano oltre la tecnologia e mettono i cittadini al centro dell’innovazione – ha  commentato  Iliana Ivanova, commissaria europea  per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù – . Attraverso politiche verdi, programmi di inclusione sociale o tecnologie urbane pionieristiche, queste città hanno dimostrato che l’innovazione è un potente strumento per creare ambienti più giusti, più sostenibili e vivibili”.

Sono città che hanno adottato misure per rimodellare le proprie comunità incorporando l’innovazione nel tessuto della vita quotidiana, da iniziative pionieristiche di sostenibilità alla promozione di una trasformazione digitale inclusiva. Queste città innovative non solo hanno trasformato i loro paesaggi urbani, ma fungono anche da modelli per gli altri, dimostrando come l’innovazione possa essere uno strumento per il cambiamento sistemico e il progresso sociale

“La nostra città – sottolinea l’assessora all’Innovazione della Città di Torino, Chiara Foglietta – ha saputo mostrare un approccio globale alla sperimentazione e all’innovazione, sfruttando la sua ricca storia e il suo ecosistema per affrontare le sfide urbane presenti e future. La città ha sviluppato una gamma di soluzioni innovative, dalle tecnologie per città intelligenti alle iniziative di innovazione sociale, e ha posto particolare attenzione alla collaborazione, all’inclusività e alle questioni ambientali”.

In questo processo è stato decisivo il ruolo di iniziative come la piattaforma Torino City Lab, il laboratorio di innovazione aperto e diffuso della Città di Torino che dal 2021 si è arricchito con la Casa delle Tecnologie Emergenti CTE Next. Così come la collegata piattaforma Torino Social Impact con le numerose progettualità finalizzate a creare impatto sociale sul territorio.  Strumenti ma soprattutto ecosistemi di attori ed energie che hanno consentito la co-creazione e la sperimentazione di soluzioni urbane all’avanguardia in condizioni reali in settori che vanno dalla Smart Mobility, allo Smart Living verso un modello di Città a zero emissioni e generativa di opportunità per tutti.

Dopo un intenso processo di selezione, che comprendeva interviste con dodici città semifinaliste, una giuria di alto livello composta da illustri leader dell’innovazione provenienti dal mondo accademico, economico e politico ha fatto la sua scelta (per saperne di più, consulta i precedenti membri della giuria). Basandosi sulla propria esperienza in settori quali ricerca, pianificazione urbana, innovazione digitale e sostenibilità, la giuria ha valutato attentamente la candidatura di ciascuna città promuovendo alla finale Torino, Espoo e West Midlands per la categoria ‘Capitale europea dell’innovazione’ e Braga, Linz e Oulu in qualità di ‘Città innovativa emergente europea’

Il 13 novembre 2024, durante la cerimonia di premiazione che si terrà a Lisbona, Portogallo, città vincitrice del premio iCapital 2023, verranno annunciati un vincitore e due secondi classificati per ciascuna categoria.

Oltre al prestigioso riconoscimento, il vincitore della categoria European Capital of Innovation riceverà un premio di 1 milione di euro, mentre i due secondi classificati otterranno ciascuno 100mila euro. Il vincitore della categoria European Rising Innovative City sarà premiato con 500mila euro, con due città seconde classificate che riceveranno 50mila euro ciascuna.

Tra i vincitori delle edizioni passate figurano città come Barcellona (2014), Amsterdam (2016), Parigi (2017) e Atene (2018), mentre nella categoria Rising Innovative City spiccano Vantaa (2021), Haarlem (2022) e Linkoping (2023).

Tutti i finalisti saranno invitati a unirsi alla prestigiosa rete Alumni iCapital, composta dai precedenti finalisti degli iCapital Awards, creando così un ecosistema di città all’avanguardia nell’innovazione.

Il premio iCapital è uno dei quattro premi Eic concessi nell’ambito di Horizon Europe, il programma quadro dell’Ue per la ricerca e l’innovazione. La gestione del premio è affidata all’Agenzia Esecutiva del Consiglio Europeo per l’Innovazione e delle Pmi, con i vincitori scelti a seguito di una valutazione condotta da due giurie di esperti indipendenti.

TORINO CLICK

Studi contro la sclerosi multipla

Verranno presentati a Torino il 23 settembre prossimo, presso l’Aula Magna Dogliotti delle Molinette, gli studi sui due nuovi percorsi finalizzati a contrastare la Sclerosi Multipla

 

Nasce a Torino il primo osservatorio sull’impatto di due percorsi terapeutici finalizzati al miglioramento della qualità di vita delle persone affette da Sclerosi Multipla, malattia cronica e progressivamente invalidante che, solo in Piemonte, conta un numero di 10.000 persone che ne soffrono, 130.000 in Italia.

Due studi, basati su onde d’urto radiali e attività fisica adattata, confermano l’utilità e i benefici dei due percorsi quando sono accompagnati alle terapie già approvate. Condotti da Città della Salute e Università di Torino, saranno presentati in anteprima il 23 settembre prossimo, dalle 17 alle 19, presso l’Aula Magna A.M. Dogliotti dell’Ospedale Molinette di Torino (ingresso da C.so Bramante 88).

Gli studi sono stati realizzati grazie all’impegno dell’ex atleta Fabio Guglierminotti, in arte Fabio Wolf, colpito da Sclerosi Multipla, e al grande lavoro dell’Associazione 160CM, da egli fondata. Nasce così il primo osservatorio sull’impatto dei due iter, che prospettano nuove cure e assistenza. Per partecipare alla presentazione del 23 settembre, si può consultare: Percorsi integrativi per la Sclerosi Multipla | Torino | 2024 – 160cm. La malattia in questione rappresenta una delle più frequenti cause di disabilità nei giovani, può influenzare la funzione delle aree cognitive, emotive, motorie, sensoriali, visive. Lo studio sull’AFA (Attività Fisica Adattata) ha evidenziato miglioramenti significativi di alcuni parametri della deambulazione, della forza degli arti inferiori e della capacità aerobica, con effetti positivi sul benessere psico-fisico. Anche le onde d’urto radiali (ODU) si sono dimostrate efficaci nella riduzione dell’ipertono (ovvero contrazione continua, parziale e involontaria dei muscoli, anche a riposo). I due percorsi risultano in grado di apportare innumerevoli benefici sulla salute e sulla funzionalità fisica delle persone con SM. Gli studi, effettuati su un campione complessivo di circa 70 pazienti, sono frutto dell’impegno di Fabio Guglierminotti, fondatore, animatore e Presidente dell’Associazione 160CM che due anni fa, attraverso una raccolta fondi, ha donato il macchinario a onde d’urto radiali MP100 alle Molinette, dando parallelamente vita allo studio sulla loro efficacia, condotto dalla AOU Città della Salute e della Scienza di Torino in collaborazione con l’Università di Torino. La ricerca sugli effetti della Attività Fisica Adattata è poi frutto di una convenzione di 160CM con l’Università degli Studi di Torino – Centro Servizi SUISM (Struttura Universitaria di Igiene e Scienze Motorie).   La proposta dello studio “Valutazione dell’efficacia delle Onde d’urto radiali nella riduzione della spasticità focale in pazienti affetti da Sclerosi Multipla” è stata accolta dal Direttore Generale Giovanni La Valle. Lo studio è stato portato avanti nel 2023 dalla dottoressa Paola Cavalla, Responsabile S.S. Centro Sclerosi Multipla, dal professor Adriano Chiò, Direttore della SC Neurologia 1 Universitaria e del Centro Sclerosi Multipla e dai professori Giuseppe Massazza, Direttore del Dipartimento Ortopedia Traumatologia e Riabilitazione e Marco Alessandro Minetto, Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa. Lo studio, in corso di pubblicazione, ha coinvolto 30 persone con SM e spasticità, trattate con un ciclo di 4 applicazioni di ODU, una volta alla settimana e seguite per i 6 mesi successivi con scale validate della spasticità e della capacità di movimento. È stata dimostrata una riduzione dell’ipertono in tutti i tempi e fino a 6 mesi. È stato riscontrato inoltre un miglioramento sulla velocità nel percorrere brevi tratti di cammino (test degli 8 metri) e nel test di equilibrio e movimento detto TUG (tempo necessario per alzarsi, camminare 3 metri e risedersi) con un picco dopo 1 mese dal ciclo di ODU, ma effetti ancora obiettivabili a 3 mesi. Un ulteriore studio potrebbe pertanto andare a valutare se l’effetto del ciclo di ODU (realizzato come nel presente studio) può essere mantenuto con una seduta ogni 2 mesi. Lo studio sull’AFA, anch’esso in corso di pubblicazione, denominato “Fattibilità ed effetti di un programma di Esercizio Fisico Adattato”, è stato condotto dai professori Anna Mulasso e Alberto Rainoldi, Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Torino, e dal professore Andrea Benso, Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico, Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Torino. Lo studio ha previsto sessioni di valutazione pre e post percorso con esame obiettivo, test funzionali e questionari validati. L’esercizio fisico si è basato sulla prescrizione medica (principio FITT – frequenza, intensità, tempo, tipologia) ed è stato articolato in sessioni di allenamento intervallato ad alta intensità (HIIT) e/o di allenamento multicomponente. I dati hanno confermato l’efficacia del programma (ad es. incremento della capacità aerobica e della forza, miglioramento di alcuni parametri della deambulazione ecc.) ed evidenziato l’importanza di promuovere strategie per incrementare la pratica di attività fisica e l’adozione di stili di vita attivi nelle persone con SM, suggerendo un approccio interdisciplinare e proposte individualizzate. L’efficacia dei due percorsi, evidenziata dagli studi, mostra nuove prospettive: da una parte la valutazione di un iter di integrazione tra l’impiego di onde d’urto radiali e AFA, dall’altra la possibilità che entrambe le terapie possano essere prescritte nei Livelli essenziali di assistenza (LEA), ossia le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), tenendo conto che le Regioni sono chiamate a garantire servizi e prestazioni ulteriori rispetto a quelle incluse nei LEA, utilizzando risorse proprie. Oltre a proporre, e ottenere, l’avvio degli studi, l’Associazione 160CM ha cercato i fondi per realizzarli e proposto le terapie ai propri associati. La sostenibilità dei percorsi è stata resa possibile da tutti i donatori e dai finanziamenti che sono arrivati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dalla Regione Piemonte, dai Club Rotary Torino Europea, Torino 150, Torino Contemporanea, Torino Lagrange, Torino Palazzo Reale, Torino Superga e Susa e Val Susa, che hanno permesso di acquistare l’attrezzatura per l’AFA, da Fondazione CRT, da aziende private, tra le quali Storz Medical, produttrice dell’apparecchiatura per le onde d’urto radiali. Fondamentale, inoltre, il supporto dell’ALS TO3.  

Nel corso degli ultimi due anni abbiamo avviato numerosi servizi, oltre a onde d’urto radiali e AFA, anche supporto psicologico individuale e di gruppo, counseling, yoga, mindfulness, danza-movimento-terapia, supporto legale, rivolti sia alle persone con SM che ai caregiver – spiega Fabio Guglierminotti – La sigla SM che sta per Sclerosi Multipla la vivo e la propongo come Sempre in Movimento, per non fermarsi davanti alla malattia. Sclerosi infatti non significa necessariamente sedia a rotelle, anzi, lo sport può fare molto: dal 2014 ho percorso più di 100.000 chilometri in bicicletta, con 160CM voglio diffondere questa consapevolezza. Così come voglio testimoniare l’importanza di affiancare al metodo farmacologico un sistema terapeutico integrato, che comprenda servizi di supporto psico-fisico oltre a iniziative di aggregazione e inclusione sociale che facciano sentire il malato meno solo”.

Testimone dell’efficacia di entrambi i trattamenti, Guglierminotti, in arte Fabio Wolf, lotta per creare le condizioni affinché altri pazienti possano avere accesso a queste terapie e rimanere autonomi più a lungo, a vantaggio della loro qualità di vita fisica e psicologica, e con un conseguente beneficio anche in termini di costi sociali. Attraverso l’Associazione 160CM, Wolf dà quindi voce a chi vive la Sclerosi Multipla in prima persona o al fianco di una persona cara, e contribuisce alla definizione di servizi territoriali concreti.  

 

Mara Martellotta

Torino, task force internazionale su salute e cultura

Alla Cavallerizza Reale esperti nazionali e internazionali hanno dibattuto e documentato l’impegno a cercare nuovi percorsi per la salute delle persone, attraverso i linguaggi e le pratiche culturali, la promozione della ricerca, la valutazione e lo sviluppo di competenze. Lanciata la prima task force internazionale sulla partecipazione culturale e l’espressione creativa per il ben-essere, promossa dalla Rete HPH: sarà a guida italiana

Sarà la prima task force internazionale a promuovere e studiare gli impatti della cultura sulla salute: è stata lanciata a Torino nella mattinata di ieri, mercoledì 5 giugno, all’evento intitolato “La cultura come risorsa per la salute. Salute & Cultura – L’altra dimensione della cura”, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale.

La giornata di studi, organizzata dalla Rete Piemontese HPH – Health Promoting Hospitals & Health Services, con le Reti Italiane e internazionali HPH, in collaborazione con CCW-Cultural welfare center, ha visto la partecipazione di esperti nazionali e internazionali per dibattere e documentare limpegno a ricercare nuovi percorsi per la salute, la qualità e dignità di vita delle persone, riconoscendo il valore attestato da un corpo crescente di evidenze e di raccomandazioni di policy OMS dei linguaggi e delle pratiche culturali.

“La Rete piemontese HPH ha proposto al network internazionale la creazione di una task force della Rete HPH su Salute e Cultura, che è stata approvata dall’assemblea generale il 17 maggio scorso, contestualmente a una seconda, centrale, sul ben-essere dei professionisti della sanità, che sarà sempre a guida italiana”, spiega Giuseppina Viola, referente Comunicazione e Formazione della Rete HPH Italia. La Rete HPH è stata fondata dall’OMS nel 1988 per orientare le organizzazioni sanitarie: promuove e diffonde principi raccomandazioni e standard riconosciuti a livello internazionale per gli ospedali e i servizi sanitari territoriali, sulla base dei principi della Promozione della Salute definiti nella carta di Ottawa (1986) e nei documenti successivi.

Le task force della Rete sono un riferimento per il supporto tecnico, organizzativo e scientifico sulla promozione della Salute” afferma Viola. “In questo caso, partendo dalla forte esperienza di progettualità sviluppate in Piemonte in alleanza e collaborazione tra i mondi della Cultura e Salute e dalle segnalazioni emerse da una recente ricerca nazionale che abbiamo condotto come rete, ci confrontiamo con i membri del network internazionale HPH. La task force internazionale HPH è quindi un salto di scala per azioni che possano rispondere a standard, con competenze mirate in medical humanities, ricerca valutativa, essere replicabili ed entrare stabilmente in protocolli di cura e prevenzione”.

La Professoressa Chiara Benedetto, presidente di MAMD-Fondazione Medicina a Misura di Donna, ente co-organizzatore della giornata di studi, dichiara: “L’Ente che presiedo, fin dagli esordi, nel proprio statuto evidenzia come asse strategico lo sviluppo di cooperazioni sistematiche e sistemiche tra ricerca scientifica, cultura e innovazione tecnologica per la creazione di contesti salutogenici di promozione della salute in una visione biopsicosociale, e nellaccompagnamento di percorsi di cura e gestione delle patologie. Dal 2011, nella Struttura Complessa Universitaria di Ginecologia e Ostetricia 1 del presidio ospedaliero S. Anna, nostra sede operativa, è stato attivato il programma di ricerca-azione Culture, Health and Social Changecon progettualità che hanno cambiato il volto e il clima operativo di un intero blocco ospedaliero: con le arti visive, sempre partecipate, e con la musica. Ne sono un esempio le Vitamine jazz” è il più grande e longevo programma di musica dal vivo mai realizzato in un ospedale (oltre 400 appuntamenti dal 2017), grazie alla generosità della comunità di artisti di Torino”.

“Pensare alla Salute in termini di ben-essere e di qualità di vita delle persone ci permette di considerare la cultura come uno degli elementi chiave per raggiungerla, per questo dal 2017 abbiamo avviato unindagine sul profondo rapporto tra Cultura e Salute”, afferma la responsabile della Missione Favorire partecipazione attiva, Obiettivo Cultura della Fondazione Compagnia di San Paolo, Sandra Aloia. “Questo ci ha portati allo sviluppo di unesperienza pionieristica di progettazione collettiva, di ricerca e formazione di operatori di diversi campi sul welfare culturale, per realizzare modelli replicabili e facilitare il dialogo con le istituzioni territoriali nellassumere idonee politiche pubbliche”.

Il Piemonte, con il network di realtà che da anni si adoperano per la promozione e la valutazione degli interventi culturali in termini di impatto sulla salute e che hanno sostenuto la due giorni torinesi di incontri e riflessioni sul tema, si può infatti considerare una sorta di laboratorio di esperienze nel settore.

Le evidenze sul ruolo della cultura nella promozione della salute

Il corpus delle evidenze scientifiche sul ruolo della Cultura nella promozione della Salute fisica e mentale, nella prevenzione delle malattie degenerative e nei percorsi di gestione e cura delle patologie è straordinariamente significativo. Nel 2019, OMS-Organizzazione mondiale della Sanità ha prodotto un report che riassume i risultati di oltre 3mila studi pubblicati fra il 2000 e il 2019, che hanno a che fare con la prevenzione delle malattie e la gestione della salute. Risultati che gettano le basi per un’efficace promozione della salute. “La partecipazione culturale e la fruizione delle arti si propongono come uno strumento potente per un nuovo welfare – sostiene il prof. Enzo Grossi, epidemiologo, ricercatore, socio di CCW-Cultural Welfare Center -, creando le basi per nuove politiche di ben-essere sociale e individuale. Il corpus delle prove scientifiche sul ruolo delle arti nella promozione della salute in soggetti sani e malati è impressionante, più di 10mila studi scientifici, oltre 3mila studi clinici randomizzati e centinaia di revisioni sistematiche e metanalisi, con i più rigorosi criteri di valutazione solitamente usati in campo farmaceutico. Tutto questo si può e deve tradurre in azioni politiche”.

In questa direzione, l’8 marzo 2020, il primo giorno del primo lockdown, per rispondere con impatto alle grandi sfide sociali acuite dalla pandemia, da esperti provenienti da diverse discipline è nato a Torino CCW-Cultural welfare center, il primo centro italiano di ricerca su Cultura e Salute, per accompagnare la ricerca valutativa, l’innovazione con la ricerca-azione e la costruzione di competenze e i decisori. Sottolinea Catterina Seia, presidente del CCW – Cultural Welfare Center. “Le politiche europee danno forti segnali di legittimazione alla relazione tra Cultura e Salute, indicata dall’Agenda Europea della Cultura 2030 come pilastro per le prossime decadi e il Piano di lavoro UE per la Cultura 2023-2026 include tra i 21 assi l’obiettivo di potenziare la partecipazione culturale. Va sostenuta la ricerca valutativa e costruite nuove competenze sulle medical humanities. CCW con la CCW School ha formato oltre 3000 professionisti in Italia e ha lanciato la terza edizione del Master Executive Cultura & Salute”.

“In questi anni il nostro Paese e più in generale il nostro Continente si stanno confrontando con fenomeni mondiali, di vasta portata, che hanno bisogno di risposte multidimensionali in termini di Salute (promozione, prevenzione, gestione e trattamento): l’invecchiamento della popolazione e la salute mentale dei giovani”, spiega Annalisa Cicerchia, Professoressa di Economia della Cultura all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Primo ricercatore ISTAT, Vice Presidente di CCW.

“L’invecchiamento della popolazione si accompagna in Italia all’“inverno demografico”: all’aumento della durata della vita si accompagna la denatalità. Si vive di più, ma non sempre in salute. Un numero crescente di over 75, soprattutto donne, vive in solitudine, con le conseguenze che l’isolamento comporta, dal declino cognitivo alla depressione. Tuttavia, prima che si renda necessario un trattamento medico convenzionale, ci sono lunghissime fasi in cui le risorse della comunità, la cultura possono svolgere un ruolo centrale, come indica la strategia delle Nazioni Unite per l’invecchiamento in salute: dalla musica alla lettura, ai film, al disegno, se possibile in un contesto di relazioni sociali. In Italia ci sono quasi 4mila musei e circa 9mila biblioteche: una rete di servizi culturali che è già una risorsa e non è difficile da attivare nella direzione di rispondere a queste domande.

Quanto detto per gli anziani – prosegue Cicerchia – vale per i grandi dimenticati, i ragazzi e in modo particolare le ragazze, la cui salute mentale è gravata da ipoteche oggettive di condizioni come la pandemia, la fragilità intensa, il bullismo e al cyberbullismo e ai problemi dell’ambiente, l’ansia per la guerra e l’incertezza del futuro. Una situazione che pone domande drammatiche, che non si possono trattare con la sola assunzione di un farmaco. Prima che necessitino di soluzioni di tipo psichiatrico o farmacologico, ci sono tante possibilità di intervento. L’esperienza della piattaforma di dialogo strutturato tra la Commissione Europea e il settore culturale Voices of Culture, che ha dedicato una sessione alla salute e al benessere mentale dei giovani, mostra che c’è già tanto in moto in tal senso: non solo si può fare, ma si fa”.

Come? Un possibile sviluppo è stato illustrato dal direttore del Centro nazionale per la promozione della Salute e prevenzione delle malattie dell’ISS-Istituto superiore di Sanità, Giovanni Capelli. “La prescrizione sociale, adottata nei paesi nordici e nel mondo anglosassone da tre decadi, è un mezzo che consente ai professionisti e ai servizi sanitari di utilizzare risorse non sanitarie presenti nella comunità per rispondere ai bisogni dei propri pazienti, migliorandone la salute e il ben-essere. Le prove scientifiche dimostrano che i fattori sociali, come per esempio l’istruzione, il reddito e le condizioni abitative influenzano i comportamenti sanitari e hanno un forte impatto sulla salute. È quindi necessario ripensare lequilibrio tra il modello di cura biomedico e quello sociale e psicologico nella pratica clinica, favorendo un approccio più personalizzato alle cure.

La prescrizione sociale lavora sui determinanti sociali della salute, riducendo potenzialmente la domanda di assistenza sanitaria e i relativi costi. Essa si rivolge in particolare alle persone che richiedono un supporto emotivo e sociale superiore a quello che può essere reso disponibile nellassistenza sanitaria, come per le persone con patologie croniche o socialmente isolate, con disturbi mentali o vulnerabili a causa dell’età o della condizione economica. Le risorse della comunità alle quali dare accesso al paziente tramite la prescrizione sociale vanno calibrate in base ai bisogni individuali, includendo l’attività fisica, le attività artistiche, occupazionali o di volontariato, il supporto per lesercizio dei diritti sociali, al credito o allalloggio. La prescrizione sociale ha grandi potenzialità anche per la promozione della Salute, in particolare per lo sviluppo infantile precoce e il supporto alla genitorialità. Vanno create le condizioni per attuarla, competenze e processi. Per questa ragione abbiamo tradotto con DoRS e CCW il manuale di Prescrizione sociale elaborato dall’OMS e lo stiamo diffondendo in Italia”.

 

Quando gli studenti raccontano le imprese sostenibili

È stata presentata negli uffici di Confindustria Piemonte la prima edizione del premio ‘Gli studenti raccontano le imprese sostenibili’. Rivolto ai laureandi di tutto il territorio piemontese è finalizzato a selezionare le sette migliori tesi, presentate nel corso del 2024, sul tema della sostenibilità. Il premio ha come ulteriore obiettivo la realizzazione di un catalogo con una breve presentazione delle best practices aziendali tratte dalle tesi selezionate che saranno diffuse sia tramite l’Enterprise Europe Network cui aderiscono Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, che dalla piattaforma CSR Piemonte. Ci sarà poi un focus sul tema della transizione energetica e in particolare delle Cer (Comunità Energetiche Rinnovabili).

Siamo felici di presentare il premio ‘Gli studenti raccontano le imprese sostenibili’ che vuol fare incontrare il mondo del lavoro e gli studenti. Obiettivo è la diffusione della cultura d’impresa verso le aziende piemontesi, ecco perché gli autori delle tesi selezionate potranno lavorare direttamente con le aziende che parteciperanno alla prima edizione di questo premio. È un modo nuovo ed efficace di raccontare e capire come la sostenibilità può essere un paradigma di competitività che può portare un beneficio a tutto il territorio” ha spiegato Marco Piccolo Reynaldi, delegato alla sostenibilità di Confindustria Piemonte.

L’iniziativa ‘Gli studenti raccontano le imprese sostenibili’ rappresenta un’importante occasione per valorizzare il ruolo centrale della sostenibilità nello sviluppo economico del Piemonte. Il premio, a cui siamo orgogliosi di partecipare, mira a selezionare le migliori tesi di laurea incentrate sul tema della sostenibilità, premiando i giovani talenti che si distinguono per originalità, rigore metodologico e capacità di ispirare nuove idee per un futuro più sostenibile. Il progetto si inserisce in un contesto in cui la sostenibilità sta assumendo un’importanza sempre maggiore, sia a livello locale che internazionale. Il premio rappresenta un contributo concreto per promuovere la cultura della sostenibilità tra le imprese piemontesi e per diffondere le migliori best practices in materia di responsabilità sociale e ambientale e la sinergia tra il mondo accademico, imprenditoriale e bancario che caratterizza il premio rappresenta sicuramente un valore aggiunto fondamentale. Nell’ambito del Premio, abbiamo voluto inserire una menzione speciale sulla Transizione energetica e sulle CER: un tema necessario a cui stiamo lavorando come Sistema camerale regionale” commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte.

Partner fondamentali del premio saranno i tre atenei piemontesi che avranno il compito di raccogliere entro il 15 luglio le candidature degli studenti e indicare i professori che seguiranno i tesisti. I rappresentanti del mondo accademico, nella commissione di valutazione che sarà formata entro il 31 ottobre, saranno affiancati dagli imprenditori che compongono il tavolo di lavoro sostenibilità di Confindustria Piemonte; rappresentanti di Unioncamere Piemonte; rappresentanti di Confindustria Piemonte; un rappresentante di BPER Banca. La presentazione delle tesi dovrà avvenire entro il 31 gennaio 2025La premiazione è infine prevista il successivo 31 marzo. Al primo classificato andrà un premio di 2.000 euro, al secondo premiato 1.500 euro, al terzo 1.000 euro, alle tesi che si classificheranno dal quarto al sesto posto saranno riconosciuti premi da 700 euro. Inoltre, verrà assegnato un premio di 1.000 euro per lo studente che realizzerà la miglior tesi sulla transizione energetica.

BPER Banca vuole essere motore della transizione verso un mondo più sostenibile. Il network con importanti player del territorio come Confindustria Piemonte, Unioncamere Piemonte e le tre Università piemontesi per promuovere la cultura della sostenibilità rafforza la nostra mission in una regione strategica per la nostra banca” commenta Rosalia Spagnarisi, responsabile territoriale corporate direzione regionale Nord Ovest di BPER Banca.

Questa iniziativa rappresenta un importante passo avanti nell’incoraggiare e riconoscere il lavoro degli studenti che si dedicano alla ricerca e all’innovazione nel campo della sostenibilità aziendale. La sostenibilità è un tema cruciale per il futuro del nostro pianeta e delle nostre comunità e crediamo fermamente che l’università abbia un ruolo fondamentale nel promuovere una cultura improntata alla responsabilità ambientale e sociale. L’Università del Piemonte Orientale è da tempo sensibile a questo tema e l’istituzione del Dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile e la Transizione Ecologica ne è la dimostrazione concreta. Sosteniamo perciò pienamente questo premio, poiché incoraggia non solo la ricerca accademica, ma anche il suo impatto pratico sul mondo imprenditoriale e sulla società nel suo complesso. Auguro quindi il miglior successo a tutti gli studenti che parteciperanno a questa iniziativa, incoraggiandoli a continuare nel loro impegno verso la sostenibilità e l’innovazione. Ai vincitori, rivolgo i miei più sinceri complimenti e l’augurio che il loro lavoro possa contribuire in modo significativo alla promozione di pratiche aziendali sostenibili e alla costruzione di un futuro migliore per tutti” commenta il rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Gian Carlo Avanzi.

L’Università di Torino è orgogliosa di partecipare alla prima edizione del premio ‘Gli studenti raccontano le imprese sostenibili’. Questa iniziativa rappresenta un’opportunità unica per i nostri laureandi di esporre le loro ricerche in un contesto che valorizza la transizione verso pratiche aziendali sostenibili. Il coinvolgimento degli studenti in progetti così significativi dimostra il loro impegno e la loro capacità di contribuire concretamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Siamo convinti che il dialogo tra il mondo accademico e il tessuto imprenditoriale sia essenziale per promuovere un futuro più sostenibile. Auguro a tutti i partecipanti di sfruttare appieno questa occasione per mettere in luce le loro idee innovative e per avanzare nella loro carriera con una consapevolezza rinnovata dell’importanza della sostenibilità” dichiara Paolo Biancone, docente di Business Administration dell’Università di Torino.

In un Paese che soffre di gravi criticità collegate al forte debito, non solo finanziario, ma anche ambientale (diffuso dissesto idrogeologico, inquinamento atmosferico peggiore d’Europa) formativo (il livello di scolarità in Italia è tra più bassi d’Europa) e demografico (con un trend in cronica decrescita), la realizzazione di una ‘giusta’ transizione ecologica e digitale è ulteriormente ostacolata dalla carenza di adeguate competenze e da un forte mismatch nel mondo del lavoro. Il nostro obiettivo è quello di aiutare il Paese ad affrontare queste criticità e aiutare i manager di oggi ma soprattutto quelli di domani che, poi, sono gli studenti del presente” ha commentato Patrizia Lombardi, vice Rettrice del Politecnico di Torino e Presidente della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile.

Agis, un patto per il settore culturale in Piemonte

 

Oggi candidate e candidati piemontesi hanno sottoscritto il documento d’intenti 

 

Torino, 15.05.2024 

L’impegno a mettere la cultura al centro delle politiche di crescita e sviluppo della Regione. È quanto ha chiesto l’Unione interregionale dell’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo (Agis) Piemonte e Valle d’Aosta alle candidate e ai candidati alle elezioni regionali del Piemonte che si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno 2024. 

All’incontro, svoltosi mercoledì 15 maggio nella sede dell’Associazione in via dei Mille 9 a Torino, hanno partecipato le candidate alla presidenza Sarah Disabato (Movimento Cinque Stelle), Francesca Frediani (Piemonte Popolare), Gianna Pentenero (centro sinistra). Alberto Cirio (centro destra), assente per motivi istituzionali, e Alberto Costanzo (Libertà), assente per sopravvenuti impegni, hanno portato i loro saluti. Sono intervenuti inoltre gli aspiranti consiglieri Stefano Allasia e Sara Zambaia (Lega), Monica Canalis e Daniele Valle (Partito Democratico), Silvio Magliano (Moderati), Elena Tamagnone (Fratelli d’Italia), Franco Trivero (Libertà), Andrea Tronzano (Forza Italia), Tommaso Varaldo (Piemonte Moderato e Liberale)

Punto di partenza della discussione, introdotta e moderata da Luca Dal Pozzolo, Direttore dell’Osservatorio culturale regionale del Piemonte, è stato la piattaforma “Le proposte Agis per la prossima consiliatura regionale” a cui l’Associazione ha chiesto ai presenti di aderire formalmente. 

“Agis nella sua qualità di corpo intermedio, ha tra le sue principali finalità il compito di promuovere la cultura e di costruire rapporti e dialoghi tra i decisori politici e le imprese dello spettacolo che mettano al centro gli spettatori, destinatari finali delle azioni e delle politiche culturali sui territori. La partecipazione di così tante candidate e candidati a questo incontro è per noi un segnale positivo che evidenzia come la cultura debba essere centrale nelle politiche della prossima consiliatura. A settembre organizzeremo un nuovo appuntamento pubblico con le elette e gli eletti per perseguire operativamente i principi definiti in piattaforma. Un lavoro di sistema in vista della definizione del Programma Triennale della Cultura 2025-2027” dichiara Luigi Boggio, Presidente Agis Piemonte Valle d’Aosta. 

 

LA PIATTAFORMA AGIS IN SINTESI

SPETTACOLO DAL VIVO

Punti di forza

L’Associazione riconosce la bontà della legge regionale 11/2018, che si basa sulla pianificazione triennale suddivisa in due bandi, il primo destinato alla produzione, il secondo alla programmazione. Apprezza, inoltre, la possibilità per il settore di accedere ai fondi strutturali europei per la riapertura, ristrutturazione e ammodernamento delle sale di pubblico spettacolo e l’aggiornamento tecnologico delle compagnie di produzione.

Criticità

Agis sottolinea alcuni elementi di criticità che hanno ridotto e parzialmente inficiato le potenzialità delle misure messe in atto tra cui: la carenza di risorse finanziarie, l’eccessiva distanza temporale tra l’assegnazione dei contributi e la loro erogazione che in alcuni casi supera i 18 mesi. Altro aspetto controverso riguarda la rendicontazione, troppo complessa e burocratizzata, che necessiterebbe di una semplificazione in grado di ridurne gli adempimenti e i tempi di esecuzione.

Proposte

Agis chiede che il Programma Triennale Della Cultura 2025-2027:

  • Affermi i principi fondanti della professionalità e imprenditorialità, nel rispetto dei CCNL e dei dettami relativi alla sicurezza dei lavoratori;
  • Rafforzi la produzione artistica negli ambiti di teatro, danza, lirica ordinaria e circo contemporaneo per favorire la fruizione di cultura a vantaggio dei cittadini sull’intero territorio regionale;
  • Favorisca la rete di relazioni del sistema culturale con stakeholder e soggetti istituzionali attraverso forme di partenariato pubblico-privato;
  • Attivi gli strumenti di monitoraggio e valutazione d’impatto delle politiche adottate.

Per quanto riguarda la dotazione di risorse finanziarie, Agis chiede:

  • Un sensibile adeguamento dei fondi destinati al comparto, così da recuperare il valore economico reale eroso dall’inflazione; 
  • Garantire la copertura del 100% dei contributi a tutti i soggetti ammessi al finanziamento e risultati idonei;
  • L’allineamento tra tempi di assegnazione e tempi di erogazione dei contributi attraverso il varo di un piano finanziario quinquennale (2025-2029);
  • Il potenziamento del servizio tecnico regionale di informazione e accompagnamento alla fruizione delle opportunità offerte dai bandi europei rivolto alle imprese di settore;
  • L ’istituzione di un tavolo tecnico per la programmazione delle regole e per il coordinamento degli adempimenti di rendicontazione;
  • L’attivazione di una linea di intervento per la promozione del prodotto culturale piemontese attraverso la creazione di occasioni e spazi di visibilità all’interno dei principali festival e mostre mercato, nazionali e internazionali;

Infine, gli associati chiedono la revisione della norma che, ai fini dell’assegnazione del contributo regionale, prende in considerazione i soli spettacoli rappresentati in Piemonte. Questa disposizione, infatti, oltre a penalizzare la diffusione delle produzioni piemontesi nelle altre regioni italiane e all’estero, ostacola l’importante ruolo strategico della promozione della cultura piemontese al di fuori dei confini regionali.


SALE CINEMATOGRAFICHE

La fruizione cinematografica nelle sale piemontesi ha subito una forte contrazione in seguito alla pandemia. Tuttavia, grazie al combinato disposto delle misure di sostegno nazionali e regionali e grazie all’attuazione del Programma Triennale della Cultura (PTC) 2022-2024, si sono avuti dei positivi segnali di ripresa.

Per quanto riguarda gli interventi previsti dal PTC 22-24, Agis apprezza la misura sperimentale di “Valorizzazione sale cinematografiche” che istituisce una cabina di regia per mettere in rete la promozione, il pubblico e l’esercizio. La misura prevede l’utilizzo dei fondi strutturali europei per investimenti che consentano al circuito dei cinema piemontesi di realizzare interventi in grado di garantire prospettive di sostenibilità, crescita e innovazione.

Linee strategiche

La Regione Piemonte, con il Programma Triennale della Cultura 2025-2027, tutela il patrimonio di esercizi cinematografici riconosciuti come presìdi culturali di socialità e aggregazione e per continuare a sostenerli dovrà porsi come obiettivi:

  • Il riequilibrio territoriale dell’offerta cinematografica, anche attraverso il sostegno di investimenti e attività, per garantire ai cittadini la possibilità di partecipare attivamente alla vita culturale regionale;
  • Il rafforzamento della filiera cinematografica piemontese – intesa come produzione, promozione, distribuzione ed esercizio – incentivando e sostenendo lo sviluppo di cabine di regia per coordinare le azioni sul territorio regionale.


SPETTACOLO VIAGGIANTE E CIRCHI

Con la legge regionale 11/2018 la Regione Piemonte, come previsto dall’art. 1 della legge 33/1968, riconosce allo spettacolo viaggiante “un ruolo di valorizzazione culturale e turistica, di incontro creativo tra le persone, di confronto di esperienze, di affermazione di servizio culturale e di aggregazione per un pubblico di ogni classe sociale, età e provenienza geografica”.

Il comparto, in seguito alla pandemia, ha subito una forte contrazione e ad oggi non è ancora tornato ai livelli di frequentazione pre-covid. Grazie alle misure di sostegno nazionali, le attività di settore hanno potuto proseguire il loro lavoro nonostante i molteplici annullamenti delle manifestazioni. 

Con l’attuazione del Programma Triennale della Cultura 2022-2024, la Regione si è impegnata ad essere parte attiva affinché i Comuni favorissero l’insediamento di aree dedicate agli artisti di strada, al circo, allo spettacolo viaggiante, anche attraverso la semplificazione delle procedure amministrative, l’integrazione delle attività con il tessuto sociale e urbano e la loro accessibilità da parte della cittadinanza. Ciò premesso, ad oggi il protocollo che avrebbe reso concreto l’impegno da parte della Regione non è ancora stato sottoscritto, e pertanto non è operativo.

L’auspicio per il comparto, grazie al nuovo PTC 25-27, è quello di avere un protocollo operativo che persegua questi obiettivi:

  • La definizione di regole omogenee che permettano ai comuni di dotarsi di procedure semplificate e regolamenti per l’individuazione delle aree destinate allo spettacolo viaggiante secondo quanto previsto dalle norme statali e in un’ottica di riequilibrio dell’offerta di socialità e intrattenimento a livello regionale;
  • La tutela del lavoro sul territorio regionale delle imprese di spettacolo viaggiante che necessità di adeguati spazi per poter esercitare l’attività con prospettive temporali più ampie.

 

DATI

CINEMA (fonte Cinetel)

2023 INCASSI PRESENZE
TORINO 14.739.864 € 2.112.933
PIEMONTE 36.648.682 € 5.280.009
NAZIONALE 459.782.813 € 70.655.008

 

I QUADRIMESTRE 2024 INCASSI PRESENZE
TORINO 5.175.394 € 741.158
PIEMONTE 11.905.039 € 1.722.923
NAZIONALE 165.833.551 € 23.641.392

 

In Piemonte 104 imprese culturali svolgono attività di proiezione cinematografica (fonte Telemaco, codice ateco 59.14).

Sul territorio regionale risultano attive 


SPETTACOLO DAL VIVO Il comparto nel suo complesso (teatro, musica, danza, circo) attraverso le assegnazioni ministeriali del FNSV (DM 27/07/2017) attrae in Piemonte risorse complessive per 14.735.295 euro. 

DATI (fonte SIAE) degli spettacoli con sbigliettamento

2022 Teatro (prosa, lirica, rivista e musical, balletto, burattini e marionette, arte varia, circo) 

9.208 spettacoli / 1.327.392 spettatori / 24.405.468 euro di spesa

 

SPETTACOLO VIAGGIANTE In Piemonte 298 imprese svolgono attività di spettacolo in forma itinerante (fonte Telemaco, codici ateco 93.21.02 e 93.21.00). 

Comodità e valore sostenibilità a 360°

3 / Mercato itinerante 

La Città di Torino entra ufficialmente a far parte delle 100 città europee che si sono impegnate a ridurre le emissioni entro il 2030, diventando così una “Mission City”, un centro di sperimentazione e innovazione nel campo climatico e un esempio virtuoso per le altre città europee.

Per raggiungere questo obiettivo, è necessario un impegno da parte di tutti, soprattutto considerando che, a causa della sua conformazione geografica, Torino affronta problemi urgenti legati all’inquinamento. È fondamentale tener presente che questi problemi influenzano direttamente i costi della sanità pubblica, creando un impatto a catena sulla salute.


Abbiamo avuto il piacere di conoscere Mercato Itinerante, una startup innovativa che sta attivamente lavorando a questo obiettivo.
Questa azienda si impegna attivamente nella creazione di sostenibilità a 360°. Come afferma Eman Saffo, uno dei fondatori di MI, “Oggi i cittadini hanno ancora la possibilità di scegliere tra comodità e valore, ma se non li aiutiamo a fare la scelta giusta, andando per questa direzione, rischiano di perdere l’uno e l’altro”.

L’obiettivo di Mercato Itinerante non si limita a facilitare la vendita dei prodotti per i commercianti (comodità), ma punta soprattutto a generare un impatto significativo che contribuisca alla riduzione delle emissioni entro il 2030, seguendo un esempio virtuoso (valore).

L’azienda include tematiche legate alla sostenibilità sociale, come ad esempio l’alfabetizzazione digitale dei commercianti.
Attraverso la partnership con cooperative sociali si consente ai soggetti vulnerabili di essere inclusi attivamente nel progetto.
Le stesse cooperative, seguendo le direttive di Mercato Itinerante, si impegnano per una logistica “green”, mirando all’eliminazione delle emissioni di CO2 e del rumore.

Infine, Mercato Itinerante si impegna attivamente nella riduzione, e spesso eliminazione, dell’uso di plastica per gli imballaggi, senza trascurare le proprietà organolettiche e la catena del freddo dei prodotti trasportati. Concludendo così il secondo punto “sostenibilità ambientale”.

Come ci spiega Andrea Scalogna, l’altro fondatore di MI, “l’obiettivo entro questa estate da parte dell’azienda è quello di certificare l’impatto positivo generato da Mercato Itinerante”.

“Certificare l’impatto” è l’atto di ottenere una valutazione ufficiale e riconosciuta dell’effetto positivo o negativo che un’attività, un progetto o un’azienda ha sull’ambiente, sulla società o sull’economia.
L
a città trae beneficio dall’avere aziende che certificano il loro impatto alimentare, ambientale e sociale, poiché ciò favorisce uno sviluppo sostenibile, attrae investimenti e turismo, crea nuove opportunità lavorative e soprattutto migliora la qualità della vita dei residenti.

Concludiamo con una citazione di Gro Harlem Brundtland: “lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”.

MIP: 5 milioni per le nuove imprese

Il servizio MIP è forte di un’esperienza pluriennale e ha visto la nascita di tante imprese in Piemonte. Incoraggiamo le idee imprenditoriali, affianchiamo chi vuole ‘mettersi in gioco’ per realizzare progetti di qualità e supportiamo la nascita di nuove attività. Il MIP è incremento del nostro tessuto economico produttivo ma anche ascensore sociale”. Lo dichiara l’Assessore al Lavoro e Formazione Professionale, Elena Chiorino, in merito al programma MIP – Mettersi in proprio, il sistema regionale di accompagnamento alla creazione di impresa e di lavoro autonomo della Regione Piemonte, recentemente rifinanziata sul Fondo Sociale Europeo plus con circa 5 milioni di euro a valere sul biennio 2023-2025.

La misura regionale favorisce la nuova imprenditoria, attraverso la realizzazione di progetti in grado di accompagnare i potenziali imprenditori o lavoratori autonomi alla valutazione della propria idea d’impresa, alla definizione di un valido progetto e all’avvio di nuove attività. Ora è nuovamente possibile iscriversi al programma ed entrare nel mondo della creazione di impresa affiancati da un servizio pubblico.

I risultati MIP 2020-2022

Nel corso del precedente triennio del Programma MIP, 2.732 utenti sono stati seguiti attraverso i percorsi di consulenza; 636 i progetti d’impresa validati e 433 il numero delle imprese neo-costituite sul territorio regionale.

Sono 134 i nuovi piani di attività di lavoro autonomo approvati e circa 100 le neonate attività di lavoro autonomo avviate su tutto il territorio piemontese.

Sono decine e molto variegate le attività nate attraverso il Programma Mettersi in proprio; dalle più tradizionali attività di commercio (cartoleria, libreria), e servizi alla persona (parrucchiera, estetista) o per animali (toelettatura) a quelle dell’alimentare (caseificio, gastronomia). Ma si trovano anche imprese di ricezione turistica (b&b) e valorizzazione del territorio (cicloturismo). Tra i liberi professionisti, consulenti di marketing, aziendali e contabili, CAF; videomaker e fotografi; wedding planner o personal shopper.

Non mancano mestieri particolari: la liutaia, il tatuatore, l’addestratore cinofilo, il floreal designer o la cake designer. Molti tra loro sono sensibili alla tutela dell’ambiente e hanno caratterizzato la propria impresa curando il risparmio energetico, il ricircolo e il riuso dei materiali.

Nella tabella di seguito, i risultati suddivisi per ambito territoriale nel periodo 2020-2022:

Dal 01.01.2020 al 31.12.2022:

CmTO

AL – AT

CN

BI – NO – VC – VCO

TOTALE

Quanti hanno sottoscritto il patto di servizio

1.651

273

425

383

2.732

BP validati

357

61

131

87

636

Imprese costituite

235

37

93

68

433

Piani di attività validati

102

10

14

8

134

Attività di lavoro autonomo avviate

78

7

8

6

99

Ed ecco i primi risultati MIP nel periodo luglio 2023- gennaio 2024 con i risultati suddivisi per ambito territoriale:

Lo studio sul MIP di Ires Piemonte 

I buoni risultati del progetto MIP sono stati evidenziati in un report di Ires Piemonte, secondo cui i dati suggeriscono una maggiore probabilità stimata da parte delle imprese Mip di risultare attive. L’impatto cresce con il trascorrere del tempo dalla nascita d’impresa, e a 4 anni è stimato in 9,1 punti percentuali sulla sopravvivenza. Il precedente studio (Poy, 2018), utilizzando dati sulle imprese partecipanti a MIP tra il 2010 e il 2013, aveva stimato l’efficacia del programma in diversi punti nel tempo, e a 4 anni l’effetto era di 7,3 punti percentuali. Quindi, l’efficacia della politica sembra essere più alta in relazione alle imprese nate con il servizio tra il 2017 e il 2019.

Dunque i servizi al lavoro possono svolgere un ruolo non secondario nell’aiutare aspiranti imprenditori a sviluppare e quindi mettere a terra la propria idea imprenditoriale, così da renderla più sostenibile nel tempo.

Come accedere ai servizi

Il primo passo è l’iscrizione, tramite il sito mettersinproprio.it, a un incontro collettivo di pre-accoglienza in cui saranno fornite le prime informazioni sulle modalità di svolgimento del programma. Dopo una prima valutazione motivazionale e attitudinale, l’aspirante imprenditore o lavoratore autonomo è accompagnato in un percorso a tappe, in cui troverà a disposizione una rete di professionisti specializzati nei servizi di accompagnamento, per definire, sviluppare e realizzare una nuova impresa o attività professionale. Tutti i servizi di accoglienza, consulenza e tutoraggio del Programma MIP sono completamente gratuiti.

In particolare si può beneficiare di :

  • 45 ore di consulenza in analisi idea imprenditoriale, Esame della fattibilità del progetto, Costruzione del Business plan, Consulenza specialistica: giuridica, commerciale ed economica, Avvio dell’attività professionale;
  • 20 ore, successivamente alla realizzazione del business plan, di ulteriore consulenza in attività di monitoraggio post avvio, analisi di mercato e delle opportunità, supporto nella definizione di progetti di sviluppo, sostegno nell’accesso a misure di agevolazione.

Il team di esperti

Attraverso una rete di sportelli diffusi in tutto il Piemonte, gestiranno i servizi di accompagnamento dedicati a chi intende creare imprese consapevoli, sostenibili e solide. Sono i cosiddetti “soggetti attuatori”: IS.COM Istituto per il commercio, Codex, Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola media impresa, Izi SpA, Comtur Vercellese Servizi, Confartigianato Servizi Piemonte Orientale e Soges Spa. I loro operatori specializzati forniscono supporto agli aspiranti imprenditori, seguendoli passo dopo passo nella costruzione del loro progetto.

Al link che segue si possono conoscere più da vicino alcune delle realtà imprenditoriali nate grazie al Progetto Mip – Mettersi in proprio: https://mettersinproprio.it/storie-di-imprese-nate-con-mip/

JUST THE WOMAN I AM l’1, il 2 e il 3 marzo a Torino

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La sala giunta di Palazzo Birago, sede della Camera di commercio di Torino, ha ospitato l’ultima conferenza stampa di presentazione dell’undicesima edizione di JUST THE WOMAN I AM, in programma l’1, il 2 e il 3 marzo Torino.

Dal 2014 l’evento organizzato dal Centro Universitario Sportivo torinese in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e il Politecnico di Torino accompagna per le vie del capoluogo piemontese i cittadini, le associazioni e i sostenitori, tutti accomunati dalla scelta di non mancare per raccogliere i fondi a sostegno della ricerca universitaria sulla salute e sul cancro attraverso una corsa/camminata di 5 km non competitiva che quest’anno prenderà il via domenica 3 marzo alle ore 16.00 dalla splendida piazza Vittorio Veneto con arrivo in piazza San Carlo. A questa si affiancano le iniziative collaterali che promuovono la prevenzione, i corretti stili di vita, l’inclusione e la parità di genere. Sempre presso la suggestiva piazza San Carlo di Torino verrà allestito il Villaggio della Prevenzione e del Benessere nelle giornate dell’12 e 3 marzo. Il Villaggio è un’occasione di incontro, dialogo e festa tra il mondo accademico, l’eccellenza sanitaria italiana, i cittadini e le scuole. Un evento nell’evento che accoglierà stand dedicati alle visite preventive gratuite, al counseling e alla presentazione delle associazioni no profit, a convegni e webinar divulgativi (programma completo su https://jtwia.org/programma-2024/). Inoltre intrattenimento in piazza sul palco grazie al CUS Torino e a R101, la radio ufficiale dell’edizione 2024 che sarà presente a Torino con i suoi talent per intrattenere i presenti con la sua musica e un occhio di riguardo a solidarietà e inclusione, cifre distintive dell’emittente.

L’ultima edizione ha battuto tutti i record: nel 2023 sono stati oltre 22mila gli iscritti alla corsa-camminata non competitiva di 5 chilometri. Quest’anno, ad una settimana dalla manifestazione, si stanno superando i numeri della passata edizione con 361 gruppi 26.380 iscritti. La donazione per partecipare a JTWIA è a offerta libera a partire da 20 euro a persona e sarà possibile iscriversi fino al giorno dell’evento.

Dall’edizione 2024 il Gruppo Gattinoni è sostenitore principale della manifestazione. Ma tanti sono i partner sostenitori di JTWIA: LauretanaDecathlonITTBoella e SorrisiNova CoopIveco GroupLarcYogi TeaMercatinoIrenPastiglie LeoneFantolinoTecnocasaInalpiReparCatiBattaglioESCP, il Comitato Organizzatore dei Giochi di Torino 2025 e la stessa R101.

Due eventi nell’evento saranno previsti sabato 2 marzo sul palco in piazza San Carlo: “Yoga in Piazza” (dalle 11.30 alle 13.00, è necessaria la registrazione tutte le info su https://jtwia.org/yoga-per-jtwia/) e “PHD Talks 4 Just The Woman I Am 2024” (organizzato da UniTO e PoliTO inizio ore 15.00).

Ogni anno con i fondi della manifestazione sono state finanziate borse di ricercainiziative per la divulgazione scientifica e dallo scorso anno l’attenzione si è spostata sui giovani ricercatori creando il PhD Day, in cui i dottorandi e le dottorande di PoliTO e UniTO che svolgono attività di ricerca sui temi cardine di JTWIA (prevenzione dei tumori, cambiamento degli stili di vita, parità di genere e promozione del ruolo della donna nella società civile) si confronteranno tra di loro e con il pubblico sui risultati delle loro ricerche. L’appuntamento sul palco di piazza San Carlo sarà l’occasione per avvicinare giovani e cittadinanza al mondo della ricerca universitaria e favorire un dialogo diretto con chi ha già scelto di investire nella formazione di terzo livello per il proprio futuro, e per il bene della società e creando le basi, auspicabilmente, per possibili collaborazioni future, disruptive e ricche di serendipità.

Per il 2024 è già stata definita la destinazione di quattro borse di ricerca, due all’Università (una ancora in corso di assegnazione) e due al Politecnico di Torino (già assegnate), rispettivamente a:

– Marco Armenio, Prof.ssa Carmen Fava – Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche (UniTO): “Valutazione della comprensione dell’infiammazione e della disimmunità nell’ambito di genesi, progressione e complicanze della Mielofibrosi Primaria”

– Gloria Sdanganelli, Prof.ssa Emanuela Consito – Dipartimento di Giurisprudenza (UniTO): “Servizi sociali e terzo settore: possibili modelli di amministrazione condivisa nel supporto alle donne affette da patologie oncologiche”

– Sara Muccio – Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale (DIMEAS) (PoliTO): “Modelli 3D in vitro per la validazione di nanomedicine e di trasportatori cellulari contro il Glioblastoma Multiforme (GBM)”

– Prof. Alessandra Colombelli, head of the research project, Mariya Shcherbyna, research fellow – Department of Management and Production Engineering (DIGEP) (PoliTO): “Women In STEM (Win-STEM)”

Per il primo anno, la Camera di commercio di Torino ha deciso di contribuire all’edizione 2024 di JUST THE WOMAN I AM, attraverso una borsa di studio del valore di 25mila euro. Questa iniziativa rientra tra le attività svolte dall’ente per sostenere gli eventi del territorio e per riconoscere l’importanza della ricerca in tutti i settori, compreso quello medico, dove operano numerose imprese eccellenti, competitive sia in Italia che all’estero.
La Camera di commercio è anche impegnata sul tema della corretta alimentazione nelle scuole e, in generale, sulla sicurezza alimentare, grazie all’attività del suo Laboratorio Chimico.
Tra i temi che accomunano il progetto JTWIA all’ente camerale, vi sono, infine, l’attenzione al mondo del non profit e alla valorizzazione dell’impatto sociale e, attraverso il Comitato Imprenditoria Femminile, alla questione della parità di genere in ambito lavorativo e professionale.

Sono intervenuti alla conferenza stampa il Presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina, il Presidente del Centro Universitario Sportivo torinese Riccardo D’Elicio, la Vice Rettrice per la Didattica del Politecnico di Torino Anita Tabacco e il Vice Rettore per il Welfare, la Sostenibilità e lo Sport dell’Università di Torino Alberto Rainoldi.

Siamo a più di 24mila partecipanti e a 350 gruppi, abbiamo già battuto il record di iscritti delle passate edizioni – dichiara il Presidente Riccardo D’Elicio – un risultato storico per Just The Woman I Am. L’evento è sempre più in crescita a livello nazionale e internazionale. Oggi siamo qui alla Camera di commercio perché, grazie al sostegno di questo ente, verrà erogata una nuova borsa di studio del valore di 25mila euro. Ringrazio quindi in prima persona il Presidente Dario Gallina e il Segretario Generale Guido Bolatto per aver scelto di sostenere concretamente JTWIA, sicuro che dal 2025 la Camera di commercio di Torino sarà un valido promotore del progetto in tutte le aziende del territorio. Una novità di questa edizione sarà la partenza da piazza Vittorio, un modo per rendere il percorso ancora più agevole e snello. Vi do quindi appuntamento per l’1, il 2 e il 3 marzo con l’edizione 2024 di Just The Woman I Am”.

Riconosciamo al CUS Torino – afferma Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino – il merito di aver reso Just The Woman I Am un’occasione imperdibile per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della pratica sportiva e di uno stile di vita sano. Lo sport, come è noto, non apporta solo benefici al corpo e alla mente, ma la prevenzione ha un impatto positivo anche in termini economici, consentendo di risparmiare nelle cure. Il nostro contributo intende favorire giovani ricercatori che, con volontà e straordinaria competenza, operano nel sistema universitario torinese, vera e propria eccellenza del territorio“.

Just The Woman I Am è diventata negli anni un punto di riferimento per la comunità accademica e per i cittadini nel contrasto ai tumori, un appuntamento ormai consolidato a sostegno della ricerca universitaria sulla salute – ha commentato la Vice Rettrice per la Didattica del Politecnico di Torino Anita Tabacco – L’interesse verso la manifestazione è cresciuto, così come l’apprezzamento rivolto al Politecnico e all’Università di Torino per il loro impegno, costante, nel promuovere sul territorio i valori del rispetto e dell’uguaglianza di genere. Fondamentale, oggi come ieri, è il messaggio che le nostre ricercatrici e ricercatori rivolgono alla cittadinanza: investire sulla ricerca e insieme sulla prevenzione per ridurre il rischio di malattia, e condurre uno stile di vita sano, che comprenda comportamenti alimentari corretti e un’adeguata attività sportiva”.

“È con grande entusiasmo che ci troviamo, a pochi giorni dalla manifestazione, a invitare nuovamente la città a partecipare alla JTWIA. I numeri degli iscritti stanno crescendo come mai prima e un nuovo partner, la Camera di Commercio, ha deciso di unirsi alla grande famiglia degli organizzatori. Con altrettanta soddisfazione mi preme ricordare due iniziative: i PhD Talks, uno spettacolo pensato per far conoscere i temi di ricerca clinica oncologica di alcuni dottorandi di Unito e Polito e il finanziamento di quattro assegni di ricerca (due per Unito e due per Polito) che sosterranno un anno di attività di quattro giovani, indispensabile per avvicinarci al traguardo finale: il miglioramento della qualità di vita dei pazienti oncologici” – dichiara Alberto Rainoldi, Vice Rettore per il Welfare, la Sostenibilità e lo Sport dell’Università di Torino.