vetrina8- Pagina 5

Corpo e mente al top con l’Associazione Yoga Contemporaneo

L’Associazione Yoga Contemporaneo è un’associazione sportiva dilettantistica culturale e ha come finalità istituzionale lo sviluppo, la diffusione e la promozione dello Yoga e della Meditazione.

La pratica costante dello yoga favorisce l’introspezione e l’equilibrio, sviluppa forza e stabilità e permette di affrontare serenamente la vita in un accordo armonioso di mente corpo e spirito.

 

L’Associazione Yoga Contemporaneo propone percorsi in cui è possibile sperimentare un sistema ottimale di utilizzo del corpo e della mente che permette, a chi vuole vivere bene il proprio corpo, di avere i migliori benefici pratici.

 

Le attività proposte sono:

 

  • Corsi di Hata yoga
  • Yoga Nidra (Rilassamento profondo)
  • Yoga per bambini
  • Yoga a coppie
  • Yoga terapia posturale
  • Yoga per la terza età
  • Yoga in Gravidanza
  • Corso di Meditazioni attive e Tecniche di consapevolezza e presenzaL’Associazione propone inoltre intensivi e ritiri di yoga nella natura con camminate consapevoli in armonia con se stessi.

Per l’anno 2017 – 2018 oltre le sedi già consolidate di Chieri, Santena e Poirino, si aggiungono la sede di Cambiano e quella di Torino con i seguenti corsi:

CAMBIANO – presso Casa del peso, Via Onorio Mosso n. 2

                  

  • Mercoledì dalle ore 19.00 alle ore 20.15 – Hata yoga

 

·    Giovedì dalle ore 18.00 alle ore 19.00 – Hata yoga

 

TORINO – presso Centro La Sorgente, Via Montemagno n. 71

 

  • Lunedì dalle ore 19.00 alle 20.15 – Hata yoga

 

·    Lunedì dalle ore 20.30 alle 23.00 – Meditazioni attive e tecniche di

consapevolezza

 

Per informazioni e iscrizioni telefonare ai seguenti numeri telefonici:

333.6113284 – 335.474980

Oppure scrivere a: yogacontemporaneo.it@gmail.com

 

 

Per visionare tutti i corsi dell’Associazione Yoga Contemporaneo visitare il sito www.yogacontemporaneo.it

Elogio dell’osteria piemontese

Con il suo libro “La Piola”, da poco nelle librerie, Beppe Valperga ci accompagna alla scoperta della “piola”, la tipica osteria piemontese, che sopravvive alle mode e alle tendenze gastrosofiche. Un modello di ristorazione che continua a proporsi all’attenzione dei piemontesi, rimanendo fedele alla sua ispirazione originaria, ovvero di essere un locale popolare, della “gente del quartiere, della frazione, del paese” !

Siccome la prossima rivoluzione sarà una rivoluzione alimentare, è bene che ci predisponiamo a cambiare il mondo in punta di forchetta! Se è nostro interesse conoscere il nostro cibo quotidiano, privilegiare la sostenibilità anche delle strutture distributive, scegliere il negozio specializzato anziché l’ipermercato, altrettanto importante è privilegiare l’offerta di ristorazione legata al territorio, alle sue tradizioni e a i suoi prodotti, continuare a andare in “piola”.

Nelle premesse al libro, Beppe ci avverte che non è un libro di rimpianti, né tanto meno un invito a bere senza ritegno e sottolinea come la filosofia della piòla sopravvive a qualunque difficoltà, perché qui, in piòla, ognuno è quello che è, libero dai condizionamenti della moda del momento!

***

Certo che se ritorno col pensiero alle mie frequentazioni di giovane “pioletario”, mi si apre un mondo di ricordi piacevoli e conviviali, di serate con gli amici, di canti e discussioni impegnate, di appuntamenti fissi al sabato sera, perché ci si poteva saziare, e passare la serata, con i pochi spiccioli che avevamo a disposizione. La “piola” è un locale popolare perché è accessibile a tutti, cibo buono, poco elaborato, a prezzi onesti. A conferma che la piòla debba essere un locale con prezzi popolari, Beppe ci racconta una curiosità: da cosa ha origine l’abitudine di chiedere il pagamento del coperto nel conto del ristorante? In passato era consuetudine che gli avventori delle piòle si portassero da casa il cibo da consumare e acquistassero soltanto il vino, o altre bevande. Come addirittura c’era chi non comprava neppure il vino e si portasse da casa un pintone del suo, chiedendo all’oste solo un po’ di amaro pompa, ovvero l’acqua della fontana, ovviamente gratuita. All’oste non restava altro che farsi pagare il coperto, una modica cifra per l’utilizzo dei tavoli e delle sedie: la parola coperto faceva riferimento al soffitto del locale o al pergolato, al riparo dalle intemperie nella brutta stagione, o dal sole in estate.

Nei miei ricordi ci sono “tipi di piole”, diverse per ubicazione (urbana o rurale), spazi a disposizione (al chiuso o sotto la topia), offerta di piatti (leggete il capitolo del libro dedicato a “La dieta in piòla”), così come c’erano i “tipi da piola”, che con le loro ordinarie stravaganze e soprannomi, caratterizzavano i locali per la loro presenza abitudinaria. Su era soliti coniare apposite denominazioni che contraddistinguevano i locali e li caratterizzavano. Noi giovani eravamo i client itineranti, ci piaceva girarle a seconda dei momenti e degli amici che volevamo incontrare. Vi faccio qualche esempio, senza dilungarmi troppo (forse varrebbe la pena di continuare il racconto che ha iniziato Beppe con il suo libro). In Corso Orbassano, a Torino, ad esempio, c’era ’l coridor, così chiamato per la pianta del locale, che era simile a un lungo corridoio, dove la domenica sera bevevamo vino, obbligatoriamente nero e sfuso, sorseggiandolo direttamente dalla scodella che facevamo girare! Si andava, e si va ancora, a “gli imbianchini”, vicino alla Gran Madre, perché il locale era ospitato nella storica Cooperativa Borgo Po e Decoratori. C’erano, e ci sono ancora fortunatamente, tante bocciofile, con annessi campi da gioco, cooperative operaie, di antica origine e tradizione, strutture associative, che offrivano l’occasione di un pasto a prezzi popolari.

***

Vi cito qualche esempio fuori porta: in zona Cascine Vica, una bocciofila era soprannominata la “petroliera” in conseguenza del colore e della densità del vino somministrato, così come in zona Bruere c’era la “cantina dell’operaio”, che, benché in zona rurale di recente urbanizzazione, guardava con simpatia alla classe operaia che non andava in Paradiso e si attardava in piòla, magari a discutere di lotta di classe. A Bruere trovavi frequentemente il “4 stagioni”, un tipo così soprannominato perché costantemente ebbro, in tutte le stagioni dell’anno: era di credo politico liberale e, quando la discussione si accendeva con gli avventori di orientamento politico opposto, andava in trasferta a Cascine Vica, in bocciofila,, a incontrare un altro pubblico più accondiscendente, senza, però, mai alzare eccessivamente la voce! Ricordo ancora la “Bottiglieria piemontese”, a Torino in via Napione, dove c’era il mitico “Ercolino”, l’archetipo dell’oste, un omone grande e robusto, che, vedendoti giovane e di taglia ristretta, si sentiva in dovere di metterti un po’ all’ingrasso con le sue porzioni abbondanti, magari un bel piattone di gnocchi alla bava, accompagnato da un secondo con carne e verdure. Già, perché come ci ricorda Beppe, non bisogna “dimenticare che la parola òsto (che si pronuncia ostu) pure significa osteria ma, contemporaneamente, significa oste. In ogni caso il piolista serio, da secoli, va in piòla e non all’òsto, casomai dall’òsto, il padrone della piòla, l’òsto della piòla, di solito un amico”.

Scoprite nel libro di Beppe l’origine e il significato della parola piòla, cosa vuol dire andare in piòla, la filosofia della piòla, le insegne, la vita e il menu della piòla e molte altre curiosità e informazioni sulla vita in piòla.

Non c’è, dunque, nessun nuovo fantasma che si aggira per l’Europa, ma solo una felice prospettiva per trascorrere la serata con gli amici: “Co’ fuma stasseira? ‘ndoma an piòla?

.

Ignazio Garau, Presidente Italiabio

ciao@italiabio.net

“La spesa del commissario”, un giallo tra i laghi del nord del Piemonte

L’ambiente è quello di una provincia del nord-ovest d’Italia, la più a nord del Piemonte, stretta fra laghi e montagne. E’ questo lo sfondo naturale delle cinque indagini del commissario di polizia giudiziaria Arturo Devecchi, protagonista de “La spesa del commissario” (Lampi di stampa) il giallo tendente al noir di Matteo Severgnini. Come il suo autore –  cusiano di Omegna – anche Devecchi vive sul lago d’Orta. E’ un uomo tranquillo, con dei valori saldi e dai metodi investigativi un po’ anticonvenzionali , che mal sopporta la realtà che lo circonda. Le miserie indotte dalla crisi che morde una realtà un tempo operosa – la terra delle pentole a pressione e delle caffettiere – e il grumo di rancori, violenze e anche soprusi di una politica che si fa sempre più potere e arroganza,  lo indignano terribilmente. Così, in un ambiente di una bellezza da lasciare senza fiato come quello della terra tra una sponda e l’altra dei laghi, la piemontese del Maggiore a quella dell’Orta, il commissario nato dalla penna di Severgnini opera, indagando. Se al celebre Maigret di Simenon le riflessioni venivano aiutate dai lauti pranzi, da boccali di ottima e fresca birra oltre che dall’immancabile fumo della pipa, Devecchi si concentra nei supermercati, davanti agli scaffali dei prodotti alimentari, spingendo e riempiendo il suo carrello. Ne I giorni della Merla – gli ultimi di gennaio, i più freddi dell’anno –  il ritrovamento del cadavere di una donna sul treno, apre scenari in cui la ricerca della verità non è sufficiente. Il mal di denti del procuratore è una storia che si snoda tra questioni sociali e nuove tecnologie. Ne L’incontro, la crisi economica porta un giovane disoccupato orgoglioso e disposto a tutto, anche a cacciarsi nei guai, pur di mantenere la sua famiglia. In Fiori freschi di campo avviene un crimine che possiamo definire molto umano. Un delitto senza sangue, un’indagine che procede con lievità dentro un dolore pesante. Le orecchie del cavallo, è la storia di una ricerca esasperata di ricchezza che porta a rapporti sentimentali aridi e pericolosi. In ogni caso, il profilo del commissario di Polizia giudiziaria Arturo Devecchi emerge con grande umanità e, nella sua prefazione, Carlo Lucarelli sostiene che seppure si tratti di un personaggio letterario “potremmo davvero trovarlo anche nella provincia che abitiamo, tra i banchi di un supermercato, mentre spingiamo il carrello per fare la spesa…”. Matteo Severgini, un tempo libraio, giornalista e scrittore – con i suoi racconti ha partecipato a numerose antologie – è anche autore radiofonico presso la Radio Televisione Svizzera.

Marco Travaglini

 

Piccinelli in mostra

E’ in corso al Castello di Casale Monferrato la mostra dedicata a Pit Piccinelli, artista torinese di nascita (morto nel 2002), «The Beautiful Trail», suddivisa in otto «isole» monotematiche, visitabile nei weekend fino al 24 settembre. L’esposizione  è curata dalla vedova Bona Tolotti  con la collaborazione di Matteo Barbieri.

Eataly ospita le eccellenze d’Italia

EcceItalia, il Consorzio delle Eccellenze d’Italia
Temporary Restaurant, Aula Didattica 1
Da martedì 1° a giovedì 31 agosto
Pranzo: dalle ore 11.45 alle ore 15.15
Cena: dalle ore 18.45 alle ore 22.15
 
Eataly Torino Lingotto ospita per tutto il mese di agosto le eccellenze culinarie di EcceItalia, – “Consorzio delle Eccellenze d’Italia” – la rete che promuove le specialità gastronomiche e artigianali dei Borghi più belli del Belpaese, che conta ad oggi 270 piccoli centri certificati dalla Bellezza. A pranzo e a cena potremo fare un vero e proprio viaggio tra le nostre regioni attraverso alcune specialità, proposte nella versione più fedele all’antica ricetta originale. Dal vitello tonnato di Neive (CN), Piemonte alle linguine con pesce spada alla ghiotta di Chianalea di Scilla (RC), Calabria, passando per il polpo alla tellarese con patate, olive taggiasche e limone di Tellaro (SP), Liguria, le fettuccine agli asparagi, pancetta e pecorino di Foglia (RI), Lazio e molte altre delizie!
(foto: il Torinese)

Residenze reali unite

Modificato lo Statuto del Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale,  si è ufficialmente costituito il nuovo Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, di cui fanno parte  Mibact, Regione Piemonte, Città di Venaria Reale, Compagnia di San Paolo, Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura. L’obiettivo è  sviluppare il Circuito delle Residenze Reali, promuoverne la gestione integrata e la valorizzazione congiunta attraverso eventi culturali condivisi. Lo Statuto prevede anche la possibilità per soggetti pubblici o privati di aderire al Consorzio con convenzioni o tramite il conferimento di beni culturali. Sede del Consorzio continua ad essere la Venaria Reale, che punta  a diventare capofila e ‘porta d’accesso’ di un sistema internazionale di eccellenze storiche, architettoniche e paesaggistiche.

SALSASIO RICORDA L’INCENDIO SUBITO DURANTE LA GUERRA DAI NAZIFASCISTI

Sono previste per domenica 23 luglio le celebrazioni per la commemorazione del 73esimo anniversario dell’incendio subito da Borgo Salsasio di Carmagnola, per rappresaglia dai nazifascisti il 25 luglio 1944.

La commemorazione organizzata dal Comitato Chiesa Madonna della Neve e dalla Parrocchia Santa Maria di Salsasio avrà luogo il 23 luglio con inizio alle 9,30 nella chiesa Madonna della Neve di Salsasio.

Nella chiesa storica del Borgo carmagnolese infatti, alle 9,30 verrà celebrata la Santa Messa dal Parroco Don Mario Berardo, in ringraziamento alla Madonna di Salsasio per la protezione che, in quella triste circostanza, salvò l’incolumità totale di tutti i borghigiani. Durante la Messa inoltre, verrà ricordata la figura del Parroco Canonico Cavaliere Giovanni Bella il quale, durante la feroce rappresaglia subita da Salsasio, riuscì ad evitare il sacrificio di vittime umane.

A seguito della Messa, intorno alle 10,15 sul piazzale antistante la chiesa, che porta infatti il nome di piazza 25 luglio in ricordo del tragico evento, davanti alla Lapide commemorativa dell’Incendio, si terrà un momento di ricordo dell’accaduto. Durante la commemorazione in piazza, alla presenza del Sindaco di Carmagnola Ivana Gaveglio, verranno infatti ricordati i momenti principali della rappresaglia che subì il Borgo e verrà data lettura di una testimonianza di un borghigiano che vide con i propri occhi lo scontro tra partigiani e nazifascisti che poi scatenò la rappresaglia sul Borgo e sugli abitanti innocenti. La commemorazione si concluderà con la Benedizione che impartirà il Parroco ai presenti.

Ivan Quattrocchio

 

Alla guida del Rotary Torino Mole Antonelliana il professor Paolo Biancone

Il docente universitario è stato nominato presidente  per l’anno 2017-2018. Professore ordinario di Financial Management e Finanza Islamica presso l’ Università di Torino, è anche direttore del Centro di Ricerca Europeo per la Finanza Islamica (www.ercif.org) e Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Business Management dell’ateneo torinese. Dottore commercialista e Revisore legale dei Conti, ha anche rivestito in passato il ruolo di presidente della Commissione d’esame di Stato per l’esercizio della professione di dottore commercialista.I principi che contraddistinguono il suo magistero universitario hanno da sempre ispirato anche il suo impegno rotariano e ora quello di Presidente del Rotary Torino Mole Antonelliana, in un impegno rivolto a valorizzare lo sviluppo dei rapporti interpersonali tra i soci, da considerarsi come un’opportunità di servizio per la comunità, e riconoscere il valore delle attività utili, oltre che di quelle professionali, al servizio di una società migliore.

 

Mara Martellotta

Mauro Galfrè, eclettico artista

E’ aperta fino al 9 luglio in Conzano a Villa Vidua, antica dimora estiva del conte Carlo Vidua, grande viaggiatore e collezionista, l’antologica “ Giocando con l’arte” di Mauro Galfrè.Il titolo della rassegna è indicativo sul modo di intendere l’arte da parte di un singolare personaggio eclettico che ha esplorato le varie discipline artistiche, pittore, incisore, grafico pubblicitario, illustratore, paroliere e compositore musicale sempre all’insegna della curiosità e della ricerca.Una vita, la sua, resa piacevole dai tanti interessi, approdo di una forte esigenza che già si era manifestata da bambino.Che l’arte non sia per lui tormento e fatica non significa che le sue opere siano ludiche e superficiali, anzi, sono frutto di una incessante e profonda meditazione, di un impegnativo lavoro tecnico che si unisce all’idea, con assimilazioni culturali di surrealismo, simbolismo, arte alchemica, aperture al Liberty e al Decò.L’estrema precisione del dettaglio, retaggio dell’eperienza di cesellatore orafo all’Istituto Benvenuto Cellini di Valenza è conferma della serietà e dignità di un’ arte che non si affida a imitazioni ripetitive di avanguardie come oggi spesso avviene ma è un inno al ritorno della bellezza intesa come stile personale.L’ampia rassegna è corredata da un prezioso e voluminoso catalogo che contiene fotografie, recensioni e scritti dello stesso artista che mette a nudo la propria personalità umana e la propria poetica.Gli ingredienti ci sono tutti per rendere interessante la mostra e consegnare Mauro Galfrè alla vera arte.

 

Giuliana Romana Bussola

 

Orari sabato e domenica  15,30- 19. Su appuntamento  346 7050738

A Venaria il mercato dell’inQubatore Qulturale

Domenica 18 Giugno presso l’inQubatore Qulturale della Corona Verde a Venaria Reale si terrà la prima edizione di un mercato in grado di mostrare le tipicità e le eccellenze agricole dei nostri territori. Una intera giornata per scoprire la bellezza e la biodiversità dei nostri prodotti.  L’inQubatore Qulturale promuove il patrimonio ambientale, agricolo, culturale, artistico e storico del territorio della Corona Verde. L’obiettivo è quello di favorire la discussione sulle tematiche legate alla Terra e all’ambiente, far conoscere le risorse del territorio, incentivare la mobilità dolce e promuovere la produzione agro-alimentare e l’imprenditoria regionale. In questa direzione viene proposta la prima edizione de “Il campo in piazza – il mercato sostenibile”. COS’E’ “IL CAMPO IN PIAZZA – IL MERCATO SOSTENIBILE” E’ composto da un gruppo di una decina tra produttori e allevatori che presentano e vendono esclusivamente i prodotti di stagione della propria Azienda, secondo logiche sostenibili. Il gruppo è aperto ad altri produttori, con particolare attenzione verso chi offre prodotti di eccellenza, tipici, di nicchia, tradizionali, da preservare o difendere. Per dare maggiore interesse al mercato e per la portata limitata delle vendite, si cercano di evitare i “duplicati” di offerta. Il gruppo è già esistente e lavora con successo a Torino in via Nizza 230, sul piazzale antistante Eataly, la seconda domenica di ogni mese. LA MISSIONE DE “IL CAMPO IN PIAZZA – IL MERCATO SOSTENIBILE” Far conoscere ed offrire prodotti sostenibili. Produttori e allevatori sono impegnati nella diffusione della cultura della sostenibilità sociale, ambientale, generazionale.