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La Corale Carignanese per la Cittadella

Si tratta di un concerto straordinario, sotto la direzione del maestro Ettore Galvani, che viene effettuato in favore dell’azione del Comitato Pietro Micca

 

cittadella miccaLa Corale Carignanese, giovedì 12 novembre, si esibisce alle ore 20.45 in via Dego 6 alla Crocetta di Torino. Si tratta di un concerto straordinario, sotto la direzione del maestro Ettore Galvani, che viene effettuato in favore dell’azione del Comitato Pietro Micca per la salvaguardia e la valorizzazione della Cittadella sotterranea di Torino, a seguito dei ritrovamenti emersi durante gli scavi per l’ipotetico parcheggio in corso Galileo Ferraris. La Corale Carignanese presenterà uno spettacolo di canti tradizionali piemontesi dal Medioevo alla Resistenza.

 

(Foto: il Torinese)

Massimo Iaretti

Premio Marena a Domenico Antonio Mancini

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La giuria era presieduta da Franca Pastore Marena e composta da Irma Ciaramella, presidente del Rotary Torino Crocetta, Marco Enrico Giacomelli, Marina Paglieri e Giulia Tosetti

 

Nel mese di Contemporary Art, il Premio Alessandro Marena, dedicato al gallerista torinese morto a 36 anni nel 2013, giunto alla sua seconda edizione, è andato all’opera Self-Portrait  (nella foto grande) di Domenico Antonio Mancini. La rassegna è stata curata da Luca Beatrice e vi hanno preso parte gli artisti Matteo Fato, Christian Fogarolli, Domenico Antonio Mancini, Paolo Peroni, Giusy Pirrotta, Gregorio Samsa, Elena Tortia. Le opere sono rimaste esposte nel Salone delle Feste dell’Hotel Principi di Piemonte fino a domenica 8 novembre. La giuria era presieduta da Franca Pastore Marena e composta da Irma Ciaramella, presidente del Rotary Torino Crocetta, promotore dell’iniziativa, Marco Enrico Giacomelli, Marina Paglieri e Giulia Tosetti. Assegnato anche il Premio Rotary #Youth Art al duo Gregorio Samsa.

 

 (Foto: il Torinese)

 

Alessandro Marena amava molto l’arte dei giovani.  Gli piaceva cogliere quel fermento un po’ acerbo e avventuroso nel momento del suo farsi, con il coraggio di chi andava scoprendo in ogni occasione nuove avventure. Nel suo spazio in via della Rocca, negli ultimi tempi, aveva esposto ragazzi dell’Accademia, ex studenti, artisti trovati nel suo percorso senza una strategia ben precisa ma al puro scopo di mostrare al mondo il frutto di una ricerca di prima mano, senza filtri né condizionamenti. Alcuni di loro ne sono usciti fortificati da questa esperienza, qualcuno ha mosso i primi passi di una carriera poi significativa. Ad Alessandro piaceva il lavoro di prima mano, le scommesse e i rischi: se poi, in futuro, fosse andata bene, beh questo appartiene all’imperscrutabilità degli eventi. Gli importava, soprattutto, di sostenere un giovane nei primi momenti, offrendogli la possibilità di esporre, perché proprio questo si pone come un discrimine decisivo: un lavoro al chiuso dello studio o del laboratorio ha un senso, quando si apre al mondo per confrontarsi col pubblico ne acquisisce un altro. Non ha più protezioni e si affida allo sguardo, al confronto. A poco più di due anni dalla sua scomparsa il progetto Upcoming Art prosegue la propria strada. Dopo una prima edizione dedicata ai ragazzi dell’Accademia Albertina di Torino, esposti nei locali della Biblioteca Nazionale di piazza Carlo Alberto, nel 2015 la formula si è parzialmente rinnovata pur nella continuità dell’idea originaria. Particolare la “location”, il salone principale dell’Hotel Principi di Piemonte. Nuovo il curatore, il sottoscritto, legato da un ottimo rapporto d’amicizia con Alessandro e con la sua mamma Franca Pastore Marena. Sette gli artisti selezionati e invitati da tutta Italia, privilegiando l’aspetto progettuale dell’opera. Due, Elena Tortia e Paolo Peroni, vivono e lavorano a Torino: la prima si esprime con video e performance, il secondo risulta uno degli scultori più interessanti della nuova generazione. Christian Fogarolli viene da Trento e presenta un’installazione composta da una lastra di piombo lavorata a mano combinata ad altri elementi; Domenico Antonio Mancini di Napoli espone un calco ingesso della propria figura e riprende il tema molto attuale delle vittime dei naufragi; Matteo Fato, Pescara, mescola la pittura a oggetti luminosi dal vago sapore metafisico; il duo Gregorio Samsa proveniente da Roma lavora sulla manipolazione digitale presentando una video installazione dedicata all’Esposizione Internazionale dell’arte di Parigi del 1937 simulando la propria partecipazione all’evento; Giusi Pirrotta, nata a Reggio Calabria ma residente a Londra, lavora sui giochi di luce provenienti da corpi scultorei. Sono nati quasi tutti negli anni ’80 e dunque rappresentano, crediamo al meglio, la New Wave dell’arte italiana di cui Alessandro era appassionato estimatore. Un’edizione dunque caratterizzata dall’elemento tridimensionale che si adatta perfettamente alle caratteristiche dello spazio, anomalo e molto ricco di elementi decorativi. Uno di questi lavori entrerà a far parte della collezione dell’Associazione Alessandro Marena dopo essere stato scelto e premiato da una giuria qualificata. Trampolino di lancio, auspicabile, per una carriera ricca di successi ma, soprattutto, una consistente occasione di confronto nei giorni di Artissima, quando Torino si veste di arte contemporanea, proponendosi quale vetrina internazionale di sperimentazione. Invitato da Franca a occuparmi di Upcoming Art per il 2015, spero di aver interpretato al meglio l’idea iniziale di Alessandro. A turno diversi giovani curatori, individuati ogni anno, potranno portare il loro contributo a un’iniziativa che si annuncia, nella sua freschezza, come una delle più innovative e concrete a fianco della giovane arte italiana.

 

Luca Beatrice     

 

"It's Possible" ma non è Artissima. Installazione in piazzale Fusi

 L’opera nasce e si sviluppa in maniera  indipendente e  non è legata  ad Artissima o agli altri eventi collaterali che si svolgono in città durante questo fine settimana

de march 33de marchdemarch 35In un mondo sempre più inquinato da tensioni di ogni tipo, in cui le semplici incomprensioni sfociano in conflitti, chi vive seguendo ideali di libertà e rispetto può facilmente essere scambiato per un individuo libero, anticonformista e sovversivo. Da questo spunto parte la riflessione che mi ha portato a creare l’installazione denominata “It’s Possible”.La fiducia nello Stato, nella società, nel prossimo è venuta meno, diventando il grosso cancro del mondo contemporaneo. Proprio come  un cancro che si diffonde di cellula in cellula, la diffidenza, unita ad una buona dose di pessimismo, si trasmette da individuo a individuo.Ma la via d’uscita esiste e, come spesso accade, è la strada più semplice. Per lasciarsi alle spalle il pessimismo e ritrovare la fiducia, basta chiudere gli occhi e tornare a pensare come un bambino. Serve abbandonarsi a quei valori che solo i bambini riescono a portare avanti. Valori che si traducono in speranza, gioia, libertà, amore, amicizia. Valori insiti nell’uomo. Valori con cui tutti siamo nati e cresciuti. Valori che tutti abbiamo vissuto e che poi, chissà perchè, in qualche modo abbiamo abbandonato.L’opera, quindi, si sviluppa attraverso  un bambino che, in bilico sopra un alto muro di mattoni, sta per saltare di sotto. A reggerlo, e a convincerlo che non si sfracellerà a terra, solo un mazzo di palloncini colorati. Su ciascun palloncino è stata dipinta una scritta:  HOPE, HAPPINESS,  LOVE, FREEDOM, FRIENDSHIP. Ogni palloncino va quindi a rappresentare uno di quei valori da  cui è necessario ripartire. Questi valori, come i palloncini, volano nell’aria che ci circonda. I bambini, si sa, sono simbolo di purezza e dovranno fare i conti con il mondo che lasceremo.In questo caso, il bambino rappresenta ciascuno di noi adulti. Solo re-indossando i panni di un bambino, con la purezza e l’incoscienza che li contraddistingue, saremo in grado di avere il coraggio stare in bilico su un precipizio, certi che i valori universali (e in cui crediamo) ci sosterranno. L’opera è stata collocata stamattina 6 Novembre in Piazzale Valdo Fusi a Torino l’opera nasce e si sviluppa in maniera  indipendente e  non è legata  ad Artissima o agli altri eventi collaterali che si svolgono in città durante questo fine settimana.

 

Luca De March

Harridge Deimille: non solo uno store, ma un vero e proprio Club

 Sono  ben 7 i corners presenti , dall’Arte Contemporanea alla Gioielleria, dai Libri ai Profumi , dai Sigari all’Intimo, che rendono Harridge Deimille un vero e proprio concept store sulla scia di esperienze internazionali come Colette a Parigi o Bergdorf&Goodman a New Yorkherridge2herridge1

 

Nell’ottica di sviluppare sempre più il concept di Gentleman Club , Harridge Deimille, dopo 9 mesi dall’apertura del suo primo concept Store di Torino, ha  presentato la nuova collezione uomo 2015 con una festa dedicata allo stile maschile ed ai suoi piaceri. Non solo uno store,ma un vero e proprio Club è quello che Harridge Deimille ha saputo costruire in questi primi mesi. Grazie anche alla collaborazione con altri prestigiosi Brands, lo spazio di Via Giolitti 45g è oggi a tutti gli effetti un ritrovo per una clientela selezionata ed attenta ai valori di un certo modo di intendere l’abbigliamento e la moda. Sono infatti ben 7 i corners presenti , dall’Arte Contemporanea alla Gioielleria, dai Libri ai Profumi , dai Sigari all’Intimo, che rendono Harridge Deimille un vero e proprio concept store sulla scia di esperienze internazionali come Colette a Parigi o Bergdorf&Goodman a New York. A completare l’atmosfera una prestigiosa collaborazione con la Lavazza per l’angolo ospitalità dove i Soci Harridge Deimille troveranno tutti i sabati personale dedicato a questo esclusivo benefit a loro riservato.La collezione ispirata dal film di Alberto Sordi “Fumo di Londra”, rilegge i classici del british style con un occhio alle nuove tendenze della moda internazionale senza tralasciare l’amore per il made in Italy. Per lanciare il concept è stata avviata una collaborazione con il collettivo Overtake Studio, formato da ex alunni IED, che hanno ripensato il concept di vetrina avvicinandolo all’esperienza scenografica.Infine seguendo un fil rouge di ricerca che contraddistingue la giovane azienda Torinese, è stata dedicata una zona dello store ad una capsule Donna di ricerca composta da maglieria in purissimo cachemire, pantaloni ed accessori in grado di completare l’offerta del punto vendita anche per la crescente clientela femminile.

 Torino, Via Giolitti 45g.

 

CV

A Cavagnolo il cinema di una volta

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Per due fine settimana al mese il teatro viene trasformato in una sala cinematografica, con proiezioni alle ore 17 ed alle 21, sino al 26 dicembre. La prossima pellicola, patrocinata ed offerta dal Comune di Cavagnolo, è previsto per mercoledì 4 novembre

 

Un tempo il cinema, che fosse quello di paese, quello dell’oratorio, quello di città con le sale eleganti dove si proiettavano le prime visioni in centro o quelle fumose di periferia era parte integrante della vita di tutti. Al sabato pomeriggio, magari al sabato sera per i più mondani, o alla domenica, si andava con gli amici, o con la morosa, a vedere qualche pellicola (i più piccoli con i genitori) e trascorrere un paio d’ore completamente fuori dalla quotidianità. A Cavagnolo ci si è chiesti perché non fare in modo che questa belle consuetudine riprendesse, anche se limitata, perché non fare in modo che per almeno due ore, nel fine settimana, si lasciassero a casa personal computer, cellulari o altri dispositivi tecnologici e assistere ad uno spettacolo come ai “vecchi tempi”. Così è nato “C’era una volta il cinema” a cura del Circolo culturale Cesare Martini. Per due fine settimana al mese il teatro viene trasformato in una sala cinematografica, con proiezioni alle ore 17 ed alle 21, sino al 26 dicembre. La prossima pellicola, patrocinata ed offerta dal Comune di Cavagnolo, è previsto per mercoledì 4 novembre è “Suite Francese” drammatico di guerra, con la regia di Saul Dibb. Seguiranno il 14 novembre “Selma” con la regia di Ava DuVernay, drammatico/storico, il 28 novembre “Mune” di animazione con la regia di Heboyan Philippon, “Ruth e Alex”, drammatico, con la regia di Richard Loncraine e nel cast attori come Morgan Freeman e Diane Keaton che verrà proiettato il 12 dicembre. Infine si chiude il 26 dicembre con “L’ultimo lupo”, film di avventura con  la regia di Jean Jacques Annaud

 

Massimo Iaretti

 

Torino si illumina di led

Importanti benefici sul fronte economico ed ambientale

 

LampioniNell’arco di un anno e mezzo 55.000 punti luce pubblici, pari al 55% dei lampioni totali, saranno oggetto di un intervento di rinnovamento che prevede la sostituzione delle tradizionali lampade con nuove lampade a LED. I LED consentiranno di ottenere importanti benefici sul fronte economico ed ambientale, dimezzando i consumi di energia elettrica e renderanno l’illuminazione cittadina più efficiente e meno inquinante.  I dati al 9 ottobre 2015 indicano oltre 10.835 lampade sostituite, 2.107 tonnellate di anidride carbonica evitate in un anno, 975.000 € di risparmio su base annuale.

 

www.comune.torino.it – foto: il Torinese

Vittorio Amedeo II contro il parcheggio interrato

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La proposta, che il Comitato Pietro Micca ribadisce, è il blocco totale del cantiere e la creazione di un Parco Archeologico

 

Torino è forse tornata ai tempi della Guerra di successione del trono di Spagna, quando, regnante Vittorio Amedeo II, venne salvata dall’invasione francese dall’eroico gesto del biellese Pietro Micca ? Per carità non è così ma c’è una serie di circostanze che potrebbero dare a pensare. Sabato il Comitato Pietro Micca ha manifestato , supportato dalla presenza di alcuni tra i più importanti Gruppi storici militari del Piemonte, sotto il comando di “Vittorio Amedeo II” contro il parcheggio interrato che il Comune di Torino intenderebbe costruire in mezzo alle Galleria della Cittadella sotterranea, in piena area archeologica, assolutamente importante per la storia e l’identità di Torino.

 

La proposta, che il Comitato Pietro Micca ribadisce,è il blocco totale del cantiere la creazione di un Parco Archeologico Pietro Micca che raccordi il Mastio, il Museo Pietro Micca, il Pastiss ed i nuovi ritrovamenti, attraverso la ricostruzione di quanto era stato abbattuto all’inizio dell’anno. Durante la manifestazione, che è stata molto partecipata e che ha attraversato tutto il centro storico, sono stati distribuiti migliaia di volantini per informare cittadinanza e turisti di tutto questo e per cercare di salvare e valorizzare un pezzo della storia della prima capitale d’Italia e della capitale del Piemonte

 

Massimo Iaretti

Nuove regole per tutelare le piazze auliche da banchetti e baracconi

muro biennale 3Non sono consentiti manifestazioni ed eventi che prevedano una occupazione di suolo superiore a 10 m2 in piazza San Carlo, piazza Vittorio Veneto, piazza Carignano, piazza Castello, piazza Carlo Alberto, piazza Palazzo di Città, piazza Carlo Felice, piazza CLN e piazza Statuto, se non a seguito di deliberazione della Giunta comunale

 

Il Consiglio comunale ha approvato la delibera proposta dal vulcanico consigliere Silvio Viale (PD) che modifica il regolamento COSAP , ovvero il Canone di Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche, allo scopo di garantire una reale tutela della piazze auliche, spesso invase da banchetti e baracconi di ogni sorta.

 

Il documento prevede sostanzialmente la modifica dell’articolo 23 del Regolamento con l’aggiunta  del comma 7 che recita: “Non sono consentiti manifestazioni ed eventi che prevedano una occupazione di suolo superiore a 10 m2 in piazza San Carlo, piazza Vittorio Veneto, piazza Carignano, piazza Castello, piazza Carlo Alberto, piazza Palazzo di Città, piazza Carlo Felice, piazza CLN e piazza Statuto, se non a seguito di deliberazione della Giunta comunale, assunta su proposta del Sindaco e dell’assessorato promotore dell’iniziativa che ne valuti l’impatto e la necessità e autorizzi espressamente la componente commerciale. Sono esentate le manifestazioni politiche e sindacali che non comportino attività di vendita e di somministrazione”. La Sala Rossa ha approvato anche una mozione della consigliera Chiara Appendino (M5S) che impegna Sindaco e Giunta a limitare il più possibile la concessione di deroghe al regolamento che prevede l’occupazione di suolo pubblico nelle piazze auliche.

 

 La mozione impegna inoltre Sindaco e Giunta al coordinamento con le autorità statali per la concessione di tali deroghe e a dare adeguata comunicazione alla cittadinanza della loro avvenuta autorizzazione.

 

Prima della votazione dei due documenti, in Sala Rossa si è svolto un dibattito fra i consiglieri. Di seguito una breve sintesi.

 

Silvio Viale (PD): “Invito il Consiglio a votare a favore di questa modifica regolamentare, perché va nella direzione di favorire le manifestazioni in centro città, garantendo che sia l’amministrazione con una scelta politica a decidere se effettuare o meno la manifestazione che impegna quello spazio e con quali modalità”.

Chiara Appendino (M5S): “Non è in questione l’effettuazione o meno di grandi eventi in centro città. Ma è necessario che il Consiglio comunale prenda una posizione limitando il più possibile la concessione di deroghe per l’occupazione delle piazze auliche. Se il regolamento diventa solo un continuo susseguirsi di deroghe, quel regolamento allora non ha più senso di esistere. Serve una valutazione caso per caso, anche in coordinamento con le autorità statali quali le soprintendenze”.

Maurizio Trombotto (SEL): “La discussione prosegue il dibattito di commissione che ha permesso di migliorare la proposta di Viale. Personalmente ritengo che non dovrebbero svolgersi manifestazioni che in qualche modo deturpano le piazze auliche. Per questo voteremo a favore della proposta, aspettandoci però dal Sindaco atti tali da impedire manifestazioni che possano in qualche modo contribuire a deturpare le piazza auliche del centro città”.

Alessandro Altamura (PD): “Una proposta che va nella direzione di responsabilizzare chi organizza iniziative. Le manifestazioni nelle piazze auliche un tempo erano ben regolamentate: gli assessori avevano un coinvolgimento diretto nelle iniziative, grazie alla conferenza dei servizi, e si coordinavano con i vari operatori addetti al controllo e alla pulizia. Se c’è disorganizzazione la città è meno attrattiva rendendo vane politiche di promozione turistica. Quello che accade nelle piazze auliche deve essere tenuto sotto controllo, per evitare iniziative senza un filo conduttore logico, che squalifichino la città. E’ necessario applicare una selezione alle varie proposte, in modo da avere manifestazioni di qualità, che portino turismo e che facciano risaltare l’eccellenza di Torino e del territorio”.

Domenica Genisio (PD): “Mi associo a quanto detto dai miei colleghi in precedenza. Voterò favorevolmente anche se non ritengo così drammatica la situazione; un po’ di folklore ogni tanto non può fare male. Inoltre chiedo al proponente di specificare nel secondo emendamento la possibilità di realizzare iniziative anche alle organizzazioni sindacali, oltre che, come determinato, a quelle politiche”.

Maurizio Marrone (FdI): “E’ un dibattito insensato quello di oggi visto che poi la Città è la prima a non rispettare i suoi regolamenti. I nostri regolamenti già pongono paletti come i preavvisi, quegli stessi che, ad esempio, non sono stati rispettati per l’installazione del tendone in piazzetta reale”.

Michele Paolino (PD): “Qui non si sta parlando dell’installazione di un tendone con tutti requisiti, stiamo parlando di quando vengono autorizzate manifestazioni e collateralmente si sviluppa un’attività di bancarelle che nulla hanno a che fare con le iniziative e con il senso stesso delle piazze auliche. Le nostre piazze devono essere ricche di manifestazioni. piene di gente e di iniziative nel rispetto della loro storia, del loro valore architettonico, della loro funzione urbanistica. Mi auguro che si possano ospitare altre iniziative come il Forum della scorsa settimana perché rappresentano la Torino che abbiamo in mente, connessa col mondo e con le istituzioni che lo governano. E’ positivo che si coinvolga fin dall’inizio la Giunta come organo collegiale perché si individuino i responsabili dei procedimenti amministrativi e di deroghe”.

Per ultimo è intervenuto il Sindaco, Piero Fassino: “La proposta del consigliere Viale va nella direzione di accrescere il controllo sull’utilizzo delle piazze auliche – come richiesto dai cittadini – affidando, dopo l’istruzione dell’Assessore competente, l’ultima valutazione al Sindaco. Può essere utile come forma di verifica e controllo ulteriore. In ogni caso, mi rimetto al voto del Consiglio. Per quanto riguarda invece la tensostruttura allestita in centro per il Forum Onu, l’intervento si è reso necessario a causa del mutamento di orientamento degli organizzatori dell’evento, che hanno richiesto di svolgere il Forum nel centro cittadino e non, come previsto originariamente, alla Reggia di Venaria. Essendo il Teatro Regio occupato per l’inizio della stagione lirica, la tensostruttura in piazzetta Reale era l’unica soluzione per dare accoglienza a 2.000 persone nel centro di Torino. Inoltre, il ricorso a tensostrutture per eventi di grandi dimensioni è spesso praticato in moltissimi Paesi. Peraltro, vorrei sottolineare anche che la soluzione è stata molto gradita da parte dei nostri ospiti stranieri”.

Al termine del dibattito, la Sala Rossa ha approvato i due provvedimenti all’unanimità.

Ufficio stampa Consiglio comunale – Foto: il Torinese

VIVICITTA’ IN CARCERE, UNA CORSA PER TUTTI

Per chi è detenuto e per chi ci lavora

 

vivicitta 2015“Allenarsi dentro, non è come allenarsi fuori” ha evidenziato un’educatrice, trovo molto bello che tanti atleti siano venuti a correre con noi.” Sono stati una cinquantina i podisti in rappresentanza di 15 società Uisp e una decina di donne, che hanno scelto e voluto partecipare insieme ai detenuti della casa circondariale. “Ho corso con chi è meno fortunato di me – ha commentato un podista – per fargli sentire la mia solidarietà”.

 

Ultima tappa a Torino di Vivicittà “la corsa più grande del mondo” promossa dalla Uisp. Si conclude il tour iniziato il 12 aprile, che oltre ad aver coinvolto 45 città italiane, 9 straniere, ha interessato anche 19 istituti di pena.Ultima tappa a Torino nella Casa circondariale Lorusso e Cutugno, che ha ospitato per il sesto anno consecutivo la corsa, grazie alla collaborazione della Direzione del Penitenziario, dei tanti operatori  della struttura, della Lega Atletica Uisp e del Comitato Uisp di Torino.E’ stato un simbolico passaggio di testimone tra la corsa all’esterno e i detenuti, una manifestazione che attraverso lo sport fa sentire liberi e abbatte i muri, un punto di partenza per promuovere un benessere  psico-fisico anche per chi vive recluso.Sono stati 77 i partecipanti, l’edizione torinese più partecipata, tra di loro una trentina di reclusi, educatori e agenti penitenziari che hanno dato vita all’interno del perimetro su tre giri, ad una sfida all’ultimo chilometro. Lo start è stato dato alle 15 e prima della partenza è stato ricordato l’agente di polizia penitenziaria Mattia Battilomo, morto due settimane fa in un tragico incidente.

 

Sono stati premiati nell’ordine Alessandro Vailati (A), Gioacchino Marino (E) e Davide Rattini (c), tra le donne la prima a tagliare il traguardo è stata Barbara Pocciatti dell’Equilibra Running Team. La classifica ha premiato anche i padiglioni a punteggio considerando i  primi arrivati, il C con 2 atleti, il D con 15 e l’E con 9. Al via si sono presentate anche due educatrici, Arianna e Simona, che  hanno scoperto il piacere della corsa due anni fa partecipando a  Vivicittà “Pur lavorando all’interno della struttura penitenziaria, con  la gara abbiamo scoperto una città – hanno sottolineato – in cui si  possono scoprire molti angoli nascosti.” Soddisfatti anche gli istruttori Uisp, che nell’ambito del progetto Uisp  Terzo Tempo ogni giorno si occupano di allenare allo sport, ma  soprattutto di stimolare al movimento tutti i detenuti dell’istituto.

Pinocchietti in Sala Rossa: quando è in gioco la parità di genere

AVVISTAMENTI / di EffeVi

 

Tra qualche secolo sorrideranno di noi leggendo, tra le altre, della nostra ossessione sulla parità di genere, che ormai si infila in ogni ambito della vita civile, come una spolverata di prezzemolo in cucina. Non intesa come parità di opportunità, che non sarebbe male, ma come sradicamento della distinzione naturale e biologica tra generi: nel vestire, nello stile di vita, persino nel concepimento e nella esperienza della paternità e maternità

 

sala rossa palazzo civicoSe oggi guardiamo ad alcuni concetti, nel passato indiscutibili, ne sorridiamo: la terra è quadrata, hic sunt leones, il cielo è composto da sette sfere, l’indole criminale si rivela nei tratti del volto e del cranio, sulla Luna vivono i Seleniti, eccetera. Tra qualche secolo sorrideranno di noi leggendo, tra le altre, della nostra ossessione sulla parità di genere, che ormai si infila in ogni ambito della vita civile, come una spolverata di prezzemolo in cucina. Non intesa come parità di opportunità, che non sarebbe male, ma come sradicamento della distinzione naturale e biologica tra generi: nel vestire, nello stile di vita, persino nel concepimento e nella esperienza della paternità e maternità. Non scomodiamo Houllebecq: guardiamo, nel piccolo, al cortile di casa. Il Consiglio Comunale di Torino, una città che versa in condizioni di fallimento finanziario tecnico, ha perso mesi in accesi dibattiti  sull’obbligo di vestire una tenuta minimamente decorosa durante le sedute, anche quando il termometro si impenna. Ma perbacco, non è un problema di decoro, ben altro: qui è in gioco la parità di genere. Nientemeno.

 

La questione non è nuova:  da anni, ogni estate – con la puntualità delle ondate di calore, che non sono portatrici di saggio consiglio –  l’aeropago cittadino si divideva tra consiglieri uomini, grondanti sudore sotto completi chiazzati e cravatte madide, e consigliere donne, che sfoggiavano con iattanza sandali – purché firmati – e vezzosi capi estivi, riconducibili più al prendisole che al decoro che si convenga non dico agli augusti legislatori, ma persino ai poveri uscieri del palazzo comunale, costretti nelle loro stazzonate giacche in poliestere blu. Insomma, un focolaio di tensione: in questo caso, infatti, le professioniste del genere – amazzoni che sulla parità di genere hanno costruito infiammati discorsi, regolamenti draconiani, leggi che impongono quote rosa, e vere e proprie carriere – sono state ben contente di fruire della condizione di disparità. Mal ne incolse, infatti, ad alcuni consiglieri, noti tra le altre cose per la loro innata eleganza, quando nel torrido luglio torinese hanno introdotto la tenuta balneare da uomo nelle aule, presentandosi in bermuda e scarpe aperte – nulla, al confronto dei teli da mare agitati dalle signore consigliere.

 

Il pierino Viale, che proprio non ce la fa a tenersele, si è inserito con l’ennesima mozione volta a alleviare i consiglieri dall’obbligo di cravatta: un piccolo passo nella direzione della parità di genere con le consigliere. Chiaro che il vero punto di incontro sarà raggiunto quando il regolamento comunale consentirà pantaloncini a pinocchietto, sandali e bandana per gli uomini, purché accompagnati dall’immancabile marsupio. Mozione respinta in blocco, con voto decisivo delle professioniste della parità di genere, che evidentemente restano bene aggrappate ai pochi lacerti di femminilità che la cultura contemporanea consente. Quando risulta comodo. 

 

(Foto: www.comune.torino.it)