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Nikolajewka sul fronte russo, Dobrej in Albania: per non dimenticare

DAL PIEMONTE – Chi scrive, descrive e non dimentica; nato due mesi prima che fosse sganciata la prima bomba su Hiroshima, chi scrive ha sentito l’eco della guerra anche se non l’ha vissuta, ha ascoltato  i racconti di suo padre, che a Dobrej c’era, soffrendo il freddo, la fame e le insidie della guerra sul fronte albanese. Gli alpini delle nostre valli, molti dei quali appartenenti al Battaglione Intra, hanno sofferto a  Nikolajewka e a Dobrej: alcuni sono tornati, altri sono rimasti là, altri ancora fanno parte dello stesso Battaglione, senza per questo essere stati in guerra. La memoria serve i loro figli e nipoti, serve per gli altri. Così è stato ricordato durante la cerimonia di domenica 21 gennaio a Verbania-Intra, alla caserma Simonetta, dopo il raduno e la Santa Messa solenne nella vicina Chiesa di Maria Ausiliatrice (San Luigi). Dopo l’Alzabandiera e l’Onore ai Caduti, i saluti del Comandante della GDF Colonnello Gianfranco Parisi e del Presidente Gianpiero Maggioni. Anche il Consigliere Nazionale Francesco Meregatti , oltre a portare i saluti del Presidente Nazionale e degli altri componenti il Consiglio, oltre a ricordare brevemente quel “molto che è già stato detto nell’Omelia e nei discorsi di chi mi ha preceduto” ha sottolineato come “occorra non dimenticare. Gli alpini dell’ANA non dimenticano; grazie a chi ha dato l’esempio! Anche i giovani dovrebbero imparare a fare qualcosa per gli altri”. Sante parole, purtroppo non sempre ascoltate.

Elio Motella

Asili sabaudi, i primi della storia a Rivarolo e Agliè

E l’anno successivo, in un setificio di Agliè, il primo asilo aziendale in Piemonte

 

Il 3 agosto 1838 nasceva a Rivarolo Canavese il primo asilo del Regno sabaudo. Nella cittadina a trenta chilometri da Torino, l’annuncio ufficiale venne dato in una cerimonia a palazzo Farina di Rivarolo, durante un incontro tra il sindaco Maurizio Farina –  che fu, in seguito, senatore del Regno – Ferrante Aporti e Camillo Benso, conte di Cavour. Già da un paio d’anni,  nelle terre dei Savoia, esistevano asili per l’infanzia, come quello istituito a Torino nel 1836 dalla marchesa di Barolo, ma la loro funzione era esclusivamente quella di accudire i bambini. L’abate Ferrante Aporti, sfidando conservatori e perbenisti,  sosteneva invece come questi istituti dovessero porsi anche l’obiettivo di fornire ai piccoli dei principi educativi e istruttivi. Un’idea di stampo progressista, mal vista e mal digerita dal potere costituito. Così il Farina , all’inizio del 1838, in qualità  di sindaco del centro  canavesano, si prese la responsabilità di fondare il primo asilo aportiano  senza darne avviso al questore di Torino e informandone solo ufficiosamente il Marchese di Saluzzo, allora Governatore dei Reali Principi. Una scelta che venne poi ufficialmente riconosciuta qualche mese dopo, con la visita di Cavour a Rivarolo. Ferrante Aporti, pioniere dell’educazione scolastica infantile, aveva fondato pochi anni prima a Cremona il primo asilo d’infanzia a pagamento in Italia per alunni da due anni e mezzo a sei anni; un esperimento che poi diffuse nel lombardo-veneto con scuole infantili gratuite finanziate dal governo austriaco. Scopo degli asili era accogliere i figli dei lavoratori, aiutare le famiglie a sostenerli mediante la refezione, curarne l’educazione fin dall’infanzia nello sviluppo intellettivo, religioso, morale e fisico. La scuola di Rivarolo continuò la sua attività e divenne progetto pilota per l’apertura di altre scuole aportiane. Nel centro storico rivarolese, sul fronte di palazzo Farina, una targa ricorda l’azione “di Camillo Cavour e altri nobili uomini” in quest’ impresa. Un anno dopo, nel 1839, sempre nel canavese venne aperto anche il primo asilo aziendale in Piemonte. Lorenzo Valerio, dirigendo un setificio ad Agliè, guidato dalle sue idee liberali e da un’impostazione sociale molto avanzata per l’epoca, non si limitò a questo ma si distinse per l’impegno profuso nel migliorare le condizioni di lavoro delle operaie.  Tra l’altro si adoperò ad aprire scuole femminili e serali, a quel tempo estremamente rare, dimostrando una sensibilità fuori del comune.

 

Marco Travaglini

Carta di identità elettronica, si comincia l’8 gennaio

A partire dall’8 gennaio 2018 il Comune di Torino emetterà esclusivamente la Carta d’Identità Elettronica. E’ necessario prenotare tramite il portale predisposto dal Ministero dell’Interno. Per supporto alla registrazione al portale e/o alla prenotazione, consultare i video tutorial oppure la guida.
La carta d’identità può essere richiesta esclusivamente se il precedente documento è in scadenza, scaduto, smarrito, rubato o deteriorato; non deve invece essere richiesta a seguito di cambio indirizzo o residenza. 
Il costo della Carta d’identità elettronica è di euro 22,21 in contanti
Il documento viene spedito dal Poligrafico dello Stato all’indirizzo indicato dall’interessato entro sei giorni lavorativi dalla richiesta. Attualmente la carta d’identità elettronica non può essere rilasciata ai cittadini non residenti a Torino o italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani Residenti all’Estero (AIRE) per i quali può essere emesso esclusivamente il formato cartaceo.

Modalità di richiesta

La carta d’identità elettronica può essere richiesta in tutti gli uffici anagrafici della Città previo appuntamento.
Per effettuare la prenotazione è necessario registrarsi al portale predisposto dal Ministero dell’Interno. Dopo la registrazione è possibile scegliere un appuntamento, compatibilmente alle disponibilità, selezionando la sede anagrafica più comoda, la data e l’orario. 
Per supporto alla registrazione al portale e/o alla prenotazione, consultare i video tutorial oppure la guida in formato PDF. (WWW.COMUNE.TORINO.IT)
Prossimamente saranno attivate altre modalità di prenotazione.

Caselle Aeroporto da record: nel 2017 più passeggeri di sempre

L’Aeroporto di Torino ha battuto nel 2017 il record storico di passeggeri, superando la barriera dei 4 milioni e il precedente record annuale del 2016, trasportando nel corso dello scorso anno 4.176.556 passeggeri, con una crescita dell’aviazione commerciale di linea e charter del 5,8% rispetto all’anno precedente



Il traffico di linea nazionale è cresciuto del 6,1%, mentre quello di linea internazionale è cresciuto del 3,8%. In aumento anche i movimenti di aviazione commerciale, che nel 2017 sono stati 39.725, con una crescita del 4,7%. Continua così il percorso di sviluppo intrapreso dall’Aeroporto di Torino negli ultimi quattro anni: nel 2017 i passeggeri trasportati su voli di linea e charter sono stati il 32.2% in più rispetto al 2013.

L’Aeroporto di Torino ha continuato a migliorare l’offerta voli mantenendo l’equilibrio tra compagnie aeree low cost e full carrier e lo sviluppo di destinazioni nazionali e internazionali. Negli ultimi quattro anni il traffico di linea internazionale è passato dal 40% al 47% del totale e  la percentuale di traffico di linea low cost è aumentata dal 25% al 58%.

Anche nell’anno passato Roma è stata la prima destinazione servita con oltre 546mila passeggeri trasportati, seguita da Catania con 341mila passeggeri e Londra (collegata con i voli per gli aeroporti di Gatwick, Heathrow, Luton e Stansted) con 319mila passeggeri. La classifica delle prime destinazioni servite prosegue con Napoli, Palermo, Bari, Francoforte, Monaco, Barcellona, Parigi, Lamezia Terme e Amsterdam.

Nel 2017 si è rafforzato ulteriormente il traffico verso la Spagna: complessivamente +9,9% di traffico rispetto al 2016 e un totale di circa 400mila passeggeri trasportati sui voli di linea per Barcellona, Madrid, Valencia, Siviglia, Malaga, Ibiza e Palma di Maiorca, mentre il traffico verso il Regno Unito ha segnato un aumento del 10,4%. Sul fronte nazionale si segnala l’aumento del 26,3% del traffico verso gli aeroporti sardi.

Nel corso del 2017 sono state introdotte numerose nuove rotte che hanno permesso di raggiungere i positivi risultati in termini di traffico: sul fronte dei collegamenti internazionali sono stati avviati i voli con Copenaghen, Lisbona, Malaga, Siviglia con Blue Air; sono stati inoltre rafforzati i collegamenti con la Romania grazie ai nuovi voli per Iasi di Blue Air e Suceava di Tarom, mentre per il Marocco è stato inaugurato a novembre il nuovo collegamento con Marrakech di TUI fly. Nel periodo estivo è stato inoltre avviato il nuovo volo con Pantelleria di Volotea.


Nel 2017 l’Aeroporto di Torino è stato collegato da voli di linea con 58 destinazioni di cui 43 internazionali, rispetto alle 36 destinazioni offerte nel 2013 di cui 22 internazionali: i collegamenti di linea internazionali sono quindi raddoppiati negli ultimi 4 anni.

La stagione invernale dei voli dedicati agli sciatori si è arricchita con i nuovi collegamenti di linea per Londra Heathrow con British Airways, Birmingham con Jet2.com e San Pietroburgo con S7 Airlines: un’offerta ancora più ricca che prevede di trasportare in questo inverno 2017/2018, insieme con i voli charter dal Nord ed Est Europa e dalla Russia, +13% di passeggeri neve rispetto alla stagione passata.

Il network di destinazioni dirette in tutta Italia e all’estero, insieme con i frequenti collegamenti con gli hub per raggiungere tramite scalo intermedio qualsiasi destinazione nel mondo partendo da Torino, verrà ulteriormente arricchito nel 2018 con nuovi collegamenti recentemente annunciati: Stoccolma e Parigi con Blue Air (rispettivamente dal 20 gennaio e 25 marzo) e Atene con Aegean Airlines da giugno.

Accanto allo sviluppo del traffico e delle destinazioni offerte, l’Aeroporto di Torino ha ulteriormente migliorato anche l’offerta commerciale dello scalo: nel corso del 2017 hanno aperto la tecnologica boutique di Marina Militare, il negozio di accessori You B’Jou e il punto vendita di WHSmith, il più importante operatore britannico del retail presente in tutto il mondo, mentre l’offerta food è stata completata con la nuova birreria-hamburgheria di Baladin. La galleria commerciale copre oggi uno spazio di 5700 m², rinnovato negli ultimi quattro anni per il 70% della superficie e che ha visto l’ingresso di numerosi nuovi operatori (+52%).

Le “Olimpiadi letterarie” di Teodoro Lorenzo

Teodoro Lorenzo è nato il 4 marzo 1962 a Torino. La prima parte della sua vita è stata occupata dal calcio. Lo ha giocato dall’età di 10 anni fino ai 27. Prima nelle giovanili della Juventus poi  nell’Alessandria.  Si è poi laureato in Giurisprudenza ed è iniziata la sua seconda vita, che lo ha portato a diventare avvocato ,  professione che esercita tuttora. A   cucire le due vite  l’esperienza della scrittura. Teodoro Lorenzo oggi scrive infatti di sport , rievocando esperienze ed emozioni del suo passato, consapevole , come affermava Luigi Pirandello, che la vita o la si vive o la si scrive. Nel 2009 Bradipolibri gli ha pubblicato il suo primo lavoro dal titolo  SALUTI DA BUENOS AIRES.  Si tratta di  racconti di sport. 14 racconti per 14 diverse discipline sportive. Tra essi anche il racconto IL CAMPIONE  relativo al calcio e all’episodio del  grave infortunio ( frattura del femore)  da lui patito nel maggio del 1979  quando giocava nei ragazzi della Juve. Ma c’erano ancora tante discipline da esplorare. Ecco allora che , ripresa in mano la penna, è nato il  secondo lavoro di Teodoro Lorenzo,  LE STREGHE DI ATRIPADA,  pubblicato nel maggio di quest’anno ed attualmente in tutte le librerie e su Amazon.  Altri 14 racconti di sport , altre 14 discipline sportive. In tutto così fanno 28; una sorta di summa sportiva, una Olimpiade a livello letterario

Un nuovo presepe a Brozolo

Sul territorio di Brozolo è nato un nuovo presepe che ha trovato collocazione in un vano all’interno di un antico muraglione al bivio per Marcorengo, dove inizia la frazione PIAI. Il presepe è stato allestito grazie all’impegno degli amici della Chiesa di Santo Stefano di Piai che ogni anno portano avanti, il 26 dicembre,  la tradizione dell’incanto delle torte e di altri doni offerti dalla popolazione,  utilizzando il ricavato per opere a favore della Chiesa omonima e della frazione. Il presepe è illuminato tutta la notte ed è reperibile, come ovvio, cercando la cometa che lo sovrasta.

Massimo Iaretti

Torna il fascino e la magia del presepe

È arrivata la neve a tuffarci in quell’atmosfera natalizia che ci rende tutti più sereni nonostante le difficoltà e la fatica del vivere quotidiano. Il manto bianco trasforma all’improvviso il paesaggio di città e paesi, colline e montagne. È già festa anche sulle colline del basso Monferrato, tra abbazie e castelli, dove ogni “bric” ha la sua chiesa romanica, tra vigneti, noccioleti e tartufaie. Torna il fascino e la magia del presepe a un tiro di schioppo da Torino e da Asti. Le scene della Natività e dell’Adorazione dei Magi prendono forma e vita nelle case, nelle chiese ma anche nelle strade e lungo le vie dei paesi tra comignoli fumanti e profumo di legna ardente. Accade nell’Abbazia di Vezzolano, vicino ad Albugnano, a pochi chilometri da Castelnuovo don Bosco, nei centri storici di Aramengo e di Cocconato e nella frazione Schierano del Comune di Passerano Marmorito. Oro, incenso e mirra dall’8 dicembre al 7 gennaio 2018, dall’Immacolata fino all’alba del nuovo anno. A Schierano d’Asti, borgo collinare che ha dato i natali al trisnonno di Papa Francesco, nel lontano Ottocento, i novanta residenti, guidati da un’attivissima Pro Loco, si danno un gran daffare a mettere in scena la nascita di Gesù. Il gran freddo è arrivato, la neve ha imbiancato tetti e boschi ma tutto è pronto per festeggiare l’Immacolata. Erano quindici una volta i presepi, belli ma pochi, ora sono più di 200, la voce si è diffusa e per vederli la gente arriva da tutto il Piemonte. Capanne, mangiatoie e statuine si fanno ammirare davanti alle chiese, alle porte delle case, sulle finestre, nei vicoli e sulla strada del paese. Di notte si accendono di poesia, di gioia e speranza esaltando il Natale che sta arrivando. Sono fatti tutti con materiali naturali, semplici e modesti, com’è semplice, modesta e faticosa la vita che scorre su queste colline. Dal 2013 sono dedicati a Papa Francesco e al suo trisnonno Giuseppe Bergoglio che nacque proprio a Schierano nel 1816. E’ Natale anche a Vezzolano e, mentre Carlo Magno va a caccia nei boschi circostanti ma è solo una leggenda, nella millenaria abbazia risplende il presepio di Anna Rosa Nicola, i celebri restauratori di Aramengo d’Asti, conosciuti in tutto il mondo. Torna rinnovato, più ampio, con nuove botteghe e nuovi artigiani al lavoro. È aperto ogni sabato, domenica e nei festivi dalle 10 alle 17 e tutti i giorni tra Natale e Capodanno. Esposizione di presepi anche a Cocconato d’Asti, nel centro storico e nelle vetrine dei negozi e con il presepe animato sulla scalinata della chiesa parrocchiale con personaggi a grandezza naturale realizzati dagli artisti cocconatesi. Ad Aramengo fa bella mostra di sé il presepio di Sant’Antonio Abate con i suoi animali, opera di Gianluigi Nicola. Lo scenario è pronto, si parte, in attesa dell’arrivo dei Magi dall’Oriente con oro, incenso e mirra e di altri fiocchi di un bianco Natale.

Filippo Re

 

Delitto in Gipsoteca a Casale Monferrato

L’esordio di Renato Bianco come scrittore presenta l’avvio ad una carriera di successo se già il primo libro “Delitto in Gipsoteca a Casale Monferrato” sta ottenendo vasto consenso.

Il sapiente intreccio della trama, la forma scorrevole, il tono ora serio ora leggermente ironico, sempre rispettoso, nell’aver dato ai personaggi le sembianze fisiche e psicologiche di persone reali, modificate nel nome ma riconoscibili, rendono il racconto molto coinvolgente. Che Bianco avesse una piacevole vena discorsiva lo notai durante gli anni in cui egli funzionario, io assessore alla Cultura, ci incontravamo nel Comune di Casale perciò non mi stupisco che il sua inclinazione sfociasse anche nella scrittura. Ero convinta inoltre che per la sua predilezione per il Lago Maggiore, in particolare Belgirate, sarebbe potuto diventare un novello Piero Chiara. La prima fatica letteraria è infatti ambientata tra due città, l’una, Casale, sede di lavoro, l’altra, Belgirate, di vacanza, che costituiscono il teatro in cui si svolgono gli eventi inseriti scenograficamente tra opere d’arte che caratterizzano i luoghi. Filo conduttore è Leonardo Bistolfi attraverso il “boaro”, il bassorilievo della cappella Hierschel De Minerbi e la riproduzione del modello in gesso de “La Morte” particolare del gruppo “La Vita, La Morte: verso la luce” del monumento funerario Abegg. I brevi cenni alle opere Bistolfiane non sono casuali in quanto, oltre al significato simbolico in tema con l’argomento, offrono occasione di assaporare una pausa culturale allentando la tensione che spinge ad arrivare frettolosamente alla conclusione per scoprire il colpevole. Mi piace pensare che, oltre a rappresentare una bella pagina della letteratura contemporanea, il libro serva ad attirare l’attenzione sulla Gipsoteca di Casale in cui è presente, senza interventi estranei, la prima traduzione plastica che dà corpo alla poetica del più importante scultore simbolista italiano.

Giuliana Romano Bussola

 

Il premio “Pannunzio” a Dacia Maraini

A palazzo Ceriana Mayneri, sede del Circolo della Stampa di Torino si è svolta mercoledì la cerimonia di premiazione del “Pannunzio”. Il premio è stato conferito quest’anno alla scrittrice Dacia Maraini.  Pier Franco Quaglieni in apertura  ha ricordato Carlo Casalegno nel giorno della sua tragica scomparsa , annunciando il concerto in memoria della vittima delle BR che si terrà sabato 2 dicembre alla Biblioteca nazionale Universitaria di Torino , piazza Carlo Alberto 3 .

La motivazione del premio
“Dacia Maraini è stata collaboratrice autorevole del “Mondo” di Pannunzio.
E’ una donna libera,coraggiosa,senza pregiudizi,sempre aperta al confronto delle idee.
Il Premio Pannunzio 2017- 35esima edizione – le viene conferito come riconoscimento al suo autorevole impegno di giornalista e di scrittrice che onora l’Italia a livello internazionale e per la sua esemplare storia individuale e famigliare. “
La biografia di Dacia Maraini
Nata a Fiesole, Dacia  Maraini trascorse l’infanzia in Giappone dove, dal 1943 al 1946, la famiglia fu internata in un campo di concentramento giapponese subendo maltrattamenti e privazioni. Tornata in Italia, frequenta le scuole dapprima in Sicilia ed in seguito a Roma. Questi anni sono raccontati dalla stessa Maraini nel suo romanzo Bagheria. Fonda, insieme ad altri giovani, la rivista letteraria “Tempo di letteratura” e comincia a collaborare a riviste quali “Paragone”,” Nuovi Argomenti”, ed il settimanale “Il Mondo” di Mario Pannunzio. Interessata al teatro, ha scritto molti testi teatrali ed è stata fra le fondatrici del “Teatro della Maddalena” a Roma. Negli anni seguenti continua con la sua attività di scrittrice pubblicando, tra l’altro, La lunga vita di Marianna Ucria, Buio, che le è valso il Premio Strega, Il treno dell’ultima notteLa grande festa. Nel 2014 l’Università Bocconi, per iniziativa degli studenti, le ha riconosciuto il “Dante d’oro” per l’opera omnia.

SDL CENTROSTUDI INCONTRA I TORINESI SOVRAINDEBITATI E CON PROBLEMI BANCARI

Si è svolto ieri a Torino, presso il Centro Congressi dell’Hotel ‘Royal’ in corso Regina Margherita un incontro sul tema ‘Sovraindebitamento, crisi bancari e finanziaria: come uscirne?’ che ha visto, dato il momento storico in atto, una grande affluenza di pubblico. Oltre un centinaio di torinesi con pendenti sulle spalle gravi situazioni di sovraindebitamento ormai non più sostenibili e crisi derivanti da rapporti critici con banche e istituti di credito in tema di anatocismo e usura bancaria hanno ascoltato e incontrato il pool di esperti e professionisti di SDL CENTROSTUDI SPA (www.sdlcentrostudi.it), la nota società italiana fondata dall’Avvocato Serafino Di Loreto e presieduta dall’ex Magistrato Piero Calabrò (il primo a ottenere una sentenza storica in materia di anatocismo nel 1999, spianando la strada a un fenomeno in costante crescita) che dal 2010 a oggi ha restituito alle tasche degli italiani oltre 240 milioni di euro indebitamente sottratti alle loro tasche, proprio grazie a una serie incessante di pronunce favorevoli a consumatori e PMI ottenute sul tema nei tribunali di tutta Italia. “Abbiamo avuto modo di constatare come a Torino la sofferenza economica e sociale dei nuclei familiari, i più gravati dalla crisi in atto, nonostante la riconversione da città industriale a città digitale 3.0, sia in aumento. E’ importante – prosegue Luca Barontini, esperto di riorganizzazione aziendale e sovraindebitamento per privati e aziende – informare opportunamente le persone delle possibilità legislative offerte per rinascere dalla cosiddetta ‘morte civile’, come la Legge 3/2012 altresì nota come legge ‘Salva-suicidi’, e gli strumenti di tutela per far luce sulla mala gestio delle banche su conti correnti, finanziamenti e risparmi”, conclude Barontini.