DAL PIEMONTE – Chi scrive, descrive e non dimentica; nato due mesi prima che fosse sganciata la prima bomba su Hiroshima, chi scrive ha sentito l’eco della guerra anche se non l’ha vissuta, ha ascoltato i racconti di suo padre, che a Dobrej c’era, soffrendo il freddo, la fame e le insidie della guerra sul fronte albanese. Gli alpini delle nostre valli, molti dei quali appartenenti al Battaglione Intra, hanno sofferto a Nikolajewka e a Dobrej: alcuni sono tornati, altri sono rimasti là, altri ancora fanno parte dello stesso Battaglione, senza per questo essere stati in guerra. La memoria serve i loro figli e nipoti, serve per gli altri. Così è stato ricordato durante la cerimonia di domenica 21 gennaio a Verbania-Intra, alla
caserma Simonetta, dopo il raduno e la Santa Messa solenne nella vicina Chiesa di Maria Ausiliatrice (San Luigi). Dopo l’Alzabandiera e l’Onore ai Caduti, i saluti del Comandante della GDF Colonnello Gianfranco Parisi e del Presidente Gianpiero Maggioni. Anche il Consigliere Nazionale Francesco Meregatti , oltre a portare i saluti del Presidente Nazionale e degli altri componenti il Consiglio, oltre a ricordare brevemente quel “molto che è già stato detto nell’Omelia e nei discorsi di chi mi ha preceduto” ha sottolineato come “occorra non dimenticare. Gli alpini dell’ANA non dimenticano; grazie a chi ha dato l’esempio! Anche i giovani dovrebbero imparare a fare qualcosa per gli altri”. Sante parole, purtroppo non sempre ascoltate.
Elio Motella
E l’anno successivo, in un setificio di Agliè, il primo asilo aziendale in Piemonte
per alunni da due anni e mezzo a sei anni; un esperimento che poi diffuse nel lombardo-veneto con scuole infantili gratuite finanziate dal governo austriaco. Scopo degli asili era accogliere i figli dei lavoratori, aiutare le famiglie a sostenerli mediante la refezione, curarne l’educazione fin dall’infanzia nello sviluppo intellettivo, religioso, morale e fisico. La scuola di Rivarolo continuò la sua attività e divenne progetto pilota per l’apertura di altre scuole aportiane. Nel centro storico rivarolese, sul fronte di palazzo Farina, una targa ricorda l’azione “di Camillo Cavour e altri nobili uomini” in quest’ impresa. Un anno dopo, nel 1839, sempre nel canavese venne aperto anche il primo asilo aziendale in Piemonte. Lorenzo Valerio, dirigendo un setificio ad Agliè, guidato dalle sue idee liberali e da un’impostazione sociale molto avanzata per l’epoca, non si limitò a questo ma si distinse per l’impegno profuso nel migliorare le condizioni di lavoro delle operaie. Tra l’altro si adoperò ad aprire scuole femminili e serali, a quel tempo estremamente rare, dimostrando una sensibilità fuori del comune.





iniziata la sua seconda vita, che lo ha portato a diventare avvocato , professione che esercita tuttora. A
cucire le due vite l’esperienza della scrittura. Teodoro Lorenzo oggi scrive infatti di sport , rievocando esperienze ed emozioni del suo passato, consapevole , come affermava Luigi Pirandello, che la vita o la si vive o la si scrive. Nel 2009 Bradipolibri gli ha pubblicato il suo primo lavoro dal titolo SALUTI DA BUENOS AIRES. Si tratta di racconti di sport. 14
racconti per 14 diverse discipline sportive. Tra essi anche il racconto IL CAMPIONE relativo al calcio e all’episodio del grave infortunio ( frattura del femore) da lui patito nel maggio del 1979 quando giocava nei ragazzi della Juve. Ma c’erano ancora tante discipline da esplorare. Ecco allora che , ripresa in mano la penna, è nato il secondo lavoro di Teodoro Lorenzo, LE STREGHE DI
ATRIPADA, pubblicato nel maggio di quest’anno ed attualmente in tutte le librerie e su Amazon. Altri 14 racconti di sport , altre 14 discipline sportive. In tutto così fanno 28; una sorta di summa sportiva, una Olimpiade a livello letterario
È arrivata la neve a tuffarci in quell’atmosfera natalizia che ci rende tutti più sereni nonostante le difficoltà e la fatica del vivere quotidiano. Il manto bianco trasforma all’improvviso il paesaggio di città e paesi, colline e montagne
dell’Adorazione dei Magi prendono forma e vita nelle case, nelle chiese ma anche nelle strade e lungo le vie dei paesi tra comignoli fumanti e profumo di legna ardente. Accade nell’Abbazia di
Vezzolano, vicino ad Albugnano, a pochi chilometri da Castelnuovo don Bosco, nei centri storici di Aramengo e di Cocconato e nella frazione Schierano del Comune di Passerano Marmorito. Oro, incenso e mirra dall’8 dicembre al 7 gennaio 2018, dall’Immacolata
fino all’alba del nuovo anno. A Schierano d’Asti, borgo collinare che ha dato i natali al trisnonno di Papa Francesco, nel lontano Ottocento, i novanta residenti, guidati da un’attivissima Pro Loco, si danno un gran daffare a mettere in scena la nascita di Gesù. Il gran freddo è arrivato, la neve ha imbiancato tetti e boschi ma tutto è pronto per festeggiare l’Immacolata. Erano quindici una volta i presepi, belli ma pochi, ora sono più di 200, la voce si è diffusa e per vederli la gente arriva da tutto il Piemonte. Capanne, mangiatoie e statuine si fanno ammirare davanti alle chiese, alle porte delle case, sulle finestre, nei vicoli e sulla strada del paese. Di notte si accendono di poesia, di gioia e speranza esaltando il Natale che sta arrivando. Sono fatti tutti con materiali naturali, semplici e modesti, com’è semplice, modesta e faticosa la vita che
scorre su queste colline. Dal 2013 sono dedicati a Papa Francesco e al suo trisnonno Giuseppe Bergoglio che nacque proprio a Schierano nel 1816. E’ Natale anche a Vezzolano e, mentre Carlo Magno va a caccia nei boschi circostanti ma è solo una leggenda, nella millenaria abbazia risplende
il presepio di Anna Rosa Nicola, i celebri restauratori di Aramengo d’Asti, conosciuti in tutto il mondo. Torna rinnovato, più ampio, con nuove botteghe e nuovi artigiani al lavoro. È aperto ogni sabato, domenica e nei festivi dalle 10 alle 17 e tutti i giorni tra Natale e Capodanno. Esposizione di presepi anche a Cocconato d’Asti, nel centro storico e nelle vetrine dei negozi e con il presepe animato sulla scalinata della chiesa parrocchiale con personaggi a grandezza naturale realizzati dagli artisti cocconatesi. Ad Aramengo fa bella mostra di sé il presepio di Sant’Antonio Abate con i suoi animali, opera di Gianluigi Nicola. Lo scenario è pronto, si parte, in attesa dell’arrivo dei Magi dall’Oriente con oro, incenso e mirra e di altri fiocchi di un bianco Natale
L’esordio di Renato Bianco come scrittore presenta l’avvio ad una carriera di successo se già il primo libro “Delitto in Gipsoteca a Casale Monferrato” sta ottenendo vasto consenso.
di vacanza, che costituiscono il teatro in cui si svolgono gli eventi inseriti scenograficamente tra opere d’arte che caratterizzano i luoghi. Filo conduttore è Leonardo Bistolfi attraverso il “boaro”, il bassorilievo della cappella Hierschel De Minerbi e la riproduzione del modello in gesso de “La Morte” particolare del gruppo “La Vita, La Morte: verso la luce” del monumento funerario Abegg. I brevi cenni alle opere Bistolfiane non sono casuali in quanto, oltre al significato simbolico in tema con l’argomento, offrono occasione di assaporare una pausa culturale allentando la tensione che spinge ad arrivare frettolosamente alla conclusione per scoprire il colpevole. Mi piace pensare che, oltre a rappresentare una bella pagina della letteratura contemporanea, il libro serva ad attirare l’attenzione sulla Gipsoteca di Casale in cui è presente, senza interventi estranei, la prima traduzione plastica che dà corpo alla poetica del più importante scultore simbolista italian
Si è svolto ieri a Torino, presso il Centro Congressi dell’Hotel ‘Royal’ in corso Regina Margherita un incontro sul tema ‘Sovraindebitamento, crisi bancari e finanziaria: come uscirne?’