TRIBUNA- Pagina 69

1 MAGGIO: RADICALI IN PIAZZA

Radicali Italiani, Associazione Luca Coscioni e Associazione radicale Adelaide Aglietta, saranno – come sempre – presenti al corteo del primo maggio. Al tavolo, che verrà allestito in Piazza San Carlo dalle 10 alle 13, sarà possibile sottoscrivere l’appello rivolto ai Senatori della Repubblica per sollecitare una rapida approvazione del testo sul testamento biologico.

Dichiarazione di Silvja Manzi e Igor Boni (Direzione nazionale Radicali Italiani) e Laura Botti (Coordinatrice Associazione radicale Adelaide Aglietta)

Torino è stata la prima città italiana ad approvare una delibera di iniziativa popolare sul testamento biologico, la città che ha fornito il maggior numero di firme in calce alla proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia (oltre 6.000 tra le quali quella di Umberto Veronesi), la prima città metropolitana ad aver approvato una mozione a sostegno di una legge sul testamento biologico. Proprio da questa città, che ha dimostrato una sensibilità sui temi del fine vita e della libertà di scelta, superiore alla media nazionale, invieremo un pressante appello ai Senatori affinché approvino rapidamente la legge sul testamento biologico. Proprio da Piazza San Carlo, dove durante passate manifestazioni del primo maggio abbiamo raccolto molte centinaia di firme su questi temi chiederemo ai cittadini, ai lavoratori che sfileranno, un ulteriore sforzo di partecipazione. Abbiamo a poca distanza la possibilità di conquistare un passo, piccolo ma significativo, verso l’autodeterminazione.

A chi dice che ‘dove c’è una disgrazia ci sono i Radicali’, rispondiamo: ‘Sì, è vero’. Abbiamo l’ambizione di governare i fenomeni sociali senza ipocrisie e abbiamo il coraggio di guardare in faccia la realtà. La morte è un pezzo della nostra vita, l’ultimo. Inutile nascondere la testa sotto la sabbia: tutti ci troveremo di fronte a scelte difficili e nessuno può e deve avere voce in capito più di chi si trova dinanzi a quelle scelte“.

UNIONI CIVILI UN ANNO DOPO

CIRINNÀ, GRILLINI E ALTRI NE RIPERCORRONO LA STORIA IN UN LIBRO IN USCITA.

 
A un anno dall’approvazione della storica legge sulle Unioni Civili (11 maggio 2016), esce per i tipi di Diderotiana Editrice
 
I DIRITTI DELL’AMORE
Quarant’anni di lotte per il matrimonio egualitario
di Igor Boni, Monica Cirinnà, Enzo Cucco, Bruno de Filippis, Filomena Gallo, Chiara Gribaudo, Franco Grillini, Yuri Guaiana, Luca Imarisio
 
con un contributo di Sergio Lo Giudice
a cura di Silvja Manzi
 
 
Il saggio, a più voci, ripercorre la lunga battaglia per arrivare alla legge che ha riconosciuto le unioni omosessuali e prospetta iniziative future, politiche e legislative.
Monica Cirinnà (la senatrice che ha dato il nome alla legge) e Chiara Gribaudo (la deputata che l’ha difesa alla Camera) ritornano ai giorni concitati dell’iter parlamentare.
Franco Grillini (fondatore di Arcigay Nazionale) ne approfitta per raccontare, per la prima volta, la storia quarantennale di una lotta che non è ancora finita.
Luca Imarisio (professore di diritto costituzionale) fa una disamina e comparazione delle leggi europee in materia, mentre Bruno de Filippis (magistrato, esperto in diritto di famiglia) e Filomena Gallo (avvocato e segretario nazionale Associazione Luca Coscioni) tracciano delle strategie di intervento legislativo.
Infine Enzo Cucco (Fondazione Fuori!), Yuri Guaiana (responsabile politica internazionale Associazione Radicale Certi Diritti) e Igor Boni (direzione nazionale Radicali italiani) tirano il filo delle storiche battaglie di liberazione sessuale e sui diritti civili, con uno sguardo al futuro e alle necessarie, ulteriori riforme al diritto di famiglia.
 
Il volume verrà presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino (18-22 maggio) presso lo spazio dibattiti di Radio Radicale e sarà disponibile presso lo stand della casa editrice Diderotiana (Padiglione 2 G30).

Rosina: “inadeguate le forze dei servizi sociali per affrontare le tensioni nei nuclei familiari con disagi”

I servizi sociali hanno forze inadeguate rispetto ai cambiamenti in atto ed alle nuove esigenze e spesso non riescono ad esercitare nel modo dovuto il ruolo di accoglienza del disagio, – dichiara il rappresentante degli assistenti sociali del Croas Piemonte, Rosina – di accompagnamento e di supporto. Le tensioni all’interno del nucleo familiare influenzano il rapporto tra genitori e figli, spesso con effetti contrastanti: crescono le attenzioni e le aspettative dei genitori sui figli e sono aumentate le distanze comunicative che possono condurre a situazioni di abbandono, di violenza o di abuso all’interno del contesto familiare. Il logoramento delle relazioni e dei canali di comunicazione intrafamiliare ed intergenerazionale può incidere sul malessere infantile e adolescenziale, quale quello ad esempio che porta a manifestazioni di bullismo”. 

 
 

Corsi gratuiti per Colf e Badanti

L’iniziativa dell’ Assindatcolf, Associazione Sindacale Nazionale dei datori di lavoro domestico, in collaborazione con gli Enti Bilaterali, di avviare con il “Progetto Famiglia” corsi di formazione gratuiti per attività specifiche di indirizzo domestico, ha conseguito esito tale da essere pianificati e ripetuti a cadenza fissa. Il prossimo Corso per Colf Polifunzionale + Badante di 40 ore + 24 ore è calendarizzato a partire da mercoledì 3 Maggio 2017 e, come sempre, avrà luogo presso la sede ENGIM – Artigianelli di Corso Palestro, 14 Torino. Per iscriversi e partecipare al corso basta contattare il numero verde 800.162.261, o il locale 011.5214218. La richiesta crescente di personale nel Settore Domestico e la disponibilità al lavoro sempre più in aumento possono trovare in questa iniziativa una corretta e  Soddisfacente risposta.

Assindatcolf
Sezione di Torino

“La voce delle pietre urlanti”

Un doppio evento per fare memoria e non dimenticare. In occasione del 102° anniversario del genocidio armeno – iniziato il 25 aprile 1915 – il Comitato regionale per i Diritti umani, presieduto dal presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, in collaborazione con Associazione solidale (Asso), propone giovedì 20 aprile il convegno e lo spettacolo teatrale “La voce delle pietre urlanti”. “Un titolo – spiega il presidente Laus – ispirato alla definizione dell’Armenia coniata dal poeta simbolista russo Osip Mandel’štam per rendere l’idea del destino di un popolo pesantemente segnato dal dolore, dalla separazione e dalla negazione. Una definizione ancora oggi tremendamente attuale se si considera che quegli stessi orrori e quelle stesse ‘marce della morte’ continuano a ripetersi, un secolo dopo, nel deserto siriano”.

Alle 10.30 la Sala Viglione di Palazzo Lascaris, sede dell’Assemblea legislativa piemontese, ospita un convegno cui intervengono, con il presidente e il vicepresidente del Comitato Laus e Giampiero Leo e la presidente di Associazione solidale Silvana Zocchi, i giornalisti del quotidiano Avvenire Nello Scavo e del Tg Rai Piemonte Matteo Spicuglia.

Alle 17 al Teatro Vittoria di via Gramsci 4 viene proiettato il documentario “Le pietre sacre d’Armenia” di Paolo Chiodarelli e messo in scena lo spettacolo realizzato da Progetto Nor Arax, laboratorio artistico permanente sulla cultura armena con testi tratti da opere di Ryszard Kapuśhiński, Daniel Varujan, Elise Ciarenz, Osip Mandel’štam e Zahrat e musiche di padre Komitas, Georges Gurdjieff e Aram Kačaturjan.

 

www.cr.piemonte.it

Sciopero autostrade: “perché non è contro gli automobilisti”

Lo sciopero degli autostradali. Istruzioni per l’uso. Un comunicato alla stampa a favore degli automobilisti. A partire dalle ore 22 di lunedì di Pasquetta, 17 aprile, quando gli Italiani saranno di rientro nelle grandi città dopo il tradizionale “merendino”o dalle brevi ferie pasquali, i lavoratori delle autostrade sciopereranno sino alle ore 22 del giorno successivo, 18 aprile. Lo sciopero degli autostradali non è “contro” i cittadini automobilisti: anzi lo si potrebbe definire una protesta a favore degli automobilisti! Infatti in autostrada ci si astiene dal lavoro per richiedere il mantenimento della presenza fisica di addetti in tutti i caselli, addetti che le autostrade vogliono togliere per diminuire gli occupati. Una richiesta, quella dei lavoratori delle autostrade, che non può in alcun modo essere considerata “contro”, ma che è assolutamente a favore del servizio alla sicurezza e alla soluzione di qualsiasi anomalia che si presenti alle persone che utilizzano il servizio pubblico delle autostrade. Queste non sono di proprietà dei Concessionari, ma sono un bene pubblico, cioè di tutti, che lo Stato gestisce attraverso varie soluzioni, come l’Anas o società private che si impegnano a garantire manutenzione e fluidità del traffico a fronte dell’incasso dei pedaggi. Quindi uno sciopero a favore dei cittadini anche perché gli addetti alla viabilità, le sale radio e i tecnici che fanno funzionare tutti gli strumenti necessari alla sicurezza saranno regolarmente al lavoro e qualsiasi coda venisse a crearsi sarà solo colpa dei Concessionari che non apriranno le sbarre delle piste normalmente occupate dai “casellanti”, solo per non perdere neanche un centesimo di pedaggio. Fra l’altro il costo del lavoro del personale delle autostrade (tutto il personale) è un valore che si aggira intorno al 10% dei costi totali e la sua riduzione non rappresenta un elemento decisivo per il funzionamento di aziende che in questi anni di crisi hanno continuato a macinare utili e a far lievitare i pedaggi. Perché mai allora non garantire il mantenimento del servizio agli automobilisti se a loro costa poco? Fra l’altro il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che è tecnicamente il “padrone” che dà in concessione le autostrade, ha di recente ribadito con una circolare vincolante per le concessionarie autostradali che ai caselli ci deve essere presenza fisica di personale di supporto e per la sicurezza nelle 24 ore e nei 365 giorni dell’anno… ma le autostrade vogliono tagliare quel costo. Peccato che sia anche una garanzia per i cittadini. Che hanno un alleato nei lavoratori autostradali.

 

Sandro Gentili

Fit – Cisl

Cerutti: “È sbagliato sovrapporre il tema dell’immigrazione con quello della sicurezza”

Si è tenuto nei giorni scorsi il convegno “Verso un approccio regionale alla prevenzione della radicalizzazione”. Il radicalismo inteso a 360°, non solo quello religioso.

«È sbagliato sovrapporre il tema dell’immigrazione con quello della sicurezza. La repressione da sola non può risolvere i problemi, ma allo stesso tempo non bisogna sottovalutare il pericolo del terrorismo e prima ancora della radicalizzazione di cui il terrorismo si nutre. Gli attentati delle ultime settimane, da San Pietroburgo a Stoccolma, ne sono l’esempio e sono azioni che non possono far altro che aumentare l’odio reciproco e dare nuova linfa a percorsi di radicalizzazione. La miglior cura non può che essere la prevenzione» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione della Regione Piemonte.«Dialogo, accoglienza e corretta informazione sono i pilastri di quelle che devono essere le politiche di contrasto alla radicalizzazione. Fin dal 2011 la Commissione Europea ha costituito la rete RAN, Radicalization Awareness Network (RAN), proprio con la finalità di promuovere politiche e programmi di prevenzione e contrasto dal basso che favorissero la resilienza delle comunità verso il fenomeno, coinvolgendo nei suoi gruppi di lavoro i diversi operatori attivi nei territori coi soggetti a rischio di radicalizzazione violenta. Un tema che è al centro anche della proposta di legge Dambruoso-Manciulli che è in discussione in Parlamento» – ha dichiarato  l’assessora all’Immigrazione della Regione Piemonte. «È fondamentale intervenire nei contesti più fragili come per esempio il carcere, uno dei luoghi dove la contaminazione e la radicalizzazione trovano terreno più fertile. Un esempio virtuoso è la collaborazione tra la casa circondariale “Lorusso e Cutugno” e diverse associazioni islamiche di Torino che ha attivato un progetto di assistenza spirituale continuativa ai detenuti musulmani che vada oltre alla celebrazione del Ramadan che già da diversi anni si svolge all’interno dell’istituto penitenziario. Come Regione Piemonte nell’attuazione della legge regionale 5/2016 contro tutte le discriminazioni possiamo contribuire a mettere in campo azioni positive di superamento dei luoghi comuni, degli stereotipi e di contro narrazione, per esempio rispetto alla religione musulmana, di contrasto all’islamofobia e di collegamento del lavoro delle diverse figure attive in questo campo, come il Garante regionale dei detenuti. Un altro strumento concreto può essere rappresentato dalla stesura del disegno di legge regionale “Promozione della cittadinanza” che sostituirà l’attuale legge sull’immigrazione risalente al 1989 e avrà come obiettivo la promozione di politiche di inclusione, che potranno essere anche di prevenzione alla radicalizzazione. L’attuale bozza ė già il frutto di un percorso partecipato intrapreso insieme alle associazioni e ai cittadini/e di origine straniera, in un approccio che sostenga il protagonismo delle comunità straniere, anche rafforzando il loro associazionismo» – ha concluso Monica Cerutti.

Appello di Legambiente ai Sindaci: “Basta diserbanti tossici, le alternative ci sono”

“Abolire l’utilizzo di prodotti chimici ad azione erbicida, fungicida, insetticida e acaricida al fine di tutelare la salute pubblica”. E’ quanto chiede Legambiente in una lettera indirizzata ai sindaci di tutti i comuni del Piemonte, alla Città Metropolitana di Torino e alle province piemontesi alla vigilia della consueta “guerra alle erbacce” portata avanti in tanti centri urbani, lungo le ferrovie e le strade extraurbane con l’arrivo della primavera. Una battaglia spesso esagerata, a base di prodotti chimici contenenti spesso sostanze potenzialmente cancerogene. La loro pericolosità riguarda in primo luogo gli operatori che effettuano il diserbo, ma non solo: gli effetti dannosi si ripercuotono fortemente sulla salute dei cittadini, della fauna locale e degli ambienti acquatici, dal momento che le sostanze irrorate vengono dilavate dalla pioggia e finiscono nei corsi d’acqua.

 

“Ci rivolgiamo ai Sindaci, in qualità di primi responsabili della salute pubblica, perché mettano fine all’uso di erbicidi, una consuetudine così pericolosa e al tempo stesso diffusa sul nostro territorio –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Una buona gestione del verde urbano, con un’attenzione alla salute umana e all’ambiente, è possibile ricorrendo a mezzi meccanici, per lo sfalcio delle strade, e con l’utilizzo della lotta biologica e dei principi attivi permessi in agricoltura biologica, per difendere le piante da parassiti, patogeni e infestanti. Il ricorso a pratiche più sostenibili è tra l’altro previsto dalle linee guida europee adottate su scala nazionale e regionale”.

 

L’invito di Legambiente è quello di procedere ad una revisione dei piani comunali di gestione del verde urbano adottando le “Linee di Indirizzo regionali per l’impiego di prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili e nelle aree agricole ad esse adiacenti” approvate dalla Regione Piemonte il 20 giugno 2016 in attuazione al Piano d’Azione Nazionale (PAN). In merito alla definizione delle aree frequentate dalla popolazione, oltre a quelle suggerite dalla disposizione regionale, Legambiente invita i Comuni ad includere anche le abitazioni, affinché siano vigenti i divieti di distribuzione di prodotti molto tossici, nelle fasce di 30 metri delle aree agricole adiacenti alle abitazioni.

L’ASSESSORA ALLA CULTURA, FRANCESCA LEON, A PROPOSITO DEI TAGLI

Riceviamo e pubblichiamo

Abbiamo incontrato mercoledì 5 aprile il Presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Cibrario e raccolto le preoccupazioni sul futuro della Fondazione. In quell’occasione abbiamo condiviso un percorso che parte dalla constatazione di un riduzione progressiva delle risorse dal 2006 ad oggi del 65% a fronte dell’aumento del carico sulla Fondazione rappresentato dal passaggio dalla gestione di due musei con un contributo di 14 milioni nel 2006, a 4 musei gestiti nel 2009 con un contributo di 11 milioni. Nel 2011 il contributo si è ridotto a 8,5 milioni fino ad assestarsi della cifra a 6.8 milioni tra il 2013 e il 2016. Senza dimenticare il 2013, quando invece dei contributi vennero riconosciuti immobili per un valore stimato in circa 4,3 milioni. A questa diminuzione vertiginosa non è corrisposto un ripensamento del funzionamento e una rimodulazione dei carichi della Fondazione. Oggi il percorso prevede la costruzione di una revisione strutturale per dare sostenibilità nel tempo, a partire dal 2018, alla Fondazione e, nel brevissimo periodo, individuare soluzioni per reperire le risorse necessarie per il 2017.Su questa strada si sta lavorando fianco a fianco con la Fondazione Torino Musei per valorizzare il patrimonio della città e non arretrare rispetto ai risultati raggiunti in questi anni”.

 

“A PASQUA SCEGLI LA VITA”

“A Pasqua scegli la vita, scegli veg”. E’ un semplice invito, indirizzato a tutte le persone di buona volontà, dall’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che in questi giorni, proprio quando la tradizione propone sulle tavole carni di agnello e di capretto, intensifica, con l’aiuto di decine di volontari, la campagna contro la strage dei cuccioli e per l’adozione di uno stile di vita sostenibile e rispettoso del diritto degli animali alla vita.

Nei banchetti sulle piazze del Paese, i delegati della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente  continueranno nel weekend a informare e sensibilizzare i cittadini: nonostante il continuo declino degli ultimi anni (si è passati da circa 812 mila tra agnelli e capretti macellati nel “picco pasquale” del 2010 a circa 500 mila dell’anno scorso), siamo comunque di fronte ad un’assurda, ingiustificabile mattanza. Per contribuire a fermarla, sui tavoli si potrà sottoscrivere la petizione (anche su www.nelcuore.org) che chiede al Parlamento di approvare la proposta di legge Brambilla in difesa degli animali giovani. Il testo vieta l’abbattimento, la macellazione, nonché l’importazione e l’esportazione per tali finalità, di animali che non abbiano raggiunto l’età adulta.

Ai passanti i volontari offriranno deliziose uova di Pasqua prodotte senza sfruttare gli animali, in cambio di un contributo che sosterrà l’attività dell’associazione sul territorio.

***

TRE RAGIONI PER UNA SCELTA VEG

Tre ragioni per scegliere una dieta vegetariana o vegana.

E’ una scelta etica. Gli animali hanno elevato livello di consapevolezza, coscienza, sensibilità. Eppure, solo nel nostro Paese, ogni anno ne vengono uccisi e destinati all’alimentazione circa 700 milioni. Gli animali hanno diritto alla vita, a maggior ragione quelli appena nati, i cuccioli che ancora dipendono dalla madre e dalle sue cure.

E’ una scelta per l’ambiente. L’industria della carne richiede tanta acqua, tanto spazio, tanta energia. Insomma consuma in grandi quantità le risorse del pianeta. Dalla filiera zootecnica dipende circa il 14,5 per cento di tutte le emissioni di gas serra derivanti da attività umane: gli allevamenti di animali “inquinano” più del traffico.

E’ una scelta per la salute. Ormai è provato che l’eccesso di proteine di origine animale può essere pericoloso, che la dieta vegetariana è associata ad un tasso più basso di mortalità per malattie cardiovascolari e renali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso la carne lavorata tra le sostanze cancerogene, come il fumo di tabacco o l’amianto. E la carne rossa tra quelle probabilmente cancerogene.