di Manuela Savini
Con sabato si è conclusa la X edizione del torneo ITF da 25mila dollari di Torino, disputato sui campi del Nord Tennis Sport Club. Ai cancelli di partenza delle qualificazioni si sono presentate 44 atlete, delle quali 8 hanno conquistato il main draw. Nel tabellone principale, composto da 32 atlete, la testa di serie n. 1 è stata assegnata alla giocatrice bulgara Isabella Shinikova (n. 289 WTA ), mentre la n. 2 è stata attribuita all’italiana Georgia Brescia (n. 203 WTA). Per entrambe, però, il torneo è terminato molto prima delle aspettative: Shinikova ha perso al secondo turno contro la romana Giorgia Marchetti (n. 575 WTA) che poi ha perso nei quarti contro la finalista messicana, testa di serie n.8 del tabellone, Renata Zarazua (n. 263 WTA); mentre Brescia è stata sconfitta al primo turno in tre set dall’italiana, finalista e vincitrice del torneo, Deborah Chiesa (foto), che ha cosi raggiunto anche la sua migliore classifica in carriera (n. 430 WTA).

Alle qualificazioni hanno preso parte 28 atlete italiane di cui 10 provenienti da Torino e provincia e precisamente: Camilla Diez, Ginevra Peiretti, Sara Guglielminotti (foto), Michele Alexandra Zmau (foto), Jessica Bertoldo (foto), Federica Di Sarra, Camilla Priuli, Harriet Hamilton (foto), Alessia Tagliente e Sofia Ragona. Purtroppo nessuna giocatrice torinese è riuscita a qualificarsi per il tabellone principale: soltanto la ventunenne Michele Zmau (n. 909 WTA), tesserata per il Circolo della Stampa di Torino, ha quasi raggiunto le qualificazioni perdendo al terzo turno contro la bolognese Stefania Rubini (n.484 WTA), che quindi si è conquistata, assieme all’altra giocatrice italiana di Lucca, Anna Giulia Remondina (n. 567 WTA), l’accesso al main draw del torneo.

Nel tabellone principale, delle undici italiane, due sono state le atlete tesserate in Piemonte: Anastasia Grymalska (foto), attualmente n. 485 e già n. 213 nel 2014 nel ranking WTA, allenata dal tecnico Stefano Dolce sui campi dell’USD Tennis Beinasco e Deborah Chiesa, nata a Trento, che è tesserata per Canottieri Casale ASD in provincia di Alessandria. L’avventura di Grymalska nel torneo si è fermata agli ottavi, dopo avere sconfitto al primo turno la testa di serie n. 3 del tabellone, Katarzyna Piter (n. 224 WTA), mentre Chiesa ha forse coronato un sogno, andando a vincere un torneo da 25mila dollari partendo dal primo turno, senza essere neppure testa di serie. Chiesa dopo aver eliminato la n. 2 del tabellone, Brescia, in un match partito male (36 63 60), ha poi battuto la spagnola Burillo (61 46 61), la toscana Remondina (62 60), l’austriaca Hives in semifinale (63 76), prima di approdare in finale e giocarsela contro la messicana Zarazua (foto).

Nella finale, dopo due ore e trentadue minuti di gioco, la giocatrice “piemontese” ha avuto la meglio con il punteggio di 63 26 75. Il primo set è stato giocato punto a punto nella fase iniziale, con uno strappo decisivo dell’azzurra da metà frazione, grazie alle solite accelerazioni di rovescio. Nel secondo set, la sudamericana ha cambiato marcia riducendo la percentuale di errori e chiudendo il set all’ottavo gioco. Nel terzo set dopo una partenza sprint di Zarazua (avanti 2-0), Chiesa ha reagito portandosi avanti 4-2 e servizio, salvo poi non capitalizzare il vantaggio e restituire il break (4-3). L’italiana non si è scoraggiata, reagendo e portandosi sul 5-3 e servizio, concretizzato con il miglior colpo dell’incontro, un rovescio bimane lungo linea che ha lasciato letteralmente immobile l’avversaria. Zarazua non è stata a guardare ed ha saputo approfittare dei pochi momenti di insicurezza di Chiesa, riducendo le distanze (5-5), dopo aver annullato anche un match point. Seppure, in questa fase, Zarazua sembrasse essere la favorita verso la volata finale, Chiesa ha dimostrato la crescita operata in stagione andando nuovamente a condurre sul 6-5 e chiudendo la sfida nel dodicesimo gioco, per il 7-5 finale.

A caldo l’atleta italiana, al suo primo titolo in una rassegna da 25.000$, ha esternato la sua grande soddisfazione con queste parole: “Non ci credo ancora e sono molto contenta della conclusione. Avevo iniziato la settimana con un po’ di paura visto l’accoppiamento di primo turno contro Georgia Brescia, seconda testa di serie e giocatrice contro la quale non avevo mai vinto. Il successo contro di lei mi ha dato ulteriore fiducia, incrementata ancora grazie al percorso compiuto in tabellone principale. Oggi il match è stato duro, contro un’avversaria ostica che ha ribattuto punto su punto. Sono stata abile a mantenermi tranquilla nel momento decisivo e chiudere 7-5 al terzo. Continuo a lavorare per crescere. L’obiettivo stagionale era di vincere un 15.000 $ e sono andata oltre con tale affermazione. Ora punterò a salire ancora in classifica mondiale e giocare con la stessa intensità nelle prossime manifestazioni internazionali. Un anno speciale, il 2017, con la promozione in A1 con la Canottieri Casale e questa bella vittoria“.

Sotto il profilo organizzativo, soddisfazione da parte del direttore del torneo, Barbara Garbaccio e del presidente del Circolo, Luca Politi: “Il livello del torneo si alza stagione dopo stagione ed è nostra intenzione continuare ad investire, compatibilmente con il prolungamento della concessione comunale che scadrà nel 2019. Il salto all’organizzazione di un 60.000 $ è ipotizzabile nell’arco dei prossimi tre anni, supportati dai nostri sponsor e dalla passione che ha sempre contraddistinto il nostro operato“.

Nel doppio, la vittoria è andata alla coppia brasiliana-spagnola, Paula Cristina Goncalves (n. 724 nel ranking di doppio)/Estrella Cabeza-Candela (n. 1054) che ha sconfitto in finale la coppia spagnola, testa di serie n. 4, Irene Burillo Escorihuela (n. 472)/Yyonne Cavalle-Reimers (n. 438) con il punteggio di 57 60 10-8.
“La Juve? è una grande squadra e mi è sempre piaciuto vederla giocare. Quando è arrivata l’opportunità, l’ho colta al volo.
Il mondo dello sport è in continua evoluzione, anche se sembra però che a questa evidenza molti non sappiano farsene una ragione. Parlo dell’acquisizione sul campo dei diritti per svolgere un campionato di qualsiasi categoria vincendo un campionato di categoria inferiore oppure del suo contrario, perdere la categoria e discendere negli abissi della retrocessione.
umane…) che si troveranno in difficoltà. Un’impresa sportiva, intesa come azienda, non ha solo gli atleti, anzi! Ha gli impianti da gestire con personale adeguato, ha le segreterie da mettere in funzione, uffici stampa, addetti agli atleti, magazzinieri, staff medici e persone addette alle biglietterie, addetti allo stadio o ai palazzetti e molteplici altre figure in funzione dell’ambiente e del livello raggiunto.
sofferenza, entusiasmo e agonismo, ma deve essere anche spettacolo, altrimenti il pubblico non si muoverà per vederlo. E se è solo tecnica piacerà a pochi. Quando uno sport non ha pubblico, il perché c’è sempre, che lo si voglia o meno. Ma se è la paura di perdere a non permettere lo spettacolo o l’ingresso di volti nuovi magari dal mondo dei vivai sportivi, è evidente come non sarà lungi il tempo in cui a tale “non-spettacolo” si recheranno solo gli appassionati tifosi, che in ogni tempo e luogo sono sempre un sottoinsieme degli appassionati dello sport in sé.
mettono “in campo” la loro opera quotidiana e di cui nessuno mai parla, il vero progetto è: per tutti lo sport, ma per quello professionistico, in quanto tale, solo ai professionisti. Il mondo dello sport non può fare a meno di una piazza sportiva come quella della nostra città. Si possono dire tante cose su altre città con passati più “storici”, ma nel panorama delle diverse discipline sportive, con più vittorie ad alto livello in ogni ambito sportivo Torino non invidia nessuno. Gli spazi per praticare “la qualità” sportiva sono addirittura in surplus rispetto alla necessità. L’antidiluviana concezione dello sport come diritto sportivo è ormai in pieno contrasto con le necessità economiche e fiscali con le quali il mondo dello sport odierno deve fare i conti! Un progetto sano dovrebbe prevedere aziende in grado di garantire posti di lavoro “agli oscuri” per più tempo. Altrimenti la precarietà di cui tutti lamentano nella quotidianità del lavoro “normale” dovrebbe (e in realtà è!) diventare la condizione unica non di chi gioca sul prato verde o sul parquet ma di tutti coloro che vendono anche le bibite allo stadio (se ci sarà la partita) o i parcheggi intorno allo stadio (se si giocherà una partita) o anche solo delle magliette souvenir (se ci sarà ancora quella squadra…).
I Campionati Italiani di Categoria di nuoto per salvamento si sono conclusi ieri sera allo Stadio del Nuoto di Roma al termine di quattro intensi giorni di gare. I nuotatori piemontesi tornano a casa con 21 titoli nazionali, 17 medaglie d’argento, 16 di bronzo e 6 record italiani di categoria.
Comitato Regionale. Questi ultimi rappresentano l’eccellenza di un movimento che nei giorni scorsi a Roma ha dimostrato una volta di più il suo ottimo “stato di forma”, dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Tanti nuotatori di tutte le categorie sono saliti sul podio a livello individuale e di staffetta, conquistando allo stesso tempo punti preziosi per le classifiche di società. Classifiche che hanno visto nelle rispettive top 10 molte squadre piemontesi. Terminati i Campionati Italiani è quindi tempo di pensare ai World Games, in programma dal 20 al 30 luglio a Breslavia, in Polonia. La manifestazione venne organizzata per la prima volta nel 1981 a Santa Clara, negli Stati Uniti, e si svolge ogni quattro anni; è destinata principalmente alle discipline che non fanno parte del programma olimpico. Tra queste c’è il nuoto per salvamento, le cui gare sono in calendario il 21 e 22 luglio. La squadra azzurra sarà in collegiale dal 17 luglio a Milano e mercoledì 19 partirà alla volta di Breslavia.
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Il trasferimento di Leonardo Bonucci al Milan è ormai cosa fatta: l’intesa con il club rossonero è raggiunta

Dallo Stadio del Rugby di Casale Monferrato sino all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.


