SPORT- Pagina 454

Torino Chievo 2-0 ma i Granata non avvicinano l'Europa

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Ancora due giornate con il Torino a S.Siro contro il Milan e la chiusura di campionato il 31 maggio all’Olimpico contro il Cesena

 

Con una doppietta  Maxi Lopez guida i granata  alla vittoria, contro il Chievo (2-0). Il match si decide nel secondo tempo, dopo 45 minuti giocati all’insegna della lentezza dai ragazzi di Ventura. Ma il Toro non si avvicina a Europa League: le distanze sono -4 dalla Fiorentina, che comunque deve ancora giocare con il Parma, nel posticipo di lunedì, e -5 dal Genoa, ora in quinta posizione. Ancora due giornate con il Torino a S.Siro contro il Milan e la chiusura di campionato il 31 maggio all’Olimpico contro il Cesena.

Juve pareggia 1-1 a Madrid e si prepara alla finale

 

coppa championsjuve logo neroLa Juventus raggiunge la finale di Berlino pareggiando al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid, campione d’Europa in carica. Il risultato finale di 1 a 1 ha così decretato il passaggio del turno in favore dei bianconeri in virtù della vittoria conquistata a Torino. Le reti sono state realizzate rispettivamente da Cristiano Ronaldo per i Blancos nel corso del primo tempo su un generoso calcio di rigore concesso dall’arbitro e dall’ex Alvaro Morata nella ripresa, su assist di Paul Pogba. La finale di Champions League, del prossimo 6 giugno, vedrà i bianconeri impegnati contro il Barcellona di Messi, Neymar e Sanchez

 

La Juventus torna in finale di Champions League, 12 anni dopo l’amara sconfitta di Manchester. In mezzo, ci stanno la retrocessione in serie B dopo Calciopoli e quattro scudetti consecutivi. L’immagine da immortalare al fischio finale del Santiago Bernabeu: i blancos sono a terra, quelli in blu corrono ebbri di gioia di qua e di là. Saltano, piangono, abbracciano Massimiliano Allegri e chiunque passi di lì. Chiellini fa il gesto del gorilla, Buffon riassapora sapori antichi e meritati. L’1 a 1 di Madrid, fotografa una Juve tutta resistenza, sofferenza e ripartenze. Un saluto al Real, a mister 100 milioni, al suo presidente Florentino Perez e alla sua galassia dorata. La Vecchia Signora va a Berlino in finale. Questa idea, con il trascorrere dei turni di qualificazione, ha preso forma, consistenza e la recita di ieri del Bernabeu l’ha resa reale. Il gol di Morata, l’ex bambino prodigio ritenuto ancora troppo acerbo per i bianchi, ha posto la propria firma sia all’andata che al ritorno, in veste di vendicatore che non esulta per rispetto verso la squadra in cui è sbocciato da calciatore. Lui e Pogba sono la nuova linfa bianconera, la vecchia guardia, Buffon e gli altri. Una buona miscela non c’è dubbio. Madama dopo un primo tempo in affanno – risulteranno ben 13 i tiri verso la porta – prende coscienza della grande qualità della squadra di Ancelotti ma nella ripresa si mette lì quadrata. Un colpo di testa di Bale quasi a colpo sicuro, tiri fuori a ripetizione ma anche parate decisive di Casillas, dopo il pareggio di Morata. Ad onor del vero la partita era iniziata male, con quell’inutile rigore (vero Chiellini?) sancito dall’arbitro in versione un po’ troppo casalinga. L’episodio che poteva essere fatale giungeva al minuto 22: James veniva pescato in area, controllava il pallone, Chiellini da dietro cercava l’intervento ma finiva col toccare la gamba del colombiano. Rigore ineccepibile ma forse un po’ troppo generoso.

 

All’atto della battuta si levava il coro che le tifoserie spagnole tirano fuori quando il Real ottiene favori arbitrali. La trasformazione di Ronaldo risultava potente e centrale, i blancos si riprendevano il diritto di accedere alla finale di Berlino. La Juventus reagiva con rabbia e determinazione. Al 57° minuto, il direttore di gara sanciva un calcio di punizione che il solito Pirlo rimetteva in mezzo, Chiellini saltava con Casillas: la sfera usciva dall’area di rigore, Vidal la ricacciava dentro, Ramos teneva tutti in gioco, Pogba spizzava, Morata a centro area controllava e sparava in rete: 1-1. Da qui in poi, l’assetto propulsivo del Real Madrid si vedeva fino alla conclusione del match: i blancos arrivavano ripetutamente al tiro, creando almeno sei occasioni nitide. Benzema era uno dei più pericolosi sebbene rientrante da un infortunio lungo oltre un mese: al 41° impegnava Buffon in versione stratosferica evitando il 2-0. In precedenza il portiere bianconero aveva sventato un missile terra-aria di Bale. Isco e Kross si sfiancavano nei recuperi mentre alle ripartenze della Juve mancava sempre un po’ di cattiveria e precisione nell’ultimo passaggio. Da registrare un Pirlo sottotono che, uscendo dal terreno di gioco, si prendeva i giusti applausi di pura stima alla carriera. Ma è nella ripresa che la Juve è cresciuta, creando, con Marchisio e Pogba, due nitide palle gol, entrambe sventate da Casillas. Non sarebbero servite, è bastato così, la Juve va in finale. Adesso sono rimasti da affrontare gli extra terrestri del Barça. Chi è pronto a puntare contro la Juve?

 

Dario Barattin

 

 
   

Il Toro dà l'addio all'Europa

I Granata perdono 5-1 a Genova

 

toro flagGenoa in vantaggio alla fine del primo tempo con Yago Falque, ma il Toro raggiunge ‘1-1 a inizio ripresa con una punizione magica di El Kaddouri. Il raddoppio dei Rossoblù ancora su punizione, grazie a  Tino Costa. Determinante una deviazione granata. Poi il Genoa va in rete  con Bertolacci, Pavoletti e Tino Costa. E così il Torino perde 5-1 contro il posticipo della 35/esima giornata e dice addio all’Europa. Non solo la squadra, ma anche Quagliarella si fa male, e rischia un lungo stop.

Juventus Cagliari 1-1 allo Stadium

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La Juventus campione d’Italia punta al Real

Termina sull’ 1-1 contro il Cagliari l’anticipo di campionato allo Stadium. Pogba celebra con il gol del vantaggio  il ritorno in campo dopo 52 giorni, ma replica Rossettini all’86’. E Sau cerca di dare la vittoria al Cagliari: però, il suo tiro finisce alto. La squadra sarda si avvicina di un punto all’Atalanta. Nulla invece si modifica per la Juventus campione d’Italia,  che punta al Real.

Sospesa la chiusura della curva bianconera

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La penalità era stata comminata dal giudice per la bomba carta durante il derby della Mole

 

La sanzione di due giornate di chiusura del “Settore Sud” dello  Stadium bianconero è stata sospesa dalla Corte sportiva d’appello della Figc fino al 22 maggio. La penalità era stata comminata dal giudice per la bomba carta durante il derby della Mole. Sono stati disposti ulteriori accertamenti istruttori da parte della Procura federale per verificare la responsabilità degli episodi contestati.

Torino – Empoli, ecco le nostre pagelle

I granata entrano in campo poco convinti e perdono per 0-1. Decisivo per il risultato un errore che ha dell’incredibile del portiere granata Padelli che si fa autogoal 

 

 

toro bandieraIl Toro affronta i Toscani guidati da Sarri due giorni dopo la commemorazione dei caduti di Superga. Nonostante questo i granata entrano in campo poco convinti e perdono per 0-1. Decisivo per il risultato un errore che ha dell’incredibile del portiere granata Padelli che si fa autogoal complicando, e non di poco, la corsa all’Europa che ora il Toro si dovrà giocare a Marassi contro il Genoa nel posticipo di domenica sera.

 

 

Padelli 4: il suo errore costa la partita al Toro. Per il resto fa delle buone parate, ma un errore del genere non può essere commesso in una fase così delicata della stagione;

 

Maksimovic 6,5: sempre attento e preciso, dalle sue parti Pucciarelli e Saponara vengono annullati, buone anche le sue incursioni offensive. Da sottolineare anche la sua prontezza nel rincuorare Padelli dopo l’autogoal, gran bel gesto;

 

Glik 6: comanda bene la difesa anche se nel primo tempo è vittima di un tunnel di uno scatenato Saponara che sfiora poi il raaddoppio;

Moretti 6: solita partita attenta e responsabile, gestisce bene il suo settore;

 

Darmian 5,5: troppo prudente rispetto ai suoi standard quando c’è da spingere, sembra stanco e si limita a chiudere gli spazi in difesa;

 

Gonzales 6,5: a centrocampo è il migliore, nonostante il lungo stop per infortunio dimostra una una buona forma e al 19′ del primo tempo mette una grande palla in mezzo per El Kaddouri che sfiora il goal, ma Sepe devia in calcio d’angolo;

 

Gazzi 5,5: chiude molto bene gli spazi, ma perde tanti palloni ed è troppo prudente quando si tratta di impostare;

 

El Kaddouri 6,5: sfiora il goal al 19′ ed è uno dei migliori. Corre, combatte e inventa, ma molte volte la squadra non lo segue ( dal 33′ s.t. Farnerud n.g.);

 

Molinaro 6: dalla sua fascia arrivano i pericoli maggiori per la difesa di Sarri, ma quando arriva sotto porta è impresciso ( dall’ 11 s.t. Bruno Peres 6:  grazie al brasiliano i granata trovano più sprint offensivo, ma tante volte è tanto fumo e poco arrosto);

 

Quagliarella 6,5: nel primo tempo corre molto e si fa vedere solo per un tiro da fuori area poco a lato. Nel secondo tempo al 29′ tira una bellissima punizione e al 42′ sfiora il goal del pareggio da dentro l’area, ma in eentrambe le situazioni Sepe è attento;

 

Martinez 5: corre molto, ma a dirla tutta è inesistente ed è l’ultima delle preoccupazioni per la difesa dei Toscani ( dal 14 s.t. Maxi Lopez 5: si vede troppo poco);

 

All. Ventura 6: prova in tutti modi a cambiare la partita, ma come sottolinea nel post-partita le quindici partite in più giocate durante la stagione a volte condizionano la forma fisica dei giocatori.

 

Filippo Burdese

La Juve convince e conquista la semifinale di Champions

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Juventus / Real Madrid 2-1

 

Convince la Juventus  che si conquista meritatamente la semifinale di andata della Champions League con una prova convincente. Già in vantaggio con l’ex Morata dopo appena 8′, la Vecchia Signora è raggiunta al 27′ dalla rete di Cristiano Ronaldo. Traversa di Rodriguez, e il primo tempo finisce pari. Al 12′ della ripresa, il raddoppio bianconero con Tevez  che, atterrato, finisce sul dischetto e sancisce il  2-1. E la Juventus, con Llorente, stava quasi per mettere un altro gol a segno, peccato che la palla  di testa finisce su  Casillas. A Madrid, la prossima settimana i bianconeri che partono in vantaggio per una nuova avvincente sfida.

L'omaggio dei tifosi nel giorno del Grande Torino

fila grande tofila grande to 2fila supergafila gran toCome da rito la giornata inizia con un pellegrinaggio da parte dei tifosi verso Superga, dove nel pomeriggio viene celebrata da Don Aldo Rabino la messa in memoria dei caduti. Solitamente anche il Filadelfia è teatro di manifestazioni ma quest’anno, a causa dei lavori di ricostruzione dello Stadio, non è stato possibile accedere totalmente al campo e si è optato per l’esposizione di striscioni e bandiere

 

Il 4 maggio del 1949 l‘aereo che trasportava la squadra del Grande Torino di ritorno da Lisbona, si schiantava alle ore 17:05 sulla Basilica di Superga.  L’impatto causò la morte istantanea di tutte le trentuno persone di bordo, fra calciatori, staff tecnico, giornalisti ed equipaggio.  Per la fama della squadra, la tragedia ebbe una grande risonanza sulla stampa mondiale, oltre che in Italia.  Il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l’ultimo saluto alla squadra. Una data, quella del 4 maggio, che si è tristemente impressa nei cuori di tutti i tifosi, granata e non, e che ogni anno viene celebrata in modo diverso.

 

Come da rito la giornata inizia con un pellegrinaggio da parte dei tifosi verso Superga, dove nel pomeriggio viene celebrata da Don Aldo Rabino la messa in memoria dei caduti; quindi si procede con la lettura da parte del capitano del Toro dei nomi degli Invincibili. Solitamente anche il Filadelfia è teatro di manifestazioni ma quest’anno, a causa dei lavori di ricostruzione dello Stadio, non è stato possibile accedere totalmente al campo e si è optato per l’esposizione di striscioni e bandiere . Come ogni anno la squadra ha comunque visitato brevemente il Fila e i suoi tifosi prima di procedere alla volta di Superga. Il pullman granata è stato accolto festosamente con cori e fumogeni e il tratto antistante di Via Filadelfia è stato chiuso al traffico. Vogliamo ricordare Gli Invincibili con una frase che rappresenta perfettamente il significato del Grande Torino per gli Italiani: 

 

« Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”. »

(Indro Montanelli, Corriere della Sera, 7 maggio 1949)

 

(Foto: il Torinese)

 

Maria Ferreri

Chiara Mandich

La Juventus espugna il Ferraris e attende il Real

logo-juventusCon rete di Vidal  la Vecchia Signora si laurea Campione d’Italia per la 33a volta sul campo mentre per gli almanacchi è il titolo numero 31. Ha conquistato il titolo con quattro giornate di anticipo rispetto alla conclusione del campionato. La festa scudetto è durata poco sia in campo che negli spogliatoi in vista dell’importantissimo match di martedì prossimo allo Stadium contro il Real Madrid di Carlo Ancelotti e Cristiano Ronaldo

L’arbitro Valeri pone termine all’incontro alle ore 19.49, giocatori e dirigenti bianconeri corrono in mezzo al campo, abbracciandosi, esultando, lanciando il proprio allenatore per aria, Massimiliano Allegri, vincitore del suo secondo scudetto dopo aver vinto il primo con il Milan. La Juventus iscrive, per gli almanacchi e albi ufficiali, il suo nome a fianco dello scudetto numero 31 anche se, la gran parte della Torino bianconera (oltre i 250 milioni di tifosi bianconeri sparsi nel mondo) sventolerà per la 33a il tricolore sulle bandiere per le vie della città: le ferite di Calciopoli sono lontane dall’essere sanate. Dentro lo stadio ligure è tempo di festeggiare per il primo campionato vinto dal tecnico livornese con la Signora, il quarto consecutivo per una squadra che da lungo tempo risulta essere la dominatrice assoluta della nostra serie A e che taglia il prestigioso traguardo con ben quattro giornate d’anticipo. E’ stata una festa sobria, iniziata nello spogliatoio prima e all’aeroporto di Caselle poi, dove i bianconeri sono stati accolti da alcune centinaia di tifosi con urla di gioia mentre piazza San Carlo tributava loro applausi e il giusto onore. Un tributo intenso ma breve: domani arrivano i campioni in carica della Champions League, il Real Madrid di Carlo Ancelotti e Cristiano Ronaldo, con tutti i sogni che si porta dietro. Ma torniamo alla partita di Marassi. Turnover solo per Pirlo, Chiellini e Morata, tra i titolari c’è Tevez. Quest’ultima scelta, sui social network juventini, non è stata molto condivisa: “Ma come, lo risparmi nel derby e lo schieri dal primo minuto a tre giorni dalla Champions?”. Occhi puntati sull’argentino mentre le due squadre si dispongono in campo con un rombo speculare. Tevez va al minimo, si gestisce, mentre Llorente ovviamente aggredisce la partita. Ma dopo 32 minuti equilibrati e bloccati, giungeva la svolta della partita: Llorente apriva per Lichsteiner che metteva sulla testa di Vidal il pallone dello 0 a 1. Boato juventino da parte della dirigenza bianconera, su tutti Marotta e Nedved mentre Ferrero, presidente della Samp, si dimostrava sconsolato. Carlitos si ripresenta in campo per disputare la seconda frazione di gioco, spaventando Viviano con un gran tiro, piazzando un cross rasoterra nell’area sampdoriana. Mihajlovic vorrebbe la sua squadra aggressiva e invece è sembrato avere poca energia nel serbatoio per questo finale di stagione. Buffon, vecchio cuore genoano, non è stato chiamato in causa per tutta la prima ora di gioco. Viene spaventato appena più tardi, quando Bergessio, subentrato a Rizzo, calcia due volte verso la porta: traiettoria sempre alta, nel secondo caso per un prodigioso recupero di Bonucci in scivolata. La Juve ha spazio per ripartire, nei momenti in cui decide di correre e di non abbassare il ritmo di gara. Tevez spreca il raddoppio con un rasoterra assai lento e lasciando il posto a Morata. Dentro anche Chiellini, per alzare il muro finale e ricomporre la difesa azzurra di Antonio Conte. “Siamo noi, siamo noi, i Campioni dell’Italia siamo noi”, intonano piccoli gruppi di tifosi juventini qua e là per il Ferraris. Allegri li guarda e sorride: il primo sorriso di giornata, il primo di una lunga serie. Poi di nuovo facce concentrate: lo spettacolo è solo all’inizio, per domani sera è tempo di Real Madrid e di una buona fetta di gloria.

 

Dario Barattin

Tra Granata e Rosanero una partita pirotecnica

TORO PALERMOPALERMO TORINO 2-2

 

Bellissima partita al Barbera di Palermo. Il Toro affronta i rosanero di Iachini in una partita che si rivela pirotecnica. Il Palermo parte subito forte e al 10′ si porta in vantaggio, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, con Vitiello. Dopo il gol rosanero il i granata si svegliano e al 13′ pareggiano con Bruno Peres che si mette nella traiettoria di un tiro sbagliato di Quagliarella e trafigge Sorrentino, 1-1. La squadra di Iachini non ci sta e al 26′ si porta nuovamente in vantaggio con Rigoni il quale è bravo a inserirsi in area su un bel cross di Lazaar e bucare Padelli di testa. Settimo goal stagionale per il centrocampista del Palermo. I Siculi poco dopo sfiorano nuovamente il goal su calcio d’angolo, ma Andelkovic centra la traversa. Nel secondo tempo i ragazzi di Ventura cambiano ritmo e, a differenza del primo tempo, prendono in mano il gioco. Decisivi, per questo cambio di approccio, gli ingressi di El Kaddouri e Maxi Lopez. I due si rendono inoltre protagonisti del pareggio granata. El Kaddouri mette dalla trequarti un cross perfetto per l’argentino che davanti al portiere è freddo e appoggia la palla in fondo alla rete. Entrambe le sqadre però, anche se per motivi differenti, vogliono i tre punti. I rosaneri sono i primi a sfiorare il vantaggio, ma Dybala non sfrutta un cross perfetto di Jajalo che lo aveva messo da solo davanti alla porta e si mangia il goal del vantaggio. Vantaggio che all’87’ trova il Toro con la doppietta di Maxi Lopez, ma l’arbitro clamorosamente lo annulla per una lievissima spinta dell’argentino su Gonzales. La partita, con grande rammarico per i granata, si conclude sul 2-2. Ora la squadra di Ventura si trova a -2 dal Genoa sesto e la settimana prossima, dopo la commemorazione del Grande Torino a Superga il 4 maggio, i granata avranno una buona occasione per accorciare le distanze giocando in casa contro l’Empoli.

 

Filippo Burdese