SPORT- Pagina 396

Santander: ‘La Mezza di Torino-Corri per la ricerca e la solidarietà’

Nella prima edizione ha donato all’Ircc – Istituto per la ricerca sul cancro di Candiolo 28.000 euro, il secondo 35.000 e oggi si prepara a replicare la gara di solidarietà. L’iniziativa ha una nuova  formula. Oltre all’Istituto oncologico, permetterà di aiutare dieci  organizzazioni no profit. Si tratta dell’evento Santander ‘La Mezza di Torino-Corri per la ricerca e la solidarietà’, la gara podistica che da quest’anno sarà internazionale, con la terza edizione il 26 marzo e un anticipo il 25 marzo con la Kids Run, per i giovani fra gli 0 e i 14 anni. “Il nostro istituto – commenta all’agenzia Ansa la presidente della Fondazione piemontese per la ricerca su cancro, Allegra Agnelli – è il fiore all’occhiello del Piemonte, un sogno diventato realtà grazie ai piemontesi. Ciò che conta nella ricerca, che è fondamentale, è essere uniti per raggiungere l’obiettivo”.

Io proprio io: Riccardo D’Elicio

Alla prima domanda che pongo al prof. D’Elicio, Presidente del Cus Torino, la risposta che ottengo è … che non avrebbe mai pensato un giorno di trovarsi oggi nella situazione in cui si trova se glielo avessero chiesto tanti anni fa. E’ una risposta naturale, data con un sorriso profondo che rende l’idea di come in tutti questi anni nulla sia stato conquistato per fortuna. La possibilità ora di avere rapporti con personalità che un tempo sembravano distanti e poste su piani diversi e, ancora, responsabilità positive nell’ambito della vita professionale di molti, della cultura scientifica e del progresso del mondo sportivo universitario e non solo, sembrano impossibili agli occhi del Riccardo D’Elicio di tanti anni fa.

Quando era appena arrivato in quel di Torino forse la sua idea di professione futura era più quella di organizzatore di feste, anche perché era una vera passione unita a capacità organizzativa che consentiva al giovane Riccardo di organizzare feste nei Garage, nelle case private, come una volta si organizzavano tra amici, ma in grande stile.

Forse la strada sarebbe stata diversa, se l’incontro con alcune amicizie che ancora oggi lo accompagnano, non lo avessero condotto su quella dello sport. Amicizie con ragazzi che piano piano divengono medici di altissimo livello lo conducono ad un contrasto importante tra la realtà immaginata e la realtà “reale” di disciplina che ogni attività sportiva conduce e obbliga.

Pratica quasi ogni tipo di sport… . E’ “acquistato” per 12 palloni da Basket da una società cestistica (quanto diverso era il valore dello sport tanti anni fa, quando giocare era una parola che aveva un significato profondo…); arriva anche a giocare a Pallamano una partita con la Selezione Nazionale Italiana contro l’allora Yugoslavia. Il prof. Letti lo seleziona e lo porta a Roma, ma non è ancora il suo sport. Andando un po’ indietro con la memoria ricorda che se in quegli anni fosse stato di moda, probabilmente sarebbe diventato una stella del Parkur… .

Poi, dopo qualche tempo e qualche altro sport…, al campo di atletica, ora non più presente e che pochi ricordano ancora situato all’interno di quello che oggi è lo stadio Olimpico, viene visto saltare in alto senza alcun problema misure non consuete. Raggiunge anche lì ottimi risultati eppure in maniera simile pure in questo caso ci racconta che la sua testa gli dice che non è quella la sua strada, forse perché il tempo da dedicare al perfezionamento sportivo richiede troppo tempo che in quell’epoca non era disponibile. “Avevo le doti, ma non la testa”, ma non è credibile, a meno che per “testa” intendiamo la volontà di farlo ma non di sicuro le qualità.

Parlando dello studente Riccardo, mi racconta che nella scuola superiore non è sicuramente stato un “secchione” e anzi ha superato indenne l’esame del 5° anno con timore reverenziale del papà che non avrebbe tollerato una bocciatura. Mi dice che per scherzo la sorella il giorno dell’uscita degli esiti gli fa credere tramite telefonata che è stato bocciato. Lui è al mare e la preoccupazione “famigliare” sale, e per sicurezza trascorre la vacanza quasi come fosse l’ultima della sua vita (diciamo che la sua indole per le feste non si era mai sopita) e solo l’ultimo giorno…la sorella gli dice di avere scherzato…e, sorridendo, mi dichiara che oggi è felice che lei fosse al telefono quel giorno…molto lontano da lui.

Ma a quel punto si apre una porta: geometra in qualche ufficio? Non è la sua strada. E’ nello sport, e l’ISEF è la sua prima scelta, e supera il Test di ammissione con brillantezza. Non era facile a quel tempo frequentare gli studi superiori, ove studiare era un lavoro e dove per studiare dovevi lavorare per mantenerti agli studi. Ma ve l’ho detto: non è senza testa, anzi, e se la volontà glielo impone la testa si applica in maniera concreta. Studia e alla fine riesce addirittura già “in epoche lontane” a diventarne anche un docente.

Nel frattempo, entra nel corpo sportivo militare dell’aeronautica dove come atleta raggiunge ottimi risultati nel salto in alto (2.10 metri); ma il suo campo sente che non è restare nei corpi militari al di fuori dei ranghi sportivi. Si rende conto che allenare può essere la sua vera strada. Il campo di atletica ha un richiamo irresistibile e la sua fortuna comincia ad essere visibile, ma solo perché la volontà e le capacità intellettuali la sorreggono.

Ha ancora un’altra sliding-door che si apre in una direzione particolare quando lui, insieme ad una persona di cui è amico, tratta l’acquisto di uno spazio per realizzare un centro sportivo del fitness. Si potrebbe fare “Bingo” come dice lui, ma la trattativa andata “male” viene considerata un segno del destino, e, di solito, chi sa interpretare bene i segni, la strada giusta la sa trovare. Riccardo non è uno che ci “prova”, è uno che ci riesce, e chi vuole riuscire, deve essere uno che vuole vincere: non ama perdere tempo, e se qualcosa non lo convince non si fa. Poche persone hanno la “visione” come lui così precisa delle cose da fare e quelle da non fare.

Diviene tecnico di atletica leggera a livelli sempre più alti fino a quando la scomparsa dell’allora Presidente del Cus Primo Nebiolo lo rende eleggibile, da parte di chi è rimasto, a ricoprire una carica che allora non era quella di adesso, con difficoltà economiche e organizzative impegnative. Da quell’epoca è la storia a narrare di una società in ascesa, con letteralmente oggi migliaia di persone impegnate direttamente o in via traversa economicamente e professionalmente con il Cus Torino.

E’ bello chiedere però che cosa conta realmente per Riccardo D’Elicio e sentirsi dire la famiglia e le persone care intorno a sé. Due figli impegnati entrambi nello sport ad alto livello gli allargano cuore e sguardo; e col pensiero e con le parole vola a ricordare tante persone che in epoche vicine e lontane lo hanno aiutato in momenti difficili, come quando, purtroppo, durante il periodo in cui è mancata sua mamma, molti avevano compreso le difficoltà e in tanti modi lo avevano sorretto. E’ il buon senso che riconosce degli altri a dargli grandi motivazioni di gratitudine, e lui, probabilmente, vorrebbe solo trasferirlo nel mondo che lo circonda. Riccardo ha una sincerità che a volte sconcerta perché se una cosa non “s’ha da fare” probabilmente è così e non nasconde il suo pensiero, da persona pratica.

In chiusura del nostro incontro gli chiedo cosa sogna, adesso, da dirigente di una delle più emergenti strutture socio-sportive del territorio Piemontese, e mi dice che ci sono tre mondi, quello dell’attività fisica, dello sport amatoriale e quello agonistico. Tutti questi mondi hanno necessità diverse e i rapporti intrapresi con le autorità del settore salute e medicina, della cultura del fitness e delle attività emergenti e la collaborazione-vocazione naturale con i settori delle discipline agonistiche sono entusiasmanti. Lo sport nella sua accezione più alta, ritiene che possa essere veramente “il farmaco sportivo” del futuro, che potrà preservare la salute di tutti a tutte le età. I percorsi di studio universitari intrapresi nuovi e ai nastri di partenza sembrano presagire tempi adatti a questi pensieri.

E se queste cose accadono, non accadono per caso, fortuna o “amicizie”, come dice sempre “chi non ce la fa”… ma perché qualcuno si applica continuamente e lavora con la testa anche quando le gambe sono ferme. Riccardo mi dice che si alza felice di poter affrontare ogni nuova giornata che sarà di lavoro ma anche piena di cose entusiasmanti da fare. Ha creato negli anni una équipe di cui è orgoglioso e di cui si ritiene fortunato ad avere con sé.

L’entusiasmo delle feste da organizzare non si è adombrato, si è solo spostato per organizzare la festa dello sport e della salute in grande stile per tanta gente intorno a lui.

Paolo Michieletto

 

GLI INFORTUNI FERMANO UNA BUONA FIAT TORINO, NONOSTANTE LA SCONFITTA FUORI CASA

Di Manuela Savini

Vittoria meritata per Venezia che, tranne nel secondo quarto, ha sempre condotto la partita. Gli infortuni hanno segnato la gara della squadra torinese anche se i ragazzi hanno cercato fino all’ultimo di recuperare la partita.

Prosegue la marcia, ormai in solitaria, di Milano che vola a quota 40 punti, mentre continua lo scontro per il secondo posto in classifica tra Avellino e Venezia (30 punti ciascuna). Battuta d’arresto, invece, per Capo d’Orlando che ha perso fuori casa contro Caserta. Tutte le dirette concorrenti di Fiat Torino perdono, ma dal fondo della classifica continuano a vincere Cantù e Varese che si portano, rispettivamente, a quota 20 e 18 punti.Sin dalla prossima giornata contro Cantù, Fiat Torino non deve abbassare la guardia se vuole mantenere la posizione nella parte medio alta della classifica.

Prossimo incontro in casa, domenica 26 marzo alle ore 18.15, per la sfida Fiat Torino vs Red October Cantù

***

CLASSIFICA (23a giornata): Milano 40; Avellino e Venezia 30; Capo d’Orlando 28; Trentino 26; Sassari, Reggio Emilia 24; Brindisi, Torino 22; Brescia, Pistoia, Cantù 20; Caserta, Varese 18; Pesaro 14; Cremona 12.

Il coach Vitucci ha provato a compiere il miracolo contro una forte e determinata Venezia viste le assenze pre-gara di Dj White, ancora preso per problemi alla schiena, di Valerio Mazzola, infortunatosi ad una caviglia durante gli allenamenti di venerdì e con Gino Cuccarolo non al massimo della condizione. La sfortuna è, però, calata su Torino dato che a partire dal terzo quarto gli infortuni sono aumentati ed hanno causato, prima, l’uscita di Chris Wright per uno stiramento al polpaccio, poi, quella di Jamil Wilson per la terza slogatura alla caviglia destra ed, infine, quella di Deron Washington per crampi a seguito di una caduta a terra.Ciò nonostante, in un clima di comprensibile scoramento, i ragazzi del coach Vitucci hanno cercato fino alla fine di stare in gara dimostrando quella determinazione e quell’attaccamento alla maglia che, invece, è mancata in altre occasioni come a Cremona.Fiat Torino, scesa sul parquet del Taliercio con un quintetto inedito composto da Wilson, Harvey, Wright, Alibegovic e Washington, è partita bene portandosi avanti di due punti, ma dopo poco Venezia ha imposto il suo gioco e poco è valsa la scelta di Vitucci di fare entrare Poeta e Okeke per tamponare il brutto momento. Venezia ha chiuso il primo quarto con un ampio vantaggio (25-9). Nonostante il match sia sembrato volare via, nel secondo quarto Fiat Torino ha reagito facendo quasi pensare ad un epilogo di gara diverso da quello che invece è stato. L’ingresso di Cuccarolo ha consentito a Fiat di migliorare le percentuali al tiro e di portarsi a ridosso di Venezia prima dell’intervallo (36-35).Nel terzo quarto la reazione orgogliosa di Fiat Torino non ha retto alla sfortuna che ha visto la squadra perdere Wright, Wilson e Washington per infortuni, senza comunque nulla togliere alla prestazione di Venezia che è tornata a giocare come nella prima frazione di gioco. Il terzo quarto si è chiuso con un nuovo forte vantaggio di Venezia su Torino (71-47). Nell’ultimo quarto Torino è tornata ad essere grintosa ed ha provato a compiere il miracolo, ma il cuore non è bastato a compensare una panchina evidentemente troppo corta. A pochi minuti dalla fine, pur avendo prima ridotto a dieci punti lo svantaggio, la partita si è chiusa sul punteggio di 89-70 per Venezia.

Sconfitta a parte, si prevede una settimana difficile per il coach Vitucci che dovrà verificare la situazione della lunga infermeria: notizie positive arrivano per Valerio Mazzola, cui è stata fatta una risonanza magnetica che parrebbe escludere lesioni legamentose od ossee per cui il giocatore potrebbe essere già a disposizione per iniziare la rieducazione funzionale della caviglia; Jamil Wilson è in fase di monitoraggio anche se, da domenica, si registrano continui miglioramenti quotidiani; mentre a Chris Wright è stata diagnosticata una distrazione di 2° grado al muscolo gemello-mediale della gamba destra che al momento vede in forse il suo rientro; a Deron Washington l’ecografia ha evidenziato la lesione muscolare di 1° grado dell’adduttore breve e starà fermo fino al prossimo controllo ecografico, previsto tra una decina di giorni; Gino Cuccarolo prosegue l’attivazione dinamica per recuperare dall’infiammazione dell’adduttore lungo; infine, DJ White continua nelle terapie di recupero per il suo problema alla schiena.E’ ufficiale, invece, l’ingresso in squadra del centro statunitense, Ryan Hollins, alto 2 metri e 13 centimetri per 104 Kg di peso. Trentaduenne nativo di Pasadena, Hollins ha al proprio attivo 526 partite in NBA (di cui 490 in regular season e 36 nei playoff) e con una media punti di 3.7, per un impiego medio di 11.7 minuti a match. Nel 2006/2007 ha esordito in NBA con Charlotte e, poi, ha giocato a Dallas, Minnesota, Cleveland, Boston e L.A. Clippers; nel 2014/2015 si è spostato nel Sacramento, quindi a Washington ed a Memphis. Prima di Fiat Torino, nella stagione 2016/2017 Hollins ha giocato in Europa con l’Herbalife Gran Canaria.

***

Queste le formazioni:

 

FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8, Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18, Cuccarolo 14, Vitale 23; All. Vitucci.

VENEZIA: Haynes 4, Ejim 13, Peric 17, Stone 7, Bramos 10, Visconti, Battiston, Filloy 2, Ress 2, Ortner 8, Viggiano 10, McGee 16; all. De Raffaele

***

Queste le dichiarazioni a fine partita:

Coach Vitucci: “Eravamo già in emergenza all’inizio del match e nel corso dello stesso siamo stati presi da un logico scoramento vedendo i nostri giocatori cadere come mosche uno dopo l’altro. In ogni caso male nel primo quarto anche perchè il primo quintetto era sicuramente inedito. Cuccarolo non era al meglio e non l’ho schierato subito. Bene nel secondo con una grande reazione che ci ha portati nuovamente in partita. Nel terzo Venezia è ripartita forte ma noi abbiamo dovuto rinunciare a Wright per uno stiramento al polpaccio, poi a Wilson che si è fatto male alla caviglia destra dopo due problemi accusati all’altra, Washington ha avuto i crampi dopo una ricaduta a terra. Dall’altra parte avevamo Venezia, formazione forte che ha vinto con merito. Anche nell’ultimo quarto siamo riusciti a risalire a -10 e questo è quanto mi è piaciuto di più. Ora cerchiamo di recuperare la difficile situazione infortunati e pensiamo alle prossime partite. Se conto i sani sono pochi, ovvero Okeke, Parente, Alibegovic, Poeta”.

 

Coach De Raffaele: “Intanto una vittoria importante per la striscia e meritata, nonostante si sia fatto rientrare troppe volte Torino. Per vincere in Turchia occorreranno maggior concentrazione e consistenza. Nel match di questa sera siamo stati bravi a giocare contro la zona. Nella parte finale un po’ troppa rilassatezza da togliere per il futuro.”.

 

Foto: Fiat Torino Auxilium

OTTIMI RISULTATI DEI GIOVANI TALENTI DEL CLUB SCHERMA DI TORINO

A Roma si è svolta la 2a Prova Nazionale Giovani, valida come Trofeo “ITAS Assicurazioni”, disputata presso il Centro della Federbocce dell’Eur Torrino. La competizione, che nella seconda giornata è stata interamente dedicata al fioretto, ha visto la vittoria di due atleti del gruppo sportivo Fiamme Gialle: Guillaume Bianchi nella gara maschile e Serena Rossini in quella femminile

Bene hanno figurato le atlete torinesi del Club Scherma Torino: Mila Maina, infatti, ha perso in finale contro Serena Rossini 15-4; mentre la cadetta, Lara Bertola, è giunta terza a pari merito con Martina Manzoli del Club Scherma Jesi (sconfitta nel derby jesino dalla Rossini per 15-6), avendo ceduto in semifinale 15-12 contro la compagna di società Maina.

 

Nei quarti di finale, la giovanissima Bertola si era imposta sulla romana Maria Teresa Pacelli, atleta del Club Scherma Roma, con un punteggio netto di 15-10, mentre Mila Maina aveva sconfitto 15-7 la tenace avversaria portacolori del Club Scherma Jesi, Alessandra Petrignani.

 

Nella giornata di ieri, intanto, la Federazione Italiana Scherma ha diramato le convocazioni per la

Foto: TRIFILETTI / BIZZI

delegazione azzurra ai prossimi Campionati del Mondo Cadetti e Giovani 2017, che si svolgeranno dal 1° al 10 aprile a Plovdiv in Bulgaria. Con grande soddisfazione la torinese Lara Bertola ha ottenuto la convocazione per la gara under 17.

 

A seguito delle belle e convincenti prestazioni delle proprie atlete, la dirigenza del Club Scherma Torino ha commentato così gli eventi degli ultimi due giorni: “Una bella gara nella quale Mila e Lara hanno saputo esprimere le rispettive caratteristiche confermando classe e tasso tecnico. Le stesse si allenano ogni giorno in sala, attentamente seguite dallo staff tecnico dell’arma guidato dal Maestro Marco Folgori. Sono di esempio per i tanti giovani, maschi e femmine, che quotidianamente si forgiano sulle pedane del Club Scherma, e confermano quanto nello sport siano importanti costanza, impegno e voglia di migliorarsi, step dopo step”.

 

Manuela Savini

 

Foto Club Scherma Torino e FIS

 

Lucrezia Beccari dell’Ice Club Torino incanta il palaghiaccio di Aosta

Medaglie d’oro anche per Sara Carli e Raffaele Zich

Ai Campionati Italiani Elite Giovanile di pattinaggio sul ghiaccio che si sono svolti ad Aosta lo scorso fine settimana l’Ice Club Torino, diretto da Claudia Masoero, si è distinto con la conquista di tre titoli nazionali, quelli di Lucrezia Beccari, Sara Carli e Raffaele Zich, di una medaglia d’argento con Viola Fois e di una medaglia di bronzo con Desiree Podda. La società torinese è stata quella, a livello, nazionale, ad aver vinto il maggior numero di ori in questo campionato.

Nella competizione Elite Novice Advanced ha brillato la talentuosa Lucrezia Beccari, 13 anni, che ha conquistato il primo posto, imponendosi sia nel programma corto, pattinato sulla musica del “Notturno” di Grieg, sia nel lungo nel quale ha interpretato una farfalla sulla colonna sonora di “Quinto Elemento”.

L’atleta, allenata e coreografata da Edoardo De Bernardis, è ritornata alle competizioni da poco tempo, a causa di un grave infortunio che l’ha tenuta lontana dal ghiaccio, e ha dimostrato classe, carattere, grinta e grandi capacità tecniche e interpretative, eseguendo in entrambi i segmenti di gara salti tripli e infrangendo il muro dei cento punti con 104,13 (il suo personal best era di 90 punti).

La giovane pattinatrice torinese si conferma come una bella certezza e sa regalare emozioni con l’eleganza e la leggerezza di un pattinaggio che sembra sfiorare appena la superficie ghiacciata e che risulta spontaneo e coinvolgente.

Il suo allenatore, Edoardo De Bernardis, al termine della gara, ha affermato: “Sono contento per la prestazione e per il titolo di Lucrezia che ha dimostrato di essere una lottatrice e di avere un carattere d’acciaio. Non ha mai mollato nemmeno nei momenti più difficili e questa medaglia rappresenta il premio per la sua caparbietà. È giovane e ha un ottimo potenziale. La attendono altri appuntamenti importanti nel futuro”.

Nella categoria Principianti si è imposto Raffaele Zich, conquistando la medaglia d’oro. L’atleta già campione italiano esordiente 2016, allenato da Edoardo De Bernardis e da Renata Lazzaroni e coreografato da Alessandro Piccoli, ha presentato musiche indiane di Bolliwood, totalizzando un punteggio di 41.54.

L’altro oro dell’Ice Club Torino porta la firma di Sara Carli che si è laureata Campionessa italiana nella Categoria Cadetti femminile, raggiungendo il punteggio di 57.66, con un programma pattinato su “Malaguena” e ottenendo, ancora una volta in questa stagione i requisiti per entrare nella Nazionale italiana. L’atleta è allenata dal trio vincente composto da Edoardo De Bernardis, Cristiana Di Natale e Fabiana Di Natale, allenatori che seguono anche la medaglia d’argento nella categoria principianti femminile, Viola Fois che ha pattinato sulle musiche di Rita Pavone. Il bronzo nella Categoria Cadetti femminile è andato a Desiree Podda, allenata da Miriam Brunero, che ha interpretato le musiche di “Evita”.

Il direttore dell’Ice Club Torino, l’allenatrice Claudia Masoero ha sottolineato che “Questi ragazzi ci hanno dato grandi soddisfazioni durante tutta la stagione. Hanno conquistato medaglie importanti in tutte le categorie. Voglio ringraziare tutti gli insegnanti che, quotidianamente, lavorano con noi, curando la tecnica, le coreografie, il balletto, la recitazione.: questi risultati sono merito di un gioco di squadra”.

 

Barbara Castellaro

OTTIMA PRESTAZIONE DI FIAT TORINO CONTRO UNA ‘SVOGLIATA’ DOLOMITI ENERGIA TRENTO

Di Manuela Savini

Vittoria meritata e due punti conquistati con cuore. Pur giocando in casa davanti ai propri tifosi, non era facile superare una squadra che non perdeva da sei partite. Con questa vittoria, Torino raggiunge Reggio Emilia e Brindisi a quota 22 punti con ancora otto incontri da disputare. Per quanto riguarda gli altri campi, tra le big vincono Milano, Avellino, Venezia e Capo d’Orlando e, da metà classifica in giù, Brindisi,Cantù e Varese.

Prossimo incontro fuori casa, domenica 19 marzo alle ore 19.00, per la sfida Umana Reyer Venezia vs Fiat Torino

***

CLASSIFICA (22a giornata): Milano 38; +Avellino e +Venezia 28; +Capo d’Orlando 26; -Sassari, -Trentino 24; + Torino, -Reggio Emilia e +Brindisi 22; -Brescia, -Pistoia 20; -Caserta e +Cantù 18; +Varese 16; -Pesaro 14; -Cremona 12.

***

Nel posticipo serale della 22a giornata, Fiat Torino ha mostrato, sul campo, il gioco che i ragazzi del coach Vitucci sono realmente in grado di esprimere. Hanno saputo tenere a bada gli avversari che si sono presentati a Torino forti delle loro ultime sei vittorie consecutive. Torino ha interrotto questa tendenza grazie a concentrazione, determinazione e convinzione, nonostante fosse ancora priva del proprio centro, DJ White, bloccato per problemi alla schiena. Chissà se la società, in attesa del recupero del suo giocatore e vista la posizione della squadra in classifica in termini di play off, non stia pensando a qualcuno che prenda il posto di White fino al suo rientro. Di fronte ad un Palruffini come al solito gremito di tifosi, il coach Vitucci ha schierato in campo Wilson, Harvey, Mazzola, Washington e Wright, mentre Trento si è presentata con Marble, Hogue, Gomes, Baldi Rossi e Craft. Nel primo quarto Torino non è partita benissimo, ma grazie alle triple messe a segno da Wilson e Harvey, ha chiuso il tempo con sei punti di vantaggio su Trento (22-16). Come era prevedibile, nel secondo quarto, dopo una partenza decisa di Fiat Torino, Trento non è stata più a guardare ed ha reagito riducendo le distanze a quattro punti (41-37), realizzando un parziale a favore di 21 punti contro i 19 di Torino. Nella prima frazione di gara, Torino ha meritato il vantaggio avendo giocato in maniera più equilibrata sia in attacco che in difesa. Solo Alibegovic è sembrato un po’ sotto tono. Dopo l’intervallo Torino è sceso in campo con Wilson, Mazzola, Washington, Wright e Harvey ed ha saputo gestire il vantaggio con una difesa solida e ben organizzata, realizzando 15 punti nel terzo quarto. Trento, invece, pur avendo giocato meglio della prima frazione di gara, non è riuscita ad andare oltre i 13 punti. Al termine del terzo quarto i padroni di casa hanno chiuso in vantaggio (56-50). Nell’ultimo e decisivo quarto, il coach Buscaglia ha provato a fare reagire i suoi ragazzi, ma Torino ha saputo tenere a bada la maggiore fisicità degli avversari, infrangendo una delle difese più solide del campionato. Uomo simbolo per Fiat Torino in questo quarto è stato il giovane Cuccarolo che dopo aver esordito domenica scorsa fuori casa, anche in questa occasione ha saputo dimostrare il proprio valore. Torino ha vinto (76-67) realizzando un parziale di venti punti (contro i diciassette degli avversari) ed ha fermato il cammino di Trento, riaprendo di fatto la corsa per i play off.

 

Queste le formazioni:

 

FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8, Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18, Cuccarolo 14, Mazzola 21, Vitale 23, Crespi 33; All. Vitucci.

TRENTO: Marble 2, Sutton 9, Craft 6, Baldi Rossi 12, Moraschini, Forray 5, Flaccadori 9, Gomes 15, Hogue 9, Lechthaler, All. Buscaglia .

Queste le dichiarazioni a fine partita:

Coach Vitucci: “Una grande vittoria e per diversi motivi. E’ arrivata contro una squadra che veniva da sei successi consecutivi. Fisicamente la nostra è stata una settimana molto difficile, paragonabile a quella vissuta prima della sfida con Brescia. Eravamo dunque in grande affanno sotto questo punto di vista. Abbiamo messo in campo ciò che volevamo mettere ed il risultato è arrivato. Ottima la nostra difesa a zona che ha pagato. Siamo riusciti a tenere Trento a quota 67 e realizzare 76 punti contro la difesa simbolo del campionato. Direi che stiamo nettamente progredendo sotto tale aspetto. Abbiamo contenuto la loro fisicità. Siamo soddisfatti per i 22 punti centrati a questo punto della stagione, con 8 partite ancora da disputare. Possiamo guardare avanti con fiducia. Per quanto concerne White sarà sottoposto ad un ulteriore consulto medico tra domani e dopodomani per capire di più il suo problema alla schiena. Le decisioni in merito spettano alla società. Cuccarolo è stato eroico, giocando con un’infiltrazione e dando il massimo. Un vero esempio che i compagni hanno apprezzato”.

***

Coach Buscaglia:“Una brutta partita che mi genera un mix di pensieri. Occorre mettere ordine. Torino è stata brava ed ha fatto quanto doveva, giocando con maggior voglia ed energia. Noi siamo scesi in campo con poca presenza e ci siamo trovati sempre un po’ in ritardo nelle scelte. Anche dalla panchina non era facile decidere cosa fare. Abbiamo sempre inseguito senza trovare lo switch giusto per cambiare volto al match. Ora, dopo una bella serie, dobbiamo ripartire dalla prossima partita tornando ad allenarci fin da subito con intensità”.

Foto: Fiat Torino Auxilium

Champion’s League Ottavi di finale Juventus vs. Porto 1-0

Juve ai quarti senza problemi, ci pensa Dybala su rigore… stavolta senza polemiche!

Di Claudio Benedetto

Porto, dopo lo 0-2 dell’andata, superato in scioltezza anche in casa e Juve che si accomoda nell’elite europea delle otto più forti. La squadra di Allegri si presenta con l’ormai consueto modulo e con i rientranti Cuadrado e Mandzukic regolarmente in campo, la difesa a quattro con Bonucci e Benatia centrali, Dani Alves e Alex Sandro sulle fasce, a centrocampo il solito Khedira affiancato questa sera da Marchisio con i soliti Dybala e Higuain a completare l’attacco. I bianconeri cominciano molto forte e nei primi minuti si fanno minacciosi più volte davanti a Casillas ma Higuain e Dybala non impensieriscono più di tanto il portierone dei lusitani. Il Porto prova a reagire, giusto per dare un senso al difficile tentativo di rimonta, ma le azioni si limitano a lunghi periodi di possesso palla senza mai affondare in maniera seria verso Buffon. Si va avanti così per tutto il primo tempo, con il Porto che tiene di più la palla e la Juve che però, quando attacca, dà sempre l’impressione di poter far male.

Al 40’, su azione che parte da calcio d’angolo arriva la svolta decisiva: Casillas respinge un pericoloso colpo di testa di Alex Sandro e Maxi Pereira, ultimo baluardo sulla linea di porta, respinge con le mani il tentativo a colpo sicuro di Higuain: rigore, espulsione del difensore e Dybala che realizza… 1-0 per la Juve e discorso qualificazione chiuso. Nella ripresa il ritmo si abbassa di molto e, a parte un rischio corso dai bianconeri nei primi minuti, tutto procede senza scossoni, con la Juve che a questo punto comanda il gioco e Porto oramai rassegnato all’eliminazione.

Nota di colore da sottolineare in un calcio troppo spesso pieno di veleni è la festa finale tra le due tifoserie che si applaudono reciprocamente, si abbracciano e si scambiano le sciarpe in un clima di amichevole complicità che suggella il legame tra due le squadre contro le rivali Benfica e Torino, da sempre unite e gemellate nel loro destino. La Juve, finora imbattuta in questa Champions, passa quindi ai quarti per la decina volta nella sua storia e attende il sorteggio di venerdì per conoscere la prossima avversaria. La sensazione è che ne vedremo delle belle!

***

(foto:  Claudio Benedetto)

Clicca qui per vedere tutte le fotografie

https://fotoegrafico.net/2017/03/14/champions-league-juventus-vs-porto-1-0

Immobile: “Io e Belotti siamo amici”

La Lazio ha vinto sul Toro per  3-1 nel posticipo della 28/a giornata di serie A. Ciro Immobile ha commentato ai microfoni di Premium sport la vittoria contro i granata.”La sfida contro Belotti? Noi siamo amici, e questa era una sfida tra Lazio e Torino, ma  sono felice che la Lazio abbia vinto. Devo fare i complimenti a tutta la squadra: non era facile reagire in questo modo dopo il loro pareggio. Vuol dire che la squadra è matura e di questo sono felice e orgoglioso”

SUCCESSO AL PRIMO TORNEO OPEN DI PADEL ORGANIZZATO DAL MONVISO SPORTING CLUB.

Dopo le tappe dello Slam, il Monviso Sporting Club ha organizzato l’appuntamento più importante di padel della stagione, mettendo a disposizione degli atleti 3.000 euro di montepremi oltre ai rimborsi per il pernottamento per le coppie semifinaliste.


Un ottimo esordio se si pensa che il padel è ‘sbocciato’ in Piemonte solo da circa un anno. Cinquantotto le coppie iscritte complessivamente e tre i tabelloni conclusi: uno ‘Open’ femminile con dodici coppie, uno di terza e quarta categoria con venticinque coppie, i cui semifinalisti si sono qualificati al tabellone Open maschile a cui si sono iscritte di diritto diciassette coppie. Solo dodici le coppie provenienti da fuori Piemonte ed esattamente dall’Argentina, dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna e dal Lazio che vantano una maggiore tradizione padelistica rispetto al Piemonte. In ambito maschile il successo è andato alla coppia italo-argentina Cristian German Gutierrez/Hugo Sconochini (argentino, naturalizzato italiano e già campione di basket) sulla coppia italiana Alberto Albertini/Enrico Burzi al termine di una partita spettacolare (64 76).

***

In ambito femminile, invece, successo a sorpresa della coppia lombardo-romagnola Giulia Sussarello/Sara D’Ambrogio contro la coppia romana, testa di serie n. 2, Sara Celata/Martina Lombardi al termine di una partita altrettanto bella (64 76).

Davanti a poco meno di un centinaio di persone, in entrambe le finali si è visto un livello di gioco alto e molto spettacolare; in particolare, in campo maschile, ha impressionato l’argentino Cristian Gutierrez (attualmente n. 37 al mondo) che ha intrapreso un “match in singolare” con il campione italiano Enrico Burzi, mentre in ambito femminile, la giovane e promettente comasca, Giulia Sussarello, ha dimostrato grande solidità fisica e mentale mettendo in campo un gioco aggressivo e coprendo da sola tre quarti di campo contro la forte coppia Celata/Lombardi, entrambe giocatrici nazionali e, rispettivamente, una campionessa italiana e l’altra vicecampionessa.

***

In entrambi i tabelloni Open, le coppie torinesi hanno tenuto alto l’onore di casa cedendo il passo contro avversari decisamente superiori e raggiungendo, comunque, piazzamenti pregevoli. In ambito femminile si sono fermate ai quarti di finale: la coppia Barbara Cravero/Carola Scialpi cedendo il passo alla forte coppia milanese-bolognese Maria Maderna/Martina Camorani (62 61), quella formata da Chiara Sangiorgio e Carlotta Colombo perdendo contro la testa di serie n. 2 Celata/Lombardi (61 61) ed il tandem Chiara Prati/Simona Impagliazzo battute dalla coppia torinese-bolognese Manuela Savini/Laura Pollacci (60 60); quest’ultima coppia ha, poi, perso in semifinale contro Celata/Lombardi (62 62).

In ambito maschile, la coppia formata dai due forti tennisti Alberto Giraudo/Nicolò Vercellino si è fermata nei quarti di finale contro la testa di serie n. 4 Carlo Conti/Giordano Orecchio (63 61), mentre Marcello Motta/Simone La Pira, dopo una lottatissima partita negli ottavi, hanno perso anche’essi nei quarti di finale contro la più solida coppia Albertini/Burzi (61 63).

***

Nel tabellone di terza e quarta categoria maschile hanno raggiunto le semifinali, conquistando la qualificazione nel tabellone Open, le coppie: Armando Calvetti/Stefano Peracchione (64 57 63 sulla coppia Giancarlo Maccagno/Costabile Cilento), Guglielmo Cavallotto/Nicola Goitre (63 64 sulla coppia milanese Edoardo Marchisio/Filiberto Rizzitiello), Paolo Ballatore/Alessandro La Gioia (36 76 61 sulla coppia Alessandro Ferrero/Marco Cassetta) e Luca Nicoletti/Stefano Reitano (61 63 sulla coppia Carlo Villani/Denis Musurana). Dei qualificati, le coppie Cavallotto/Goitre, Ballatore/La Gioia e Nicoletti/Reitano hanno superato il primo turno del tabellone Open, fermandosi nei quarti di finale. Il livello di gioco del padel in Piemonte sta crescendo anche se il gap con le altre regioni, come Lombardia o Lazio, è ancora alto, ma la passione dei giocatori e l’impegno economico dei circoli consentirà alla nostra regione di raggiungere livelli alti di gioco. La dimostrazione di questa inevitabile tendenza sono il numero di campi aumentato sensibilmente nell’arco di dieci mesi, il numero di tesserati agonisti ed il numero di squadre piemontesi che parteciperanno all’imminente campionato nazionale di serie B. La Federazione tennis dovrà andare oltre quanto sta già facendo, garantendo maggiore sostegno ai circoli che vorranno investire ed ai giocatori, nuovi e non, che vorranno dedicarsi a questo divertente sport.

***

A Torino ed in tutto il Piemonte, purtroppo, sono ancora poche le strutture indoor e, se, come probabile, il numero dei giocatori agonisti e amatoriali continuerà ad aumentare, già a partire dalla prossima stagione, i campi al coperto saranno insufficienti a soddisfare la domanda. L’auspicio è che nascano nuovi centri specializzati nel padel oppure che i circoli di tennis aumentino i campi da padel e ne prevedano la copertura per affrontare la lunga stagione invernale piemontese.

In questo senso, il Monviso Sporting Club, ha già dimostrato di voler investire nel padel realizzando tre campi (con la previsione di raddoppiare a breve), di cui due al coperto sotto una struttura permanente. E così l’AD Stefano Ponzano ha confermato che “abbiamo voluto fare le cose professionalmente e pertanto anche al padel ci siamo approcciati con la finalità di diventare un punto di riferimento per il movimento regionale e nazionale”. Ora, per consentire la crescita del movimento padelistico in Piemonte, l’auspicio è che anche altri circoli possano intraprendere percorsi simili. Per garantire questa crescita è necessario non dimenticare i tre concetti chiave che hanno consentito al padel di diventare il secondo sport più praticato in Spagna: il padel è divertente, facile da imparare anche dopo poche lezioni e deve essere uno sport accessibile a tutti.

MS

Foto: Monviso Sporting Club

 

 

 

 

IO PROPRIO IO: PEPPE POETA

Incontrare il capitano della FIAT AUXILIUM CUS TORINO è sicuramente qualcosa di importante sia per il valore della carica in sé e sia per il valore del giocatore stesso.

Ma nell’approccio iniziale si scopre fin da subito che il sorriso e la disponibilità del ragazzo Peppe… non sono fittizie. Può dare la sensazione che debba essere la solita routine del ruolo dover sostenere interviste ma, a ben vedere, il mondo che lui vive ogni giorno lo condiziona in positivo e gli dà la carica istintiva per rendere luminosa la propria realtà. “Eccolo” è la prima parola che pronuncia al suo arrivo e lo fa come lo si dice ad un amico ad un appuntamento. E’ sorprendente la sua disponibilità dopo allenamento e massaggio per riprendere al top con la sua schiena, e non si può non apprezzarne la qualità della persona. Il suo racconto sembra essere quello di un predestinato anche se lui lo considera come normale. Inizia a 6 anni e procede in tutta la trafila che lo conduce dalle giovanili alle nazionali, ma sa che tutto questo è conosciuto e sa che il suo passato è noto, e credo che la sua volontà sia di osservare il presente e sognare sempre il futuro. Sembra un personaggio di Oscar Wilde, sempre proiettato in avanti con una luminosità particolare che emana intorno a sé voglia di vivere. Tra i suoi ricordi curiosi, troviamo che un politico famoso avrebbe fatto di tutto per averlo a giocare nella sua squadra del cuore a Roma, ma non se ne fece nulla, ma forse, oltre ai molteplici riconoscimenti individuali, alcune esperienze lo aiutano a continuare quel percorso di crescita individuale che ancora oggi lo rende sempre protagonista. Ad un certo punto della carriera vola in Spagna a giocare da “straniero” e in quel luogo prova l’esperienza del “coccolato” ma responsabilizzato perché se sei in un luogo e non sei indigeno, devi giustificare con i fatti la tua presenza e questo ti costringe ad essere sempre concentrato. Il mondo spagnolo cestistico sembra più appassionato allo spettacolo che al risultato in sé, ma questo per lui non è fondamentale, in quanto per lui l’impegno è sempre identico.

Nel basket attuale lui si trova bene, è molto fisico, molto veloce con tanto atletismo in più e in quanto tale l’errore è sempre dietro l’angolo ma non è possibile paragonarlo a quello di tempo fa e ogni epoca fa storia a sé. Quando si parla con lui la sensazione del ragazzo giovane la si ha se non si pensa alla sua carriera che lo vede impegnato sulla scena di alto livello da tanti anni e che quindi lo rende “uomo” di esperienza sportiva, ma la sua quotidianità sembra essere sempre al massimo.

E’ disponibile al dialogo con i compagni ed è parte integrante del nucleo della squadra. Per lui Italiani o stranieri non “fa” differenza: è sempre pronto a collaborare in qualsiasi modo per il bene della squadra. Si impersonifica subito nel mondo in cui è immerso: i tifosi sono per lui parte importante, li sprona e li segue in tutto il mondo social che per lui è un aspetto fondamentale per mantenere il contatto con chi durante le partite soffre per chi gioca.

L’abbiamo visto in partite in cui il cuore supera il dolore, e non è certo lo stipendio lo stimolo ad andare realmente contro la sofferenza, ma è l’animo di chi vive un sogno in maniera positiva ed elegante. Già, elegante. Esiste un’eleganza forzata (come la ricerca di abiti sgargianti o ammennicoli assurdi) o chi ce l’ha naturale. Peppe la cerca nei particolari innati, come il suo numero di maglia, scelto sempre per la sua eleganza di forma, prima il numero 6 poi il 3 e adesso 8: una progressione che però ha un disegno sempre ricorrente che può permettere di comporre con pochi segni aggiunti o tolti sempre lo stesso disegno. Un’eleganza che si ritrova nella non volontà di esternare i successi individuali che sa però di essersi guadagnato nel corso degli anni. La mancanza di arroganza non significa remissività ma è la consapevolezza dei forti. I risultati sono in bacheca e sotto gli occhi di tutti e il pubblico conosce il passato, ma non si vive là dietro… e lui ha ancora un sogno nel cassetto che non è ancora stato aperto e che desidererebbe tanto schiudere: vincere di squadra.

Sì, la soddisfazione di raggiungere un importante traguardo con la squadra in cui giochi tutti insieme è in effetti una enorme ricompensa nel lavoro sportivo che svolgi. I successi personali, gli sponsor che da anni lo gratificano per il suo lavoro, le persone che incontra alla sera o in giro per la città lo spronano a valutare come il suo lavoro di cestista vada oltre al palleggiare ma a regalare emozioni e questo lo rende particolarmente consapevole della sua abilità come uomo cestista e della sua profondità umana come uomo “comune”.

La voglia di vincere qualcosa con la squadra è un segnale solo delle persone forti, che vogliono vincere non solo per qualcuno (per sé, per la carriera, per gli sponsor, …) ma CON qualcuno, ed è il massimo per chi sceglie uno sport come il basket, un vero sport di squadra, dove da soli non si può fare tutto.

Se gli si chiede se sia dura questa vita di cestista sorride e dice che non ha mai affrontato “veri” sacrifici, perché tutto quello che ha “fatto” lo ha sempre “fatto” perché quello che “faceva e fa” è quello che gli piace, fin da bambino. Il bambino Peppe non ha dovuto “costruire” il sogno di diventare un giocatore, lo è diventato fin da subito e il sogno di tanti per lui è diventato splendida realtà in maniera naturale. Ed è questo che lo rende unico: è naturale, è quello che si vede, è disponibile e con il suo sorriso può rendere semplice ogni cosa.

L’eleganza non è solo nei modi, non è solo in questo almeno; l’eleganza è nel rendere bello e semplice ciò che altri rendono complesso e difficile: caro Peppe da Battipaglia, vero argonauta del Basket, il tuo sorriso e la tua disponibilità ti rendono unico, ed è forse questa innata qualità di semplicità (che è solo dei grandi) che il pubblico delle gradinate adora, e che, visti i tuoi sogni, “sogna” insieme a te che tu vinca con la tua squadra della FIAT AUXILIUM CUS Torino…

Grazie Peppe Poeta, elegante artista del basket: a presto!

Paolo Michieletto