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In gommone sulla Dora Baltea

“Sentieri” progetto di valorizzazione del territorio. Vistaterra e Ivrea Canoa Club aprono il primo Percorso d’Acqua

 

Giovedì 19 aprile, nell’ambito della conferenza stampa organizzata dall’Associazione Proteina, Hosting Organizing Committee ICF Canoe Slalom Junior & Under 23 World ChampioshipVistaterra eIvrea Canoa Club  ha illustrato l’apertura del Percorso dell’Acqua, primo itinerario di soft rafting sulla Dora Baltea che consentirà di scoprire da un punto di vista inusuale la straordinaria ricchezza di biodiversità e paesaggistica dell’anfiteatro morenico della Serra d’Ivrea, nel Canavese.

Scoprire la bellezza in armonia con il territorio

Il Percorso dell’Acqua rientra nella più vasta iniziativa Sentieri” voluto da Vistaterra, innovativo progetto di valorizzazione sostenibile delle eccellenze turistiche, enogastronomiche, culturali e agricole del Canavese.

Vistaterra, infatti, ha coinvolto partner pubblici e privati sul territorio nell’individuazione, mappatura e organizzazione di una rosa di itinerari di terra, di acqua e di aria che attraversano l’anfiteatro morenico, snodandosi tra ville gentilizie, castelli, cascine, chiese romaniche, boschi e torbiere. Ognuno dei percorsi in biciclettaa piediin carrozza e in gommone offre ai visitatori l’opportunità di esplorare, conoscere e gustare la varietà di aree naturali e monumentali, attività caratteristiche e stili di vita di quest’angolo incantato del Piemonte.

Tratto comune dei percorsi è la volontà di rendere fruibili 365 giorni l’anno luoghi, incontri ed esperienze in armonia e nel rispetto del territorio e delle persone, lontano dalla frettolosità del “turismo di consumo”.

Soft rafting sulla Dora Baltea

Il Percorso dell’Acqua, promosso in collaborazione con Ivrea Canoa Club, è un itinerario in gommone da raftingche seguirà il corso della Dora Baltea per circa 5 km dall’altezza di Montalto Dora allo Stadio della Canoa di Ivrea.

L’itinerario fluviale proporrà, con un soft rafting privo di particolari passaggi critici, un punto di vista diverso e stimolante sul territorio, permettendo di comprendere il significato autentico della Dora Baltea per l’anfiteatro morenico di Ivrea. L’affluente del Po, infatti, è innanzitutto uno dei luoghi in cui la naturalità e la biodiversità trovano la massima espressione. Durante la discesa del fiume, inoltre, una guida a bordo del gommone racconterà i segreti del territorio.

Il percorso incrocerà i primi segni di civiltà costeggiando le mura del Castello di Banchette per poi fare ingresso nelLungo Dora di Ivrea, salotto en plein air della cittadina. Superata la gola del Ponte Vecchio, il Percorso dell’Acqua si concluderà con l’approdo presso la sede dell’Ivrea Canoa Club.

Inaugurazione in grande stile

L’inaugurazione ufficiale del Percorso dell’Acqua avverrà sabato 28 aprile in concomitanza con l’ICF Canoe Slalom Ranking RaceTest Event dei Campionati del Mondo di Canoa in programma a Ivrea. Per l’occasione sono stati previsti più turni, con un massimo di 20 partecipanti ciascuno, dalle ore 10.30 alle ore 15.00. Il punto di ritrovo sarà presso lo Stadio della Canoa, in via Dora Baltea 1/d a Ivrea. L’abbigliamento consigliato è quello sportivo per una normale sessione di jogging. È opportuno, tuttavia, portare il cambio d’abito per il post-attività.

Il costo per la partecipazione al Percorso dell’Acqua è di 30 euro a persona per adulti e adolescenti dai 14 anni in su. I bambini sotto i sei anni d’età hanno accesso gratuito, mentre dai 6 ai 13 anni la tariffa è scontata del 50%.

Le prenotazioni per il percorso inaugurale dovranno pervenire entro martedì 24 aprile all’indirizzo di posta elettronica info@vistaterra.it o telefonando al numero 0125 19 371.

 

Tutto pronto per la Granfondo Internazionale Alassio-Laigueglia

Domenica 22 aprile si corre la gara organizzata dal Gs Alpi nel segno dell’unione tra i due comuni

La grande attesa sta per volgere al termine: domenica 22 aprile si svolgerà la Granfondo Internazionale Alassio-Laigueglia, la prima gara della stagione 2018 organizzata dal Gs Alpi. E’ stato un inverno molto difficile, con i due rinvii per maltempo della Granfondo Internazionale di Laigueglia che hanno condizionato il calendario fino all’importante decisione di unire le due manifestazioni, al fine di poter creare un’unica grande festa e una grande sinergia tra i due comuni, quello di Alassio e di Laigueglia, che da sempre puntano sul ciclismo come strumento di visibilità per il territorio. La Granfondo Internazionale Alassio-Laigueglia accenderà la propria miccia sabato 21 aprile, quando in piazza Partigiani ad Alassio verrà aperto il villaggio expo e la zona di ritiro dei pacchi e numeri di gara. Ad Alassio ci sarà quindi tutta la logistica: la partenza della Granfondo avverrà invece a Laigueglia, in in Corso Badarò. Subito dopo il via, i partecipanti affronteranno il classico tracciato della Granfondo di Alassio, che si concluderà in salita, sul Santuario della Madonna della Guardia. Il tracciato misura 105 km per 2046 metri di dislivello. Un importante occhio di riguardo sarà rivolto verso la sicurezza, in quanto sul percorso ci saranno 150 volontari e la chiusura al traffico sarà garantita anche dalle forze dell’ordine, oltre che dalle scorte tecniche che saranno al seguito. Le strade saranno aperte solo ai ciclisti per più di un’ora. Dopo la gara, il Gs Alpi allestirà un parco chiuso ad Alassio, all’interno del quale sarà possibile parcheggiare le proprie biciclette e tenerle custodite con un lucchetto, che verrà dato in dotazione dal comitato organizzatore. Grazie a questa misura di sicurezza, i partecipanti potranno tranquillamente fare la doccia, partecipare al pasta party e visitare la città di Alassio. 

 

Per tutte le ulteriori informazioni è possibile visitare il sitowww.granfondoalassio.it

FIAT Torino – Bologna: una strana sconfitta…

Purtroppo anche questa volta si deve parlare di sconfitta, ma si poteva parlare anche di vittoria se negli ultimi secondi fosse andata bene l’ultima azione. E forse i tifosi “del tipo” che ci sono solo quando si vince sarebbero tristi di non poter dire “…io l’avevo detto” o “… io lo sapevo”

In realtà la partita è stata giocata molto stranamente, come ormai consuetudine nel campionato italiano nazionale di basket, ad onde. Inizio di Torino, ritorno di Bologna, riparte Bologna, insegue Torino, sbaglia clamorosamente Bologna e ancor più clamorosamente Torino e vince Bologna. In mezzo: tanta confusione. Nel gioco ovviamente, ma anche nelle facce dei giocatori e nell’umore dei tifosi, che prima spingono, poi si spengono, poi rivivono ed infine calano nella notte della sconfitta triste. E’ difficile dire cosa pensa la curva, anche se c’è chi dice che vuol mollare (ma non lo farà… speriamo e crediamo) e chi sostiene a spada tratta i colori gialloblù e probabilmente hanno entrambi non dico ragione ma delle buone ragioni. I giocatori a volte si estraniano e sembrano spenti (forse alcuni lo sono, ma la speranza è forse ancora viva per i playoff) fantasticando che, anche se si riaccendessero, non sia troppo tardi. Ma ciò che inquieta è un senso di impotenza che esce talvolta quando in realtà questa squadra con un pochino (ma poco poco) di aggressività (sportiva) e intensità in attacco e senza paura su entrambi i lati potrebbe dimostrare ciò che già tempo fa aveva dimostrato: essere un’ottima squadra.In questa società in cui viviamo, dove nessuno ricorda il passato, dove si brucia il presente e del futuro non ci si interessa, è difficile far presa su valori che non diciamo antichi, ma “anziani” sembrano proprio esserlo.

In un post-finale di partita dove c’è chi contesta solo per sfogarsi e dimentica completamente, se mai l’avesse avuta, l’educazione insultando una donna che lo contraddice (quanta maleducazione regna intorno a noi) si nota solo una cosa: tanta insensibilità tecnica e sportiva da parte di tanti. Il rispetto e l’amicizia sono una splendida cosa: la partita finisce al suono della sirena e quindi tutto diventa non più arena e sangue ma splendido terzo tempo sportivo. Un tempo si diceva che se non piace un prodotto basta non comprarlo più, ma lo sport e le squadre non sono un prodotto. Però, colpire solo quando si ritiene di aver subito un torto non è corretto. Bisogna anche ringraziare chi ti permette di essere arrivato fin qua, con limiti e meriti come chiunque altro.Perdere, anche perdere male nello sport “ci sta”. L’esperienza potrebbe essere l’unica regola da seguire per non ripetere errori o cercare strade diverse per salire ulteriormente di livello. Questa squadra ha regalato l’unica gioia da sempre nello sport cestistico torinese nazionale ed è possibile che molti siano saliti sul carro dei vincitori solo per non stare a piedi. Però, adesso che la situazione è complicata, non è corretto dimenticarsi tutto, troppo facile.

E dare la colpa ad uno piuttosto che ad un altro non è uno sport intelligente. Come si dice, neppure Roma fu fatta in un giorno, figuriamoci Torino… (sic…) del basket e non solo. Ci vuole tempo per capire come gestire le scelte, come muoversi, chi contattare e con chi parlare, e non è facile, ma solo chi ha provato può capire, mentre chi osserva solamente ha tutto il diritto di commentare, arrabbiarsi o non venire più al palasport se questa cosa non gli va, ma non scaricare tutto addosso a coloro che comunque hanno concesso a questa città di vivere un sogno e un momento che ha commosso tutti i veri tifosi della Torino cestistica. E’ vero ed è stato ammesso che qualche errore (più di uno probabilmente) è stato fatto, ma nessuna squadra ci sembra avulsa da tale situazione.E allora, visto che commentare i giocatori sarebbe difficile, vista “la strana partita”, l’unico commento che mi piace lasciare è: il passato esiste, il presente anche e il futuro è dietro l’angolo, mollare adesso, questo sì, sarebbe una sconfitta.

Paolo Michieletto

Lago Maggiore Half Marathon

Decisamente competitiva per certi aspetti, certamente amatoriale per altri. Stiamo parlando dell’undicesima edizione della Lago Maggiore Half Marathon, svoltasi domenica 15 aprile, da Verbania a Stresa. Oltre 1500 gli atleti iscritti alla gara, (lunghezza esatta 21,097 km) svoltasi in condizioni climatiche ideali per una corsa di resistenza, in un paesaggio ideale per tutti, spettatori, tifosi e corridori. Protagonisti i tre keniani, che sul Lungolago di Pallanza ( 4° kilometro) erano già decisamente avanti a tutti gli altri: a prevalere in volata, a Stresa, Daniel Kipchumba, che ha battuto il muro dell’ora, facendo segnare 59’ 06” davanti a Ndiwa e Boit, anch’essi sotto l’ora. Una prestazione notevole anche quella fatta dalla prima delle donne, Daisy Cherotic, anch’essa keniana. Primo europeo è stato lo svizzero Fabian Anrig in 1h08’12” mentre il primo italiano è Francesco Grillo in 1h10’06”.Ancora tra le donne, medaglia di bronzo per la splendida Charlotta Fougber, già lruricampionessa nei 3000 siepi. Tantissimi gli atleti e le atlete partecipanti per la passione: “Un bellissimo percorso, adatto anche a fare un tempo basso, poche salite” ha detto la giornalista di Verbania, Manuela Raja Prestifilippo “. Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito i volontari che hanno controllato il taffico . Nexia Audirevi è la società italiana indipendente di servizi per le imprese, che ha dato il nome alla manifestazione: “ E’ riuscita molto bene, siamo particolarmente soddisfatti” ha detto la dirigente della organizzazione per la pubblicità della ditta medesima, anche lei presente a Stresa. Tanti altri, comunque, gli sponsor.

 

 

Nelle foto:

Foto di gruppo alla partenza: Raja Prestifilippo, prima a sx.

Il terzetto dei keniani, già in testa a Pallanza.

Un gruppone al Km 4

Coppa Brema, Centro Nuoto Torino sul podio della serie A1 maschile

Conclusi gli Assoluti, allo Stadio del Nuoto di Riccione si è disputata la finale del Campionato a Squadre di serie A1 e A2 – Coppa Caduti di Brema. Manifestazione che ha visto il Centro Nuoto Torino sul podio della serie A1 maschile, terzo alle spalle di Circolo Canottieri Aniene e Imolanuoto. Soltanto mezzo punto ha separato la formazione torinese dalla medaglia d’argento. Al termine della giornata di gare Alessandro Miressi, Matteo Senor, Emanuel Fava, Stefano Saladini, Samuele Menchini, Simone Ponzio e Giona Mainardis hanno totalizzato 96,50 punti, 0,5 in meno rispetto all’Imolanuoto guidato da Fabio Scozzoli. Sul gradino più alto del podio è salito l’Aniene (109 punti), al decimo scudetto consecutivo in campo maschile e vincitore anche in serie A1 femminile.

Oltre ai ragazzi del Centro Nuoto Torino, hanno partecipato alla finale della Coppa Brema anche le squadre femminili di Centro Nuoto Torino e Rari Nantes Torino, in evidenza nella finale di A2. Francesca Fresia, Rebecca Frontera, Roberta Calò, Chiara Felisso, Cecilia Chini Balla e Maria Chiara Girardi (Centro Nuoto) hanno chiuso al secondo posto con 103 punti, due soli in meno rispetto alle vincitrici della Gestisport. Terza piazza per la Rari Nantes (84,50 punti), con Luisa Trombetti, Francesca Cristetti, Giulia Carofalo, Carlotta Gilli, Ginevra Molino, Giulia Quarà, Martina Nata, Emma Bulgarelli e Paola Lanzilotti.
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Breve regolamento della Coppa Brema
La Coppa Brema si disputa in vasca corta, con programma di gare analogo a quello olimpico con l’unica esclusione della 4×200 stile libero. 16 le squadre impegnate in serie A1 – 8 maschili e 8 femminili – e altrettante in serie A2. Secondo regolamento le gare sono a serie unica e la classifica è a punti. Nelle prove individuali il primo atleta classificato ottiene 9 punti, il secondo 7, il terzo 6 e così via fino all’ottavo; nelle staffette la prima formazione classificata guadagna 18 punti, la seconda 14, la terza 12 e così via. La classifica finale è naturalmente per squadra e il punteggio di ogni squadra è dato dalla somma di tutti i punteggi dei suoi atleti o staffette.

Classifiche complete sul sito della FIN https://www.federnuoto.it/?view=featured

Standing ovation bianconera per capitan Buffon

La Juve vince 3-0 con la Samp e si posiziona a +6 sul Napoli. Standing ovation all’Allianz Stadium per capitan Buffon. Dopo l’eliminazione in Champions, i bianconeri sono ora a quota 84, sei punti di vantaggio sul Napoli (a 78 punti) che ha pareggiato con il Milan. I gol juventini sono di Mandzukic, al 45′ del primo tempo, di Howedes al 15′  e di Khedira al 30′ del secondo tempo. “Grazie ragazzi, avanti a testa alta”, così lo striscione dei tifosi che ha accolto la squadra di Allegri.

Vivicitta’ ha messo in moto il Piemonte

La XXXV Vivicittà ha messo in movimento il Piemonte come altre 18 città nel mondo, 52 in Italia e 25 istituti penitenziari. Il primo via è stato dato dalla casa circondariale di Biella sabato 14 aprile e questa mattina con il tradizionale start alle 9,30 del GR1, è toccato a Torino unica competitiva piemontese, Biella, Bra e Settimo torinese.
A Torino nel parco del Valentino si sono dati appuntamento oltre 1000 tra podisti e camminatori, che hanno corso sulla distanza di 12 km. e per i 4 km. della camminata. In campo maschile il duello si è risolto negli ultimi metri della gara,la vittoria è andata a Marco Mazzon del Run Athletic Team in 41’10”, ritardato di 3″ Simone Lupi dell’Athletics Piossasco e terzo posto per Marco Gelatti della Sisport in 41’58”. Tra le donne il gradino più alto del podio è stato per Carla Primo tesserata per Base Running in 46’03”, a seguire Patrizia Signorino dell’Atletica Venaria Reale in 47’09” e Renata Vegej di Base Running in 49’05”.Come tradizione e nello spirito di Vivicittà sono stati premiati la più giovane Francesca Nicol di soli 50 giorni e i diversamente giovani della Polisportiva Marchesa, la quasi novantenne Albertina Rolino, con l’invidiabile record di presenza a tutte le edizioni di Vivicittà ed Emilio Cesano classe 1933.Il primo amico a quattro zampe è stato Marti di 8 anni, seguito da Giulia.
Tra i gruppi più numerosi la palma è andata alla Polisportiva Marchesa con ben 103 “baldi over70”, seguita dalla Farmacia Comunale n. 12 a cui va un particolare ringraziamento per aver raccolto il maggior numero di adesioni e alla ASD IL Girasole Sportivo.Hanno indossato tuta e scarpe anche la Presidente della Circoscrizione 6, Carlotta Salerno, in preparazione della mezza maratona di Roma e il consigliere comunale, Marco Chessa.Al via erano presenti le donne del progetto la Piscina al femminile con Fatima Zahara Lafram, che ha abbinato a Vivicittà la biciclettata nazionale contro la violenza delle donne.E’ stato un ottimo risultato di presenze, tenendo conto della grande concorrenza della tradizionale e classica manifestazione torinese Tutta Dritta. Infatti, molte società podistiche hanno comunicato con imbarazzo che non sapevano cosa scegliere e si sono salomonicamente divise in due. Si conferma, inoltre, il grande risultato in crescita della sezione non competitiva, grazie al Settore Regionale Uisp Cinofilia che da 2 anni ha lanciato “la corsa con i cani” e ha portato nuovi partecipanti e alla Polisportiva Marchesa che ogni anno aumenta il numero di partecipanti . A loro si aggiungono anche i gruppi di cammino delle Farmacie Comunali, che da molti anni aderiscono al progetto Uisp “Salute in movimento”. L’organizzazione della competitiva è stata curata dal Settore Regionale Atletica Leggera in collaborazione con la società sportiva Giordana Lombardi.Si ringraziano i volontari dei Giovani per Torino, il Coordinamento dei Gruppi di Protezione Civile e la Croce Giallo Azzurra.
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BIELLA
La decima edizione della corsa all’interno della Casa circondariale di Biella ha visto la presenza di un centinaio di detenuti, 13 atleti esterni e una decina di volontari. In qualità di testimonial hanno preso parte all’evento due top runner: Valeria Ruffino delle Fiamme Azzurre e Michele Fontana dell’Aeronautica Militare. Tra i detenuti che si sono sfidati sulla distanza di 3,2 km. è risultato vincitore l’ideatore della panchina rossa contro la violenza delle donne presente all’ingresso della struttura. Dopo la premiazione è stato offerto un ristoro preparato da un’associazione di volontariato del carcere.La prima edizione di Vivicittà nel Ricetto di Candelo è stata abbinata ad una escursione nella Baraggia biellese.
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BRA
Nuova edizione con il botto della SuperStraBra e Vivicittà, corsa non agonistica di 7,9 km. e camminata per tutti. Sono stati 3200 i partenti e oltre 6000 i biglietti venduti al costo di 3 euro, che con la loro iscrizione hanno contribuito ad autofinanziare associazioni sportive e di volontariato, le scuole, gli oratori. L’organizzazione come da tradizione ha fornito un ricco ristoro, dove sono stati distribuiti 160 kg di pasta e acciughe al verde, frutta, colombe e miele. Un ristoro che rispecchia in pieno lo slogan dell’edizione 2018 di Vivicittà #attività sostenibili. Infatti tutti i cibi, in collaborazione con Slow Food, sono stati distribuiti utilizzando piatti compostabili. Anche se l’evento braidese è non competitivo, sono stati premiati i primi 3 uomini e le prime 3 donne, che sono stati nell’ordine:Lorenzo Perlo, Maurizio Tavella e Andrea Audisio e Beverley Gibson, Federica Meissente e Cristiana Manildo.
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SETTIMO
Settimo torinese ha tenuto a battesimo la prima edizione di Vivicittà, un debutto all’interno dei festeggiamenti del 60° della città di Settimo Torinese, che ha sostenuto la manifestazione. Prima partenza alle 9,30 da piazza Campidoglio per la staffetta goliardica riservata agli adulti
e ai giovani. Alle 10,30 lo start è stato per la camminata ludico motoria di 4 km. In una delle staffette il primo a tagliare il traguardo è stato il sindaco della città, Fabrizio Puppo. Sono stati 350 in totale i partecipanti all’evento. Tanti bimbi hanno preso parte e si sono divertiti con il percorso avventura di slackline e caccia al tesoro con orientamento Gps Arva e sono stati estratti molti buoni di Decathlon. Un particolare ringraziamento va alla Protezione civile, alla Croce rossa italiana, all’Associazione Nazionale Carabinieri e al Radio club Piemonte e ai tanti volontari che hanno contribuito alla riuscita dell’evento.

Allegri: “Qui alla Juve sto bene”

“Se mi fermerò per un po’? Certo, dal 20 maggio al 9 luglio, quando la Juve riprenderà gli allenamenti. Qui sto bene, ho un contratto fino al 2020 Stimoli ne ho, sono ancora giovane e voglio allenare. E poi nella vita non si sa mai, per vicissitudini potrei  stare fermo, smettere . Massimiliano Allegri smentisce ai giornalisti  un suo anno sabbatico dopo la delusione di Champions.

(foto Claudio benedetto www.fotoegrafico.net)

Il vero campione, Valerio Mazzola

E’ un momento in cui chi grida di più di solito si afferma come qualcuno di alta importanza, dove chi si inalbera un giorno di una cosa, dimentica quanto aveva detto tempo prima contraddicendo sé stesso e dove chi non sa più perdere attacca per non accettare una sconfitta giusta o immeritata che sia. E invece, nascosto nell’ombra dell’eleganza, nei fotogrammi che vedrete in questo articolo, vedete un vero campione, umile ma nobile, meno noto ma reale compiere un gesto inaspettato quanto unico in un campo di gioco. Siamo in un momento concitato della partita di domenica scorsa tra FIAT TORINO e Milano di serie A di Pallacanestro. Dopo un’azione confusa il pivot avversario cade a terra (senza fallo e senza colpi né situazioni di pericolo) e Valerio Mazzola (ala-pivot di Torino) invece di correre verso l’area avversaria per avvantaggiarsi della situazione, si ferma e solleva l’avversario prima di tornare a giocare con i suoi compagni. Molti diranno “scemo, perché non ne hai approfittato” e varietà di questo genere di improperi. Ma il campione va oltre il momento, ha il cuore nella testa e non approfitta dell’avversario caduto, e l’istinto dell’uomo gentile e nobile non calpesta tutto in nome di una vittoria. E l’educazione morale è qualcosa che supera il risultato e va oltre quello che la gente pensa. L’animo nobile non si guadagna con i soldi, il rispetto non lo si compra urlando, e il prestigio non nasce grazie a degli improperi. Ma sono i piccoli gesti, quelli che nessuno ormai più considera a fare la differenza: quel silenzio assordante del gesto buono che nasce dall’istinto e da una educazione che ormai sembra di altri tempi. E tutto questo non ha un eco, non rimbomba e non rimbalza, ma vale più di una vittoria. E se tutti insieme, invece solo di inveire, lottassimo nella vita quotidiana come Valerio accettando gli avversari e aiutandoli se necessario, forse faremmo tutti un salto di qualità. Io stesso come tifoso ho quasi inveito contro un gesto di insana generosità: e poi ci ho ripensato. E’ grazie a gesti come questi che lo sport non è ancora morto, a persone come Valerio Mazzola che al primo posto hanno l’educazione e una morale. Ruvide gomitate e lotta allo sfinimento: ma insulti e scorrettezze no, non fanno per chi vuole pensare che lo sport sia scuola di vita oltre che macchina da soldi per pochi. Grazie Valerio Mazzola, grazie della lezione: un applauso dal cuore di tutti i tifosi dello sport del basket e non solo.

Paolo Michieletto

TORINO, ITALIA, EUROPA E MONDO: IL PRESIDENTE DEL GSPM MASSIMO RE SI FA IN QUATTRO

Torino, Italia, Europa e mondo: è un autentico poker d’assi quello che tiene stretto fra le mani Massimo Re, 57 anni, presidente del Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino e detentore di prestigiose nomine anche a livello nazionale, continentale e, addirittura, internazionale.

Massimo Re, da quanto tempo è presidente del GSPM Torino? Qual è finora il bilancio della Sua esperienza alla guida della compagine sabauda?

«Sono presidente del GSPM Torino dal dicembre del 2009 e, quindi, sto vivendo il mio terzo mandato. I miei predecessori, quelli più vicini a me, Valter Bouquiè prima e Ivo Berti poi, avevano già conferito un’impronta dinamica e moderna, facilitando il mio compito. Il bilancio è assolutamente positivo: i rapporti che ho instaurato con il Consiglio Direttivo sono sicuramente mirati a spronare i suoi componenti a dare sempre il massimo per tutti gli atleti e i soci del Gruppo Sportivo stesso, nel tentativo non celato di accrescere in ognuno di loro quel senso di appartenenza al Corpo che, purtroppo, sta gradatamente svanendo nella nostra attività lavorativa».

Prima consigliere, ora vicepresidente vicario dell’ASPMI: il Suo cursus honorum a livello nazionale è di tutto rispetto. Qual è l’aspetto più stimolante del Suo ruolo? E quali sono gli obiettivi che intende perseguire?

«Diciamo che da consigliere-vicepresidente prima (con una modifica epocale dello statuto ASPMI, tra queste l’introduzione di una figura unica nella carica di vicepresidente, in passato sdoppiata), il passo successivo è stato una presa di posizione del presidente Antonio Barbato, che ha così voluto dimostrare la sua fiducia nei miei confronti. Più che stimolante, il mio ruolo si rivela quotidianamente faticoso e difficile, vista anche la situazione nazionale che ci vede invecchiare (bene, poiché facciamo sport attivo), ma senza avere la possibilità di registrare l’ingresso di colleghi più giovani. Sino a quando non disporremo di una configurazione giuridica più forte e non ci sarà data la possibilità di fare nuove assunzioni, non avremo la possibilità di assistere a quel ricambio generazionale che tutti auspichiamo, io per primo».

Dal 2014 il Suo impegno si è spostato anche sul fronte continentale, con l’ingresso nella Commissione Tecnica USPE: quante soddisfazioni Le sta regalando quest’avventura? E quali sono le difficoltà maggiori che Le ha riservato sin qui?

«Tantissime, soprattutto quando si ricevono attestati di stima sinceri da parte dei colleghi di altre nazioni che riconoscono gli sforzi compiuti per porre gli atleti nelle condizioni di gareggiare ad alto livello, senza vanificare il frutto di tanti anni di duri allenamenti. Questo non significa che tutto sia rose e fiori, in quanto sono richiesti molto impegno e molto tempo: basti pensare che soltanto nel 2017 ho visitato otto nazioni europee più gli Emirati Arabi Uniti. Chiaramente, per far tutto questo è indispensabile avere una buona collaborazione da parte del proprio Comando di appartenenza e, nel mio caso, posso davvero ritenermi fortunato, dal momento che il vicario Ivo Berti prima e il comandante odierno Emiliano Bezzon non mi hanno mai fatto venir meno il loro sostegno in quest’avventura. Soprattutto l’attuale Comandante Bezzon mi ha più volte rammentato il suo passato sportivo e, come tale, è più semplice per me rappresentare le nostre necessità o progetti. Non ho incontrato grosse difficoltà, ad essere onesto; sono stato accolto in USPE come se fossi uno di famiglia e sono sempre stato supportato nelle mie proposte od osservazioni. Gli aspetti che più mi hanno colpito sono la serietà e il rispetto dei ruoli in determinate circostanze, ma anche la complicità e la voglia di far bene insieme. Siamo davvero un bel gruppo».

Infine, da poche settimane il Suo nome compare anche nel Comitato Esecutivo USIP (Unione Sportiva Internazionale delle Polizie), organismo riconosciuto anche dal Comitato Olimpico Internazionale. In cosa consisterà il Suo operato? E quanto conterà per l’Italia e per il GSPM Torino avere un proprio rappresentante nell’organigramma del sodalizio più importante del mondo in materia di polizia?

«Questa è stata la sorpresa più grande: i vertici USIP mi hanno contattato pochi giorni prima della chiusura del termine per la presentazione delle domande, chiedendomi di candidarmi. Capirete la mia sorpresa e, soprattutto, il pensiero di avere altri impegni da assolvere! Tuttavia, dopo averne parlato con mia moglie, il comandante Bezzon e il presidente ASPMI Barbato, ho deciso di vivere anche quest’esperienza. Ed è andata bene: sono stato eletto nel Comitato Esecutivo con il maggior numero di preferenze. Il mio è un compito prevalentemente decisionale sulla vita, sia tecnica che amministrativa, dell’USIP. Un ruolo più politico che tecnico, al quale mi dovrò abituare. Penso che qualsiasi sia il contesto, europeo o mondiale, avere un incarico all’interno di questi consessi sia un segnale di grande fiducia nei confronti della nostra associazione ma anche del Comando di Torino in quanto, e questo è il mio parere personale, a determinati livelli la forma e le competenze contano più di ogni altro aspetto».