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Finanziati dal Ministero dell’Istruzione i progetti per la costruzione di due nuovi poli dell’infanzia a Torino

Saranno finanziati dal Ministero dell’Istruzione i progetti per la costruzione di due poli dell’infanzia per la fascia di età dai 0 ai 6 anni in via Verolengo e corso Massimo D’Azeglio a Torino. La Città è stata inserita nella graduatoria degli enti beneficiari del finanziamento per un importo pari a 6 milioni di euro.

I progetti riguardano due nuove costruzioni:   una in corso Massimo D’Azeglio 90/a a seguito della demolizione di un vecchio prefabbricato non più utilizzato come scuola dell’infanzia per un importo pari a 3 milioni di euro. Con questo intervento si restituirà riqualificata ai cittadini la cosiddetta ‘area Parri’ in via Pietro Giuria;  l’altra in via Verolengo interno 29 per consentire lo spostamento delle bambine e dei bambini attualmente ospitati in alcuni locali degli edifici residenziali di via Orvieto, in gestione all’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale, e in previsione dei lavori che saranno realizzati nell’adiacente ex zona industriale in trasformazione, per un importo previsto di 3 milioni di euro.

Nel maggio scorso l’Amministrazione Comunale ha partecipato al bando del Ministero presentando la propria candidatura e i progetti di fattibilità tecnica ed economica, come previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 dicembre 2020, che ha definito le modalità e le procedure di presentazione delle richieste di contributo (per un massimo di due progetti) per gli interventi relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici di proprietà dei comuni destinati ad asili nido e scuole dell’infanzia.

Sono molto orgogliosa del risultato ottenuto – ha dichiarato Antonietta Di Martino, assessora all’Istruzione Città di Torino -. Saranno finanziati due progetti all’avanguardia con spazi dedicati ai laboratori permanenti di ricerca e di innovazione per offrire alle famiglie e alle loro bambine e bambini un’offerta educativa sempre più adeguata ai loro bisogni”.

Ogni singolo progetto di fattibilità tecnica ed economica è costituito da un nido e una scuola d’infanzia: saranno aperti al territorio e alla partecipazione dei cittadini per favorire la massima flessibilità e diversificazione per il miglior utilizzo delle risorse, condividendo, a tal fine, servizi generali, spazi collettivi e risorse professionali.

Entrambi gli interventi sono inseriti, per l’anno 2021, nel Programma Triennale dei LL.PP. 2021-2023 e saranno inclusi nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza.

La Giunta approva il Bilancio Arboreo: cresce il numero di piante in città

Entro la fine del 2021 la Città di Torino completerà la messa a dimora di 21mila mila piante che faranno salire a 72mila e 310 il totale degli alberi e degli arbusti piantumati a decorrere dal 2016, 2,3 piante per ogni nuovo nato a Torino nello stesso periodo. È questo il dato fondamentale che emerge dal Bilancio Arboreo della Città di Torino, presentato martedì nella riunione della Giunta comunale.

“Le strategie di implementazione della foresta urbana della Città di Torino attraverso la creazione di nuovi boschi lungo i corridoi ecologici hanno permesso negli ultimi due anni di incrementare notevolmente la dotazione di alberi urbani – spiega l’Assessore all’Ambiente, Alberto Unia -. Un trend – prosegue l’assessore – in controtendenza rispetto agli anni precedenti grazie al riconoscimento del ruolo degli alberi in ambiente urbano ed ai finanziamenti comunali e sovracomunali con un volano che presumibilmente avrà effetti positivi almeno per i prossimi 4-5 anni.”

Il Bilancio Arboreo è un documento richiesto dalla legge 14 gennaio 2013 n°10, che all’articolo 3 bis comma 2 chiede ad ogni amministrazione comunale di pubblicare due mesi prima della fine del mandato il bilancio del numero di alberi piantati nel territorio comunale nel corso dei cinque anni di governo della città. Un numero che, secondo la legge 113/92 deve per obbligo essere almeno pari al numero dei bambini nati nello stesso periodo, che a Torino è di oltre 31mila (contando solo i bimbi residenti in città). Delle 72mila e 310 piante che saranno messe a dimora entro la fine di quest’anno, 56mila 987 sono alberi e 15mila 323 sono arbusti con una netta inversione di tendenza rispetto al quinquennio precedente con gli alberi che ora rappresentano il 79% dei piantamenti.

Il documento realizzato dai servizi che si prendono cura del verde in città indica altri dati di estremo interesse.

Sono 16 gli alberi monumentali nel territorio della Città di Torino che la Regione ha inserito nell’elenco regionale, alcuni per età e dimensioni, altri per il pregio paesaggistico e la particolare architettura vegetale. Otto di questi si  trovano nel Parco del Valentino, due nel Giardino Cavour, uno nel parco della Tesoriera, uno ai Giardini Reali inferiori, uno nei pressi del Cimitero di via Catania, uno nel Giardino Sambuy ed uno infine a Villa Rey. Prevalgono i platani, che sono la specie più caratteristica e diffusa nella città di Torino.

Dai 1680 piantumati nel 2016 il numero di alberi messi a dimora ha segnato un costante e progressivo incremento: 2mila e 226 nel 2017; 2mila e 371 nel 2018; 12mila e 509 nel 2019; 17mila e 201 nel 2020 fino ai 21mila nel 2021.

Il saldo tra alberi messi a dimora e abbattuti nel quinquennio 2016-2021 è di 49mila 764 esemplari (+ 830 nel 2016; + 923 nel 2017; + 966 nel 2018; +10mila 514 nel 2019; + 15mila e 931 nel 2020; + 20mila e 600 nel 2021)

Il numero di alberi della Città di Torino (il censimento del patrimonio arboreo di viali alberati, parchi e giardini del 2013 li calcolava in 114mila 451) a fine 2020 è di 147mila 430 alberi, cui si aggiungono i circa 230mila presenti nei boschi collinari (170mila nel territorio comunale e i restanti 53mila a Val della Torre, ma di proprietà della Città di Torino). In particolare sono 63mila 610 gli alberi presenti nei parchi, 18mila 827 quelli nei giardini, 48mila 419 nelle alberate e lungo le arterie stradali, 2mila 334 in aree spondali, 7mila 669 nei giardini scolastici e 6mila 571 nei pressi di impianti sportivi.

I dati evidenziano inoltre una consistenza del verde urbano a gestione comunale di 20.871.633,00 metri quadrati che sale a 23.246.248,80 mq se si ricomprendono i giardini scolastici degli istituti della scuola secondaria, di competenza della Città Metropolitana. Si evidenzia un incremento, tra il 2016 e il 2020, di 1.436.038 mq dovuto in buona parte ai nuovi parchi realizzati e al censimento aggiornamento dei boschi collinari.

“L’obiettivo di implementazione della foresta urbana attraverso la creazione di nuovi boschi richiede una strategia pianificata di medio-lungo periodo che preveda l’analisi delle aree potenzialmente utilizzabili a questo scopo e il coinvolgimento di partner esterni, pubblici e privati, interessati a dare un contributo di competenze e di risorse economiche per la sua realizzazione – sottolinea Unia – . In questa ottica – conclude l’assessore – la Città di Torino, parallelamente agli interventi di forestazione urbana realizzati dai tecnici e dalle Imprese del Verde Pubblico, ha predisposto 3 protocolli di collaborazione con soggetti del mondo no profit specializzati nella realizzazione di interventi di forestazione urbana attraverso il coinvolgimento di soggetti privati interessati ad investire risorse economiche per incrementare la foresta urbana torinese.”

Sosta a pagamento sospesa dal 9 al 21 agosto

Come di consuetudine anche quest’anno nelle settimane centrali di agosto si potrà sostare nelle “strisce blu” senza dover pagare.

La sosta sarà gratuita da lunedì prossimo 9 agosto e fino a sabato 21 agosto (compresi), mentre si continuerà a pagare nei parcheggi a barriera e in struttura.

Nell’ambito dei provvedimenti adottati a causa dell’emergenza sanitaria da COVID19, prosegue fino al 17 settembre 2021  la sospensione delle limitazioni per l’area ZTL Centrale, mentre  sono tuttora  in vigore i divieti di circolazione previsti nelle vie e corsie riservate al trasporto pubblico, nelle ZTL Romana e Valentino e nelle zone pedonali.

La Giunta approva il Bilancio Arboreo: cresce il numero di piante in città

Entro la fine del 2021 la Città di Torino completerà la messa a dimora di 21mila mila piante che faranno salire a 72mila e 310 il totale degli alberi e degli arbusti piantumati a decorrere dal 2016, 2,3 piante per ogni nuovo nato a Torino nello stesso periodo. È questo il dato fondamentale che emerge dal Bilancio Arboreo della Città di Torino, presentato martedì nella riunione della Giunta comunale.

“Le strategie di implementazione della foresta urbana della Città di Torino attraverso la creazione di nuovi boschi lungo i corridoi ecologici hanno permesso negli ultimi due anni di incrementare notevolmente la dotazione di alberi urbani – spiega l’Assessore all’Ambiente, Alberto Unia -. Un trend – prosegue l’assessore – in controtendenza rispetto agli anni precedenti grazie al riconoscimento del ruolo degli alberi in ambiente urbano ed ai finanziamenti comunali e sovracomunali con un volano che presumibilmente avrà effetti positivi almeno per i prossimi 4-5 anni.”

Il Bilancio Arboreo è un documento richiesto dalla legge 14 gennaio 2013 n°10, che all’articolo 3 bis comma 2 chiede ad ogni amministrazione comunale di pubblicare due mesi prima della fine del mandato il bilancio del numero di alberi piantati nel territorio comunale nel corso dei cinque anni di governo della città. Un numero che, secondo la legge 113/92 deve per obbligo essere almeno pari al numero dei bambini nati nello stesso periodo, che a Torino è di oltre 31mila (contando solo i bimbi residenti in città). Delle 72mila e 310 piante che saranno messe a dimora entro la fine di quest’anno, 56mila 987 sono alberi e 15mila 323 sono arbusti con una netta inversione di tendenza rispetto al quinquennio precedente con gli alberi che ora rappresentano il 79% dei piantamenti.

Il documento realizzato dai servizi che si prendono cura del verde in città indica altri dati di estremo interesse.

Sono 16 gli alberi monumentali nel territorio della Città di Torino che la Regione ha inserito nell’elenco regionale, alcuni per età e dimensioni, altri per il pregio paesaggistico e la particolare architettura vegetale. Otto di questi si  trovano nel Parco del Valentino, due nel Giardino Cavour, uno nel parco della Tesoriera, uno ai Giardini Reali inferiori, uno nei pressi del Cimitero di via Catania, uno nel Giardino Sambuy ed uno infine a Villa Rey. Prevalgono i platani, che sono la specie più caratteristica e diffusa nella città di Torino.

Dai 1680 piantumati nel 2016 il numero di alberi messi a dimora ha segnato un costante e progressivo incremento: 2mila e 226 nel 2017; 2mila e 371 nel 2018; 12mila e 509 nel 2019; 17mila e 201 nel 2020 fino ai 21mila nel 2021.

Il saldo tra alberi messi a dimora e abbattuti nel quinquennio 2016-2021 è di 49mila 764 esemplari (+ 830 nel 2016; + 923 nel 2017; + 966 nel 2018; +10mila 514 nel 2019; + 15mila e 931 nel 2020; + 20mila e 600 nel 2021)

Il numero di alberi della Città di Torino (il censimento del patrimonio arboreo di viali alberati, parchi e giardini del 2013 li calcolava in 114mila 451) a fine 2020 è di 147mila 430 alberi, cui si aggiungono i circa 230mila presenti nei boschi collinari (170mila nel territorio comunale e i restanti 53mila a Val della Torre, ma di proprietà della Città di Torino). In particolare sono 63mila 610 gli alberi presenti nei parchi, 18mila 827 quelli nei giardini, 48mila 419 nelle alberate e lungo le arterie stradali, 2mila 334 in aree spondali, 7mila 669 nei giardini scolastici e 6mila 571 nei pressi di impianti sportivi.

I dati evidenziano inoltre una consistenza del verde urbano a gestione comunale di 20.871.633,00 metri quadrati che sale a 23.246.248,80 mq se si ricomprendono i giardini scolastici degli istituti della scuola secondaria, di competenza della Città Metropolitana. Si evidenzia un incremento, tra il 2016 e il 2020, di 1.436.038 mq dovuto in buona parte ai nuovi parchi realizzati e al censimento aggiornamento dei boschi collinari.

“L’obiettivo di implementazione della foresta urbana attraverso la creazione di nuovi boschi richiede una strategia pianificata di medio-lungo periodo che preveda l’analisi delle aree potenzialmente utilizzabili a questo scopo e il coinvolgimento di partner esterni, pubblici e privati, interessati a dare un contributo di competenze e di risorse economiche per la sua realizzazione – sottolinea Unia – . In questa ottica – conclude l’assessore – la Città di Torino, parallelamente agli interventi di forestazione urbana realizzati dai tecnici e dalle Imprese del Verde Pubblico, ha predisposto 3 protocolli di collaborazione con soggetti del mondo no profit specializzati nella realizzazione di interventi di forestazione urbana attraverso il coinvolgimento di soggetti privati interessati ad investire risorse economiche per incrementare la foresta urbana torinese.”

Merlo: turismo e salute, ok misure del Governo. Ma serve  il buon senso

“Le misure che il Governo sta adottando in materia di tutela della salute sono ampiamente condivisibili e in grado di garantire la sicurezza dei cittadini senza mettere in discussione il normale svolgimento della vita quotidiana delle persone. Penso anche alla stagione turistica in pieno svolgimento nelle località montane, a cominciare dai paesi del comprensorio della Via Lattea. L’uso del ‘Green pass’ nei luoghi pubblici non può che essere uno strumento di buon senso anche e soprattutto per la tutela della salute di tutti i cittadini. Non si intravedono intenti persecutori contro singole categorie. È sufficiente osservare le regole confidando, al contempo, che le eventuali misure punitive siano anch’esse ispirate al buonsenso senza creare danni alle imprese e all’intero settore interessato dalle misure decise dal Governo su suggerimento delle autorità sanitarie.

L’unica condizione che gli enti locali, a cominciare dall’Anci, debbono pretendere dal Governo è che le misure che vengono decise in materia di restrizione e di tutela della salute siano il più possibile concertate e condivise con i territori. Cioè con le Regioni e con i Comuni. È, questo, l’unico metodo per evitare strappi istituzionali da un lato e, soprattutto, ricadute negative per i territori e per le imprese e i titolari interessati dai provvedimenti dall’altro”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Assessore Comunicazione Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea.

Sostegno all’inclusione scolastica di bambini e alunni con disabilità: la Giunta approva le linee guida

Sono state approvate questa mattina dalla Giunta Comunale, su proposta dell’assessora all’Istruzione Antonietta Di Martino, le ‘linee guida a sostegno dell’inclusione scolastica di bambine e bambini con disabilità dei Servizi educativi per l’infanzia e del primo ciclo di istruzione’.

Il provvedimento rende esplicito il modello dell’offerta d’inclusione della Città di Torino, i principi che ne costituiscono il fondamento – alla luce delle innovazioni degli ultimi anni –  e i criteri per l’erogazione degli interventi.

L’azione dei Servizi educativi comunali va nella direzione di interventi trasparenti, innestati su progetti individualizzati e diversificati in base alla situazione di ciascun bambino.

Un modello attuato nel rispetto della normativa nazionale con un approccio ai temi della disabilità e dei bisogni educativi speciali che interpreta la condizione della persona come risultato dell’interazione tra la bambina o il bambino e il contesto sociale di vita, secondo la classificazione dell’International Classification of Functioning (ICF), varato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Un nuovo paradigma secondo cui l’inclusione rappresenta il superamento delle barriere alla partecipazione e all’apprendimento e assegna un ruolo centrale agli educatori, agli insegnanti e a tutti gli adulti corresponsabili nell’operare scelte mirate e a progettare percorsi di apprendimento i cui presupposti rispondano alle differenze delle bambine e dei bambini.

Le linee guida inoltre declinano le nuove normative (decreti legislativi nr. 66/2017 e 96/2019) per armonizzarle al contesto organizzativo dei nidi – che non sono menzionati nel nuovo dettato normativo –  e delle scuole dell’infanzia comunali nell’ottica del sistema integrato 0/6.

La Città per ovviare alla carenza normativa ha messo in atto uno sforzo organizzativo che ha coinvolto i nidi e le scuole dell’infanzia comunali e che si declina in una serie di azioni – ha spiegato Di Martino – mirate a eliminare ogni impedimento e ogni barriera fisica, culturale e sociale. Il nostro indirizzo pedagogico per il progetto inclusivo 0/6 mette le bambine e i bambini al centro della nostra azione per rispondere alla complessità dei bisogni sempre crescenti e per creare sinergie in una logica di rete”.

Il modello di intervento dell’Amministrazione Comunale si declina nelle seguenti azioni:

qualità dell’intervento educativo e competenza professionale delle figure coinvolte;
    importanza di un curricolo unitario ed integrato per il segmento formativo 0/6 anni;
sostegno alla genitorialità delle famiglie;
sviluppo di un progetto educativo personalizzato;
interventi differenziati e  soluzioni  adeguate, condivise e graduali per rispondere alle esigenze dei singoli bambini e allievi, progettando percorsi che – a seconda del bisogno – prevedono un lavoro diretto, un supporto alle educatrici, agli educatori e agli  insegnanti o laboratori che coinvolgono l’intera sezione;

necessità di procedere secondo il principio ‘dell’accomodamento ragionevole’,  espresso dall’art. 2 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità del 13/12/2006, secondo cui occorre realizzare tutti gli interventi necessari e appropriati per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali,  tenendo conto delle risorse complessivamente disponibili e della necessità di garantire pari trattamento a tutte le famiglie interessate;
attenzione alla presenza di altri servizi nell’ottica di perseguire l’armonizzazione delle risorse e integrare tutti gli interventi a sostegno del percorso di crescita, autonomia e sviluppo individuale.

Al centro del processo – conclude la responsabile delle politiche educative –  c’è la volontà di mantenere la governance attraverso il rapporto ed il dialogo continuo con i servizi educativi e scolastici 0/6, con le scuole primarie e secondarie di primo grado della Città, attraverso scambi continui che investono la verifica delle attività in corso d’anno, la riflessione e condivisione sui nuovi  bisogni che di anno in anno si presentano, con lo scopo di mantenere continuo il flusso di informazioni necessario a gestire il processo stesso.”

Valdocco Vivibile, approvato il progetto esecutivo. Lavori per 1 milione e 300mila euro

Riqualificare il quartiere sperimentando soluzioni volte a contrastare l’effetto isola di calore e utili alla gestione delle acque piovane e creando al contempo un ambiente urbano più vivibile aumentando le aree dove potersi incontrare e sostare e la sicurezza di chi si sposta a piedi o in bicicletta.

E’ l’obiettivo del progetto ‘Valdocco vivibile, per un futuro a prova di clima’ presentato nello scorso mese di settembre in Circoscrizione 7, dove le soluzioni proposte hanno ricevuto il consenso di consiglieri e cittadini, e approvato questa mattina dalla Giunta Comunale.

Come riuscirci? Attraverso interventi di infrastruttura verde su suolo pubblico che riducono le superfici asfaltate e impermeabili, realizzino aree e percorsi ombreggiati e gradevoli, aree di accoglienza protette davanti alle scuole, moderano la velocità del traffico, riducono le distanze di attraversamento agli incroci, promuovano l’utilizzo del trasporto pubblico e della mobilità in sharing ed elettrica. Ma non solo. L’installazione di elementi di arredo urbano verde uniti a pedonalizzazioni light potranno favorire opportunità di sosta e socializzazione in ambienti più accoglienti.

Depermeabilizzate, le aree asfaltate saranno convertite in infrastrutture verdi in grado di ombreggiare e rinfrescare, come di raccogliere le acque riducendo i flussi in rete, mentre l’installazione di pavimentazioni innovative capaci di riflettere l’irraggiamento, consentirà di ridurre l’effetto isola di calore.

Innovativi per la progettazione e l’utilizzo fatto di materiali, vegetazione e nuova mobilità questi interventi potranno assolvere a più funzioni ed essere replicati in altre parti della città caratterizzate da un tessuto urbano analogo.

In particolare è prevista la ridefinizione di alcuni grandi incroci (via Biella con corso Ciriè, via Biella con via Pesaro, via san Pietro in Vincoli con via Robassomero e via Cirio), dove verranno disegnati ampi flessi per incanalare le auto e, al contempo, si amplieranno le banchine realizzando aree di sosta per i pedoni, organizzate con parti permeabili e verdi. Le stesse aree saranno anche predisposte per raccogliere l’acqua piovana dalle strade mitigando il deflusso delle acque in presenza di intense precipitazioni.

Agli incroci minori verranno realizzati i nasi per adeguamento degli attraversamenti pedonali accompagnati da aree verdi anch’esse con la funzione di calmierazione della raccolta delle acque meteoriche.

Di fronte ai plessi scolastici saranno ampliati i marciapiedi per realizzare spazi sicuri per studenti e genitori.

Lungo corso Ciriè, che con l’apertura dell’incrocio semaforizzato in corso Principe Oddone ha incrementato di molto il traffico delle auto e la velocità con cui viene percorso, verrà alternato il parcheggio a spina sui due lati delle carreggiate e saranno realizzati dei flessi per rallentare la viabilità inserendo dei moduli di verde utili anche alla raccolta delle acque pluviali.

Per quanto riguarda l’ingresso di via Urbino, il progetto prevede la ridefinizione dell’accesso alla via con l’ampliamento delle banchine che ricostruiscono il profilo di Strada del Fortino: marciapiede e percorso pedonale saranno allineati con la via, mentre l’ingresso veicolare verrà rialzato per proteggere l’area di incrocio.

Il parcheggio di San Pietro in Vincoli, dove sarà mantenuta la possibilità di sosta, non si limiterà ad essere un luogo funzionale ai soli autoveicoli: qui verranno introdotti dei percorsi pedonali e degli spazi a verde per far vivere l’area agli abitanti in tutte le ore della giornata. Verranno realizzati dei percorsi ombreggiati che consentano un collegamento con la pedonalizzazione di Borgo Dora, di recente realizzazione e si proseguirà il viale alberato a nord del parcheggio in continuità con il viale di Strada del Fortino.

Il progetto si inserisce nei filoni individuati nel Piano d’Azione Torino 2030 con l’obiettivo di creare una città vivibile dove si possa realizzare un’elevata qualità della vita, una città bella e pulita, con spazi pubblici rispettati e una mobilità orientata al benessere e alla libertà di movimento. Allo stesso tempo l’intero progetto è stato costruito con riferimento ai principi e alle linee guida del Piano di Resilienza Climatica al fine di incrementare la presenza di infrastruttura verde e realizzare ambienti mitiganti gli effetti del cambiamento climatico.

I confini della riqualificazione sono compresi tra Strada del Fortino a nord, corso Regina Margherita a sud, corso Principe Oddone a ovest e via Cirio – via San Pietro in Vincoli a est.

Suddiviso in due lotti, il progetto vedrà i lavori del primo lotto, limitato a sud da via Sassari e via Robassomero e per i quali è prevista una spesa di 1 milione e 300mila euro provenienti dai fondi di compensazione ambientale, completati entro la fine 2022.

“Valdocco Vivibile –  frutto di una proficua e stretta collaborazione tra vari Servizi,  dalla  Viabilità al  Verde Pubblico, all’ Ambiente  –  contiene in sé una valenza dimostrativa indicando l’approccio che la Città intende adottare per adattare il tessuto urbano ai cambiamenti climatici, creando quartieri sempre più resilienti e allo stesso tempo migliorando la qualità della vita quotidiana di tutti i cittadini”, commentano gli assessori Maria Lapietra e Alberto Unia.

Violazione deil divieto di ballo e assembramenti. Discoteca chiusa per cinque giorni

Due settimane fa erano giunte alla Polizia Municipale alcune segnalazioni, confermate da video postati sui social, che all’interno di una discoteca ubicata in corso Massimo d’Azeglio si svolgevano attività di ballo, in violazione dei divieti vigenti sul contenimento dei contagi da Covid-19.

Domenica, intorno a mezzanotte e mezza, gli agenti del Reparto di Polizia Commerciale hanno effettuato un controllo ispettivo nel locale dove era in corso una serata organizzata da un’associazione.

Fuori dal locale, in attesa di poter entrare, erano assembrate circa 150 persone, mentre all’interno della discoteca erano già presenti circa 200 clienti, perlopiù intenti a ballare e in gran parte privi di mascherina, proprio come indicato nelle segnalazioni ricevute nei giorni precedenti. Gli stessi addetti dell’organizzazione erano in gran parte privi di dispositivi di protezione individuale.

Gli agenti hanno preso atto della situazione e, considerato lo stato di assembramento e di inosservanza della norma sul contenimento del Covid-19, hanno valutato il rischio di contagio, procedendo successivamente con la contestazione della sanzione per violazione delle disposizioni contenute nel DPCM 2.03.2021 e disponendo la chiusura del locale per 5 giorni.

Bilancio: equilibri finanziari salvaguardati, senza la necessità di procedere a variazioni di assestamento

Questa mattina, su proposta dell’assessore Sergio Rolando, la Giunta ha approvato una delibera che, dopo la ricognizione effettuata sulle poste attive e passive e sulla base dell’andamento della gestione finanziaria dell’ente, conferma ad esercizio in corso il permanere degli equilibri generali di bilancio e, come previsto e richiesto dalla normativa, il pareggio economico finanziario.

Sulla predisposizione del provvedimento relativo equilibri di bilancio hanno influito la situazione ancora fortemente condizionata dall’emergenza Covid (con rilevanti effetti negativi in termini di minori entrate e di maggiori spese compensate solo in parte da economie di spesa derivanti dai servizi non erogati), la recente sentenza della Corte costituzionale 80/2021 (in materia di ripiano del disavanzo determinato dal Fondo anticipazioni liquidità) e quanto previsto dalla legge di conversione del decreto “Sostegni-bis”, che ha stanziato 660 milioni in favore degli enti locali messi in difficoltà per effetto della citata sentenza della Corte costituzionale e concesso la possibilità di riassorbire il maggior disavanzo dovuto alla corretta costituzione del Fondo anticipazioni liquidità in un arco temporale di dieci anni, anziché nei tre previsti dalle tempistiche ordinarie.Dei 660 milioni di euro stanziati a livello nazionale, alla Città di Torino sono stati assegnati 111 milioni 929mila euro, somma che si aggiunge ad una quota di oltre 18 milioni di euro dell’avanzo di amministrazione prudentemente accantonato e che permette “di gestire – rileva l’assessore Sergio Rolando – con sufficiente tranquillità, almeno in questa prima fase, gli effetti che la sentenza produce sui bilanci degli enti”.

Al fine di evitare disallineamenti – aggiunge il responsabile delle politiche finanziarie di Palazzo civico – si è deciso di vincolare l’assunzione degli impegni di parte corrente, a titolo cautelativo, nei limiti del 10% delle somme complessivamente stanziate per beni e servizi e per trasferimenti, che potranno essere svincolati ad avvenuto accertamento delle entrate”.

La delibera dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale per il sì definitivo.

Cascina Falchera al consorzio Kairos, approvata la concessione

La ‘Cascina Falchera’, immobile di proprietà della Città di Torino situata in strada Cuorgnè 109, è stata data in concessione al consorzio Kairos di Torino.

Questa mattina il provvedimento è stato licenziato dalla Giunta Comunale, su proposta degli assessori all’Istruzione, Antonietta di Martino,  e al Patrimonio, Antonino Iaria.

Il complesso immobiliare è stato assegnato a conclusione di procedura pubblica, secondo le norme previste dal Regolamento n. 214 della Città di Torino, riguardante la concessione di beni immobili a enti e associazioni, e alla luce delle linee guida precedentemente indicate dal Consiglio Comunale.

La concessione avrà una durata di 19 anni con un canone annuo di 64.749 euro.

“Abbiamo voluto fortemente la rinascita della Cascina Falchera sviluppandone le potenzialità quale presidio educativo di eccellenza in tema di sviluppo sostenibile, per promuovere nelle bambine e bambini, ragazze e ragazzi esperienze mirate a un’ interazione responsabile con l’ambiente, uno stile di vita sano e orientato al benessere individuale e della collettività” dichiarano Di Martino e Iaria.

‘Cascina Falchera’ continuerà ad avere una vocazione didattica, come nucleo della pedagogia del fare, con attività destinate alle scuole di ogni ordine e grado. Sarà un luogo a elevato livello di sostenibilità ambientale, meta di turismo scolastico nazionale e internazionale.

Il progetto presentato dal concessionario prevede attività legate alle tematiche dell’agricoltura e dell’ambiente, lo svolgimento di eventi scientifici, culturali, sociali e di animazione, con l’ambizione di rappresentare un contesto privilegiato per il cibo di qualità. Inoltre si prevedono numerosi servizi educativi, concertati con la Città, che vanno dalle visite alla cascina didattica alla realizzazione di centri estivi e altre attività dedicate alle scuole cittadine.

Al concessionario, inoltre, il compito di garantire la tutela del benessere degli animali presenti in cascina, assicurando  le migliori condizioni di buona salute, di ricovero, di cura e preservando le capacità di  manifestazione dei comportamenti naturali.

Infine saranno realizzati dal consorzio Kairos consistenti interventi di recupero, avvalendosi degli incentivi governativi vigenti e previa autorizzazione delle opere da parte della Città e nulla osta della competente Soprintendenza. Si tratta di lavori di efficientamento energetico e di risanamento, per i quali il consorzio dovrà presentare un progetto. E sempre a carico del concessionario è prevista la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile e delle aree verdi.