Rubriche

Terrina di pasta con verdure, variante vegetariana della pasta al forno

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Una deliziosa variante vegetariana della tradizionale pasta al forno.
Senza pomodoro, ma ugualmente ricca di sapore. Un primo piatto ghiotto ed originale.

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Ingredienti

300gr.di pasta corta
1 porro
2 carote
300gr. di verza
200gr.di zucca
1 piccola melanzana
500ml. di besciamella
1 mozzarella
200gr. di prosciutto cotto
Parmigiano grattugiato q.b.
Olio, sale, pepe, noce moscata

Preparare le verdure, tagliarle a piccoli pezzi e stufarle per 20 minuti in padella con un poco di sale. Lasciar raffreddare e mescolare con il prosciutto cotto tritato, il pepe, la noce moscata ed il pepe. Preparare la besciamella con mezzo litro di latte.
Lessare la pasta al dente.
Mescolare la pasta con le verdure e la mozzarella a tocchetti, trasferire il tutto in una terrina imburrata, coprire con la besciamella e in ultimo cospargere con il parmigiano grattugiato.
Passare in forno a 200 gradi per circa 15/20 minuti, finche’ si sarà formata una crosticina dorata.

Paperita Patty

Lasagne ai sapori dell’orto

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Una lasagna vegetariana “light”, priva di besciamella. Un piatto leggero e delicato composto da pochi e semplici ingredienti

 

Vi propongo un primo piatto dal gusto solare, una lasagna vegetariana “light”, priva di besciamella. Un piatto leggero e delicato composto da pochi e semplici ingredienti dal sapore gustoso. Una versione piu’ leggera della classica lasagna. Verdure sfiziose che creano un gusto ricco senza l’utilizzo di carne in un morbido incontro di sapori. Perfetta per la primavera e l’estate, elegante delicata, squisita per tutti.

 

Ingredienti:

 

1 confezione di pasta fresca per lasagna (pronta in forno)

2 melanzane

4 zucchine

2 confezioni di sottilette “fila e fondi”

Sugo di pomodoro q.b.

Basilico q.b.

Olio evo q.b.

 

Preparare un sughetto di pomodoro (fresco o pronto) con aglio, cipolla, basilico e sale. Cuocere lasciandolo abbastanza liquido. Grigliare le melanzane e le zucchine precedentemente lavate ed affettate. Ungere una teglia da forno, versare sul fondo tre cucchiai di salsa di pomodoro e stendere bene. Sistemare le sfoglie di pasta sino a coprire il fondo, fare uno strato di melanzane, sale, sottilette a pezzi, salsa e un filo di olio. Proseguire con le altre sfoglie alternando melanzane e zucchine sino ad esaurimento degli ingredienti. Infornare a 200 gradi per circa 30 minuti.

 

Paperita Patty

L’isola del libro

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Rubrica settimanale a cura di Lura Goria

 

Jonathan Coe “La prova della mia innocenza” -Feltrinelli- euro 22,00

L’ultimo romanzo del famoso scrittore inglese è una satira con delitto, ma può essere inteso anche come giallo politico che ritrae il caos della Gran Bretagna tra gli anni ’80 e i 42 giorni del governo inglese più breve della storia, ovvero la premiership meteora di Liz Truss, tra settembre ed ottobre 2022.

Nello stile lieve e canzonatorio (tratto distintivo di Coe) il testo è suddiviso in tre sezioni ed annovera svariati protagonisti; ma il quadro generale è di fatto uno spaccato tragicomico che mette in luce contraddizioni e disfunzioni sociali del paese nel dopo Brexit.

Tra i protagonisti in primo piano, sullo sfondo di Cambridge, seguiamo i passi della giovane Phyl, neolaureata in Lettere ed aspirante scrittrice.

Suo zio Richard (alter ego di Jonathan Coe) conduce una conferenza nel Cotswold, durante la quale uno dei delegati viene ucciso. Scoprirete se la soluzione delle indagini stia nella politica contemporanea oppure tra le righe di un vecchio enigma letterario.

La vittima è Christopher, ucciso nell’albergo dove si era recato per indagare sul raduno di un gruppo eversivo. Il giallo è soprattutto il pretesto per riflettere sulla deriva della politica inglese e sul mestiere di scrivere. Tra vari colpi di scena, Coe esplora come le ideologie politiche comportino spesso anche la manipolazione della verità.

 

Lorrie Moore “Sono senza casa se questa non è la mia” -La nave di Teseo- euro 20,00

La scrittrice americana Lorrie Moore (nata a Nord dello Stato di New York) oggi vive a Madison ed insegna all’Università del Wisconsin; ha al suo attivo vari romanzi e racconti in corso di traduzione e pubblicazione in Italia.

Ed è una piacevole scoperta perché svela un notevole talento nel trattare temi difficili come la morte e la sua accettazione; mostra uno stile personalissimo nell’imbastire i dialoghi tra i personaggi e le loro battute, il tutto sotteso da uno humor sulla soglia dell’assurdo.

Narra la storia di Finn, professore di mezza età, in congedo temporaneo; forse è la punizione per aver respinto le avance della moglie del preside. Oppure è a causa del suo metodo d’insegnamento che spinge gli studenti a formulare pensieri critici ed autonomi…di quelli malvisti dall’istituzione.

Sia come sia, Finn raggiunge il fratello Max ricoverato in un hospice, anticamera della morte. Un confronto tra due personalità molto diverse tra loro. Nei dialoghi c’è il tema della fine, come affrontarla, la ricerca del senso della vita, il cruccio per le occasioni mancate e il rammarico per non essere riusciti a diventare la persona che sognavano di essere…. Insomma temi belli tosti.

Poi Fin deve ripartire subito quando gli giunge la notizia che Lily, l’amore della sua vita (però gli aveva preferito un altro uomo) si è tolta la vita. Non era la prima volta che ci provava, solo che ora ci era riuscita. Finn corre sulla tomba della suicida dove lo attende una sorpresa.

Lily è morta, eppure Fin la trova ad aspettarlo, in piedi sull’erba del camposanto. Le sembianze sono decisamente quelle di un cadavere chiazzato dalle macchie del livor mortis. Eppure è proprio lei; ha scavato la terra sotto cui era stata sotterrata ed è uscita dal sepolcro, perché si rifiuta di giacere per l’eternità dove altri hanno deciso per lei.

Di qui la strabiliante richiesta a Finn di accompagnarla altrove. Segue un lungo viaggio in macchina durante il quale fa capolino l’affascinante semi follia di Lily; e si spiega come il loro rapporto, sebbene scandito da continue liti e riappacificazioni, avesse retto e creato un legame fortissimo che travalica anche la morte.

 

Katia Tenti “E ti chiameranno strega” -Neri Pozza- euro 19,00

Questo romanzo è una rivisitazione della figura della strega come è stata tramandata nei secoli: immagine tenebrosa e oscura, dedita a pratiche malefiche, legate al demoniaco.

Gli studi compiuti da Katia Tenti ne fanno un’esperta dei fenomeni di devianza; e le sue conoscenze in materia sono dispiegate in questo libro.

Protagoniste sono due donne distanti nel tempo, ma in qualche modo legate, entrambe delle outsider.

Una è Barbara Vellerin, vissuta nel passato e considerata una “striga”.

L’altra, secoli dopo, è l’antropologa Arianna Miele, vincitrice del concorso che prevede la nomina a curatrice di una mostra sulle streghe dello Sciliar.

La neolaureata è al suo primo incarico in Trentino, presso l’importante Fondazione Von Stauber, guidata dal superficiale presidente Moser.

L’allestimento rimanda al 1509, quando a Castel Presule nel paesino di Fié allo Scilar, nelle Dolomiti, si era tenuto uno dei processi più inquietanti del Cinquecento.

30 donne innocenti erano state imprigionate, torturate ed arse sul rogo. Colpevoli, secondo la sentenza, di essere amanti del diavolo.

Barbara Vellerin era una di loro, e le ricerche di Arianna conducono soprattutto a lei. L’antropologa racconta la storia di quelle donne senza voce, vittime di superstizioni ed ignoranza.

Barbara era cresciuta ai margini del paese e la madre le aveva trasmesso le sue profonde conoscenze mediche e fitoterapiche.

E’ in linea matrilineare che si tramandava il sapere medicale.

Le guaritrici conoscevano a fondo i segreti della natura e delle erbe, miscelavano abilmente i medicamenti e guarivano malanni e disturbi vari.

Pratiche e credenze che si discostavano dai dictat della dottrina ufficiale.

Anche per questo le “strighe” furono vittime di una spietata caccia che fu un efficace meccanismo di controllo sociale, e penalizzò la fascia di popolazione più emarginata.

 

Kathy Reichs “Il codice delle ossa” -Rizzoli- euro 19,00

E’ un altro capitolo delle avventure dell’antropologa forense Temperance (“Tempe”) Brennan, le cui caratteristiche ricordano parecchio la scrittrice Kathy Reichs che ha trasfuso molto di se stessa nella protagonista dei suoi thriller. La trasposizione televisiva con l’accattivante serie “Bones” ha poi contribuito

ad ampliare la fama di quest’autrice e del suo alter ego letterario.

Il codice delle ossa”, di primo acchito, sembra un collage di tante indagini differenti, apparentemente scollegate tra loro e con scenari diversi. Due casi che Tempe deve risolvere sono a Montreal; ma il pezzo forte è ai Caraibi, nelle isole Turks e Caicos, dove fanno capolino anche due nuovi detective.

Tutto inizia a Montreal, mentre Tempe e il compagno Ryan sono ospiti sulla barca di un amico per assistere a spettacolari fuochi d’artificio, e si scatena un’improvvisa tempesta. Loro si salvano, ma non altrettanto bene è andata a un uomo che sembra essere stato colpito da un fulmine e finito in acqua; di lui non resta traccia.

Giorni dopo affiorano dei resti che fanno pensare proprio al malcapitato. Tempe si trova ad indagare sull’identità del cadavere e viene a contatto con una detective delle isole caraibiche, Ti Musgrove, che le chiede consulenza per alcuni scheletri ritrovati.

In apparenza questi filoni di indagine sembrano scollegati; ma le sorprese arrivano una dopo l’altra con continui colpi di scena che porteranno Tempe in più paesi e su diversi fronti.

Altro non è da anticipare; solo che la Reichs si riconferma bravissima nel divulgare gli aspetti scientifici della professione di antropologa forense e tiene col fiato sospeso fino all’ultima pagina.

Accettare e accettarsi per vivere meglio

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Prima parte 

 

Mi capita spesso, nella mia attività di formatore rivolta al benessere che genera efficienza ed efficacia esistenziale operativa, e nei miei colloqui di counselling e di coaching, di sottolineare il fatto che nella nostra vita esistono cose su cui abbiamo più o meno potere di intervenire.

Situazioni, avvenimenti, fatti, stati, circostanze che possiamo cambiare totalmente o parzialmente o rispetto ai quali, al contrario, non abbiamo alcuna possibilità di intervento. Una gran parte delle nostre sofferenze ci deriva proprio dal fatto di non sapere ben distinguere tra queste due fondamentali tipologie.

E agire poi di conseguenza, lottando e impegnandoci per le cose su cui possiamo avere possibilità di intervento ed evitando di perdere energie, tempo e tranquillità per tutto ciò che, all’opposto, sta al di fuori della nostra sfera di azione e di risultato.

Il primo essenziale passo consiste quindi nel saper discriminare a monte, (e nel più breve tempo possibile…) le differenti situazioni. Qui entrano in gioco i primi tre passaggi di quell’ideale percorso di adeguatezza personale che inizia dalla consapevolezza.

Che ci permette di scegliere opportunamente come agire, e che con l’azione diventa apprendimento e acquisizione di valore personale. Essere cioè consapevoli che su alcune (forse molte…) situazioni non abbiamo alcun potere di agire, e che la cosa migliore in questi casi è scegliere di accoglierle così come sono.

Di accettarle, quindi. Senza con questo correre il rischio di cadere nell’errore opposto, cioè di rassegnarsi, accettando passivamente situazioni nelle quali invece, magari con fatica e perseveranza, possiamo ottenere risultati positivi perché abbiamo la possibilità di intervenire per cambiarle in meglio.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della prima parte)

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Rock Jazz e dintorni a Torino: Seeyousound e Gigi D’Agostino

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Prosegue Seeyousound al cinema Massimo. In programma : “Omar And Cedric: If This Ever Gets Weird” di Nicolas Jack Davies (anteprima Italiana) + “James Blake -Like The End” di Jon Rafman. “AllYou Need Is Death” di Paul Duane (anteprima italiana) +”Else -Ocean” di Mohamed Chabane &Thèo Jourdain. “Slot Fiction” comprendente : Elevaciòn, A Toi Les Oreilles, Deep In My Heart is A Song, Hymn Of The Plague. “My Way” di Thierry Teston ( anteprima italiana) + live Bluebeaters. “Googoosh- Made of Fire” di Niloufar Taghizadeh ( anteprima italiana) alla presenza del regista.

Martedì. Al Blah Blah si esibiscono i Franco Forte. Seeyousound propone: “Peaches Goes Bananas” di Marie Losier + “Fortuno-Wanna Believe U” di Ja’Lisa Arnold. “RockBottom” di MariaTrenor (anteprima italiana) + “Six Cigarettes For Robert” di Fausto Caviglia. “Slot Animation” che comprende :Cosmic Routine, Sans Voix, Trumpet Voice, Zoopticon. “Kode9-Escapology Live A/V”, un progetto di Almare e Seeyousound. “Any Other Way:The Jackie Shane Story” di Michael Mabbott, Lucah Rosemberg-Lee, (anteprima Italiana) + ”Naskar” di El Cielo.

Mercoledì. Allo Ziggy è di scena Geneva Jacuzzi. A Eataly si esibisce The Niro. Per Seeyousound: “Imago” di Olga Chajdas, “LesReines Du Drame” di Alexis Langlois, “Misty-The Erroll Garner Story” di Georges Gachtot + “Sunnan-My Love For You” di Nicolina Knapp, “SlotDocs” che comprende : Ressonàncies, Apocalypse, I Think I’M Here, Les Rengaines. “Mogwai: If The Stars Had A Sound” di Antony Crook + “Mustafa_Gaza Is Calling” di Hiam Abbas & Sakir Khader.

Giovedì. Al Cafè Neruda suona il trio di Marco Parodi. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Anna Castiglia. Alla Divina Commedia si esibiscono i Tre Uomini in Pericolo. All’Off Topic suonano i 18 K. Al Blah Blah sono di scena i Planet Of Zeus. Allo Ziggy si esibiscono Make Po, Varylem, Dada, The Robots. Penultimo giorno di Seeyousound con in programma: “AllYou Need Is Death” di Paul Duane + “Novze-J’Existe” di Marco Pacchiana, “BornTo Be Wild: The Story Of Steppenwolf” di Oliver Schwehm + “Washed Out -The Hardest Part” di Paul Trillo, “ The Gesuidouz” di Kenichi Ugana+ “Ilhoe- Matins Sauvages “ di Loic Phil, “EBM-Electronic Body Movie” di Pietro Anton (alla presenza del regista) + “La Favi & Rosaliedu 38- Memories” di Jules Harbulot, “Slot Videoclips : Soundies Presents Videoflow: Silenzio”, “Jesus Lives The Fools” di Filippo D’Angelo, Dimitris Statiris e Mauro Giovanardi + Live Mauro Ermanno Giovanardi e Marco Carusino, “Going Underground” di Lisa Bosi (alla presenza dei Gaznevada) + Lydsten -Bias di Simon Lemarchand, Al Capodoglio “Going Underground” Dj set,.

Venerdì. Al Folk Club suonano i El Pony Pisador. All’Inalpi Arena è di scena Gigi D’Agostino. Alla Divina Commedia si esibiscono i Soultrane. Al Blah Blah suonano i NesimaPark. Ultimo giorno di Seeyousound. In programma: “Omar And Cedric:If This Ever Gets Weird” di Nicolas Jack Davies + “Apacalda -She’s Not Coming” di Mailis, “House Music :A Cultural Revolution” di Barbara E. Allen alla presenza della regista (anteprima internazionale), “Rock Bottom” di Maria Trenor + “Lecx Stacy-As Tendrils Of Smoke” di Chris Yellen & Eddie Mandell, “Slot Videoclip: Soundies Presents VideoFlow: Respiro”, “Bam Bam:The Sister Nancy Story” di Alison Duke+ “Wallace Cleaver-Plus Rien N’Est Grave” di Sangfroid, +“Noèmi Bucji Does It Still Matter” Live A/V, all’Off Topic “Seeyousoundsystem” Francois Kevorkian + Teo Lentini+ Decret Guest, after party del film “House Music : A Cultural Revolution”.

Sabato. Al Circolo Sud si esibisce Steppo. Allo Spazio 211 è di scena Generic Animal. Al Blah Blah suonano i Death Wishlist.

Domenica. Al Magazzino di Gilgamesh è di scena la Shanna Waterstown Band. Al Blah Blah gli Chew.

Pier Luigi Fuggetta

La zuppa mitonà, la ricetta piemontese con il pane raffermo

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La zuppa mitonà, a metà tra una zuppa e un gratin, ecco un piatto tipico piemontese da riscoprire.

Qualche curiosità sulla zuppa mitonà (supa mitonà)

La supa mitonà (si pronuncia mitunà) è un piatto tipico della cucina piemontese, ed è particolarmente diffusa nel biellese. Si tratta di un piatto molto sostanzioso e saporito, perfetto soprattutto nei mesi freddi per mangiare qualcosa di caldo e sostanziosa. Come tutte le ricette antiche, è anche una valida alternativa per non sprecare il pane raffermo.

Il nome di questa zuppa deriva dal verbo francese mitonner, che fa riferimento a una cottura lenta e a fuoco dolce. Esistono numerose varianti: le più comuni prevedono l’aggiunta di fagioli o pomodori.
La redazione de Il Torinese vi propone la ricetta semplice, da personalizzare come più vi piace.

Il tempo impiegato per la preparazione della zuppa è di circa 40 minuti.

Ingredienti per la zuppa mitonà:

  • 4 porri
  • 4 cucchiai di olio extravergine
  • 4 acciughe
  • 1 cucchiaio di capperi
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • 1 manciata di parmigiano grattugiato
  • 1 noce di burro
  • 500g di pane raffermo
  • 1l di brodo di carne

Procedimento:

  1.  Per prima cosa, mettete a bagno i capperi in acqua fredda e lasciateli rinvenire per un’ora, cambiando l’acqua un paio di volte. Nel frattempo lavate le acciughe, e privatele delle lische. Lavate i porri con acqua fredda, e poi affettateli a rondelle molto sottili. Potete utilizzare anche qualche centimetro del gambo verde, renderà il piatto ancora più saporito. A questo punto togliete l’anima (il germoglio interno) dallo spicchio d’aglio e tagliate anche questo a fettine sottilissime.
  2. Prendere una pentola di terracotta (in alternativa, potete usare una pentola antiaderente) e scaldate 4 cucchiai d’olio extravergine insieme alla noce di burro; a questp punto si uniranno tutti gli ingredienti. Cominciate con l’aglio a fettine, lasciatelo ammorbidire a fuoco basso (non deve friggere), per 10 minuti. Unite le acciughe e, sempre a fiamma bassa, fatele sciogliere servendovi di un cucchiaio di legno. Unite i porri affettati e i capperi tritati finemente. Mescolate bene e fate stufare, sempre a fuoco dolce, per una ventina di minuti. Aggiungete un mestolo di brodo in cui sarà stato stemperato 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, e proseguite la cottura fino a quando i porri non siano divenuti tenerissimi, trasparenti e quasi disfatti.
  3. A questo punto manca ancora l’ingrediente principale, ovvero il pane raffermo. Affettatelo e dividete ogni fetta in listarelle larghe approssimativamente 3 dita. A questo punto lasciatele dorare in un forno già caldo (circa 180°), fino a quando assumeranno una consistenza croccante.
  4. Imburrate una pirofila e sistematevi quindi uno strato di listarelle di pane vicine tra loro. Sopra aggiungeteci una parte dei porri e un’abbondante spolverata di parmigiano. Alternate uno strato di pane a uno di porri e parmigiano fino ad esaurire gli ingredienti. Se possibile, fate in modo che l’ultimo strato sia di pane. Un’accortezza: non riempite completamente la pirofila, poiché il pane aumenterà di volume.
  5. A questo punto unite lentamente il brodo caldo: dev’essere sufficiente a inzuppare il pane e sfiorarne appena la superficie. Infornate in forno già caldo (circa 180°) e fate cuocere per circa 30 minuti. Per gratinare la superficie, ottenendo così un gradevole effetto estetico e una consistenza più croccante.
  6. A fine cottura spolverate generosamente la supa mitonà con parmigiano e cospargete con fiocchetti di burro, prolungando la cottura ancora di qualche minuto. Prima di servire, lasciate riposare 10 minuti… et voilà, gustatevi la vostra mitonà!