PRIMA PAGINA- Pagina 872

Cioccolatò, delizie in piazza San Carlo

CIOCCOLATO

In programma anche il gemellaggio con l’Expo 2015 ed il premio ‘Cioccolato giovani’

 

Torna la rassegna per eccellenza del cioccolato, il festival ‘Cioccolatò’. Sarà anche occasione di riflessioni economiche e sociali, visto che le scorte mondiali di cacao sarebbero a rischio a causa dell’eccesso dei consumi e le minacce alle piantagioni di cacao per un fungo, oltre ai cambiamenti climatici. Appuntamento in piazza San Carlo nel fine settimana con i più famosi  produttori e maestri cioccolatieri di Torino e non solo che presentano tantissime prelibatezze. In programma anche il gemellaggio con l’Expo 2015 ed il premio ‘Cioccolato giovani’.

Se chiami a casa e trovi occupato

moi1moi

 

La commissione municipale doveva valutare le condizioni di degrado delle palazzine di via Giordano Bruno. edifici di proprietà comunale,  che nel 2006 hanno ospitato gli atleti dei Giochi olimpici invernali. Un gruppo di rifugiati, circa un centinaio, ha però impedito – tra urla e insulti –  ad alcuni consiglieri comunali di visitare gli appartamenti occupati.

 

 (Leggi anche la cronaca nel servizio di Maria Ferreri e Chiara Mandich in COSA SUCCEDE IN CITTA’)

 

In altre città si verificano fenomeni ancora peggiori: oltre ad edifici pubblici (del demanio o del comune) ed immobili privati sfitti, in zone popolari particolarmente degradate succede che “uscendo di casa” si rischi di non poterci più rientrare. Perché nel mentre una famiglia (o un gruppo) di immigrati ha fatto irruzione e si è barricato dentro

 

Aspetto grottesco e drammatico della crisi è quello delle “occupazioni”. Da anni ormai, qui a Torino, siamo abituati ad avere ragazzi dei centri sociali che in nome di non meglio precisati valori di giustizia sociale, entrano in immobili sfitti o abbandonati e vi si installano.Ora, la cosa di per sé generava problemi di ordine pubblico e sicurezza (per esempio in alcuni edifici fatiscenti erano gli stessi occupanti abusivi ad essere in pericolo per la mancata messa in sicurezza della struttura, o per condizioni abitative tutt’altro che “a norma”) ma l’amministrazione pubblica ed il Comune hanno sempre lasciato un po’ correre, dando il là, oltre tutto, a giustificate polemiche da parte degli oppositori di turno, che hanno sempre richiamato a concetti di legalità e principio per contrastare il fenomeno.

 

Oggi, tuttavia, siamo passati ad una nuova fase del problema. Già negli ultimi anni si sono verificati casi in cui proprietari di appartamenti si sono trovati interamente defraudati dei loro diritti, a favore di “occupanti” protetti dai centri sociali e da delinquenti vari. Le forze dell’ordine e gli ufficiali giudiziari si sono trovati spesso nella condizione di non poter procedere per questioni di ordine pubblico e alcune situazioni, in diversi quartieri della città, si protraggono da anni, con ovvi danni economici per persone che non hanno nessuna colpa se non quella di aver acquistato (molte volte con sacrificio) quello che una volta era l’investimento più sicuro: il mattone.  L’atteggiamento della sinistra torinese è sempre stato ondivago. Da un lato, è evidente a tutti che l’Italia è un paese in cui la sicurezza è sempre stata interpretata, dalle famiglie, come “casa”. E ciò significa che per generazioni, gli italiani hanno lavorato e si sono prodigati per potersi permettere un immobile, che oggi viene tassato a livello nazionale e locale quasi con crudeltà.

 

In altre città si verificano fenomeni ancora peggiori: oltre ad edifici pubblici (del demanio o del comune) ed immobili privati sfitti, in zone popolari particolarmente degradate succede che “uscendo di casa” si rischi di non poterci più rientrare. Perché nel mentre una famiglia (o un gruppo) di immigrati ha fatto irruzione e si è barricato dentro. Ed in molti casi persone anziane, per nulla abbienti, si trovano in situazioni paradossali, con le proprie cose rubate o buttate e senza più un tetto sotto cui dormire.

 

A Torino si è verificato un fatto gravissimo: la Commissione Controllo di Gestione del Comune di Torino,   presieduta dal consigliere leghista Roberto Carbonero, aveva programmato un sopralluogo all’ex Moi, il villaggio olimpico costruito nel 2006 occupato da ormai quasi due anni dai profughi dell’Emergenza Africa, per verificare lo stato degli edifici e valutare i danni fatti durante gli oltre venti mesi di abusivismo. In un secondo tempo il sopralluogo è stato annullato per evitare – a detta del capogruppo PD Michele Paolino – “che venisse considerato una provocazione”. Rimandato a quando ci sarebbe stata più “calma e serenità”, la Commissione è stata comunque occasione per due consiglieri di opposizione, Marrone (Fratelli d’Italia) e Ricca (Lega Nord), di recarsi sul luogo ed essere accolti da cori di insulti, fischi e contestazioni dei centri sociali (e degli occupanti “profughi”).

 

In questo caso non si tratta di diritti di proprietà di cittadini violati direttamente, essendo comunque le palazzine inutilizzate, ma dell’ennesimo precedente inquietante: esiste un asse consolidato tra clandestini e centri sociali, per cui l’assetto organizzativo dei secondi e l’aggressività dei primi è messa a sistema per bloccare ogni forma di normale legalità. A rimetterci, in data odierna, due consiglieri di opposizione del consiglio comunale, ma quanti torinesi non vengono tutelati quotidianamente nella nostra città? Dovremo aspettarci anche a Torino che in certe zone, chi esce di casa rischi di non poterci più rientrare? Marrone e Ricca, dopo aver rischiato lo scontro fisico ed essersi ritirati, annunciano di voler denunciare l’amministrazione comunale alla Corte dei Conti per danno erariale; intanto, senza curarsene, gli squatter hanno organizzato un “presidio” nell’area Ex Moi questo pomeriggio.

 

Giovanni Vagnone

Carissima tav, 20 sindaci si rivolgono alla Corte dei Conti

notav striscionenotav manifestanteCome è noto, si parla di un aumento da 2,9 miliardi previsti a quasi 7

 

Il pasticciaccio della lievitazione dei costi della Torino-Lione, scoperto dal senatore Pd Stefano Esposito (vicenda che – quasi quasi – ha fatto ricredere il presidente Sergio Chiamparino sulla bontà dell’opera) ha dato un assist eccellente ai No- Tav. Ed ecco che prontamente, attraverso i sindaci contrari all’alta velocità ferroviaria viene presentato un esposto alla Corte dei Conti italiana, a quella d’oltralpe e  alla Comunità Europea sulle per lo meno presunte anomalie relative ai costi di realizzazione.

 

Come è noto, si parla di un aumento da 2,9 miliardi previsti a quasi 7. Sono una ventina i primi cittadini della Valle di Susa che hanno dato mandato agli avvocati Stefano Bertone ed Emanuele D’Amico. Gli stessi sindaci hanno anche chiesto ai presidenti del Senato e della Camera, di istituire una commissione di inchiesta parlamentare. Il ministro dei Tarsaporti Maurizio Lupi conferma, invece, che i costi non aumenteranno.

 

(Foto: il Torinese)

Stop alla pioggia ma in Piemonte restano i disagi del maltempo

grattacielo

Le frane e gli allagamenti hanno lasciato il segno sul territorio

 

Dopo l’ondata di maltempo che ha flagellato la regione è tornato il sole Torna il sole sul Piemonte. Le frane e gli allagamenti hanno però lasciato il segno sul territorio. Ancora in difficoltà il Basso Piemonte, nel Novese e, al Nord, nel Biellese e nel Verbano Cusio Ossola. Qui il  livello dei laghi Maggiore e Orta è ancora superiore alla normalità. Terminata la pioggia, però, le acque dovrebbero calare  di 25-30 centimetri al giorno. Chiuso l’ospedale di Omegna, per consentire di liberare i locali da acqua e fango. Il sottosegretario Delrio, nell’annunciare la concessione dello stato di emergenza per le zone alluvionate, ha annunciato un nuovo piano del governo per la tutela del territorio nazionale contro le calamità naturali.

 

 MALTEMPO, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO REGIONALE

La pioggia non ha dato tregua al Piemonte: al nord le province più colpite sono state quelle di Biella, dove è alto il rischio frane, e quella di Verbania, con i laghi Maggiore e Orta sorvegliati speciali. In provincia di Alessandria si lavora per riaprire le strade e far rientrare gli allagamenti, soprattutto nelle periferie del capoluogo.

È quanto ha riferito martedì 18 novembre in Consiglio regionale l’assessore alla Difesa del suolo Francesco Balocco, informando l’Aula che è in corso la stima degli ultimi danni verificatisi. Al momento la quantificazione dei danni e delle necessità di interventi nell’evento di metà ottobre e del 4-5 novembre vede circa 10 milioni di euro spesi con ordinanze dai sindaci, mentre l’importo complessivo che è in corso di definizione supera i 100 milioni di euro, 10 già spesi per le emergenze, 40 per le urgenze non immediate e 50 milioni per la sistemazione e il completamento, senza tenere conto dei danni ai privati.

Balocco si è poi soffermato sulla visita ad Alessandria del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Graziano Del Rio e del capo della Protezione civile Franco Gabrielli.

Del Rio ha annunciato l’ammissibilità di sforare il patto di stabilità per consentire gli interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio, la possibilità per i Comuni di accedere a mutui a tasso zero per 3 miliardi, un piano nazionale con investimenti per 9 miliardi nei prossimi 7 anni e lo stanziamento nella legge di stabilità delle risorse per alimentare il fondo emergenze.

Il dibattito – per la maggioranza sono intervenuti i consiglieri Silvana AccossatoNadia ConticelliValter OttriaAntonio FerrentinoVittorio BarazzottoDomenico Ravetti (Pd) e Marco Grimaldi (Sel), per i gruppi dell’opposizione hanno invece parlato Paolo MighettiDavide BonoFrancesca FredianiGiorgio BertolaMauro CampoGianpaolo AndrissiFederico Valetti(M5S), Diego Sozzani e Massimo Berutti (FI) – si è sviluppato intorno alla constatazione che il disastrato stato del territorio italiano è una priorità assoluta, cui si deve mettere mano senza più ritardi, per evitare nuovi morti e per tentare di ridurre i rischi ai quali centinaia di migliaia di cittadini sono esposti ogni giorno.

Al termine è stata approvata all’unanimità la mozione, che aveva ottenuto un ampio parere favorevole il 17 novembre dalle Commissioni Ambiente (presidente Accossato) e Urbanistica (Conticelli), e che chiede alla Giunta di rivedere nel suo complesso il piano regionale strategico delle opere di difesa del suolo con riguardo sia allo stato idrogeologico territoriale, sia alla rete idrografica regionale. Sulla base di questo, si chiede di predisporre un elenco delle opere pubbliche da realizzare o ripristinare secondo priorità e pericolosità, e un piano di interventi di pulizia sui fiumi, in accordo con le comunità locali, attraverso tavoli di concertazione intercomunali, coordinati dalla Regione, organizzati tendendo conto delle aste fluviali e finalizzati alla prevenzione e al monitoraggio.

È stato invece respinto l’ordine del giorno, primo firmatario Mighetti (M5S), che chiedeva di riallocare gli stanziamenti previsti per la prosecuzione delle opere relative alla linea ferroviaria del Terzo valico dei Giovi (alta velocità Genova-Milano), impiegandoli per il ristoro dei danni alluvionali subiti dal territorio dell’Alessandrino.

 

MB/ABwww.cr.piemonte.it

 

(Foto: il Torinese)

Polizia “piccante”, potrà usare lo spray al peperoncino

POLIZIA CROCETTAPOLIZIA FESTALa bomboletta potrà essere utilizzata durante i servizi di ordine pubblico, quali cortei, manifestazioni e disordini negli  stadi

 

La sperimentazione durerà 6 mesi e inizierà dalle città di Torino e Milano. I reparti mobili della Polizia di Stato saranno dotati, oltre aI consueti “attrezzi del mestiere”, anche di spray al peperoncino. La bomboletta piccante potrà essere utilizzata durante i servizi di ordine pubblico, quali cortei, manifestazioni e disordini negli  stadi dove spesso la situazione degenera. E’ quanto previsto da una circolare diramata dal Dipartimento della pubblica sicurezza al fine di limitare al minimo il contatto fisico tra agenti di polizia e manifestanti. Sarà individuato un agente per ogni squadra, che sarà dotato del  nuovo dispositivo.

 

(Foto: il Torinese)

Tentarono di avvelenare vecchia zia: condannati a 10 anni

tribunaleLei 62 anni e il figlio 36 erano stati scoperti dalla polizia su segnalazione  dei medici della clinica che avevano trovato il veleno

 

La giustizia ha fatto il suo corso. Vi ricordate dell’assurda vicenda della donna e di suo figlio che avevavno tentato per tre volte di avvelenare la zia quasi centenaria per impossessarsi del suo patrimonio? I due sono stati condannati a 10 anni di reclusione.  Erano arrestati lo scorso mese di giugno in una dimora per anziani di Cavour. Avevano somministarto alla zia 97enne  alcune dosi di topicida. Lei 62 anni e il figlio 36 erano stati scoperti dalla polizia su segnalazione  dei medici della clinica che avevano trovato il veleno.

 

(Foto: il Torinese)

Stato di emergenza per i comuni alluvionati e arriva il piano del governo

Richiesta la possibilità  per i Comuni alluvionati di non essere vincolati dal patto di stabilità

 

alluvione

 

AGGIORNAMENTO

E’ in arrivo un piano del governo sul rischio idrogeologico. Lo ha annunciato ad Alessandria il sottosegretario Graziano Delrio. “Almeno potremo dire che abbiamo fatto tutto il possibile per proteggere un territorio tanto fragile come il nostro”, ha aggiunto Delrio all’Ansa. Intanto il governo concede ai Comuni danneggiati dal maltempo la dichiarazione di stato di emergenza

 

 

 

Dopo la tregua dei giorni scorsi è ancora pioggia incessante su tutto il  Piemonte. Nel Nord della regione si attende la nuova perturbazione e le province più colpite sono quelle di Biella, Alessandria e Verbania. E’ forte il rischio di  frane, e nel Vco si teme di nuovo per il livello dei  laghi Maggiore e Orta. Nell’Alessandrino si sta ripristinando la viabilità. Nel capoluogo si è intanto svolto l’incontro tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli.

 

Gli amministratori locali hanno chiesto il riconoscimento dello stato d’emergenza, con la possibilità  per i Comuni alluvionati di non essere vincolati dal patto di stabilità. Necessitano fondi per le opere urgenti. “In un mese siamo andati a bagno tre volte”, hanno dichiarato all’Ansa il sindaco di Alessandria e di Novi Ligure, Rita Rossa e Rocchino Muliere.

Frejus, ore 11,36: è caduto l’ultimo diaframma del secondo tunnel

frejus1frejus2Allo “storico” momento erano presenti  il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino

 

Abbattuto l’ultimo diaframma della seconda canna del traforo del Frejus. Ora è completato lo scavo della seconda galleria del tunnel autostradale di collegamento tra l’Italia e la  Francia.

 

Il progetto della  galleria di sicurezza parallela al traforo risale a 5 anni fa. Il costo complessivo dell’opera e’  pari a 407, milioni di euro, suddivisi tra i due Paesi. Nel maggio del 1979 era stato fatto cadere l’ultimo diaframma del traforo del Frejus, allora in costruzione.

 

Allo “storico” momento erano presenti  il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, i vertici delle due societa’ concessionarie, la nostra Sitaf e la francese Sftrf.

 

La seconda canna è lunga 12.878 metri, di cui oltre 6 mila sul territorio italiano. Il diametro è di 8 metri e disponedi 34 rifugi e 10 stazioni tecniche e di 9 bypass di cui 5 per la parte italiana che saranno terminati entro i prossimi due anni. Il traffico potrà circolare – o almeno così si prevede –  nel 2019, una volta finita la realizzazione degli impianti di ventilazione, illuminazione e antincendio.

 

(Foto: FMB – il Torinese)

 

Salva Piemonte, Chiamparino torna da Roma soddisfatto

chiampa scrivaniaREGIONE PALAZZOIl Piemonte ha risparmiato già 100 milioni di euro rispetto al passato e potrà fare affidamento su altri 110 milioni che verranno incamerati grazie all’aumento dell’irpef e del bollo auto

 

 AGGIORNAMENTO

Chiamparino, di ritorno dalla capitale ha detto che l’incontro, seppur interlocutorio è stato positivo.”Nessuno dei nostri temi è stato respinto emi pare che gli sforzi prodotti sia sul piano della riqualificazione del taglio della spesa sia sul piano della rimodulazione fiscale siano stati compresi”.

 

 

Missione (im)possibile per Sergio Chiamparino, accompagnato dal fido Aldo Reschigna, assessore al Bilancio? Oggi pomeriggio a Roma incontrano il ministro dell’Economia Padoan per cercare di convincerlo a intervenire a favore dei conti regionali dissestati. Il governatore dice di non voler chiedere soldi al governo (“non andremo a Roma con il cappello in mano”, aveva dichiarato tempo fa) ma intende dimostrare che la Regione ha preso provvedimenti seri e credibili per tamponare l’emorragia di risorse.

 

Intanto i due rappresentanti regionali dimostreranno al ministro che il Piemonte ha risparmiato già 100 milioni di euro rispetto al passato e potrà fare affidamento su altri 110 milioni che verranno incamerati grazie all’aumento dell’irpef e del bollo auto. Insomma, c’è buona volontà da parte piemontese. In cambio la Regione chiede al governo di dilatare i tempi del rientro dal disavanzo (oggi fissati a tre anni), di mantenere i mutui “preammortati” per due anni e di definire l’impiego dello “sbloccacrediti” (oltre 4 miliardi che rischiano di essere inseriti nel disavanzo dalla Corte dei Conti”.

 

In serata si saprà se il  progetto Salva Piemonte sarà accolto dal governo, dando una boccata d’ossigeno alle casse regionali e un minimo di speranza ai cittadini colpiti dall’aumento delle tasse regionali , definito dal governatore “una scelta obbligata”. Del resto, ha dichiarato Chiamparino alla Stampa: “sapevo che in regione non sarei salito su un calesse dorato. Penso che i piemontesi mi abbiano scelto proprio per questo”.

Morte della donna incinta e del bimbo, è polemica sul sistema sanitario

A Ciriè i medici avevano detto ai familiari che la bambina era persa. Dopo è iniziata  una corsa contro il tempo per trovare un’équipe di specialisti per affrontare l’emergenza

mauriziano

La vicenda è tristemente nota. Era incinta al settimo mese, la donna di 40 anni che è morta per una tragica fatalità, inciampando nella propria in casa. Nella caduta,  ha frantumato una porta a vetri che le ha tagliato l’arteria femorale. Un dramma doppio, poiché è morto anche il bimbo che aveva in grembo. L’incidente è accaduto a Varisella, in provincia di Torino. E’  stata portata in elisoccorso all’ospedale ma i sanitari non hanno potuto salvare né lei né il bambino.

 

Dopo la tragedia, la ricerca di eventuali responsabilità sui soccorsi e sulla gestione “politica” della sanità. “Chiedo all’assessore Antonio Saitta di venire a riferire in Aula già martedì prossimo per comprendere come sia potuto accadere un caso di questa gravità”. A dichiararlo il capogruppo di Forza Italia Gilberto Pichetto a seguito del decesso della donna all’Ospedale Mauriziano dopo il lungo calvario che ha dovuto subire nelle ore immediatamente successive all’incidente.

 

 “Cose del genere non possono e non dovrebbero avvenire. Più che le eventuali responsabilità, che spetterà ad altri accertare, quello che ci interessa è comprendere come può agire immediatamente la politica per migliorare il sistema sanitario. Abbiamo presentato un question time per approfondire immediatamente una vicenda che ribadisco ha una gravità assoluta”. 

 

Come ha evidenziato il quotidiano La Stampa,  già a Ciriè i medici avevano detto ai familiari che la bambina era persa. Dopo è iniziata  una corsa contro il tempo per trovare un’équipe di specialisti per affrontare l’emergenza. “Alle Molinette sono impegnati, al San Giovanni Bosco evidenziano che non è il loro turno per le criticità in arrivo dal 118. Alla fine Manuela Rosselli arriva in ambulanza al Mauriziano. Entra in sala operatoria”. Il resto è drammatica cronaca.

 

(Foto: il Torinese)