PRIMA PAGINA- Pagina 822

Omicidio Musy, condanna all'ergastolo per Francesco Furchì: per la Corte "Casco" era lui

+++FERITO MUSY: FERMATO IL PRESUNTO SPARATORE +++

Il collegio della difesa (Mariarosaria Ferrara e Gaetano Pecorella), aveva chiesto l’ assoluzione dell’imputato che afferma da sempre di essere innocente

 

Condanna all’ergastolo per Francesco Furchì, l’uomo accusato di essere “Casco”, l’uomo zoppicante e mascherato con un casco da motociclista, l’autore dell’omicidio del consigliere comunale Alberto Musy. E’ la sentenza della Corte di Assise di Torino. Musy venne preso alla sprovvista e ferito a colpi di pistola il 21 marzo 2012 all’ingresso della propria abitazione. Morì, senza aver ripreso conoscenza,  dopo un anno e sette mesi di agonia. “Sono innocente, è un’ingiustizia, non è giusto” ha detto Furchì prima di uscire dall’aula. La moglie di Musy, Angelica Corporandi: “Finalmente so che cosa dire alle mie bambine”. Il collegio della difesa (Mariarosaria Ferrara e Gaetano Pecorella), aveva chiesto l’ assoluzione dell’imputato che afferma da sempre di essere innocente.

 

A pronunciare la sentenza, il presidente della Corte d’Assise di Torino Pietro Capello.  I giudici hanno riconosciuto alla moglie di  Musy una provvisionale di un milione di euro. Alla madre e alla sorella una provvisionale di 100 mila euro ciascuna.  Furchì è stato inoltre dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale. 

La sentenza del maxi processo ai No Tav: 140 anni di carcere, 47 condanne e 6 assoluzioni

notav striscione

notav ovunqueSono 193 gli anni chiesti dalla procura della repubblica, dopo un processo durato due anni. Le accuse vanno dalle lesioni, al danneggiamento, alla violenza contro pubblico ufficiale

 

Un totale di 140 anni di reclusione per 47 condanne e sei assoluzioni. Nell’aula bunker delle Vallette si è chiuso il maxi processo ai no tav per gli scontri avvenuti 2011 in Valle di Susa. Il giudice Quinto Bosio ha letto la sentenza legata alle vicende degli scontri con le forze dell’ordine al cantiere di Chiomonte avvenuti nell’estate di 4 anni fa. Sono 193 gli anni di carcere chiesti dalla procura della repubblica, dopo un processo durato due anni. Le accuse vanno dalle lesioni, al danneggiamento, alla violenza contro pubblico ufficiale.

 

Dal pubblico il grido di “vergogna” dopo la lettura del dispositivo, quando  gli imputati hanno dato lettura di una dichiarazione che i giudici non hanno ascoltato, abbandonando l’aula. Alcuni dei presenti hanno intonato Bella Ciao, altri hanno protestato ad alta voce. Secondo gli avvocati della difesa si tratta di condanne spropositate: una sentenza già scritta e immaginabile la cui entità delle pene non ha alcun senso.

 

Scrive il sito notav.info: “Un regalo che viene chiaramente fatto all’oramai pensionato Caselli ex-procuratore capo di Torino e ideologo di questa persecuzione ai danni del movimento No Tav. Tutta la sua corte, e quella che lui serve da una vita, saranno pronti a dire che avevano ragione e che giustizia è stata fatta (dopo tutte le batoste che si sono presi in quest’ultimo anno). Volevano una condanna pesante per poter agitare ancora una volta il feticcio del Nemico Pubblico No Tav ma si sa, la credibilità agli occhi dei più se la sono oramai giocata da un pezzo e noi la nostra strada non abbiamo mai smesso di percorrerla, dimostrando che abbiamo ragione da vendere e loro torto marcio”.

 

(Foto: il Torinese)

Piano regolatore, i 20 anni che hanno trasformato Torino in capitale dell'innovazione

quadrante settimo

 

Nel 1995, l’approvazione del Piano Regolatore Generale firmato da Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi sancisce l’avvio di una stagione di profondo rinnovamento della città per decenni identificata come la città-fabbrica italiana. Da allora, Torino è diventata un’altra città

 

Un programma di eventi per festeggiare il piano regolatore e vent’anni di trasformazioni che hanno fatto di Torino “capitale universitaria, di cultura e di innovazione”. E’ quanto ha detto il sindaco, Piero Fassino,  all’Urban Center in occasione della presentazione delle iniziative. Un calendario fitto di incontri con ingegneri, architetti, esperti e progettisti ed esperti per rammentare il  passato e immaginare il futuro.

 

Torino è un’altra città

Nel 2015 Urban Center Metropolitano propone un programma di attività culturali per conoscere più da vicino la trasformazione vissuta da Torino negli ultimi 20 anni: da quando, nel 1995, l’approvazione del Piano Regolatore Generale firmato da Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi sancisce l’avvio di una stagione di profondo rinnovamento della città per decenni identificata come la città-fabbrica italiana. Da allora, Torino è diventata un’altra città. UCM racconta come essa è cambiata, in quali modi, con quali politiche e strumenti sia stato possibile trasformarsi, e quali siano gli scenari futuri che si aprono ora dinnanzi alla nuova città metropolitana. Un’occasione per ripercorrere alcuni dei nodi più significativi di un processo di cambiamento che ha riguardato la società locale nel suo complesso, ridefinendo gli assetti sociali, economici ed urbani del territorio torinese. Dibattiti a più voci, dove protagonisti e osservatori dalle professionalità diverse si confronteranno su temi che incrociano la storia recente della trasformazione urbana, le prospettive di sviluppo per la città metropolitana e le politiche pubbliche che guardano alla Torino futura.

 

(www.urbancenter.to)

 

Terrorismo, controlli della polizia a Porta Nuova: identificati in 56 di cui 22 stranieri

isis

Due stranieri espulsi abitavano in provincia di Novara. Il provvedimento di espulsione lo scorso mese di dicembre

 

Allerta terrorismo anche in Piemonte. Facendo seguito alle disposizioni del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il prefetto di Torino Paola Basilone aveva già provveduto, nei giorni scorsi, dopo i fatti violenti di Parigi, ad aumentare le misure di sicurezza nei cosiddetti obiettivi sensibili. Monitorati dalla polizia, in particolare, l’aeroporto di Caselle, le stazioni ferroviarie, gli edifici di culto e le redazioni dei giornali.

 

In particollare a Polizia Ferroviaria di Torino ha intensificato le attività di controllo sui treni e all’interno della stazione Porta Nuova. La questura ha comunicato che la maggiore attenzione, mirata anche alla prevenzione di eventuali atti terroristici, ha portato negli ultimi giorni ad identificare 56 persone, 22 delle quali cittadini stranieri. Un marocchino che era sottoposto agli arresti domiciliari, è stato arrestato  perché si era allontanato dal proprio domicilio.

 

Si è appreso nei giorni scorsi che uno  dei nove stranieri espulsi dall’Italia lo scorso mese di dicembre, in quanto  sospettati di essere collegati al terrorismo islamico abitava a Novara.Si tratta di un tunisino, Ben Salah, di 41 anni. Recentemente era tornato nel suo paese d’origine per poi ma poi rientrare nel territorio italiano, a Romentino e Trecate, nel Novarese. Aveva sposato la prima donna ad essere multata in Italia perché indossava il burqa, nel 2010. Anche un secondo espulso, catturato dalle forze dell’ordine a Milano, frequentava la moschea di Castelletto Ticino, sempre in provincia di Novara.

E' la volta di un Presidente torinese sul Colle? La corsa di Fassino il "corazziere"

Italy Politics

fassino66IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

E’ la prima volta da molto tempo che un piemontese se la gioca davvero e la sua elezione consentirebbe alla nostra regione di portarsi in testa nella speciale classifica dei Presidenti repubblicani che oggi vede appunto già tre piemontesi (Einaudi, Saragat e Scalfaro) in parità con tre campani (De Nicola, Leone, Napolitano), davanti a sardi (Segni e Cossiga) e toscani (Gronchi e Ciampi)

 

Ci saranno anche tre “grandi elettori” regionali del Piemonte, che affiancheranno deputati e senatori nell’elezione del nuovo inquilino del Quirinale. Oltre ai due presidenti, Chiamparino e Laus, eletti con 31 voti a testa, dall’urna è uscito, senza sorprese, il nome del leader dell’opposizione di centrodestra, Gilberto Pichetto, che ha ottenuto 16 voti, sei in più di quelli del suo schieramento. E’ stata la maggioranza piddina a dare una cortese spinta al forzaitalico Pichetto, temendo che il suo contendente, il pentastellato Davide Bono, vincesse la sfida. Ma quest’ultimo si è fermato a quota 10, due in più del suo gruppo, ottenendo probabilmente il “soccorso rosso” della coppia vendoliana.

 

I tre saranno a Roma per le votazioni, che iniziano giovedì 29, con un mandato ben preciso: votate chi volete ma non Chiamparino, la cui eventuale, ma improbabile elezione al Colle più alto farebbe interrompere anzitempo anche la decima legislatura regionale, costringendo tutti i 50 consiglieri di Palazzo Lascaris a rituffarsi in campagna elettorale.  In queste ore si sprecano le dichiarazioni a favore di candidati super-partes, autorevoli, arbitri… tutto fumo negli occhi, perchè in realtà ognuno sceglierà secondo le indicazioni del proprio schieramento, almeno su questo né Renzi né Berlusconi non avranno sorprese.

 

Certo, se nelle prime votazioni sarà data libertà di espressione (ma anche questo è in dubbio) qualcuno avrà forse la tentazione di votare per Piero Fassino, che in effetti è ancora nella short-list dei candidati possibili, anche se le sue quotazioni appaiono in calo. Ma il sindaco di Torino può indubbiamente contare dalla sua il fatto di essere un renziano di ferro, tra i pochi di provenienza diessina a essersi schierati per Matteo fin dall’inizio, e poi di essere anche un nome in qualche modo “appetibile” per la minoranza piddina, essendo stato l’ultimo segretario della “ditta”; accettò appunto di annegare i Ds nel contenitore del Pd, perdendo anche il posto di vertice che aveva ricoperto. Esempio raro di abnegazione, per la quale non ha avuto alcun riconoscimento, ma si sa che la gratitudine non è la virtù più praticata in politica.

 

Pur con tutti i limiti oggettivi e soggettivi della sua candidatura, che non ha certo lo standing di altre più quotate, la pattuglia piemontese (una sessantina, al netto dei “paracadutati” nelle diverse liste) farebbe bene a far blocco per il Lungo, per alcuni buoni motivi. In primo luogo, è la prima volta da molto tempo che un piemontese se la gioca davvero e la sua elezione consentirebbe alla nostra regione di portarsi in testa nella speciale classifica dei Presidenti repubblicani che oggi vede appunto già tre piemontesi (Einaudi, Saragat e Scalfaro) in parità con tre campani (De Nicola, Leone, Napolitano), davanti a sardi (Segni e Cossiga) e toscani (Gronchi e Ciampi). Un primato non così da poco, per chi ha fatto l’Italia unita e vedrebbe rafforzata la propria caratura istituzionale, in un momento in cui non abbiamo neppure un ministro.

 

A dire il vero anche Giuliano Amato, nato a Torino ma subito emigrato in Toscana, risponderebbe in parte a questo scopo. Però Fassino ha un merito in più: è l’unico candidato che messo vicino a un corazziere non farebbe brutta figura. Eppoi tutti i torinesi, di ogni colore e convinzione, dovrebbero essere contenti di “levarsi dai piedi” un sindaco di malavoglia che, in caso contrario, sarebbero costretti a sorbirsi per altri uno più cinque anni.

 

Ghinotto

 

 

Lotta al terrorismo e giustizia lumaca in primo piano all'inaugurazione dell'anno giudiziario

tribunale

E la giustizia lenta costa allo Stato 700 milioni di indennizzi

 

700 milioni di euro dal 2001, è questa la cifra in indennizzi costata allo Stato per la giustizia lumaca. Ne ha parlato a Torino, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario Mario Barbuto, il capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria. “La stessa cifra investita nella giustizia potrebbe eliminare i ritardi ma per trovare soluzioni basterebbe adottare le tante buone pratiche esistenti in Italia”, ha dichiarato.

 

Al Palagiustizia si è parlato anche di altri temi importanti.  Marcello Maddalena, procuratore generale presso la Corte d’Appello di Torino, ha detto che per sconfiggere la minaccia del  terrorismo islamico non è necessaria una nuova Procura nazionale anti-terrorismo: sarebbe sufficiente ampliare i poteri della Procura nazionale antimafia. Ha anche aggiuntop che affinchè la Procura antimafia  funzioni “la si deve dotare non di nuove persone, ma di poteri operativi che oggi non ha o ha in misura limitata”.

 

(Foto: il Torinese)

Scampata a Rimborsopoli la maggioranza di Chiamparino ora trema per Firmopoli

consiglio X 1

Sono stati i leghisti Mario Borghezio e Patrizia Borgarello a fare avviare le indagini

 

La Giunta Chiamparino aveva tirato un sospiro di sollievo con l’assoluzione dei suoi assessori e consiglieri coinvolti in Rimborsopoli. Ma ora si affaccia l’incubo di Firmopoli. Sono sette gli esponenti del centrosinistra, compresi  due consiglieri regionali in carica, Marco Grimaldi (Sel)  e Nadia Conticelli (Pd), tre ex consiglieri provinciali  e il presidente della circoscrizione V Rocco Florio,  indagati dalla procura di Torino per presunte irregolarità nella raccolta e nella presentazione delle firme per la candidatura dell’attuale presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, alle elezioni dello scorso maggio. Sono stati i leghisti Mario Borghezio e Patrizia Borgarello a fare avviare le indagini. Rispondono  penalmente gli esponenti politici che hanno autenticato le firme in qualità di pubblici ufficiali. Nell’inchiesta della procura di Torino è emerso che ci sarebbe chi ha autenticato centinaia di firme in pochissimo tempo, oppure trascrizioni sbagliate dei documenti di identità e altre possibili irregolarità.

 

 

 

Chiamparino incassa il sì dal Ministero per la riforma degli ospedali in Piemonte

giunta regionale chiampa

Dalla Capitale si deve sbloccare il turnover del personale. Lo chiede il presidente insieme con l’assessore alla Sanità Antonio Saitta

 

Il presidente Sergio Chiamparino dice che la Sanità piemontese è uno studente modello” e che dalla Capitale si deve sbloccare il turnover del personale. Lo chiede insieme con l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, dopo il via libera appena giunto dal Governo sulla riforma degli ospedali. “Il passo del Piemonte – dichiara Saitta  all’Ansa- è cambiato. Grazie al riordino intrapreso sarà possibile per le figure professionali indispensabili fare nuove assunzioni e dare ossigeno agli ospedali”.

 

Sulla difficile situazione che da tempo ormai vivono molte aziende ospedaliere in crisi per la mancanza di personale  il direttore regionale della Sanità Fulvio Moirano era stato inviato a Roma nelle scorse settimane ed aveva incassato un primo sì dal Ministero sul  piano di rientro dal debito.  I conteggi provvisori della regione avevano confermato che a fine 2014 c’era stato  un contenimento delle spese. Da qui la richiesta per  ottenere la modifica del programma operativo di rientro dal debito che da ormai oltre quattro anni  impone il  blocco del turnover del personale sanitario e non, e che di fatto ha gravato in particolare su medici ed infermieri.

 

 

 

Il Salone delle meraviglie d'Italia rilancia il patrimonio culturale in chiave anticrisi

SALONE LIBRO FOTO Salone-del-Libro.

“Sarà una importante occasione per ripercorre e ripensare il nostro rapporto con l’immenso patrimonio che abbiamo ereditato”, ha detto Picchioni

 

Tutte le”Meraviglie d’Italia”, ecco il filo conduttore dell’edizione 2015 del  Salone del Libro 2015. In conferenza stampa nel salone del Sermig, il direttore e il presidente della fiera torinese, Ernesto Ferrero e Rolando Picchioni hanno annunciato questa scelta che è legata all’ Expo di Milano. “Contro questa crisi vale la pena ripensare la nostra storia e le ragioni che l’hanno modellata. Sarà una importante occasione per ripercorre e ripensare il nostro rapporto con l’immenso patrimonio che abbiamo ereditato”, ha detto Picchioni. Presenti anche il sindaco Piero Fassino e l’assessore regionale alla cultura Antonella Parigi.

 

Paese ospite la Germania, con una delegazione guidata dal console generalea Milano Peter Dettmar e dalla direttrice della Buchmesse di Francoforte Bärbel Becker. Più di 20 gli  autori tedeschi a suggellare l’amicizia con la città della Mole, già testimoniata dagli eventi di Torino incontra Berlino. Il Lazio, rappresentata in conferenza stampa dall’ assessore alla Cultura Lidia Ravera, sarà invece la regione ospite.

 

Il 28° Salone Internazionale è in programma al Lingotto da giovedì 14 a lunedì 18 maggio.  La campagna promozionale si ispira al dipinto di Wilhelm Tischbein: il ritratto di fine Settecento che raffigura Goethe sulla via Appia circondato dalla campagna romana piena di antiche rovine, nel suo viaggio in Italia. Sempre fermo  il prezzo del biglietto della fiera: 10 euro, come avviene ormai da tre anni. Per i bambini 2 euro e mezzo.

Infermieri sul piede di guerra: "Sbloccate le assunzioni, diamo l'anima tra turni e straordinari"

molinette2

“Noi chiediamo l’immediato atto deliberativo della Regione che faccia ripartire le assunzioni che sono del tutto ferme per un blocco che ormai ci trasciniamo da ben 4 anni. Se ciò non accadrà negli ospedali sarà molto difficile, se non impossibile, continuare a garantire la qualità della prestazione offerta ai pazienti”

 

Il sindacato degli infermieri Nursing Up prosegue sul refrain delle ultime settimane e chiede compatto lo sblocco immediato delle assunzioni. Questa volta, però, non si ferma alle semplici richieste ma dichiara lo stato di mobilitazione di tutti gli infermieri piemontesi finché non si vedranno fatti concreti. Questa è anche la risposta chiara e immediata, che sgomberi il campo da ogni equivoco.

 

“L’attuale blocco delle assunzioni continua a penalizzare in modo pesantissimo noi infermieri, uomini e donne che negli ospedali danno l’anima tra turni e straordinari – ha dichiarato Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up -. Noi chiediamo l’immediato atto deliberativo della Regione che faccia ripartire le assunzioni che sono del tutto ferme per un blocco che ormai ci trasciniamo da ben 4 anni. Se ciò non accadrà negli ospedali sarà molto difficile, se non impossibile, continuare a garantire la qualità della prestazione offerta ai pazienti”. “Dobbiamo ricordare tutti che un infermiere stanco, stressato, vittima di burn out, per le situazioni ad alto rischio che affronta, è un infermiere che più facilmente può sbagliare. Con tutte le conseguenze che ciò può comportare”. Delli Carri, poi, si rivolge direttamente all’assessore alla sanità Antonino Saitta e gli rammenta che da anni la sua organizzazione si sta battendo contro il blocco:

 

 “Abbiamo fatto già in passato mesi di mobilitazione e addirittura nel 2013 siamo arrivati a fare lo sciopero della fame per 9 giorni davanti alle Molinette come forma estrema di protesta pacifica. Il tutto per combattere una delibera sul blocco alla quale, come sappiamo, ci possono essere delle deroghe che l’assessore pare non voler utilizzare.”

Massimo Iaretti