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Scandalo Grinzane, Soria non ci sta a fare il "genio del male" e tira in ballo politici e giornalisti

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Il patron del premio letterario parla di fondi neri alla politica

 

Al processo per lo scandalo del Premio Grinzane Cavour il principale imputato e patron dell’iniziativa culturale, Giuliano Soria, parla a ruota libera. Non ci sta a fare la parte dell’unico “cattivo” della storia e tira in ballo nomi di politici (Sergio Mercedes Bresso, Gianni Oliva, Giampiero Leo, Fiorenzo Alfieri) e di giornalisti che avrebbero beneficiato delle “regalie” del premio letterario. In alcuni casi – ha detto il prof. – alcuni politici avrebbero usufruito di fondi neri per la loro attività. Replica il presidente Chiamparino, via Ansa:  “Può darsi che Soria abbia partecipato a qualche cena di finanziamento organizzata dall’ assessore Alfieri o da qualcun altro, questo non posso escluderlo, ma io non ho mai avuto rapporti finanziari con lui”. Sergio Chiamparino aggiunge: “E’ una tattica comprensibile che Soria metta fango nel ventilatore per cercare di difendersi disperatamente”.

La rivolta dei tassisti contro Uber, più di mille in piazza sotto la Mole: "Je suis taxi legale"

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Qualche tensione – ma subito sopita – con alcuni tassisti che sostavano in piazza Castello, anzichè aver preso parte al corteo fin dal suo inizio

 

Duemila secondo gli organizzatori, 1400 per la Questura, certamente più di mille nella realtà  i tassisti che hanno dato vita al corteo a Torino.

 

Il serpentone di manifestanti ha preso il via da piazza Arbarello. Tra gli slogan scanditi ad alta voce: “Chi non salta illegale è- è !”. I  partecipanti alla sfilata, scortati da un consistente schieramento di carabinieri, sono arrivati fino alla prefettura. Qualche tensione – ma subito sopita – con alcuni tassisti che sostavano in piazza Castello, anzichè aver preso parte al corteo fin dal suo inizio. Una delegazione numerosa è arrivata da Genova.

 

 In tanti con il naso rosso da pagliaccio. Fumogeni gialli e blu sono stati lanciati dasi tassisti, che hanno manifestato contro Uber. Chiedono al ministro Maurizio  Lupi di intervenire contro quello che definiscono un “servizio illegale” . I manifestanti hanno chiesto di essere ricevuti dal sindaco Piero Fassino e dal prefetto di Torino. “Je suis taxi legale” la scritta più diffusa sui cartelli esposti dai tassisti.

 

(Fotoservizio: il Torinese)

Bollettino di guerra per le imprese italiane: 1 milione di posti di lavoro bruciati dal 2008

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L’area più colpita nel 2014 è il Nord Ovest, con più del 30% di impieghi persi, circa 59 mila

 

Bollettino di guerra per le imprese italiane. Da quando ebbe inizio la crisi, nel 2008,  sono fallite 82.000 imprese sul suolo nazionale, con la perdita di 1 milione di posti di lavoro. L’analisi impietosa arriva dai dati raccolti dal Cerved che calcola nel 2014 un picco di fallimenti, più di 15.000. Se si calcolano le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazione volontarie il dato aumenta a 104.000 nell’anno appena trascorso.

 

Nel 2013 ben176 mila lavoratori hanno perso il posto. Il riscontro del  2014 è migliore, con 175 mila posti. I posti persi sono più che raddoppiati rispetto al 2008, con un incremento del 136%. L’area più colpita nel 2014 è il Nord Ovest, con più del 30% di impieghi persi, circa 59 mila, di cui 40 mila in Lombardia. Malissimo le aziende del terziario, con 29 mila posti persi nei servizi non finanziari e 27 mila nella distribuzione. Nel comparto della moda si sono persi 9 mila posti di lavoro.

 

In Piemonte, l’export dà segnali di ripresa ma i problemi sono molti. Intanto si annunciano ulteriori dodici mesi di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione alle Presse di Mirafiori per più di 700 lavoratori. Lo comunica la Fiom dopo l’incontro in Regione per l’esame congiunto per il rinnovo della cassa. Sono 32 i mesi di cassa integrazione alle Presse. Le organizzazioni sindacali Fim, Uilm, Ugl e Fismic non hanno voluto che la Fiom partecipasse al tavolo delel trattative.

 

(Foto: il Torinese)

Guerra Taxi/Uber e limite a 30 km orari, cambio di stile nei trasporti e nella viabilità a Torino

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taxitraffico centropedoni via romaRivoluzione dei costumi nel traffico cittadino: i pro e contro

 

La guerra tra Taxi tradizionali, che hanno proclamato sciopero in città, e il nuovo servizio di trasporto di persone Uber, e la proposta tornata attuale di limitare la velocità delle auto a 30 km l’ora in tutto il centro cittadino. Abbiamo chiesto le opinioni dei nostri lettori attraverso la pagina Facebook del “Torinese”. Ecco alcuni dei loro commenti.

 

 

TAXI VS UBER
Pierpaolo Garofalo Esistono leggi che regolamentano il trasporto pubblico in italia…o le rispettano tutti o nessuno!!!!!
Non ci si puo’ improvvisare driver da un giorno all’altro senza sotto stare a tutte le regole…
TUTTO CIO’ E’ ASSOLUTAMENTE ILLEGALE…oltre tutto non offre alcuna garanzia e sicurezza agli utilizzatorI
Danilo Moratti Capisco. Un po’ di parte il giudizio….o sbaglio.
Comunque esiste un piccolo segreto per vincere la concorrenza,in tutti i settori,calmierare i prezzi.
Ciò che nessuno è disposto a fare,e allora ci si arrangia come si può….
Marta Giletti Non sono di parte ma il semplice fatto che uber non abbia regole e chiunque possa trasformarsi in autista rende uber inaccettabile
Armando Sacco abbassare i costI

Antonio Cerchio Ai taxisti dovrebbero obligarli a prendere le licenze in comuni se’ disponibili e a restituirle a fine carriera perche altri ne possano beneficiare (basta al giro vizzioso e speculativo delle licenze.)

Bambi Bambi Abbassare i costi dei taxi
Sabrina Irmici Esatto! Troppo cari!

 

LIMITE DI VELOCITA’ A 30 KM

 

Lina Pascuzzi Contrari….anche xche non verrebbe rispettato

Ilaria Gagliardi Ottima direi … Favorevole !!

Antonietta Liberati favorevole

Marziana Salvato Contrario perché il limite di qui si parla e’ massimo, quindi a 31 km all’ora scatta la multa, mi sembra eccessivo

Maria Tummillo Favorevole

Maria Rossignoli Buona idea , speriamo che venga rispettata
Silvia Brusaschetto Il problema non è imporre dei limiti ma farli rispettare!
(Foto: il Torinese)

 

No Tav, dal maxi processo al maxi corteo: manifestazione nazionale a Torino il 21 febbraio

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Sono stati predisposti bus e viaggi in treno da Roma, Bologna, Firenze, Milano

 

Il prossimo 21 febbraio si svolgerà a Torino  la manifestazione nazionale programmata dal movimento No Tav. Sono già numerose le adesioni al corteo, provenienti da ognu parte d’Italia. Sono stati predisposti bus e viaggi in treno da Roma, Bologna, Firenze, Milano, Fano, Napoli.

 

Ecco quanto scrive il sito no tav. info: “Non potendoci sconfiggere con altri mezzi, da oltre due anni è la magistratura a portare avanti con più determinazione gli interessi del “sistema Tav”, ingaggiando una campagna senza precedenti contro i No Tav, che ha visto solo negli ultimi due anni oltre mille indagati, decine di arresti, capi d’imputazione fantasiosi, risarcimenti esorbitanti, accuse di terrorismo, e solo poche settimane fa a 46 No Tav sono toccati 140 anni di prigione, ben 130 anni in più degli autori della strage del Vajont. 3 ragazzi sono ancora in carcere, 4 ai domiciliari e in decine non possono frequentare la Valle di Susa a causa dei fogli di via (…).Se siamo colpevoli di batterci contro quest’immondo (quanto consapevole) spreco di denaro pubblico a favore di interessi di pochi non abbiamo problemi a dirlo: siamo tutti colpevoli, dal più anziano al più giovane, ed è per questo che invitiamo tutti alla manifestazione che si terrà sabato 21 febbraio a Torino”.

 

I promotori danno appuntamento alle 14 in piazza Statuto.

Strategie aeree sotto la Mole, Vittoria di Pirro per Caselle dopo la fuga di Ali-taglia

CASELLE 2IL GHINOTTO DELLA DOMENICA 

Il ruolo strategico di Caselle sarebbe riconosciuto solo a condizione che si integri con Malpensa, l’elefantiaco scalo internazionale, mancato “hub” italiano, perché ora Alitalia arabizzata punta su Fiumicino

 

“L’aeroporto di Caselle ha registrato nel 2014 una crescita del 18,1% del traffico internazionale mentre l’incremento complessivo è stato dell’8,6%”. Questa dichiarazione dell’amministratore delegato di Sagat, la società che gestisce l’aeroporto di Caselle, dimostra come una persona esperta possa giocare con i dati. Infatti, è sufficiente riflettere un momento che, se l’aumento del traffico totale è stato di circa 8 punti rispetto ai 18 del traffico estero, allora i voli interni sono letteralmente crollati! Ed è questo indubbiamente l’effetto del cambio di strategie di Alitalia, che ha abbandonato buona parte delle rotte verso il Sud Italia nell’ultimo trimestre del 2014.

 

Ora, se i viaggi internazionali sembrano tirare di più di quelli interni – come conferma anche l’apertura di tre voli di Vueling per Spagna e Grecia – perché si dovrebbe salutare come un gradissimo successo l’integrazione con Malpensa? Nei giorni scorsi, ricorderanno le persone più attente, i politici torinesi di ogni colore si sono sbracciati per accaparrarsi il merito di aver riportato il “Pertini” nella categoria degli scali strategici, dopo che era stato inopinatamente declassato dal ministero. A parte il fatto che le valutazioni del governo non appaiono – oggettivamente, è triste dirlo – così sballate, se il nostro bell’aeroporto si piazza solo al 14° posto in Italia come numero di passeggeri, superato da scali che fino a pochi anni fa nessuno considerava, resta il dubbio che anche questo decantato recupero sia una “vittoria di Pirro”.

 

Il ruolo strategico di Caselle sarebbe infatti riconosciuto solo a condizione che si integri con Malpensa, l’elefantiaco scalo internazionale, mancato “hub” italiano, perché ora Alitalia arabizzata punta su Fiumicino. La divisione del lavoro, ha ribadito il sindaco Fassino, sarebbe dunque: voli europei a Torino, rotte intercontinentali a Malpensa. Dimenticando che lo scalo lombardo è ampiamente sottoutilizzato – non è necessario essere esperti per accorgersene, basta passeggiare un’oretta nell’immenso terminal – e potrebbe benissimo curare gli uni e le altre.

 

Se poi si considera che Caselle dovrebbe, nell’ottica della Regione, trascinarsi dietro la “palla al piede” di Cuneo-Levaldigi – al quale Chiampa ha dato il benservito appena eletto, nonostante i suoi supporter cuneesi più scaldati, Dardanello e Quaglia, sostengano da sempre a spada tratta le magnifiche e progressive sorti della piccola pista tra i campi – ben si comprende come la liason con i lombardi sia destinata a produrre tante chiacchiere e poco arrosto.

 

Andrà a finire che, per ora, Piero e Sergio si godranno l’effimero riconoscimento “strategico”, mentre Malpensa continuerà a usare il Piemonte come bacino da cui attrarre traffico, con il beneplacito dei politici locali, e Levaldigi sopravvivrà alla meno peggio, in attesa di un fantomatico “cavaliere bianco” di incerta nazionalità, sempre annunciato e mai arrivato.

 

E la conferma di questo schema viene dal fatto che mentre Malpensa piu Caselle più Levaldigi –come improbabili matrioske – dovrebbero fare squadra e coprire tutto i nord-ovest, nessuno chiede ai milanesi di imporre il medesimo schema anche allo scalo di Linate, il cui ridimensionamento era il presupposto della costruzione di Malpensa e ne sarebbe il vero viatico. Ma poi qualche sciura dovrebbe spendere due o tre volte di taxi per andare da via Montenapoleone a prendersi il volo per Roma.

 

 (Foto: Sagat)

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L'addio a Michele Ferrero, piemontese doc e papà della Nutella: era l'uomo più ricco d'Italia

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Era figlio di Pietro, il fondatore dell’azienda nel 1946, subito dopo la guerra, simbolo della rinascita di Alba e del paese

 

Michele Ferrero è morto a Montecarlo, aveva 89 anni. Proprietario della  multinazionale Ferrero SPA, la grande industria dell’alimentare con sede ad Alba. La rivista Forbes,  stimando un patrimonio di circa 20 miliardi di euro, aveva indicato in  Ferrero l’uomo più ricco d’Italia e il 29esimo più ricco del globo.

 

Michele Ferrero era figlio di Pietro, il fondatore dell’azienda nel 1946, subito dopo la guerra, simbolo della rinascita di Alba e del paese. Nel 1949, quando morì il padre, Michele prese le redini al suo posto. Fu proprio grazie a lui che, nel 1964, venne inventata la Nutella, divenuto uno dei prodotti più celebri della società, un pezzo di storia del costume italiano. Alla guida dell’azienda da alcuni anni c’è la terza generazione della famiglia.

 

L’amministratore delegato è  oggi Giovanni Ferrero, secondogenito di Michele. Il primogenito, Pietro, morì drammaticamente nel 2011 a causa di un arresto cardiaco mentre correva in bicicletta. “Lavorare, creare, donare”, sono le tre parole che campeggiano  nel logo della Fondazione del Gruppo industriale, conosciuto in tutto il mondo non solo per i suoi prodotti alimentari ma pure per le iniziative sociali, culturali e filantropiche, rivolte anche ai dipendenti aziendali.

 

Malasanità, 29 medici dell'Asl "Torino 1" si facevano rimborsare visite mai effettuate

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Le abitazioni e gli studi dei professionisti coinvolti sono stati perquisiti dai carabinieri

 

E’ già stata battezzata la “rimborsopoli” della Sanità. Ventinove medici si facevano rimborsare le visite mediche a domicilio, visite che non venivano però effettuate. I medici di famiglia appartengono al bacino dell’Asl Torino 1 e sono stati indagati nell’ambito di una inchiesta in cui i reati ipotizzati sono truffa ai danni dello Stato e falso ideologico. Le abitazioni e gli studi dei professionisti coinvolti sono stati perquisiti dai carabinieri.

 

In materia di disfunzioni nell’ambito della Sanità oggi vengono alla luce anche i dati sugli esami medici in Piemonte:  se ne registrano 15.94 per abitante, rispetto allo standard nazionale di 12. L’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta parla di un “eccesso di diagnostica che non comporta solo costi vistosi per la sanità, ma rischi per i pazienti”. Senza esami inutili si dimezzerebbero le liste di attesa. 

Torre di Fuksas, la procura apre un'inchiesta: perquisizioni negli uffici della Regione

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grattacielo regioneLe Fiamme gialle vogliono fare luce sulla regolarità delle procedure con cui la Regione Piemonte ha aggiudicato la gara e ha approvato una variante del progetto

 

Dopo i rilievi mossi dalla Corte dei Conti anche la procura di Torino ha aperto un fascicolo sulla costruzione del grattacielo di Massimiliano Fuksas al Lingotto, destinato ad ospitare gli uffici della Regione Piemonte. Sarà la sede unica dell’apparato regionale che, fino ad oggi, contava una dozzina di sedi sparse per la città. I dipendenti dovrebbero entrare nel nuovo grattacielo in autunno.

 

La guardia di finanza ha effettuato perquisizioni in alcuni uffici regionali, nelle abitazioni private degli indagati e in diversi studi professionali. Le Fiamme gialle vogliono fare luce sulla regolarità delle procedure con cui la Regione Piemonte ha aggiudicato la gara e ha approvato una variante del progetto. All’esame dei finanzieri anche la regolarità dei subappalti. Sono sei gli indagati, tra i quali alcuni funzionari regionali, per turbativa d’asta.

 

(Foto: il Torinese)

Indagine Arpa con sorpresa: oggi la qualità dell'aria di Torino è migliore di dieci anni fa

grattacielo

cielo sopra torinoGrazie al clima piovoso dell’estate scorsa, anche la concentrazione di ozono è stata di 95 mg/m cubo nella stazione di Baldissero e di 68 in zona Lingotto (erano rispettivamente 128 e 87 nel 2003, 104 e 70 nel 2013)

 

Nessuno lo avrebbe detto, dopo la querelle delle polveri sottili che ha tenuto banco per mesi e mesi. Ma i dati parlano chiaro: diminuisce l’inquinamento atmosferico a Torino. A sostenerlo è l’Arpa Piemonte i cui tecnici hanno illustrato alla commissione Ambiente del Comune, presieduta da Maurizio Trombotto, alcuni riscontri  sui principali fattori inquinanti in città. I dati del 2014, non ancora completi e non ancora certificati, evidenziano comunque un trend positivo rispetto alla riduzione di elementi inquinanti proponendo un quadro di valori complessivamente migliore rispetto alla situazione di dieci o quindici anni fa.

 

Riduzione del traffico e nuove motorizzazioni combinate con le condizioni meteo hanno permesso di ridurre i giorni di sforamento del PM 10: nel 2013, ad esempio, i giorni di sforamento del valore di 50mg/metro cubo, previsto per legge, delle centraline Torino Consolata e Torino Grassi sono stati rispettivamente di 100 e di 126. Le stesse centraline, nei primi dieci mesi del 2014 hanno registrato rispettivamente 75 e 77 sforamenti, indice comunque di una riduzione dei valori, riscontrabile anche nel sostanziale rispetto della media annuale di 40 mg/per metro cubo. (Nel 2000, la media annuale nella centralina Torino Consolata è stata di circa 70 mg/metro cubo, Grassi oltre 80 mg/metro cubo).

 

Grazie al clima piovoso dell’estate scorsa, anche la concentrazione di ozono, solitamente critica nei mesi caldi è stata di 95 mg/m cubo nella stazione di Baldissero e di 68 nella centralina in zona Lingotto (erano rispettivamente 128 e 87 nel 2003, 104 e 70 nel 2013). La settimana prossima la Commissione ha previsto l’audizione dei rappresentanti di Legambiente.

 

(Fonte: F.D’A. – Ufficio stampa Consiglio comunale – Foto. il Torinese)