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Il sindaco Fassino: "Attendiamo notizie sui dispersi. Misure di sicurezza rafforzate per la Sindone"

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E’ stato intanto annunciato l’incremento delle misure di sicurezza in città  dopo l’attentato di Tunisi

 

AGGIORNAMENTO La Farnesina comunica che è stato riconosciuto a Tunisi il corpo senza vita di Antonella Sesino

 

“Gli sforzi della Farnesina e della ambasciata italiana a Tunisi sono concentrati nel tentare di capire che cosa sia accaduto agli italiani dispersi”. E’ quanto ha dichiarato in conferenza stampa il sindaco di Torino, Piero Fassino. Al momento i dispersi italiani  sono due, tra i quali una dipendente del Comune di Torino, Antonella Sesino (nella foto di Facebook). Tra gli italiani morti due sono piemontesi e tra i feriti ci sono due torinesi.

 

“Vogliamo solo tornare a casa e riabbracciare i nostri cari”. Sono le parole riportate dall’agenzia Ansa, di Maria Antonietta Santoro, una delle dipendenti del Comune, rimasta coinvolta nei drammatici eventi di Tunisi.

 

L’Ansa registra anche la rabbia di Lorenzo Barbero, marito di Antonella Sesino: “Mia moglie non doveva essere lì. Noi turisti possiamo anche non sapere, ma chi organizza questi viaggi deve essere informato: come si fa ad andare a Tunisi il giorno in cui il Parlamento approva una legge sul terrorismo? Non abbiamo nessuna notizia di mia moglie, la speranza di riabbracciarla è grande, ma questo silenzio preoccupa”. I torinesi ancora in viaggio con Circolo ricreativo del Comune di Torino torneranno domani in Italia con un volo charter.

 

E’ stato intanto annunciato l’incremento delle misure di sicurezza in città  dopo l’attentato di Tunisi. Il sindaco ha parlato di “ulteriori misure a tutela della cittadinanza e degli eventi in programma nelle prossime settimane”, in primo luogo l’ostensione della Sindone che inizierà il 19 aprile.

L'omaggio dei torinesi ad Antonella e Orazio nella camera ardente allestita in municipio

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conteAperta dalle 10 alle 19 di domenica e dalle 10 di lunedì fino alla data dei funerali, non ancora decisa

 

 AGGIORNAMENTO Il Boeing 767 dell’Aeronautica è atterrato alle 21 a Caselle. L’arcivescovo di Torino, mons.Cesare Nosiglia, il sindaco Piero Fassino e il prefetto Paola Basilone, hanno atteso le salme delle vittime dell’attentato, con una ventina di parenti delle vittime. I feretri dei tre piemontesi verranno condotti nelle camere ardenti al Municipio di Torino ed al Broletto di Novara.

 

Oggi arrivano a Torino le salme dei quattro italiani uccisi a Tunisi. E’ arrivato a Roma  l’aereo con i corpi delle vittime  dell’attacco terroristico al museo Bardo. Ad accogliere le salme di Orazio Conte, Giuseppina Biella, Francesco Caldara e Antonella Sesino c’era  il premier Matteo Renzi che è stato a lungo in compagnia dei familiari: “Ho condiviso con loro il dolore e l’abbraccio di tutta l’Italia”, ha scritto il capo del governo su twitter. E verrà allestita a Palazzo Civico la camera ardente delle due vittime torinesi. Nella Sala delle Colonne, Antonella Sesino ed Orazio Conte potranno ricevere la visita dei torinesi  dalle 10 alle 19 di domani e dalle 10 di lunedì fino alla data dei funerali, non ancora decisa.

La prima vittima torinese dell'Isis è Orazio Conte, aveva 54 anni e lavorava a Ivrea

TUNISI

TUNISI2TUNISI3conteIl sindaco Piero Fassino annuncia una fiaccolata alle 20,30 davanti al Municipio

 

La vittima torinese è Orazio Conte, (nella foto in basso) tra i morti italiani dell’attentato di Tunisi. L’uomo ucciso al museo del Bardo è il marito di Carolina Bottari, che è stata ferita e in ospedale. Conte, 54 anni, lavorava come informatico a Ivrea. Questa sera fiaccolata annunciata dal sindaco Piero Fassino, alle 20,30, davanti al Municipio.

 

 

TUNISI, LA CRONACA DI MERCOLEDI’

Almeno quattro i torinesi presi in ostaggio dai terroristi che hanno assaltato il museo del Bardo a Tunisi. Il Comune di Torino comunica i nomi: sono Carolina Bottari, Anna Bagnale, Antonella Fesino e Antonietta Santoro, impiegati all’Ufficio Patrimonio. I quattro fanno parte di un gruppo di dipendenti del Comune in crociera a bordo della nave Costa Fascinosa in un viaggio del Circolo ricreativo del Municipio. Al momento due di loro sono stati liberati, hanno parlato con i colleghi di Palazzo Civico. Stanno bene ma non hanno notizie dei loro compagni che facevano parte di una comitiva di 34 persone.

 

Il sindaco Piero Fassino è in costante contatto con la Farnesina per conoscere gli sviluppi della drammatica vicenda. “Con grande angoscia l’intera comunità torinese vive il dramma che si sta consumando a Tunisi e con trepidazione si augura che tutti gli ostaggi, tra cui alcuni cittadini torinesi e dipendenti dell’ Amministrazione comunale, possano essere liberati al più presto”, ha dichiarato il primo cittadino.

 

Intanto dall’agenzia Ansa si apprende che “il bilancio dell’attacco al museo del Bardo a Tunisi è di 19 morti, 17 turisti e due terroristi. Lo ha detto il premier tunisino Habib Essid, che ha aggiunto che ci sono anche italiani tra i morti e vittime tedesche, polacche e spagnole”.

 

Una dichiarazione del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino: “Ho sentito telefonicamente il Ministro Paolo Gentiloni, il quale ha ribadito che si teme ci siano due o tre vittime di nazionalità italiana: attualmente però mancano le conferme ufficiali perché sono ancora in corso le verifiche da parte delle autorità tunisine. Seguiamo comunque con molta attenzione e con un contatto costante con la Farnesina l’evolversi della situazione a Tunisi”

I No-Tav rispondono picche alla pace di Virano: "Vergognatevi, vi presenteremo il conto"

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“Non ci può essere nessuna notav manifestantepacificazione con chi sta distruggendo un territorio e saccheggiando le casse pubbliche in nome di non si sa quale credibilità. Forse quella che rimane dopo gli scandali quotidiani?”

 

 

La Telt, la nuova società guidata da Mario Virano (lo storico commissario di governo della Tav) che si occuperà della realizzazione della Torino-Lione, aveva lanciato un messaggio di pacificazione rivolto a chi è contrario all’opera. Messaggio che è stato però respinto al mittente: “La proposta ve la facciamo noi: arrendetevi e vi lasciamo portare via le vostre cose”. Con un articolo comparso sul sito Notav.info, il movimento che si oppone alla Tav respinge ogni proposta di collaborazione. Ecco uno stralcio tratto dal sito web:

 

“Non ci può essere nessuna pacificazione con chi sta distruggendo un territorio e saccheggiando le casse pubbliche in nome di non si sa quale credibilità. Forse quella che rimane dopo gli scandali quotidiani? La verità è che il terreno frana sotto i piedi, e la paura fa novanta. Siete impresentabili anche se vi vestite bene: il finanziamento europeo non è certo, i costi dell’opera sono previsioni di un veggente, l’utilità di una nuova linea ferroviaria, se mai esistita, sta scomparendo con la crisi. Un metro di Tav costa 158.712€ sottratti a qualcosa di sicuramente più utile per tutti e il costo della corruzione e dei privilegi che il sistema tav si ritaglia per se e per i propri amici è sempre più impresentabile(tipo 9000€ al mese per spiare i siti notav).Vergognatevi  e sappiate che vi presenteremo il conto un giorno”.

 

(Foto: il Torinese)

Tamara de Lempicka, a pochi metri dalla Sindone l’artista più celebre e irriverente dell'Art Decò

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L’esposizione, curata da Gaia Mori e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, dal Polo Reale, e prodotta dal 24 Ore Gruppo Cultura, comprende ottanta opere dell’artista e si articola in sei sezioni tematiche

 

I nudi erotici di Tamara de Lempicka saranno esposti a palazzo Chiablese a pochi passi dal lenzuolo della Sacra Sindone. Potrebbe sembrare un accostamento insolito e irreverente, ma ciò accadrà proprio in occasione della mostra dedicata all’artista polacca, protagonista indiscussa dell’art decò, dal 19 marzo fino al 30 agosto prossimi, a pochi metri di distanza dal Duomo di Torino, in piazza San Giovanni, dove verrà esposto il Sacro lenzuolo a milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo.

 

La Lempicka, pittrice di grande cultura figurativa, abituata a fondere i rimandi all’arte del passato con le poetiche del primo Novecento, come il cubo futurismo russo e francese e il realismo magico tedesco, è stata mirabilmente definita dal critico Elena Pontiggia come “un’artista che molti conoscono benissimo, anche senza sapere esattamente chi sia”. Coerente fino in fondo a uno stile personalissimo che ne contraddistinse tutta la sua carriera, ebbe, infatti, una vita molto turbolenta e tormentata, contraddistinta anche dall’uso di droghe, ma tale da divenire un personaggio letterario.

 

L’esposizione, curata da Gaia Mori e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, dal Polo Reale, e prodotta dal 24 Ore Gruppo Cultura, comprende ottanta opere dell’artista e si articola in sei sezioni tematiche. La prima, dal titolo Il mondo di Tamara, si concentra sulle opere appartenenti al periodo giovanile, il più mite della pittrice, durante il quale l’artista colse numerosi stimoli attraverso i suoi numerosi viaggi in Europa e America, che poi tradusse nei suoi quadri. Risultano particolarmente significative le tele dedicate all’arredo, in cui sono riprodotti degli interni capaci di dare vita a opere intime e dinamiche al tempo stesso. Si tratta di un viaggio attraverso le case in cui visse la pittrice polacca tra il 1916, l’anno del suo matrimonio a San Pietroburgo, e il 1980, l’anno della sua morte a Guernavaca. Il visitatore verrà accolto all’ingresso dalla “Ragazza in verde”, rilevante prestito dal Centre Pompidou di Parigi, acquistato dallo Stato francese nel 1932. I luoghi sono colti in relazione alla evoluzione artistica della Lempicka, a partire dagli acquerelli del periodo russo, passando per la ritrattistica degli anni Venti dipinta negli atelier parigini, fino a approdare alle opere realizzate nella grande villa coloniale di King Vidor a Beverly Hills , progettata dall’architetto Wallace Neff, e nella casa newyorchese degli anni Quaranta

 

La seconda sezione, intitolata Madame la Baronesse. Modern medievalist,è suggerita da un articolo uscito negli Stati Uniti negli anni Quaranta, che poneva l’accento sul virtuosismo tecnico dell’artista espresso nelle sue nature morte, il primo genere con cui la Lempicka si affacciò alla pittura in modo continuativo, trasponendo sulla tela immagini che si richiamavano a Freud, Kollar e Maar, e dando vita a una sorta di bipolarismo che, negli anni successivi, sarebbe esploso in tutta la sua vitalità prorompente. Tra le opere della sezione figurano “La conchiglia”, un trompe-l’oeil del 1941, e alcuni dipinti dedicati alle mani.

 

La terza sezione, dal titolo The artist’s daughter, comprende le opere dedicate alla figlia Kizette, percorse da un carattere evocativo, tra cui “Kizette al balcone” del 1927 (dal Centre Pompidou) e “Comunicanda” del 1929. Infine la quarta sezione, intitolata Sacre visioni, è quella dei dipinti di natura devozionale, di Madonne e Santi, che possono sorprendere nella produzione di un’artista così trasgressiva. Molto interessanti la “Vergine con bambino”, la “Vergine blu” del 1934, la Sibilla libica, ripresa dalla michelangiolesca Cappella Sistina, e “La madre superiora” dal museo di Nantes, un dipinto cui l’artista era molto legata. La quinta sezione, Dandy decò, ripercorre il rapporto tra la pittrice e la moda, che risale al 1921 e alla sua collaborazione come illustratrice per alcune riviste di prestigio. Tra i ritratti, che possono suggerire un confronto con quelli classici di Hayez, ricordiamo “Madame Perrot con calle” del 1931-32, cui si affiancano i dipinti “Confidenze” e “Sciarpa blu”, in cui compaiono abiti che l’artista traspose sulla tela, traendoli da creazioni di moda reali dell’epoca. Infine la sezione della moda si arricchisce di foto d’epoca risalenti agli anni Trenta, realizzate per la parallela attività di indossatrice svolta dalla Lempicka. Le opere esposte suggeriscono la solidità compositiva dell’artista, mutuata dalla sua conoscenza avvenuta in Italia dell’arte di Botticelli e Antonello da Messina, e dalla sua vicinanza all’arte classica e a quella di André Lohte, da cui trasse anche ispirazione per l’accostamento cromatico e la linea decorativa.

 

  Mara Martellotta

 

Dopo il 2015 anche un 2016 tutto europeo con il secondo Forum delle città metropolitane

castello piazza

cittàvuotapalazzo civico“La scelta di realizzare a Torino la seconda edizione del Forum – dice Fassino – è un autorevole riconoscimento alla nostra città”

 

Mentre la Città metropolitana torinese cerca di decollare tra tanti problemi – in primis le risorse carenti – dal sindaco Piero Fassino giunge la notizia che, dopo Barcellona, sarà Torino a ospitare nel marzo 2016  il Forum delle Città metropolitane europee. La scelta è stata fatta durante il primo incontro del Forum, che nella dichiarazione finale impegna l’Unione europea a riconoscere le città metropolitane come “attore strategico”.

 

“La scelta di realizzare a Torino la seconda edizione del Forum – dice Fassino – è un autorevole riconoscimento alla nostra città”. Se non altro, dopo un 2015 che si spera foriero di successi per Expo, Sindone e Capitale dello Sport, si tratterà di un’altra ribalta internazionale per la città.

 

Va del resto ricordato che il Governo intende realizzare insieme alla Città un progetto pilota di respiro nazionale per l’internazionalizzazione e l’attrazione degli investimenti. “Torino è la città italiana – ha dichiarato il sindaco – che negli ultimi vent’anni ha conosciuto la più grande trasformazione della sua identità e del suo sviluppo e oggi la nostra città – con le sue imprese, con le sue università, con le sue tante energie – è nelle condizioni di svolgere un ruolo trainante nelle politiche di sviluppo e di attrazione degli investimenti”.

Aggressione omofoba sul bus: gruppo di balordi picchia un giovane di 21 anni e lo manda in ospedale

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pride3Il ragazzo stava tornando con un amico da una serata che avevano passato in discoteca

 

Una aggressione omofoba è avvenuta nella notte di venerdì, a Torino. Gay Center e Arcigay denunciano che un giovane di 21 anni è stato aggredito su un bus di linea. Il ragazzo stava tornando con un amico da una serata che avevano passato in discoteca, quando un gruppo di ragazzi ha iniziato a insultarlo e lo ha colpito con un pugno in faccia. Il 21enne è stato poi medicato al pronto soccorso del Martini:  gli è stata attribuita una prognosi di sette giorni. Le indagini sul caso sono affidate alla polizia. Marco Giusta, presidente di Arcigay Torino, sottolinea come l’accaduto confermi come «l’omofobia è vera, c’è e si vede, incide nella vita di tutti i giorni delle persone gay e lesbiche».

 

(Foto: il Torinese)

Arrivano i piemontesi! 600 produttori "sabaudi" al Vinitaly

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Una splendida opportunità per presentare la produzione piemontese, di cui il 60% è sui mercati esteri per un valore di oltre un miliardo di euro nel 2014

 

Un’armata di 600  espositori piemontesi  dal 22 al 25 marzo sarà  a Verona per prendere parte al Vinitaly. Una splendida opportunità per presentare la produzione piemontese, di cui il 60% è sui mercati esteri per un valore di oltre un miliardo di euro nel 2014. “Continua il trend positivo dell’export – spiega l’assessore all’Agricoltura della Regione, Giorgio Ferrero – i nostri vini costituiscono una grande risorsa economica e un simbolo del Made in Italy e Made in Piemonte”.

Clima da santa inquisizione sotto la Mole: quel pacco di grattacielo tra scandali e scandaletti

inquisizione

palazzo regioneIL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Gli aspetti “scandalosi” hanno via via toccato: 1 – la parcella dell’architetto Fuksas, 2 – la bonifica dell’amianto, 3 – la modifica del progetto, sostituendo al ferro il cemento, 4 – la sponsorizzazione di una corsa ciclistica, la Monviso-Venezia

 

Dopo gli scandaloni gli scandaletti? Non c’è pace sotto la guglia della Mole, ogni momento della politica e dell’amministrazione pare finisca con un inchiesta giudiziaria. Cominciamo con l’ultima disgrazia toccata al disgraziatissimo, costruendo grattacielo, sede unica della Regione. Nato da un’idea della Giunta Ghigo per “lasciare un segno visibile” dell’ente regionale nel capoluogo, doveva sorgere sull’area di riqualificazione urbana (Spina), ma quando Mercedes Bresso divenne governatrice decise di spostarlo, come se fosse un pacco, nell’area ex-Fiat Avio, che era stata invece destinata alla Città della Salute.

 

La smania di cambiare le scelte di chi precede non ha colore politico: infatti, cinque anni dopo la Giunta Cota rimette in discussione il grattacielo e traccheggia a lungo, prima di convincersi che, oltre a essere un affare (per gli affitti risparmiati) ormai è difficile tornare indietro. Per cui, non senza contraddizioni, da un lato presenta un esposto alla Corte dei Conti adombrando sperpero di soldi pubblici (per la parcella del progettista) dall’altro assegna il cantiere a un’associazione di imprese pilotate da una cooperativa “rossa”. Gli aspetti “scandalosi”, dunque, hanno via via toccato: 1 – la parcella dell’architetto Fuksas, 2 – la bonifica dell’amianto, 3 – la modifica del progetto, sostituendo al ferro il cemento, 4 – la sponsorizzazione di una corsa ciclistica, la Monviso-Venezia, organizzata dall’allora senatore leghista Michelino Davico. Quest’ultimo “affaire” è appunto lo scandaletto di cui sopra: 50mila euro (e forse più) di pubblicità, fatturati e quindi scaricabili, che sarebbero il “segno di riconoscimento” dei costruttori alla Lega, per il via libera dato al progetto. Almeno, questa pare la congettura degli inquirenti, che gli interessati smentiscono vigorosamente. Quello che colpisce è la singolarità dell’abbinamento rosso-verde. Finora, infatti, ci eravamo abituati alle (legittime) sponsorizzazioni delle Coop verso le Feste dell’Unità, su cui forse nessuna procura ha mai avuto nulla da ridire …

 

Uno scandaletto tira l’altro e anche il fronte sinistro ha da leccarsi le ferite per l’indagine che tocca un personaggio di rilievo, la deputata Paola Bragantini, nella sua precedente veste di presidente di circoscrizione. Indagini sui tabulati telefonici proverebbero che le giunte di quartiere, convocate anche per ore e ore di fila, non vedevano la partecipazione degli “assessorini” dati per presenti e invece impegnati in altre faccende e in alcuni casi anche in ferie all’estero. L’escamotage, ipotizzerebbero gli investigatori, sarebbe servito a ottenere permessi lavorativi retribuiti, che poi il Comune rimborsa ai datori di lavoro privati (non ai dipendenti pubblici). Ci sarebbe anche l’aspetto, ma sembra interessare a nessuno, che gli atti assunti con presenze fasulle sarebbero viziati da falso ideologico, ma tant’è… oggi prevale sempre l’attenzione al vile pecunio.

 

Comunque, ai gazzettieri indaffarati a tracciare scenari e titoli a cinque colonne, su questi e altri casi, si consiglierebbe prudenza, dopo che due altri fatti si sono conclusi in una bolla di sapone. Ci riferiamo alle assoluzioni di Cesare Vaciago, già direttore del Comune, per la questione dei concorsi per dirigenti, e di Alberto Vanelli, processato e prosciolto per la gestione dell’appalto delle Ogr, dove si realizzò la più importante mostra del 150esimo dell’Unità. In quest’ultimo caso, i magistrati avrebbero riconosciuto che un funzionario può, nel pubblico interesse, agire “con creatività” pur di raggiungere lo scopo, e se fosse così sarebbe un bel risultato, forse in grado di rincuorare i tanti burocrati che ogni giorno di più si rinchiudono nel loro guscio, per evitare gli strali di magistrature contabili e sante inquisizioni (leggasi anticorruzioni) varie.

 

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(Il dipinto in alto è di Pedro Berruguete: San Domenico presiede un tribunale dell’Inquisizione – Museo del Prado)

Modigliani, genio "maledetto", inaugura alla Gam la stagione dei grandi eventi torinesi del 2015

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Una vita sregolata che si spezza a soli 36 anni e l’immensa fama postuma che gli regala l’immortalità. Modì è stato raccontato da letteratura, saggistica e cinema con la strepitosa interpretazione di Andy Garcia

 

Bello, geniale e maledetto, una vita sregolata che si spezza a soli 36 anni e l’immensa fama postuma che gli regala l’immortalità. Modì è stato raccontato da letteratura, saggistica e cinema con la strepitosa interpretazione di Andy Garcia, ed ora la GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna) di Torino gli dedica la mostra “Modigliani e la Bohème di Parigi”, in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne-Centre Pompidou. Circa 90 opere, tra le quali 60 capolavori provenienti anche da prestigiose collezioni pubbliche e private d’Europa. E intorno al “Prince de Monparnasse” tutta la straordinaria atmosfera culturale cosmopolita dell’”École de Paris” che l’allestimento, curato da uno dei massimi esperti, Jean-Michel Bouhours, racconta in 5 distinte sezioni. –

 

-Agli albori del 900 Parigi è una città cosmopolita e liberale, il cuore della cultura europea: attira, accoglie e protegge esuli ebrei in fuga dalle persecuzioni, pittori, scultori, scrittori, modelle e musicisti stranieri. Si riuniscono nei caffè, circoli ed atelier delle 2 capitali dell’arte lungo le rive della Senna. Montmartre, dove nascono i “fauves”, il cubismo,“Les  demoiselles d’Avignon” di Picasso; e Montparnasse, animata da italiani ed ebrei orientali, che sarà l’incubatrice delle future stagioni, dal dadaismo al surrealismo.

 

Amedeo Modigliani -nato a Livorno il 12 luglio 1884- quarto figlio di una famiglia di commercianti ebrei, ha l’adolescenza segnata dalla tubercolosi, l’arte nel sangue e la certezza di un destino fuori del comune. Dopo la formazione tardo-macchiaiola ed un intermezzo veneziano, nel 1906 approda a Parigi e si installa dapprima a Montmartre, poi a Montparnasse. Gli inizi scivolano via facilitati dai soldi della madre, poi la scorta si esaurisce e la vita precipita. Il Dedo timido, colto (declama Dante, è sempre accompagnato da un libro ed ha maggiori affinità con i poeti), elegante e gentile, che non fuma e beve con moderazione, si trasforma. Disegna, dipinge e scolpisce in un affanno umiliato dall’indifferenza dei mercanti e non riesce più a scansare la miseria. Oscilla tra debiti, fughe veloci per non pagare l’affitto, grandi ubriacature e droghe. Il già fragile sistema nervoso peggiora con improvvisi scatti di collera, mentre i polmoni lo tradiscono. Ed eccolo incarnare lo stereotipo dell’artista “maudit”, tutto genio e sregolatezza.

 

Gli amici cercano di aiutarlo. Primo fra tutti il medico Paul Alexandre, poi il poeta polacco Léopold Zborowski che organizza e finanzia la sua prima personale: ma quei “Nudi distesi” scandalizzano, restano invenduti e la mostra chiude. Non si arrende e la sua opera si popola di ritratti di amici, prostitute, amanti: è Parigi che posa per lui. Prima fa tantissimi disegni, tutte tappe di avvicinamento alle tele che svelano sempre poco dell’ambiente, ma “raggiungono la pienezza” con al centro la figura umana: teste ovoidali, colli longilinei, occhi da riempire con l’anima. Insomma la grandiosa cifra stilistica di Modì, che le donne seppero subito cogliere: come la poetessa inglese Beatrice Hastings, sua amante per 2 anni. Ma il sacrificio supremo è quello di Jeanne Hebuterne: la studentessa di 19 anni che incontra all’Académie Colarossi, sposa nel 17, e da cui avrà una bambina. Quando Modigliani muore, il 24 gennaio 1920, Jeanne, bellissima e di nuovo incinta di 9 mesi, chiede di essere lasciata sola con lui, si taglia una ciocca di capelli, la depone sul petto dell’uomo per cui viveva, poi terrea e silenziosa, si rintana a casa dei genitori. Nella notte, spalanca la finestra e si lancia dal quinto piano.

 

L”artista maledetto” e l’atmosfera culturale dell’”École de Paris” sono raccontate in 5 tappe.

 

1)Amedeo Modigliani- Sezione dedicata alla sua figura e allo stile inconfondibile: semplificazione formale, riduzione del corpo e dei volti a forme geometriche elementari, allungamento accentuato delle forme. Tra i quadri esposti “Ritratto di Soutine”, “Jeanne Hebuterne”, “Il giovane ragazzo rosso”, “La ragazza rossa”.

2)Modigliani/Brancusi e la scultura- alla quale Modì si dedicò quasi esclusivamente dal 1909 al 1914, grazie all’amico che gli fece scoprire la scultura ispirata all’arte oceanica, africana e khmer. Poi smise, scolpire era pericoloso per la sua salute e distrusse molte delle prime creazioni. In mostra le celebri teste dalle forme allungate e gli occhi senza pupille.

3)La Bohème parigina- gli artisti dal grande genio, ma con vita sempre precaria, che s’incontravano a Montmartre e Montparnasse, sono rappresentati in questa sezione, con opere di Chaim Soutine, Marc Chagall e 2 splendidi paesaggi di Maurice Utrillo.

 4)Il Cubismo- Modigliani non aderì alla rivoluzione cubista di Picasso, ma condivise  il processo di schematizzazione e l’attenzione verso l’arte primitiva, come testimoniano i dipinti e i disegni in mostra, accanto ad opere di Juan Gris, Louis Marcoussis, Léopold Survage e “Pane” di Picasso. 5)Il nuovo umanesimo della scuola di Parigi- che ai primi del 900 attirò schiere di artisti come Marc

Chagall, Max Jacob, Sonia Delaunay e Susanne Valadon (presenti con una serie di ritratti).

 

La GAM celebra così un genio assoluto che transitò come una meteora nella Parigi di inizio 900 e la cui fama arrivò postuma. Al suo funerale accorsero pittori, poeti, modelle e… mercanti che già fiutavano l’affare. Fu seppellito come un principe, gli amici fecero una colletta per i fiori e donarono il ricavato dei loro quadri alla piccola orfana. La Hebuterne, invece, rimase sul selciato fino al mattino; la raccolse un operaio e fu sepolta in miseria e silenzio, lontana dal suo Modì. Solo 10 anni dopo poté raggiungerlo al Père-Lachaise e la tomba che oggi condividono è l’epitaffio più giusto per la loro storia. Se volete approfondirla, il libro scritto dalla figlia è emozionante, racchiude foto uniche ed una delle frasi più belle mai scritte a un padre: “Perdoniamo -post mortem- agli artisti stravaganze e immoralità perché sono esseri di eccezione, di specie umana diversa”. – Jeanne Modigliani “Modigliani, mio padre” (ed. Abscondita. Carte d’artisti -60-)

 

Laura Goria

 

“Modigliani e la Bohème di Parigi” alla GAM di Torino (14 marzo-12 luglio 2015)