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Da Gaia le vellutate ma non solo

Frappé, frullati, macedonie, yogurt, torte dolci o salate, panini , ricche e gustosissime insalate. E il cavallo di battaglia? Le vellutate. Meritano per i loro accostamenti originali, come ad esempio carote, zucca e latte di cocco, per la loro consistenza cremosa.  Vengono servite con crostini di pane all’olio e micro pizzette

 

 

gaia i fruttiAnche voi fate parte di quelli che ogni mattina si ripropongono di trascorrere una giornata all’insegna del benessere, del cibo salutare  e fare incetta di vitamine per sentirsi in forma e splendidi splendenti ? E poi puntualmente in pausa pranzo alla visione della solita boule di insalata decidete che tutto sommato ancora per oggi, potete concedervi un untuosissimo piatto che non preveda nemmeno una triste foglia di qualunque tipo di verdura?  E, perché no, magari passate nelle ore successive a qualche aperitivo e  a casa per cena, per stanchezza o pigrizia, di nuovo cibo saturo di grassi,perché diciamolo, lavare e tagliuzzare insalatina e verdurine per quanto buone e benefiche che siano, non è sempre uno spasso dopo una giornata di lavoro e tanta fame.

 

Allora, ecco che arriva a sostegno delle nostre giornate all’insegna del wellness  i Frutti di Gaia, un nature bar nel centro di Torino.  In via San Francesco D’Assisi 14, tra banche , uffici e fermate di tram, spicca una bella vetrina fresca e colorata; è impossibile non notare il tripudio di frutta e verdura nel bel mezzo dello smog. All’interno del locale , dove sedie tavolini e pareti sono rigorosamente creati e dipinti con materiali naturali provenienti dai vegetali (come la pittura di mirtillo o spinaci), è possibile consumare a partire dalla colazione magari con un gustoso muffin, frappè, frullati, macedonie, yogurt, torte dolci o salate, panini , ricche e gustosissime insalate e il cavallo di battaglia se così si può definire, di questi spacciatori di cibo sano che sono le vellutate. Meritano per i loro accostamenti originali, come ad esempio carote zucca e latte di cocco, per la loro consistenza cremosa, e vengono servite con crostini di pane all’olio e micro pizzette.

 

I Frutti di Gaia cura il benessere quotidiano anche a casa perché infatti si può scegliere se consumare sul posto queste stuzzicanti, naturali e fresche ricette, o portare tutto a casa, perché è anche take away. Dopo queste informazioni, si sono ridotte le scuse per non mangiare sano e per non gustare la naturale delizia del benessere  passando per i Frutti di Gaia.

C.V.

 

I Frutti di Gaia, via San Francesco d’Assisi 14 – Torino

 

(Foto: il Torinese)

Metodo Stamina, il ministero ha detto stop

vannoniIl  comitato ha espresso unanime il parere negativo, affermando che nel metodo non sussistono le condizioni per l’avvio di una sperimentazione “con particolare riferimento alla sicurezza del paziente”

 

A mettere la parola fine ad una vicenda infinita ci pensa un decreto del Ministero della salute che chiude ufficialmente  la sperimentazione del metodo Stamina di Davide Vannoni.  Il provvedimento si avvale delle conclusioni del nuovo comitato scientifico che si era espresso negativamente sul protocollo Stamina.

 

Il  comitato ha espresso unanime il parere negativo, affermando che nel metodo non sussistono le condizioni per l’avvio di una sperimentazione “con particolare riferimento alla sicurezza del paziente”.

 

Proprio nei giorni scorsi si è tenuta al palagiustizia di Torino l’udienza preliminare del processo Stamina. Al cospetto del al gup Giorgio Potito, i 13 imputati, tra cui il “guru” di Stamina Foundation:  l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, esercizio abusivo della professione medica e violazione delle norme sulla privacy.

 

L’udienza si è chiusa  con 30 richieste di costituzione a parte civile, tra cui alcuni pazienti, gli Spedali Civili di Brescia, la Regione Lombardia, l’Ordine dei medici di Torino, Medicina democratica e diverse  associazioni di consumatori. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 15 novembre.

 

Alcune famiglie dei pazienti in cura con il metodo Stamina precisano in un comunicato la loro posizione: “non è contro Stamina, vogliamo ribadire i diritti calpestati dei malati e chiamare in causa, quale responsabile civile, l’azienda Ospedaliera di Brescia affinché risponda del comportamento tenuto nella vicenda”.

 

“Questa udienza preliminare è molto importante per capire le ragioni degli imputati”, ha dichiarato all’Ansa il pm Raffaele Guariniello. Ma anche ora, alla luce del decreto ministeriale, Vannoni non si dà per vinto: “ricorreremo al tar”.

 

 

Firme Pd tarocche? Si rinvia tutto a febbraio

Lo ha stabilito il tribunale amministrativo con una ordinanza con cui si dispone l’acquisizione di ulteriore documentazione

 

tar tar

Nulla di fatto, come prevedibile, al Tar nell’udienza sulle presunte firme false legate alle liste per l’elezione di Sergio Chiamparino alla presidenza della Regione. Il centrosinistra passerà  tranquillamente il Natale (altre grane giudiziarie in corso permettendo) e dovrà aspettare carnevale per capire cosa accadrà in questa nuova vicenda di carte bollate che ricorda – a parti inverse – la caduta della Giunta Cota.

 

Il procedimento amministrativo dovuto a un ricorso elettorale di alcuni esponenti leghisti è stato rinviato al 19 febbraio. Lo ha stabilito il tribunale amministrativo con una ordinanza con cui si dispone l’acquisizione di ulteriore documentazione. I ricorrenti ritengono che siano state raccolte firme false per tre delle liste che sostenevano la candidatura dell’attuale governatore. “Massimo rispetto per la decisione del Tar, volta ad acquisire tutti gli elementi utili a perfezionare l’iter del procedimento”, così ha commentato Chiamparino.

 

“Il fatto che il Tar prenda tempo  dimostra che ci sono elementi non chiari nella raccolta firme delle liste a supporto della candidatura di Sergio Chiamparino”. Così Gilberto Pichetto capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte commentando l’ordinanza emessa.

 

“Se il centrosinistra ostenta tranquillità – aggiunge l’esponente azzurro – non vorrei che fosse la quiete prima della tempesta. Comunque mi auguro che il Tar utilizzi lo stesso metro di giudizio adottato per giudicare la validità delle precedenti elezioni regionali dove il centrodestra aveva vinto la competizione elettorale e perso invece la lotta di carte bollate”. 

 

 

Michelin, quante star in Piemonte!

cambioUnico 3 stelle tra i piemontesi e tra gli 8 italiani, il ‘Piazza Duomo’ di Alba

 

Sono ben 39 i ristoranti della nostra regione ad ottenere la stella nella 60a Guida Michelin, che è stata  presentata a Milano. Unico 3 stelle tra i piemontesi e tra gli 8 italiani, il ‘Piazza Duomo’ di Alba. I ristoranti con 2 stelle sono: Al Soriso (Novara), Antica Corona Reale di Cervere (Cuneo), Villa Crespi di Orta (Novara), Piccolo Lago di Verbania Fondotoce, Combal.zero di Rivoli.  Ecco i nuovi stellati: la Gallina di Gavi (Alessandria) nella tenuta di Villa Sparina, la Locanda di Orta ed il celeberrimo Del Cambio (nella foto) di Torino che ritorna stellato dopo tanti anni di oblio.

 

(Foto: il Torinese)

Il grido di dolore di Fassino: “Tagli di Roma insostenibili”

chiampafassinoIl sindaco: “Si rischia di scaricare sul territorio una manovra francamente insostenibile. Noi non vogliamo né ridurre i servizi né aumentare il prelievo fiscale»

 

I Comuni e ciò che resta delle Province sono stati ricevuti dalle commissioni  bilancio della Camera e Senato. La preoccupazione per i tagli indicati dal governo è grande: «Il taglio di 1 miliardo per città e province rischia di far partire in default questi enti: chiediamo al governo di valutare una serie di elementi correttivi alla manovra». Lo sostiene Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani. “Si rischia di scaricare sul territorio una manovra francamente insostenibile. Noi non vogliamo né ridurre i servizi né aumentare il prelievo fiscale».

 

Sull’aumento delle tasse lo vada a spiegare al suo collega Sergio Chiamparino, governatore del Piemonte e presidente della Conferenza delle Regioni che, proprio ieri, ha annunciato una stangata su Irpef e bollo auto. Del resto i conti regionali sono in profondo rosso e la Giunta deve trovare soluzioni al dissesto. Chiamparino ha dichiarato che a Palazzo Chigi  le proposte piemontesi e delle altre regioni, non vengono presentate “con il cappello in mano”, ma attraverso un dialogo alla pari. 

 

A parere di Fassino, che ha espresso comunque soddisfazione per le prime timide aperture romane “con la legge di stabilità il sacrificio per i comuni italiani ammonterà a circa 3,7 miliardi di euro». «Le province uscenti sforeranno quasi tutte il patto di stabilità perché se non lo fanno non riescono a sbrigare nemmeno la manutenzione minima» sottolinea il primo cittadino di Torino chiedendo l’inserimento nella legge di Stabilità di «elementi correttivi per renderla sostenibile per fare in modo che preveda il superamento tutti i vincoli ordinamentali di cui siamo stati caricati».

Continua a piovere, cresce l’allerta in Piemonte

allualluvioni44In apertura di seduta, il Consiglio regionale ha ricordato con un minuto di silenzio le vittime dell’alluvione del 1994

 

Si registra in queste ore un  peggioramento del tempo in Piemonte. In particolare al nord della regione e sulle Alpi cuneesi confinanti con la Francia e la Liguria sono previsti valori di pioggia “forti o molto forti”, come informa la Protezione civile regionale. I livelli sono ancora al di sotto delle soglie di attenzione, ma sono in crescita i corsi d’acqua degli affluenti dei bacini del Tanaro e del Toce. Stato di allerta per  frane nel Verbano, a Vercelli e Biella e nei settori meridionali.

 

In apertura di seduta, il Consiglio regionale ha ricordato con un minuto di silenzio le vittime dell’alluvione che, esattamente vent’anni fa, colpì duramente il Piemonte. La commemorazione è stata preceduta dal discorso del presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus:

 

“Il 4 e 5 novembre di vent’anni or sono, il Piemonte fu colpito da una alluvione di dimensioni catastrofiche che causò la morte di 70 persone. Gli sfollati furono 2.226 e ripercussioni gravissime si ebbero a carico di edifici, infrastrutture e interi settori produttivi, con danni per miliardi di lire. Nella tragedia furono coinvolti 780 comuni delle province di Cuneo, Asti e Alessandria, oltre che del Torinese e del Biellese. I fiumi Po, Tanaro, Bormida, Belbo e alcuni loro affluenti – a causa delle forti piogge che interessarono tutta la nostra regione – sfondarono gli argini in più punti, provocando disastri di ogni sorta. Il Piemonte, colpito da questi dolorosi eventi, ebbe modo di mettere in campo tutte le forze disponibili per ripartire. Con tenacia e con orgoglio iniziò da subito la ricostruzione, anche grazie alla buona volontà delle popolazioni e l’aiuto di migliaia di volontari giunti da tutta l’Italia”.

 

Paura alluvione 20 anni dopo, il Piemonte è ancora a rischio

protezione civileLe vittime dell’alluvione del 1994 saranno commemorate in Consiglio regionale, nel corso della seduta del 4 novembre

 

Sono trascorsi vent’anni esatti dall’alluvione che mise in ginocchio la regione causando 68 vittime e danni per circa 20 mila miliardi di lire. E il fato vuole che, proprio in questo anniversario,  sia ancora  pre-allerta in tutto  Piemonte per una forte ondata di maltempo che dovrebbe iniziare il 4 novembre e proseguire per tutta la settimana. L’arpa comunica: quota neve non più bassa di 1.800 metri di altitudine. Ad oggi il “momento più critico” è previsto dall’agenzia per l’ambiente “tra martedì e mercoledì prossimi”, in paricolare nel Canavese e nelle zone di confine con la Liguria.

 

Il tragico evento del ’94  iniziò con le piogge di venerdì 4 novembre, poi precipitazioni, esondazioni, frane e smottamenti si estesero dal Cuneese all’Astigiano, all’Alessandrino e al Torinese. I bacini più colpiti furono quelli dei fiumi Tanaro, Bormida, Belbo e Po.

 

Venti anni dopo la Regione ha promosso un convegno a Torino, nei giorni scorsi, dove ’assessore all’Ambiente, programmazione territoriale e Protezione civile, Alberto Valmaggia ha sottolineato : “si è coniugato il ricordo con il fare, e questo lo si evince dalla realizzazione di un seminario non accademico, ma che nasce soprattutto come momento in cui si raccolgono i risultati di tutto il lavoro che è stato fatto in questi anni. E’ ormai rilevante dare notizie concrete sulle attività che oggi si fanno sul territorio in situazione di emergenza come in quelle di prevenzione, nonché sensibilizzare la coscienza di tutti i cittadini verso l’importanza che riveste il lavoro di tutela del territorio”.

 

Il sistema di Protezione civile piemontese è articolato su un modello di sussidiarietà rispetto al territorio, ha una ampia componente di volontari, circa 15.000, professionalizzati e offre una continua formazione alle scuole per promuovere la cultura della protezione civile ed è assurto a modello per le regioni italiane. Fra le diverse tematiche affrontate nel dibattito è emersa la necessità di compiere un ulteriore salto di qualità per costruire una cultura della Protezione civile con una cittadinanza resiliente, intendendo la formazione di cittadini consapevoli, aiutandoli a diventare attori della prevenzione di Protezione civile. Pur avendo il Piemonte un modello di intervento apprezzato anche dall’Europa, si è evidenziato il lungo percorso da fare per informare la cittadinanza e creare una conoscenza collettiva anche attraverso un coinvolgimento  pesante della popolazione nelle esercitazioni.

 

Per non dimenticare il drammatico anniversario, inoltre,  il Consiglio regionale organizza una mostra fotografica che torna indietro di 20 anni, al novembre 1994, raccontando le città e i paesi duramente colpiti da un’alluvione tremenda, che fece morti e distruzioni. 

 
L’esposizione, promossa dall’Assemblea  e intitolata Un fiume di ricordi. L’alluvione del 4-5-6 novembre ‘94 nelle foto di allora, è composta da 32 pannelli che riportano le istantanee di dieci fotografi che all’epoca ritrassero direttamente quella funesta sciagura. Sono inoltre presenti 7 pannelli dedicati al territorio, con una cartografia dell’evento, curati dall’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa Piemonte).

 

Le vittime dell’alluvione del 1994 saranno commemorate in Consiglio regionale, nel corso della seduta di martedì 4 novembre, e in quell’occasione sarà presentata la mostra, allestita per la prima volta a Palazzo Lascaris. Sarà poi trasferita ad Alba dal 5 all’8 novembre e quindi ad Asti, Alessandria, Castagnole delle Lanze, Farigliano, Pino d’Asti, Ceva e Lisio.

 

 

   

L’insegnante di religione: “Omosessuali? si può guarire”

pride1Della vicenda si è parlato sulle pagine torinesi  del quotidiano la Repubblica. Arcigay: “Se confermato è un fatto molto grave”

 

Secondo una insegnante di religione della scuola superiore Pininfarina di Moncalieri l’omosessualità è “un problema psicologico da cui è dimostrato scientificamente che si può guarire”.  “Se confermato si tratta di un episodio gravissimo – commenta l’Arcigay sul sito dell’Ansa – ma attendiamo le verifiche interne della scuola”.

 

Della vicenda si è parlato sulle pagine torinesi  del quotidiano la Repubblica. L’episodio è stato riferito dagli astudenti al presidente dell’istituto, che ha dato il via a una indagine interna, in attesa di un possibile coinvolgimento dell’ufficio scolastico regionale. “Nessuno si è sentito insultato – ha detto  a Repubblica il preside – ma la docente ha fatto disinformazione e invitato a discriminare. Occorre fare chiarezza”.

 

Sulla vicenda, interpellato dai giornalisti, l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia ha detto che “le scelte sessuali sono private ed è fuori luogo parlarne a scuola, che dovrebbe erssere un luogo di accoglienza”.

 

(Foto: il Torinese) 

Grande Torino, tanti tagli e servizi a rischio

cielo sopra torinocastello piazzaponte mole vittorioInizia oggi – ha detto Fassino – una nuova sfida, alta, impegnativa ma anche affascinante”

 

Ieri si è insediato ufficialmente il Consiglio metropolitano di Torino, eletto dal voto degli amministratori locali dei 315 Comuni dell’ex provincia lo scorso 12 ottobre.

 

La convocazione è stata firmata dal sindaco metropolitano Piero Fassino, il supersindaco di Torino e della nuova istituzione.  Il Consiglio è composto da 18 tra sindaci e consiglieri comunali e si riunisce nella storica aula di piazza Castello che ha ospitato per lunghissimi anni le sedute del Consiglio provinciale, l’ultima delle quali prima della sua abolizione si è tenuta il 25 giugno scorso. “Inizia oggi – ha detto il primo cittadino – una nuova sfida, alta, impegnativa ma anche affascinante”

 

L’inaugurazione del nuovo Ente avviene in un momento di crisi nei rapporti tra centro e periferia.L’elenco dei temi che Fassino, nella sua veste di presidente Anci, anche a nome degli altri territori piemontesi ha sottoposto mercoledì a Palazzo Chigi è lungo, ed è stato concordato alla riunione dell’Unione Province Piemontesi tenutasi nei giorni scorsi: “La difficile situazione finanziaria delle Province piemontesi, le incognite sul riordino delle funzioni loro assegnate, il futuro della Città Metropolitana di Torino, che erediterà dal 1° gennaio 2015 funzioni e attribuzioni di quella che fu la prima Provincia italiana (istituita nel 1859); ma soprattutto il destino di servizi fondamentali di area vasta (dalla viabilità ai Centri per l’Impiego, dalle scuole medie superiori alla regolazione del trasporto pubblico e della gestione dei rifiuti) che le Province hanno sinora assicurato ai territori e ai cittadini e che ora sono nel limbo di un processo di riforma tutt’altro che concluso”.

 

Gli amministratori locali sono sul piede di guerra e intendono “fare fronte comune per chiedere al Governo di ridurre il taglio di risorse per un miliardo e 300 milioni di Euro alle Province, previsto dalla Legge di Stabilità all’esame del Parlamento. La situazione è piuttosto allarmante. L’equilibrio dei conti della costituenda Città Metropolitana potrebbe venir meno nel 2015, se venissero confermati i tagli ai trasferimenti statali e regionali ed il prelievo forzoso di risorse, stabilito quest’anno dal Governo e rinviato dal 31 luglio scorso al 30 aprile prossimo. C’è il rischio che neanche le programmate dismissioni immobiliari e di partecipazioni azionarie siano sufficienti a far quadrare i conti. 

 

“Quello che è certo è che – dicono i rappresentanti delle Province – oltre a vedersi praticamente azzerata la possibilità di effettuare scelte discrezionali sulle spese, le Province rischiano di non riuscire più a garantire il livello minimo di servizi. La Provincia di Cuneo, ad oggi, ha risorse per appaltare lo sgombero neve solo nel 50% della viabilità di propria competenza. Senza contare il problema degli eventuali esuberi di personale, che alcune Province chiedono di poter affrontare con il prepensionamento dei dipendenti con maggiore anzianità”. 

 

Alla seduta di insediamento del Consiglio metropolitano di Torino sono state invitate a partecipare  tutte le autorità istituzionali e le parti sociali del territorio. Testimoni, anche loro, delle incertezze che caratterizzano il futuro della Grande Torino.

 

 

I CONSIGLIERI METROPOLITANI DI TORINO

L’assemblea è composta da Alberto Avetta, Vincenzo Barrea, Barbara Cervetti, Andrea Tronzano, Eugenio Buttiero, Francesco Brizio, Mimmo Carretta, Michele Paolino, Gemma Amprino, Antonella Griffa, Roberto Montà, Lucia Centillo, Claudio Martano, Domenica Genisio, Mauro Carena per la lista di maggioranza (Città di Città); per le liste di minoranza Marco Marocco e Dimitri De Vita (Movimento Cinque Stelle) e Cesare Pianasso (Lega Nord-Fratelli d’Italia). Fra gli eletti figurano i sindaci di Chieri, Ciriè, Pinerolo, Cossano Canavese, Grugliasco, VillarDora.

(Foto: il Torinese)

Non era un “asilo degli orrori”, assolte le tre maestre

La decisione è della Corte d’Appello di Torino che si è pronunciata sulla vicenda che vide nel 2010  il sequestro della scuola

 

ASILOAssolte dall’accusa di maltrattamenti ai bimbi di quello che venne definito “l’asilo degli orrori”, le tre maestre della struttura privata  “Nel paese delle meraviglie di Pinerolo”.

 

La decisione è della Corte d’Appello di Torino che si è pronunciata sulla vicenda che vide nel 2010  il sequestro della scuola. Le tre donne vennero condannate a pene comprese tra i 10 e i 12 mesi: Elisa Griotti e Stefania Di Maria erano state condannate in primo grado a 10 mesi, Francesca Pamfili a 12. A inguaiarle era stato un video che mostrava i piccoli messi a dormire sotto un lavello e altre testimonianze.

 

L’indagine, coordinata dal pm di Pinerolo Ciro Santoriello, prese il via dalla denuncia di un cittadino. Alcuni dipendenti che operavano nella struttura, un ex dipendente e  un genitore di uno dei bambini dell’asilo nido hanno collaborato. 

 

Erano state ascoltate le dichiarazioni di due ex dipendenti, i quali affermavano di essere a conoscenza di un bambino infilato in un cassettone perché “troppo vivace”,  e di altri che venivano imboccati a forza e altri ancora messi a dormire in bagno. Le maestre però hanno sempre respinto ogni addebito. Il caso fece scalpore a livello nazionale.